per capirci

GIACOMO 1, 2-4

Fratelli, considerate come motivo di gaudio perfetto le diverse prove alle quali voi potete essere esposti, sapendo che la fede messa
alla prova produce la pazienza. E' necessario però che la pazienza compia perfettamente l'opera sua, affinché voi siate pure perfetti ed
integri, senza mancare in niente.(Giacomo 1; 2-4)

Emmanuel

martedì 29 ottobre 2013

Melchisedec


IL RE DI SHALEM
Melchisedec, re di Salem (= shâlêm), fece portare del pane e del vino. Egli era sacerdote del Dio altissimo. Egli benedisse Abramo, dicendo: «Benedetto sia Abramo dal Dio altissimo, padrone dei cieli e della terra! Benedetto sia il Dio altissimo, che t'ha dato in mano i tuoi nemici!» E Abramo gli diede la decima di ogni cosa.  Genesi 14:18-20 
Analisi del termine "shâlêm"
Nella narrazione della Genesi, il patriarca Abramo ad un certo punto incontra un personaggio misterioso mai comparso prima, che viene presentato come re di Salem. Viene descritto come sacerdote del Dio altissimo in un tempo in cui non esistevano ancora lo stesso popolo di Israele e la tribù sacerdotale dei Leviti. Questo re fece portare del pane e del vino, benedicendo Abramo nel momento in cui era di ritorno da una battaglia per la liberazione di suo fratello e del popolo che era stato catturato dagli eserciti di Chedorlaomer re di Elam, Tideal re dei Goim, Amrafel re di Scinear e Arioc re di Ellasar.
Dopo averlo benedetto, il re di Salem scompare dalla scena senza comparire mai più nei libri del pentateuco. Chi era dunque questo Melchisedec? Inizialmente la città di Gerusalemme era indicata con il nome di Salem, per cui si è portati a pensare che egli fosse il re di Gerusalemme addirittura mille anni prima che diventasse la capitale di Israele durante il regno di Davide. Tuttavia credo sia importante riflettere sul fatto che shâlêm sia in realtà un'aggettivo con i seguenti significati:
irreprensibile, completo, del tutto, intero, solo, perfetto, preparato, sicuro, non tagliato, con tutto il cuore, interamente dedicato.
Nello stesso pentateuco infatti il termine ricorre più volte, in contesti che rivelano queste stesse accezioni. Possiamo vedere un esempio tratto dal libro del Deuteronomio:
Deuteronomio 25:15 Terrai pesi esatti (= shâlêm) e giusti, terrai misure esatte e giuste, affinché i tuoi giorni siano prolungati sulla terra che il SIGNORE, il tuo Dio, ti dà.
In questo contesto troviamo la traduzione di "esatto" per rendere l'aggettivo shâlêm. Un peso pieno, esatto, corretto. Tornando al testo iniziale di Genesi quindi, possiamo comprendere come Melchisedec sia presentato potenzialmente come re di Salem (in quanto città) ma anche come re di giustizia, re di pace, di completezza, di perfezione, di interezza. Un re perfetto, completo, giusto ed esatto. Un re speciale e sovrannaturale. 

L'ORDINE DI MELCHISEDEC
Salmo 110 Salmo di Davide.
Il SIGNORE (=YHWH) ha detto 
al mio Signore (= 'âdôn):
«Siedi alla mia destra
finché io abbia fatto dei tuoi nemici lo sgabello dei tuoi piedi».
Il SIGNORE (=YHWH) stenderà da Sion lo scettro del tuo potere.
Domina in mezzo ai tuoi nemici!
Il tuo popolo si offre volenteroso
quando raduni il tuo esercito.
Parata di santità, dal seno dell'alba
la tua gioventù viene a te come rugiada.
Il SIGNORE (=YHWH) ha giurato e non si pentirà:
«Tu sei Sacerdote in eterno,
secondo l'ordine di Melchisedec».
Signore (= 'ădônây), alla tua destra,
schiaccia dei re nel giorno della sua ira,
giudica i popoli,
ammucchia i cadaveri,
stritola la testa ai nemici in un vasto territorio.
Si disseta al torrente lungo il cammino,
e perciò terrà alta la testa.
Per ritrovare il nome di Melchisedec nel panorama biblico, dobbiamo aspettare il Salmo 110. Un salmo la cui paternità è tradizionalmente associata a Davide, e che dal punto di vista ebraico risulta essere particolarmente enigmatico e di difficile comprensione. Le stesse parole di apertura pongono un ostacolo: "Il Signore ha detto al mio Signore". Di chi sta parlando il salmista? I versi successivi si svolgono nella presentazione di questa figura che siede alla destra di YHWH e riceve tutti i suoi nemici come sgabello dei suoi piedi. Mostrano la potenza di Dio, la sua autorità sul popolo e un'incredibile giuramento rivolto al protagonista iniziale:

«Tu sei Sacerdote in eterno,
secondo l'ordine di Melchisedec»

Ancora una volta dal nulla emerge il nome di Melchisedec che viene però ora associato addirittura ad un ordine sacerdotale! L'intero pentateuco non dà alcuna informazione a riguardo di questo "ordine" che viene accennato ma che resta nel più profondo mistero. Il salmo è chiaramente messianico ma presenta degli incredibili elementi di novità. Le azioni e il giuramento infatti rimbalzano tra YHWH e 'ădônây (il nome che veniva sovrapposto al vero nome di Dio, ossia appunto YHWH). Leggendo in questo modo quindi è come se il Signore dicesse al Signore, dicesse a sé stesso! Nella Scrittura infatti nessun uomo può stare alla destra di Dio, nessun uomo ha mai ricevuto o potrà ricevere per giuramento divino un ruolo sacerdotale al di sopra di quello levitico! Nessun uomo, nessun angelo, nessuna creatura. 
Come vedremo più tardi, il salmo si riferisce senza ombra di dubbio al decreto eterno di Dio Padre di conferire a Dio Figlio un sacerdozio eterno, per un'espiazione eterna - ossia fuori dal tempo - rivolta al popolo di Dio. 
Il misterioso Melchisedec, re perfetto, presentato nel libro della Genesi dunque, viene qui ripreso in relazione ad un ordine di sacerdozio non umano associato a Dio stesso. Senza la consapevolezza spirituale della pienezza di Dio nel Padre e nel Figlio, queste scritture non hanno alcun senso. E Gesù lo sapeva molto bene.

L'INSEGNAMENTO DI CRISTO
Il Salmo 110 infatti è citato direttamente da Gesù in un contesto riportato da tutti i Vangeli sinottici:
Gesù, mentre insegnava nel tempio, disse: «Come mai gli scribi dicono che il Cristo è Figlio di Davide?  Davide stesso disse per lo Spirito Santo: "Il SIGNORE (= kyrios) ha detto al mio Signore (= kyrios)'Siedi alla mia destra, finché io abbia messo i tuoi nemici sotto i tuoi piedi'". Davide stesso lo chiama Signore; dunque come può essere suo figlio?» E una gran folla lo ascoltava con piacere. Marco 12:35-37 
Essendo i farisei riuniti, Gesù li interrogò, dicendo: «Che cosa pensate del Cristo? Di chi è figlio?»  Essi gli risposero: «di Davide».  Ed egli a loro: «Come mai dunque Davide, ispirato dallo Spirito, lo chiama Signore, dicendo: "Il SIGNORE (= kyrios) ha detto al mio Signore (=kyrios)'Siedi alla mia destra finché io abbia messo i tuoi nemici sotto i tuoi piedi'"? Se dunque Davide lo chiama Signore, come può essere suo figlio?»  E nessuno poteva replicargli parola; da quel giorno nessuno ardì più interrogarlo. Matteo 22:41-46 
Ed egli disse loro: «Come mai si dice che il Cristo è Figlio di Davide? Poiché Davide stesso, nel libro dei Salmi, dice: "Il SIGNORE (= kyrios) ha detto al mio Signore (= kyrios)'Siedi alla mia destra, finché io abbia messo i tuoi nemici come sgabello dei tuoi piedi'". Davide dunque lo chiama Signore; come può essere suo figlio?» Luca 20:41-44 
Gesù nel Tempio di Gerusalemme si rivolge ai farisei e, citando appunto questo salmo, chiede spiegazioni a riguardo di un paradosso per la dottrina ebraica. L'Antico Testamento infatti descrive il Messia come discendente di Davide, ma in questo salmo, Davide stesso descrive il Messia come suo Signore. Come è possibile che un uomo, un suo discendente possa contemporaneamente essere suo Signore? I migliori conoscitori della Tanakh non poterono rispondergli.
Perché all'epoca, così come al giorno d'oggi, non vi è alcuna risposta a questo fatto paradossale al di fuori che riconoscere Gesù Cristo come Messia e come Dio. E' degno di nota il fatto che TUTTI gli evangelisti riportano nei rispettivi Vangeli la citazione del Salmo 110 usando per ogni ricorrenza del termine "Signore", lo stesso identico termine. Laddove in ebraico vi era una piccola sfumatura differente, il greco evangelico prende una chiara e netta posizione nel riconoscere in Dio il soggetto unico della citazione. Il Signore ha detto al mio Signore, ossia DIO ha detto al mio DIO. Una conversazione, un patto, un giuramento che coinvolge senza alcuna possibilità di errore le due Persone della divinità. Non due dèi ma un unico Dio in tre Persone, due delle quali si accordano promulgando un decreto eterno.
I farisei da quel giorno non ardirono più interrogarlo per paura. La conoscenza sovrannaturale è infinitamente più alta della conoscenza religiosa e umana, tanto più alta da atterrire coloro che non la conoscono. La conoscenza di Dio tura la bocca a tutti coloro che si reputano dottori della legge, dottori della Parola unicamente per la propria vanagloria, per il proprio tornaconto o per il proprio potere religioso. La verità, è che non vi è alcuna conoscenza al di fuori della conoscenza di Dio. Non vi è alcuna sapienza al di fuori della sapienza di Dio. 
1Corinzi 1:20 Dov'è il sapiente? Dov'è lo scriba? Dov'è il contestatore di questo secolo? Non ha forse Dio reso pazza la sapienza di questo mondo? 
[...]
Tuttavia, a quelli tra di voi che sono maturi esponiamo una sapienza, però non una sapienza di questo mondo né dei dominatori di questo mondo, i quali stanno per essere annientati; ma esponiamo la sapienza di Dio misteriosa e nascosta, che Dio aveva prima dei secoli predestinata a nostra gloria e che nessuno dei dominatori di questo mondo ha conosciuta; perché, se l'avessero conosciuta, non avrebbero crocifisso il Signore della gloria. 1Corinzi 2:6-8 

La sapienza di Dio è stata nascosta e predestinata a gloria di coloro che hanno conosciuto il Signore. Chi non lo ha conosciuto come vero uomo e vero Dio, tale quale è, può solo inseguire i propri ragionamenti umani senza afferrare mai la verità. Il Vangelo di Marco testimonia che una gran folla ascoltava con piacere Gesù, mentre molti altri non osavano più interrogarlo per paura della sua sapienza. Così è anche al giorno d'oggi. La vera Chiesa - invisibile e conosciuta da Dio - riconosce la voce del buon Pastore e lo ascolta con piacere. Ma tanto nel mondo quando nella Chiesa visibile, molte sono anche le persone che anziché convertirsi si allontanano da Cristo per paura di riconoscersi vuoti e in errore.
Una dottrina non potrà mai essere il fondamento della fede, perché il fondamento della fede è Cristo. Lo scopo delle Scritture è testimoniare di Lui, lo scopo dello Spirito Santo è quello di glorificarlo. Egli è la sapienza di Dio, che rende pazza e insensata la sapienza di questo mondo.

IL GARANTE DI UN PATTO MIGLIORE
Benché fosse Figlio, imparò l'ubbidienza dalle cose che soffrì; e, reso perfetto, divenne per tutti quelli che gli ubbidiscono, autore di salvezza eterna, essendo da Dio proclamato sommo sacerdote secondo l'ordine di Melchisedec. Ebrei 5:8-10 
Questo Melchisedec, re di Salem, era sacerdote del Dio altissimo. Egli andò incontro ad Abraamo, mentre questi ritornava dopo aver sconfitto dei re, e lo benedisse. E Abraamo diede a lui la decima di ogni cosa. Egli è anzitutto, traducendo il suo nome, Re di giustizia; e poi anche re di Salem, vale a dire Re di pace. È senza padre, senza madre, senza genealogia, senza inizio di giorni né fin di vita, simile quindi al Figlio di Dio. Questo Melchisedec rimane sacerdote in eterno. Ebrei 7:1-3 

Ne consegue che Gesù è divenuto garante di un patto migliore del primo. Ebrei 7:22

La Lettera agli Ebrei è il libro neotestamentario che spiega meglio il significato delle pratiche del culto ebraico alla luce della rivelazione di Cristo. Anche per questo tema, la lettera non aggira l'argomento del sacerdozio di Melchisedec ma anzi, al contrario, lo affronta per la prima volta nelle Scritture in un modo chiaro e completo. Egli è Gesù Cristo che, reso perfetto, è stato proclamato da Dio come sommo sacerdote secondo quest'ordine profetizzato dal Salmo 110.  Melchisedec stesso quindi, senza padre, madre o genealogia, senza inizio di giorni né fin di vita è in realtà il Figlio di Dio. Questa è la rivelazione spirituale che apre la chiave di comprensione di Genesi 14, del Salmo 110 e dello stesso insegnamento di Cristo che anche ai giorni d'oggi rimane coperto da un velo per tante persone. Questa è la sapienza di Dio, sapienza che esponiamo a coloro che sono maturi nella fede, una sapienza che nessuno tra i dominatori di questo mondo ha conosciuto. Una sapienza che per il mondo è pazzia ma per coloro che sono chiamati è la potenza stessa del Signore.
Davide Galliani

sabato 19 ottobre 2013

Gesù Cristo, vero uomo e vero Dio


Come dunque avete ricevuto Cristo Gesù, il Signore [= Kyrios], così camminate in lui; radicati, edificati in lui e rafforzati dalla fede, come vi è stata insegnata, abbondate nel ringraziamento. Guardate che nessuno faccia di voi sua preda con la filosofia e con vani raggiri secondo la tradizione degli uomini e gli elementi del mondo e non secondo Cristo; perché in lui abita corporalmente tutta la pienezza della Deità [=Theotētos]; e voi avete tutto pienamente in lui, che è il capo di ogni principato e di ogni potenza; in lui siete anche stati circoncisi di una circoncisione non fatta da mano d'uomo, ma della circoncisione di Cristo, che consiste nello spogliamento del corpo della carne: siete stati con lui sepolti nel battesimo, nel quale siete anche stati risuscitati con lui mediante la fede nella potenza di Dio che lo ha risuscitato dai morti. Colossesi 2:6-12 
Questo brano della Lettera ai Colossesi, manifesta pienamente tutta l'attenzione che l'Apostolo Paolo rivolgeva nel mettere al centro di ogni cosa Gesù Cristo. Egli lo chiama "Signore", utilizzando il termine greco "Kyrios".  Questo termine veniva utilizzato nell'Antico Testamento tradotto in greco per rendere la parola ebraica "Adonai" che è il modo in cui ancora oggi viene letto il tetragramma divino YHWH altrimenti impronunciabile. "Adonai" quindi sostituiva il nome di Dio nell'Antico Testamento, e veniva tradotto in greco con lo stesso termine utilizzato dall'Apostolo Paolo in relazione a Cristo.
esù Crist               
Questo è il "nome al di sopra di ogni altro nome" con cui Cristo è stato sovranamente innalzato (Fil 2:9), ed è il fulcro di tutto il cambiamento della comunità cristiana successiva alla resurrezione.
Se durante il ministero terreno di Cristo, il messaggio era rivolto ai Giudei e riguardava il pentimento e il Regno di Dio in modo generico (leggi Luca 10, Matteo 10), dopo la Sua resurrezione le cose cambiarono in modo radicale in un modo che l'Apostolo Giovanni descrive direttamente per bocca di Cristo:

Ho ancora molte cose da dirvi; ma non sono per ora alla vostra portata; quando però sarà venuto lui, lo Spirito della verità, egli vi guiderà in tutta la verità, perché non parlerà di suo, ma dirà tutto quello che avrà udito, e vi annuncerà le cose a venire. Egli mi glorificherà perché prenderà del mio e ve lo annuncerà. Giovanni 16:12-14 

Durante la vita di Gesù, la sua identità e il suo ruolo non furono compresi neanche dai dodici discepoli, tant'è che alla sua domanda "e voi, chi dite che io sia", soltanto Pietro rispose grazie alla rivelazione del Padre (Mt 16:13-16). Alcuni pensavano che fosse Giovanni battista risorto oppure Elia, Geremia o uno dei profeti. Alla resurrezione però, ogni consapevolezza fu rivista alla luce di questo evento e i discepoli furono trasformati e riempiti dallo Spirito Santo.

L'identità di Cristo fu rivelata in modo più completo, lo scopo del suo sacrificio e della resurrezione poté essere interpretato alla luce delle Scritture. Il messaggio stesso del Vangelo acquisì piena maturità. L'evangelizzazione non riguardava più il fatto che il regno dei cieli si fosse avvicinato ma riguardava la salvezza ottenuta per grazia mediante la fede (Efesini 2:8), attraverso il sacrificio di Cristo. Pietro fece una nuova esperienza che lo portò alla consapevolezza che la salvezza offerta da Dio era destinata anche alle persone di origine non ebraica (Atti 10). L'Apostolo Paolo fu chiamato da Gesù stesso (Atti 9) e messo da parte dallo Spirito Santo (Atti 13) per essere "l'apostolo degli stranieri" (Ro 11:13). Contemporaneamente a tutte queste novità e rivelazioni portate da Dio però, alcune persone cercarono fin da subito di parlare male della "nuova via" (Atti 19:9), mentre altri rimasero ancorati alla tradizione ebraica rinnegando queste nuove esperienze e dando luogo al fenomeno del giudeo cristianesimoQuesto pensiero, insieme allo gnosticismo, rappresentò il più grande pericolo per l'insegnamento cristiano delle origini che si trovò fin da subito a combattere con tutto quello che riguardava le tradizioni degli uomini e non le indicazioni di Dio. Anche i rituali ebraici infatti, pur essendo comunicati direttamente da Dio nel pentateuco, furono ben presto svuotati del loro significato per promuovere un tradizionalismo umano e sterile, così come possiamo leggere già dal primo capitolo del libro di Isaia, intorno al 700 a.C. 

«Che m'importa dei vostri numerosi sacrifici?», dice il SIGNORE;
«io sono sazio degli olocausti di montoni e del grasso di bestie ingrassate;
il sangue dei tori, degli agnelli e dei capri,
io non lo gradisco
Quando venite a presentarvi davanti a me,
chi vi ha chiesto di contaminare i miei cortili?
Smettete di portare offerte inutili;
l'incenso io lo detesto;
e quanto ai noviluni, ai sabati, al convocare riunioni,
io non posso sopportare l'iniquità unita all'assemblea solenne.
L'anima mia odia i vostri noviluni e le vostre feste stabilite;
mi sono un peso che sono stanco di portare.
Quando stendete le mani, distolgo gli occhi da voi;
anche quando moltiplicate le preghiere, io non ascolto;
le vostre mani sono piene di sangue.
Lavatevi, purificatevi,
togliete davanti ai miei occhi la malvagità delle vostre azioni;
smettete di fare il male;
imparate a fare il bene; cercate la giustizia,nosti
rialzate l'oppresso,
fate giustizia all'orfano,
difendete la causa della vedova!
Poi venite, e discutiamo», dice il SIGNORE;
«anche se i vostri peccati fossero come scarlatto,
diventeranno bianchi come la neve;
anche se fossero rossi come porpora, diventeranno come la lana.
Isaia 1:11-18 

Ma possiamo anche ascoltare direttamente le parole che Gesù rivolse ai farisei del suo tempo:

Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, perché pagate la decima della menta, dell'aneto e del comino, e trascurate le cose più importanti della legge: il giudizio, la misericordia, e la fede. Queste sono le cose che bisognava fare, senza tralasciare le altre. Matteo 23:23 

Laddove il giudizio, la misericordia e la fede vennero trasportati in un nuovo patto dunque (Ebrei 8:13), le tradizioni umane continuarono ad essere osservate e idolatrate da alcuni che le reputavano più importanti di ogni altra cosa, e che non riconoscevano il "nome nuovo" di Cristo, la nuova rivelazione che mostrava la sua identità come quella di vero uomo e vero Dio. 
A questo riguardo, l'Apostolo Paolo mette in guardia la comunità di Colossi, esortando a stare attenti del fatto che nessuno tra di loro possa essere fatto preda, possa essere raggirato, sedotto con la [falsa]filosofia e con le tradizioni degli uomini e gli elementi del mondo. 
Infatti, in Cristo abita corporalmente tutta la pienezza della Deità.
Colossesi 2:9

       [Fonte]

Corporalmente, in quanto Egli si è incarnato, e chi non riconosce questo fatto pubblicamente è un anticristo (2 Gv 7). Ma oltre ad essere pienamente uomo Egli è anche pienamente Dio, e questo è reso con "Theotētos" un termine presente solo in questo passo del Nuovo Testamento e che deriva
da "Theósossia "Dio". 

Giovanni 1:1 Nel principio era la Parola, la Parola era con Dio, e la Parola era Dio [= Theós].
Giovanni 20:28 Tommaso gli rispose: «Signor mio e Dio [= Theós] mio!»
1Giovanni 5:20 Sappiamo pure che il Figlio di Dio è venuto e ci ha dato intelligenza per conoscere colui che è il Vero; e noi siamo in colui che è il Vero, cioè, nel suo Figlio Gesù Cristo. Egli è il vero Dio [= Theós] e la vita eterna.
Romani 9:5 ai quali appartengono i padri e dai quali proviene, secondo la carne, il Cristo, che è sopra tutte le cose Dio [= Theós] benedetto in eterno. Amen!
Tito 2:13 aspettando la beata speranza e l'apparizione della gloria del nostro grande Dio [= Theós] e Salvatore, Cristo Gesù.
Ebrei 1:8 parlando del Figlio dice: il tuo trono, o Dio [= Theós], dura di secolo in secolo [...]
Il significato che sta dietro a queste parole è chiaro, e designa Gesù Cristo come Dio. Egli non è una divinità minore, Egli non ha solo una parte della divinità perché in Lui abita corporalmente TUTTA la pienezza della Deità. Proprio questo concetto infatti è la sorgente di tutta la fede cristiana che vede di conseguenza avere tutto pienamente in LuiDal tempo della lettera ai Colossesi sono passati interi millenni ma la situazione in realtà non è cambiata di molto. Ancora oggi sono presenti coloro che vivono secondo la tradizione degli uomini e gli elementi del mondo e non secondo Cristo, e che cercano di predare con la [falsa]filosofia e con vani raggiri chi non è ancora ben radicato ed edificato in Cristo. Ecco quindi l'attualità di questo insegnamento biblico, che deve mettere in guardia ogni credente sincero affinché possiamo non essere più come bambini sballottati e portati qua e là da ogni vento di dottrina per la frode degli uomini, per l'astuzia loro nelle arti seduttrici dell'errore; ma, seguendo la verità nell'amore, possiamo crescere in ogni cosa verso colui che è il capo, cioè Cristo. Efesini 4:14,15

Solo a Dio ogni onore e gloria.
Amen.

mercoledì 2 ottobre 2013


.L'uomo naturale non riesce a fare la volontà del Signore nè arrivare alle Sue promesse che si ricevono per la fede in Cristo e non per attivismo umano.Tutto quello a cui l'uomo può arrivare, e non sempre, senza l'intervento di Dio sono le cose terrene ma non può arrivare,in alcuna maniera,a prendere le pur minime cose celesti.
la perseveranza e gli sforzi per entrare nella porta stretta Satana continua a fare oggi ciò che fece in Eden:prende una parte della parola di Dio e la mostra alle anime dopo averne alterato il significato.
Egli lo fa per allontanarle dalla fede in Cristo e,quindi,dalla volontà di Dio.
Per esempio,egli distorce i versi che si trovano in Mt 10:22;Col 1:23; 1Tim 2:15 ;4:16,e similari. Tali versi recitano: ''...ma chi avrà perseverato sino alla fine sarà salvato.'' Alterando il significato di questo verso e mostrandolo così alterato alle anime,Satana ha un doppio scopo:
1°scopo: mostrare una salvezza,diluita nel tempo,cioè che non si ottiene subito ma della quale si avrà certezza solo nel giorno del giudizio, mentre la genuina parola di Dio è illuminante nel dire,riferendosi al presente:
''...eccolo ora il giorno della salvezza! (2Cor 6:1-3) e: '' Chi ha il Figlio ha la Vita;chi non ha il Figlio di Dio,non ha la Vita.''(1Giov 5:12-13)
Praticamente in un dato momento della sua vita,l'uomo ha la Vita di Dio in sé,se ha ricevuto il Figlio di Dio,o non ha la Vita di Dio in sé se non ha ricevuto il Figlio di Dio. E' la testimonianza che Dio ha resa al proprio Figlio e chi non crede questa testimonianza di Dio lo fa bugiardo (1 Giov 5:6-13).
2° scopo: spingere le anime fuori dalla fede in ciò che il Cristo ha loro acquistato per dannarle dopo una vita,di inutili e increduli tentativi. E ciò viene fatto con errate interpretazioni della scrittura che ben si adattano a tale scopo.Per esempio con quanto riferisce Luca 13:24 dove è scritto:
'' sforzatevi d'entrare per la porta stretta,perché io vi dico che molti cercheranno di entrare e non potranno.''
Con questo verso,molte anime vengono convinte dal nemico di Dio a produrre,in tanti modi,svariati e continui tentativi per guadagnarsi una salvezza che,invece,è un dono del Signore a coloro che credono in Gesù Cristo e nel suo sacrificio. La porta è definita ''stretta'' proprio per la difficoltà che ha l'uomo di stare fermo nella fede,ed è per questo che si parla di sforzi a chi,non ancora Nato di Nuovo,potrebbe ritornare indietro.
In questo caso l'unica cosa che l'uomo è chiamato a fare per ottenere la salvezza è proprio quella di rimanere nella fede del Figlio di Dio.
L'uomo inizia, spesso, credendo nella parola di Dio poi,lascia la sua posizione di fede e riprende a lottare,con le sue sole forze,ma senza successo.Così egli ha fatto ciò che gli era più facile:si è attivato nello operare con i suoi sforzi per avere la salvezza,mentre doveva studiarsi di rimanere nella fede in ciò che il Cristo gli aveva ottenuto. Le promesse di Dio si realizzano per fede e solo dopo si vedono operanti in chi le ha realizzate.
L'inconvertito non può appropriarsi delle promesse di Dio in Cristo perchè non ha la fede necessaria per poterlo fare;egli riceverà solo ciò che l'intervento diretto e misericordioso del Signore potrà dargli.A sua volta il credente deve rimanere fermo in ciò che ha creduto.
La parola scritta è necessaria ma non è sufficiente.Occorre che lo Spirito Santo vivifichi,nel cuore del credente,la fede in quella parola. Proprio perchè è credente egli accetta,come vera,tutta la Bibbia,ma quando l'Eterno vuole dargli qualcosa di specifico nella parola,ne vivifica la fede in quella stessa parola.Se Dio non facesse questo,vano sarebbe ogni sforzo del credente per ottenere il dono di Dio.
Ritornando a Mat 10:22 e Luca 13:24: Attenzione!Satana mette in questi versi una sollecitazione, un'enfasi tale da spingere le anime ad uscire dalla volontà di Dio e agire con la propria volontà. Ed è proprio perchè il nemico altera questa parola che il Signore continua a dirci di perseverare fino alla fine e di sforzarci per riuscire ad entrare.Si può vincere, solo, rimanendo fermi nella fede finchè vediamo realizzate le promesse di Dio.
E' scritto in 2 Cron 20: 17 ''state fermi (nella fede),e vedrete la liberazione che il Signore vi darà.'' L'unica opera che il credente è chiamato a fare è credere in Colui che Dio ha mandato (Giov 6:28-29).
Dio non dà la salvezza,o altro dono celeste,in cambio della perseveranza o di sforzi personali, altrimenti la salvezza non sarebbe più un dono.La Bibbia stessa smentisce queste diaboliche alterazioni della parola di Dio.
Alcuni esempi:
1Efe 2:4-10; l'Eterno salva l'uomo sin da quando questi,ancora morto nei peccati,ha creduto in Cristo.Egli lo ha vivificato per Grazia e ha preparato per lui le opere che incontrerà nel suo cammino.
2.Rom 7:14-25; E' inutile sforzarsi per entrare se si vive nel peccato. Dio farà entrare,senza tanti sforzi,coloro che dimorano nella sua fede. In particolare i Nati di Nuovo. Anche se l'uomo mettesse tutta la sua volontà ed il suo impegno per vincere il peccato onde ottenere il perdono di Dio e la salvezza,non riuscirebbe nel suo proposito a causa della corruzione, il corpo di morte,che abita in lui.
3.Qualsiasi cosa fatta dall'uomo per salvarsi o migliorarsi,addirittura lo stesso pensiero di volerla fare,sarebbe una dimostrazione d'incredulità e una grave offesa nei riguardi di colui il quale,per amore,ha dato la sua vita ottenendogli ogni bene celeste.Tutto quello che Dio vuole dare al credente si ottiene per fede,e senza la fede non si può piacere a Dio (Ebr 11:6).
Tutti quelli che lottano per ottenere il dono di Dio non avranno mai la certezza della salvezza e condurranno una vita nell'ansia,e nel dubbio; e chi annuncia alle anime una salvezza ottenibile con sforzi personali, le allontana dalla fede e,se non si ravvede,di questo dovrà rendere conto a Dio.
Che Dio possa aprire gli occhi di ogni anima e comprendere ciò andando ai piedi del Signore in umiltà, la vita eterna non si puo perdere altrimenti non sarebbe come Gesu' dice eterna , ma temporanea, colui che è nato di nuovo salvato per grazia sara custodito dal Signore.

 http://vocechegrida.ning.com/forum/topics/sulla-vita-eterna

martedì 1 ottobre 2013

Due talenti



"Poi, si presentò anche quello dei due talenti e disse: “Signore, tu mi affidasti due talenti; ecco, ne ho guadagnati altri due”. Il suo padrone gli disse: “Ben fatto, servo buono e fedele, sei stato fedele in poca cosa, ti costituirò sopra molte cose; entra nella gioia del tuo Signore”. (Matteo 25:22-23)

Ogni dono VERAMENTE buono e ogni dono perfetto viene dall'alto e discende dal Padre della luce. "Per tutto ciò che gli uomini hanno devono risalire alla Grande Fontana, il donatore di ogni bene. Hai talenti? Essi ti furono donati dal Dio dei talenti. Hai tempo? Hai ricchezza, influenza, potere? Hai competenze con le lingue? Hai competenza di ragionamenti? Sei un artista, un poeta, uno statista, o un filosofo? Qualunque sia la tua posizione, e qualunque siano i tuoi doni, ricorda che essi non sono tuoi, ma ti sono stati concessi in prestito dall'alto. Nessun uomo ha nulla di proprio, eccetto i suoi peccati. Siamo usufruttuari, ma a  piacimento di Dio. Dio ci ha posto sulle Sue proprietà, e ha detto: "Occupatele fino al mio ritorno.".

Tutto il pregio della nostra abilità e l'uso di essa deve essere per Dio, perché Egli è il Donatore. La parabola ci dice questo in modo molto intezionale, perché fa prendere atto ad ogni persona che i suoi talenti provengono dal Signore. Anche l'uomo che scavò una buca nel terreno e nascose il denaro del suo Signore, non negò che il suo talento apparteneva al suo Maestro, perchè sebbene la sua risposta: "Ecco, tu hai quello che era tuo," fosse oltremodo impertinente, tuttavia essa non fu una smentita di questa realtà. Così che, persino, quest'uomo fu posto davanti a coloro che negano i propri obblighi verso Dio, e che sdegnosamente scuotono la testa al solo accenno di ubbidienza verso il loro Creatore, e dedicano il loro tempo e le loro competenze in ribellioni contro di Lui piuttosto che al Suo servizio.

Oh, che potessimo essere tutti saggi per credere e per agire su questa tra le più eclatanti tra tutte le verità, che ogni cosa che abbiamo, che abbiamo ricevuto perviene dall' Altissimo.

Ora, ci sono alcuni uomini al mondo che hanno pochi talenti. La nostra parabola dice: "Uno ne aveva cinque, e un altro due". Di loro tratterò questa mattina; e prego che, le poche cose acute che potrò dire, siano benedette di Dio per la loro edificazione o per la loro riprensione.

In primo luogo, farò notare il fatto che ci sono molte persone che hanno pochi talenti, e cercherò di spiegare la dispensazione di Dio a pochi di loro. In secondo luogo, vorrei ricordare loro che anche per questi pochi talenti dovranno rendere conto. E in terzo luogo, concluderò con una osservazione confortante, e cioè che se i nostri pochi talenti saranno usati giustamente, né la nostra coscienza, né il giudizio del nostro Maestro ci condanneranno per non averne di più.

I.  Dio ha creato alcuni uomini con POCHI TALENTI

Voi, molto spesso, sentite gli uomini parlare tra di loro come se Dio non avesse creato alcuna differenza mentale per nessuno. Un uomo trova da sè il successo, ed egli suppone che se ogni altro avesse potuto essere così operoso e perseverante come egli stesso, ognuno  avrebbe dovuto essere necesssariamente un uomo di successo. Sentirete spesso osservazioni contro ministri che sono uomini devoti e sinceri, ma ai quali non capita di avere il tipo di potere che attrae molto, e così vengono chiamati persone noiose e  pigre, perché non riescono a fare molto scalpore nel mondo, mentre il motivo può essere, bensì, che essi abbiano, poco talento, e stiano facendo il miglior uso di ciò che possediono, e, quindi, non dovrebbero affatto essere rimproverati per la pochezza  di quello che sono in grado di realizzare. È un fatto, che ogni uomo dovrebbe  vedere, che anche nella nostra nascita c'è una differenza. Tutti i bambini non sono precoci allo stesso modi, e tutti gli uomini, di certo, non sono  in grado di apprendere  o di insegnare allo stesso modo. Dio ha creato autorevoli e meravigliose differenze. Noi non dobbiamo supporre che la differenza tra un Milton e un uomo che vive e muore senza essere in grado di leggere, sia stata causata dall'educazione. C'era, senza dubbio, una differenza originaria, e anche se l'educazione farà molto, non potrà fare ogni cosa. Un terreno fertile, quando ben coltivato dovrà necessariamente produrre più della migliore tenuta coltivata, la cui terra è dura e sterile. Dio ha  deciso e creato grandi differenze, e noi dobbiamo, trattando con i nostri simili,  ricordare questo, perché non dovremmo dire cose severe di quegli stessi uomini a cui Dio potrà poi dire: "Ben fatto, buono e fedele servitore".

Ma come è mai che Dio non abbia donato a tutti gli uomini stessi talenti? La mia prima risposta è, perché Dio è un Sovrano, e di tutti gli attributi, vicini al Suo amore,  vi è quello che Dio è più che affettuoso anche solo nel mostrare la Sua sovranità. Il Signore Dio avrà voluto far conoscere così agli uomini che ha il diritto di fare ciò che vuole con la propria volontà. Così avviene, anche per la salvezza che, Egli la conceda ad alcuni e non ad altri, e la Sua unica risposta a qualsiasi accusa di ingiustizia è, "Piuttosto chi sei tu, o uomo, che disputi con Dio? La cosa formata dirà a colui che la formò: «Perché mi hai fatto così?»" Il verme non sta a mormorare perché Dio non lo  creato come un angelo, e il pesce che nuota nel mare non starà a lamentarsi perché non ha le ali per volare nel più alto dei cieli. Dio aveva il diritto creare le sue creature proprio come Gli piaceva, e se gli uomini possono anche contestare il Suo diritto, Egli lo controlla e lo mantiene inviolato contro tutti gli avversari. Vale a dire che Egli può anche custodire il Suo diritto in merito creando l'uomo orgoglioso per riconoscere ciò; in tutti i suoi doni ci ricorda continuamente della Sua sovranità. "Io darò a questo uomo," dice, "una mente così acuta che egli metterà il naso in tutti i segreti, voglio creare un altro così ottuso, che niente, neanche gli elementi più semplici della conoscenza possano essere mai  conseguibili per  lui. Darò a un uomo una tale ricchezza di immaginazione, che egli accumulerà monti su monti di immagini, finchè il suo linguaggio sembrerà raggiungere la maestà celeste; darò ad un altro uomo, un'anima così noiosa, che non sarà mai in grado di originare un pensiero poetico.""Perché questo, o Dio?" La risposta che ritorna è: "Non posso fare ciò  che voglio di quello che è mio?"  
Così, quindi, dei bambini che non sono ancora nati e che non hanno mai fatto del bene o del male, per il proponimento di Dio, secondo la Sua elezione, potrebbe accadere, quello che è stato scritto, e cioè che: "il maggiore servirà il minore", questo è scritto anche  in relazione agli uomini, per cui, uno di loro potrà essere superiore a un altro, uno piegherà il suo collo e un altro porrà il suo piede su di esso, perché il Signore ha il diritto di disporre di luoghi e di doni, di talenti e di ricchezza, proprio come sembra buono ai Suoi occhi.

Ora, la maggior parte degli uomini dissente su questo. Ma notate, che  la cosa di cui vi lamentate  in Dio, è la cosa che vi piace per voi stessi. Ogni uomo ama sentire che egli ha il diritto di fare con la propria volontà come gli pare. A tutti noi piace essere piccoli sovrani. Potreste dare il vostro denaro liberamente e generosamente ai poveri, ma se ogni uomo dovesse sollecitare sfacciatamente che egli abbia diritto alla vostra carità, vuoi gli dareste qualcosa? Certamente no, e chi metterebbe sotto accusa la grandezza della vostra generosità, così facendo? E 'proprio come quella parabola, che abbiamo in uno degli Evangeli, dove, dopo che gli uomini avevano lavorato duramente, alcuni dei quali dodici ore, alcuni sei, e alcuni di loro solo un'ora, il Signore diede ad ogni uomo un denaro. Oh! Vorrei umilmente chinare il capo e dire: "Signore, mi hai dato un talento? Allora io ti benedico per questo, e ti prego di riversare su di me la grazia di usarlo correttamente. Hai dato a mio fratello dieci talenti? Ti rendo lode per la grandezza della tua bontà verso di lui, ma io non lo invidio, né lamento di te ". Oh! Uno spirito umile che si inchina sempre davanti alla sovranità di Dio.

Di nuovo: Dio dà a uno a cinque, e ad altri due talenti, perché il Creatore è un amante della varietà. Si è detto che l'ordine è la prima legge del cielo; sicuramente la varietà è la seconda, perché in tutte le opere di Dio, c'è la più bella diversità. Guardate verso il cielo di notte: tutte le stelle non brillano con la stessa brillantezza, né sono disposte in linea retta, come le lampade delle nostre strade. Poi voltate gli occhi di sotto; guardate il mondo vegetale, dove vi sono molte grandi differenze, che vanno dal cedro del Libano all'issopo sul muro, o al muschio che è ancora più piccolo. Vedete, come dal grande mastodontico albero, che appare come se al di sotto dei suoi rami si potrebbe ombreggiare un esercito, fino al piccolo lichene, Dio ha fatto ogni cosa bella, ma tutto pieno di varietà. Guardate su qualsiasi albero, se non vi dispiace: vedete come ogni foglia differisce dalla sua compagna,  come anche i piccoli piccoli germogli stanno, a quest'ora, scoppiando di profumo all'avvicinarsi del profumo della primavera, diversi l'uno dall'altro, non due di loro fatti allo stesso modo. Guardate di nuovo, sul mondo animato: Dio non ha creato ogni creatura simile ad un'altra. Quanto è ampia la gamma, dall'elefante colossale, al coniglio che scava nella roccia; dalla balena, che rende le profondità marine canute con le sue frustate, al piccolo pesciolino che sfiora il ruscello; Dio ha fatto ogni cosa diversa, e noi possiamo vederne la varietà ovunque. Io non dubito che sia lo stesso, anche in cielo, perchè lì  vi sono "troni, domini, e principati e le potenze", e varie classi di angeli, forse, salendo di livello in livello. "Una stella differisce da un'altra stella in gloria"

E perché non dovrebbe essere valida  la stessa regola per gli uomini? Forse che Dio ci ha formati tutti nello stesso stampo? Non mi sembra sia così, perchè non ha formato le nostre facce uguali, non esistono due volti che si possa dire che sono esattamente uguali, perché se pur ci possa essere qualche somiglianza, c'è anche una  manifesta diversità. Dovrebbero  le menti, allora, essere uguali? Dovrebbero tutte  le anime essere assegnate nello stessa maniera? Dovrebbe la creazione di Dio ridursi verso il basso come una grande fabbrica, in cui tutto si fonde nello stesso fuoco ed è versato nella stesso stampo? No, per amore della varietà, Egli avrà un uomo rinomato, un Davide, e un altro, sconosciuto scudiero di Davide, Egli avrà un uomo, un Geremia, che profeterà, e un altro, un Baruc, il quale leggerà solo la profezia; uno sarà ricco come Epulone, un altro povero come Lazzaro, uno parlerà con una voce forte come il tuono, un altro sarà muto, uno sarà potente in parole e in dottrina, un altro sarà debole nel parlare e tardo nelle parole. Dio avrà varietà, e verrà il giorno in cui, guardando dall'alto in basso il mondo, vedremo la bellezza della sua storia, per essere enormemente in debito verso la varietà dei personaggi che entravano in esso.

Ma andiamo un po' oltre. Dio ha una ragione più profonda di questo. Dio dà ad alcuni uomini, soltanto pochi talenti, perché ha molte piccole sfere, e lui vuole che tutte queste siano riempite. C'è un grande oceano, e necessita di abitanti. "O Signore, tu hai fatto il Leviatano per nuotare in esso". C'è una grotta segreta, una caverna nascosta, lontano nelle profondità marine, il suo ingresso è piccolo, ma, se non vi fosse altro che un Leviatano, dovrebbe  rimanere vuota per sempre: un pesciolino viene così creato, e quel piccolo luogo diventa un oceano per lui. Vi sono mille ramoscelli e rametti sugli alberi della foresta, ci sono solamente tutte aquile, come potrebbero le foreste essere rese felici attraverso il canto, e come potrebbe ogni ramoscello sopportare questi cantanti? Ma poichè Dio ha voluto che ogni ramoscello avesse la propria musica, ha creato un piccolo cantore per sedersi su di esso. Ogni ambito deve avere la creatura adattata alle dimensioni dell'ambiente da occupare. Dio agisce sempre in maniera economica. Un uomo intende essere il pastore di qualche piccola parrocchia con quattro o cinquecento abitanti? Che senso avrebbe dare a quell'uomo le capacità di un apostolo? Una donna intende essere l'umile insegnante dei propri figli a casa, una tranquilla insegnante per la sua famiglia. Non la turberebbe o addirittura la ferirebbe se Dio volesse fare di lei una poetessa, e darle doni che potrebbero elettrizzare una nazione? La pochezza dei suoi talenti si adatterà a lei in misura della piccolezza del suo ambito. C'è un giovane che è pienamente capace di fare l'assistente in una Ragged School: forse se avesse una genialità maggiore potrebbe disdegnare quel lavoro, e così il Ragged School rimarrebbe senza il suo ottimo insegnante. Vi sono piccoli ambiti, e Dio avrà piccoli uomini per occuparli. Vi sono posti di servizio importanti, e gli uomini saranno muniti con nervi e muscoli equipaggiati per quel lavoro. Egli ha creato una statua per ogni nicchia, e una foto per ogni porzione della galleria, nessuna sarà lasciato vuoto, ma dato che alcune nicchie sono piccole, così saranno anche le statuine che le occupano. Ad alcuni Egli dà due talenti, perché due sono sufficienti, e cinque sarebbero troppi.

Di nuovo: Dio dà agli uomini due tipi di talenti, perché in essi molto spesso Egli mostra la grandezza della Sua grazia nel salvare le anime. Avrete sentito parlare di un ministro che era grandemente letto nella tradizione sacra, la sua saggezza era profonda, e il suo discorso gradevole. Sotto la sua predicazione molti sono stati convertiti. Non avete sentito mai, anche se non totalmente dichiarato, ma solo accennato, che gran parte del suo successo era dovuto alla sua erudizione e alla sua graziosa oratoria?  
Ma, d'altro canto, avrete incontrato un uomo, con durezza nella sua dialettica, rozzo nei modi, evidentemente senza grandi cognizioni letterarie, Dio, tuttavia, ha dato a quell'uomo come unico talento un cuore sincero, parla come un figlio del tuono, con rozzo linguaggio severo, denuncia e proclama il Vangelo, sotto di lui centinaia sono stati convertiti. Il mondo,  però, sogghigna su lui. "Non vedo alcuna ragione per tutto questo", dice lo studioso, "è tutto ciarpame, un discorso ipocrita; quell'uomo non sa nulla." Il critico prende in mano la penna, il pennino viene intinto nell'inchiostro più amaro che riesce a trovare, e scrive una storia dell'uomo, più gradevole per sè, nella quale arriva al punto di dire, che non vede le corna sulla sua testa, ma quasi,  di tutto tranne che quello. Lui è tutto ciò che è male, e nulla di quello che è, è buono. Egli lo denuncia totalmente. Di lui dice che è insensato, è vano, è volgare, è orgoglioso, è analfabeta, è volgare. Non c'è nessuna parola della lingua inglese che sia abbastanza grave per il critico, ma una in più dovrebbe essere coniata. 
E ora che cosa ne dice la Chiesa? Che cosa dice l'uomo stesso? "Anche così, o Signore, ora, deve esserci gloria a Te per sempre, in quanto Tu hai scelto le cose ignobili di questo mondo, e le cose che non sono, per ridurre a nulla le cose che sono." 
Così appare che dal piccolo,  Dio, a volte, conquisti maggior gloria che dal grande, ed io che non dubito che Egli abbia creato alcuni di voi con poco potenza per fare del bene, con scarsa influenza, e con un ambito ristretto, affinchè Egli possa nell'ultimo grande giorno, rendere manifesto agli angeli quanto si possa  fare in un piccolo spazio.

Sapete, cari amici, ci sono due cose che da sempre attraggono la nostra attenzione. Una è la destrezza rappresentata in una stupenda massa. Vediamo la nave enorme, e ci chiediamo quale uomo potrebbe averla creata, in un altro momento vediamo un elegante oggetto di fabbricazione umana che si regge in piedi su meno di un centimetro quadrato, e diciamo: "Beh, posso comprendere come gli uomini possano creare una grande nave, ma non riesco a capire come un artista possa avere la pazienza e l'abilità di creare una cosa così minuta come questa." E ah! Amici miei, non mi sembra che Dio non sia un Dio più grande, anche per la nostra percezione, quando vediamo i campi sconfinati dell'etere e i globi innumerevoli che in esso nuotano, rispetto a quando vediamo un umile residente di un cottage, per il quale la perfetta divina parola è portata a compimento nella sua anima, e la più alta gloria di Dio, modellata dal suo piccolo talento. Sicuramente se, nel poco, l'uomo può onorare se stesso così come nel grande, l'Infinito e Eterno, può più di tutti glorificare se stesso quando si abbassa alla piccolezza del genere umano.

II. Anche di POCHI TALENTI si dovrà rendere conto

Noi siamo molto pronti, quando pensiamo al giorno del giudizio, ad immaginare che certi personaggi subiranno un giudizio più di altri. So che ho spesso, involontariamente, detto durante la lettura della storia di Napoleone, "Qui c'è un uomo di straordinaria capacità, padrone del mondo; una dozzina di secoli potrebbero essere richiesti per produrre un altro uomo così, ma qui c'è un uomo che prostituisce tutta la sua capacità all' ambizione, conduce le sue armate come una valanga distruttiva attraverso ogni paese, rende le mogli vedove, e i bambini orfani, non a centinaia, ma a migliaia, se non a milioni. Quale dovrà essere il suo solenne rendiconto quando sarà davanti al trono di Dio? Non si alzeranno  testimoni dai campi di Spagna, di Russia, d'Italia, d'Egitto, della Palestina, e accuseranno quell'uomo che, per appagare la propria audace ambizione, li condusse a morte?" 
Ma vi prego di ricordare che se Napoleone dovrà essere un prigioniero alla sbarra, anche ognuno di noi dovrà stare lì.  E anche se la nostra posizione non è molto elevata, e noi non abbiamo calpestato l'apice della fama, tuttavia noi abbiamo resistito a Dio abbastanza da essere sotto l'esame dell' osservazione dell'Altissimo, e non abbiamo avuto solo la capacità e la potenza sufficiente per aver fatto del male nel mondo, ma per essere responsabili per questo. "Oh!" dice uno, "Credevo che, sicuramente, nel giorno del giudizio Dio mi avrebbe oltrepassato, io sono stato un nessun Tom Paine, io non sono stato un capo fra i miscredenti bassi e volgari, non sono stato un assassino, io non sono stato un principe tra i peccatori, non sono stato un disturbatore della quiete pubblica; quei pochi peccati che ho commesso hanno avuto luogo in silenzio, nessuno ha mai sentito parlare di loro, non credo che il mio cattivo esempio sia arrivato lontano, forse i miei figli non sono stati molto benedetti dal mio comportamento, ma, tuttavia, la mia è stata solo una piccolissima quantità di malizia, troppo piccola per aver avvelenato qualcuno al di fuori di me stesso. Io sono stato, nel complesso, così discretamente morale, che anche se non posso dire che ho servito Dio, tuttavia le mie malversazioni dalla via del dovere sono state lievi davvero!" 
Ah! davvero amici! voi potete pensare così in piccolo di voi stessi, ma il vostro rendervi insignificanti  non vi scuserà.

Avete avuto ben poco affidato a voi! Bene, allora avrete avuto meno difficoltà di fare uso dei vostri talenti. L'uomo che ha molti talenti necessita di un lavoro molto duro per usarli tutti. Potrebbe trovare la scusa di aver trovato  troppi cinque talenti  per farli fruttare in una sola volta; voi ne avete uno solo, chiunque può usare il suo unico talento per farlo fruttare, vi costerà una difficoltà molto piccola fare questo, e per quanto voi vivete e morite, senza aver migliorato quel solo talento, il vostro senso di colpa sarà oltremodo accresciuto dal fatto stesso che il vostro talento, era piccolo, e, di conseguenza, la difficoltà di usarlo, sarebbe stata anch'essa piccola. Se avete avuto poco, Dio ha richiesto poco di voi, perché, allora, non avete reso quel poco? Se qualcuno possiede una casa ad un canone di una sterlina l'anno,  non lascia che sia  considerata una casa di poco valore per quel prezzo, e se l'affittuario  non porta il suo affitto non c'è nessuna mezza scusa per lui che non sarebbe stato così se l'affitto fosse stato di un centinaio di sterline, e lui avesse omesso di portarlo.  

Voi che avete poco sarete i più imperdonabile a causa del poco che vi è stato richiesto. 

Lasciatemi, allora, rivolgermi a voi, e ricordarvi che dovrete arrivare a renderne conto.
Ricordate miei ascoltatori, che nel giorno del giudizio il vostro rendiconto dovrà essere personale, Dio non vi chiederà quanto ha fatto la vostra chiesa, Egli ti chiederà che cosa hai fatto te. Ora c'è una scuola domenicale. Se Dio volesse provare tutti i membri della chiesa come in un corpo unico,  ognuno di loro direbbe: "O Signore, come un corpo abbiamo avuto un eccellente scuola domenicale, e abbiamo avuto molti insegnanti", e così essi  scuserebbero se stessi. Invece no, uno per uno, tutti i professori dovranno venire prima di lui. "Che cosa hai fatto per la scuola? Ti ho dato un dono per insegnare ai bambini, che cosa ne hai fatto?", "O Signore, non vi era una scuola". Questo non ha nulla a che fare con esso? Che cosa hai fatto? Non starai a rendere conto, in quel momento, per la chiesa alla quale eri unito, ma per te stesso come individuo. "O", dice uno, "ci sono stati un certo numero di ministri poveri. Ero al Surrey Hall, e così tanto è stato fatto per loro". No, quanto hai fatto te? Tu devi essere ritenuto personalmente responsabile della tua personale ricchezza, e per la tua propia abilità. "Be'', dice uno, "Sono lieto di dire che c'è un maggiore impegno per predicare ora che vi sono persone usate per farlo. Le chiese sembrano essere risvegliate". Sì, signore, e ti sembra di fare parte di quel merito. Hai predicato più di chi viene usato per farlo?  Tu sei un ministro? Tu fai tutti gli sforzi maggiori?

Ricordate, non è ciò che i vostri fratelli stanno facendo, ma è per quello che fate voi che sarete chiamati a dare spiegazioni alla sbarra di Dio, e a ciascuno di voi sarà fatta questa domanda: "Che cosa hai fatto TU con il tuo talento?" 
Tutta la vostra connessione con le chiese non vi servirà a nulla, ma sarà il vostro personale agire, i vostri servizi personali nei confronti di Dio, che vi saranno richiesti come evidenza della grazia salvifica. E se gli altri, con cui eravate, sono stati inattivi, se gli altri non hanno ripagato a Dio il Suo dovuto, tanto maggiore sarà il motivo per cui avreste dovuto essere oltremodo diligenti nel farlo da soli. Rammentate, ancora una volta, che il vostro rendiconto dovrà essere particolaraggiato. Dio passerà in rassegna tutti  i suoi elementi. Nel giorno del giudizio non si potrà fare un rendiconto frettoloso, ma si leggerà ogni elemento. Potete provarlo? Sì, "Per ogni parola oziosa che l'uomo avrà fatto, egli si accosterà a Dio rendendone conto nel giorno del giudizio". Ora, è negli elementi che gli uomini vanno fuori strada. "Bene", dice uno, "se guardo alla mia vita, in gran parte, non me ne vergogno molto", ma si tratta di quegli elementi, quei piccoli oggetti, che sono la parte problematica del rendiconto, quelli di cui uno non ha premura  a rimettervi mano. Sapete che tutto il passato è composto da piccole cose? E le cose di ogni giorno sono tutte piccole, e quello che fate oggi, domani diventarà tutte piccole cose. Proprio come le minuscole conchiglie che formano le colline di gesso, e le colline di gesso che insieme compongono la catena montuosa, così le azioni insignificanti compongono l'intero vostro rendiconto, e ciascuna di queste dovrà essere estratta in parti separate. Hai avuto un'ora di tempo, l'altro giorno, che cosa hai fatto? Hai avuto una bella voce, come l'hai utilizzata? Hai avuto una penna, avresti potuto usarla, che cosa hai fatto per impiegarla? Ogni particolare dovrà essere tirato fuori, e ci potrà essere richiesto un rendiconto per ciascuno di questi elementi. Oh, che possiate essere saggi, che non facciate insulto a questo tema, ma che abbiate appreso ogni nota della musica del vostro comportamento, e cerchiate di rendere ogni nota in sintonia con la sua compagna, affinché, dopo tutto, il salmo della vostra vita non possa rivelarsi una discordanza orribile. Oh, e voi che siete senza Dio possiate ricordare che la vostra vita è sicuramente tale che il processo dell'ultimo grande giorno potrà concludersi solo nella vostra condanna. 
Ancora una volta, tale rendiconto sarà molto preciso, e non ci sarà niente da fare senza quelle piccole cose. "Oh, ci sono stati alcuni peccatucci, e molto piccole cose davvero, non ho mai fatto menzione di loro a nessuno." Ma saranno tutti portati alla luce in quel momento. Quando Dio verrà a guardare dentro i nostri cuori, alla fine, Egli non solo guarderà il  grande, ma il piccolo, ogni cosa verrà vista dentro, i peccati piccoli così come la grande iniquità, tutti dovranno essre portati contro di noi, ed un resoconto esatto dovrà esserne dato. 
Ricordate, anche, che su questo punto, il rendiconto sarà molto imparziale nel giorno del giudizio, quando tutto verrà provato, senza alcun riferimento alla vostra posizione sociale. Il principe sarà chiamato a rendere conto del suo talento, e fianco a fianco dovrà stare in piedi il suo cortigiano e il suo schiavo. L'imperatore più potente dovrà stare alla sbarra di Dio, così come il piccolo abitante più cattivo. E tutti dovranno comparire ed essere provati secondo le azioni che avranno fatto nella carne. Per quanto riguarda le nostre professioni, esse non ci serviranno a nulla. Potremmo essere stati gli ipocriti più fieri che mai con il nostro orgoglio e potremmo aver reso il mondo più malato che mai, ma dovremo essere cercati ed esaminati, anche se fossimo stati i più vili peccatori. Dovremo  avere tutti il nostro processo davanti al tribunale eterno di Dio, e nulla potrà influenzare il Nostro giudice, o fargli avere  un parere a favore o contro di noi, a parte l'evidenza dei fatti stessi. 
Oh, come tutto  questo renderà solenne il processo, soprattutto se non avremo il sangue di Cristo per supplicare! Il grande Avvocato otterrà per il Suo popolo un'assoluzione, attraverso i suoi meriti imputati, anche se il nostro peccato di per sè ci condannerebbe. Ma ricordate, che senza di Lui non saremo mai in grado di sopportare la prova del fuoco di quell'ultimo terrore dell'assise. "Bene," disse un vecchio predicatore, "quando fu data la legge, Sinai era avvolto in  un fumo, e si sciolse come cera, ma quando verrà data la punizione attraverso la legge, tutta la terra tremerà e si perderà d'animo.  " Chi sarà in grado di sopportare il giorno del Signore, il giorno di ira di Dio? "


III. Se I NOSTRI DUE TALENTI saranno giustamente utilizzati, il fatto che non ne abbiamo avuti cinque, non è un danno PER NOI

Voi dite che, quando muore un uomo che era  un fulcro per la chiesa, un trionfo per la verità, gli angeli verrano in massa per vederlo ai cancelli del cielo, perché egli è stato un potente eroe, e ha fatto molto per il suo Maestro. Un Calvino o un Lutero, con quali consensi saranno ricevuti! Uomini con talenti, che sono stati fedeli alla loro responsabilità. Sì, ma voi non sapete, che vi è più di un pastore, di un umile villaggio, il cui gregge a malapena arriva al numero cinquanta, che lavora duramente per loro come per la propria vita, che passa ore a pregare per il loro benessere, che utilizza tutta la poca capacità che ha nel suo sforzo di guadagnarli a Cristo, e potete voi immaginare che la sua entrata in paradiso debba essere meno trionfante rispetto all'ingresso di un uomo come Lutero? 
Se è così, voi non conoscete in che modo Dio si occupa del suo popolo.

Egli darà i premi, non secondo la grandezza dei talenti che furono loro affidati, ma in base alla loro fedeltà agli stessi, e chi sarà stato fedele nel minimo, sarà tanto premiato, quanto colui che sarà stato fedele nel molto. 
Voglio brevemente svoltare al capitolo, per visualizzare questo. Noterete in primo luogo, che l'uomo con due talenti va verso il suo Signore con così grande sicurezza come l'uomo che ne aveva avuti cinque. "Ed egli disse: Signore, hai consegnato a me due talenti: ecco, ne ho guadagnati altri due." Sarò costretto a dire, che mentre quel povero uomo con i due talenti stava lavorando per essi, egli frequentemente considerava il suo vicino di casa con i cinque talenti, e diceva: "Oh, vorrei poter fare tutto quello che lui sta facendo! Ecco, egli ha cinque talenti da usare, e quanto interesse ne avrà ogni anno. Oh, cosa avrei potuto fare con così tanto!" E mentre andava avanti spesso pregava: "O mio Signore, dammi una maggiore abilità e una maggiore grazia per servirti, perché io desidero ardentemente fare di più." E quando si metteva seduto a leggere la storia della su vita, egli pensava: "Ah, questo diario non dice molto, non vi è alcun resoconto di un mio viaggio attraverso cinquanta contee. Non posso dire di aver viaggiato di terra in terra, come fece Paolo , per predicare la verità. No; ho appena avuto di che mantenermi in questa parrocchia, e sono stato abbastanza vicino a morire di fame, lavorando duramente per questa gente, e se ho aggiunto qualche decina o una dozzina di persone alla chiesa, questo è stato moltissimo per me. Perché, io ho sentito che il signor Tal dei Tali, ha avuto il privilegio di aggiungerne due o trecento in un anno, Oh, come avrei potuto  fare questo! Sicuramente quando andrò in paradiso, io sgattaiolerò  presso  la porta in qualche modo, mentre lui per grazia sarà abilitato fino ad arrivare là dentro, portando i suoi covoni con lui ". Ora smettila, povero piccolo fedele, fermati, il Tuo Maestro non tratterà il problema con te. Quando arriverai a morire, tu, attraverso la Sua grazia, sentirai così tanta sicurezza nel morire con i tuoi due talenti ben utilizzati, come tuo fratello con i suoi dieci, perché tu, quando sarai lì, avrai le tue dolci presenze nel Signore, e vorrai dire: "Io sono completo in Cristo. La giustizia di Cristo mi copre da capo a piedi, e ora nel guardare indietro alla mia vita passata, posso dire, benedetto il Suo santo nome. E' poco quello che ho potuto fare, ma ho fatto quanto potevo per Lui. So che Egli perdonerà i miei difetti, e perdonerà i miei errori, e non potrò mai guardare indietro al mio incarico nell'umile villaggio senza averne molta gioia, perchè il Signore mi ha permesso di lavorare lì." E, oh​​, mi sembra, che l'uomo avrà anche una  ricca menzione dalla sua stessa coscienza, rispetto all'uomo che è stato applaudito di più pubblicamente, perchè lui potrà dire a se stesso, dopo aver messo tutta la sua fiducia in Cristo, "Beh, sono sicuro che non ho fatto tutto questo per la fama, perchè arrossivo anche quando non ero visto, io ho perso la mie dolcezze terrene nell'aria deserta. Nessuno ha mai letto le mie azioni, quello che ho fatto è stato solo tra me e il mio Dio, e posso rendere il mio rendiconto a Lui e dire: 'Signore, ho fatto questo per Te, e non per onorare me stesso'."

Sì, amici, potrei dirvi ora di un elenco di molti evangelisti seri in questa nostra terra che stanno lavorando più duramente di uno qualsiasi di noi, e tuttavia ottengono molto meno onore. Sì, e potrei portare molti elenchi di missionari di città la cui fatica per Cristo è al di là di ogni misura di lode, che non hanno mai ottenuto molta ricompensa qui, anzi, piuttosto si sono scontrati con offese e mancanza di rispetto. Guardate il pover'uomo iniziare a lavorare non appena se ne va dal suo luogo di culto ogni giorno. Egli ha avuto tre ore questo pomeriggio per andare a trascorrerle tra i malati, e poi lo vedrete il Lunedi mattina. Deve andare di casa in casa, spesso con la porta sbattuta sulla sua faccia, spesso esposto a folle inferocite e uomini ubriachi, a volte deriso e sbeffeggiato, a incontrarsi con persone di tutte le confessioni religiose e di  nessuna persuasione religiosa. Lui lavora duramente: ha la sua piccola riunione serale, e là egli mette insieme un piccolo gregge  e cerca di pregare con loro, e ottiene di tanto in tanto un uomo o una donna che si convertono, ma non ha onore. Egli appena ottenuto un convertito lo porta  al ministro, e dice: "Signore, ecco un uomo buono, penso che è impressionato; vorreste battezzarlo e riceverlo in chiesa?" Il ministro prende tutto il merito di questo, ma quanto al povero missionario di città, c'è così poco o nulla che venga detto di lui. C'è, forse, solo il suo nome, il signor Brown, o il signor Smith, citato a volte nel rapporto, ma la gente non pensa molto di lui, tranne, forse, come oggetto di carità  che devono mantenre, mentre è lui l'uomo che dà loro la carità, offrendo a tutti la linfa e il sangue e il midollo della sua vita per qualche sterlina l'anno, appena sufficienti per mantenere la sua famiglia. Ma, quando morirà, non avrà minore approvazione dalla sua coscienza  dell'uomo a cui è stato permesso di stare davanti alle folle e che sollevò la nazione eccitandola per motivi religiosi. Egli andrà presso il Maestro vestito della giustizia di Cristo, e con viso sfrontato potrà dire: "Ho ricevuto due talenti, ne ho guadagnati due in più." Inoltre, e per concludere, noterete che non vi era alcuna differenza nella lode del Suo Maestro e nessuna nella ricompensa. In entrambi i casi, è stato un "Ben fatto, servo buono e fedele, sei stato fedele in poca cosa, io ti costituirò sopra molte cose; entra nella gioia del tuo Signore". Arriva Whitefield, l'uomo che stava davanti a ventimila persone alla volta per predicare il Vangelo, che in Inghilterra, Scozia, Irlanda, e in America ha testimoniato la verità di Dio, e che poteva contare i suoi convertiti a migliaia, anche durante un sermone! Eccolo che arriva, l'uomo che ha sopportato la persecuzione e il disprezzo, e tuttavia non è stato smosso, l'uomo di cui il mondo non era degno, che ha vissuto per i suoi simili, ed è morto infine per la loro causa; restare in attesa degli angeli e ammirarli, mentre il Maestro lo prende per mano e dice: "ben fatto, ben fatto, buono e fedele servo; entra nella gioia del tuo Signore!"  

Guardate come la libera grazia onora l'uomo al quale essa ha permesso di operare valorosamente. 

Ascoltate! Chi è costei che arriva ora lì? una povera creatura magra di bell'aspetto, che sulla terra era una tisica, che aveva un flusso febbrile di tanto in tanto su di una guancia, e che per la malattia giacque tre lunghi anni sul proprio letto.
Era la figlia di un principe, perché sembra che il paradiso stia facendo molto scalpore per lei? No, era una povera ragazza che guadagnava da vivere con l'ago, e lei stessa ha lavorato fino alla morte! Punto, punto, punto, dalla mattina alla sera! ed eccola che arriva. Andò prematuramente alla tomba, ma sta arrivando, come un urto di mais completamente maturo, in cielo, e il Suo Maestro le dice: "Ben fatto, buona e fedele serva, sei stata fedele nel poco, io ti costituirò sopra molte cose; entra nella gioia del tuo Signore ". Prende il suo posto al fianco di Whitefield. Chiedete quello che lei abbia mai fatto, e scoprite che era solita vivere in qualche soffitta giù in qualche vicolo buio di Londra, e lì fu usata da Dio per aiutare un'altra povera ragazza che andava a lavorare con lei, e questa povera ragazza, quando la prima volta venne a lavorare con lei, era una creatura omosessuale e instabile, e quella bambina tisica le parlò di Cristo, ed erano solite, quando lei stava abbastanza bene, strisciare fuori di sera per andare alla cappella o in chiesa insieme. Fu difficile all'inizio ottenere dall'altra di andarci, ma lei usava spingerla amorevolmente, e quando la ragazza delirava, lei non si arrese mai. Era solita dire: "O Jane, ti auspico l'amato Salvatore", e quando Jane non era lì, era solita pregare per lei, e quando lei era lì, pregava con lei: e poi quando non  stata cucendo, le leggeva una pagina della Bibbia, perchè la povera Jane non sapeva leggere. E con molte lacrime cercava di dirle del Salvatore che l'amava e aveva dato se stesso per lei. Finalmente, dopo molti giorni di zelante persuasione, e molte ore di triste delusione, e molte notti insonni di preghiera in lacrime, alla fine è vissuta per vedere quella ragazza professare il suo amore per Cristo, e quando si aggravò la sua malattia, giacque lì finché non fu portata in ospedale, dove morì. Quando entrava  in ospedale, soleva avere con sè un pò di opuscoli cristiani, che dava a coloro che venivano a trovarla,  se avesse potuto, avrebbe cercato di far venire le altre donne vicino a lei per dare loro un opuscolo. La prima volta che andò in un ospedale, come riusciva ad alzarsi dal letto in ospedale, andava vicino a qualcuno che stava morendo e l'infermiera era solita lasciarla fare, finché alla fine quando iniziò a stare troppo male, chiese ad una povera donna dall'altra parte del reparto, che stava meglio meglio, e usciva anche, se voleva venire a leggere un capitolo della  Bibbia a lei, non per averne qualche merito ma per il bene di quella donna perchè credeva che con essa avrebbe potuto colpire il suo cuore, mentre lei stava leggendo. Alla fine questa povera ragazza è morta e si è addormentata  in Gesù, e a questa povera donna tisica, Lui disse: "Ben fatto", e questoè ciò che  avrebbe potuto dire anche un arcangelo di lei, "lei ha fatto quello che poteva."
Vedete, quindi, l'encomio del Maestro, e l'ultima ricompensa sarà uguale per tutti gli uomini che hanno usato il loro talento. Ah! se vi sono vari gradi di gloria, non saranno distribuiti secondo i nostri talenti, ma secondo la nostra fedeltà nel loro utilizzo. Quanto a sapere se ci sono gradi o no, io non lo so, ma questo so, che a chi fa la volontà del Suo Signore, verrà detto: "Ben fatto, servo buono e fedele".

Spurgeon



Traduzione a cura di Consapevoli nella Parola


Sermone originale: (http://www.spurgeon.org/sermons/0175.htm)


http://consapevolinellaparola.blogspot.it/2013/09/i-due-talenti.html

ciao

per tutti coloro che mi vogliono bene un invito a riflettere

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