per capirci

GIACOMO 1, 2-4

Fratelli, considerate come motivo di gaudio perfetto le diverse prove alle quali voi potete essere esposti, sapendo che la fede messa
alla prova produce la pazienza. E' necessario però che la pazienza compia perfettamente l'opera sua, affinché voi siate pure perfetti ed
integri, senza mancare in niente.(Giacomo 1; 2-4)

Emmanuel

martedì 29 giugno 2010

La mia Gloria ha santificato la vostra gloria

Mamma del Cielo
Figli miei del mio santo Figlio Gesù, sono la vostra Mamma d’amore. Sono la Mamma che, dal suo sì alla Divina Volontà, diede suo Figlio Gesù affinché abbiate la vita eterna.

Figli miei, io sono con voi. sono anche con il mio Figlio. Vedete la mia sofferenza di vedervi noncuranti davanti ai miei appelli incessanti. Constato le vostre storditezze. Sono, io, la Regina degli angeli. Sono la Regina del Cielo. Il mio posto, figli miei è presso del mio santo Figlio nella sua gloria. Sì, figli miei, la sua gloria sarà fra poco proclamata da tutti i figli, sulla terra come nel Cielo. Sono con voi per prepararvi alla sua venuta di visto(1) in voi. Visito la terra distribuendo le mie grazie per aiutarvi a capire la Volontà di Dio. Vi amo. Amate il mio Figlio, sono la Regina della
Pace.

Figli miei, ascoltate la vostra Mamma del Cielo. Mi preme di aggiungervi al mio figlio Gesù, il Figlio del Padre Eterno, che siede sul suo trono di gloria. Questa gloria, figli miei della terra, è quella che gli costò la sua vita terrestre. Questa morte che subì per voi, figli miei, fu offerta al Padre per la sua gloria. La gloria del mio Figlio è la vostra gloria come figli santificati dal suo Sangue versato per voi tutti. Dal suo Sangue prezioso, vi purificò, vi salvò da una morte eterna.

Siete, figli miei, stati purificati dal suo amore. Soffrì per voi. Vi ama. Datevi al vostro turno amando i vostri fratelli e sorelle. Se non li amate, è che rifiutate la vostra purificazione. Miei figli d’amore, sono la vostra Mamma. Soffrii nel mio essere la passione del mio Figlio. Fui anch’io all’agonia con il mio Figlio. Partecipai, al momento della sua morte, alla vostra purificazione. Se, presentemente, non volete sopportare la sofferenza che vi causano i vostri fratelli e sorelle, non partecipate alla nostra sofferenza e, quando vi ributtate contro di loro non accettando le loro debolezze, non accettate di lasciarvi purificare.

Figli miei, sono la Mamma dell’Amore. Vidi il mio Figlio soffrire per voi. E voi, continuate a farmi soffrire mostrandomi uno spettacolo di figli che rifiutano di amare i loro fratelli e sorelle. Miei dolci amori, sono la vostra Mamma. Vi amo. Perché volere continuare a farmi soffrire?

Non sapete che l’Amore che è in voi può salvarvi? Amatevi. Amate quelli che vi fanno soffrire. È la vostra purificazione. La sofferenza è santificante. Questa sofferenza d’amore è alle volte necessaria per la purificazione delle vostre anime, affinché la vostra gloria sia santificata dalla gloria del mio santo Figlio. Figli miei, ciascuno di voi sarà glorificato nel mio Figlio dalle mie preghiere presso il Padre. Capite bene! Mi preme che il tempo della grande purificazione venga. Davanti tanta insistenza alla preghiera, non sono senza sofferenza di fronte ai vostri caparbietà
a non pregare.

Figli miei, sono una mamma che ama i suoi figli, tutto come voi, le mamme, che amate i vostri figli. Il mio amore per il mio santo Figlio è grande, ma più grande è il mio santo amore per il mio Dio. Figli miei, non posso insistere ancora per molto tempo: il tempo della grande purificazione sta venendo.

Figli miei d’amore, sì, siete i miei figli d’amore. Mi piace chiarmarvi così. Sono la Madre dell’Amore. Ogni speranza è in quello che crede che l’Amore è tutto per lui. La speranza è nel mio Figlio. Venite in me. Venite a pregare con me per la gloria del mio santo Figlio, Dio. Tutto fu creato per la gloria della Trinità. Siete dei figli creati per rendere a Dio quello che gli è dovuto di ricevere: il suo amore.

La Santa Trinità mi ha associata all’Amore. Sono la Mamma del vostro Gesù Amore, sono anche la vostra Mamma. Quando dite di sì al mio Figlio Gesù, voi, figli miei, che siete nel mio Figlio, dite di sì al mio appello. Questo, figli miei, è urgente! Sono la Madre dell’amore. Grazie, voi che avete detto di sì al mio santo Figlio.


(1) La venuta di visto di Gesù in voi si farà dall’Amore, nell’Amore, con l’Amore. Sarete nella sua Presenza.Lo vedrete in tutta la sua bellezza.


Origine: Amore per tutti i miei, Gesù. Libro 2 Dalla Figlia del Sì a Gesù. Messaggio No. 160, 28 giugno 2001. Les Éditions FJ.

domenica 27 giugno 2010

Lettera aperta a Gesù

Apparizione strordinaria 25/06/2010

Apparizione straordinaria del 25 giugno 2010 al veggente Ivan sul Podbrdo

Ecco quanto Krizan ci ha comunicato sull’apparizione avuta da Ivan ieri sera, 25 Giugno 2010:
“L’incontro di stasera con la Madonna è stato particolare e così gioioso, perché veramente oggi io direi: in tutti questi 29 anni di apparizioni oggi la Madonna è venuta così tanto gioiosa e felice, più che mai. E’ venuta come con un vestito dorato e all’inizio ha salutato tutti noi in una grande gioia con le parole: “Sia lodato Gesù, cari figli miei!”. Dopo questo, la Madonna ha detto:“Cari figli, anche oggi la Madre con gioia vi invita: siate, cari figli, i miei portatori, i portatori dei miei messaggi. Diffondete i miei messaggi in questo mondo stanco. Cari figli, desidero che siate il mio segno, il mio segno vivo. Perciò anche stasera vi invito: accogliete il messaggio che vi ho dato oggi, vivetelo. Sappiate, cari figli, che la Madre prega sempre con voi e prega per voi presso Suo Figlio. Grazie, cari figli, anche oggi perché avete accolto i miei messaggi e vivete i miei messaggi”.
Dopo questo la Madonna ha pregato su tutti noi un tempo più lungo con le mani distese, ci ha benedetti con la Sua Benedizione materna ed ha benedetto tutto quello che avete portato per la benedizione. Dopo questo io ho raccomandato in modo speciale tutti noi, i nostri bisogni, le nostre intenzioni, le nostre famiglie ed in particolare i malati. Dopo questo è seguito ancora un tempo di preghiera della Madonna su tutti noi qui. Ho pregato insieme a Lei un Padre nostro ed un Gloria al Padre. Dopo questo la Madonna se n’è andata in preghiera, se n’è andata nella gioia nel segno della luce e della croce col saluto: “Andate in pace, cari figli miei!”.

sabato 26 giugno 2010

Offrite la vostra sofferenza a Gesù

Marta Garcia 26 giugno alle ore 13.01 Rispondi
ACCETTATE ED OFFRITE LA VOSTRA SOFFERENZA A GESÙ”Compartir
Hoy a las 10:33
Cari figli miei amatissimi in Cristo Gesù, sono Maria la Mamma della divina misericordia, la pace di mio Figlio sia in voi; figlioli, con gioia, vi invito tutti a vivete i miei messaggi con gioia, così potrete essere più vicini a mio Figlio e potrete camminare nella gioia insieme a Lui. Conosco le vostre tribolazioni, le vostre sofferenze ed è per questo che Io desidero guidarvi tutti soltanto a Lui perché solo in Lui troverete la vera pace, nell’accettazione, nella donazione e nella gioia. Oggi, giorno di gaudio e di amore desidero parlare a voi, mie care anime, di queste vostre tribolazioni e sofferenze, desidero parlare a voi che vi sentite derelitte, sole ed emarginate, a voi, mie care anime dolenti, ammalate ed inferme, chiedo di vivere tutta questa sofferenza accettandola nel silenzio del vostro cuore ed offrendo tutto a mio Figlio per la salvezza di tante anime indigenti e peccatrici. La vostra sofferenza, alla luce della fede, se l’accettata in silenzio e l’offrite a mio figlio, diventa un atto d’amore, un atto di misericordia, un atto di carità, che Gesù saprà ricompensare lautamente con grazie e doni speciali, per voi e per le vostre famiglie, senza parlare del posto, per voi, preparato nel suo regno.
Figli miei, nella sofferenza, prendete coscienza dei vostri limiti e della vostra povertà di spirito, accettate la dipendenza dagli altri in silenzio, perché è in questa dipendenza che sperimenterete, in voi, l’umiltà e la mitezza, l’amore e la misericordia, doni che, nella sofferenza, aiutano a camminare nell’accettazione silenziosa e nella donazione a Gesù. Accettazione e donazione che nell’amore, nella misericordia e nella preghiera aiuteranno Gesù a salvare anime peccatrici, anime che soffrono, nell’anima e nel corpo, la loro lontananza da Lui; a salvare le anime di quei consacrati a lui cari, che si sono allontanati dalla strada maestra, o che non sanno svolgere la missione, per la quale sono stati chiamati. Ma voi offrite sempre la vostra sofferenza per la conversione dei vostri cari, dei vostri amici e conoscenti, per tutti i peccatori ostinati e per tutta l’umanità peccatrice e indolente, al resto penserà mio Figlio.
Figli miei sofferenti, umiltà e mitezza non vuol dire però rassegnazione, non vuol dire piegare la testa e basta, aspettando, ma aspettando cosa? Niente affatto, voi dovete imparare a reagire con positività, sempre, attimo dopo attimo, non con rassegnazione ma con viva fede, aspettando la vostra guarigione, se essa fa parte dei disegni di Dio o accettandone la sua volontà, perché Lui vuole solo il vostro bene, la vostra salvezza, la vostra santità, Gesù non abbandona mai, ma vi da forza nel bussare, nel chiedere, nel cercare. Non dimenticando mai, che voi siete sempre forti nella vostra debolezza, perché è quando siete deboli che siete più forti, perché nella vostra debolezza non sarete mai soli ma Gesù è in voi facendovi sentire il suo amore, è con voi, aiutandovi nel cammino, e per voi fonte di salvezza, è Lui che, quando vi sentite giù pronti ad arrendervi, vi dà coraggio e sostegno nel portare la vostra croce con amore e dignità, è Lui che, insieme a voi, cammina sulla strada della sofferenza passo dopo passo, dandovi il suo braccio per appoggiarvi, quando inciampate, ed è sempre Lui che, per voi, porta la croce quando questa diventa insostenibile, insopportabile e pesante da portare e da accettare.
Figli miei ricordatevi sempre che nella sofferenza, non siete né sconfitti, né dei deboli, anzi siete più che vincitori in Cristo Gesù, perché è la vostra sofferenza che vi fa partecipi della sua passione e vi rende degni del regno di Dio. O anime predilette di Gesù, a voi che attraverso la sofferenza siete diventati suoi discepoli, a voi che attraverso la sofferenza siete esempio di umiltà e di mitezza, a voi che attraverso la sofferenza fate apostolato, a voi che attraverso la vostra sofferenza siete testimonianza vivente della parola di mio Figlio, a voi che attraverso la sofferenza avete portato anime a Gesù, a voi che con la vostra viva fede siete forza indistruttibile dell’amore di Gesù, perché anche se siete sofferenti per il mondo, siete felici di donare tutto voi stessi alla causa dell’amore di Gesù per l’umanità, a voi dico grazie con le lacrime agli occhi, per l’accettazione silenziosa e per la donazione, della vostra sofferenza, dico grazie, per tutte le anime salvate da mio Figlio per merito vostro, grazie per le conversioni, che con il vostro esempio avete, elargito, grazie.
Figli miei il mondo ha bisogno di voi, a bisogno della vostra accettazione silenziosa, ha bisogno della vostra offerta d’amore, Gesù ha bisogno di voi e della vostra sofferenza, e Lui vi accudirà come una Mamma amorevole; Lui sarà la vostra forza, nella sofferenza; Lui sarà la vostra accettazione, nel cammino della salvezza; Lui sarà la vostra offerta, nella salvezza delle anime; Lui sarà la vostra salvezza, per l’eternità, perché il suo amore è così grande che non potete né capirne né conoscerne tutta la sua profondità. Grazie per aver risposto alla mia chiamata. Vi amo con amore immenso e vi benedico tutti attraverso la Divina Misericordia nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito santo eterno amore, amen.

(ISPIRAZIONE DEL 25.06.2010)

maria miriam.

giovedì 24 giugno 2010

Va dove ti porta il cuore


La via che hai percorso non era dritta ma piena di bivi, 
ad ogni passo c’era una freccia che indicava una direzione diversa; da lì si dipartiva un viottolo, da là una stradina erbosa che si perdeva nei boschi. Qualcuna di queste deviazioni l’hai imboccata senza accorgertene, qualcun’altra non l’avevi neanche vista; quelle che hai trascurato non sai dove ti avrebbero condotto, se in un posto migliore o peggiore; non lo sai ma ugualmente provi rimpianto. Potevi fare una cosa e non l’hai fatta, sei tornata indietro invece di andare avanti. Il gioco dell’oca, te lo ricordi? La vita procede pressapoco allo stesso modo.

Va dove ti porta il cuore, di Susanna Tamaro

Pensiero di Padre Pio

      Se non ti è concesso di poterti trattenere a lungo in preghiera, in letture, ecc., non devi per questo sconfortarti. Finché avrai Gesú sacramentato ogni mattina, devi stimarti fortunatissima. Nel corso del giorno, quando non ti è permesso di fare altro, chiama Gesú, anche in mezzo a tutte le tue occupazioni, con gemito rassegnato dell'anima ed egli verrà e resterà sempre unito con l'anima mediante la sua grazia ed il suo santo amore.
      Vola con lo spirito dinanzi al tabernacolo, quando non ci puoi andare col corpo, e là sfoga le ardenti brame e parla e prega ed abbraccia il Diletto delle anime meglio che se ti fosse dato di riceverlo sacramentalmente (Ep. III, p. 448)

Dai frutti ci riconosceranno

     Impegnatevi a riunirvi più di frequente nell'azione di grazie e di gloria verso Dio. Quando vi riunite spesso, le forze di Satana vengono abbattute e il suo flagello si dissolve nella concordia della fede. Niente è più bello della pace nella quale si frustra ogni guerra di potenze celesti e terrestri.


                  Nulla di tutto questo vi sfuggirà, se avete perfettamente la fede e la carità in Gesù Cristo, che sono il principio e lo scopo della vita. Il principio è la fede, il fine la carità. L'una e l'altra insieme riunite sono Dio, e tutto il resto segue la grande bontà. Nessuno che professi la fede pecca, nessuno che abbia la carità odia. «L'albero si conosce dal suo frutto». Così coloro che si professano di appartenere a Cristo saranno riconosciuti da quello che operano. Ora l'opera non è di professione di fede, ma che ognuno si trovi nella forza della fede sino all'ultimo.

                          È meglio tacere ed essere, che dire e non essere. È bello insegnare se chi parla opera. Uno solo è il maestro e «ha detto e ha fatto» (Sal 32,9) e ciò che tacendo ha fatto è degno del Padre. Chi possiede veramente la parola di Gesù può avvertire anche il suo silenzio per essere perfetto, per compiere le cose di cui parla o di essere conosciuto per le cose che tace. Nulla sfugge al Signore, anche i nostri segreti gli sono vicino. Tutto facciamo considerando che abita in noi templi suoi ed egli il Dio che è in noi, come è e apparirà al nostro volto amandolo giustamente.   
               


               
         

martedì 22 giugno 2010

Il figlio prodigo

Il figlio prodigo aveva bisogno di quello che l’apostolo Paolo definisce
“rinnovamento della mente”. Mi piace leggere queste parole dalla parabola:
“Ma il padre disse ai suoi servi: "Portate qui la veste più bella e
rivestitelo, mettetegli un anello al dito e dei sandali ai piedi. Portate fuori
il vitello ingrassato e ammazzatelo; mangiamo e rallegriamoci"” (Luca
15:22-23).

Il figlio prodigo aveva la mente piena di condanne inflittegli da Satana. Oggi
accade la stessa cosa a molti dei figli di Dio. Il nostro Padre gioisce per
noi, ci abbraccia con gesti amorevoli. Ma noi pensiamo che umiltà significhi
dire a Dio quanto siamo stati cattivi, o scavare nei nostri peccati passati
piuttosto che fidarci delle sue espressioni di amore. E nel frattempo pensiamo:
“Sicuramente Dio sarà arrabbiato con me. Ho peccato peggio degli altri”.

I servi del padre portarono il vestito migliore e rivestirono il figlio; questo
è sinonimo dei nostri panni di giustizia in Cristo. Poi il padre mise un anello
al dito del figlio, e ciò simboleggia la nostra unione con Cristo. Infine, mise
dei sandali ai piedi del ragazzo, e ciò simboleggia l’essere rivestiti del
vangelo della pace di Cristo. Questo padre amorevole stava mostrando a suo
figlio: “Togli via quei panni della carne, i tuoi sforzi inutili per
piacermi. Permettimi di mostrarti cosa vedo in te. Sei entrato in casa mia,
alla mia presenza, come un uomo completamente nuovo, un figlio reale. Non sei
più un mendicante o uno schiavo, ma sei mio figlio nel quale mi compiaccio!
Ora puoi entrare alla mia presenza con coraggio e fiducia”.

Lo stesso vale anche per noi oggi. Dobbiamo essere rinnovati nel nostro
pensiero, cercando di capire come Dio ci riceve alla sua presenza. Ritorno al
verso di apertura di questo messaggio: “Avendo dunque, fratelli, libertà di
entrare nel santuario, in virtù del sangue di Gesù, che è la via recente e
vivente che egli ha inaugurato per noi attraverso il velo, cioè la sua carne,
e avendo un sommo sacerdote sopra la casa di Dio, accostiamoci con cuore
sincero, in piena certezza di fede, avendo i cuori aspersi per purificarli da
una cattiva coscienza e il corpo lavato con acqua pura” (Ebrei 10:19-20,22,).

La parola “piena certezza” qui deriva da una radice che lascia intendere
uno schiavo emancipato. Significa non essere più sotto la legge del peccato e
della morte, ma essere sotto il dominio della grazia. In breve, è per amore
del Padre – solo per la sua grazia – che abbiamo la possibilità di entrare
alla sua presenza. Ed ecco la qualifica: “Rendendo grazie a Dio e Padre, che
ci ha fatti degni di partecipare alla sorte dei santi nella luce. Poiché egli
ci ha riscossi dalla potestà delle tenebre e ci ha trasportati nel regno del
suo amato Figlio” (Colossesi 1:12-13).


lunedì 21 giugno 2010

Meditazione del giorno

 « Beata Teresa di Calcutta (1910-1997), fondatrice delle Suore Missionarie della Carità
                  No Greater Joy, 55



                                          « Con la misura con la quale misurate sarete misurati »

                          Per ogni malattia, esistono parecchie medicine e cure. Ma finché una mano dolce pronta da servire, e un cuore generoso pronto ad amare non si sono offerti, non credo che si possa mai guarire di questa terribile malattia che è la mancanza di amore.

                          Nessuno di noi ha il diritto di condannare chiunque altro. E questo, anche quando vediamo qualcuno sprofondare, senza capire perché. Gesù non ci invita forse a non giudicare ? Forse noi abbiamo partecipato a renderlo così. Dobbiamo comprendere che si tratta di nostro fratello e sorella. Tale lebbroso, tale ubriaco, tale malato sono i nostri fratelli perché anche loro sono stati creati per un amore più grande. Non dovremmo mai dimenticarlo. Gesù Cristo stesso si è identificato a loro quando ha detto : « Ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l'avete fatto a me » (Mt 25,40). E forse essi si trovano senza tetto, sprovvisti di ogni amore, di ogni cura, perché abbiamo rifiutato loro la nostra sollecitudine, il nostro affetto. Sii mite, infinitamente mite nei confronti del povero che soffre. Comprendiamo così poco ciò che sta attraversando. La cosa più difficile, è non essere accettato.      
               

domenica 20 giugno 2010

Prenda la sua croce ogni giorno e mi segua

    Dio è il Padrone sovrano del suo disegno. Però, per realizzarlo, si serve anche della cooperazione delle creature. Questo non è un segno di debolezza, bensì della grandezza e della bontà di Dio onnipotente. Infatti Dio alle sue creature non dona soltanto l'esistenza, ma anche la dignità di agire esse stesse, ... e di collaborare in tal modo al compimento del suo disegno.

                          Dio dà agli uomini anche il potere di partecipare liberamente alla sua provvidenza, affidando loro la responsabilità di « soggiogare  la terra e di dominarla » (Gen 1, 26-38). In tal modo Dio fa dono agli uomini di essere cause intelligenti e libere per completare l'opera della creazione, perfezionandone l'armonia, per il loro bene e per il bene del loro prossimo. Cooperatori spesso inconsapevoli della volontà divina, gli uomini possono entrare deliberatamente nel piano divino con le loro azioni, le loro preghiere, ma anche con le loro sofferenze. Allora diventano in pienezza « collaboratori di Dio » (1 Cor 3, 9 ; 1 Tes 3, 2) e del suo Regno.

                          Dio agisce in tutto l'agire delle sue creature : è una verità inseparabile dalla fede in Dio Creatore. Egli è la causa prima che opera nelle cause seconde e per mezzo di esse : « È Dio infatti che suscita » in noi « il volere e l'operare secondo i suoi benevoli disegni » (Fil 2, 13).
               



               
         



   

venerdì 18 giugno 2010

non accumulatevi tesori sulla terra

   « Non accumulatevi tesori sulla terra »

                          Perché tormentarti e fare tanti sforzi per mettere la tua ricchezza al riparo dietro la malta e i mattoni ? « Un buon nome val più di grandi ricchezze » (Pr 22 ,1). Ami il denaro per la considerazione che esso ti procura. Pensa quanto più grande sarà la tua fama se ti si può chiamare il padre, il protettore di migliaia di figli, piuttosto che tenere nelle tue borse migliaia di monete d'oro. Che tu lo voglia o no, dovrai ben lasciare qui il tuo denaro, un giorno. Invece, la gloria di tutto il bene che avrai fatto, la porterai con te fino davanti al sovrano Maestro, quando tutto un popolo, accalcandosi per difenderti presso il giudice comune, ti chiamerà per nomi che diranno che l'hai nutrito, che l'hai assistito, che sei stato buono.

                          Quanto dovresti essere grato, felice e fiero dell'onore che ti viene fatto. Non sarai tu a dover importunare gli altri alla loro porta. Saranno loro ad accalcarsi alla tua. Però a questo punto, si rabbuia il tuo viso, diventi inabbordabile, fuggi gli incontri per paura di dovere lasciare un pò di quello che tieni così gelosamente. Non sai dire altro che : « non ho niente, non vi darò niente, perché sono povero ». Povero lo sei, in realtà, e povero di ogni bene : povero di amore, povero di bontà, povero di fiducia in Dio, povero di speranza eterna.
               



               
         



   

giovedì 17 giugno 2010

Signore...

Signore,Padre mio dolcissimo,ti prego donami amore,oggi si fa una fatica grandissima su questa terra ed io sento la tua angoscia per noi figli,ma tu continua a donarci la tua infinita Misericordia.Io sono quello che tu vedi Gesù,con i miei difetti,i miei peccati.le mie cadute,ma ho fiducia in te sempre,tu hai donato la tua vita ed io continuerò a cercarti e seguirti con il mio cuore donami la tua presenza,abbi pazienza con questo tuo figlio amato,voglio darti una vita che ti sia gradita,e so che la buona ricompensa è l'eternità fra le tue braccia,Ti amo Gesù,Ti amo Maria e Ti amo Padre mio. 

mercoledì 16 giugno 2010

Un uomo provato

UN UOMO PROVATO

"DIO lo abbandonò per metterlo alla prova e conoscere tutto ciò che era nel
suo cuore" (2 Cronache 32:31).

Siamo diventati così occupati a saggiare Dio che non abbiamo preparato i
nostri cuori per i grandi test della vita in cui Dio mette alla prova l'uomo.
Potrebbe essere che la grande prova che stai affrontando in questo momento, il
peso che stai portando ora, sia in realtà Dio che sta saggiando il tuo cuore?

"Dopo queste cose DIO mise alla prova Abrahamo e gli disse: "Prendi ora tuo
figlio, e offrilo in olocausto" (Genesi 22:1-2). Dio mise alla prova una
nazione intera per scoprire ciò che vi era nel loro cuore. "Ricordati di tutta
la strada che l'Eterno, il tuo DIO, ti ha fatto fare in questi quarant'anni nel
deserto per umiliarti e metterti alla prova, per sapere quello che c'era nel
tuo cuore e se tu osserveresti o no i suoi comandamenti" (Deuteronomio 8:2).

Vediamo una cosa strabiliante in 2 Cronache 32:31: Dio abbandonò per un tempo
un grande re per metterlo alla prova. "Dio lo abbandonò per metterlo alla
prova e conoscere tutto ciò che c'era nel suo cuore".

Spesso, mentre persegue piamente l'opera di Dio, il servo del Signore si
ritrova apparentemente abbandonato – provato ai limiti della sopportazione e
lasciato da solo nella battaglia contro le forze dell'inferno. Ogni uomo che
Dio ha benedetto è stato messo alla prova nello stesso modo.

Ti ritrovi in una circostanza strana? Ti senti abbandonato e solo? Combatti una
battaglia persa contro un nemico imprevedibile? Questi sono sintomi che
segnalano il processo di vagliatura.

Desideriamo sempre la vittoria, ma ricorda che a volte bisogna fallire: Dio è
interessato a ciò che rimane nel nostro cuore, alla nostra attitudine dopo
aver vinto o perso la battaglia solitaria. Il suo desiderio è che siamo devoti
a lui nonostante il fallimento.

Gesù ci ha promesso di non lasciarci né abbandonarci, ma la Scrittura ci
ricorda che ci sono momenti in cui il Padre si allontana da noi per metterci
alla prova. Persino Cristo sperimentò questo momento di solitudine sulla
croce. È in questi momenti che il nostro benedetto Salvatore è più toccato
dai sentimenti della nostra infermità – e ci sussurra: "Io prego per te,
perché la tua fede non fallisca".

Gesù dice che dobbiamo prendere la nostra croce e seguirlo (vedi Matteo
16:24). Cos'è una croce? È la nostra carne con la sua fragilità e debolezza.
Prendila, spostala con fede, e la sua forza diventerà perfetta in te. La tua
croce di egoismo e di peccato è troppo pesante? Allora, amico mio, prendi la
tua croce e seguilo. Egli ti comprende ed è lì accanto a te per aiutarti a
portare il peso!





Dentro di te

    Cosa cerchi fuori di te, se dentro di te hai la tua ricchezza, il tuo piacere, la tua soddisfazione, la tua pienezza e il tuo regno, cioè il tuo Amato, che la tua anima cerca e desidera ? ... Ricorda solo una cosa, che cioè, anche se è dentro di te, rimane nascosto...

                          Ma tu insisti : « Se è in me colui che la mia anima ama, perché non lo trovo e non lo sento ? » Il motivo è che egli è nascosto e tu non ti nascondi come lui per trovarlo e sentirlo. Chi vuole trovare una cosa nascosta, infatti, deve addentrarsi altrettanto nascostamente fino al nascondiglio dove si trova questa cosa e, trovatala, anch'egli si ritrova nascosto come quella cosa. Il tuo Sposo amato è il tesoro nascosto nel campo della tua anima, per il quale l'accorto mercante diede tutti i suoi averi (Mt 13, 44) ; per poterlo trovare, sarà opportuno che abbandoni tutti i tuoi beni e, allontanandoti da tutte le creature, ti nasconda nel rifugio interiore del tuo spirito.

                          Poi, chiusa la porta dietro di te, cioè distolta la volontà da tutte le cose, « preghi il Padre tuo nel segreto ». Solo così, nascosta con lui, lo sentirai in segreto, lo amerai e ne godrai in segreto e in segreto con lui ti diletterai, più di quanto la lingua possa esprimere e i sensi comprendere.
               



               
         

La Pazienza

     Dice San Paolo: la pazienza è a voi necessaria affinché facendo la volontà di Dio, otteniate la promessa. Pazienza significa costanza nei buoni propositi, vuol dire perseveranza nella retta via e fermezza dinanzi al vento delle contrarietà e delle passioni. Ed è, come si vede, indispensabile alla vita saggiamente cristiana.
            Gesù, Maestro Divino, insegnò prima con le opere e poi con la parola.
            Quanta pazienza nella sua nascita, circondata di miserie e di umiliazioni! Quanta calma nella fuga in Egitto, nella bottega di San Giuseppe a sottomettersi, a lavorare!...
            Con la pazienza otteniamo misericordia. Gesù pazientemente aspetta che noi ci diamo a lui. Oh, la sua misericordia. Egli è generoso con noi. Così comportiamoci noi con il prossimo.

martedì 15 giugno 2010

Il combattimento spirituale

 Carlo M. Martini

Il combattimento spirituale

Il testo di Paolo in Ef 6, 10-17 presenta il cristiano come colui che ha lottato fino in fondo contro il nemico e l'ha vinto con la propria morte. È un brano molto denso, ricco di mètafore. Occorre vedere quali realtà Paolo voleva annunziare attraverso tali metafore.

Il brano può essere diviso in tre parti: la prima parte contiene due esortazioni; segue poi, nella seconda, il motivo di queste esortazioni; infine, nella terza, l'elenco dell'armatura spirituale di cui rivestirei.

1) Le due esortazioni sono: fortificatevi nello Spirito e rivestitevi dell'armatura di Dio.

Si tratta quindi di un consiglio dato a qualcuno che si trova di fronte a una situazione difficile.

L'esortazione ad armarsi, a rivestirsi, la troviamo pure in Rm 13, 12 e in 2 Cor 10, 4. Quello agli Efesini è però il brano nel quale maggiormente viene svolta la metafora della panoplia, l'armatura completa del servitore di Dio, di colui che segue da vicino Gesù.

2) Il motivo: perché dobbiamo armarci così? Perché la nostra lotta è una lotta spirituale, contro i principati, le potestà, gli spiriti maligni. Possiamo tradurre facilmente queste espressioni in una realtà comprensibile perché essa è di evidenza quotidiana. Dobbiamo, cioè, vivere in un'atmosfera - lo spazio tra ter. l'a e cielo - che è invasa da elementi maligni, contrari al Vangelo, nemici di Dio. L'atmosfera in cui viviamo è satura di potenze contrarie a Cristo e quindi la nostra lotta si annuncia difficile. Questa mentalità, questa atmosfera che è frutto in parte della potenza del male e in parte dell'uomo soggiogato da questa potenza del male, crea una situazione nella quale siamo immersi e che ci minaccia da ogni parte. Da qui la necessità di armarsi con l'armatura di Dio.

3) Tale armatura viene descritta con sei metafore: la cintura, la corazza, i calzari, lo scudo, l'elmo, la spada.

Che cosa significa ciascuna di queste metafore? Prima di esse c'è una esortazione che permette di comprendere la situazione nella quale ci si trova: «State in piedi»; tenetevi in piedi. Si tratta, quindi, di persona pronta alla battaglia; ed è in questa situazione di prontezza che viene descritta l'armatura.

La prima metafora è la cintura della verità. Quale verità è arma per noi? Per capire bene bisogna notare che questa metafora, come pure le altre, sono attinte largamente dal Vecchio Testamento. Chi scriveva questo brano conosceva a memoria interi passi del Vecchio Testamento e ne supponeva la conoscenza anche nei suoi lettori.

Soprattutto due brani del Vecchio Testamento sono qui utilizzati per questa descrizione.

- Il primo brano è tratto da 1s 11, il germoglio di Jesse, del quale viene descritta la veste, il modo di presentarsi e di combattere;

- il secondo brano è tratto da 1s 59, in cui si descrive, a un certo punto, l'armatura di Dio. Nell'Antico Testamento, quindi, è l'armatura di Dio stesso, oppure dell'inviato, del prediletto di Dio, ad essere descritta.

Qui l'armatura di Dio è trasferita al servo di Dio, a: colui che segue Gesù. Dice 1s 11, 5: «Cintura dei suoi fianchi è la fedeltà» (trad. della C.E.I); nella Bibbia dei LXX il vocabolo usato è alétheia, la verità e il testo greco lo riporta esattamente.

La verità di cui si cinge, come di una veste stabile, colui che combatte è, quindi, la coerenza; è quella fedeltà che è coerenza piena, stile coerente di vivere e di agire.

Per poter combattere contro l'atmosfera maligna, l'atmosfera pestifera nella quale viviamo, occorre es. sere armati di una profonda coerenza fra ciò che proclamiamo e ciò che dobbiamo internamente sentire e vivere tra noi.

E questa coerenza è tanto più importante in quanto noi predichiamo la parola di Dio. Chi non vive ciò che predica si mette a poco a poco nella .condizione di essere esposto agli assalti del nemico.

Se la nostra predicazione fosse continuamente confrontata con ciò che sentiamo interiormente, con ciò di cui siamo persuasi, sarebbe più facile e più accessibile a tutti.

È vero che questo profondo confronto fra coerenza interiore ed esteriore farà talora riconoscere di essere lontani da ciò che si predica, ma l'umiltà del riconoscerlo è già un aspetto della coerenza, è un modo di mostrare che desideriamo averla.

La metafora seguente è la corazza della giustizia. In Is 59, 17 si descrive l'armatura di Dio. Dio si è rivestito di giustizia come di una corazza.

La giustizia è qui espressa come l'attività di Dio che salva i poveri e umilia i peccatori. Dio che impetuosamente compie le sue opere, che è salvezza e punizione. Nella nostra situazione, dovremmo tradurla come il partecipare allo zelo di Cristo per la giustizia del Padre. Questa corazza che ci cinge completamente, che ci difende, è il rivestirei di quei sentimenti che fanno gridare a Cristo per le strade di Palestina: «A Dio ciò che è di Dio »; cioè, che gli fanno proclamare la giustizia del Padre, e, come giustizia, l'opera di salvezza per chi si pente e il castigo per chi non si pente. Per noi, il partecipare all'intimo zelo di Cristo per la giustizia del Padre, è questa corazza che ci cinge, ci avvolge, che ci difende dai nemici.

La terza metafora: calzati i piedi di alacre zelo per il Vangelo della pace. Si descrive qui piuttosto una situazione. Pronti a partire per l'annuncio del Vangelo della pace. La realtà della metafora è la prontezza a portare il Vangelo.

In Is 52, 7 troviamo: «Come sono belli i piedi del messaggero che annuncia la pace, messaggero di bene che annunzia la salvezza ... ».

Fuori di metafora viene indicato l'ardore, il desiderio di predicare il Vangelo, sapendo che è beneficio per gli uomini e che porta loro la pace. Quindi anche la gioia di chi ha trovato il tesoro (la donna che ritrova la dracma e chiama le vicine piena di gioia: Le 15, 8ss).

Questa è una caratteristica importante del ministero del Vangelo, soprattutto oggi, in cui il 'pluralismo' - quando diventa pluralismo filosofico, culturale, religioso - sembra in qualche modo togliere l' ardore di predicare il Vangelo della pace.

Qualcuno vorrebbe addirittura sostituire e correggere l'imperativo di Matteo « Andate e predicate a tutte le genti» (Mt 28, 19) con l'esortazione « Andate e imparate da tutte le genti », perché ci sono valori ovunque e si dice, non conta tanto portare il messaggio quanto ascoltare umilmente ciò che gli altri hanno da dirci. E si rischia di perdere l'ansia di predicare il Vangelo della pace.

Ci chiediamo se ci sia una soluzione a questa difficoltà. La soluzione c'è e non è certamente quella di.

abolire il pluralismo. Credo anzi che quanto più cresce il dialogo, tanto più deve crescere l'approfondimento della vita evangelica, Se queste due cose crescono insieme, allora è possibile ed è facile conciliare un immenso rispetto per tutte le culture, razze, valori, con un immenso ardore di portare il Vangelo, che è una proposta trascendentale, non commensurabile con nessun altro valore, ma capace di illuminarli e trasformarli tutti.

Quindi questa arma, questa disposizione è estremamente importante per difendersi dall'atmosfera che invece tende piuttosto a livellare tutti i valori. Conciliare l'ardore del Vangelo con la stima dei valori altrui e l'opera mirabile a cui è chiamata la Chiesa di oggi, se vuole conservare il suo slancio missionario.

Quarta metafora: in tutte le occasioni, impugnate lo scudo della fede. I dardi infuocati lanciati dal maligno (l'espressione è presa dal Salmo 11) sono le mentalità del mondo di peccato che, dal mattino alla sera e dalla sera al mattino, ci circonda e ci invita ad interpretare cose e situazioni della nostra vita con metri esclusivamente psicologi, sociologi, economici, assalendoci da ogni parte per toglierci il tesoro della fede.

Lo scudo per opporsi a questa mentalità è lo scudo della fede, cioè la considerazione evangelica di tutta la realtà umana, continuamente richiamata.

Quinta metafora: l'elmo della salvezza, anzi l'elmo dell'opera salvifica, come dice il testo greco. L'espressione è presa da I s 59, 17, e in Isaia vuol dire che Dio è pronto a salvare. Il greco ha un verbo (dexasthe) che vuole dire accettare l'elmo della salvezza; quindi accettate l'azione salvifica di Dio in voi come unica vostra protezione, unica vostra speranza; vi protegge il capo perché essa è la cosa più essenziale.

Sesta metafora: la spada dello Spirito che è la parola di Dio. Cos'è la spada dello Spirito? Ci sono tre passi che possono aiutarci: Is 49, 2 dove si parla di « bocca come spada »; Eh 4,12 dove si parla di « spada come parola»; infine Is 11, 4 dove si dice che « con il soffio delle sue labbra ucciderà l'empio ».

La parola di Dio non è qui il logos, cioè la predicazione, ma il rhéma, cioè gli oracoli divini. Quindi penserei come «spada dello Spirito» non tanto la predicazione di Gesù, ma la sua lotta contro Satana, quando si difende citando gli oracoli di Dio. «Sta scritto ... »; cioè, gli oracoli di Dio furono per Lui, e sono per noi, difesa.

Quando siamo assediati dalla mentalità del mondo che ci vorrebbe fare interpretare tutte le cose in maniera puramente umana, dobbiamo ricorrere ai grandi oracoli di Dio nella Bibbia per avere una parola di chiarezza su queste cose e respingere le interpretazioni sbagliate della storia del mondo e della nostra esistenza.

Queste le esortazioni di Paolo. Possiamo concludere riassumendo: quali situazioni suppongono e quali esortazioni offrono queste parole? .

a) Suppongono prima di tutto che noi siamo in una situazione veramente rischiosa; cioè che nel mondo di oggi è rischioso e pericoloso vivere il Vangelo fino in fondo. Dobbiamo avere questo senso della difficoltà perché esso è realismo. Se ci troviamo di fronte a realtà avverse senza osare guardarle in faccia; se viviamo pensando che ci circondano continue difficoltà e rischi, possiamo vivere in una perpetua e sterile apprensione. Ma quando abbiamo analizzato il fondo, sulla base della Scrittura e abbiamo conosciuto l'avversario, vedendo le vie attraverso le quali il mondo è portato al male e come esse si manifestano, allora anche davanti a tutto il mistero del male, nella sua interezza, possiamo sentiréi pieni della forza di Dio.

Una profonda analisi e sintesi del mistero della perversione fatto con l'aiuto della Scrittura può metterci davanti ad una situazione di rischio, di timore, di pericolo, ma non di paura, perché vediamo con chiarezza tutta ]a vastità dell'avversario e tutta la potenza di Dio.

b) Seconda osservazione: si tratta di una lotta che non ha né sosta né quartiere; cioè, contro un avversario astuto e terribile che è fuori di noi e dentro di noi. Questo; oggi, lo si dimentica troppo spesso, vivendo in una atmosfera di ottimismo deterministico per cui tutte le cose devono andare di bene in meglio, senza pensare alla drammaticità e alle fratture della storia umana, senza sapere che la storia ha le sue tragiche regressioni e i suoi rischi, i quali minacciano proprio chi non se l'aspetta, cullato in una visione di un evoluzionismo storico che procede sempre per il meglio.

c) Terza osservazione: solo chi si arma di tutto punto potrà resistere. Qui vorrei ricordare una delle regole di sant'Ignazio il quale aveva chiarissima l'idea che il nemico attacca valutando la situazione del cristiano. Bisogna conoscerlo bene, perché il nemico gira per vedere se c'è anche soltanto un elemento mancante nell'armatura. È quindi una lotta che deve prenderci tutti e trasformarci, santificandoci completamente.

Un'ultima parola a proposito di un'assenza rilevabile in questo brano: la preghiera. In realtà la preghiera viene nominata, ma non qui. La si ricorda alla fine del brano e con un'esortazione intensissima: «Con ogni sorta di preghiere e di suppliche pregate incessantemente mossi dallo Spirito ... » (Ef 6, 18).

Tutte queste armi vanno, quindi, continuamente affinate nell'esercizio della preghiera che non le supplisce - la preghiera non supplisce lo zelo, lo spirito di fede, l'impegno, la capacità di donarsi - ma è quella nella quale tutte quante sono avvolte e nella quale vengono continuamente ritemprate nella lotta.

Confido in Te

Desiderio dei Colli Eterni

      Gesù è chiamato il Messia. Così lo dicevano i profeti che annunziavano la sua venuta. Giacobbe infatti erompe in estàsi in un cantico; pensando a Colui che dev'essere mandato, chiamandolo «l'aspettato delle nazioni, desiderio dei colli eterni»!
            Intanto sono secoli che egli opera prodigi e ricolma di benefizi le anime: eppure quanti sono insensibili, freddi, indifferenti verso di lui! Forse anche le anime nostre non lo adorano e non lo amano, come egli merita, forse tanti di noi l'offendono e lo addolorano.
            Rientriamo in noi, cacciamo dal nostro cuore i cattivi desideri. Desideriamo lui con l'amore e con lo slancio dei Patriarchi e dei Profeti, lui, «desiderio dei colli eterni».

Strategia dell'anatra

Strategia dell'Anatra
Autore: Bruno Ferrero - Libro: La Vita è Tutto Ciò che Abbiamo


Tre giovani avevano compiuto diligentemente i loro studi alla scuola di grandi maestri. Prima di lasciarsi fecero una promessa: avrebbero percorso il mondo e si sarebbero ritrovati, dopo un anno, portando la cosa più preziosa che fossero riusciti a trovare.
Il primo non ebbe dubbi: partì alla ricerca di una gemma splendida ed inestimabile. Attraversò mari e deserti, salì montagne e visitò città sinché non l'ebbe trovata: era la più splendida gemma che avesse mai rifulso sotto il sole. Tornò allora in patria in attesa degli amici.
Il secondo tornò dopo poco tenendo per mano una ragazza dal volto dolce ed attraente. "Ti assicuro che non c'è nulla di più prezioso di due persone che si amano", disse.
Si misero ad aspettare il terzo amico.
Molti anni passarono prima che questi arrivasse. Era infatti partito alla ricerca di Dio. Aveva consultato i più celebrati maestri di tutte le contrade, ma non aveva trovato Dio. Aveva studiato e letto, ma senza trovare Dio. Aveva rinunciato a tutto, ma Dio non lo aveva trovato.
Un giorno, spossato per il tanto girovagare, si abbandonò nell'erba sulla riva di un lago. Incuriosito seguì le affannate manovre di un'anatra che in mezzo ai canneti cercava i piccoli che s'erano allontanati da lei. I piccoli erano numerosi e vivaci, e sino al calar dei sole l'anatra cercò, nuotando senza posa tra le canne, finché non ebbe ricondotto sotto la sua ala l'ultimo dei suoi nati.
Allora l'uomo sorrise e fece ritorno al paese.
Quando gli amici lo rividero, uno gli mostrò la gemma e l'altro la ragazza che era diventata sua moglie, poi pieni di attesa, gli chiesero:
"E tu, che cos'hai trovato di prezioso? Qualcosa di magnifico, se hai impiegato tanti anni. Lo vediamo dal tuo sorriso ".
"Ho cercato Dio", rispose il terzo giovane.
"E lo hai trovato?", chiesero i due, sbalorditi.
"Ho scoperto che era Lui che cercava me".

Non devi fare molto, tu. Solo lasciarti trovare da Dio. Lui ti sta cercando.



Lisa

domenica 13 giugno 2010

 Gesú ti sia sempre, ed in tutto, scorta, sostegno e vita! (ASN, 44).
         

Offerta al Sacro Cuore di Gesù

FFERTA DELLA GIORNATA AL SACRO CUORE DI GESU'

            Cuore Divino di Gesù,
            io ti offro per mezzo del Cuore Immacolato di Maria,
            Madre della Chiesa,
            in unione al Sacrificio Eucaristico,
            le preghiere, le azioni,
            le gioie e le sofferenze di questo giorno
            in riparazione dei peccati,
            per la salvezza di tutti gli uomini,
            nella grazia dello Spirito Santo,
            a gloria del Divin Padre. Amen





            CONSACRAZIONE AL SACRO CUORE

            Io........ , dono e consacro al Cuore adorabile di Gesù
            la mia persona e la mia vita, le mie azioni, pene e sofferenze
            per non più servirmi di alcuna parte del mio essere,
            se non per onorarlo, amarlo e glorificarlo.
            E' questa la mia irrevocabile volontà:
            essere tutto suo e fare ogni cosa per suo amore,
            rinunciando a tutto ciò che può dispiacergli.

            Ti scelgo, Sacro Cuore di Gesù,
            come unico oggetto del mio amore,
            custode della mia vita, pegno della mia salvezza,
            rimedio della mia fragilità e incostanza,
            riparatore di tutte le colpe della mia vita
            e rifugio sicuro nell'ora della mia morte.

            Sii, o Cuore di bontà e di misericordia,
            la mia giustificazione presso Dio Padre
            e allontana da me la sua giusta indignazione.
            Cuore amoroso di Gesù, pongo in te la mia fiducia,
            perchè temo tutto dalla mia malizia e debolezza,
            ma spero tutto dalla tua bontà.

            Distruggi in me quanto può dispiacerti.
            Il tuo puro amore s'imprima profondamente nel mio cuore
            in modo che non ti possa più dimenticare o essere separato da te.

            Ti chiedo, per la tua bontà, che il mio nome sia scritto in te,
            poichè voglio vivere e morire come tuo vero devoto.
            Sacro Cuore di Gesù, confido in te !

O Gesù

 O Gesù, Maestro divino, ringrazio e benedico il tuo Cuore Pietosissimo per averci donato Maria Santissima come Madre, maestra e Regina. Dalla croce tu ci hai posti tutti nelle sue mani; le hai dato un gran cuore, una grande sapienza, un grande potere.
            Che l'umanità intera la conosca, l'ami, la preghi. Che tutti si lascino da lei condurre a te. Salvatore degli uomini io mi metto nelle sue mani, come ti sei messo tu.
            Con questa Madre, adesso, nell'ora della mia morte nell'eternità

sabato 12 giugno 2010

Gesù parla al tuo cuore

Emiliano Amico 12 giugno alle ore 18.45 Rispondi
Bacheca "Annunciatori della Parola di Dio":
Gesù parla al tuo cuore...

"Non guardare al suo aspetto né all'imponenza della sua statura. Io l'ho scartato, perché io non guardo ciò che guarda l'uomo. L'uomo guarda l'apparenza, il Signore guarda il cuore".

Io sono la Vita

Marta Garcia 12 giugno alle ore 19.04 Rispondi
Datemi la vostra vita, sono Dio.

Gesù tuo Amoroso
Mia Prediletta, ti faccio scrivere per aiutare quelli che non credono alla vita eterna. Sì, figlia mia, parecchi figli pensano che non c’è nessuna vita dopo la morte. Quanto sbagliano, figlia mia!

Figli miei, dopo il vostro soggiorno sulla terra, la vita continua. Non muore la vita. Solo il vostro corpo resta senza vita sino alla fine del mondo. L’anima è immortale, non muore. Soli i figli che avranno rifiutato di vivere per l’Amore non conosceranno la vita eterna; conosceranno la morte eterna.

Il corpo, dall’anima, è un membro del Corpo Mistico della mia santa Chiesa. Può sussistere soltanto dall’anima che è la vita spirituale. Il corpo è vivente dall’anima. Se l’anima non esistesse, ci sarebbe vita soltanto per esistere come un uccello: non si penserebbe, non si muoverebbe che per un tempo, un tempo molto corto. Lo Spirito che vive nell’uomo è uno Spirito divino. È la sua divinità. È come un futuro dio. Fu concepito da Dio.

Mio Padre Celeste fece l’uomo alla sua immagine affinché, da lui, viva come un dio. Ogni cosa può esistere soltanto se Dio, il mio Padre Celeste, lo vuole. L’uomo è la sua creatura, non un essere concepito da un atomo qualsiasi che la natura avrebbe fatto evoluzione con il tempo.

Sarebbe questo la vostra vita sulla terra? Da dove, figli miei, avreste potuto avere il vostro sapere? Se credete che è nell’evoluzione, allora, ditemi, come sia possibile che solo l’uomo abbia potuto avere questo sapere e non le altre creature? Da dove vi vengono questi saperi che vi hanno tanto insuperbiti?

È che lo Spirito è concepito per la divinità. Tutto quello che fu creato da me esiste per colmarvi. La creazione ha la sua utilità per il bene che essa procura all’uomo. È la vostra conoscenza che vi fa sapere che tutto quello che Dio creò è là per il vostro bene. Spetta a voi di sapere quello che è bene per voi. Niente è più sapiente dell’uomo. Fu creato per dominare su tutta la natura, su ogni creatura animale. Tutto quello che fu fatto sulla terra, fu fatto per essergli gradevole. Niente può sorpassarlo. Dio lo volle così affinché sia maestro di tutto quello che Dio fece. Nessuno può essere al di sopra di Dio.

Voi, gli uomini che pensate di essere dei sapienti con le vostre conoscenze, ditemi, da dove viene tutto il vostro sapere? Anche prima che siate, c’era la terra, gli alberi, i corsi d’acqua, le specie che volano, gli animali a quattro gambe, i pesci.

Furono tutti creati prima di voi, come si fa che non siano superiori a voi? Non pensate che i babbuini siano della vostra razza. Quale ipotesi ingannatore! La scimmia è una creatura inferiore a Dio; questa creatura vi è inferiore. Tutte le creature, che siano dei volatili, dei vertebrati, dei quadrupedi, sono inferiori all’uomo. Queste creature non poterono essere create all’immagine di Dio, perché solo l’uomo fu creato all’immagine di Dio.

Io sono Gesù Uomo-Dio. Sono Dio, il Figlio del Dio vivente. Sono Gesù di Nazaret. Sono uomo. Discendo dalla linea di Davide. No, figli miei, come mai voi, che vi prendete per degli esseri intelligenti, potete pensare che siete degli esseri senza vita divina?

La terra è una dimora; ritiene quello che è terrestre. Il Cielo attrae a se quello che è divino come Dio. Non credere in Dio, è non credere all’intelligenza umana. Nessun essere umano può pretendere di essere ciò che è senza pensare alla vita dopo la morte terrestre. Il corpo solo sarà senza moto, senza reazione divina; sarà sotterrato durante un tempo di attesa, per essere risuscitato dalla Divinità. Dio è la Vita. È la Potenza, Dio è la Divinità. La vita divina uscì da lui per entrare in voi. Dio è la Conoscenza. È la Sostanza di ogni vita in tutto. Nessuno può pensare che Dio sia senza vita!

Tutto quello che ha vita intorno a voi è sostanza. Ciò viene da Dio. Lo creammo dalla nostra sola potenza. Tutto in noi è la forza. La potenza di Dio mantiene la vita. Senza di noi, non ci sarebbe niente. Io sono la Vita. Dio trinitario è la Vita. Il mio soffio è moto d’amore.

Figli miei, se fermassimo questo moto d’amore, ci sarebbe soltanto il nulla. Siamo la solo potenza di vita eterna. Quando uno solo fra voi viene sulla terra, la vita esce da noi per dare la vita a questo figlio. Egli è moto del nostro amore. Quando creammo la terra, concepimmo le specie di vita dalla nostra sola potenza. Se la vita che esiste sulla terra viene da noi, è perché ne siamo gli autori. Tutto intorno a voi è vita da noi. Figli miei, se guardate intorno a voi, vedrete soltanto
vita.

Alla vostra morte, solo il vostro corpo si riposerà affinché la Divinità in tutta la sua potenza gli ridia la vita: sarà la risurrezione della carne. La morte del corpo non è la vera morte. È un momento di attesa affinché la vostra anima possa purificarsi, crescere, sbocciare in Dio per diventare un essere divino e puro. Ecco perché siete nati!

Avevate bisogno di un corpo, figli miei, sulla terra. Il vostro corpo è il tempio della vostra anima. Dovete vivere in questo corpo per avviarvi verso la vita eterna. Sono le vostre buone azioni che vi fanno avanzare verso la vita eterna. È soltanto noi, Dio trinitario, che versiamo in voi le grazie che vi rendono buoni. Vivere sulla terra vi è necessario per purificarvi. Solo Dio il Figlio, per il suo prezioso Sangue, potè salvarvi. Siete da noi. La vita sulla terra viene da noi. Tutto è da noi.

Sulla terra, c’è la materia e c’è la vita divina. La vita è in voi, non vi è apparente. La vera vita, è questa, non la materia. Diventare degli esseri divini, è il perché della vostra venuta in questo mondo. La morte terrestre è una tappa normale che si deve passare per penetrare nella vita divina. La vostra anima si stacca dal corpo. Il vostro corpo conosce un tempo di attesa in un riposo terrestre. L’anima, in quanto ad essa, prosegue la sua vita divina. È essa che conoscerà l’eternità se voi, lo volete. Soli quelli che vogliono vivere in Dio avranno la vita eterna. Tutto è in ciascuno di voi. La vita è in voi.

Dopo che il vostro soggiorno terrestre sarà terminato, avrete da scegliere se volete vivere in Dio o vivere lontano da lui. Là, la vostra scelta sarà eterna. Se volete la vita eterna, dovrete dire di sì a Gesù, perché soli quelli che diranno di sì a Dio vivranno in una felicità senza fine. Ma quelli che diranno di no a Dio si rifiuteranno la vita eterna. Sarà loro che si rifiuteranno la vita, perché la vita vi fu data da Dio. Se rifiutano Dio, è verso la morte che andranno.

Sì, figli miei, la vita continuerà per quelli che diranno di sì e un altra si proseguirà per gli altri che diranno di no a Dio. La loro vita si cambierà in una morte eterna. L’anima sarà nel martirio di non vedere il suo Dio. Agonizzerà in delle sofferenze inimaginabili per conoscere una morte eterna in delle sofferenze senza fine. È verso l’inferno che andranno, in questo luogo dove nessuno può vivere, dove l’angustia non si terminerà mai e dove il dolore sarà eterno.

Non lasciarvi ingannare da quelli che non credono alla vita dopo la morte. È falso di dire che sarete seppelliti o bruciati per diventare soltanto ceneri e sparire per sempre. Questo è uno spaventevole errore, perché quando vi presenterete davanti a Dio, non sarete pronti e prendete il rischio di scegliere la spaventevole morte che è eterna. Figli miei, attenti a queste frivolezze, vi ingannano.

Guardate quelli che dicono di sì alla vita: è che hanno detto di sì all’Amore. Io sono la Vita, la Verità, il Cammino. Sono io che vi condurrò alla vita eterna. Vi amo, figli miei. Gesù Amore vi ama. Ti amo, figlia prediletta. Ti benedico, figlia mia. Amen.


Origine: Amore per tutti i miei, Gesù. Libro 2 Dalla Figlia del Sì a Gesù. Messaggio No. 150, 16 giugno 2001. Les Éditions FJ.

Ammiratori e discepoli - E-Water

Ammiratori e discepoli - E-Water

venerdì 11 giugno 2010

Richard Clayderman - Love Story ( CHiquitita bebe )

Jerry

La storia di Jerry
 (fonte non specificata)

Jerry era il tipo di persona che si ama e si odia.
Era sempre di buon umore ed aveva sempre qualcosa di positivo da dire.
Quando qualcuno gli domandava come stava, rispondeva: "Se stessi meglio, scoppierei!".
Era un manager unico, con un gruppo di camerieri che lo seguivano ogni volta che prendeva la gestione di un nuovo ristorante. Il motivo per cui i camerieri lo seguivano era che Jerry aveva un grande atteggiamento positivo. Era un motivatore naturale, se un dipendente aveva la luna storta, Jerry era lì a spiegargli come guardare al lato positivo della situazione.
Trovavo il suo stile molto strano e quindi un giorno gli dissi "Adesso basta! Spiegami come fai ad essere sempre così positivo, qualunque cosa succeda?".
"Oggi hai una scelta da fare: puoi decidere di essere di buon umore o di cattivo umore, e scelgo di essere di buon umore. Tutti i giorni mi capita qualcosa di spiacevole, posso fare la vittima oppure imparare qualcosa dai problemi, io scelgo di imparare. Ogni giorno qualcuno viene da me a lamentarsi, io posso scegliere di subire passivamente le sue lamentele o di trovare il lato positivo della cosa, beh, io scelgo sempre il lato positivo della vita".
"Si, vabhé, dissi io, "ma non è sempre cosi facile!".
"Sì invece," disse Jerry, "la vita è tutta fatta di scelte. A parte le necessità più o meno fisiologiche in ogni situazione c'è una scelta da fare.
Sei tu a scegliere come reagire in tutte le situazioni, a decidere come la gente può influire sul tuo umore.
Sei tu che scegli se essere di buon umore o di cattivo umore, e quindi in definitiva come vivere la tua vita".
Per molto tempo dopo quell'incontro, ripensai a quello che Jerry aveva detto, poi un giorno lasciai il business della ristorazione e mi dedicai ad un'altra attività in proprio; mi persi di vista con Jerry ma spesso ripensai a lui quando mi trovavo nella situazione di scegliere nella vita invece che subirla.
Diversi anni dopo, venni a sapere che Jerry aveva commesso un errore imperdonabile per un gestore di ristorante: aveva lasciato la porta posteriore del ristorante aperta una mattina, ed era stato attaccato da tre rapinatori armati; mentre cercava di aprire la cassaforte, le sue mani sudate e tremanti dalla paura non riuscivano a trovare la combinazione ed i rapinatori, presi dal panico, gli avevano sparato ferendolo gravemente. Fortunatamente Jerry era stato soccorso rapidamente e portato immediatamente al pronto soccorso.Dopo 18 ore di intervento chirurgico ed alcune settimane di osservazione, Jerry era stato dimesso dall'ospedale con frammenti di pallottole ancora nel suo corpo.
Incontrai Jerry circa sei mesi dopo l'incidente, quandi gli chiesi come andava mi disse: "Se stessi meglio, scoppierei. Vuoi dare un'occhiata alle cicatrici?". Declinai l'invito, ma gli chiesi che cosa gli era passato per la testa durante la terribile esperienza. "La prima cosa che pensai fu che avrei dovuto chiudere la porta posteriore del ristorante" mi disse Jerry, "poi, quando ero già stato colpito e mi trovavo per terra, mi ricordai che avevo due scelte: potevo scegliere di vivere o di morire".
"Ma non avevi paura. Non sei svenuto?".
Jerry continuò: "Gli infermieri furono bravissimi. Continuavano a dirmi che andava tutto bene. Ma fu quando mi portarono sulla barella in sala operatoria e vidi le espressioni sulle faccie dei dottori e degli assistenti, che mi spaventai veramente, potevo leggere nei loro occhi 'quest'uomo è già morto!'... dovevo assolutamente fare qualcosa".
"E cosa hai fatto?" gli domandai.
"C'era questa infermiera veramente grassa che continuava a farmi domande, e mi chiese se ero allergico a qualche cosa. 'Sì!, io risposi, a quel punto tutti dottori e le assistenti si fermarono ad aspettare che finissi la mia risposta... Io presi un respiro profondo e con tutte le mie forze gli gridai 'Sono allergico alle pallottole!'... Mentre ancora ridevano aggiunsi: 'Sto scegliendo di vivere. Operatemi come se fossi un vivo, non come fossi già morto'".
Jerry è sopravvissuto grazie alle capacità dei chirurghi, ma anche grazie al suo atteggiamento positivo.
Ho imparato da lui che tutti i giorni abbiamo la scelta di vivere pienamente.
Un attegiamento positivo, alla fine, vale più di tutto il resto.




Lisa

preghiera a Gesù buon Pastore

  Preghiera a Gesù buon pastore.

Gesù mio, sono anch'io una tua pecorella; quante volte ho voluto allontanarmi da te, ho lasciato i pascoli erbosi, le acque tranquille dove tu mi conducevi, ho rifiutato di seguirti, di stare dentro il tuo gregge; ma ho trovato sassi e spine, acque amare e serpenti velenosi; nella solitudine e nel buio ho belato di paura, ho bramato di vedere il tuo volto, di sentire la tua voce..., E tu pure hai provato tanta pena per me, mi hai chiamato e cercato, nei fossi e tra i dirupi, infine mi hai raccolto, tremante, fra le tue braccia, sul tuo cuore mi hai fatto riposare, hai fasciato il mio piede sanguinante. Ed ora che ci siamo ritrovati, o mio Signore, voglio restare sempre con te, vicino a te, non voglio più separarmi, mai più! ", Ti amo, Gesù, mio Buon Pastore, mio Signore e mio Dio; fai che possa restare sempre con te, sempre con te, in Questo mondo e per tutta l'eternità.Grazie Signore Gesù, mio Signore e mio Dio, MIO TUTTO, ora e sempre, AMEN.

giovedì 10 giugno 2010

Mamma, papà,

Mamma, papà,

la mia compagna dice che sono scema a perdere il mio tempo appreso alla televisione, al computer, all'iPad.Dice che io mi lascio vivere e non vivo: ma che vuol dire?

E voi, allora? Mamma, tu non perdi tempo appresso a "Beautiful" e a giocare a carte con le tue amiche? Che poi sono amiche, quelle? Sapessi come rosicavano la Giulia e la Mara a vederti pavoneggiare con la borsa di Prada.

E tu, papà? Ma ti pare che un uomo come te deve sbavare davanti alle veline di "Striscia la notizia"? O deve incavolarsi perché non è riuscito ad andare alla stadio?

La mia compagna dice che anche voi vi lasciate vivere, anzi che non vivete proprio, presi come siete da tante cose inutili.

Insomma: ditemi qualcosa! Siamo vivi o siamo morti?

Il Gioiese

mercoledì 9 giugno 2010

quello che mi accadrà

Marianna De Luca 09 giugno alle ore 14.03 Rispondi
Quel che mi accadrà oggi,mio Dio,non lo so.Tutto quello che so è che nulla mi accadrà che tu vuoi o permetti che accada,riesca a tua maggior gloria e a mia santificazione.Adoro i tuoi santi disegni eterni e impenetrabili mi sottometto con tutto il mio cuore per il tuo amore,ti faccio un sacrificio di tutto il mio essere e unisco il mio sacrificio a quello di Gesù mio Salvatore.Ti domando,in suo nome e per gli infiniti suoi meriti,la pazienza nelle mie tribolazioni e la perfetta sottomissione,affinchè tutto quello che tu vuoi o permetti che accada riesca per la tua maggior gloria e santificazione mia.

chi è satana?

 Nome: Il nome diavolo viene dal Greco dia-ballein che significa mettersi per traverso, cioè
il suo nome significa:
fare da ostacolo, Satana che viene dall'ebraico shatan che vuol dire avversario, altri nomi sono

Beelzebul che vuol dire principe dei demoni, nemico, tentatore, maligno,demonio che vuol dire istigatore,etc..

Le Scritture presentano il diavolo come un omicida Gv 8,44; un mentitore Gv 8,44; un accusatore Ap 12,10; tenebra Gv1,9;

Don M. La Grua nel suo libro "preghiera di liberazione" dice: Ma in realtà il diavolo è "un vinto"con un entourage di piccoli vinti, che recita il suo ruolo di antagonista di Cristo, ma sa bene ché Cristo è venuto "per ridurre all'impotenza colui che aveva il potere della morte, il diavolo " Ebr. 2,14;

Quindi l'attività di Satana è quella di scimmiottare Dio, essere anticristo di un'antichiesa, ma per fare chiesa bisogna fare comunione, nel peccato c'è la morte,  non c'è comunione, e quando si muore si muore da soli. ecco perché Satana non potrà mai avere una sua chiesa.                                                                                              Tuttavia Satana ha la sua città che si chiama Babilonia, la città della confusione, dove anche noi viviamo, dove il diavolo scorazza con l'ateismo, con la pornografia, con le violenze, l'odio, la sete di denaro, la criminalità, la tossicomania, le magie, i riti superstiziosi.(pr. di liberazione, M. La Grua)

Il diavolo essendo puro spirito sono localizzati in un luogo non dalla propria sostanza ma dalla loro attività, si trovano là dove operano .

Come agisce il diavolo sulla materia? Il diavolo in forza della sottigliezza può penetrare nei corpi materiali ma non può produrre mutazioni sostanziali nella materia.(pr. di liberazione; don M. La Grua)

Come agisce sull'uomo? L'uomo è dotato di anima corpo e quindi di una vita psichica e di una vita fisica e per i credenti in cristo anche di una vita divina.

1)Per quando riguarda la vita divina o soprannaturale nessun diavolo per quanto potente e intelligente può interferire con la nostra vita divina in quanto il diavolo essendo di natura angelica è un essere preternaturale e quindi si superiore alla nostra natura umana ma è inferiore alla nostra natura divina conferitaci da Cristo per grazia.Noi siamo soprannaturali per la natura divina partecipata.

Per la 1a siamo inferiori a lui e soggetti al suo influsso per la 2a siamo superiori a lui e possiamo avere influsso su di lui.

Noi siamo l'umanità di Cristo e, uniti attualmente a Cristo, siamo potenti contro il diavolo.

(Pr. di liberazione, M LA GRUA)

2) Per quando riguarda la vita psichica, il diavolo, non solo può conoscere, attraverso i segni corporei, i nostri pensieri più intimi, ma può anche influenzare la nostra mente con la confusione di   idee, storpiando la verità e offuscando l'intelligenza. Può sollecitare la volontà al male, o violentarla come fa nei posseduti. Può manipolare la psiche umana e produrre stati paranormali (telecinesi, telepatia, viaggi astrali). Può affascinare la fantasia con seduzioni e attrazioni può produrre immagini sessuali;  però non può produrre nulla che non sia già in noi o allo stato effettivo o allo stato potenziale e sempre nei limiti della permissione divina. In poche parole egli lavora con ciò che trova.

Il diavolo non può interferire direttamente sul comportamento morale, può offrire del denaro ma non può costringere a prenderlo perché la libertà dell'uomo è garantita da Dio! (Le tentazioni di Gesù). Il peccato se c'è è solo nell'uomo; l'azione materialepuò essere anche attribuita al diavolo, ma la resonsabilità morale, cioè il peccato, no.

 

 3)Per quanto riguarda la vita fisica, il diavolo può influire sul corpo, sulla cita vegetativa e sensitiva.

I campi d'azione di Satana sono: (v. schema)

a) Il campo dell'errore: il diavolo semina false dottrine,confonde le idee, crea pericolose funeste ideologie suscita contese, mescola il vero al falso, scredita la dottrina della chiesa etc.

b)Il campo del peccato: si tratta di tutti i peccati connessi con le tre concupiscenze di cui prla Giovanni(1 Gv. 2,16)

c)il campo della malattia: il diavolo può causare malattie fisiche e soprattutto mentali oppure può ritardarne la guarigione.Egli esercita la sua attività soprattutto a livello morale causando disperazione,  paura sfiducia.

d)il campo della magia: Stregonerie, spiritismo, occultismo,ne favoriscono l'interferenza. Quando l'uomo cerca di infrangere le barriere che Dio ha posto tra il naturale ed il soprannaturale egli corre gravi rischi come dice                      il Sir. 3,21-24

e) certi tipi di musica rock: si distingue per il ritmo i messaggi subliminali e la consacrazione a Satana del disco stesso.

I LIVELLI DI ATTACCO SULL'UOMO: (ATTACCO ESTERNO)(v. schema)

1) tentazione

2) oppressione, l'oppressione diabolica  si ha quando un demonio o più demoni creano attorno a noi un clima di pesantezza che schiaccia,  offusca la mente, intorpidisce la volontà e smorza l'entusiasmo. Altre volte invece porta eccitazione,per esempio in una riunione l'atmosfera diventa elettrica , irritante, corre astio animosità dissidio senza che le persone sappiano perché. In questi casi basta una preghiera di liberazione.

3) Infestazione locale: si ha quando il diavolo si localizza in un luogo

ATTACCO INTERNO: AZIONI SULL'ANIMA

4)Infestazione sull'uomo

I settori dell'anima colpiti sono:

a) Memoria (ricordare involontariamente momenti dolorosi)

b) Immaginazione (immaginare cose che in realta' non esistono)

c)Affettività: si possono avere due gradi d'influenza sull'affettività,                                          il 1° grado è la ferita nella quale la memoria ,la 'affettività e l'immaginazione sono state lese;con la psicoterapia si può individuare la circostanza che ha provocato tale ferita ma è necessario accompagnare questa con una preghiera di liberazione cioè è necessario agire su tutte e due i livelli: psicologico e spirituale.

Il 2° grado è la legatura che può provenire da un aggravamento della ferita,in cui la persona si sente legata da situazioni precedenti e la volontà è ostacolata. Un esempio può essere la lega tura ad un dubbio che la persona non riesce a togliersi in nessun modo.

Il legame si scioglie con la scoperta della causa che la prodotto che è quasi sempre il peccato e con la rinuncia a tale causa.

Il 3° grado è l'infestazione maligna (abitato da una o più potenze che sente come qualcosa di estraneo che la spinge a fare ciò che non vuole, ed è in preda ad un stato di conflitto interiore.)

arrivati a questo punto è necessario dire che bisogna stare molto attenti a non confondere le turbe psichiche con le azioni del maligno, bisogna avere molto discernimento,  molta esperienza e molta preparazione per poter affrontare queste cose con efficacia e soprattutto senza fare danno! Non basta voler aiutare le persone ma bisogna saperle aiutare; comunque quando non sapete cosa fare , c'è è sempre una cosa che il cristiano può fare ed  è pregare!

 5) Possessione: può essere parziale:ossessione o totale.

In questi casi si ha una fenomenologia psichica (disturbi di tipo psichiatrico) una fenomenologia metapsichica(telecinesi chiaroveggenza etc) e una fenomenologia spirituale (Avversione al sacro, vocazione al male)AZIONI SUL CORPO malattie e sintomi

L'uomo può essere attaccato su cinque sfere della sua vita:(v. schema)

a) Salute

b) affetti il maligno può dare dei nervosismi insopprimibili specialmente verso le persone che gli vogliono più bene, rotture di fidanzamenti imposasibilità a sposrsida alla persona colpita la sensazione di non essere gradita in nessun ambiente.

c) affari. impossibilità a trovare lavoro, perdita continua del lavoro trovato

d).gusto di vivere

e) desiderio di morire:si può arrivare al suicidio, ma basta che la persona abbia ricevuto un solo esorcismo perchè questo non accada più. LE VIE DI ACCESSO SONO:(v. schema)

MAGIA, PORNOGRAFIA, SPIRITISMO, ODIO, DROGA, INDURIMENTO NEL PECCATO, MALEFICIO

come abbiamo vistol'azione di Satana è soprattutto a livello dell'anima cioè della mente,

ecco perchè bisogna avere molto discernimento, molta esperienza, e molta preparazione.

Ultimamente infatti in questo arduo campo si lavora in equipe, cioè si costituisce un gruppetto di persone in cui vi è un esorcista uno psichiatra o uno psicologo, un medico etc..

Molti sintomi dovuti al demonio sono simili alle turbe psichiche e questo spiega perchè nel rinnovamento soprattutto nei primi tempi persone inesperte aggiudicavano a Satana qulsiasi disturbo mentale; e putroppo di queste persone c'è ne sono ancora.

Il fatto che Spesso Satana si insinua nell'uomo attraverso una ferita della psiche per cui in seguito vi sono disturbi mentali e demoniaci complica le cose.Ripeto che conviene prima guarire la ferita per chiudere la porta di accesso e dopo si passa alla preghiera di liberazione Se si fa prima la preghiera di liberazione essendo la ferita ancora aperta all prima occasione Satana vi entrerà di nuovo. Mattew e Dennis Linn, e Sheila Fabricant ne loro libro: "Guarigione delle otto età della vita"  dicono che a loro parere il miglior modo dintervenire sulle ferite dell'anim sia la preghiera associata alla psicoterapia. anche don M. La Grua dice che prima di passare alla preghieradi liberazione bisogna curare la persona e rafforzarla , e dice anche che esaminato il caso bisognafare a) Consolazione,b)intercessionec)liberazione psicologica,d)liberazione dal maligno Pag. 79 del succitato libro. Quali possono essere i ricordi negativi che feriscono l'anima? (l'isolamento, i lutti, i divorzi, le separazioni, l'allontanarsidagli amici, le violenze sessuali, il disprezzo, o qualunque altra ferita ci portanochiuderci in noi stessi.). Per finire cosa si può fare per opporsi al diavolo?

IL COMBATTIMENTO SPIRITUALE, che si esplica nella conoscenza delle posizioni nemiche tramite il discernimento per es. vedere se è veramente sotto l'influssde maligno,quali sono i demoni che agisconoetc.Ricordo che il battesimo è il primo atto di liberazione dal potere di Satana e di innesto in Cristo e perciò include un esorcismo.

VI SONO DUE CASI IN CUI NON BISOGNA FARE PREGHIERA DI LIBERAZUIONE: 1) QUANDO SITRATTA DI PROVE MISTICHE OPPURE QUANDO SI TRATTA DI MAGHI.

V. SCHEMI PAG. SEGUENTE.    .                                                                

Vediamo quali sono i mezzi di difesa da maligno

MEZZI DI DIFESA:

1) PREVENZIONE

2) LE ARMI DELLO SPIRITO EF.6,14-17

LA CINTURA CHE E' LA VERITÀ,                        

  LA CORAZZA DELLA GIUSTIZIA,                                        

 LA CALZATURA AI PIEDI: LO ZELO

LO SCUDO DELLA FEDE

L'ELMO DELLA SALVEZZA,

ARMI DI OFFESA

1)LA SPADA CHE E' LA PAROLA DI DIO

2)LA PREGHIERA INCESSANTE

3) "          "                IN LINGUE

4) "          "                DI LODE

5) SACRAMENTI (confessione comunione ecc.)

6) ADORAZIONE

7) DIGUNO

8) CARITÀ



ALLEATI DEL CRISTIANO:

1) ANGELI CUSTODI DELL'UOMO (Mt 18,10 )

2)ANGELI CUSTODI DELLE NAZIONI ( Dn 10,19-20 )

3)    "                 "              "            CHIESE ( Ap 1 )

4) L' ARCANGELO  MICHELE (chi è come dio? )


GERARCHIE ANGELICHE: ANGELI ARCANGELI CHERUBINI SERAFINI    

VIRTU' PRINCIPATI TRONI POTESTA'  DOMINAZIONI

CARISMI NECESSARI PER LA PREGHIERA DI LIBERAZIONE:

CARISMA DELLA MISERICORDIA

            "              "                INTERCESSIONE

            "           "        DISCERNIMENTO

            "               "                AUTORITA'              



                                                                                                                                                                

                                                                            

Il diavolo

    IL DIAVOLO            

    PREMESSA

Il prologo al vangelo di Giovanni e i due inni nelle lettere ai  Colossesi e agli Efesini dicono che il Cristo è il primogenito  di tutte le creature;

tutto è stato fatto per lui ed in vista di lui. E il centro della

sua azione è contenuto nel mistero pasquale: per mezzo del

sangue della sua croce riconcilia a Dio tutte le cose, nei cieli

e sulla terra. Sugli angeli alcuni teologi pensano che solo in

virtù del mistero della croce gli angeli siano stati ammessi alla                                        

visione  BEATIFICA di  Dio. S. Atanasio dice che gli angeli debbono  la loro salvezza al Sangue di Cristo. Riguardo ai demoni i vangeli dicono che Cristo con la sua croce ha sconfitto il regno di Satana                                   ed ha restaurato il regno di Dio. Pietro nel riassumere dinanzi  a Cornelio l'opera di Cristo non cita altri miracoli ma solo il fatto di aver sanato tutti quelli che erano sotto il potere del diavolo

At. 10,38. Comprendiamo perché il primo potere che Gesù dà agli

apostoli è quello di cacciare i demoni; e la stessa cosa vale per i credenti:

Questi sono i segni che accompagneranno coloro che crederanno:      nel mio nome:

Scacceranno i demoni.....Mc 16,17.

IL DIAVOLO:  NATURA E AZIONE, ACCESSI NELL'UOMO E DIFESE NEL CRISTIANO

Cominciamo col definire chi è il Diavolo, alcuni teologi moderni hanno finito per dire       che il diavolo non esiste e che in fondo si può chiamare diavolo quella parte di noi che è cattiva, ma noi sappiamo che sin dal 1° libro della bibbia si parla del serpente, e che nell'ultimo Giovanni lo chiama il Serpente antico, e Gesù in Mt 10,28 dice: "E non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo, ma non hanno il potere di uccidere l'anima; temete piuttosto colui che ha il potere di far perire e l'anima e il corpo nella geenna."

quindi si sta parlando non di una cosa ne di una parte dell'uomo, ma di qualcuno, di una persona, quando Gesù fu tentato non fu tentato dalla sua parte cattiva perché Gesù              non aveva cattiveria, e nemmeno una delle parti della nostra mente può portarci sul  pinnacolo di un monte, ma si trattava di un essere spirituale un angelo decaduto. Rinnegare l'esistenza    del diavolo significa anche rinnegare l'esistenza degli angeli e ciò è incompatibile con le scritture .

Da ciò deduciamo che taluni teologi moderni non sono guidati dallo Spirito ma dalla loro carne. ( Es. dell'annuncio. )

In Isaia 14,12-15  si parla del capo degli angeli ribelli cioè di Lucifero: "come mai sei caduto dal cielo,  Lucifero figlio dell'aurora? ....Eppure tu pensavi: Salirò in cielo, mi farò uguale all'Altissimo. E invece sei precipitato negli inferi, nelle profondità dell'abisso!"

In Ez. 28,12-18 dice: "Tu eri un modello di perfezione, in Eden, giardino di Dio. Eri come un cherubino ad ali spiegate...finche fu trovata in te l'iniquità .Il tuo cuore si era inorgoglito per la tua bellezza....Ti ho gettato a terra, ti ho ridotto in cenere.."

La tradizione rabbinica asserisce che era lo spirito di maggiore importanza davanti al trono di Dio, dotato di dodici ali, ossia del doppio di quelle degli stessi serafini(Cf. Pirkè di Rabbi Eliezer, 13). Il concilio Laterano IV (a. 1215) dichiara  Il diavolo e gli altri demoni furono creati buoni per natura da Dio, ma essi "per sé" si sono fatti cattivi.(Denz., p. 428).:

Paolo VI nel discorso del 15-11-1975 disse: " Quali sono oggi i bisogni maggiori              della chiesa?

Non vi stupisca come semplicistica, o addirittura come superstiziosa e irreale,

la nostra risposta: uno dei bisogni maggiori è la difesa da quel male che chiamiamo demonio."

ed è anche vero quello che diceva Gide , che l'insidia più sottile di Satana consiste nello

occultare la sua presenza e nel farci credere che non esiste, perché non lo si serve mai cosi bene che quando lo si ignora.

Detto questo non bisogna dimenticare che la nostra fede è cristocentrica, ma sappiamo che Cristo stesso ci mette in guardia dai pericoli dell'avversario.

Quindi se dobbiamo parlare del demonio ne dobbiamo parlare alla luce di Cristo, cioè alla luce di colui che ci ha liberati dal potere delle tenebre e ci ha fatti figli della luce lo ha vinto e ci ha insegnato come combatterlo e come vincerlo. In 1Gv. 3,8 dice:Egli è venuto per distruggere le opere del diavolo Quindi .Se parlarne molto è male non parlarne affatto è peggio.

 

 

I gessetti colorati

Nessuno sapeva quando quell'uomo fosse arrivato in città. Sembrava sempre stato là, sul marciapiede della via più affollata, quella dei negozi, dei ristoranti, dei cinema eleganti, del passeggio serale, degli incontri degli innamorati.
Ginocchioni per terra, con dei gessetti colorati, dipingeva angeli e paesaggi meravigliosi, pieni di sole, bambini felici, fiori che sbocciavano e sogni di libertà.
Da tanto tempo, la gente della città si era abituata all'uomo. Qualcuno getteva una moneta sul disegno. Qualche volta si fermavano e gli parlavano. Gli parlavano delle loro preoccupazioni, delle loro speranze; gli parlavano dei loro bambini: del più piccolo che voleva ancora dormire nel lettone e del più grande che non sapeva che Facoltà scegliere, perché il futuro è difficile da decifrare...
L'uomo ascoltava. Ascoltava molto e parlava poco.                                                        
Un giorno, l'uomo cominciò a raccogliere le sue cose per andarsene.
Si riunirono tutti intorno a lui e lo guardavano. Lo guardavano ed aspettavano.
"Lasciaci qualcosa. Per ricordare".
L'uomo mostrava le sue mani vuote: che cosa poteva donare?
Ma la gente lo circondava e aspettava.
Allora l'uomo estrasse dallo zainetto i suoi gessetti di tutti i colori, quelli che gli erano serviti per dipingere angeli, fiori e sogni, e li distribuì alla gente.
Un pezzo di gessetto colorato ciascuno, poi senza dire una parola se ne andò.
Che cosa fece la gente dei gessetti colorati? Qualcuno lo inquadrò, qualcuno lo portò al museo civico di arte moderna, qualcuno lo mise in un cassetto, la maggioranza se ne dimenticò.

E' venuto un Uomo ed ha lasciato anche a te la possibilità di colorare il mondo. Tu che hai fatto dei tuoi gessetti?


Lisa

lunedì 7 giugno 2010

Raccomandazioni della Nostra Mamma

Cari figli, Dio mi concede questo tempo quale dono per voi, affinché possa istruirvi e condurvi sulla strada della salvezza. Ora, cari figli, non comprendete questa grazia, ma presto verrà il momento in cui rimpiangerete tali messaggi. Per questo, figlioli, vivete tutte le parole che vi ho donato in questo periodo di grazia e rinnovate la preghiera, fino a quando questa non diventerà gioia per voi. Invito in modo particolare quanti si sono consacrati al mio cuore Immacolato ad essere di esempio per gli altri. Invito tutti i sacerdoti, i religiosi e le religiose a recitare il Rosario e ad insegnare agli altri a pregare. Figlioli, il Rosario mi è particolarmente caro. Per mezzo del rosario apritemi il vostro cuore ed io posso aiutarvi. Grazie per aver risposto alla mia chiamata.

ciao

per tutti coloro che mi vogliono bene un invito a riflettere

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