QUALCHE SETTIMANA FA' LO SPIRITO SANTO PARLO' AL MIO CUORE SU QUEST'ARGOMENTO, TANTI RAGIONAMENTI INUTILI INVADONO LA MENTE DELL'UOMO, QUANTE SCAPPATOIE, A VOLTE CHI PARLA DA UN PULPITO PREDICA SU QUESTARGOMENTO MA CHI ASCOLTA VIVE NELLA SUA PASSIVITA', SI CERCA SEMPRE PIU' DI FARE E STRAFARE PER DIO PENSANDO E MAGARI PERCHE' NO DI COMPIACERGLI, PENSANDO PIU' FACCIO PIU' LUI MI AMERA' E MI SALVERA' CERCHERO' DI FARE QUESTO E QUELL'ALTRO E MAGARI SI FA' SENZA CHIEDERE CONSIGLIO A COLUI CHE E' SOVRANO E CHE GOVERNA OGNI COSA L'ETERNO DIO. QUESTO MODO DI FARE E' DIFFUSO ORMAI NELLA MAGGIOR PARTE DELLE CHIESE SIA CATTOLICHE CHE EVANGELICHE ECC... ECC....PENSANDO : VADO A MESSA O VADO AD ASCOLTARE IL MESSAGGIO DOMENICALE, POI SI ESCE E DOVE SI VA? VUOI SAPERE DOVE? ALL'INFERNO. SATANA AMA QUESTI RAGIONAMENTI, E STANDO A CONTATTO COL LAVORO CHE FACCIO CON MOLTA GENTE MI CAPITA SPESSO DI SENTIRE DISCORSI DEL GENERE , DISCORSI SOLO RELIGIOSI DI PRATICHE E TRADIZIONI, VI DICO QUESTO CARI FRATELLI PERCHE' IO LAVORO ED ABITO IN UN PAESE MOLTO RELIGIOSO. LO SPIRITO SANTO IN UN ATTIMO MI PORTO' DAVANTI I MIEI OCCHI IL GIORNO CHE GESU' FU' CROCIFISSO, QUELLA SCENA DAVANTI AI MIEI OCCHI, FACENDOMI UNA DOMANDA CHE ORA IO FACCIO A TUTTI, COSA FECE DI SPECIALE QUEL LADRONE CHE ERA IN CROCE ACCANTO A GESU' PER MERITARE LA SALVEZZA? NESSUNA OPERA NESSUN PELLEGRINAGGIO, NESSUNA ELEMOSINA NESSUN FARE E STRAFARE, UNA VITA INVECE PASSATA NELL'INGANNO, RUBANDO, MAGARI UCCIDENDO E CHISSA' QUANT'ALTRO, MA IN UN ATTIMO IL SUO CUORE FU' CAMBIATO E' SAPETE DA COSA? DAL CRISTO CROCIFISSO SANGUINANTE E MORENTE PER LUI E PER TUTTA L'UMANITA' PERDUTA. SI E' RAVVEDUTO , CAPI' CHE GESU' NON ERA COLPEVOLE, MENTRE LUI SI, GRIDANDO ALL'ALTRO LADRONE DI STARE ZITTO PERCHE' LORO MERITAVANO E LUI NO. CAPI' CHE LA SALVEZZA ERA LI' DAVANTI I SUOI OCCHI. UN CUORE PENTITO UMILE E SINCERO, PIU' CHIARO DI COSI'. DIO CI BENEDICA E CI TENGA SEMPRE IN UMILTA' E AMORE FRATERNO. PACE A TUTTI
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GIACOMO 1, 2-4
Fratelli, considerate come motivo di gaudio perfetto le diverse prove alle quali voi potete essere esposti, sapendo che la fede messa
alla prova produce la pazienza. E' necessario però che la pazienza compia perfettamente l'opera sua, affinché voi siate pure perfetti ed
integri, senza mancare in niente.(Giacomo 1; 2-4)
Emmanuel
domenica 23 ottobre 2011
Il pentimento
In Giudici 10 troviamo la testimonianza della lotta tra i figli d’Israele e i figli di Ammon. Il verso 6 descrive la condizione spirituale di Israele in quel momento.
Giudici 10:6
“Poi i figli d’Israele tornarono a fare ciò che è male agli occhi dell’Eterno e servirono i Baal e le Ashtaroth gli dèi della Siria, gli dèi di Sidone, gli dèi di Moab, gli dèi dei figli di Ammon e gli dèi dei Filistei; abbandonarono l’Eterno e non lo servirono più.”
Come avevano fatto molte volte in passato, i figli d’Israele abbandonarono l’Eterno e servirono gli dèi delle varie nazioni vicine. Il Signore non era indifferente a questo comportamento. I versi 7-9 ci dicono:
Giudici 10:7-9
“Così l’ira dell’Eterno si accese contro Israele, ed egli li diede nelle mani dei Filistei e nelle mani dei figli di Ammon. In quell’anno essi molestarono ed oppressero i figli d’Israele; per diciotto anni essi oppressero tutti i figli d’Israele che erano di là dal Giordano, nel paese degli Amorei in Galaad. Poi i figli di Ammon passarono il Giordano per combattere anche contro Giuda, contro Beniamino e contro la casa di Efraim; e Israele si trovò in una grande avversità.”
Il frutto del comportamento di Israele fu una grande avversità. Alla fine, le persone di cui avevano deciso di servire gli dèi divennero i loro stessi oppressori. Fortunatamente, nella loro avversità si rivolsero di nuovo al Signore. Il verso 10 ci dice:
Giudici 10:10
“Allora i figli d’Israele gridarono all’Eterno, dicendo: «Abbiamo peccato contro di te, perché abbiamo abbandonato il nostro DIO e abbiamo servito i Baal»”
Come il figliol prodigo del vangelo di Luca decise di ritornare a casa confessando i suoi peccati – quando la terra un tempo ricca fu colpita dalla fame, così anche i figli d’Israele si rivolsero al Signore durante questa grande avversità e Gli confessarono i loro peccati. I versi 11-14 raccontano la risposta del Signore:
Giudici 10:11-14
“L’Eterno disse ai figli d’Israele: «Non vi ho io liberati dagli Egiziani, dagli Amorei, dai figli di Ammon e dai Filistei? Quando quelli di Sidone, gli Amalekiti e i Maoniti vi opprimevano e voi gridaste a me, non vi liberai io dalle loro mani? Nonostante ciò, mi avete abbandonato e avete servito altri dèi; perciò io non vi libererò più. Andate dunque a gridare agli dèi che avete scelto; vi salvino essi nel tempo della vostra avversità!»”
Israele era il popolo eletto da Dio. Li aveva salvati ogni volta, sempre, solo per vedere che ancora una volta Lo tradivano. Ma Egli non li avrebbe più perdonati? Il Suo perdono era finito e avrebbe respinto Israele per sempre? I versi 15-16a narrano quello che fecero i figli d’Israele dopo la risposta del Signore:
Giudici 10:15-16a
“I figli d’Israele dissero all’Eterno: «Abbiamo peccato; fa’ a noi tutto ciò che ti pare, ma liberaci oggi, ti supplichiamo». Allora tolsero di mezzo a loro gli dèi stranieri e servirono l’Eterno.”
La prima volta che Israele si rivolse al Signore GLI DÈI STRANIERI ERANO ANCORA DI MEZZO A LORO. Confessarono di aver peccato. Ma si erano VERAMENTE PENTITI quando stavano servendo ancora gli dèi stranieri? La confessione de peccati non significa necessariamente pentimento. Il pentimento autentico ha a che fare con il cuore ed è accompagnato da un cambiamento nel cuore. Nel verso 10 i figli d’Israele hanno confessato di aver peccato ma gli dèi stranieri erano ancora lì. Credo che proprio per questo motivo Dio indicò loro gli dèi quando disse “andate dunque a gridare agli dèi che avete scelto”. Questi dèi erano ancora lì!! Solo nel verso 16 Israele li ha allontanati e ha iniziato a servire di nuovo il Signore. Subito dopo questo leggiamo la reazione del Signore:
Giudici 10:16
“Allora tolsero di mezzo a loro gli dèi stranieri e servirono l’Eterno che si addolorò per la sofferenza d’Israele.”
Non appena Israele si pentì veramente – e questo non era ovvio dalle loro rispettive azioni- Dio era lì per liberarli ancora una volta. Una volta pentiti, il Signore non poteva più prolungare la loro sofferenza. In giudici 11-12 ci viene descritto come Egli li liberò dai figli di Ammon. Non lo fece per aderire a principi morali o perché era sicuro che non si sarebbero più allontanati. Nel capitolo 13 vediamo infatti che ancora una volta andarono via. Lo fece perché li amava, ed erano tornati ancora una volta da Lui onestamente. Egli era lì, senza tener conto di cosa avevano fatto e di cosa avrebbero fatto in futuro.
1. Il cuore di Dio – il caso di Achab
Adoro questo libro storico del’Antico Testamento. È come una piccola biografia che mostra come il Signore ha agito con molte persone, buone e cattive. Qui, in 1 Re, troviamo, tra le altre, la testimonianza di un re del male, il re Achab. 1 Re 16:30-33 e 21:25:
1 Re 16:30-33
“Achab, figlio di Omri, fece ciò che è male agli occhi dell’Eterno PIÙ DI TUTTI QUELLI CHE LO AVEVANO PRECEDUTO. Inoltre, come se fosse stata per lui un’inezia il seguire i peccati di Geroboamo figlio di Nebat, prese in moglie Jezebel, figlia di Ethbaal, re dei Sidoni, e andò a servire Baal e a prostrarsi davanti a lui. Eresse poi un altare a Baal nel tempio di Baal, che aveva costruito in Samaria. Achab fece anche un’Ascerah. ACHAB PROVOCÒ AD IRA L’ETERNO, IL DIO D’ISRAELE, PIÙ DI TUTTI IRE D’ISRAELE CHE L’AVEVANO PRECEDUTO.”
E 1 Re 21:25
“In verità non ci fu mai alcuno che si vendette a fare ciò che è male agli occhi dell'Eterno come Achab, perché era sospinto da sua moglie Jezebel. Egli si comportò in modo abominevole, andando dietro agli idoli, come avevano fatto gli Amorei che l’Eterno aveva scacciato davanti ai figli d’Israele.”
Achab viene descritto come il più malvagio re d’Israele. Non ci fu nessun altro uguale a lui per malvagità. Elia affrontò questo re in 1 Re 21. In questo passo leggiamo:
1 Re 21:20-22
“Achab disse ad Elia: «Mi hai dunque trovato, o mio nemico?». Elia rispose: «Sì, ti ho trovato, perché ti sei venduto per fare ciò che è male agli occhi dell’Eterno. Ecco, io farò venire su di te la sventura, spazzerò via i tuoi discendenti e sterminerò della casa di Achab ogni maschio, schiavo o libero in Israele. Renderò la tua casa come la casa di Geroboamo, figlio di Nebat, e come la casa di Baasha, figlio d’Ahijah, perché tu mi hai provocato ad ira e hai fatto peccare Israele.”
Questo fu il verdetto del Signore contro Achab. Lui e la sua famiglia non avrebbero fatto una buona fine. Tuttavia, non dobbiamo pensare che questo facesse piacere a Dio. Come dice Ezechiele 18:23:
Ezechiele 18:23
“Provo forse piacere della morte dell’empio?»; dice il Signore, l’Eterno, «e non piuttosto che egli si converta dalle sue vie e viva?”
Il piacere di Dio non è nel giudicare il malvagio, ma nel vederlo pentirsi. Chiunque si penta è accettato da Lui. Ma sarebbe stato possibile anche per Achab, il più malvagio re d’Israele? I versi 27-29 narrano:
1 Re 21:27-29
“Quando Achab udì queste parole, si stracciò le vesti, si coperse il corpo con un sacco e digiunò; si coricava avvolto nel sacco e camminava dimesso. Allora la parola dell’Eterno fu rivolta ad Elia, il Tishbita, dicendo: «HAI VISTO COME ACHAB SI È UMILIATO DAVANTI A ME? POICHÉ SI È UMILIATO DAVANTI A ME, IO NON FARÒ VENIRE LA SCIAGURA MENTRE EGLI È IN VITA; ma manderò la sciagura sulla sua casa, durante la vita di suo figlio»”
Il giudizio di Dio era su tutta la casa di Achab. Tuttavia, bastavano il suo pentimento e il fatto che si fosse umiliato davanti al Signore per rimandare il giudizio per tutto il male che lui e la sua famiglia avevano fatto. Sfortunatamente, la sua famiglia e anche lui in seguito continuarono a vivere nella malvagità – si veda per esempio 1 Re 22 e 2 Re 3:1-3 – e la decisione del Signore che Elia annunciò fu messa in pratica durante la vita di Joram, il figlio di Achab (vedere 2 Re 9-10).
2. Il cuore di Dio: il caso di Manasse
Achab non fu il solo re d’Israele malvagio. Infatti, ci furono molti altri che si comportarono come lui. Uno di questi, re di Giuda questa volta, fu Manasse, figlio di Ezechia, che sfortunatamente non è noto per le stesse cose del padre. Leggiamo il riassunto di questo regno dato in 2 Cronache 33:2,9:
2 Cronache 33:2
“Egli [Manasse] fece ciò che è male agli occhi dell’Eterno, seguendo le abominazioni delle nazioni che l’Eterno aveva scacciato davanti ai figli d’Israele.”
E 2 Cronache 33:9
“Ma Manasse fece sviare Giuda e gli abitanti di Gerusalemme inducendoli a fare peggio delle nazioni che l’Eterno aveva distrutto davanti ai figli d’Israele.”
Sembra che Manasse fosse l’equivalente di Achab in Giuda. Entrambi superarono in malvagità le nazioni che abitavano quel territorio prima! La malvagità di Manasse e del popolo fu affrontata dal Signore ma senza alcun risultato: non si PENTIRONO. I versi 10-11 narrano:
2 Cronache 33:10-11
“L’Eterno parlò a Manasse e al suo popolo, ma essi non prestarono attenzione. Allora [come conseguenza della loro risposta] l’Eterno fece venire contro di loro i capi dell’esercito del re di Assiria che presero Manasse con uncini al naso, lo legarono con catene di bronzo e lo condussero a Babilonia.”
Il Signore provò a correggere il re e il popolo. Non voleva vedere quella fine per Manasse. Tuttavia, senza il pentimento questo fu inevitabile. Fortunatamente, come con i figli d’Israele in Giudici 10, la conseguente disgrazia fu anche un punto di svolta per Manasse, che iniziò in quel momento a cercare il Signore!
2 Cronache 33:12-13
“Quando [Manasse] si trovò nell’avversità, egli implorò l’Eterno, il suo DIO, e si umiliò profondamente davanti al DIO dei suoi padri. Quindi lo pregò e lo supplicò.”
Quando Manasse era a Gerusalemme, in pace, Dio gli avrebbe parlato, ma Manasse non avrebbe ascoltato. Ora che era in catene fu Manasse ad iniziare a parlare a Dio,UMILIANDOSI PROFONDAMENTE DAVANTI A LUI. E vediamo se il Signore lo ascoltò:
2 Cronache 33:13
“e [dopo che Manasse si umiliò profondamente davanti al Signore] DIO ascoltò la sua supplica e lo ricondusse a Gerusalemme nel suo regno. Allora Manasse riconobbe che l’Eterno è DIO.”
Quando fu a Gerusalemme, Manasse diventò di nuovo un difensore del male. Quando però si trovò in disgrazia e tornò dal Signore, Egli non iniziò a tener conto del male che questo re aveva fatto. Al contrario “ascoltò la sua supplica” e ricondusse il re pentito al suo trono.
3. Il cuore di Dio: il caso di Ninive
Questo caso è l’argomento del breve libro di Giona. Il Signore parlò a Giona e gli diede un compito specifico. I versi 1 e 2 narrano:
Giona 1:1-2
“E la parola dell’Eterno fu rivolta a Giona, figlio di Amittai, dicendo: «Lèvati va’ a Ninive, la grande città e predica contro di lei, perché la loro malvagità è salita davanti a me»”
Probabilmente tutti noi sappiamo cosa fece inizialmente Giona e come disobbedì a Dio, il suo caso potrebbe certamente essere un altro caso di questo articolo. Tuttavia, nel capitolo 3 lo vediamo andare finalmente a Ninive:
Giona 3:1-4
“La parola dell’Eterno fu rivolta a Giona per la seconda volta, dicendo: «Lèvati, va’ a Ninive, la grande città, e proclama ad essa il messaggio che ti comando». Così Giona si levò e andò a Ninive secondo la parola dell’Eterno. Or Ninive, era una città molto grande davanti a Dio, di tre giornate di cammino. Giona cominciò a inoltrarsi nella città per il cammino di una giornata e predicando diceva: «Ancora quaranta giorni e Ninive sarà distrutta»”
Quello che Dio voleva fare attraverso Giona era avvisare Ninive del giudizio che ci sarebbe stato se non si fossero pentiti. I versi 5-9 ci dicono come il popolo di Ninive ricevette l’avvertimento del Signore.
Giona 3:5-9
“Allora i Niniviti a credettero a DIO, proclamarono un digiuno e si vestirono di sacco, dal più grande al più piccolo di loro. Quando la notizia giunse al re di Ninive, egli si alzò dal trono, si tolse il manto, si coprì di sacco e si mise a sedere sulla cenere. Per decreto del re e dei suoi grandi fece quindi proclamare e divulgare in Ninive un ordine che diceva: «Uomini e bestie, armenti e greggi non assaggino nulla, non mangino cibo e non bevano acqua; ma uomini e bestie si coprano di sacco e gridino a DIO con forza; ognuno si converta dalla sua via malvagia e dalla violenza che è nelle sue mani. Chi sa che DIO non si volga, non si penta e metta da parte la sua ira ardente e così noi non periamo»”
Al contrario di Manasse, il popolo di Ninive PRESTÒ ATTENZIONE A CIÒ CHE DIO DICEVA e il re e i suoi grandi ordinarono a tutti di digiunare e di pregare. Il verso 10 ci dice cosa fece il Signore:
Giona 3:10
“Quando DIO vide ciò che facevano [non solo le loro parole] e cioè che si convertivano dalla loro cattiva strada, DIO si pentì del male che aveva detto di far loro E NON LO FECE.”
Dio si placò verso Ninive perché il popolo di Ninive SI ERA PENTITO.
4. Conclusione
Sebbene il peccato ostacoli la via verso Dio, il pentimento la apre completamente. Anche in casi come quelli di Achab e Manasse questa strada fu completamente aperta quando si umiliarono davanti al Signore. La questione quindi non è se Dio ci perdonerà. Il suo perdono ci viene dato solo se c’è PENTIMENTO. Se abbiamo peccato, ci siamo PENTITI? Non solo con le parole, ma SINCERAMENTE nel cuore. Abbiamo sofferto e pianto per il peccato oppure continuiamo con lo stesso cuore indurito, ingannando noi stessi pensando che non c’è nessun problema e giustificando il peccato invece di pentirci? Ecco cosa suggerisce Giacomo:
Giacomo 4:8-10
“Avvicinatevi a Dio ed egli si avvicinerà a voi; nettate le vostre mani, o peccatori; e purificate i vostri cuori, o voi dal cuore doppio! Affliggetevi, fate cordoglio e piangete; il vostro riso si cambi in duolo e la vostra gioia in tristezza. Umiliatevi davanti al Signore, ed egli vi innalzerà.”
In tutti i casi che abbiamo visto il pentimento è accompagnato da un cambiamento nel cuore, da una sofferenza per il peccato e dall’umiliazione davanti al Signore. Possa il Signore aprire i nostri occhi e possiamo noi aprire a Lui i nostri cuori, rendendoli trasparenti, senza parti nascoste, scuse e ragionamenti. Possano tutti quelli che non sono in questo abbraccio AVVICINARSI A LUI, PENTENDOSI, E ALLORA ANCHE LUI SI AVVICINERÀ A LORO.
sabato 22 ottobre 2011
Una pericolosa indifferenza
"Poiché voi non siete venuti al monte che si toccava con la mano, avvolto nel fuoco, né alla caligine, né alla tenebria, né alla tempesta, né al suono della tromba, né alla voce che parlava in modo che quelli che la udirono richiesero che niuna parola fosse loro più rivolta perché non potevano sopportare l'ordine: Se anche una bestia tocchi il monte sia lapidata; e tanto spaventevole era lo spettacolo, che Mosè disse: Io sono tutto spaventato e tremante; ma voi siete venuti al monte di Sion, e alla città dell'Iddio vivente, che è la Gerusalemme celeste, e alla festante assemblea delle miriadi degli angeli, e alla Chiesa dei primogeniti che sono scritti nei cieli, e a Dio, il Giudice di tutti, e agli spiriti dei giusti resi perfetti, e a Gesù, il mediatore del nuovo patto, e al sangue dell'aspersione che parla meglio di quello d'Abele. Guardate di non rifiutare Colui che parla; perché, se quelli non scamparono quando rifiutarono Colui che rivelava loro in terra la sua volontà, molto meno scamperemo noi se voltiamo le spalle a Colui che parla dal cielo; la cui voce scosse allora la terra, ma che adesso ha fatto questa promessa: Ancora una volta farò tremare non solo la terra, ma anche il cielo. Or questo "ancora una volta" indica la remozione delle cose scosse, come di cose fatte, onde sussistano ferme quelle che non sono scosse. Perciò, ricevendo un regno che non può essere scosso, siamo riconoscenti, e offriamo così a Dio un culto accettevole, con riverenza e timore! Perché il nostro Dio è anche un fuoco consumante".(Ebrei 12:18-29)
Risulta veramente fastidioso quando abbiamo qualche cosa di molto importante da trasmettere e non siamo ascoltati con attenzione, quando ci scontriamo con la superficialità, la fretta, o con una "cortese noncuranza" … è veramente frustrante … anzi a volte ci fa perdere la pazienza, vorremmo urlare, prendere le persone e costringerle ad ascoltare, fargli capire che quello che stiamo cercando di dirgli è importantissimo, vitale… ma capita che tutti i nostri buoni propositi s'infrangano contro lo scoglio di un'umiliante indifferenza, o che addirittura ci voltino le spalle. Questo è né più né meno il comportamento che spesso e volentieri le persone adottano nei confronti di Dio, noi compresi.
Il testo biblico sopra ci esorta a non rifiutare…, non voltare le spalle a Colui che ci parla dal cielo. Quindi non si tratta semplicemente di un invito ad ascoltare il messaggio,ma anche e soprattutto ad avere stima e profonda considerazione di Colui che lo trasmette: il Signore, l'Eterno, l'Iddio Onnipotente.
La reazione negativa dell'uomo al messaggio di Dio: un'educata ribellione
Indifferenza, superficialità
E' terribile vedere come le persone che pur definendosi credenti trattano Dio con noncuranza, molte persone considerano Dio come un optional, ascoltarlo o non ascoltarlo, ubbidire o non ubbidire, per loro è indifferente, perché?
Qual è la causa?
Una probabile causa di tutta quest'indifferenza, di questa "educata e discreta ribellione", nasce molto probabilmente dall'avere una concezione distorta di Dio e del Suo messaggio, dal non avere compreso chi è il nostro interlocutore, cosa vuole dirci, e come comunica.
Molte persone vivono con un concetto personale di Dio, si fanno un dio su misura, secondo i propri desideri e che possa soddisfare le loro esigenze, un dio che si possa ascoltare oppure mettere a tacere a proprio piacimento. Molti considerano Dio come un proprio simile, anzi a volte ancor meno, perché un'autorità terrena spesso incute timore, e per paura o per rispetto gli si ubbidisce, ma Dio viene trattato con molto meno rispetto, e non parlo della bestemmia, ma di quella poca stima che si fa della Sua Parola, eppure siamo, o meglio ci definiamo una nazione "cristiana" si afferma con estrema facilità di credere in Dio, ma dove è l'ubbidienza? Dov'è l'onore e il rispetto? Le Bibbie restano chiuse, ma non è così per certe inutili dannose riviste che riempiono le case, le chiese sono vuote e i locali di divertimento pieni, tutto è importante: le nostre case, le nostre esigenze, i nostri interessi, tutto fuorché la volontà di Dio. Ma Dio non è un optional, e la Sua Parola un piacevole passatempo per i momenti vuoti.
Colui che ci parla: il vero, unico e onnipotente Dio
La Scrittura ci rivela il vero Dio, nella sua realtà: Santo, potente, tremendo.
Isaia 40:25-26. "A chi dunque voi vorreste somigliare perch'io gli sia pari? dice il Santo. Levate gli occhi in alto, e guardate: Chi ha create queste cose? Colui che fa uscir fuori, e conta il loro esercito, che le chiama tutte per nome; e per la grandezza del suo potere e per la potenza della sua forza, non una manca".
Salmo 29. "Date all'Eterno, o figliuoli de' potenti, date all'Eterno gloria e forza! Date all'Eterno la gloria dovuta al suo nome; adorate l'Eterno, con santa magnificenza. La voce dell'Eterno è sulle acque; l'Iddio di gloria tuona; l'Eterno è sulle grandi acque. La voce dell'Eterno è potente, la voce dell'Eterno è piena di maestà. La voce dell'Eterno rompe i cedri; l'Eterno spezza i cedri del Libano. Fa saltellare i monti come vitelli, il Libano e il Sirio come giovani bufali. La voce dell'Eterno fa guizzare fiamme di fuoco. La voce dell'Eterno fa tremare il deserto; l'Eterno fa tremare il deserto di Cades. La voce dell'Eterno fa partorire le cerve e sfronda le selve. E nel suo tempio tutto esclama: Gloria! L'Eterno sedeva sovrano sul diluvio, anzi l'Eterno siede re in perpetuo. L'Eterno darà forza al suo popolo; l'Eterno benedirà il suo popolo dandogli pace".
Chiunque è indifferente o ribelle verso la sua chiamata corre un grave pericolo.
Il suo messaggio
Quello che Dio vuole rivelarci, non è una delle tante proposte alternative, non è una parola alla quale possiamo rispondere con un "ci penserò … vedremo se avrò tempo … se avrò voglia e piacere". Dio ci parla, ed il suo messaggio ci pone di fronte ad una scelta di vita o di morte, una grave responsabilità che non lascia spazio all'indifferenza o la superficialità: Deut. 30:19. "Io prendo oggi a testimoni contro a voi il cielo e la terra, che io ti ho posto davanti la vita e la morte, la benedizione e la maledizione; scegli dunque la vita, onde tu viva, tu e la tua progenie".
Lo stesso messaggio lo ha affidato oggi alla chiesa il corpo di Cristo, l'insieme di tutti i credenti salvati per grazia. Marco 16:15-16. "E disse loro: Andate per tutto il mondo e predicate l'evangelo ad ogni creatura. Chi avrà creduto e sarà stato battezzato sarà salvato; ma chi non avrà creduto sarà condannato".
Un messaggio che non lascia spazio a facili opportunismi, ai facili sentimentalismi religiosi, e soprattutto non ci possono essere dubbi d'interpretazione. II Cor.2:15-17."Poiché noi siamo dinanzi a Dio il buon odore di Cristo fra quelli che son sulla via della salvezza e fra quelli che son sulla via della perdizione; a questi, un odore di morte, a morte; a quelli, un odore di vita, a vita. E chi è sufficiente a queste cose? Poiché noi non siamo come quei molti che adulterano la parola di Dio; ma parliamo mossi da sincerità, da parte di Dio, in presenza di Dio, in Cristo".
I due modi di parlare di Dio: la legge e la grazia
Lo scrittore di quest'epistola, per allontanare le persone dalla superficialità, per scuoterle dall'indifferenza, per richiamarle alla loro responsabilità, usa due illustrazioni molto semplici, per mezzo delle quali ci mostra due aspetti, due caratteristiche fondamentali della persona di Dio, e della sua volontà: la Sua perfetta giustizia accompagnata dalla Sua grazia. La Sua santità, e la misericordia.
Salmo 85:8-11. "Io ascolterò quel che dirà Iddio, l'Eterno, poiché egli parlerà di pace al suo popolo ed ai suoi fedeli; ma non ritornino più alla follia! Certo, la sua salvezza è vicina a quelli che lo temono, affinché la gloria abiti nel nostro paese. La benignità e la verità si sono incontrate, la giustizia e la pace si son baciate. La verità germoglia dalla terra, e la giustizia riguarda dal cielo".
Giov.1:17. "Infatti, è della sua pienezza che noi tutti abbiamo ricevuto, e grazia sopra grazia. Poiché la legge è stata data per mezzo di Mosè; la grazia e la verità son venute per mezzo di Gesù Cristo".
In entrambe i casi siamo di fronte ad un messaggio eccezionale, annunciato in modo eccezionale, e richiede una risposta, in questo caso l'indifferenza e sinonimo di rifiuto.
La legge
Questa viene rappresentata dal monte Sinai, lì il popolo d'Israele si accostò con paura e terrore a quella manifestazione della santità e della Potenza di Dio, lì per mezzo di Mosè udirono la volontà di Dio, e benché con molta facilità fecero una promessa di ubbidire, "faremo tutto ciò che Egli ordina", ben presto si manifestò la loro ribellione, avevano ascoltato, avevano tremato, ma in realtà non avevano creduto, avevano trattato con superficialità gli avvertimenti del Signore, e molti di loro morirono.
Oggi la stessa legge perfetta parla a tutti gli uomini e ci rivela: la Santa, eccellente, giusta volontà di Dio. La legge ci dice chiaramente quale è lo standard morale che Dio chiede, e la stessa legge condanna e maledice tutti coloro che trasgrediscono, la legge mette in luce la ribellione dell'uomo e la sua incapacità di gradire e fare la volontà di Dio, Romani 3:19-20 "Or noi sappiamo che tutto quel che la legge dice, lo dice a quelli che son sotto la legge, affinché ogni bocca sia turata, e tutto il mondo sia sottoposto al giudizio di Dio; poiché per le opere della legge nessuno sarà giustificato al suo cospetto; giacché mediante la legge è data la conoscenza del peccato".
Ma la legge non può assolutamente salvare nessun peccatore dalla sua condanna, Galati 3:10-11 "Poiché tutti coloro che si basano sulle opere della legge sono sotto maledizione; perché è scritto: Maledetto chiunque non persevera in tutte le cose scritte nel libro della legge per metterle in pratica! Or che nessuno sia giustificato per la legge dinanzi a Dio, è manifesto perché il giusto vivrà per fede".
La grazia
La legge quindi si rivela essere lo strumento mediante il quale Dio ci rivela la Sua Giustizia e la nostra perdizione, ma che ci spinge anche di conseguenza, se la vogliamo ascoltare, a cercare il perdono e la grazia di Dio, la legge quindi è "Il pedagogo che ci conduce a Cristo", perché se da un lato a motivo della sua santità, si rivela un messaggio di condanna per l'umanità peccatrice, d'altro lato Dio ha voluto ancora una volta parlare all'uomo dal cielo dicendo: "questo è il mio diletto figliolo ascoltatelo"ancora una volta si è fatto conoscere agli uomini e parla ad ognuno,mediante l'annuncio della grazia, che non annulla la perfezione e la giustizia della legge di Dio, ma apre al peccatore una via di salvezza.
Romani 3:21-24. "Ora, però, indipendentemente dalla legge, è stata manifestata una giustizia di Dio, attestata dalla legge e dai profeti: vale a dire la giustizia di Dio mediante la fede in Gesù Cristo, per tutti i credenti; poiché non v'è distinzione; difatti, tutti hanno peccato e son privi della gloria di Dio, e son giustificati gratuitamente per la sua grazia, mediante la redenzione che è in Cristo Gesù".
Romani 8:1-4. "Non v'è dunque ora alcuna condanna per quelli che sono in Cristo Gesù; perché la legge dello Spirito della vita in Cristo Gesù mi ha affrancato dalla legge del peccato e della morte. Poiché quel che era impossibile alla legge, perché la carne la rendeva debole, Iddio l'ha fatto; mandando il suo proprio Figliuolo in carne simile a carne di peccato e a motivo del peccato, ha condannato il peccato nella carne, affinché il comandamento della legge fosse adempiuto in noi, che camminiamo non secondo la carne, ma secondo lo spirito".
Come può pensare l'uomo peccatore di scampare al giudizio di Dio se rifiuta di ascoltare quest'ultimo e unico invito? Al di fuori della grazia di Dio in Cristo Gesù non ci sono altre possibilità di salvezza, ma solo l'aspettazione di una condanna eterna.
La responsabilità dell'uomo
Rifiutare il messaggio di Dio nella sua completezza, o riceverlo con superficialità, è molto pericoloso.
Per i non credenti (V.25)
Ora, lo scrittore dell'epistola ne trae le inevitabili e finali conclusioni: "se coloro che non ascoltarono quando Dio gli parlava dalla terra, o meglio, ascoltarono ma con superficialità (forse pensavano che Dio scherzasse), e questi morirono per la loro ribellione, perché fecero poca stima della santità di Dio, e della sua giustizia, come pensate che saranno giudicati coloro che rifiutano il perdono di Dio, che ci viene offerto per mezzo del sacrificio di Gesù Cristo il suo Figliolo?"
La grazia di Dio non è merce a buon mercato, ma ha un prezzo che nessun uomo poteva, e potrà mai pagare, neanche con il sacrificio della propria vita, perché la vita imperfetta e impura di un uomo, anche del migliore, non poteva, e non potrà mai soddisfare la giustizia di Dio. Ogni uomo è peccatore, e per tanto è già condannato dalla giustizia di Dio, ma per ogni peccatore c'è una possibilità di salvezza, perché "mentre eravamo ancora peccatori Cristo è morto per noi", ma se rifiutiamo di ascoltare seriamente Colui che oggi ci parla dal cielo mediante il sacrificio di Gesù, non ci sarà più nessuna possibilità di salvezza.
Per i credenti (V.26-28)
Quando Dio parlò al Sinai, e promulgò il patto della legge con il suo popolo, scosse e fece tremare la terra, ma poi Dio ha rimosso quel patto, per stabilirne uno migliore, che non può essere scosso, ha stabilito un regno che non sarà mai rimosso, e noi per la grazia di Dio siamo entrati in questo Regno, un Regno che ha avuto inizio con la venuta di Gesù, e si compirà pienamente quando Dio farà nuovi cieli e nuova terra.
Ma la domanda è questa: quale stima abbiamo del Signore, noi peccatori, che per grazia apparteniamo a questo Regno Eterno? Siamo anche noi superficiali, noncuranti, ci limitiamo ad ascoltare, ma non prendiamo sul serio gli avvertimenti del Signore? Quale culto offriamo al Signore, i nostri corpi in sacrificio vivente, (Romani 12:1-2. "Io vi esorto dunque, fratelli, per le compassioni di Dio, a presentare i vostri corpi in sacrificio vivente, santo, accettevole a Dio; il che è il vostro culto spirituale. E non vi conformate a questo secolo, ma siate trasformati mediante il rinnovamento della vostra mente, affinché conosciate per esperienza qual sia la volontà di Dio, la buona, accettevole e perfetta volontà") oppure offriamo i ritagli del nostro tempo, un servizio svogliato, una consacrazione part-time. Come gli esprimiamo la nostra riconoscenza? Con parole spese inutilmente come fecero gli ebrei al Sinai, oppure con una ubbidienza sincera? E il timore? Abbiamo rispetto dei suoi comandamenti, onoriamo la santità di Dio riconoscendo che benignità e bontà non significano tolleranza verso il peccato, ma al contrario, dovrebbero essere proprio il Suo amore, la sua grazia che ci vengono offerti immeritatamente, a far nascere un sentimento di profonda stima, rispetto, devozione, e desiderio di una maggiore santità.
Paolo affermava: "Io sono quel che sono per la grazia di Dio, e la grazia di Dio non è stata vana in me", anche noi con la bocca lo confessiamo, ma non saranno proprio la superficialità, l'indifferenza, il trattare con noncuranza la Parola di Dio, la mancanza di vera consacrazione, di riconoscenza, il poco timore, a rendere vana la Sua grazia in noi?
Conclusione
L'esortazione è molto chiara, non possiamo illuderci di poterci prendere gioco di Dio. Egli non è un uomo, quando parla lo fa seriamente, ogni parola che esce dalla sua bocca, non cade nel vuoto, ma va sicuramente ad effetto, siano promesse, siano minacce di castigo.
Come possiamo pensare di trattare Dio con noncuranza, con irriverenza, senza rispetto, come spesso facciamo con i nostri simili? Come pensiamo di scampare al Suo giudizio se rifiutiamo di ascoltare e prendere seriamente in considerazione il Suo messaggio, è molto pericoloso non ascoltare e ribellarsi alla voce di Dio che ci parla per mezzo dello Spirito Santo, ma è altrettanto pericoloso nascondersi dietro una "educata e cortese indifferenza", sia per gli increduli, ma anche per i credenti, i quali hanno una maggior responsabilità, avendo ricevuto il dono di Dio … "oggi se udite la mia voce, non indurite il vostro cuore" Perché il nostro Dio è anche un fuoco consumante.
martedì 4 ottobre 2011
Il risveglio
E la parola dell'Eterno fu rivolta a Giona, figlio di Amittai, dicendo:"Lèvati va' a Ninive, la grande città e predica contro di lei, perché la loro malvagità è salita davanti a me". Ma Giona si levò per fuggire a Tarshish, lontano dalla presenza dell'Eterno. Così scese a Giaffa, dove trovò una nave che andava a Tarshish. Pagò il prezzo stabilito e s'imbarcò per andare con loro a Tarshish, lontano dalla presenza dell'Eterno. Ma l'Eterno scatenò un forte vento sul mare e si levò una grande tempesta sul mare, sicché la nave minacciava di sfasciarsi. I marinai spaventati, gridarono ciascuno al proprio dio e gettarono in mare il carico che era sulla nave per alleggerirla. Intanto Giona era sceso nelle parti più recondite della nave, si era coricato e dormiva profondamente. Il capitano gli si avvicinò e gli disse: "Che fai così profondamente addormentato? Alzati, invoca il tuo DIO! Forse DIO si darà pensiero di noi e non periremo".(Giona 1:1-6)
È un grido dello Spirito rivolto a ogni peccatore... Ma in questo tempo anche alla Chiesa. È un appello per questo tempo indirizzato a ogni singolo credente. È una necessità impellente per il popolo di Dio, ed è una esigenza improrogabile per la vita della chiesa.
1. È il desiderio di Dio espresso fin dai tempi più remoti, è e deve essere il desiderio di ogni vero credente che ama il Signore e crede nel Suo imminente ritorno.
2. È l'incombente pericolo che muove lo Spirito di Dio a gridare nel cuore di ognuno di noi... "Risvegliati!""Risvegliati tu che dormi... E Cristo ti inonderà di luce!"
Il tempo stringe; la luce della Parola brilla e illumina chi non vuole più vivere nelle tenebre dell'ignoranza, nell'oscurità del peccato, nella tomba della sonno. Ma qualcuno deve andare e annunciare la Parola. Giona invece preferisce andare in "vacanza". E dorme nella stiva mentre la nave sta per affondare. Il capitano della nave lo chiama, lo scuote e parla con lui: "Che fai qui, dormi? Alzati..."
3. È Dio che parla: La scrittura dice... non è l'esigenza di un uomo o il bisogno di una organizzazione. È Dio stesso che si rivolge a noi e ci dice "Risvegliati..." Alla chiesa di oggi dice: Sorgi, risplendi, perché la tua luce è giunta, e la gloria dell'Eterno Si è levata su te. Poiché ecco, le tenebre ricoprono la terra e una fitta oscurità avvolge i popoli,ma su di te si leva l'Eterno e la sua gloria appare su di te.
A. I PERICOLI DEL SONNO
1. Nonostante chi dorme sia vivo, egli non è sensibile al pericolo che si avvicina... inconsapevole e ignaro di cosa succede attorno a lui.
2. Egli non sente più le parole pronunciate dai suoi familiari, non vede più nessuna scena, bella o brutta che sia, ed è incosciente della sua condizione o dello stato in cui si trova.
3. È inattivo: non lavora, non produce, non porta nessun frutto.
4. Molte persone muoiono perché dormono. Per un incendio, per incidenti stradali, per un malore...
B. PUÒ QUALCUNO SVEGLIARE SE STESSO?
1. Quante volte abbiamo sentito questo commento: "Risvegliati... tu che dormi... siamo noi che dobbiamo svegliarci, non è Dio che manda il risveglio."
2. Ma come può qualcuno svegliarsi se sta dormendo e forse profondamente immerso nel sonno? Persone dal sonno pesante sanno che per svegliarsi ci vuole una buona "sveglia", o qualcuno che vada vicino al letto e li "chiami" o li "scuota" e non sempre questo qualcuno è "gradito" in quel momento.
3. A volte il risveglio è necessario perché altrimenti si fa tardi sul lavoro... a scuola... ad un appuntamento. Ma come abbiamo già detto il risveglio a volte è fatale, è questione di vita o di morte. Una mamma può svegliare "dolcemente" il suo bambino per mandarlo a scuola; ma lo sveglierà "bruscamente" se la casa sta bruciando.
4. Se vedessimo un uomo profondamente addormentato mentre la sua casa sta per crollare cosa faremmo? E come mai alcuni stanno assistendo al crollo della loro stessa casa, del loro matrimonio, con impassibilità? E come mai non sentiamo l'urgenza di "svegliare" i peccatori che sappiamo stanno precipitando nell'abisso? Se non avvertiamo questa urgenza, se non facciamo questo nostro dovere, la risposta può essere una sola: anche noi stiamo dormendo!
C. LA SVEGLIA
La sveglia di Dio suona ancora stasera per noi: RISVEGLIATI, grida lo Spirito.
La Parola di Dio è la Sua sveglia: "Suona la tromba in Sion, dai l'allarme..." sta dicendo il Signore ai predicatori della Sua parola.
È fastidioso tutto questo... è meglio rimandare, dormire ancora un po'... ancora un po'... c'è ancora tempo... non è poi così tardi, dormire ancora un po'... fino al letargo spirituale, e infine al coma.
Ma anche per chi è in coma c'è possibilità... c'è speranza, si studiano terapie e metodi per far "sentire" la voce dei familiari che vogliono "risvegliare" il paziente da quella triste condizione.... Si cerca in tutti i modi di risvegliarlo perché non è ancora morto. E così Dio, è scritto nella Parola, "non trita la canna rotta e non spegne il lucignolo fumante."
Ma da dove viene tutto questo sonno? Perché in questo tempo è difficile restare svegli? Si può dormire di sonno naturale, ma anche di sonno forzato o imposto. Un sonnifero viene propinato a chi si vuol far dormire... e in questo tempo gli "agenti del nemico", il ladro di ogni tempo, propinano anche ai credenti il loro sonnifero, figuratamente parlando, per intontire le menti dei figli di Dio con bevande "frizzanti" ma drogate. Ognuno si guardi intorno e lasci che lo Spirito Santo faccia luce negli angoli più nascosti del cuore e della coscienza, affinché si possa non essere ingannati, e si riesca a sventare e smascherare le trame astute di Satana.
Il suo obiettivo in questo tempo è quello di tenere i cristiani storditi e intorpiditi nello spirito,come Giona, nel fondo di quella nave, mentre il mondo sta morendo.
D. COME OSSA SECCHE
Ezechiele ebbe la visione di un grande risveglio: cap. 37 - "Possono queste ossa rivivere?" Possono essere risvegliati? La ragione umana, condizionata dal pessimismo e dal dubbio dice che ciò è impossibile, ma Dio dice: "Profetizza a queste ossa e di' loro: Ossa secche, ascoltate la parola dell'Eterno. Così dice il Signore, l'Eterno, a queste ossa: Ecco, io faccio entrare in voi lo spirito e voi rivivrete."
Il risveglio non è opera dell'uomo, è opera di Dio. È Dio, per mezzo della Sua parola che ci sveglia, che sensibilizza la nostra coscienza, che ci libera dal torpore religioso...RISVEGLIATI. E quel grido ci fa saltare giù dal letto, perché dal tono di voce che Egli usa capiamo che è un ordine perentorio: il pericolo è imminente, Risvegliati, il tempo per lavorare è poco, Risvegliati, il sole è già alto (Isaia 60:1-2) e tu cosa fai ancora dormendo? Come Giona in quella stiva... dormiva profondamente. Il capitano gli si avvicinò e gli disse: "Che fai così profondamente addormentato? Alzati, invoca il tuo DIO!" In parole povere quel capitano è la sveglia per Giona: risvegliati Giona, la nave sta per affondare e se tu dormi affonderai insieme alla nave.
Romani 13:11 "E questo tanto più dobbiamo fare, conoscendo il tempo, perché è ormai ora che ci svegliamo dal sonno, poiché la salvezza ci è ora più vicina di quando credemmo."
Risvegliarsi vuol dire prendere di nuovo coscienza e consapevolezza dei propri doveri, delle proprie necessità, di cosa siamo chiamati a fare e a eseguire. Le ossa secche non potevano fare molto, ma quando si risvegliarono, perché lo Spirito entrò di nuovo in loro, allora si alzò un grande e poderoso esercito.
E. IL FRUTTO DEL RISVEGLIO
Per Mosè significò la fine di un tempo di inutilità per passare ad un tempo di grandi avvenimenti guidati da Dio per la liberazione del Suo popolo.
Per Giosuè la fine di un pellegrinaggio estenuante in un deserto senza fine per passare alla conquista della terra promessa.
Per Gedeone la fine dell'oppressione dei Madianiti.
Per il popolo d'Israele sempre fu l'inizio di periodi di vittoria sui nemici e di benedizioni straordinarie.
Per il figliuol prodigo la fine delle sue sventure: non più guardiano di porci... e una nuova vita presso il Padre.
Per la chiesa primitiva la salvezza di intere moltitudini che trovarono in Cristo il loro Salvatore. E questo straordinario fenomeno si è ripetuto nei secoli, fino ai nostri giorni.
Siamo stanchi di un cristianesimo mediocre e senza frutto? Vogliamo vedere la gloria di Dio manifestata ancora in questi giorni? Risvegliamoci...Isaia 52:1-2 "Risvegliati, risvegliati, rivestiti della tua forza, o Sion; indossa le tue splendide vesti, o Gerusalemme, città santa! Poiché non entreranno più in te l'incirconciso, e l'impuro. Scuotiti di dosso la polvere, levati e mettiti a sedere, o Gerusalemme; sciogliti le catene dal collo, o figlia di Sion che sei in cattività!".
F. IL RISVEGLIO CI RIPORTA AI VALORI DELLA CHIESA APOSTOLICA
Erano perseveranti nell'insegnamento della Parola. La Parola era apprezzata, non giudicata.Oggi alcuni ascoltano la Parola e cercano solo di trovare l'errore, di giudicare il predicatore; è un tempo in cui, troppo spesso l'insegnante si sente alunno e l'alunno si erige a maestro. Tanti maestri... ma purtroppo maestri a se stessi.Verrà il tempo, infatti, in cui non sopporteranno la sana dottrina ma, per prurito di udire, si accumuleranno maestri secondo le loro proprie voglie... Altri sono come quel terreno roccioso... alla fine della lettura hanno già dimenticato. Altri ancora sono entusiasti, accettano la Parola con zelo... ma poi durante la settimana le spine soffocano ogni pianticella che il seme della Parola aveva fatto spuntare. Ma il fondamento del risveglio è la Parola.... E riscoprire il valore della Parola di Dio ha sempre determinato risvegli in ogni epoca del nuovo, del vecchio testamento e della storia della chiesa.
Erano perseveranti nella comunione; si amavano e si cercavano; il mondo riconosceva che erano persone speciali, per l'amore che avevano gli uni per gli altri.
Erano perseveranti nel rompere il pane... ogni giorno, di casa in casa. Ricordavano la morte del Signore, e questo atto li univa nello Spirito per essere un corpo solo e fare ogni cosa nel pari consentimento.
Perseveravano nella preghiera: un risveglio è sempre preceduto e seguito da una chiesa che prega tanto. Il segno più evidente del letargo spirituale della chiesa oggi è la mancanza di preghiera e di vera comunione con Dio. Di quanto poco interesse questo soggetto eserciti sui credenti. Le riunioni di preghiera sono disertate dai più, diventano la cenerentola delle riunioni. Eppure dovremmo sapere che "il nostro combattimento non è contro sangue e carne, ma contro i principati, contro le potestà, contro i dominatori del mondo di tenebre di questa età, contro gli spiriti malvagi nei luoghi celesti." E dovremmo sapere anche che le armi della nostra guerra non sono carnali, "ma potenti in Dio a distruggere le fortezze..." e questa battaglia si vince solo per mezzo della preghiera. Questa forza spirituale si ottiene solo nella preghiera in comunione con Dio. Quando i santi pregano, l'inferno trema, perché sa che il suo regno è in pericolo.
G. COME AVVIENE QUESTO RISVEGLIO?
Bisogna subito dire che alla base di ogni risveglio personale c’è "una sveglia che suona"da parte del Signore , attraverso la Parola e l’azione dello Spirito Santo (vedi il risveglio ai tempi di Giosia) . Il credente che decide di rispondere alla "sveglia divina" prima di tutto compie una seria e sincera riflessione sulle proprie condizioni spirituali che si traduce in un reale ed evidente ravvedimento (Luca 15.17-18). Il credente che si risveglia si impegna ad attenersi scrupolosamente alla Parola di Dio (vedi Giosia). Nel passo biblico in cui si trova l’esortazione a risvegliarsi, Paolo collega il suo appello al risveglio, usando la congiunzione dunque (vedi Efesini 5.15-21), con fondamentali ed espliciti insegnamenti che costituiscono le caratteristiche basilari e i segni evidenti di un reale risveglio personale :
a)massima attenzione nell’esaminare il proprio comportamento alla luce della Parola di Dio (versetto 15 , 2 Corinzi 13.5).
b)consapevolezza delle condizioni spirituali della chiesa e del mondo e saggezza nel recuperare il tempo (versetto 16 , Romani 13.11-14 ).
c)vittoria su ogni forma di approssimazione e superficialità ed umile ricerca della volontà del Signore ( versetto 17 ,Osea 7.8-11 ).
d)rifiuto di tutto ciò che produce stordimento, emozioni passeggere e confusione, ma piuttosto ricerca della pienezza dello Spirito Santo (versetto 18 ).
e)impegno nel servizio sacro dell’adorazione e dell’edificazione fraterna(versetto 19).
f)serena e fiduciosa accettazione della volontà di Dio e sincero spirito di gratitudine (versetto 20).
g)sottomissione alla volontà di Dio (versetto 21).
La chiesa formata da credenti risvegliati e rinnovati apparirà al mondo in tutta la sua bellezza e in tutto il suo splendore (Isaia 52.1-2 , 60.1-5).
CONCLUSIONE
Vediamo i segni dei tempi e comprendiamo che Gesù sta per tornare, le vicende del mondo ce lo attestano:
1) Guerre, rumori di guerre, conseguenze incalcolabili.
2) Peccato dilagante e ormai senza più freni o inibizioni di sorta.
3) Sette religiose e pseudo-religiose che si dichiarano "risvegliate", avanzano e conquistano i posti più importanti della politica e dell'economia.
4) L'Islam si diffonde e si espande minacciosamente.
5) Il terrorismo e la minaccia nucleare alimentano le paure e le ansie degli uomini.
Come Chiesa di Dio non possiamo restare inattivi, non possiamo "dormire" ma dobbiamo reagire al grido dello Spirito che ripete ancora: Risvegliati! Risvegliati Chiesa, alzati come un solo uomo e "combatti" per innalzare l'Evangelo di Gesù Cristo, unica speranza per questo mondo disastrato.Voi che leggete sappiate che la nave di questo mondo sta per colare a picco! Non possiamo dire: "Si salvi chi può", "ognuno pensi per se".
Gesù disse che chi tenterà di salvare la sua vita la perderà. Ma chi la perderà per il Signore la guadagnerà.
Aiutaci, Signore, a non dormire come Giona: che ci sia un vero risveglio nella Chiesa e nel mondo. Che ognuno di noi sia coinvolto per portare un frutto eterno alla gloria di Dio, benedetto in eterno.
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ciao
per tutti coloro che mi vogliono bene un invito a riflettere