per capirci

GIACOMO 1, 2-4

Fratelli, considerate come motivo di gaudio perfetto le diverse prove alle quali voi potete essere esposti, sapendo che la fede messa
alla prova produce la pazienza. E' necessario però che la pazienza compia perfettamente l'opera sua, affinché voi siate pure perfetti ed
integri, senza mancare in niente.(Giacomo 1; 2-4)

Emmanuel

domenica 31 ottobre 2010

La ricerca della conoscenza

Gli occhi sono l'organo della visione fisica, la mente è la capacità visiva dell'anima. Il corpo è cieco senza gli occhi, non vede il sole che inonda di luce la terra e il mare, e non prova gioia della chiarità solare.

Quando la mente è spenta e la sapienza pura non esiste, l'anima è cieca; non avendo là gustosa conoscenza di Dio, non riflette la natura luminosa del Creatore e dell'Amante di tutti gli esseri e il gaudio dell'essere incorruttibile e della benedizione senza fine, le è precluso.



La mancanza di sensibilità e di coscienza partorisce l'ignoranza della realtà di Dio; dall'ignoranza nasce il male. La conoscenza della realtà di Dio porta il bene all'uomo e dona la salvezza all'anima.

Se persisti nella vigilanza del tuo fisico e nella ricerca della conoscenza di Dio, e se cerchi di non soddisfare le tue bramosie, vedrai la tua mente volgersi verso ciò che è bene.

Ma se, affetto dall'ignoranza delle realtà divine, trovi diletto nel saziare le tue voglie, farai la fine dell'animale privo di parola, dimentico del giudizio che dopo la morte ti aspetta.

S.Antonio abate

Dalla seconda lettera di san Paolo apostolo ai Tessalonicési

Fratelli, preghiamo continuamente per voi, perché il nostro Dio vi renda degni della sua chiamata e, con la sua potenza, porti a compimento ogni proposito di bene e l’opera della vostra fede, perché sia glorificato il nome del Signore nostro Gesù in voi, e voi in lui, secondo la grazia del nostro Dio e del Signore Gesù Cristo.
Riguardo alla venuta del Signore nostro Gesù Cristo e al nostro radunarci con lui, vi preghiamo, fratelli, di non lasciarvi troppo presto confondere la mente e allarmare né da ispirazioni né da discorsi, né da qualche lettera fatta passare come nostra, quasi che il giorno del Signore sia già presente.

Parola di Dio

sabato 30 ottobre 2010

Siediti

Siediti ai bordi dell'aurora,

per te si leverà il sole.





Siediti ai bordi della notte,

per te brilleranno le stelle.





Siediti ai bordi del torrente,

per te canterà l'usignolo.





Siediti ai bordi del silenzio,

Dio ti parlerà.




( poesia Indiana)

Halloween??? No grazie, siamo cristiani.

Signore Gesù

Signore Gesù,
quante volte mi sono dimenticato
del tuo amore.
Quante volte ti ho deluso
con la mia aridità di cuore.
Concedimi di essere felice in te,
felice all'ombra del legno
della croce che redime,
felice dell'acqua viva che risuscita.

Allora saprò che il tuo amore
è fedele ed eterno.
Insegnami la preghiera
che spera contro ogni speranza,
la preghiera che non si stanca,
che canta con te
la bontà del Padre,
la preghiera che apre
il regno di gioia,
oggi, domani e per l'eternità.


(Pierre Griolet)

giovedì 28 ottobre 2010

Il demone dell'ira

> >
> > Il demone dell'ira
> >
> >
> > Il demone dell'ira offusca l'animo e lo priva della chiarezza: i pensieri
> di
> > colui che è in preda all'ira sono piccoli di vipera e divorano il cuore
> che
> > ha dato loro la vita.
> >
> > Impara a trasformare i tuoi veleni in miele. Come si fa? C'è un
> procedimento
> > semplicissimo. Perfino parlare di trasformazione non è esatto, perché non
> > occorre che tu faccia nulla, la sola cosa che serve è la pazienza. Quando
> l
> > ira si accende in te, non fare nulla. Semplicemente siedi in silenzio e
> > osservala. Non avversarla, non alimentarla. Non cooperare, non reprimere.
> > Osservala soltanto, abbi pazienza, sta' a vedere cosa succede. Lasciala
> > crescere. Ricorda solo una cosa: non fare nulla nel momento dell'ira,
> > aspetta! Lasciale solo un po' di tempo, aspetta e ti stupirai. Vedrai che,
> > se sai aspettare abbastanza, l'ira diviene compassione. È come una ruota
> che
> > giri per conto suo. Sei tu che hai fretta. Se sai aspettare un po',
> proprio
> > come la notte si muta nel giorno così l'ira si muta nella compassione.
> Sono
> > la stessa energia. Perché la trasformazione avvenga basta metterci solo la
> > pazienza, nient 'altro
> >
>Daniel Blandini

mercoledì 27 ottobre 2010

Meditazione

Lo spirito di Dio è spirito di pace, ed anche nelle mancanze più gravi ci fa sentire un dolore tranquillo, umile, confidente, e ciò dipende appunto dalla sua misericordia.
Lo spirito del demonio, invece, eccita, esaspera e ci fa provare, nello stesso dolore, quasi l'ira contro noi stessi, mentre invece la prima carità la dobbiamo appunto usare verso di noi.
Quindi se alcuni pensieri ti agitano, pensa che questa agitazione non viene mai da Dio, che ti dona la tranquillità, essendo spirito di pace, ma dal diavolo. (AdFP, 549)

P.Pio

martedì 26 ottobre 2010

La presenza del Regno di Dio

Gesù ha proclamato la presenza del regno di Dio. Per un ebreo del suo tempo che lo ascolta non vi è nulla di più grande della venuta del regno di Dio, poiché rappresenta quello sconvolgimento del mondo che sarà il compimento di tutto.
Ma allora, per coloro che ascoltavano Gesù o che l’accompagnavano, quale scarto tra questa evocazione del regno di Dio e l’umile condizione di Gesù! Le sue parole e i suoi gesti non sono forse senza proporzione rispetto all’intervento di Dio che deve ricapitolare tutta la storia dell’universo? Gesù insegna a vedere: l’uomo che getta il suo granello di senapa nella terra, la donna che nasconde il suo lievito nella pasta, ecco ciò che tutti possono subito vedere. Ma questi gesti non assumono significato che a partire dai loro risultati, ancora nascosti: il grande albero, la pasta lievitata.
Così la parola di Cristo, in apparenza così povera, è già l’inizio, l’inaugurazione del regno di Dio. Ovunque è vissuto e trasmesso il Vangelo, per quanto poveramente lo sia, si dispiega una forza di Dio capace dell’impossibile.

domenica 24 ottobre 2010

Cara sorella (lettere ad una conversa delle sorelle francescane di S.Chiara)

Sorella amata dal Signore,

che fai? Che cerchi? Che vuoi? Considera la tua vita. Vedi se hai donato tutta te stessa al cuore di Gesù. Ti aggiri per le mura del monastero come un'ombra, eppure sei una fiaccola accesa per illuminare il mondo.

Ti sei rattristata all'improvviso come se lo Sposo ti avesse abbandonata, eppure il fuoco dello Spirito ha infiammato la tua anima e ti ha restituito la pace.

Non temere, sorridi alla vita, leva le braccia al cielo e cerca il Signore.

Ciò che ti accade serve per la tua purificazione. Non angustiarti, non lasciarti sorprendere dalla malinconia e dall'inquietudine. Dentro di te Gesù ha messo il balsamo del suo amore, il profumo della sua grazia, la gioia della sua croce.

Benedici ogni attimo di vita e offrilo al Signore. La vita è un meraviglioso dono dello Spirito. Ti sei consacrata al cuore di Gesù e ti sei donata interamente a Lui, perciò non temere nulla.

C'è un falco che si aggira per ghermire i passerotti. E tu sei un passerotto in mezzo alla tempesta. Non avere timore, la bufera passerà e tornerai a volare libera e leggera.

Figlia mia, che cosa ti impedisce di donare la tua vita interamente al Signore? Che cosa turba il tuo riposo? Niente ti turbi, niente ti sconvolga. Il Signore è la tua salvezza e la tua difesa. Anche se dovrai passare in mezzo al fuoco, non ti scotterai perché il Signore è con te.

Nessuno conosce le tue lacrime silenziose. Nessuno sa penetrare nella tua anima. Nessuno sa scorgere i sentieri della tua sofferenza. Ma Dio vede tutto, scruta le profondità dei tuoi pensieri, conosce la tua fragilità e i tuoi sospiri.

Non vergognarti delle tue debolezze. Mantieniti in questa disarmante umiltà e ogni giorno aggiungerai una briciola d'amore alla virtù della carità.

Se cerchi di piacere a Dio confidando nelle tue forze e nelle tue virtù non ci riuscirai mai. Ma se vivi e agisci, lasciandoti guidare dal suo amore e dalla sua benevolenza, finirai col sentirti piccola, povera, semplice e sarai gradita al Signore per la tua innocenza e il tuo completo abbandono.

S.Li Bassi


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sabato 23 ottobre 2010

Il comandamento dell'amore

Uno scolaro domandò a Rabbi Shmelke: «Ci è comandato di amare il nostro prossimo come noi stessi. Come posso farlo se egli mi ha fatto un torto?».

Il Rabbi rispose: «Devi comprendere queste parole nel loro giusto significato, che è: ama il prossimo tuo come qualcosa che tu stesso sei. Tutte le anime infatti sono una cosa sola; e ognuna è una scintilla dell'anima originale, che è insita in tutte le anime allo stesso modo come la tua anima è compenetrata in tutte le tue membra. Può accadere che la tua mano si sbagli e ti colpisca. Ma prenderai tu forse allora un bastone e la castigherai per la sua mancanza di comprensione, accrescendo così il tuo dolore? Lo stesso si applica al tuo prossimo, che con te forma un'anima sola: se egli, per ignoranza, ti fa un torto e tu lo punisci, non fai che colpire te stesso». Ma quello insisteva: «Ma se vedo che un uomo è malvagio al cospetto di Dio, come potrò amarlo?».

Gli rispose il Rabbi: «Ignori forse che l'anima primordiale scaturì dall'essenza di Dio e che l'anima di ogni uomo è una parte di lui? E non avrai allora pietà di quell'uomo, vedendo che una delle sue scintille si è smarrita ed è quasi spenta?».

giovedì 21 ottobre 2010

La pienezza in Dio

Chiunque desidera raggiungere la pienezza della perfezione in Dio, insegni la purità alla sua anima, non soltanto in relazione alle passionalità carnali, ma tenendosi lontano dall'avidità di guadagni, dalle brame di possedere ciò che non gli appartiene, dal l'invidia, dall'amore dei piaceri, dalla vana gloria; sappia rimanere distaccato davanti alle dicerie sul suo conto e imperturbabile nei rischi mortali.

S:Antonio abate

Meditazione

Domenica sera ascoltavo un amico cantautore, Alfredo, cantare canzoni napoletane mentre, poco distanti da me, uno zio – diverso anni luce da quel tal zio Michele – teneva in braccio la nipotina di neanche due anni. Visibilmente assonnata, ma non disposta ad arrendersi, la piccola si è accoccolata in modo che con una sua guanciotta si adagiasse sulla spalla dello zio.

I suoi occhioni, simili a due carboncini, vagavano languidamente di qua e di là. Ad un tratto mi hanno puntato incuriositi, ma, al mio sorriso, si sono fatti ancora più seri per poi chiudersi lentamente. Era visibilmente tranquilla, abbandonata sulla spalla dello zio: affidata, direi.

Lo zio restava immobile perché la bimba non si svegliasse.

Credo che il Padre, tra i suoi desideri più grandi, abbia proprio quello di tenerci così, sulla sua spalla, abbandonati a lui. Sicuramente ci vede come bimbi, indifesi, nonostante la nostra spocchia. E ci ama, continua imperterrito ad amarci.

Io Lo "vedo" mentre mi tiene sulla sua spalla e sono felice....E voi? Non desiderate il suo amore, una sua carezza?

Oppure, uomini fatti, superbi, orgogliosi, ci vergogniamo di avere un Padre così tenero ed innamorato? Io dovrei vergognarmi?

Padre, se vuoi, tienimi sulla tua spalla: non mi toccano le risate degli sciocchi, se Tu sei con me.



Ma poi mi chiedo: superbi e orgogliosi di che? Vogliamo renderci conto, una volta per tutte, che abbiamo costruito le cosiddette meraviglie tecnologiche con mattoni che Qualcuno ci ha messo a disposizione dalla notte dei tempi? Piuttosto: torniamo a Lui... se non altro per quanto ci dona ogni giorno, a cominciare dalla vita.

martedì 19 ottobre 2010

meditazione

Sii sempre allegramente in pace con la tua coscienza, riflettendo che ti trovi al servizio di un Padre infinitamente buono, che per sola tenerezza scende fino alla sua creatura, per elevarla e trasformarla in lui suo creatore.
E fuggi la tristezza, perché questa entra nei cuori che sono attaccati alle cose del mondo. (ASN, 42)

Padre Pio

lunedì 18 ottobre 2010

La spartizione è sorgente di amore

Marta Garcia



Gesù Amore
Tutto è in me. Siate dei figli dell’Amore. Figli miei, il mio santo Padre ha voluto che siate dei figli dell’Amore. Tutto il vostro essere è concepito per vivere nell’amore. La vostra natura è interamente amore, siete amore. Tutto di voi è nello tutto dell’Amore, non separarvi di ciò che siete.

Quelli che si allontanano e rifiutano di vivere con l’Amore sono infelici. Non pensare che il denaro possa procurarvi dell’amore. L’Amore è vivente, esso vive in voi. Questa moneta che vi arricchisce per procurarvi dei beni è tanto effimera! Io, l’Amore, sono in voi per offrirvi tutto ciò che è soltanto felicità. Siate degli esseri buoni dentro come al di fuori: è ciò che, io, sono per ciascuno di voi. Sono la Felicità, sono quello che vi porterà dell’amore.

Quest’amore vi darà una gioia che vi renderà felici. Potete conoscere questa gioia, perché l’amore è in voi, ma ignorate che sta là. È soltanto io, l’Amore, che vi lo farà scoprire. L’amore vi fu dato fin dall’inizio della vostra vita. Siete stati in me prima della vostra venuta sulla terra.

Veniste in questo mondo per essere felici e conoscere la gioia. Credeste che questo mondo, che vi accolse con ciò che esso stesso fabbricò, vi porterebbe della gioia e della felicità? Se è così, sbagliaste, è un errore di pensare che vi dà la felicità.

Guardate, siete dei figli tristi ed infelici. Non sono io che vi ha fatto nascere in questo mondo per essere tristi ed infelici, siete voi che, dalla vostra propria volontà, avete rifiutato di vivere nella Volontà di Dio. Quello che rifiuta di vivere in Dio si rifiuta la felicità. Però, vi vedo senza sosta alla ricerca della felicità. Voi che credete che con i vostri propri mezzi potete fabbricarvi una felicità, realizzate che questa felicità che fabbricate con i vostri soldi non vi rende felici, ma piuttosto infelici. È l’uomo che, con i suoi mezzi, fabbricò il denaro per acquistare dei beni materiali per il suo conforto.

All’inizio, doveva guadagnare il suo cibo lavorando la terra; ciò non gli bastò, volle procurarsi dei beni personali. Dopo, per ottenere altri beni, fece del baratto. Ma, per conquistarne di più, l’uomo andò sino a scambiare la sua propria persona per del denaro. E adesso, alcuni figli hanno scoperto il potere del denaro, e il tempo ha fatto di questa usanza un mezzo di dominare i deboli che, loro, non hanno scelto il denaro al detrimento degli altri.

Il denaro, figli miei è il dio Mammone. Genera dell’odio, della dominazione e dell’ipocrisia. Fa in modo di conglobare tutto, facendo con gli uomini degli esseri di possessione. Vedete, siete diventati avidi di denaro per ottenere dei beni materiali. Il denaro provoca la bramosia. Tutto il denaro del mondo ha servito soltanto a saziare questo male. Questo male venne dall’uomo perché si lasciò sedurre da Satana che, egli, suscitò il bisogno del denaro.

Il denaro porta soltanto la disgrazia a tutti quelli che lo venerano. Quando conservate gelosamente i soldi per il vostro conforto, ne fate un ossessione e non vi rendete conto del male che vi fate preferendolo al vostro prossimo. Non avete fiducia in Dio che, egli, sa che la felicità è di dare e di condividere.

So che avete bisogno di soldi per alimentarvi, alloggiarvi e vestirvi, ma se il denaro vi domina a causa dei vostri bisogni eccessivi, servite il denaro allorché il denaro deve aiutarvi ad ottenere l’essenziale. Se credete che il denaro contribuisce alla felicità, allora ditemi: quale felicità troverete nella vostra vita se passate il vostro tempo a lavorare per ottenere dei beni materiali al detrimento della vostra salute e dell’amore dei vostri? Non è ciò essere dominato dal denaro? Se avete bisogno di molti soldi per ottenere dei beni materiali, è che sceglieste di lasciarvi dominare dal denaro che vi dà accesso a tutti i vostri capricci.

Quando dei figli accettano di lasciarsi dominare dal denaro, ciò dà loro un potere. Vanno fino a nuocere al loro prossimo, cercando soltanto il profitto. Guai a voi che avete preso questo mezzo per dominare in maestri su i vostri figli. Io, Gesù, vi mostrerò tutto il male che avete fatto prendendo questo mezzo per essere superiori a loro. Quelli che avranno scelto di essere degli esseri semplici per vivere soltanto di amore saranno nella felicità di vedersi nell’amore; vivranno d’amore eternamente. Nella mia Terra Nuova, mai più ci saranno delle sorgenti di bramosia sul suo prossimo, tutti sarete in amore con il vostro prossimo.

Voi che ascoltate l’Amore, imparate a rimanere degni dell’Amore non agognando il vostro prossimo. Non prendete dominanza sul debole, date a cui ha bisogno. Io, l’Amore, vi domando di condividere con i più sguarniti fra voi. Quando realizzate che il vostro prossimo è nel bisogno, date il vostro tempo per lui; quando egli soffre di fame, condividete il vostro pasto; quando è nella povertà, date, figli miei; io, l’Amore, vi darò in cambio dell’amore, a tale punto che scambierete ancora e ancora per risentire in voi questa felicità.

Figli miei dell’Amore, io sono Amore. Da me, diventate ciò che siete: degli esseri concepiti dall’Amore e fatti per l’amore. Siate in tutto onesti con voi, ne sarete molto fieri, perché l’amore, è gratuito. L’amore dà senza aspettare ritorno perché l’amore ama il dono di sé. Figli miei, quando uno dà, è per meglio offrirsi.

Vi amo. Abbiate in voi il desiderio di dare. Vi trasformerò in offerta d’amore. Il vostro sì all’Amore è sorgente di gioia eterna. Amen.


Origine: Amore per tutti i miei, Gesù. Libro 3 Dalla Figlia del Sì a Gesù. Messaggio No. 199. Les Éditions FJ.

Medita

Medita ogni giorno con amore il Vangelo. Non mancherai di esclamare in certi
giorni, come fece la folla testimone del miracolo di guarigione del
paralitico inchiodato alla sua barella: “Noi non abbiamo mai visto niente
del genere” (Mc 2,12). E spesso dirai, sotto l’ispirazione dello Spirito
Santo, luce per l’intelligenza delle Scritture: “Non ho mai visto niente di
simile!”. Che il Vangelo sia il tuo pane quotidiano, esso indica la Via, la
Verità e la Vita, Gesù, Figlio di Dio (cfr. Cv 14,6).

domenica 17 ottobre 2010

Pregare è amare

Pregare sempre, senza stancarsi. Non un obbligo, ma una necessità per vivere, come respirare. «Dammi uno che ami e capirà. Dammi uno che arda di desiderio e comprenderà» (Sant'Agostino). Pregare infatti non è «dire preghiere». Pregare è come voler bene. E, se vuoi bene a qualcuno, è «notte e giorno», un «grido continuo»; è uno stato del cuore, e non si stanca. Racconta Tommaso da Celano che «frate Francesco alla fine non pregava più, era diventato preghiera».
Per noi invece è comune esperienza che Dio stanca, che pregare stanca. Parlavo un giorno con un monaco trappista dell'abbazia d'Orval, gli chiedevo consigli per i giorni della fede difficile: «E quando ci si stanca di Dio? che cosa fare in quei momenti?» Mi rispose raccontandomi una parabola: «Mettiamoci nel corteo che accompagnava Gesù verso Gerusalemme, nel giorno delle palme. C'è chi applaude, chi stende i mantelli, chi è salito sugli alberi, chi è vicino a Gesù, chi fatica a tenere il passo. E poi c'è un asino. Che fatica più di tutti, che sente tutto il peso del corpo di Gesù e della salita, ed è proprio lui il più vicino al Signore. Quando senti fatica o stanchezza, quando senti il peso di Dio, in quel momento sei come l'asino di Gesù, il più stanco perché il più vicino al Signore. L'importante è continuare, appena dopo c'è Gerusalemme». Appena dopo. Ma tutti sappiamo che Gerusalemme è tanto lontana.
Quante volte «le nostre preghiere sono volate via come uccelli e nessuna è tornata indietro a portare una risposta» (G. Von le Fort). È l'esperienza della vedova della parabola: non ha nulla da regalare, è povera come la speranza, senza difesa come l'innocenza. Ma ha una forza vincente: fede nella giustizia nonostante tutto, fiducia nel giudice nonostante tutto. Il miracolo vero è già accaduto, è la fame di giustizia che non si è arresa all'avversario, che non ha ceduto al lungo silenzio del giudice. Questo è il modo con cui Dio «fa giustizia prontamente».
Il «pregare senza stancarsi» evoca allora ben più della stanchezza, rimanda all'abbandono delle armi da parte di un soldato durante il combattimento; dice: pregate senza deporre mai le armi, senza disertare.
Il nostro compito non è forzare il ritardo di Dio, ma rimanere nel vivo della corrente, sulla breccia, a forzare l'aurora di un mondo più giusto. Il nostro compito non è essere esauditi, ma non arrenderci ad una storia di ingiustizia, non abbandonare la rotta. E poi andare e riandare al Signore, perché amo anche il suo silenzio, e se parla è per amore, e se tace è ancora per amore. E sentire che Dio stesso ha sete della nostra sete. Dio desidera che noi abbiamo desiderio di lui (Ccc n. 2560). E alla fine, la preghiera non ha neppure più bisogno di ottenere ciò che chiede. Perché essa ottiene Dio stesso.

padre Ermes Ronchi

sabato 16 ottobre 2010

Da i Pensieri di S:Antonio abate

Non devono venire scoraggiati o spinti a disperare quelli che non hanno inclinazione al bene. Cerchino, invece, di raggiungere la vita puri e gradita a Dio, anche se appare inaccessibile e irraggiungibile. Pensino che devono vigilare su loro stessi nel modo migliore che possono. Anche se non raggiungeranno la

pienezza della vita pura, vigilando attentamente su sè‚ stessi, o miglioreranno, o almeno non diverranno peggiori, e questo è un non piccolo bene per l'anima.

Tu lo puoi chiamare amore ma è Dio

(Maria Teresa Crovetto, Perle di Spirito)



Quando pensi all'amore e lo desideri
senza averlo trovato;
tu lo puoi chiamare amore, ma è Dio!

Quando guardi il bambino diverso
e lo trovi cento volte più bello degli altri:
tu lo puoi chiamare amore, ma è Dio!

Quando guardi gli avvenimenti sbagliati del mondo
e desideri rimediarvi:
tu lo puoi chiamare amore, ma è Dio!

Quando senti nel cuore il desiderio
di far vivere la pace alle persone che ami:
tu lo puoi chiamare amore, ma è Dio!

Quando senti il desiderio di solitudine
per contemplare i tuoi pensieri
e senti nel cuore la gioia di esistere:
tu lo puoi chiamare amore, ma è Dio che prega in te!

Il Cristiano

Riconoscere la propria appartenenza a Cristo davanti agli uomini

è segno del proprio cristianesimo.

Già il nome di “cristiano” contiene in sé il nome di “Cristo”.

Il cristiano è l' unto”, il consacrato a Cristo.
Interiormente ciò si realizza col battesimo e con la cresima, che sanciscono l’appartenenza a Cristo. È nostro dovere mostrare questa dipendenza ai nostri fratelli. Ogni giorno, dobbiamo riflettere sul modo di testimoniare, nella nostra vita, Cristo agli altri. Ignorare le vie del Signore e il piano divino di salvezza, allontanare consapevolmente Cristo dalla nostra vita è il peccato contro lo Spirito Santo. Il peccato contro lo Spirito Santo è rifiutare la salvezza. Nelle situazioni difficili, che esigono che l’uomo porti testimonianza di Dio, ci aiuta lo Spirito Santo, che ispira il nostro comportamento. La virtù della fortezza, indispensabile in una vita modellata sull’esempio di Cristo, è un dono dello Spirito Santo.

giovedì 14 ottobre 2010

Vengono meno le mie forze

Signore mio Dio,
vengono meno le mie forze
e attendo la fine delle sofferenze.
Ho conosciuto molte realtà di questa terra:
ricchezza, povertà,
eventi lieti ed eventi tristi,
gloria e infamia, nemici, amici...
Ormai desidero gustare
ciò che non è di questa terra.
Dopo queste mie parole,
io ti parlo audacemente,
e tu accogli quello che ti dico:
"Se non sono nulla, mio Cristo,
perché mi hai plasmato?
Se invece sono prezioso per te,
perché sono tormentato da questi mali?".

Amen.

S.Gregorio

mercoledì 13 ottobre 2010

Giuduci di se stessi

Ascoltiamo oggi con umiltà le parole amare e severe che Cristo rivolge ai farisei e ai dottori della legge. Oggi queste parole vengono rivolte a noi. Vediamo quanta verità vi sia anche per noi? Pagare la decima significava riconoscere le proprie dipendenze nei confronti di colui a cui la si pagava, in questo caso a Dio. E Dio oggi ci dice: “Non ho bisogno dei vostri beni, perché tutto appartiene a me. Non smetto invece di richiamarvi alla giustizia e all’amore”. Nelle nostre società che posto spetta alla giustizia e all’amore?
La morte interiore è molto più temibile della morte fisica, perché la morte spirituale ha conseguenze eterne. È spaventoso essere dei “sepolcri” già da vivi, perché allora bisogna cambiare ancora molto, mentre l’uomo persiste volentieri in quanto in lui è negativo. Come uscire da questa situazione? Ritornare a vivere è rispondere alla chiamata di Cristo.
È molto facile essere giudici degli altri. È facile far rimarcare agli altri i loro errori e le loro mancanze. Invece, quando si tratta di noi stessi, ci risparmiamo: troviamo per noi delle regole più elastiche, con numerose scappatoie e riserve per giustificare il nostro comportamento. Cristo ha detto che siamo tutti uguali di fronte a Dio. Bisogna imparare a misurare sia noi sia gli altri con le stesse regole: quelle di Cristo.

martedì 12 ottobre 2010

Lettera di S.Paolo apostolo ai Galati

Fratelli, Cristo ci ha liberati per la libertà! State dunque saldi e non lasciatevi imporre di nuovo il giogo della schiavitù.
Ecco, io, Paolo, vi dico: se vi fate circoncidere, Cristo non vi gioverà a nulla. E dichiaro ancora una volta a chiunque si fa circoncidere che egli è obbligato ad osservare tutta quanta la Legge. Non avete più nulla a che fare con Cristo voi che cercate la giustificazione nella Legge; siete decaduti dalla grazia.
Quanto a noi, per lo Spirito, in forza della fede, attendiamo fermamente la giustizia sperata. Perché in Cristo Gesù non è la circoncisione che vale o la non circoncisione, ma la fede che si rende operosa per mezzo della carità.

Parola di Dio

domenica 10 ottobre 2010

Una vita non facile

Guardiamoci dal dichiarare impossibile una vita pura, essa è solamente non facile. Non tutti raggiungono la stessa purezza di vita. La vita pura è possibile a chi ricerca la sapienza pura ed ha la mente fertile per l'amore di Dio. La mente ordinaria dell'uomo è legata alle effimere realtà esteriori ed è incostante; invasa da pensieri di bene e di male; mutevole ed incline a seguire le suggestioni delle realtà materiali. La mente fertile per l'amore di Dio, tronca decisamente il male che sale dalla neghittosità propria della volontà egocentrica.

sabato 9 ottobre 2010

Signore tu conosci le mie tristezze

Signore, tu conosci le mie tristezze, le mie soste, i miei ripensamenti.

A volte sono così ripiegato su di me che non vedo altro:

non vedo più chi sta male, chi è solo, chi è povero, chi è disperato.

Pretendo, con le mie piccole e anguste vedute, di interpretare la storia.

Tu sei stato così umile.

Tu sei stato così lungimirante.



Signore, rivelati a me nella tua potenza di parole e di opere:

insegnami a riconoscere il tuo passaggio,

la fecondità della tua croce, la verità della tua Pasqua.

Perdona la mia arroganza, che vuole sapere,

vuole spiegare: vuole fare a meno della croce.



Signore, tu guidi la storia, e le vicende degli uomini;

sono io colui che è forestiero e non capisce

e non coglie il nesso degli avvenimenti.

Aiutami a contemplare il tuo mistero di amore per me:

tu ti sei consegnato perché mi volevi bene, e sei morto per me.



Signore, indirizza le mie speranze secondo i tuoi disegni.

Insegnami a cercare innanzitutto il tuo regno;

non permettere che mi leghi alle cose che passano;

quando la speranza diventa debole,

quando diventa difficile camminare,

quando tutto sembra inutile, donami la forza della perseveranza.

Di fronte ad ogni sepolcro ricordami sempre che Dio è più grande.



Signore indirizza il mio sguardo verso i segni della tua risurrezione.

Mantieni in me le intuizioni vivaci della fede,

il gusto della preghiera, la passione per la carità.

Possa esprimermi tutti i giorni in un intenso desiderio di conversione.

Mantieni viva la mia vita spirituale, liberami da ogni abitudine di morte, guariscimi...



Signore, manda ancora nella mia vita qualcosa

che mi possa sconvolgere e portare con rinnovata freschezza fino a te.

Io credo, o Signore, di fronte alla miseria del mondo,

di fronte alla fragilità dei miei peccati, che tu sei vivo.

Voglio credere di fronte al dolore del mondo che nulla è impossibile a Dio.



Ti prego, Gesù, rimani vivo nel mio cuore e nei gesti della mia vita


Grazie Signore Gesù! Amen

Rifletti

Rifletti sulla vanità breve ed illusoria della giocondità dei ricchi, acquisterai la conoscenza di quanto è migliore la vita virtuosa,

amata da Dio.

Questa conoscenza ti permetterà di vedere uomini non interiormente liberi applauditi per l'eloquenza, l'erudizione e i beni posseduti, e non avrai più amarezza o rimpianto o risentimento per nulla.

Comprenderai che il pessimo male dell'anima sono i desideri insaziabili di ricchezze e piaceri, uniti all'ignoranza della verità


.

venerdì 8 ottobre 2010

Il dito di Dio

L'uomo è fatto insieme di anima e di carne, una carne formata a somiglianza di Dio e plasmata dalle sue due mani, ossia dal Figlio e dallo Spirito. A loro egli ha detto : « Facciamo l'uomo » (Gen 1,26)...

Ma come un giorno potrai essere divinizzato se ancora non sei stato fatto uomo ? Come potrai essere perfetto, se sei stato appena creato ? Come potrai essere immortale se, in una natura mortale, non avrai obbedito al tuo Creatore ?... Poiché sei l'opera di Dio, aspetta dunque con pazienza la Mano del tuo Artista, che fa ogni cosa in tempo opportuno. Presentagli un cuore duttile e docile e rimani nella forma che ti ha dato quell'Artista, avendo in te l'acqua che viene da lui e senza la quale, indurendoti, rigetteresti l'impronta delle sue dita.

Lasciandoti plasmare da lui, giungerai alla perfezione. Con la sua arte Dio nasconderà l'argilla che è in te ; la sua Mano , infatti, ha creato la tua sostanza... Se invece, indurendoti, respingerai la sua arte e ti mostrerai scontento del fatto che egli ti ha fatto uomo, rigetterai con la tua ingratitudine verso Dio non soltanto la sua arte, ma pure la vita stessa. Infatti plasmare è la caratteristica della bontà di Dio, e essere plasmato è la caratteristica della natura dell'uomo. Se dunque ti consegnerai a lui donandogli la tua fede in lui e la sottomissione, riceverai il beneficio della sua arte e sarai la perfetta opera di Dio. Se invece gli resisterai e sfuggirai delle sue Mani, la causa della tua incompiutezza sarà in te che non hai obbedito, non in lui.

S.Ireneo

giovedì 7 ottobre 2010

All'uomo conviene pregare

Secondo il disegno provvidenziale di Dio, a tutto ciò che esiste è dato il mezzo per raggiungere il suo fine, come conviene alla propria natura. Anche gli uomini hanno ricevuto, per ottenere ciò che sperano da Dio, un mezzo adatto alla condizione umana. Questa condizione vuole che l'uomo si serva della preghiera per ottenere dagli altri ciò che spera, soprattutto se colui al quale si rivolge gli è superiore. Perciò si raccomanda agli uomini di pregare per ottenere da Dio ciò che sperano di ricevere da lui. Tuttavia, la necessità della preghiera è differente a seconda che si tratti di ottenere qualcosa da un uomo o da Dio.

Quando la preghiera si rivolge a un uomo, deve innanzi tutto esprimere il desiderio e il bisogno di chi prega. Bisogna anche che essa sia persuasiva, finché il cuore che si implora non abbia ceduto. Ora, questi due elementi non hanno più posto nella preghiera rivolta a Dio. Pregando infatti, non dobbiamo preoccuparci di manifestare i nostri desideri o i nostri bisogni a Dio, lui che conosce tutto. Così il salmista dice al Signore : « Davanti a te ogni mio desiderio » (Sal 37, 10). E leggiamo nel Vangelo : « Il Padre vostro sa di quali cose avete bisogno » (Mt 6, 8). Non si tratta nemmeno di persuadere, con parole umane, la volontà divina affinché voglia ciò che prima non voleva. Perché è detto nel libro dei

Numeri : « Dio non è un uomo da potersi smentire, non è figlio di Adamo per ricredersi » (Num 23, 19).

mercoledì 6 ottobre 2010

La preghiera del Signore

L’amore è l’essenza, il centro della vita cristiana, e la preghiera ne è il respiro. Per questo, dopo aver parlato del comandamento dell’amore, Gesù parla della preghiera.
La richiesta più importante della preghiera del Signore è costituita da queste parole: “Venga il tuo regno”. Esse costituiscono il filo conduttore della predicazione di Gesù e il fine della sua azione. Chi compie la volontà di Dio e si impegna a diffondere il suo regno sulla terra, può chiedere il pane quotidiano, simbolo del pane eucaristico e di quel nutrimento che tutti gli uomini salvati mangeranno alla mensa comune, nella casa del Padre. Ora, ciascuno di noi è debitore e peccatore nei confronti di Dio, completamente affidato alla sua misericordia. Dio ci perdona, ma esige che noi proviamo verso gli altri questa stessa misericordia che sa perdonare. Consapevoli dei rischi, preghiamo Dio di guidarci attraverso tutte le prove e tutte le tentazioni. Quando verrà il regno di Dio, tutte le nostre aspirazioni umane saranno soddisfatte, le nostre domande esaudite, e saremo liberi da tutti i pericoli.
La preghiera del Signore è la sintesi del Vangelo, e riassume, sotto forma di domanda, tutta la Rivelazione. Ecco perché è diventata la preghiera ufficiale della Chiesa, il modello e la fonte di tutte le altre preghiere.

martedì 5 ottobre 2010

La mia fiducia in Te

Mio Signore e Dio
io sono così convinto
che Tu hai cura di tutti quelli
che sperano in Te
che niente può mancare a coloro che aspettano tutto da Te,
che ho deciso, per l'avvenire, di vivere senza alcuna preoccupazione
e di riversare su di Te ogni mia inquietudine.

Gli uomini possono spogliarmi di tutti i beni e del mio stesso onore;
le malattie possono privarmi delle forze
e dei mezzi per servirti;
col peccato posso perdere
perfino la tua grazia,
ma non perderò mai
e poi mai la mia fiducia in Te.
La conserverò fino all'estremo della mia vita
e il demonio, con tutti i suoi sforzi,
non riuscirà mai a strapparmela.

Gli altri aspettino pure la loro felicità
dalle ricchezze e dal loro ingegno; facciano anche affidamento
sulla innocenza della loro vita,
sui rigori delle loro penitenze,
sulla quantità delle loro opere buone
o sul fervore delle loro preghiere;
per me tutta la mia confidenza
è la mia stessa confidenza;
confidenza che non ha mai ingannato nessuno.
Ecco perché ho l'assoluta certezza
di essere eternamente felice,
perché ho l'incrollabile fiducia di esserlo
e perché lo spero unicamente da Te.

Per mia triste esperienza devo purtroppo riconoscere
di essere debole e incostante;
so quanto le tentazioni
possono contro le virtù più affermate; eppure nulla, finché
conserverò questa ferma fiducia in Te,
potrà spaventarmi;
starò al riparo da ogni disgrazia
e sarò certo di continuare a sperare, perché spero questa stessa immutabile speranza.

Infine, mio Dio,
sono intimamente persuaso che non sarà mai troppa
la fiducia che ho in te
e che ciò che otterrò da Te,
sarà sempre al di sopra di ciò che avrò sperato.

Spero anche,
Signore, che tu mi sorreggerai
nelle facili debolezze;
mi sosterrai negli assalti più violenti;
che farai trionfare la mia fiacchezza
sopra i miei più temuti nemici.
Amen!

lunedì 4 ottobre 2010

Solo in Dio riposa l'anima mia

.
Quando riposi nel tuo letticciolo,
ricorda con gratitudine le benedizioni e la Provvidenza di Dio.
Perchè confortato da questi soavi pensieri,
possa avere gioia nello spirito e il tuo sonno fisico mantenga l'anima nella sobria vigilanza.
Il chiudersi delle tue palpebre e il tuo silenzio,
inondati da sentimenti di bene,
renderanno gloria a Dio con tutto il cuore e con tutte le forze,
e dal tuo intimo salirà verso l'alto un canto di lode.
Il ringraziamento dell'uomo innocente è più gradito del penoso sacrificio.

domenica 3 ottobre 2010

Lettera ad una consacrata (suore francescane di S.Chiara)

Cara sorella,

spira un forte vento qui sulla spiaggia, ma un tiepido sole attenua il fastidio di un po' di freddo.

Appena scorgo un po' di sole subito mi lascio dolcemente accarezzare dai suoi raggi.

Ho tanto bisogno di tenerezza e di amore. Vivo momenti di pace che si alternano a momenti di sconforto, di paura e di ansia.

Il Signore sono certo che si sta prendendo cura di me. Mi guarda con la sua benevolenza e mi sorride con i suoi occhi di cielo. Gesù è con me e se Gesù è con me chi è contro di me? Ho tanto bisogno di pace. Soltanto Gesù me la può dare. Ho tanto bisogno di amore. Soltanto Gesù mi può veramente amare.

Mia cara, non smettere mai di pregare per me. Ho bisogno di riacquistare forza e fiducia.

Hai mai visto un passerotto che vola in mezzo ad una bufera? Bene! A volte mi sento come un passerotto sperduto, intirizzito dal freddo e preso dalla paura.

Anche la paura sembra un mistero. Ti assale all'improvviso, non sai da dove viene e dove può arrivare. Cerchi di frenarla con tutte le tue forze ma ti sfugge, ti assale, ti circonda, ti colpisce. Rimani frastornato, non sai cosa fare, come affrontarla, come superarla. Solo se riesci a importi di stare calmo puoi vincere ogni paura.

Certamente anche tu qualche volta sei assalita dalla paura nel chiuso di quelle mura. Ma sono convinto che la paura ti può sfiorare solo per un attimo, perché l'amore di

Dio trasforma la tua ansia in dolce tenerezza e i tuoi timori in amabili sospiri.

Figlia mia, quando ti prende la solitudine guarda a Gesù e sentirai il fuoco del suo amore, chiuditi nel suo cuore e non ti sentirai più sola.

Quando la croce ti apparirà pesante, chiedi al Signore di lasciarti riposare. Quando ormai le gambe sono deboli e fiacche, chiedi a Gesù di rinvigorire il tuo spirito. Allora ti rianimerai e sentirai il bisogno di correre, di gioire, di cantare, di danzare, di amare l'unico Dio della tua vita.

Non passa giorno che il Signore non venga a visitarti. Non passa ora che il Signore non venga a baciarti. Non passa minuto che il Signore non venga a consolarti.

Tu hai riacquistato la libertà facendoti serva del cuore di Gesù.

Molti credono di essere liberi e invece sono prigionieri delle proprie passioni.

Beati coloro che hanno rinunciato ai desideri della carne e hanno liberato il corpo dalle brame del mondo. Quando il corpo è libero, lo spirito è santo. Sono santi quanti hanno rinunciato al mondo e hanno conquistato il cielo.

Beati quanti hanno purificato il corpo e hanno liberato l'anima! La tua anima è libera da ogni seduzione ed è pronta a varcare le soglie della vita per incontrarsi col Padre.

Capita però che lo spirito è pronto a compiere qualsiasi gesto d'amore per il Signore, ma la carne non ha lo stesso slancio. Non ti meravigliare. La lotta tra la carne e lo spirito è cruenta, dura fino all'ultimo passo. Importante è che alla fine lo spirito abbia soppiantato la carne e possa involarsi verso il cielo. C'è una distanza enorme tra chi prega in comunione con la Chiesa e chi prega da solo o in comunità, senza la disponibilità ad amare e a pregare per l'umanità intera. Chi prega per l'umanità sa stare ai piedi della croce. Chi ama l'umanità tocca il cuore di Dio, chi parla al cuore di Dio comunica con tutti gli uomini perché Dio è in tutti.

Perciò, figlia mia, quando preghi in comunione con tutti i fratelli della terra sei in compagnia degli angeli, dei santi e della corte celeste.

S. Li Bassi

Fa che ascoltiamo o Signore, la tua voce


















Facciamo silenzio prima di ascoltare la Parola,
perché i nostri pensieri sono già rivolti alla Parola.


Facciamo silenzio dopo l’ascolto della Parola,
perché questa ci parla ancora, vive e dimora in noi.

Facciamo silenzio la mattina presto,
perché Dio deve avere la prima Parola.


Facciamo silenzio prima di coricarci,
perché l’ultima Parola appartiene a Dio
Facciamo silenzio solo per amore della Parola.

D. Bonhoeffer



XXVII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO C)


Tutte le cose sono in tuo potere, Signore,
e nessuno può resistere al tuo volere.
Tu hai fatto tutte le cose, il cielo e la terra
e tutte le meraviglie che vi sono racchiuse;
tu sei il Signore di tutto l’universo. (Est 4,17b)

Colletta

O Dio, fonte di ogni bene,
che esaudisci le preghiere del tuo popolo
al di là di ogni desiderio e di ogni merito,
effondi su di noi la tua misericordia:
perdona ciò che la coscienza teme
e aggiungi ciò che la preghiera non osa sperare.
Per il nostro Signore Gesù Cristo...

Oppure:
O Padre, che ci ascolti se abbiamo fede
quanto un granello di senapa,
donaci l’umiltà del cuore,
perché, cooperando con tutte le nostre forze
alla crescita del tuo regno,
ci riconosciamo servi inutili,
che tu hai chiamato a rivelare le meraviglie del tuo amore.
Per il nostro Signore Gesù Cristo...

È un male molto diffuso tra i credenti quello di considerare la fede come un atteggiamento puramente intellettuale, come la semplice accettazione di alcune verità. Cioè una fede che si traduce in una presa di posizione teorica, senza una vera incidenza sulla vita. Questo squilibrio ha come conseguenza lo scandalo della croce: l’esitazione davanti alle difficoltà che incontriamo ogni giorno e che sono sovente insormontabili se noi non siamo abbastanza radicati in Dio. Allora ci rivoltiamo con la stessa reazione insolente e insultante che scopriamo nelle parole del libro di Abacuc.
Le due brevi parabole del testo evangelico ricordano due proprietà della fede: l’intensità e la gratuità. Per mettere in rilievo il valore di una fede minima, ma solida, Cristo insiste sugli effetti che può produrre: cambiare di posto anche all’albero più profondamente radicato. Per insistere sulla fede come dono di Dio, porta l’esempio del servitore che pone il servizio del suo amore prima di provvedere ai suoi propri bisogni. È l’esigenza del servizio del Vangelo che ci ricorda san Paolo (1Tm 1,1), ma questo stesso apostolo ci avverte che “i lavori penosi” trovano sempre l’appoggio della grazia di Dio.

PRIMA LETTURA (Ab 1,2-3;2,2-4)
Il giusto vivrà per la sua fede.

Dal libro del profeta Abacuc

Fino a quando, Signore, implorerò aiuto
e non ascolti,
a te alzerò il grido: «Violenza!»
e non salvi?
Perché mi fai vedere l’iniquità
e resti spettatore dell’oppressione?
Ho davanti a me rapina e violenza
e ci sono liti e si muovono contese.
Il Signore rispose e mi disse:
«Scrivi la visione e incidila bene sulle tavolette,
perché la si legga speditamente.
È una visione che attesta un termine,
parla di una scadenza e non mentisce;
se indugia, attendila, perché certo verrà e non tarderà.
Ecco, soccombe colui che non ha l’animo retto,
mentre il giusto vivrà per la sua fede».

Parola di Dio

SALMO (Sal 94)
Ascoltate oggi la voce del Signore.

Venite, cantiamo al Signore,
acclamiamo la roccia della nostra salvezza.
Accostiamoci a lui per rendergli grazie,
a lui acclamiamo con canti di gioia.

Entrate: prostràti, adoriamo,
in ginocchio davanti al Signore che ci ha fatti.
È lui il nostro Dio
e noi il popolo del suo pascolo,
il gregge che egli conduce.

Se ascoltaste oggi la sua voce!
«Non indurite il cuore come a Merìba,
come nel giorno di Massa nel deserto,
dove mi tentarono i vostri padri:
mi misero alla prova
pur avendo visto le mie opere».



SECONDA LETTURA (2Tm 1,6-8.13-14)
Non vergognarti di dare testimonianza al Signore nostro.

Dalla seconda lettera di san Paolo apostolo a Timòteo

Figlio mio, ti ricordo di ravvivare il dono di Dio, che è in te mediante l’imposizione delle mie mani. Dio infatti non ci ha dato uno spirito di timidezza, ma di forza, di carità e di prudenza.
Non vergognarti dunque di dare testimonianza al Signore nostro, né di me, che sono in carcere per lui; ma, con la forza di Dio, soffri con me per il Vangelo.
Prendi come modello i sani insegnamenti che hai udito da me con la fede e l’amore, che sono in Cristo Gesù. Custodisci, mediante lo Spirito Santo che abita in noi, il bene prezioso che ti è stato affidato.

Parola di Dio





VANGELO (Lc 17,5-10)
Se aveste fede!

+ Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, gli apostoli dissero al Signore: «Accresci in noi la fede!».
Il Signore rispose: «Se aveste fede quanto un granello di senape, potreste dire a questo gelso: “Sràdicati e vai a piantarti nel mare”, ed esso vi obbedirebbe.
Chi di voi, se ha un servo ad arare o a pascolare il gregge, gli dirà, quando rientra dal campo: “Vieni subito e mettiti a tavola”? Non gli dirà piuttosto: “Prepara da mangiare, stríngiti le vesti ai fianchi e sérvimi, finché avrò mangiato e bevuto, e dopo mangerai e berrai tu”? Avrà forse gratitudine verso quel servo, perché ha eseguito gli ordini ricevuti?
Così anche voi, quando avrete fatto tutto quello che vi è stato ordinato, dite: “Siamo servi inutili. Abbiamo fatto quanto dovevamo fare”».

Parola del Signore

La potenza di un granellino di fede

Gli apostoli dissero al Signore: accresci in noi la fede. Nel Vangelo tutte le preghiere, di uomini donne malati peccatori di scepoli, stanno dentro due sole domande. La prima: Si­gnore, abbi pietà; la seconda: aumenta la nostra fede. Qui è riassunto l'universo del cuore, il nostro mondo di dolore e di mistero. Aumenta la fede: perché senza fede non c'è vita umana.
Come sarebbe possibile vivere senza fidarsi di qualcuno? Noi ci umanizziamo per relazioni di fiducia, a partire dai genitori, a co minciare dalla madre.
Fede che una forza immensa penetra l'universo.
Se aveste fede quanto un granellino di senape. Un granel lino microscopico, basta po chissima fede, quasi niente: è questione di qualità, non di quantità. Non una fede sicura e spavalda, ma quella che nella sua fragilità ha ancora più bisogno di Dio, che nella sua piccolezza ha ancora più fiducia in Lui, e si abbandona, si affida.
Potrete dire a questo gelso sradicati e vai a piantarti nel mare.
Ho visto il mare riempirsi di alberi. Fuori metafora: ho visto missionari vivere in luoghi impossibili; ho visto uomini e donne di fede, nella loro casa,
portare problemi senza soluzione, con un co raggio da leoni;
ho visto mu ra invalicabili di odio dissol versi. Ho visto gelsi volare sul mare, e non attraverso mira coli spettacolari, ma con il miracolo quotidiano
di un a more che non si arrende.
Anche voi, quando avete fat to tutto dite: siamo servi inutili.
Una parola che sembra con traddire altri passi del Vangelo ( beato quel servo... il padrone lo metterà a tavola e passerà a servirlo), che ci sorprende con l'aggettivo «inu tili». Inutile in italiano signi fica che non serve a niente, incapace. Ma non è questo il senso della parola originaria: servi non tanto inutili, ma che non si aspettano un utile, che non ricercano un vantaggio; servi senza pretese, né rivendicazioni, né secondi fini, che di nulla hanno bisogno se non di essere se stessi, che a giscono senza un fine che non sia la sola motivazione d'amore.
Scrive Madre Teresa di Calcutta: nel nostro servizio non contano i risultati, ma quanto amore metti in ciò che fai.
Il servizio è più vero dei suoi risultati, più importante della ricompensa e dei successi. Fede vera non è piantare al beri nel mare, neanche Gesù l'ha mai fatto. Fede vera è nel miracolo di dire: voglio essere semplicemente servitore di quelle vite che mi sono affidate: mio marito, mia moglie, i miei figli, l'anziano che ha perso la salute, e non avanzo neppure la pretesa della sua guarigione. Servitore come il mio Signore, venuto per servire, non per essere servito. Mi bastano allora grandi campi da arare, un granelli no di fede, e occhi nuovi di speranza.
padre Ermes Ronchi

PREGHIERA

Vorrei non vedere più gente che soffre.
Impotente mi scoraggio.

Gesù aiutami ad ascoltarti di più,
per avere più fiducia in te e nella tua parola,
l'unica capace di togliere potere alla disperazione
e dare sollievo ai cuori tribolati ed in pena.

Signore, se mai un giorno avessi un po' più di fede in te,
che non sia in nome della mia vanità
o per il mio bisogno d'onnipotenza,
ma per saperti compagno della mia vita,
solidale con la mia condizione umana.

Signore Gesù, l'obbedienza alla fiducia
mi faccia sperare di diventar più buono.
Accompagnami nel mio percorso di discepolo,
perché possa maturare e vivere armonioso.
Convinci il mio cuore d'esser servo inutile
dando scacco alla mia immodestia.

Grazie o Padre perché esisto per essere piantato in Te,
come la terra esiste per dar vita all'albero!

padre Mimmo Castiglione

Oggi, nella mia pausa contemplativa, chiederò forza e luce di Spirito Santo perché, all'orgogliosa timidezza che rende debole la mia fede, sappia contrapporre la fortezza che mi viene dal "carisma" di cui parla l'Apostolo, ossia quella grazia che ci è stata offerta a piene mani con il sigillo del Battesimo.

Ti consegno, Signore, il pugno chiuso della mia timidezza. Apri Tu le mie mani, perché quel granello di senapa che mi hai affidato, fidandoti di me, mi renda capace di spostare le montagne del mio pusillanime orgoglio.

La voce della mistica dell' "infanzia spirituale"
La paura mi fa indietreggiare; con l'amore non soltanto vado avanti, ma volo.
S. Teresa di Lisieux



Eccomi, Signore, sono servo inutile: Tu, però, degnati di utilizzarmi per il tuo stupendo piano di salvezza. Ti ringrazio e ti lodo.

Meditazione

Non ti inquietare quando non puoi meditare, non puoi comunicarti e non puoi attendere a tutte le pratiche devote. Cerca in questo frattempo di supplire diversamente col tenerti unita a nostro Signore con una volontà amorosa, con le orazioni giaculatorie, con le comunioni spirituali. (LdP, 77)

Padre Pio

sabato 2 ottobre 2010

Mando un angelo davanti a te

Dal libro dell’Esodo

Così dice il Signore:
«Ecco, io mando un angelo davanti a te per custodirti sul cammino e per farti entrare nel luogo che ho preparato.
Abbi rispetto della sua presenza, da’ ascolto alla sua voce e non ribellarti a lui; egli infatti non perdonerebbe la vostra trasgressione, perché il mio nome è in lui. Se tu dai ascolto alla sua voce e fai quanto ti dirò, io sarò il nemico dei tuoi nemici e l’avversario dei tuoi avversari.
Il mio angelo camminerà alla tua testa».

Parola di Dio

Unicità di Dio

Dio disse: Voi siete i miei servi, che io ho scelti, perché crediate in me e
sappiate che io sono il solo Dio. Prima di me non ce n'è stato un altro,
dopo di me non ce ne sarà. Io sono il solo Signore, l'unico che può salvare.

Isaia 43:10-11 TILC

Io sono il tuo Angelo

Pensiero di Padre Pio

Guardati dalle ansietà ed inquietudini, perché non vi è cosa che maggiormente impedisca il camminare nella perfezione. Poni, figliuola mia, dolcemente il tuo cuore nelle piaghe di nostro Signore, ma non a forza di braccia. Abbi una gran confidenza nella sua misericordia e bontà, ch'egli non ti abbandonerà mai, ma non lasciare per questo di abbracciare bene la sua santa croce. (LdP, 233)

Meditazione del giorno: "ascolta popolo mio..."

Clemente d'Alessandria (150-circa 215), teologo


Ascolta, popolo mio, voglio parlare... Io sono Dio, il tuo Dio (Sal 49,7)

« Ascoltate oggi la sua voce : non indurite il cuore come nel giorno del deserto dove mi tentarono i vostri padri... Non entreranno nel luogo del mio riposo » (Sal 94, 7-11). La grazia della promessa di Dio è abbondante, se oggi ascolteremo la sua voce, poiché quest'oggi si estende ad ogni giorno nuovo finché si dirà « oggi ». Quest'oggi perdura fino alla fine dei tempi, come pure la possibilità di imparare. Allora, il vero oggi, il giorno senza fine di Dio, si confonderà con l'eternità. Obbediamo dunque sempre alla voce del Verbo divino, la Parola di Dio fatta carne, perché l'oggi eterno è l'immagine dell'eternità e il giorno è il simbolo della luce ; ora, per gli uomini, il Verbo è la luce (Gv 1,9) nella quale vediamo Dio.

È dunque naturale che la grazia sovrabbondi per coloro che hanno creduto e obbedito, invece contro coloro che sono stati increduli, ... che non hanno riconosciuto le vie del Signore..., è naturale che Dio sia irritato e che li minacci. Così gli Ebrei hanno errato nel deserto ; non sono entrati nel luogo del riposo a causa della loro incredulità...

Perché egli ama gli uomini, il Signore li invita tutti « alla conoscenza della verità » (1 Tm 2,4), e manda loro lo Spirito Santo, il Paraclito... Ascoltate dunque, voi che siete lontani e voi che siete vicini (Ef 2,17). Il Verbo non si nasconde a nessuno. Egli è la nostra luce comune, brilla per tutti gli uomini. Affrettiamoci dunque verso la salvezza, verso la nuova nascita. Affrettiamoci a radunarci numerosi in un solo gregge, nell'unità dell'amore. E questa moltitudine di voci..., obbedendo ad un solo maestro, il Verbo, troverà il suo riposo nella Verità stessa e potrà dire « Abba Padre » (Rm 8,15).

ciao

per tutti coloro che mi vogliono bene un invito a riflettere

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