per capirci

GIACOMO 1, 2-4

Fratelli, considerate come motivo di gaudio perfetto le diverse prove alle quali voi potete essere esposti, sapendo che la fede messa
alla prova produce la pazienza. E' necessario però che la pazienza compia perfettamente l'opera sua, affinché voi siate pure perfetti ed
integri, senza mancare in niente.(Giacomo 1; 2-4)

Emmanuel

domenica 17 agosto 2014

Ultimi Tempi: Amare Dio


Il profeta Daniele e l’apostolo Giovanni hanno apportato un immenso contributo alla nostra comprensione delle verità riguardanti gli ultimi tempi e il culmine di quest’epoca: a loro siamo debitori per i libri di Daniele e Apocalisse. Entrambi ricevettero la Parola di Dio attraverso visioni e un cielo aperto, ma perché ricevettero così tante benedizioni?
Le Scritture sono chiare nell’indicare che non erano soltanto intellettuali isolati dal mondo e che nessuno dei due giunse alla conoscenza della verità in seguito ad un lungo procedimento intellettuale. Allora cosa avevano di speciale da far si che a loro fossero affidate queste straordinarie e gloriose verità riguardanti gli ultimi tempi? Possiamo rintracciare qualche indizio nelle loro storie personali?
Le Scritture forniscono la risposta a questo interrogativo: entrambi avevano un profondo amore per Dio. Quest’amore si esprimeva in uno zelo nel vedere la rivelazione dei piani di Dio e dei suoi scopi qui sulla terra. Essi sentivano un forte peso per Gerusalemme e il popolo di Dio e a causa della loro dedizione per il patto divino si trovarono coinvolti in avventure straordinarie affrontando grandi prove. Dio, inoltre, aprì i cieli e rivelò loro i suoi segreti: al termine della loro esistenza avevano non solo visto l’ascesa e la caduta di regni e governanti ma la loro vista si era spinta attraverso i secoli, fino a permettergli di essere testimoni dei nostri giorni e della seconda venuta di Gesù, l’atteso Messia di Israele.
Sia il profeta Daniele, che l’Apostolo Giovanni ricevettero una speciale menzione nelle Scritture come amati da Dio. L’angelo Gabriele rivelò a Daniele, poco prima che egli ricevesse la profezia chiave delle settanta settimane, che egli era un uomo “molto amato”(vedi Da 9:23); quest’affermazione si ripetè di nuovo in un’altra visione in Danile 10:11, invece, per quel che riguarda l’apostolo Giovanni, egli era conosciuto come il discepolo che Gesù amava (vedi Gv 13:23, 19:26, 20:2 e 21:7).
Il rapporto basato sul patto divino era per loro una passione e uno studio fedele e accurato della sacra Parola di Dio. Entrambi affrontarono prove mortali e ricevettero miracoloso soccorso di fronte a terribili persecuzioni; Daniele trascorse una lunga notte al riparo da una fossa di leoni affamati e Giovanni (secondo la leggenda) uscì incolume da un calderone d’olio bollente. Quest’ultimo rimase con Gesù fino alla fine, era con lui al Golgota e fu testimone della sua crocifissione. La personale dedizione e la paziente sopportazione di questi due uomini era straordinaria e la loro fedeltà attraverso le prove e le tribolazioni confermò la loro passione per Dio. Probabilmente furono ritenuti degni di comunicare a noi la Parola di Dio riguardo gli ultimi tempi perché il loro rapporto d’amore con Dio era stato messo alla prova.
Nella società attuale, e a dire il vero nel passato, coloro che amano Dio sono stati spesso considerati dei “buonannulla”. Da molti che si definiscono cristiani, la passione per Dio è stata spesso considerata come un po’“esagerata”, un “extra” non essenziale riservato a coloro che hanno il tempo di tergiversare nel sentimentalismo religioso.
Ovviamente tutto può cambiare rapidamente e quando la storia bussa alla nostra porta è allora che riemergono le questioni eterne e che la passione per Dio sembra di nuovo essere all’ordine del giorno. L’esercito della Salvezza operò al fronte durante la terribile guerra di trincea della Prima Guerra Mondiale, un periodo in cui molti uomini s’interessarono alle cose di Dio. Durante la prima guerra del Golfo si convertirono talmente tanti soldati a Cristo che fu difficile trovare abbastanza acqua per battezzarli. Alla fine fu necessario battezzarli in delle bare: quale modo migliore per identificarsi con la morte di Gesù!
Nei momenti di prova i più grandi interrogativi della vita richiedono risposte ed è in quelle circostanze che l’uomo moderno ancora una volta ricorda che è uno spirito eterno che ha bisogno di salvezza. Gli esseri umani sono stati creati per avere un rapporto con Dio ed è lì che si trova la vera felicità. Alla croce, Gesù (il Dio della storia e dell’eternità), ha versato il suo sangue per i peccati del mondo ed è ravvedendosi e chiedendo a lui di entrare nella propria vita che sarà possibile trovare il vero significato della nostra esistenza e le risposte ai grandi interrogativi della vita.
Infatti, fu un uomo che amava Dio a scrivere il libro dell’ApocalisseConoscere e amare Gesù è la chiave per la comprensione degli ultimi tempi. Dio “sigilla” la verità degli ultimi tempi e la nasconde ad altri: lo fa forse per evitarne l’uso improprio da parte loro?Con l’avvicinarsi del giorno del Signore tutte le filosofie e gli sforzi umani falliranno ma la testimonianza di Gesù Cristo rimarrà. Fu l’amato Giovanni a portarci questa verità:
“……..la testimonianza di Gesù è lo spirito della profezia”. – Ap. 19:10
La storia sacra avanza in maniera teologica o lineare verso un apice. I cicli ipnotici del misticismo orientale, il freddo e impersonale ying e yang, il tetro e insignificante cerchio della vita e della morte, le droghe che annebbiano la mente e tutte queste tediose e inconcludenti filosofietrascinano le anime degli uomini nella polvere. Il vuoto misticismo esistenzialista in cui rimasero intrappolati i Beatles e la gioventù degli anni ’60 non condusse da nessuna parte, se non a letto con un estraneo nel vano tentativo di trovare “la pace” nell’eros senza un ritorno a Dio. La dottrina di Woodstock “fate l’amore, non fate la guerra” era solo un altro tentativo da parte del genere umano di tenere in equilibrio la pace e la guerra come un altro “ying e yang”. Rudyard Kipling disse: “L’est è l’est e l’ovest è l’ovest, i due non saranno mai conciliabili.” Aveva torto. L’uomo occidentale è ormai immerso nel misticismo; è veramente perduto e la sua mente annebbiata. Nell’Odissea di Omero il suo eroe fu detenuto su un’isola con la maga Circe per dieci anni: mangiando foglie di loto aveva dimenticato la sua identità e insieme ad essa la sua ricerca. Così anche l’uomo occidentale ha dimenticato la sua memoria e il suo destino e come l’equipaggio di Ulisse è stato anch’esso trasformato in un maiale. Ma la crisi dell’età presente arriverà, così, un bel giorno ci risveglieremo e ricorderemo la nostra identità (ciò che siamo stati) e come Ulisse ritorneremo alla nave, salperemo ancora una volta e riprenderemo il nostro viaggio. Ritorneremo come il figliol prodigo alla nostra casa spirituale, la casa del Padre, e da colui che veramente amiamo.
L’amore è un fuoco che brucia e le informazioni che Daniele ricevette dal trono di Dio in tre visioni non erano facili da accogliere. In Daniele 7:21 e 25, 8:24 e 12:7 è indicato che i santi perderanno il potere temporale e la protezione politica negli ultimi tempi; nei giorni del quinto sigillo della Grande Tribolazione essi subiranno un martirio di proporzioni sconcertanti. Quando la sua anima ascoltò queste verità concernenti gli ultimi tempi, queste erano di una gravità tale che Daniele svenne (come probabilmente faremo anche noi oggi)come si legge in Daniele 8:27. A lui non fu dato di capire come i santi degli ultimi tempi potessero perdere la lotta per il potere temporale e nonostante ciò ereditare il regno alla fine. Questo era per un lui un mistero tanto quanto lo è per noi oggi 2500 anni dopo. Il tema principale dei libro di Daniele e dell’apostolo Giovanni è la guerra spirituale (inevitabile e necessaria) che dovremo affrontare.
Come possiamo vedere, questo studio degli ultimi giorni è più che solo un esercizio accademico, ma è prima di tutto un passaggio che ha come fondamento l’amore e la passione per Dio. È un’avventura e una storia d’amore con Dio che supera i confini della morte e che si trasformerà col passare del tempo in una passione: essa sta crescendo dentro di noi ed è destinata ad affascinare e a consumare l’intero nostro essere. Questo viaggio con Dio ci porterà ad andare oltre le preoccupazioni del presente e le questioni di protezione politica e a sperimentare realtà che trascendono la mera sopravvivenza della carne. La Via ci condurrà al di là dei mandati della predominante vita egoista del presente e così, memori della moglie di Lot lasceremo alle spalle le nostre preoccupazioni e cammineremo senza guardarci indietro.
Questo pellegrinaggio è una passione; è la strada maestra della Santità (Is 35:8-10). Alla fine del percorso arriveremo nei pressi della Città Santa e una volta giunti in vista dei cancelli di splendore lasceremo alle spalle tutti i fardelli terreni che erano a noi cari entrando così nella città di Dio (Mt. 19:24-29) e in reami di gloria indicibile non ancora in vista.
Forse saremo disperse come pecore senza pastore” (1 Re 22:17, Mt 9:36), ma nessuno sarà perduto.
Forse saremi stati (o ancora saremo) esiliati tra i goyim (pagani) ma Dio farà di noi “una luce per i gentili”.
Forse saremo considerati come pecore da macello (Sl 44:22, Rm 8:36) ma noi siamo più che vincitori, in virtù di colui che ci ha amati”(Ro 8:37).
Gesù disse: “Sarete traditi da genitori, fratelli, parenti e amici”. “Faranno morire parecchi di voi” confidò il nostro Signore ai suoi discepoli nel discorso sul monte degli Ulivi (Mt 24). “Ma neppure un capello del vostro capo perirà” (Luca 21:18).
“Con la vostra costanza salverete le vostre vite” (Luca 21:19). “Io sono con voi tutti i giorni, (il nostro Signore dice) sino alla fine dell’età presente” (Mt 28:20).
Cari santi noi siamo pellegrini in un viaggio epico verso il cuore di Dio e la questione centrale non sarà la nostra forza economica, materiale o militare, ma la nostra consacrazione, e a chi siamo consacrati. Il sipario sta per alzarsi sull’avvenimento più avvincente e sulla storia d’amore più accattivante che questo mondo e che gli angeli abbiano mai visto (Eb 12:1).
E questa è la conclusione di questa storia secondo le Scritture: il Messia ritornerà per una sposa senza macchia, ruga o imperfezione (Ef 5:27) e la rifinitura dei santi come oro sarà inevitabile (Apocalisse 3:18). La storia della presente epoca malvagia terminerà con la rivelazione del Messia quale Leone di Giuda che ruggirà da Sion (Gioele e Amos 1:2) e verrà in giudizio contro le schiere di Gog e i suoi alleati mentre queste cercheranno di assalire Israele dalle estremità del settentrione negli ultimi tempi (Ez 38). Egli difenderà Israele con il suo potente braccio e quando le nazioni circostanti si raduneranno con i loro eserciti sulla pianura di Armageddon, Dio esigerà una terribile retribuzione. Isaia, inoltre, vide il Messia ritornare calpestando l’uva dell’ira e Michea lo vide far breccia e liberare gli eletti dall’ovile di Bosra. “Poiché è il giorno della vendetta del Signore, l’anno di retribuzione per la causa di Sion” (Is 34:8).
Il fulcro della seconda venuta del Signore Gesù è la devozione. La liberazione finale dei santi è il giorno dell’ira e sarà anche il giorno del giudizio per gli empi. Dio agirà con amore e rabbia animata dalla gelosia e libererà i suoi santi, i quali saranno provati, dalle mani dei loro carcerieri. In quel giorno gli empi saranno radunati da tremendi angeli d’ira, saranno raccolti come erbacce da bruciare e il loro destino sarà un luogo di tormento eterno (Mt 13:30). Gli uomini, infatti, potranno farsi beffe della promessa della sua venuta, ma Dio non si lascia prendere in giro, né abbandona il suo popolo: egli lo libererà prontamente non appena ogni cosa sarà detta e fatta.
È molto importante sapere che il giusto giudizio arriverà, perché questo ci aiuterà personalmente ad affrontare la grandeTribolazione con pazienza. Questa conoscenza c’è data, infatti, affinché possiamo crescere in grazia e predicare il vangelo a quelle stesse persone che ci perseguiteranno. Ma indovina un pò? Non siamo noi a essere nei guai ma loro perché avranno osato perseguitare il popolo del patto di Dio.
L’ira di Dio non è solo rabbia vuota, nè è diretta al suo popolo in forma di “tribolazione” ma è uno zelo intenso e santo e una rabbia diretta in modo specifico a coloro che perseguiteranno il popolo del suo patto. Questa è una manifestazione del Suo amore.
Pensando all’amore e alla passione per Dio soffermiamoci a ricordare il nostro patriarca Giuseppe. Come vi ricorderete egli fu perseguitato dai suoi fratelli: alcuni di loro volevano ucciderlo. Eppure, in tempo di carestia egli elargì il pane della vita ai suoi fratelli in precedenza ostili e nutrì anche i popoli fuori dal patto e provenienti da vari angoli della terra durante quei terribili sette anni.
La storia di Giuseppe durante quei sette anni è un modello della storia della chiesa futura nella settantesima settimana. Questa grazia e pazienza nella tribolazione che Giuseppe ha esemplificato, saranno gloriosamente visibili ancora durante gli eventi degli ultimi tempi. Negli ultimi tempi tutto il popolo giudeo-cristiano composto da coloro che appartengono a Dio affronterà il tempo di angoscia di Giacobbe ed è al culmine di questa prova che molti si piegheranno finalmente e abbracceranno il Cristo che vedono nella vita dei loro fratelli perseguitati. A tal fine, un elemento chiave sarà la promessa rivolta a Giuda di fare da garante per la vita di Beniamino. La casa reale di Giuda sarà salvata, il trono di Davide stabilito sulla terra per mille anni (Za 12:7-13:1) e le case d’Israele e le dodici porte della città santa saranno destinate ad aprirsi gloriosamente negli ultimi giorni. I due pezzi di legno diventeranno uno nelle mani del Messia (Ez. 37), il quale sarà contemporaneamente re e sacerdote santo come il grande Melchisedec e in Lui essi si uniranno per formare un solo “sacerdozio reale e una nazione santa” (1 P 2:9). Questo sarà il regno/sacerdozio che ristabilirà questo mondo durante il millennio del Messia.
Molti misteri devono ancora essere svelati: una grande avventura ci è posta dinnazi. Questa santa ricerca è destinata a consumare i pellegrini degli ultimi tempi con una storia d’amore in Dio che toccherà ogni parte del loro essere.
Il pellegrinaggio è stato lungo: il percorso di fedeltà al patto è cominciato con il nostro patriarca Abramo. Egli partì ben 4000 anni fa da Ur, una città d’idoli, guidato dalla mano di Dio e 500 anni più tardi la famiglia di Abramo, Isacco e Giacobbe era diventata una nazione di un milione di persone. Questo popolo cantò il Cantico di Mosè mentre usciva dall’Egitto per mezzo di una potente liberazione, e, protetto dalla mano potente di Dio, fu condotto fuori da Mosè in un esodo di massa. Dio lo soccorse dall’assalto delle bighe del Faraone permettendogli di attraversare il Mar Rosso sulla terra asciutta.
Il pellegrinaggio del popolo di Dio va avanti e nel futuro ci aspetta un esodo di proporzioni ancora maggiori (Gr 16:14-15). Alla fine di quest’epoca l’enorme e grandioso esercito dei redenti arriverà nei regni celesti e lì canterà il Cantico di Mosè, nello stesso modo in cui fu cantato quando il popolo d’Israele attraversò il Mar Rosso. Questa volta sarà cantato in ricordo di una liberazione ancora più gloriosa e quell’enorme e glorioso esercito proveniente da tutte le nazioni starà in piedi di fronte al mare di vetro (Ap 15:1-3). Dio libera i suoi!
Il tempo incalza ora che ci stiamo avvicinando al premio della nostra grande chiamata. Gli eletti di Dio sono al centro della sacra storia: come potranno mai essere in grado di affrontare tutto questo? Come continueranno a lottare con l’Angelo durante la “notte oscura dell’anima”? La risposta si vedrà in azione e sarà la grazia divina di Dio che ci condurrà alla vittoria. L’imminente settantesima settimana di Daniele e i suoi tre anni e mezzo di Grande Tribolazione porteranno i santi sulla scena, i quali sopporteranno un periodo di prova senza precedenti nel bel mezzo delle impetuose tempeste della storia. Come mai potranno sopportare tale afflizione?
I santi degli ultimi tempi non saranno soli, né avranno dei corpi interamente corruttibili quando giungeranno “all’ora della tentazione”, ma in quel tempo penetreranno nel mistero della santità e saranno provvisti in maniera soprannaturale della grazia di Dio per le prove; i cristiani perseguitati nel mondo ne sono provvisti già ora. I santi saranno protetti o preservati dalla potenza di Dio in ogni istante dell’“ora della tentazione” (Ap 3:10) e troveranno rifugio nel “luogo segreto dell’Altissimo” (Salmo 91:1). Come Davide nella “valle dell’ombra della morte” troveranno una mensa imbandita apposta per loro, proprio alla presenza dei loro nemici (Salmo 23) sperimentando la meraviglia di una storia d’amore divina che trascende ogni altra.
Nel Cantico dei Cantici la Sulamita conduce finalmente a conclusione la sua storia d’amore dando testimonianza della sua dedizione totale e dell’amore basato su un patto di sangue per il suo sposo:
“Mettimi come un sigillo sul tuo cuore, come un sigillo sul tuo braccio; perché l’amore è forte come la morte, la gelosia è dura come il soggiorno dei morti. I suoi ardori sono ardori di fuoco, fiamma potente.”  Cantico dei Cantici 8:6
Dove troveranno i santi la forza per andare avanti in un periodo di straordinarie prove? Da dove verrà la grazia e la pazienza per sostenere tutte queste cose? E come saranno fortificati nel loro uomo interiore per testimoniare del patto fedelmente, anche fino alla morte?
Nell’ora della tentazione scopriranno una forza interiore che viene da dentro, proprio dal Cristo dimorante in noi (Salmo 91) e daranno la loro testimonianza davanti agli uomini, così come avevano fatto i santi di prima davanti a loro. Anche nei giorni cruciali della luna color sangue, la loro testimonianza andrà avanti e sarà essa, durante il quinto sigillo, a concludere questa epoca.
E perché faranno questo?
Lo faranno per Amore.
Concesso da: Sequenza Profetica




" Poiché egli ha riposto in me il suo amore io lo libererò e lo leverò in alto al sicuro perché conosce il mio nome.
Egli mi invocherà e io gli risponderò; sarò con lui nell'avversità; lo libererò e lo glorificherò.
Lo sazierò di lunga vita e gli farò vedere la mia salvezza." (Salmi 91:14-16)

http://consapevolinellaparola.blogspot.it/2014/08/amare-dio-e-discernere-gli-ultimi-tempi.html

venerdì 1 agosto 2014

Leggere la Bibbia



"Ma egli disse loro: Non avete voi letto quel che fece Davide, quando ebbe fame, egli e coloro ch’eran con lui?  Come egli entrò nella casa di Dio, e come mangiarono i pani di presentazione i quali non era lecito di mangiare né a lui, né a quelli ch’eran con lui, ma ai soli sacerdoti? Ovvero, non avete voi letto nella legge che nei giorni di sabato, i sacerdoti nel tempio violano il sabato e non ne son colpevoli? Or io vi dico che v’è qui qualcosa di più grande del tempio.  E se sapeste che cosa significhi: Voglio misericordia e non sacrifizio, voi non avreste condannato gl’innocenti" (Matteo 12:3-7)

Gli Scribi e i Farisei erano grandi lettori della Legge. Sappiamo che studiavano le Sacre Scritture assiduamente, esaminando attentamente ogni parola e ogni singola lettera. Prendevano nota di cose irrilevanti, per esempio di quale fosse il verso centrale dell'intero Antico Testamento, o quale quello mediano tra il primo e quello di mezzo; contavano quante volte veniva ripetuto un certo termine e arrivavano a contare perfino quante volte una stessa lettera era usata facendo considerazioni sulle dimensioni delle singole consonanti e sulla loro posizione nel testo. Abbiamo ricevuto una immensa mole di note che riguardano unicamente le "parole" degli Scritti ispirati. Il loro studio era così sterile che avrebbero potuto fare lo stesso con qualsiasi altro libro traendone il medesimo profitto.Erano, però, intensi lettori della Legge. Erano pronti a disputare con il Signore su ogni argomento che riguardava la loro Legge, che portavano legata alle dita e usavano come gli artigli di un uccello da preda per strappare e lacerare la carne.  I discepoli di Nostro Signore aveva strappato alcune spighe di grano, e li avevano strofinati con le mani per mangiarne i chicchi. Secondo l'interpretazione farisaica, cogliere una spiga equivale a mietere e, poiché di sabato era vietato compiere qualsiasi lavoro, in quel giorno stavano compiendo una grave trasgressione nel mietere e strofinare una spiga di grano che è una sorta di trebbiatura, pur essendo affamati. Quella era la loro tesi, e andarono dal Salvatore per presentargliela, con la loro versione della legge del Sabato.

Generalmente la tattica del Signore era quella di spostare il conflitto sul campo del nemico e Lo vediamo mentre lo fa proprio in questa occasione.
Egli scende sul loro terreno dicendo: "Non avete voi letto?" - Una questione tagliente per gli scribi e i farisei, anche se non c'era nulla di apparentemente tagliente in essa. Era una domanda giusta e doveroso farla; ma solo pensare di insinuare di loro. "Non avete letto?" "Leggete!" Avrebbero potuto rispondere: "Tu dici a noi se non abbiamo letto? - ma se lo abbiamo fatto centinaia di volte... Noi leggiamo continuamente, nessuna frase, anzi, nessun passaggio sfugge ai nostri occhi critici!". Eppure nostro Signore procede a porre la domanda una seconda volta - " Non avete letto? ", come se non avessero letto, dopo tutto, anche se erano i più grandi lettori della legge allora viventi. Egli insinua che non hanno letto; e poi dà loro, incidentalmente, il motivo per cui aveva chiesto loro se avessero letto. Egli dice: "Se aveste compreso che cosa significhi", come per dire: "Voi non avete letto, perché non avete compreso." I vostri occhi si sono soffermati sulle parole e avete contato le lettere fino a evidenziare la posizione di ogni verso e di ogni singola parola e credete di avere imparato dai Libri Sacri, eppure non siete affatto dei veri lettori, perché non comprendete quale sia la vera arte del leggere; non avete compreso e pertanto non avete letto veramente. Siete solo degli osservatori superficiali della Parola: non avete letto perché non avete compreso".

I. Questo è l'oggetto del nostro attuale discorso, o, almeno il primo punto di esso, e cioè che per la vera lettura della Scrittura ci deve essere comprensione

Non credo che sia necessario insistere sulla necessità di leggere la Bibbia. Sapete quanto sia necessario essere nutriti dalla verità della Sacra Scrittura. Temo che questa sia un'età in cui le riviste, i quotidiani, e i vari periodici occupano molto del tempo che dovrebbe essere impiegato nel leggere la Bibbia. Nei vecchi tempi puritani, i nostri fratelli, possedevano una fornitura scarsa di altra letteratura e trovavano una sufficiente biblioteca nell'unico Libro, la Bibbia. E quanto hanno fatto leggere la Bibbia! Quanto poco della Scrittura c'è nelle prediche moderne rispetto alle prediche di quei maestri di teologia, i teologi puritani! Quasi ogni loro frase sembrava gettare delle luci laterali su un testo della Scrittura; non solo quello che avevano predicato in merito, ma molti altri punti venivano così ben definiti in una nuova luce, come risultati del discorso. Essi introducevano delle luci miscelate da altri passaggi che erano parallele o semi-parallele ad esso, e così educavano i loro lettori a confrontare le cose spirituali con lo spirituale.

Vorrei che Dio avesse mantenuto noi ministri più stretti al grande vecchio libro. Potremmo essere predicatori più istruttivi se facessimo così, anche se saremmo ignoranti del "pensiero moderno", e non fossimo "al passo con i tempi." Vi garantisco che potremmo essere avnti delle leghe rispetto ai nostri tempi, se ci fossimo mantenuti stretti alla Parola di Dio. Quanto a voi,fratelli e sorelle miei , che non dovete predicare, il miglior cibo per voi è la Parola di Dio stessa. I sermoni e i libri hanno il loro valore, ma i ruscelli che provengono da molto lontano, mentre scorrono per gole e vallate, trascinano con sè  del materiale che hanno raccolto strada facendo e perdono la freschezza che possedevano alla sorgente. La verità è più dolce quando erompe dalla Roccia percossa, perchè il suo primo zampillo non ha perso nulla della sua celestialità e vitalità. E 'sempre meglio bere presso il pozzo e non dalla vasca. Voi potrete vedere che leggere la parola di Dio per il vostro profitto, leggerla piuttosto che fare delle osservazioni su di essa, è la via più sicura per crescere nella grazia. Bevete il latte puro della Parola piuttosto che il latte scremato o annacquato della parola umana.

Ma, ora, amati, il nostro punto è che molto evidentemente la lettura della Bibbia non è una lettura della Bibbia per tutti. I versi passano sotto l'occhio, e le frasi scivolano sopra la mente, ma non c'è vera lettura. Tale lettura non è la lettura. Un vecchio predicatore era solito dire che la Parola, al giorno d'oggi, ha un potente “libero corso” per molti per il semplice fatto che, con estrema facilità, entra loro da un orecchio per fuoriuscirne immediatamente dall'altro; così sembra essere per alcuni lettori, possono leggere moltissimo, perché non leggono nulla. L'occhio lancia un'occhiata ma la mente non si sofferma mai. L'anima non viene illuminata dalla Verità e resta impassibile. Essa vola su un paesaggio come potrebbe fare un uccello, ma senza nidificare né riposarsi. Questo leggere non è leggere. Comprendere il significato è l'essenza della vera lettura. Leggere è come mangiare una mandorla, il guscio non ha valore e bisogna romperlo per poterne gustare il frutto. Se pensiamo alla preghiera possiamo ben comprendere che un certo modo di pregare, che è la semplice ripetizione di vocaboli connessi tra loro o, peggio ancora, l'ipocrita recitazione o interpretazione di certe richieste, non è affatto pregare; perfino la lode a Dio non ha alcun valore se non sgorga da quel fuoco interiore prodotto da una devozione autentica. La stessa cosa è per la lettura della Bibbia. Vi è una lettura interiore, una lettura che rompe il guscio, ed è questa la vera anima della lettura; e se essa non è così, la lettura è un esercizio meccanico, e non produce nulla. Ora, carissimi, a meno che noi non comprendiamo ciò che stiamo leggendo noi non abbiamo letto; il cuore della lettura è assente. Di solito, noi condanniamo i Romanisti perchè conservano il servizio quotidiano in lingua latina; ma potrebbe benissimo essere in lingua Latina come in qualsiasi altra lingua se esso non è compreso dalle persone. 

Alcuni si confortano con l'idea di compiere una buona azione semplicemente perché leggono un intero capitolo anche se non ne comprendono il significato, ma la propria natura non dovrebbe rifiutare questa idea come una mera superstizione?  Se capovolgete la vostra Bibbia e impiegate lo stesso tempo scorrendo i caratteri e provando a leggere e a guardare i personaggi al contrario, avrete guadagnato tanto beneficio come se la vostra lettura fosse stata regolare ma non l'aveste compresa. Se voi aveste un Nuovo Testamento in greco sarebbe  davvero greco per alcuni di voi, ma vi farebbe tanto bene a leggere  quella versione come potrebbe farvi leggere un Nuovo Testamento nella vostra lingua a meno di leggere con la comprensione del cuore. Non è la lettera che salva le anime; la lettera uccide in molti modi, e non può dare vita. Insistendo esclusivamente sulla lettera si sarà tentati di usarla allo stesso modo dei Farisei: come arma contro la Verità, perché la vostra conoscenza produrrà orgoglio per la vostra distruzione. E' lo Spirito, il vero intimo significato, quello che viene risucchiato dall'anima, e da cui siamo veramente benedetti e santificati. Dobbiamo diventare saturi della Parola di Dio come il vello di Gedeone, che era bagnato dalla rugiada del cielo; e questo sarà possibile solamente quando l'avremo ricevuta nella mente e nel cuore, accettandola come la verità di Dio e dilettandoci in essa nella misura in cui l'avremo compresa. Noi dobbiamo comprendere quello che leggiamo, altrimenti non avremo letto rettamente.
Sicuramente, il beneficio della lettura deve giungere all'anima attraverso la via della comprensione. Quando il sommo sacerdote entrava nel luogo santo accendeva sempre il candelabro d'oro prima di bruciare l'incenso sull'altare di bronzo, come a mostrare che la mente deve avere l'illuminazione prima che gli affetti possano correttamente crescere verso il loro oggetto divino. Bisogna che si abbia la conoscenza di Dio prima di poterLo amare; bisogna conoscere le cose divine, così come sono state rivelate, prima che ci sia un godimento di esse. Dobbiamo cercare di comprendere, per quanto le nostre menti limitate non possano farlo appieno, ciò che Dio intende dire in questa o in quella occasione; altrimenti possiamo anche baciare la nostra Bibbia eppure non amare ciò che essa contiene, possiamo riverire la lettera e non essere veramente devoti verso il Signore che ci parla attraverso queste parole. Carissimi, non troverete mai un conforto per l'anima in ciò che non si comprende, né troverete una guida per la vostra vita da ciò che non comprendete; né alcuna influenza concreta sul vostro carattere  da ciò che non comprendete.

Ora, o vogliamo comprendere ciò che leggiamo oppure avremo letto invano, questo ci indica che quando ci impegnamo nello studio della Sacra Scrittura dovremmo cercare di avere sempre la nostra mente ben sveglia su di essa. Non credo di sbagliare dicendo che non sempre siamo nella condizione ideale per trarre profitto dalla lettura della Parola di Dio. A volte sarebbe meglio per noi smettere prima di aprire il volume. "Togliti i calzari dai piedi, perché il luogo sul quale stai, è suolo sacro". Se avete appena lasciato le ansietà e le preoccupazioni dei vostri affari secolari sarà molto difficile, aprendo la Bibbia, poter penetrare nei suoi misteri celesti. Allo stesso modo in cui chiedete la benedizione del Signore sul cibo che consumate, sarà buona norma per voi chiedere al Signore che benedica la parola durante il vostro pasto alla mensa celeste. Pregate il Signore per rafforzare i vostri occhi prima abbiate il coraggio di guardare verso la luce eterna della Scrittura. Come i sacerdoti lavavano i piedi alla conca prima di andare al loro lavoro sacro, così voi lavate gli occhi dell'anima con cui voi guardate nella parola di Dio, poi lavate anche le dita, se così posso dire, le dita mentali con le quali voi passate da una pagina all'altra, perchè un libro sacro deve essere trattato in modo sacro. Dite alla vostra anima "Vieni, anima, risvegliati: ora non stai  per leggere il giornale; tu ora non stai sfogliando le pagine di un poeta umano per essere abbagliato dalla sua poesia lampeggiante; tu stai andando molto vicino a Dio, che siede nella Parola come un monarca coronato nei suoi saloni. Svegliati, mia gloria; svegliati, tutto questo è alla tua portata. Sebbene proprio ora io non possa lodare e glorificare Dio, sto per prendere in considerazione quello che mi dovrebbe portare a fare questo, e quindi è un atto di devozione.  Il tempo di lettura della Scrittura è il nostro tempo del pasto spirituale. facciamo "suonare il gong" per allertare ogni nostra facoltà affinché possiamo sedere degnamente alla mensa del Signore ed apprezzare ogni cibo squisito che il nostro Padre Celeste ha preparato per noi. Diamo, poi, fiato alle trombe dell'adorazione mentre studiamo le Sacre Verità come se ci trovassimo proprio nel luogo santissimo, alla presenza di Dio.

Se queste cose verranno fatte così, vedrete, cari amici, che, quando avremo compreso ciò che abbiamo letto sentiremo il bisogno di meditare su ciò che abbiamo conquistato. Alcuni passaggi della Scrittura sono estremamente chiari, da guardare e gustare immediatamente, tanto che li possiamo paragonare ai pascoli erbosi adatti ad ogni agnello; ma vi sono profondità in cui la nostra mente potrebbe annegare più che nuotarvi con piacere, se fosse arrivata lì senza attenzione. Vi sono testi, nella Scrittura, che sono stati concepiti proprio per farci riflettere. E' in questo modo che il nostro Padre celeste ci educa e ci prepara per il cielo, spingendoci a trovare la via d’accesso ai Suoi misteri divini. E' proprio questo il motivo per il quale Egli ha stabilito che in certe cose la Sua Parola abbia una forma piuttosto complessa: per costringerci a meditare prima di poter giungere a gustarne la dolcezza. La Sua sapienza avrebbe potuto spiegare davanti noi anche le cose più difficili per farcele comprendere in un istante, ma Egli ha preferito diversamente.  Molti dei veli stesi sulla Scrittura non sono stati posti col proposito di nascondere il significato ai diligenti ma ma per costringere la mente ad essere attiva, perchè molto spesso la diligenza del cuore nella ricerca della comprensione della mente fa al cuore più bene della conoscenza stessa.

La meditazione e una attenta riflessione, esercitano e fortificano le nostre anime rendendole adatte a ricevere verità ancora più alte. Ho sentito dire che, anticamente, le madri delle isole Baleari che volevano portare i loro ragazzi ad essere dei buoni frombolieri, avrebbero messo le loro cene in alto, al di sopra di loro, dove non avrebbero potuto arrivare se non quando avessero gettato una pietra dall'alto di essa per recuperla più in basso: il Signore desidera che anche noi diventiamo dei buoni frombolieri, e ci mette una parte di preziosa verità in un luogo alto dove non possiamo raggiungerla dal basso se non arrimpicandoci per essa; e, solo allora, finalmente, noi colpiamo nel segno e troviamo il cibo per le nostre anime. Allora noi  abbiamo il doppio beneficio di imparare l'arte della meditazione e di partecipare alla dolce verità che viene messa alla nostra portata. Dobbiamo meditare, fratelli. I grappoli d'uva devono essere pigiati per trarne del succo. Le olive devono essere schiacciate dalla macina e poi premute per vedere scorrere l'olio. Un piccolo foro nel guscio di una noce ci attesta che in essa c'è "un insetto" che ne sta mangiando i gherigli. Allo stesso modo è meraviglioso riuscire a perforare quei gusci che altri non hanno ancora conquistato e vivere nel seme nutrendoci di esso. Vorrei essere come quel piccolo verme per penetrare nella Parola di Dio vivendo di essa e in essa, avendo raggiunto la strada  verso i più reconditi segreti dell'Evangelo. La Parola di Dio è sempre più preziosa per l'uomo che vive sempre più su di essa.

L'anno scorso, sedendo sotto un maestoso faggio, mentre ammiravo quello che è il più regale degli alberi, ho potuto riflettere sul fatto che stavo apprezzandone meno della metà del valore attribuitogli da uno degli scoiattoli che vedevo saltare di ramo in ramo. Pensate quanto lo debba considerare quella piccola creatura di Dio. La sua casa è in uno degli anfratti del tronco, i rami costituiscono il suo rifugio e i frutti dell'albero sono  il suo cibo. Vive sull'albero. Quel faggio è il suo mondo, il luogo dei suoi giochi, il suo granaio, la sua dimora: è tutto per lui, mentre io non avrei potuto dire lo stesso, poichè io trovo riposo e cibo altrove. Con la parola di Dio è bene per noi essere come gli scoiattoli, che vivono in essa e sopra di essa. Esercitiamo la nostra mente a saltare di ramo in ramo tra i suoi Libri benedetti, e troviamo il nostro cibo e il nostro riposo in essa, rendendola il nostro tutto in tutto. Saremo persone che traggono il loro beneficio in essa,  solo se faremo della Bibbia il nostro cibo, la nostra medicina, il nostro tesoro, la nostra armeria, il nostro riposo la nostra gioia. Possa lo Spirito Santo guidarci affinché La Parola di Dio diventi così preziosa anche per le nostre anime.

Carissimi, vorrei inoltre ricordarvi che per questo scopo "saremo costretti" a pregare. E' meraviglioso essere spinti a riflettere, ma è una cosa ancora migliore essere guidati a pregare dopo aver riflettuto. Non mi sto forse rivolgendo ad alcuni di voi che non leggono la Parola di Dio? Non sto forse parlando ai quelli molto più numerosi che ne leggono i capitoli, i versetti e le parole senza, però, leggerla effettivamente perché non leggono con la forte determinazione che la comprenderanno? So che deve essere così. Desiderate diventare dei veri lettori? Allora dovrete cadere sulle vostre ginocchia. Dovrete imparare a gridare al Signore per ottenere l'illuminazione. Chi può farvi intendere un libro meglio di colui che ne è l'autore? Se desidero conoscere il vero significato di alcune frasi a me poco chiare e l'autore vive vicino a me tanto da poterlo chiamare, andrò immediatamente a suonare alla sua porta dicendogli: "Potresti cortesemente spiegarmi qual è il significato di questa frase? Non ho alcun dubbio che sia scritta in forma chiara, ma sono un sempliciotto e non riesco a comprenderla. Non possiedo la conoscenza che mi consentirebbe di afferrare il concetto, e le cose alle quali ti riferisci e che descrivi mi sono assolutamente nuove e sconosciute. Certamente per te sono ben note, essendo dei luoghi comuni per la tua cultura, ma devo confessarti che sono molto difficili per me. Saresti così gentile da volermene rivelare il significato?". Credo che chiunque sarebbe lusingato da una tale richiesta e non rifiuterebbe le necessarie spiegazioni a un così candido richiedente. Allo stesso modo, dovremmo essere sicuri di ottenere il corretto significato di un brano delle Scritture rivolgendoci alla sorgente originale per consultare personalmente l'Autore stesso. Così, amati, lo Spirito Santo  è con noi e quando prendiamo il Suo Libro e cominciamo a leggerlo se desideriamo  sapere cosa significa qualcosa, dobbiamo chiedere allo Spirito Santo  di rivelarci il significato. Non sarà un miracolo,  ma dovrà elevare le nostre menti,  e Lui ci suggerirà i pensieri che ci metteranno in grado di collegare l'un l'altro fino ad estrarne l'essenza e raggiungere il midollo della Sua istruzione divina. Cercate quindi molto seriamente la guida dello Spirito Santo perché, se leggere veramente significa comprendere ciò che i nostri occhi vedono sulle pagine, allora dobbiamo chiedere, in preghiera, allo Spirito Santo che ci apra i forzieri dei segreti misteri della Parola ispirata.

Se noi, cari amici,  avremo chiesto la guida dello Spirito Santo, saremo pronti ad usare anche tutti i mezzi e gli aiuti a nostra disposizione per comprendere meglio le Scritture. Quando Filippo l'evangelista chiese all'eunuco Etiope se stava comprendendo le profezie di Isaia, costui replicò: "Come potrei intenderle se alcuno non mi guida?". Allora, Filippo, montò sul carro e gli spiegò la Parola di Dio. Alcuni,  con il pretesto di essere ammaestrati dallo Spirito di Dio, rifiutano di lasciarsi istruire dai libri  o dagli uomini. Certamente questo non onora lo Spirito Santo. E' una mancanza di rispetto verso Colui che ha dato ad alcuni dei Suoi servi maggior luce rispetto ad altri. Dio, infatti ha stabilito di porre i Suoi luminari nel firmamento con il compito di "illuminare" gli altri,  mettendo la loro conoscenza a disposizione di tutti per il bene e il progresso di tutta la Chiesa. Se la Chiesa dovesse rifiutare tale luce il fine dell'istruzione impartita dallo Spirito Santo non sarebbe raggiunto e la Sua stessa opera sarebbe vanificata. Sarebbe come ammettere che la stessa distribuzione dei doni e della grazia da parte di Dio fosse viziata da qualche errore. Naturalmente non può essere così.


Il Signore Gesù Cristo si compiace nel dare ad alcuni dei Suoi servitori maggior luce che ad altri; la nostra parte è quella di rallegrarci ed accettare la conoscenza che Egli ha saputo comunicare a coloro che ha scelto. Sarebbe veramente meschino, per noi dire: "Preferiamo non ottenere il tesoro da altri vasi di terra. Se Dio non vorrà donarcelo sarà attraverso le sue stesse mani ma non attraverso altri vasi di terra! Ci reputiamo troppo saggi, troppo spirituali per occuparci di gioielli che sono tratti da altri vasi di terra. Non ascolteremo alcuno e non leggeremo nessun altro libro tranne che la Bibbia, non accetteremo altra luce se non quella che può raggiungerci da una fessura del nostro tetto. Piuttosto che avvalerci della luce della candela di un altro uomo per vedere,  preferiamo rimanere al buio". Fratelli, non cadiamo in tale follia. Se la luce viene da Dio, anche se sarà uno dei suoi figli a portarcela, accettiamola con gratitudine. Se uno qualsiasi dei suoi servi, sia pure Paolo o Apollo o Cefa, hanno ricevuto la luce direttamente da Lui, ecco "Tutto è vostro, e voi siete di Cristo, e Cristo è di Dio. Pertanto, accettate la luce che Dio ha acceso e chiedete la grazia di poterla far risplendere sulla Parola affinché, leggendo, possiate comprendere.

Non voglio dire molto di più al riguardo, ma vorrei che fosse chiaro a tutti. Ognuno di voi ha una Bibbia a casa, ne sono certo; so bene che non potreste nemmeno sfiorare l'idea di disfarvene, vi sentireste dei pagani senza di essa. Ne possedete edizioni ben rilegate, belle a vedersi e preziose nelle finiture, non molto usate, per nulla sgualcite, e non potrebbe essere altrimenti perché la tirate fuori solamente la Domenica per far prendere loro un po' d'aria e poi riporle nel cassetto dei fazzoletti insieme alla lavanda, per il resto della settimana.  Non leggete la Parola, non cercate in essa, e come pretendereste di avere le sue divine benedizioni? Se non considerate l'oro celeste tanto prezioso da impegnarvi a scavare, state pur certi che non ne troverete mai! Ho ripetuto spessissimo che studiare le Scritture  non è la via della salvezza.  Il Signore ha detto: "Credi nel Signore Gesù Cristo, e sarai salvato." Ma la lettura della Parola, come l'ascolto, porta alla fede e la fede conduce alla salvezza; poiché la fede viene dall'udire e, per certi versi, la lettura è una sorta di ascolto. Mentre cercate di conoscere cosa sia l'Evangelo, Dio può compiacersi nel benedire le anime vostre.

Ma quale misera lettura fanno alcuni di voi della Bibbia. Non voglio dire nulla che sia troppo severo e che non corrisponda a verità, lasciate che sia la vostra coscienza a parlare, ma bisogna che riflettiate molto seriamente: non è forse vero che leggete la Bibbia in un modo frettoloso, dicendo: "Solo un pochino e scappo via"? E non lo è altrettanto che, ancora più velocemente, dimenticate ciò che avete letto cosicché tutto risulta inefficace? Quanto pochi sono coloro che mettono l'anima loro nella lettura, ne succhiano il suo succo, la sua vita, la sua essenza, fino a berne il significato. Se non è così, ve lo ripeto ancora, la vostra rimane una lettura miserabile, morta, di nessun profitto, indegna di essere perfino chiamata col nome di "lettura". Possa lo Spirito benedetto darvi la grazia di pentirvi di tutto questo.

II. In secondo luogo notiamo che nella lettura dobbiamo cercare di scoprire il significato spirituale della Parola

Credo che anche questo pensiero sia contenuto nel mio testo, perché il Signore dice: "Non avete voi letto?" ed ancora: "Non avete voi letto?" e conclude: "Se sapeste che cosa significhi", e il significato al quale alludeva è qualcosa di molto spirituale. Il testo che citò affermava: "Voglio misericordia e non sacrifizio" un testo che è contenuto nel libro del profeta Osea. Ora, gli Scribi e i Farisei erano tutti intenti alla lettera, ai sacrifici, all'uccisione degli animali, e così via. Essi avevano trascurato il senso spirituale di quel brano: "Voglio misericordia e non sacrificio" e cioè che Dio preferisce che cu prendiamo cura dei nostri simili piuttosto che siamo tutti dediti all'osservanza dei vari cerimoniali della Sua legge, fino a causare la fame e la sete e perfino la morte di qualcuna delle creature che le Sue mani hanno creato. Quei religiosi avrebbero dovuto superare l'esteriore e il superficiale per giungere al significato spirituale, e tutta la nostra lettura dovrebbe fare lo stesso.

Notate che questo dovrebbe essere il caso di quando leggiamo i passaggi storici del popolo di Dio. "Non avete voi letto ciò che fece Davide, quando ebbe fame, egli e coloro che erano con lui? Come egli entrò nella casa di Dio, e come mangiarono i pani di presentazione i quali non era lecito di mangiare né a lui, né a quelli ch'eran con lui, ma ai soli sacerdoti". Questo era un fatto storico, ed essi avrebbero dovuto leggerlo per trovare l'istruzione spirituale che vi è racchiusa. Ho sentito troppi insensati affermare, "Beh, a me non importa di leggere i libri storici della Scrittura". Cari amici, non immaginate nemmeno cosa stiate dicendo quando affermate una cosa del genere! Io vi dico ora, per esperienza, che a volte ho trovato anche una maggiore profondità di spiritualità nelle parti storiche che negli stessi Salmi.  E se vi chiedete come ciò possa essere, vi risponderò affermando che quando si ricerca il significato più profondo e spirituale di una storia spesso si rimane sorpresi dalla meravigliosa forza della chiarezza realistica con la quale l'insegnamento raggiunge la vostra anima. Alcuni dei più straordinari misteri della rivelazione vengono meglio compresi se messi davanti ai vostri occhi negli episodi storici nei quali vengono narrati. Quando una illustrazione viene spiegata mediante un prrincipio, notiamo come l'illustrazione espande e vivifica il principio stesso.

Per esempio, quando il Signore volle spiegarci cosa fosse la fede, Egli trasse l'illustrazione dalla storia del serpente di rame. Ora, chiunque abbia letto il racconto dei serpenti ardenti e del serpente di rame che Dio diede come rimedio per il veleno, ha subito compreso che una tale immagine è migliore perfino di quelle che anche l'apostolo Paolo stesso, seppur meravigliosamente come egli defisce e descrive. Non disprezzate mai, vi prego, le parti storiche della Parola di Dio e quando non riuscite a ottenere nulla di buono da esse, dite piuttosto: "E' colpa della mia mente corta e del mio cuore tardo a credere. O Signore compiaciti nel dare chiarezza al mio cervello e nel purificare la mia anima." Quando Egli risponderà a tale preghiera voi sentirete molto forte che "ogni Scrittura è ispirata da Dio, e che è utile ad insegnare". Gridate: "Apri gli occhi miei ond'io contempli le meraviglie della tua legge".
Allo stesso modo, quanto detto è vero per quanto concerne tutti i precetti cerimoniali, perché il Salvatore continua dicendo: "Non avete voi letto nella legge che nei giorni di sabato i sacerdoti nel tempio violano il sabato e non ne son colpevoli?" Non vi è un solo precetto della Legge antica che non abbia un significato profondo e spirituale; perciò non possiamo trascurare il libro del Levitico, o dire: "Non posso leggere tutti questi capitoli dell'Esodo o dei Numeri. Parlano delle tribù del popolo d'Israele, delle leggi che li riguardavano, delle tappe nel deserto, del Tabernacolo, degli arredi, di melograni e coppe d'oro, di assi di legno, di smoccolatoi, del candelabro, di pietre preziose, di violetto e scarlatto e di lino fine ritorto". No! dobbiamo guardare al significato profondo che si nasconde al di sotto della superficie. Dobbiamo impegnarci nella ricerca approfondita delle verità spirituali che vi sono contenute perché, come i tesori di un re sono conservati tutti strettamente sotto chiave, e il più difficile da trovare è il gioiello prediletto, così è nelle Sacre Scritture.

Siete mai stati alla Libreria Britannica? Vi sono molti libri che ogni lettore può consultare o prendere in qualsiasi momento. Ve ne sono altri per i quali bisogna farne richiesta per iscritto ed aspettare del tempo prima di poterli avere. Ma ve ne sono alcuni che non possono essere consultati senza un permesso speciale, ai quali si potrà avere accesso solo in compagnia di un guardiano che vi apre le porte, vi consegna i preziosi manoscritti e controlla mentre li leggete. Ve ne sono altri a cui vi è permesso sare solo dare un'occhiata da lontano, come per paura che voi possiate cancellare qualche lettera con una occhiata più da vicino, e questo perchè sono dei tesori preziosi, e di cui non esiste nessun altra copia al mondo. Allo stesso modo, vi sono dottrine così preziose nella Parola di Dio, che sono racchiuse nei forzieri del Levitico o del Cantico di Salomone, che non si potranno vedere mai se lo Spirito di Dio non vi sbloccherà quelle serrature e, se Egli stesso non sarà insieme a voi mentre leggerete non arriveret mai a quel tesoro inestimabile. Per questo motivo la nostra lettura deve anche essere una ricerca. Non siate soddisfatti dai precetti riguardanti i cerimoniali fino a quando non avrete afferrato il significato spirituale che vi è contenuto, perché solo così avrete letto veramente quel passo. Lasciatemelo ripetere: se non riusciamo a comprendere il significato spirituale delle Scritture è come se non leggessimo affatto.
Possiamo dire lo stesso dei principi dottrinali della Parola di Dio. Ho dolorosamente osservato che alcune persone, che sono molto ortodosse in materia dottrinale, e che sono capaci di esporre il loro credo con grande facilità, usano tutta la loro ortodossia per guardare e ascoltare quello che il predicatore dice per "dividere un capello in quattro" contro di lui, rimanendo seduti al loro posto, impassibili, soppesando ogni sua affermazione. Li ho sentiti affermare: "Quell'uomo non è corretto. Dice alcune cose buone ma, il cuore del suo messaggio è proprio marcio, ne sono certo. Ha usato un'espressione che non era neanche vicina alla verità". Costoro usano la loro conoscenza come un microscopio per ingigantire delle differenze insignificanti. Sono così intransigenti in materia dottrinale ma vi assicuro che non conoscono nulla del reale significato delle dottrine di Dio. La loro anima non le ha mai bevute, le hanno semplicemente succhiate per sputarle in faccia agli altri. Conoscere la dottrina dell'elezione è una cosa, ma sapere che Dio ha ti predestinato perché porti frutto con le buone opere che Egli ha preparato affinché le pratichi, è cosa assai diversa. Parlare dell'amore di Cristo, del cielo che Egli ha promesso al Suo popolo e di altre cose simili, tutto questo va bene; ma vi assicuro che lo si può fare senza una personale esperienza in merito. Per questo motivo, carissimi,  vi esorto a non essere mai soddisfatti da un arido "credo", piuttosto desiderate che sia scritto sulle tavole del vostro cuore! Le dottrine della grazia sono buone ma "la grazia delle dottrine" è molto meglio. Siate sicuri di possederla e non vi accontentate di una semplice comprensione superficiale fino a quando non ne avrete sentito tutto il suo potere spirituale.

Tutto questo ci porta ad affermare che abbiamo la necessità di sentire Gesù presente accanto a noi ogni volta che leggiamo la sua Parola. Segnate il verso 5 che vorrei farvi presente e che fino ad ora ho tralasciato: "Non avete voi letto che nei giorni di sabato, i sacerdoti nel tempio violano il sabato e non ne sono colpevoli? Or io vi dico che v'è qui qualcosa di più grande del tempio" Quei farisei facevano molta attenzione alla lettera della Parola ma non sapevano che Colui che era lì era il Signore del sabato, Signore dell'uomo, del sabato del Signore e il Signore di tutte le cose. Quando abbiamo afferrato un credo o una dottrina, un precetto o qualsiasi altra cosa esteriore che riguarda la lettera, preghiamo il Signore di poter sentire che c'è qualcosa di più della nuda lettera così come è stampata nel libro e qualcosa di meglio rispetto al mero guscio vuoto di un credo. C'è una Persona che è più grande di tutto ed è a Lui che dobbiamo gridare affinchè sia sempre con noi: "O Cristo vivente, fa che questa Parola sia Viva per me. La tua Parola è vita, ma non senza lo Spirito Santo. Potrei conoscere il Tuo Libro dal principio alla fine e ripeterlo a memoria dalla Genesi all'Apocalisse, eppure potrebbe rimanere un libro morto e io potrei essere un'anima morta. Ma, Signore, sii presente qui con me mentre leggo, e potrò posare il mio sguardo dal Libro al Signore, dal precetto a Colui che lo ha adempiuto, dalla legge a Colui l'ha onorata tutta e che ne ha sopportate tutte le minacce per me, e ottenere l'adempimento delle promesse di Colui nel quale essa è "Sì e amen."

Ah, allora saremo in grado di leggere questo Libro in modo veramente diverso. Egli sarà con me nella mia camera, e io dovrò essere serio. Lui si chinerà su di me e metterà il Suo dito sulle righe del Libro, potrò vedere la Sua mano forata e leggerò alla Sua presenza. Leggerò comprendendo che Egli  è la Sostanza di essa, che è la Prova e allo stesso tempo lo Scrittore, la Somma e l'Autore della Bibbia. Questo è il modo per dei veri studenti di diventare saggi!  Otterrete l'anima della Scrittura quando avrete Gesù con voi mentre state leggendo. Non so se vi mai capitato di udire un sermone durante il quale avete avvertito la chiara sensazione che se Gesù fosse venuto su quel pulpito, mentre il predicatore stava facendo la sua orazione, avrebbe detto: "Scendi, scendi subito! Cosa stai facendo qui? Ti ho mandato a predicare di Me e invece stai predicando su mille altre cose. Vai a casa e impara da Me e dopo potrai tornare a parlare a queste persone!". Quei sermoni che non ci conducono a Cristo, quelli in cui non Lo troviamo nè al principio e nè alla fine, appartengono alla categoria dei sermoni che faranno ridere i demoni nell'inferno, e che farebbero piangere gli angeli di Dio, se avessero queste emozioni.

Ricorderete la storia che ho raccontato di quell'anziano predicatore gallese che ascoltò un giovane predicatore tenere un sermone molto bello, un grande e raffinato sermone, un brillante sermone e che dopo che ebbe finito chiese al gallese cosa ne pensasse. L'uomo rispose che non pensava nulla di esso.

- Proprio nulla!
- E perché nulla? - replicò il giovane
- Perché non c'era Cristo un esso.
- Beh, ma il percorso del mio testo non vi giungeva.
- Non importa, il tuo sermone avrebbe dovuto giungervi ugualmente.- rispose il gallese.
- Ma non vedo come! - disse ancora il giovane.
- Se non lo vedi significa che non dovresti predicare più.
- Questo è l'unico modo di predicare. Da ogni piccolo villaggio in Inghilterra, non importa dove ci si trovi, di sicuro vi è una strada per Londra. Anche se può non esserci una strada per molti altri posti, certamente vi sarà una strada per Londra. Ora, da ogni testo della Bibbia c'è una strada che porta a Gesù Cristo, e il solo modo di predicare è  di chiedersi: 'Come posso ottenere da questo testo una strada per Gesù Cristo?', e poi predicare lungo tutto il percorso per essa.
- Beh, ma,- disse il giovane,- supponiamo che io trovi un testo che non ha una strada che porti a Gesù Cristo. 
- Io ho predicato per quarant'anni - continuò l'anziano - e non ho mai trovato un solo verso della Scrittura che non mi abbia condotto al  mio Maestro.

Forse state pensando che io sia andato un po' oltre il testo stasera, ma io sono convinto che non è così! Rileggete il verso 6 e vedrete che innalza il nostro Signore Gesù Cristo e lo mette al centro della Bibbia. Vi assicuro che avrete poco profitto dalla vostra lettura se non riuscirete a vedere il Salvatore in ogni pagina e che è Signore e Padrone di tutto ciò che si sta leggendo e che vi renderà ogni cosa preziosa se vi renderete conto che Lui è lì. Se non trovate Gesù nelle Scritture esse saranno solo di poco beneficio per voi, perchè questo è quello che ha detto il Signore stesso: "Voi investigate le Scritture perché pensate di avere per mezzo d'esse vita eterna, ed esse son quelle che rendono testimonianza di me, eppure non volete venire a me per avere la vita!".  Per questo motivo la vostra ricerca non perviene a nulla, non trovate la vita e rimanete morti nei vostri peccati. Sarà così anche per voi?

III. Infine, una tale lettura della Scrittura, in quanto implica la comprensione e l'ingresso nel suo significato spirituale, con la scoperta della Persona divina che ne è il significato spirituale, è di grande beneficio

Il Signore dice: "Se sapeste cosa significa voglio misericordia e non sacrificio, non avreste condannato gli innocenti". Saremo salvi dal commettere molti errori se comprenderemo la Parola di Dio, e tra le altre cose non condanneremo gli innocenti. Non ho tempo per approfondire  questi benefici, ma mi limito a dire che, mettendo tutto insieme, l'assidua lettura della Parola di Dio con la forte volontà di arrivare al suo significato spesso genera la vita spirituale. Noi siamo generati per mezzo della Parola di Dio, poiché essa è il mezzo della rigenerazione che opera insieme allo Spirito Santo. Pertanto amate la vostra Bibbia.Tenetevi vicino alle vostre Bibbie. Se cercate Dio dovete prima di tutto credere nel Signore Gesù Cristo; ma mentre siete ancora nelle tenebre prendete la Bibbia, e iniziate la ricerca, portatevela a letto, leggetela appena svegli, al mattino, quando tutti dormono e nessuno vi disturba e dite: "Signore guidami ad un testo che mi benedirà. Aiutami a comprendere come io povero peccatore quale sono, posso essere riconciliato con te". Vi posso garantire che nessuno ha cercato Cristo nella Bibbia senza poi averlo trovato! La Scrittura non è Cristo ma vi porterà a Lui. Seguite fedelmente le sue direttive.

Mi rammento di quando stavo cercando il Signore, e andai a cercare nella mia Bibbia e in "Chiamata al non convertito" di Baxter, e in "Allarme" di Alleine e in "Ascesa e progresso" di Doddridge, perchè dissi a me stesso: "Io ho paura che sarò perduto ma ne conoscerò il motivo. Io temo che non  troverò mai Cristo, ma non sarà perchè avrò mancato di cercarlo." Quella paura gu usata per tormentarmi ma dissi: "Io lo troverò se egli si può trovare. Leggerò. Penserò." Non c'è mai stata un'anima che ha sinceramente cercato di Gesù nella Parola senza inciampare sulla verità preziosa che Cristo che era a portata di mano solo che non riusciva a vederla; perchè Lui era davvero lì, solo che loro, povere creature cieche, erano in un tale labirinto che non potevano in quel momento vederlo. Oh, aggrappatevi alla Scrittura. la Scrittura non è Cristo, ma è il filo di seta che vi condurrà a Lui. Seguite le sue direttive fedelmente.

Quando avete già ricevuto la rigenerazione con la nuova vita continuate a leggere perchè vi conforterà. Potrete vedere meglio ciò che il Signore ha fatto per voi. Imparerete che siete stati redenti, adottati, salvati, santificati. Metà dagli errori che esistono nel mondo derivano dal fatto che la gente non legge la Bibbia. Chi potrebbe pensare che il Signore lascerebbe uno qualsiasi dei suoi cari figli a morire, se ha letto un testo come questo, "Io do le mie pecore la vita eterna ed esse non periranno mai, e nessuno le rapirà dalla mia mano"? Quando lessi questo, io fui certo della perseveranza finale dei santi. Leggete, quindi, la parola e otterrete molto più conforto. Ogni sconforto si dissolve come neve al sole quando lasciamo che il suo calore penetri fino al nostro cuore, alle giunture, alle midolla, fino a dividere l'anima dallo spirito. Tale lettura sarà anche il vostro nutrimento. Essa è il vostro cibo e la vostra vita. Cercatela e crescerete fortificati nel Signore e nella forza della Sua potenza. Servirà anche come vostra guida. Sono certo che solo chi ha nel suo cuore la Parola della vita camminerà rettamente senza sviarsi. Spesso quando non sapete cosa fare o come comportarvi vedrete un testo che si illuminerà davanti a voi mentre leggete e che vi dice: "Seguimi". Molto spesso ho fatto l'esperienza di vedere un testo così lampeggiante da riconoscere che si trattava di una parola speciale che il Signore aveva proprio per la mia anima, e ho continuato la mia strada gioendo.

Otterrete migliaia di aiuti in quel meraviglioso Libro, se lo fate, ma dovrete leggerlo e per ogni nuova comprensione avrete un premio in più. E vedrete man mano che invecchierete, il Libro crescerà con la vostra crescita e sarà il vostro manuale di devozione come da piccoli lo era un libro di racconti. Si, sarà per voi un Libro sempre nuovo, prorpio come se fosse stato stampato ieri, e come se nessuno ne avesse mai letto una parola fino ad ora; e tuttavia diventerà anche il Libro più prezioso per tutti i ricordi che si addensano intorno ad esso. Mentre volteremo le sue pagine dolcemente come facciamo, noi rifletteremo sui passaggi della nostra storia che non sarà mai dimenticata per tutta l'eternità, ma sarà per sempre intrecciata con le promesse della grazia.

Carissimi, che il Signore ci insegni a leggere il Suo Libro della vita che Egli ha aperto davanti a noi qui, affinché, un giorno, si possa leggere chiaramente i nostri nomi scritti in quell'altro libro d'amore, quel libro che non abbiamo ancora veduto, quello che sarà aperto nell'ultimo grande giorno.
Il Signore sia con voie vi benedica.









( originale: http://www.spurgeon.org/sermons/1503.htm ) 

Traduzione  a cura di:  Consapevoli nella Parola  

http://consapevolinellaparola.blogspot.it/2014/07/come-leggere-la-bibbia.html
 

"Appena ho trovato le tue parole, le ho divorate, la tua parola è stata per me la gioia e l'allegrezza del mio cuore, perché il tuo nome è invocato su di me, o Eterno, DIO degli eserciti."
(Geremia 15:16)

ciao

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