per capirci

GIACOMO 1, 2-4

Fratelli, considerate come motivo di gaudio perfetto le diverse prove alle quali voi potete essere esposti, sapendo che la fede messa
alla prova produce la pazienza. E' necessario però che la pazienza compia perfettamente l'opera sua, affinché voi siate pure perfetti ed
integri, senza mancare in niente.(Giacomo 1; 2-4)

Emmanuel

mercoledì 25 gennaio 2012

Salvezza, un dono dovuto?



I.
C'è salvezza al presente

L'apostolo dice "voi siete salvati". Non "voi sarete", o "affinché possiate essere", ma "siete stati salvati". Egli non dice "voi siete salvati in parte", né "siete sulla strada per essere salvati", né "speranza di salvezza", ma "per grazia siete salvati".
Dobbiamo essere chiari come il sole su questo punto, come Egli era, e non dobbiamo mai riposare finchè non sappiamo che siamo stati salvati.
In questo momento noi siamo o salvati o non salvati. Che sia chiaro.
A quale classe apparteniamo? Spero che, con la testimonianza dello Spirito Santo, possiamo essere così certi della nostra sicurezza e cantare "il Signore è la mia forza e mio canto ed è diventato la mia salvezza".
Su questo passo non mi dilungherò, ma passerò a osservare il prossimo punto. 

II.
Una salvezza attuale deve avvenire per Grazia 

Se possiamo dire di ogni uomo, o di un gruppo di persone, "voi siete salvati", dovremo precedere ciò con le parole "per Grazia". Non vi è alcun'altra salvezza attuale, eccetto quella che inizia e finisce con la Grazia.
Per quanto io so, non credo che nessuno nel mondo pretenda di predicare o di possedere una salvezza presente, ad eccezione di quelli che credono che la salvezza sia tutta per Grazia.
Nessuno nella Chiesa di Roma dichiara di essere salvato ora, completamente ed eternamente salvato. Una tale dichiarazione sarebbe eretica. Alcuni cattolici potrebbero sperare di entrare in Paradiso quando moriranno, ma la maggior parte di essi hanno la miserabile prospettiva del Purgatorio di fronte ai loro occhi. 
Vediamo continue richieste di preghiere per le anime dei defunti, e questo non ci sarebbe se quelle anime fossero salvate, e glorificate con il loro Salvatore. Le messe per la pace dell'anima indicano l'incompletezza della salvezza che Roma ha da offrire. Potrebbe ben essere così, poiché la salvezza papale è per opere, e anche se la salvezza per le buone opere fosse possibile, nessun uomo potrebbe mai essere sicuro che ne abbia effettuate un numero sufficiente per assicurarsi la salvezza.
Tra coloro che dimorano attorno a noi, troviamo molti che sono completamente estranei alla dottrina della Grazia, e questi non sognano mai di una salvezza al presente. Eventualmente pensano che possano essere salvati quando moriranno, oppure hanno una mezza speranza che dopo anni di attenta santità possano probabilmente essere salvati alla fine. Ma essere salvati ora, e sapere che sono salvati, va molto oltre a loro, perché pensano che sia presunzione.
Non ci può essere salvezza attuale a meno che essa sia su questa condizione, cioè "mediante la grazia siete salvati". E' cosa molto singolare che nessuno sia salito a predicare una salvezza attuale per opere. Suppongo che sarebbe troppo assurdo. Essendo le opere incompiute, la salvezza sarebbe incompleta, oppure, essendo la salvezza completa, il motivo principale del legalista sarebbe vano.
La salvezza deve essere "per Grazia".
Se l'uomo è perduto a causa del peccato, come può essere salvato se non mediante la Grazia di Dio? Se egli ha peccato, è condannato. E come potrebbe, da sè, invertire tale condanna? Supponiamo che egli debba osservare la legge per tutta la vita, alla fine avrà fatto ciò che da sempre era destinato a dover fare, continuerà a essere un servo inutile. Che cosa ne sarà del passato? Come possono i vecchi peccati essere cancellati? Come possono essere recuperate le vecchie rovine?
Secondo la Scrittura, e secondo il senso comune, la salvezza può essere solo mediante la gratuita Grazia di Dio. La salvezza nel tempo presente deve essere per Grazia gratuita di Dio.
Le persone possono contendere per la salvezza per opere, ma nessuno sosterrà argomentazioni dicendo "io mi sono salvato per ciò che ho fatto". Sarebbe un eccesso di malizia al quale pochi uomini arriverebbero. L'orgoglio difficilmente potrebbe girare intorno a se stesso con tale esagerato vanto. No, se siamo salvati, deve essere per la gratuita Grazia di Dio.
Nessuno dichiara apertamente di essere un esempio della tesi opposta. La salvezza per essere completa deve essere gratuita, per Grazia. I santi, quando arrivano a morire, mai concludono la loro vita sperando nelle loro opere buone. Coloro che hanno vissuto la vita più santa e utile, immancabilmente guarderanno alla Grazia gratuita nei momenti finali.
Non sono mai stato in piedi accanto al letto di un uomo pio che riponeva qualche fiducia nelle sue preghiere, o pentimento, o religiosità. Ho sentito uomini, per eccellenza santi, dichiarare in punto di morte le parole "Cristo Gesù è venuto nel mondo per salvare i peccatori". Infatti, gli uomini più vicino arriveranno al Paradiso, più preparati saranno per esso, e più sarà semplice la loro fiducia nei meriti del Signore Gesù e più intensamente aborriranno ogni fiducia in se stessi.
Se questo è il caso nei nostri ultimi momenti, quando il conflitto è quasi finito, molto di più dovremmo sentire che è così mentre ci troviamo nel mezzo delle lotte. Se un uomo è completamente salvato in questo tempo presente di guerra, come può esserlo se non per Grazia.
Mentre lui deve piangere per il peccato che dimora in sé, mentre deve confessare innumerevoli mancanze e trasgressioni, mentre il peccato è mescolato con tutto quello che fa, come può credere che sia completamente salvato eccetto che per la Grazia gratuita di Dio?
Paolo parla di questa salvezza come appartenente agli Efesini: "è per grazia che siete salvati". Gli Efesini si erano dati a curiose arti e mestieri di divinazione. Essi avevano perciò fatto un patto con le potenze delle tenebre. Ora, se in quanto tali questi furono salvati, deve essere per sola Grazia. Così è anche con noi: la nostra condizione iniziale ed il carattere rendono certo che, se siamo salvati, se abbiamo redenzione su tutto, dobbiamo addebitarlo alla Grazia gratuita di Dio. Io so che è così nel mio caso, e credo che la stessa regola abbia valore nel resto dei credenti.
Questo è abbastanza chiaro, e così passerò alla prossima osservazione: 

III.
La salvezza attuale per Grazia deve avvenire attraverso la fede

Una salvezza attuale deve avvenire per mezzo della Grazia e la salvezza per Grazia deve avvenire mediante la fede.
Non puoi impossessarti della salvezza per Grazia tramite qualsiasi mezzo che non sia la fede. Questo carbone ardente tolto dall'altare necessita delle molle d'oro della fede con cui portarlo. Presumo che sarebbe stato possibile, se Dio lo avesse voluto, ottenere salvezza attraverso le opere, e ma anche per Grazia. Perché se Adamo avesse obbedito perfettamente alla legge di Dio, avrebbe fatto solo ciò che doveva fare. E così, se Dio avesse voluto premiarlo, lo stesso premio sarebbe dovuto essere secondo la Grazia, dal momento che il Creatore non deve nulla alla creatura.
Sarebbe stato un sistema molto difficile da far funzionare già se l'uomo fosse stato perfetto, ma nel nostro caso non avrebbe funzionato affatto, perché la salvezza per noi significa liberazione dalla colpa e dalla rovina, e tale salvezza non può essere afferrata tramite opere buone dal momento che nessuno è in condizione di compierne alcuna.
Supponiamo che dovessi predicare che in quanto peccatori dovreste fare certe opere per essere salvati, e supponiamo che potreste compierle davvero, una simile salvezza quindi non potrebbe essere considerata altro che un completamento della Grazia; e ben presto apparirebbe come un debito.
Comprendete che in tal modo vi spetterebbe come una ricompensa del lavoro svolto? E il suo intero aspetto ne verrebbe modificato?
La salvezza per Grazia può essere afferrata solo per l'opera della fede: il tentativo di impadronirsi di Essa attraverso l'osservanza di certi decreti della legge comporterebbe alla Grazia di evaporare.
"Pertanto, è attraverso la fede che può esserci grazia". "Se è per Grazia, allora non è più per opere: altrimenti la Grazia non è più Grazia. Ma se è per opere, allora essa non è più Grazia e le azioni non sono più azioni".
Alcuni cercano di impadronirsi della salvezza per Grazia attraverso l'uso di cerimonie, ma non ci riusciranno. Voi siete battezzati, cresimati, e portati a ricevere "il santo sacramento" da mani sacerdotali, o siete battezzati, aderendo alla chiesa, seduti alla tavola del Signore: questo vi porta la salvezza? Vi chiedo, avete la salvezza? Voi non osate dirlo. Se proclamaste una sorta di salvezza, sarei sicuro che non ci sarebbe tuttavia nelle vostre menti la salvezza per Grazia.
D'altra parte, non potete prendere possesso della salvezza per Grazia mediante i vostri sentimenti. L'opera della fede è costruita per afferrare il presente di una salvezza per Grazia. Ma il sentimento non è adatto per questo scopo. Se state per dire: "devo sentire che sono salvato, devo sentire così tanto dolore e così tanta gioia oppure non ammetterò che sono salvato", vi accorgerete che questo metodo non vi permetterà di rispondere.
Tanto vale sperare di vedere con il vostro orecchio, o gustare con il vostro occhio, o udire con il vostro naso, che credere attraverso il sentimento: è l'organo sbagliato. Una volta che avrete creduto, potrete gustare la salvezza attraverso il sentimento e le sue influenze celesti, ma sognare di ottenere una comprensione di essa da parte dei vostri stessi sentimenti è tanto folle come tentare di portare via la luce del sole con il palmo della vostra mano, o il respiro del paradiso tra le ciglia dei vostri occhi. C'è un'assurdità essenziale nell'intera faccenda.
Del resto, la testimonianza prodotta dal sentimento è singolarmente mutevole: quando i vostri sentimenti sono pacifici e deliziosi, sono presto cambiati in peggio, e diventano irrequieti e malinconici. Il più mutevole degli elementi, la più debole delle creature, le circostanze più spregevoli, possono affondare o sollevare il vostro spirito: uomini esperti arrivano a pensare sempre meno alle loro emozioni, in quanto riflettono sul poco affidamento che sicuramente può essere riposto su di esse.
La fede accoglie la dichiarazione di Dio concernente la Sua forma di perdono misericordioso  portando salvezza all'uomo credente; ma il sentimento si riscalda con appelli appassionati, e fa arrendere se stesso delirante ad una speranza che non si osa esaminare, fa volteggiare in tondo in una sorta di danza dei dervisci delle emozioni che è diventata necessaria per il suo proprio sostegno; è sotto tutti gli aspetti un' eccitazione, un mare agitato che non può riposare.
Dalle sue ebollizioni e dalle sue furie, il sentimento tende a scendere a tiepidezza, scoraggiamento, disperazione e a tutti i mali affini.
I sentimenti sono come un gruppo di nuvole, di fenomeni ventosi che non possono essere attendibili in riferimento alle eterne verità di Dio.
Ora facciamo un ulteriore passo avanti: 

IV.
La salvezza per Grazia è mediante la fede
e non viene da noi stessi 

La salvezza, la fede, e l'intera azione congiunta della Grazia, non dipende da noi.
In primo luogo, esse non risultano dai nostri meriti precedenti: non sono la ricompensa di precedenti buone imprese. Nessuna persona non rigenerata è vissuta così bene che Dio sia tenuto a darle ulteriore Grazia, e concederle la vita eterna, altrimenti essa non sarebbe più per Grazia, ma per debito. La salvezza ci viene donata, non è guadagnata da noi.
La nostra vecchia vita è sempre un vagare lontano da Dio, e nella nostra vita nuova il ritorno a Dio è sempre un'azione di misericordia immeritata, operata su coloro che fortemente ne necessitano, ma non la meritano.
Non è da noi stessi, in senso ulteriore, perchè essa non viene fuori da un nostro pregio originario; la salvezza viene dall'alto, e non viene mai scaturita da dentro. Può la vita eterna svilupparsi dalle costole nude della morte? Alcuni osano dirci che la fede in Cristo, e la nuova nascita, sono solo la creazione delle cose buone che erano nascoste dentro di noi per natura, ma in ciò, come il loro padre, essi parlano da loro stessi.
Signori, se un erede dell'ira non verrà recuperato, egli diventerà sempre più idoneo al luogo preparato per il diavolo e i suoi angeli! Potete prendere l'uomo non rigenerato, ed educarlo come il più elevato, ma egli resta e dovrà per sempre rimanere, morto nel peccato, a meno che un potere più alto arrivi a salvarlo da se stesso.
La Grazia porta nel cuore un elemento totalmente estraneo. Essa non migliora e perpetua, essa uccide e fa rivivere. Non c'è continuità tra lo stato naturale e lo stato di Grazia: l'uno è tenebre e l'altra è luce, l'uno è morte e l'altra è vita. La Grazia, quando viene a noi, è come un tizzone caduto in mare, dove certamente si spegnerebbe se non fosse stato di una tale qualità miracolosa da sconfiggere inondazioni; costituisce come proprio il regno del fuoco e della luce persino negli abissi.
Quindi la salvezza per Grazia mediante la fede non è da noi stessi nel senso che è un risultato del nostro potere. Siamo per forza obbligati a vederla come un atto divino, come la creazione o la provvidenza, o la resurrezione. In ogni fase del processo di salvezza è appropriato specificare che "non viene da voi". Dal primo desiderio dopo la Sua accoglienza piena per mezzo della fede, la salvezza è sempre di più solo del Signore, e non di noi stessi.
L'uomo crede, ma questa convinzione è solo un risultato tra i molti impianti della vita divina eseguiti da Dio stesso dentro l'anima dell'uomo. Pertanto anche la stessa volontà di essere salvati per Grazia non è di noi stessi, ma è dono di Dio.
Qui sta l'enfasi della questione. Un uomo dovrebbe credere in Gesù: questo è suo dovere per ricevere Colui che Dio ha stabilito essere una propiziazione per i peccati. Ma l'uomo non crede in Gesù, lui preferisce qualsiasi altra cosa piuttosto che la fede nel suo Redentore, a meno che lo Spirito di Dio convinca il suo discernimento e costringa la volontà, l'uomo non avrà mai un cuore per credere in Gesù unto a vita eterna.
Chiedo a qualsiasi uomo salvato di guardare indietro alla sua stessa conversione, e spiegare come avvenne.
Vi siete convertiti a Cristo, e creduto nel Suo nome, questi erano i vostri propri atti e compimenti. Ma cosa vi causò la conseguenza di trasformarvi? Quale forza sacra fu quella che vi fece voltare dal peccato verso la giustizia? A cosa attribuite questo rinnovamento singolare dell'esistenza verso qualcosa di migliore notato dal vostro prossimo? No... ammettete pure che non potreste essere stati quello che siete oggi, se non fosse per qualcosa di potente che toccò la molla della vostra volontà, che illuminò la vostra comprensione, e che vi guidò fino ai piedi della croce.
Con gratitudine noi confessiamo il fatto, deve essere così. La salvezza per Grazia mediante la fede, non è di noi stessi. E nessuno di noi si sognerebbe mai di pretendere un qualche onore per la nostra conversione, o per qualche effetto benevolo scaturito dalla prima causa divina.
Ultimo di tutti: 

V.
Attraverso la Grazia siete stati salvati
mediante la fede, e ciò non viene da voi stessi,
ma è il dono di Dio 

La salvezza può essere chiamata Theodora o dono di Dio, e ogni anima salvata può essere soprannominata Dorothea, che è un'altra forma della stessa espressione. Moltiplicate le vostre frasi, ed espandete la vostra esposizione; ma la salvezza completamente risalita al suo Capo è tutta contenuta nel dono ineffabile, la libera, smisurata, benedizione dell'amore.
La salvezza è il dono di Dio, in opposizione a un salario. Quando un uomo paga a qualcuno il suo salario, fa quello che è giusto, e nessuno si sogna di essere da lodare per questo. Ma noi lodiamo Dio per la salvezza, perché essa non è un pagamentoma è il dono della Grazia. Nessun uomo entra nella vita eterna sulla terra, o in Paradiso, come qualcosa che gli è dovuto, questo è il dono di Dio.
Di solito si dice "niente è più gratuito di un dono". La salvezza è così pura, così assolutamente donata da Dio, che nulla può essere più gratuito. Dio la dà perché così decise, nel rispetto di quel grandioso messaggio che ha fatto mordere di collera le labbra a più di un uomo: "Io avrò misericordia di chi avrò misericordia, e avrò compassione di chi avrò compassione" (cfr. Esodo 33:19 e Romani 9:15).
Siete tutti colpevoli e tutti condannati, e il grande Re perdona chi vuole in mezzo a voi. Questa è la Sua prerogativa reale. Egli salva nella sovranità infinita della Grazia.
La salvezza è il dono di Dio, da dirsi esattamente così, in opposizione al concetto di sviluppo. La salvezza non è una produzione naturale dall'interno, essa è portata da una zona straniera e radicata nel cuore da mani celesti. La salvezza è nella sua totalità dono di Dio.
Se voi desiderate averla, essa vi viene, completa. Vorreste averla come un dono perfetto? Se rispondi "no, io la produrrò nel mio laboratorio", sappi che non potrai forgiare un'opera così rara e costosa, per la quale Gesù consumò il sangue della Sua vita.
Ecco una veste senza cuciture, tessuta da cima a fondo, ti coprirà e ti farà glorioso. Vuoi averla? Se rispondi "no, mi siederò al telaio e tesserò una veste tutta mia!" allora stolto e orgoglioso che sei! Tu fileresti ragnatele. Tu tesseresti un sogno. Vorresti forse fare quello che Cristo sulla croce dichiarò essere finito?
Essa è il dono di Dio, questo è, ed è eternamente sicuro in contrasto ai doni degli uomini che presto passano. "Non come il mondo dà, io vi do", dice il Signore Nostro Gesù. Se il Mio Signore Gesù vi dona salvezza in questo momento, l'avete, e l'avete per sempre. Egli non ve la riprenderà mai indietro, e se Lui non ve la riprende, chi potrà farlo?
Se Lui vi salva ora per mezzo della fede, voi siete salvati, così salvati che non perirete mai. Nessuno potrà strapparvi dalla Sua mano.
Possa essere così per ognuno di noi! Amen. 
C. H. Spurgeon

http://www.spurgeon.org/sermons/3479.htm
traduzione a cura di:http://consapevolinellaparola.blogspot.com/   

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