per capirci

GIACOMO 1, 2-4

Fratelli, considerate come motivo di gaudio perfetto le diverse prove alle quali voi potete essere esposti, sapendo che la fede messa
alla prova produce la pazienza. E' necessario però che la pazienza compia perfettamente l'opera sua, affinché voi siate pure perfetti ed
integri, senza mancare in niente.(Giacomo 1; 2-4)

Emmanuel

venerdì 30 marzo 2012

La Giustizia di Dio, una Giustizia Eterna



"Per far venire una giustizia eterna" (Daniele 9:24).
 
Leggendo queste parole, non posso fare a meno di rivolgermi a voi nel modo in cui gli angeli si rivolsero ai poveri pastori che vegliavano accanto alle greggi di notte: "Non temete, perché io vi porto la buona notizia di una grande gioia" (Luca 2:10). E notizie tali che, se abbiamo orecchie per udire, se abbiamo occhi per vedere, e se i nostri cuori hanno davvero sperimentato la grazia di Dio, devono farci gridare come la vergine Maria: "L'anima mia magnifica il Signore, e lo spirito mio esulta in Dio, mio Salvatore" (Luca 1:46-47). Le parole che vi ho letto fanno parte di una delle più chiare rivelazioni date su Gesù Cristo, poco prima che venisse in questo nostro mondo. Alcuni hanno correttamente osservato che è un segno della bontà di Dio verso le Sue creature il fatto che Egli lasci che la luce illumini a poco a poco il mondo naturale. Se il sole risplendesse improvvisamente con tutta la sua forza del mezzodì nell'ora più buia della notte, il suo grande splendore accecherebbe i nostri occhi, e ci renderebbe di nuovo incapaci di vedere: ma Dio si compiace di illuminarci gradualmente, affinché siamo preparati a ricevere la luce. E come Dio si compiace a fare ciò con il mondo naturale, così fa anche con il mondo spirituale e morale. Il Signore Gesù Cristo non appare in tutta la Sua piena gloria tutto in una volta, ma come il sole sorge gradualmente, così il Signore Gesù, il Sole della giustizia, aumentando la Sua Luce gradualmente sugli uomini, portando la guarigione sotto le Sue ali.
I nostri progenitori non avevano nulla su cui fissare la propria fede, tranne su quella prima promessa che diceva: "E io porrò inimicizia fra te e la donna e fra il tuo seme e il seme di lei; esso ti schiaccerà il capo, e tu ferirai il suo calcagno"(Genesi 3:15). E nei secoli successivi, in varie occasioni e in diversi modi, piacque a Dio di parlare ai nostri padri per mezzo dei profeti, prima di parlare a noi in questi ultimi giorni tramite il Suo Figlio, e i profeti più cari e più vicini al cuore di Dio furono quelli a cui furono concesse le più straordinarie  e particolari rivelazioni, quelle riguardanti Gesù Cristo.
daniele
E' chiaro, dalle testimonianze che troviamo nella Scrittura, che il profeta Daniele era uno di questi; l'angelo si rivolge a lui, non solo come "un uomo amato da Dio", ma come "un uomo grandemente amato"; o come è descritto nelle note bibliche, un uomo che desiderava ardentemente promuovere la gloria di Dio, che operò rettamente verso la sua generazione, e la cui vita era tenuta in gran considerazione da coloro che amavano Dio. Le parole che ho scelto come oggetto di questa nostra meditazione, contengono una parte di una rivelazione fatta a quest'uomo. Se guardate indietro all'inizio di questo capitolo, leggerete di cosa si occupava quest'uomo retto, quando piacque a Dio di dargli questa rivelazione: "Nel primo anno del suo regno, io, Daniele, compresi dai libri il numero degli anni in cui, secondo la parola dell'Eterno indirizzata al profeta Geremia, dovevano essere portate a compimento le desolazioni di Gerusalemme, è cioè settant'anni" (Daniele 9:2). Daniele fu un uomo grande, ma nello stesso tempo anche un uomo retto; per importante che fosse, stimava essere di gran lunga più importante leggere la Bibbia; essa era per lui oggetto di studio costante; difatti i libri di cui si parla in questo verso, e che altrove sono detti anche"le Scritture della verità", si riferiscono alla Bibbia. Egli si accorse, leggendo, che il tempo della liberazione del popolo di Dio dalla cattività era giunto. Bene, uno avrebbe pensato che pertanto Daniele non aveva bisogno di pregare; ma invece di ritardare le sue preghiere, proprio questo fu motivo per lui di mettersi immediatamente a pregare, e quindi nel terzo verso ci viene detto: "Volsi quindi la mia faccia verso il Signore Dio, per cercarlo con preghiera e suppliche, col digiuno, col sacco e con la cenere". La sua decisione è espressa in modo bellissimo: "volsi la mia faccia", come se fosse risoluto a non distogliere mai i suoi occhi da Dio, finchè a Dio non fosse piaciuto di dargli una risposta; e egli era risoluto, come Giacobbe, a combattere con il Signore Dio fino a che Dio non gli avesse dato la benedizione desiderata. Leggiamo, nel quarto verso: "Così feci la mia preghiera e confessione all'Eterno, il mio Dio", non solo per i suoi peccati, ma per i peccati del suo popolo. E quando tornerete alle vostre case, prima di andare a dormire, vi raccomando la lettura di questa preghiera; ogni sua parola esprime una preoccupazione molto grande per il bene pubblico. Mi occorrerebbe troppo tempo per fare tutte le osservazioni come merita questa preghiera; per giungere più rapidamente alle parole del testo, andiamo avanti fino al verso ventesimo, dove conosceremo la risposta alla preghiera di Daniele: "Mentre io stavo ancora parlando, pregando e confessando il mio peccato e il peccato del mio popolo d'Israele e presentavo la mia supplica davanti all'Eterno, il mio DIO, per il monte santo del mio DIO, sì, mentre stavo ancora parlando in preghiera, quell'uomo Gabriele, che avevo visto in visione all'inizio, mandato con rapido volo, mi raggiunse verso l'ora dell'oblazione della sera.". Il modo in cui Daniele si espresse è molto enfatico: "mentre stavo ancora parlando in preghiera", implica che Dio, quando ci accostiamo a Lui mediante la fede, in preghiera, ci concede di portare davanti a Lui tutti i nostri problemi; di parlare con Lui "come un uomo parla con il suo amico". Daniele, in quel momento, stava ancora pregando, confessando a Dio i peccati; e non esiste un momento migliore per ricevere risposte dall'alto, di quando ci stiamo umiliando davanti al Signore. Daniele non stava solo confessando i suoi peccati, ma stava confessando anche quelli del suo popolo; stava pregando per coloro i quali raramente pregavano per se stessi. "Mentre stavo ancora parlando in preghiera, quell'uomo, Gabriele...": nome che, interpretato, vuol dire "forza di Dio"; un nome molto appropriato, secondo il Vescovo Hall, per quell'angelo che sarebbe venuto a portare la buona notizia al mondo, del Dio della forza, il Signore Gesù Cristo. Quest'angelo viene qui descritto come se volasse e volasse rapidamente, per mostrarci quanto volenterosi e zelanti siano quegli spiriti benedetti, di portare la buona notizia agli uomini. Ed è su questa base, credo, che il nostro Signore ci ha insegnato a pregare che la volontà di Dio sia fatta da noi in terra come è fatta in cielo; affinché imitiamo almeno in parte quella alacrità e vigore che hanno gli angeli nel servire Dio.
Leggiamo non solo che l'angelo fu mandato da Daniele con rapido volo, ma viene descritto anche il momento in cui lo raggiunse: "si avvicinò a me all'ora dell'offerta della sera", cioè, verso le tre del pomeriggio; quello era il momento in cui veniva fatta un sacrificio a Dio, e questo sacrificio era un tipo del Signore Gesù, che nell'ora buia del mondo divenne un sacrificio per i peccatori. Ci viene detto, al verso 22, quale fu il messaggio portato dall'angelo: "Egli mi ammaestrò, mi parlò e disse: 'Daniele, io sono venuto ora per metterti in grado di intendere. All'inizio delle tue suppliche è uscita una parola e io sono venuto per fartela conoscere, perché tu sei grandemente amato. Fa' dunque attenzione alla parola e intendi la visione" (Daniele 9:22-23). Questo passaggio, come altri simili passaggi della Scrittura, ha spesso confortato la mia anima, e può confortare i cuori di tutto il popolo di Dio. Ci sono moltissimi tra voi, forse, che hanno pregato, e pregano ancora Dio, e probabilmente non hanno ricevuto alcuna risposta: avete pregato affinché il vostro cuore fosse allargato, per ricevere conforto da Dio, o per una liberazione. Dio può decidere di non rispondere subito; allora il diavolo si avvicina e ci dice che Dio non ascolta le nostre preghiere, che Dio non ci ascolterà mai, che non ha considerazione per noi, perciò non dobbiamo pregare più. Ma, miei cari, questo è uno sbaglio: poiché "per il Signore un giorno è come mille anni, e mille anni sono come un giorno" (2 Pietro 3:8) e il Signore Gesù ci ha detto "che bisogna continuamente pregare senza stancarsi" (Luca 18:1). Le vostre preghiere possono essere state ascoltate nel momento stesso in cui sono uscite dalle vostre labbra, ma Dio può non ritenere saggio (o potrebbe non essere per il vostro bene) che voi sappiate che siete ascoltati.
"All'inizio della tua supplica,l'ordine è partito" e questo grande angelo alcune centinaia di anni dopo, disse a Zaccaria che la sua preghiera fu ascoltata,"una preghiera per cosa?". Una preghieraper un bambino: non si può supporre che proprio nel momento in cui Zaccaria pregava per un bambino essa sia stata esaudita, ma la sua preghiera egli l'aveva posta davanti a Dio quaranta anni prima, e a Dio è piaciuto di rispondere solo dopo lungo tempo.
Ma procediamo con le parole di Gabriele, al verso 24: "Settanta settimane sono stabilite per il tuo popolo e per la tua santa città, per far cessare la trasgressione, per mettere fine al peccato, per espiare l'iniquità, per far venire una giustizia eterna...". Non intendo fare un discorso critico sul significato delle settanta settimane, i commentatori sono divisi su quest'argomento: alcuni la pensano in un modo, altri in un altro, e forse non lo sapremo fino al giorno del giudizio, fino al giorno glorioso di cui parla il Nuovo Testamento. Desidero fermarmi su questa parte del messaggio dell'angelo, secondo la quale qualcuno avrebbe fatto qualcosa di indescrivibile per il popolo di Dio, fino a stabilire "una giustizia eterna". Se volete sapere chi era la persona che avrebbe dovuto fare questo, guardate il verso 26, e vedrete che la persona di cui si parla è il Signore Gesù Cristo: "Dopo le sessantadue settimane il Messia sarà messo a morte e nessuno sarà per lui" (Daniele 9:26). Egli è la persona di cui si parla, è Colui che doveva mettere fine al peccato, espiare l'iniquità, e stabilire una giustizia eterna.
 
Da queste parole così importanti, mi propongo di spiegare:
In primo luogo, cosa si intende per "giustizia".
In secondo luogo, perché la giustizia menzionata nel testo viene definita una "giustizia eterna".
In terzo luogo, cosa significa che il Signore Gesù "farà venire" una giustizia eterna. 
Poi una parola ai santi e peccatori. E mentre io parlo per le vostre orecchie, possa Dio per amore del Signore Gesù Cristo, parlare al vostro cuore!
croce 
1. Mi propongo ora  di spiegare cosa dobbiamo intendere con la parola "giustizia".
Se avessi chiesto a qualcuno cosa si intende con questa parola, e questa persona fosse un arminiano, o un nemico della dottrina della grazia gratuita di Dio, questi mi risponderebbe che la giustizia è quella che chiamiamo comunemente onestà morale, ovvero la cosiddetta giustizia umana. E, in effetti, in vari passaggi della Scrittura la parola "giustizia" ha questo significato, o ad esso si riferisce. Suppongo che dobbiamo intendere questo, quando leggiamo che Paolo, predicando davanti a Felice, gli "parlava di giustizia, di temperanza e del giudizio futuro" (Atti 24:25). Essendo il governatore Felice un uomo empio, per convincerlo della sua iniquità, per risvegliare la sua coscienza, e per far si che egli cercasse salvezza nel Signore Gesù, Paolo predicò non soltanto la temperanza, ma anche la giustizia, cioè la necessità di agire rettamente, perché era un uomo empio. E Paolo gli mette davanti agli occhi il giudizio futuro, per farlo correre verso Gesù Cristo per essere salvato dalle conseguenze di quel terribile giudizio; e anche in altri punti della Scrittura, la parola "giustizia" può essere intesa in questo senso.
Significa anche santità interiore, generata in noi dallo Spirito benedetto di Dio. Ma la giustizia di cui parla il testo è qualcosa che tutti voi che mi ascoltate stasera dovreste essere gioiosi di sentir parlare. E 'quello che tutti i teologi riformati, che hanno menti e cuori purificati, chiamano la giustizia imputata; cioè, la giustizia del Signore Gesù Cristo, che viene imputata a noi miseri peccatori quando crediamo nel Suo sacrificio. E se mi chiedete cosa intendo per giustizia imputata (voglia Dio che le mie parole raggiungano i vostri cuori), vi risponderò che essa è tutto quello che Cristo ha fatto, e tutto quello che Cristo ha sofferto: "l'ubbidienza attiva e passiva di Cristo", insieme, sono la giustizia del Signore Gesù Cristo.
Miei cari amici, così stanno le cose tra Dio e l'uomo: in principio Dio creò l'uomo giusto. Mosè ci descrive, ispirato dallo Spirito di Dio, quale fu l'origine e la natura dell'uomo: "Dio creò l'uomo a Sua immagine" (Genesi 1:27). Dio parlò, e la cosa fu; Egli comandò, e il mondo apparve davanti a Lui; disse: "Sia la luce!" (verso 3), ed ecco che istantaneamente apparve la luce; ma quando fu il momento di creare quella creatura benedetta e divina, l'uomo, vicario di Dio, a cui Egli avrebbe dato supremazia sul creato, Dio convocò un consiglio, e disse: "Facciamo l'uomo a nostra immagine e a nostra somiglianza" (verso 26). Ora, l'immagine di cui si parla deve essere intesa, senza dubbio, come l'immagine dell'anima dell'uomo, poiché Dio è spirito, e dunque non sarebbe stato possibile creare l'uomo a somiglianza di una forma non corporea.
Bene, in queste condizioni Dio creò l'uomo. Adamo fu il rappresentante della razza umana. Dio lo lasciò libero di agire secondo la sua volontà; avrebbe potuto ordinargli di fare questo o quello, e avrebbe potuto non fargli alcuna promessa di benedizione. Ma nel Suo grande amore, il grande Creatore si compiacque di far vivere per sempre lui e la sua discendenza, se avessero vissuto con ubbidienza senza commettere il male, se cioè si fossero astenuti dal mangiare quell'unico frutto che Dio aveva detto di non mangiare; ma disse loro che nel giorno in cui ne avessero mangiato, sarebbero certamente morti.
Ora, benché alcune persone si lamentino della severità di Dio nell'imputare a noi tutti il peccato di Adamo, sono persuaso che se voi ed io fossimo stati presenti, avremmo accolto calorosamente questo patto tra Dio e Adamo. Immaginiamo che Dio abbia chiamato a raccolta l'intera creazione, e abbia detto: "Ecco, mie creature, ho formato l'uomo a mia immagine, ho soffiato nelle sue narici un alito vitale, l'ho reso un'anima vivente, l'ho riempito di giustizia e di vera santità; egli non ha alcuna propensione al peccato, sebbene sia una creatura fallibile e mutevole; tutto ciò che Io voglio da quest'uomo, è che si astenga dal cibarsi del frutto di quell'albero; gli ho dato tutti gli alberi del giardino, l'ho creato, e ho piantato per lui un giardino con la mia mano, desidero che si astenga dal cogliere quel frutto! Siete per quest'uomo oppure no, volete che sia il vostro rappresentante, volete che la sua ubbidienza o disubbidienza vi sia imputata?". Se fossimo stati tutti lì, credo che ciascuno di noi avrebbe accettato; le condizioni erano così facili da seguire, e l'improbabilità della sua caduta era tanto grande, che credo che ognuno di noi avrebbe accettato quel patto. E chi è quell'uomo o quella donna che crede di trovare ingiustizia in Dio per aver imputato il peccato di Adamo a noi che siamo sua discendenza? Bene amici miei, Dio fece l'uomo in questa condizione; il diavolo invidiava la sua felicità; alcuni suppongono che l'uomo sia stato creato per prendere il posto degli angeli caduti. Ma il diavolo invidiava l'uomo, e aveva il permesso di tentarlo. Eva ben presto stese la mano e colse il frutto proibito, e in seguito anche Adamo trasgredì; e dal quel preciso istante, per usare le parole di Beston, "il nome dell'uomo divenne Ikabod", cioè la gloria del Signore si allontanò da lui.
Adamo ed Eva, dunque, caddero; voi, io, e tutta la loro discendenza (che rappresentavano) caddemmo in loro. L'umanità aveva "un collo solo", e Dio avrebbe potuto trattare gli uomini come Caligola voleva fare con Roma, egli disse: "vorrei che avessero un collo solo, e lo taglierei con un colpo solo". Dio, se avesse voluto, avrebbe potuto mandarci subito tutti all'inferno. Qui Calvino rappresenta metaforicamente gli attributi del carattere di Dio come se lottassero tra di loro. La giustizia dice a Dio: "Se la legge è stata infranta, condanna il trasgressore, e mandalo all'inferno". La misericordia di Dio grida: "Risparmialo, risparmialo". La saggezza di Dio escogita un modo in cui la giustizia possa essere soddisfatta, e allo stesso tempo la misericordia possa vincere trionfante. In che modo?
Il Signore Gesù, il caro Redentore, si interpose! Egli vide Dio brandire la spada fiammeggiante e prepararsi per la vendetta; il Signore Gesù Cristo vide la spada pronta per essere affondata nel sangue dei trasgressori; quando nessun occhio poteva aver pietà, quando nessun angelo o arcangelo poteva venire in aiuto, quando Dio stava per dare il colpo fatale, come la lama si avvicinava alla gola del trasgressore, il Figlio di Dio, la Parola eterna, disse: "Padre, risparmia i peccatori; non farli morire; Padre, Padre, trattieni la Tua mano, ritira la spada, poiché Io vengo a fare la Tua volontà; l'uomo ha infranto la Tua legge, e ha violato il Tuo patto: non nego che l'uomo meriti di essere condannato per l'eternità; ma, Padre, quello che Adamo non è riuscito a fare, se mi preparerai un corpo, Io nella pienezza dei tempi andrò, e morirò per lui; egli ha infranto la Tua legge, ma Io andrò e la seguirò, affinché essa sia onorata; seguirò con perfetta ubbidienza tutti i Tuoi comandamenti, senza peccare; e affinché Tu possa giustificare i peccatori, non soltanto andrò nel mondo e ubbidirò, ma verserò il mio sangue; andrò lì e morirò per loro: eccomi; mi metterò tra Te e i peccatori, e accetterò che la Tua spada versi il Mio sangue per loro".
Nella pienezza dei tempi la Parola eterna discese: "Quando giunse la pienezza del tempo, Dio mandò suo Figlio, nato da donna, nato sotto la legge, per riscattare quelli che erano sotto la legge, affinché noi ricevessimo l'adozione" (Galati 4:4-5)"Cristo ci ha riscattati dalla maledizione della legge, essendo diventato maledizione per noi" (Galati 3:13).
Il Signore Gesù Cristo visse nel mondo in un corpo come il nostro, e adempì pienamente la giustizia; si sottomise a ogni precetto di Dio, e si compiacque di ubbidire a tutta la legge di Dio; e, alla fine, il Signore Gesù Cristo sanguinò e morì. Oh come possiamo pensare a ciò, come potete ascoltarlo senza che il vostro cuore trabocchi di gioia per quello che ha fatto per voi! E quando stava per morire, proprio mentre stava per chinare il capo e rendere lo spirito, sapete cosa disse? Disse: "È compiuto" (Giovanni 19:30). Come dire: "Ora il lavoro più arduo, il compito più difficile che avevo intrapreso, sia benedetto Iddio, è terminato, completamente. Tutte le richieste della legge sono state adempiute; ora la giustizia di Dio è soddisfatta; ora una Via nuova e vivente è aperta per il Mio sangue, affinché i miseri peccatori possano attraverso esso giungere all'Iddio Altissimo".
Dunque, quando leggiamo della giustizia di Cristo, dobbiamo intendere la Sua ubbidienza e morte; tutto quello che Cristo ha fatto, e tutto quello che Cristo ha sofferto per un mondo eletto, per quelli che avrebbero creduto e che crederanno in Lui. E sia benedetto Dio per questa giustizia! Benedetto sia Dio per il titolo che è associato alla giustizia nel nostro testo; potrebbe essere chiamata una giustizia benedetta, una giustizia gloriosa, una giustizia inestimabile; ma gli angeli la chiamano una giustizia eterna: Dio voglia che riceviate il conforto di questa buona notizia!
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 2. Mi propongo ora di spiegare perché la giustizia menzionata nel testo viene definita una "giustizia eterna".
Perché pensate che la giustizia di Cristo sia chiamata una giustizia eterna? Suppongo che un primo motivo sia che il grande Iddio abbia inteso estendere la giustizia di Cristo all'umanità da sempre. Tutti voi sapete che l'amore "vecchio" è quello migliore. Quando abbiamo un conoscente, un amico, che ci è stato affezionato per molti anni, certamente quell'amore è particolarmente dolce: sebbene possiamo affezionarci a nuovi amici, riconosciamo che quelli di lunga data sono migliori. Ora dovrebbe riempirci di gratitudine pensare che Dio, fin dai tempi più antichi dell'eternità ha pensato a noi; Egli voleva che il Signore Gesù Cristo salvasse le vostre anime e la mia: è per questo che Dio, per mezzo di Geremia, disse: "Si, ti ho amata di un amore eterno" (Geremia 31:3). Per questo il Signore Gesù, quando si rivolge al Suo popolo eletto, nei cieli, dice: "Venite, benedetti del Padre mio; ricevete in eredità il regno che vi è stato preparato sin dalla fondazione del mondo" (Matteo 25:34). Notate: "sin dalla fondazione del mondo".
Tutto quello che riceviamo nel tempo, i ruscelli che raggiungono le nostre anime, vengono tutti dalla fontana inesauribile di quell'amore sovrano ed eterno, l'amore di Dio che ci ha eletti e distinti; e perciò la giustizia di Gesù Cristo può propriamente essere chiamata una giustizia eterna, perché Dio l'ha destinata a noi fin dall'eternità.
In secondo luogo, si chiama una giustizia eterna, perché l'efficacia della morte di Cristo ha avuto luogo subito dopo la caduta di Adamo. Il cristianesimo, in un certo senso, è antico quanto il creato. Il tedesco Franck osservò che "Cristo è il tutto e la sostanza di ogni giustizia". E Henry osservò che "il Signore Gesù Cristo è il tesoro nascosto nel campo dell'Antico Testamento, sotto i tipi e le ombre della legge mosaica. Il Sole della Giustizia risplende con tutta la sua luce nella dispensazione del Nuovo Testamento". Ora, la giustizia di Gesù Cristo può essere definita una giustizia eterna poiché tutti i santi che sono stati salvati, e che saranno salvati, sono salvati tutti mediante la giustizia di Cristo. Molte persone chiedono criticamente che ne sarà dei pagani che non hanno mai sentito parlare di Gesù Cristo. Desidero rispondere a queste persone come il Signore Gesù Cristo rispose ad un'altra persona curiosa: "...che te ne importa? Tu, seguimi" (Giovanni 21:22). Ditemi, perché vi preoccupate di quello che sarà dei pagani? Siamo forse pagani? È fin troppo vero che tra noi esiste troppo del loro temperamento e del loro comportamento. Ma perché dovremmo perdere tempo a domandarci che ne sarà di loro, anziché di domandarci che ne sarà delle nostre anime?Possiamo essere certi che Dio li giudicherà secondo la luce che hanno ricevuta: se Egli non ha dato loro alcuna rivelazione, essi non saranno giudicati per rivelazione; se non hanno avuto la legge, essi saranno giudicati senza la legge. Ma per quanto riguarda gli ebrei e i gentili, che hanno ricevuto la rivelazione del Vangelo (sebbene i deisti possano ribattere che non è vero, opponendosi a ogni rivelazione divina), possiamo essere certi che nessuno è stato o sarà mai salvato se non per la giustizia di Cristo. È stato per la fede in Lui che Abele fu salvato; è stato per il sacrificio di Gesù Cristo che Abramo e tutti i profeti dell'antichità furono accettati; e "non vi è sotto il cielo nessun altro nome che sia stato dato agli uomini, per mezzo del quale noi dobbiamo essere salvati" (Atti 4:12), se non quello di Cristo. E quindi, dal momento che le persone sotto alla legge, e sotto il Vangelo, possono essere salvati solo per mezzo di Cristo, pertanto, la giustizia di Cristo può essere propriamente definita una giustizia eterna, ma questo non è tutto.
Terza cosa, la giustizia di Gesù Cristo non è chiamata giustizia eterna soltanto perché tutti quelli che sono sotto la legge e sotto il Vangelo sono salvati solo tramite essa; ma perché la sua efficacia, gloria a Dio, durerà per sempre.
Sia benedetto Dio per Gesù Cristo! L'efficacia del cui sangue, e della cui morte, ed espiazione, è così grande ed efficace oggi per la salvezza dei poveri peccatori, come lo era quando chinò il capo e rese lo spirito: "Gesù Cristo è lo stesso ieri, oggi e in eterno" (Ebrei 13:8); e chiunque crede in Lui, ora, chiunque va a Lui, e Lo accetta come Signore, vedrà la Sua potenza nella sua vita, assaporerà la Sua grazia, e sarà salvato da Lui come coloro che lo videro morire. Il quarto motivo per cui la giustizia di Cristo può essere definita una giustizia eterna, è perchè il suo beneficio conduce alla vita eterna. Infatti, alcune persone possono dimorare in Cristo oggi, e nel diavolo domani: ma sia benedetto Dio che noi non abbiamo imparato così da Cristo! No, miei cari amici, grazie a Dio per il testo divino che afferma: "Non c'è dunque più nessuna condanna per quelli che sono in Cristo Gesù" (Romani 8:1). Sebbene il popolo di Dio possa essere fallace e cadere, e sebbene molti siano pieni di dubbi e paure, e possano dire come Davide: "un giorno o l'altro perirò per mano di Saul", in qualunque modo siano le vostre anime vessate, nessun demone, né il vostro stesso cuore depravato, potranno separarvi dall'amore di Dio: Dio vi ha amati, Dio ha fissato il Suo cuore su voi, e avendo amato i Suoi, Egli li ama fino alla fine. Il Signore della vita e della gloria, il benedetto Gesù, non smetterà mai di amarvi, finché non vi avrà portati in cielo, dove Egli si rallegrerà, e dirà: "Eccomi, Padre mio, ed ecco i cari figli che mi hai dato; erano Tuoi, e Tu me li hai dati; li ho acquistati col Mio sangue, li ho vinti con la Mia spada e col Mio arco, e ora saranno come gioielli della Mia corona". Perciò la giustizia di Gesù Cristo può essere definita una giustizia eterna, perché coloro che hanno fede in essa, e si affidano a Lui, saranno salvati per l'eternità da Cristo: "Chi li condannerà? Cristo Gesù è colui che è morto e, ancor più, è risuscitato, è alla destra di Dio e anche intercede per noi" (Romani 8:34). Egli sfida i demoni: "O morte, dov'è il tuo dardo? O inferno, dov'è la tua vittoria?" (1 Corinzi 15:55)"Chi ci separerà dall'amore di Cristo? ... Infatti sono persuaso che né morte, né vita, né angeli, né principati, né cose presenti, né cose future, né potenze, né altezza, né profondità, né alcun'altra creatura potranno separarci dall'amore di Dio che è in Cristo Gesù, nostro Signore" (Romani 8:35,38-39). Coloro che Dio giustifica, sono anche da Lui glorificati. E poiché Cristo vive, benedetto sia Iddio, anche noi viviamo.
Io non so come stiano le cose per voi, ma sebbene io abbia ricevuto la grazia di Cristo ogni giorno è come se mi fossi appena convertito, se io confidassi nella mia fedeltà anziché sulla fedeltà del Figlio di Dio, sono sicuro che presto o tardi abbandonerei il Signore Gesù Cristo. Ma sia gloria a Dio, poiché Egli è fedele come ha promesso! Gloria a Dio, la nostra salvezza non dipende dal nostro libero arbitrio, ma dalla libera grazia di Dio! Essa è un suolo sicuro sul quale il credente può costruire; imperversino pure le tempeste con tutta la forza che hanno, esse possono far tremare la povera creatura, ma sia benedetto Dio, non riusciranno mai a smuoverlo dalle fondamenta; sebbene possano scuoterlo, scuoteranno via soltanto la sua corruzione: e io credo che tutti quelli che temono Dio siano felici di liberarsene.
Sulla base di tutti questi argomenti, la giustizia di Cristo può essere definita una giustizia eterna.
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3. Leggiamo, nel testo, che Gesù farà venire una giustizia eterna. Cosa si intende per "far venire" quella giustizia? Il nostro Signore la sta promulgando e proclamando al mondo. Essa fu introdotta sotto la legge, ma sotto forma di tipi e ombre, e la maggior parte degli ebrei non cercarono oltre; ma Gesù Cristo portò la vita e l'immortalità alla luce mediante il Vangelo. La luce di Mosè fu solo un crepuscolo; la luce del Vangelo è come il sole che splende in pieno giorno con tutta la sua forza. Per questo viene detto che Gesù Cristo farà venire questa giustizia eterna, perché Egli l'ha proclamata al mondo, e ha comandato che sia predicato a tutte le genti che Dio ha mandato il Suo Figlio nel mondo, affinché il mondo sia salvato per mezzo di Lui.
E ancora, viene detto che il Signore Gesù Cristo farà venire questa giustizia, in quanto Egli l'ha ottenuta per i peccatori, morendo sulla croce. Alcuni antinomiani cadono in un grave errore, affermando che poiché Dio intendeva giustificarci tramite la giustizia di Gesù Cristo, l'uomo è da sempre giustificato, il che è assurdo: una persona non può essere giustificata, se non esiste ancora; perciò, sebbene Dio abbia desiderato la giustificazione dell'uomo fin dall'eternità, essa non fu disponibile fino al momento in cui il Signore Gesù Cristo ebbe pronunciate quelle benedette parole: "È compiuto". Fu allora che Gesù fece venire la giustizia eterna. Una Via nuova e vivente stava per essere aperta per i peccatori affinché, tramite il sangue di Cristo, essi potessero giungere all'Iddio santissimo.
Ma non credo che quell'espressione, "far venire", sia limitata a questo significato, sebbene suppongo che sia il più importante. Essa implica non solo che Cristo l'avrebbe fatta venire nel mondo, promulgandola, e mediante la Parola scritta di Dio, e ottenendola per i peccatori mediante la Sua vita e la Sua morte sulla croce; ma l'avrebbe fatta venire in un modo che prego Dio possa verificarsi anche questa sera, cioè facendola venire per il Suo benedetto Spirito, nei cuori dei credenti. Tutto quello che Cristo ha fatto, tutto quello che Cristo ha sofferto, tutta l'ubbidienza attiva e passiva di Cristo, non ci serviranno a nulla, a meno che lo Spirito di Dio non introduca tutto questo nelle nostre anime. Come disse qualcuno, non applicare Cristo alla propria vita significa non averlo affatto. Il solo fatto di ascoltare il messaggio della morte di Cristo per la salvezza dei peccatori servirà solo a far aumentare la vostra dannazione, a farvi affondare maggiormente nell'inferno, a meno che, per l'opera della grazia nei vostri cuori, possiate affermare che il Signore Gesù ha fatto questo per noi. Per questo l'apostolo dice: "La vita che vivo ora nella carne, la vivo nella fede nel Figlio di Dio, il quale mi ha amato e ha dato se stesso per me" (Galati 2:20). O quella cara, quella piccola, eppure grande, eppure importante parola: "me". Felici sono quelli che possono usare il linguaggio dell'apostolo! Felici sono quelli che possono applicarlo ai loro cuori; e quando sentono che Cristo ha portato una giustizia eterna, possono dire: gloria a Dio, essa è stata portata alla mia anima per mezzo dello Spirito Santo!
C'è qui qualcuno che crede in questa dottrina? Perché faccio questa domanda, se sto predicando a moltitudini di persone che, spero, abbiano gustato la grazia di Dio diverso tempo fa? Non so, non posso distinguere tra voi; per me siete tutti uguali, come aspetto e comportamento; non io, né il vostro prossimo, possiamo conoscervi, ma il grande Dio alla cui presenza ora ci troviamo, vi conosce. Il Signore, davanti al cui tribunale compariremo tra breve tempo, vi conosce. Se Cristo Gesù ha portato la Sua eterna giustizia nei vostri cuori, ed è stata applicata alla vostra anima dallo Spirito di Dio, cosa vi dirò? Dirò, come l'angelo disse a Giovanni: "sali quassù", figlio di Dio! Vieni, figlio, figlia di Abramo! Vieni e unisciti a me e agli angeli, agli arcangeli, e agli spiriti dei giusti resi perfetti, nel lodare l'amato Redentore, che ci ha dato una giustizia eterna. Oh che l'amore sia sempre come questo! Quando Abramo stava per offrire suo figlio, Dio disse: "ora... so che tu temi Dio, poiché non mi hai rifiutato tuo figlio, l'unico tuo figliuolo" (Genesi 22:12). Possa ogni figlio di Dio dire: "Ora, o Dio, so che mi hai amato, perché non mi hai rifiutato Tuo Figlio, l'unico Tuo Figliuolo, il Signore Gesù Cristo, che è morto per me". Se Cristo è venuto nella tua vita per fede, guarda avanti, guarda a quella felice eternità; oh, guarda verso quella dimora eterna dove abiteremo per sempre col nostro Dio! Miei cari amici, potrei trarre molte conclusioni da questo testo per confortare il popolo di Dio; ma devo rivolgermi a voi, povere anime, che non potete ora affermare che questa giustizia vi appartiene; possa Dio toccare i vostri cuori e concedervela ora! Dipendete da una vostra giustizia? Qualcuno tra voi qui pensa di salvarsi per le sue buone azioni? Vi dico, come l'apostolo disse a uno che voleva comprare con denaro il dono dello Spirito Santo: la vostra giustizia perirà con voi. Povere miserabili creature! Cosa c'è nelle vostre lacrime, nelle vostre preghiere, nelle vostre opere, che possa placare l'ira ardente di Dio? Venite, infelici; venite come povere, perdute, colpevoli, imperfette creature, e accettate una giustizia migliore della vostra. Come ho detto prima, così dico di nuovo: la giustizia di Gesù Cristo è una giustizia eterna; essa può salvare anche il primo dei peccatori.
purificazione
"'Vieni'. E chi ha sete, venga; e chi vuole, prenda in dono dell'acqua della vita" (Apocalisse 22:17). Qualcuno tra voi è ferito dal peccato? Qualcuno tra voi sente di non avere una giustizia propria? L'anima vostra sta morendo per la fame? Temete di morire per l'eternità? Venite, care anime, con tutti i vostri problemi; venite, voi poveri, e voi che siete in distretta; voi, che pensate che Dio non vi perdonerà mai, e che i vostri peccati sono troppo grandi per essere perdonati; venite, voi creature dubbiose, che temete di non ricevere mai alcun conforto; alzatevi, siate consolati, il Signore Gesù Cristo, il Signore della vita, il Signore della gloria, vi chiama: attraverso la Sua giustizia c'è speranza anche per il più grande dei peccatori, per la peggiore delle creature. E se aveste commesso tutti i peccati del mondo? O i peccati di mille, di un milione di mondi? La giustizia di Cristo vi coprirà, il sangue del Signore Gesù Cristo vi laverà, dalla colpa di ognuno di quei peccati. Oh, che nessuna povera anima resti lontana dal Salvatore. Miei cari amici, se la mia voce potesse innalzarsi, se la mia forza fosse pari alla mia volontà, lotterei con voi; combatterei con i vostri ragionamenti, affinché poteste venire ed essere lavati dal sangue dell'Agnello; finché non verreste e accettereste di ricevere quella giustizia eterna. Oh venite, venite! Ora che è stata fatta venire nel mondo da Cristo, nel nome, per la forza, e la guida del grande Iddio, la offro da questo pulpito; offro questa giustizia, questa gratuita, eterna giustizia imputata a tutti i peccatori che la accetteranno. Per amore di Dio, accettatela questa sera: non potete sapere fino a quando vivrete, se vedrete il domani. Come potete sapere se la morte non giunga prima, improvvisamente? Oh, miei cari amici, dove potrete andare allora? Dove apparirete? Come potrete stare nel cospetto di un Dio adirato, senza la giustizia del Signore Gesù Cristo sulla vostra anima? Riuscirete forse a resistere nei vostri cenci? Oserete apparire davanti a un Dio che scruta il cuore dell'uomo, senza indossare gli ornamenti del vostro Fratello maggiore? Se la risposta è si, conosco il vostro destino; Cristo vi disapproverà, dicendo: "Andate via da me, maledetti, nel fuoco eterno che è stato preparato per il diavolo e per i suoi angeli" (Matteo 25:41); quella sarà la vostra parte.
Pensate, vi prego, a queste cose; andate a casa, meditate sul testo che abbiamo letto, e pregate: "Signore Iddio, tu hai portato una giustizia eterna nel mondo per mezzo del Signore Gesù Cristo; per il Tuo benedetto Spirito, portala nel mio cuore!". Allora, anche se morrete, sarete salvati; se fosse domani, sareste immediatamente traslati nella presenza dell'Eterno Iddio: quale gioia! Felici coloro che hanno questi abiti indosso; felici quelli che possono dire: "il mio Dio mi ha amato, e sarò amato da Lui con un amore eterno!". Che ognuno di voi possa poter dire questo; possa Dio concedercelo, per amore di Gesù Cristo, il caro Redentore, al quale va la gloria in eterno. Amen.

di George Whitefield

giovedì 29 marzo 2012

La verità su Giuda



Purtroppo, anche oggi ci sono  troppi Giuda Iscariota, che per la mercede di un qualche vantaggio temporale vendono la verità, tradiscono il prossimo con il bacio dell'adulazione, e così alla fine si impiccano al laccio della dannazione eterna!
"…Giuda Iscariota, che divenne traditore." ( Luca 6:16)
 
Giuda era uno dei discepoli che Gesù Cristo aveva scelto accuratamente: un predicatore dell’evangelo, un guaritore degli ammalati, un compagno di viaggio di Gesù. C’era tale fiducia in lui da essere nominato tesoriere del gruppo evangelistico degli apostoli. Era stato eletto a quella carica – Gesù personalmente scelse Giuda per quel compito.
Secondo Agostino (uno dei padri della chiesa – NdT), la tradizione afferma: “Gesù aveva spesso liberato Giuda dalla morte, aveva guarito suo padre dalla paralisi e curato sua madre dalla lebbra; dopo Pietro era il più onorato tra tutti gli apostoli”.
Ma noi conosciamo alcuni fatti certi su Giuda: Gesù ha lavato i suoi piedi, gli ha lasciato intingere il suo pane nella Propria coppa, lo aveva nominato Suo tesoriere. Ebbene, questo era proprio l’uomo che avrebbe tradito Gesù nel giardino di Ghetsemani – con un bacio di morte!
Giuda guidò la folla selvaggia dei giudei nel giardino, dove egli identificò Cristo con un bacio. Dopo il bacio, Gesù guardò Giuda negli occhi e disse: “Giuda, tradisci il Figlio dell'uomo con un bacio?” (Luca 22:48).
Egli stava dicendo: “È proprio così che tu mi stai tradendo, Giuda – con un bacio, un segno d’amore?”
Mi domando cosa fosse passato nella mente di Giuda, non appena la scena gli si rivelò.
La folla cadde all’indietro nel momento che Gesù disse il proprio nome. Subito dopo si rialzarono pieni di rabbia demoniaca, agitando spade e bastoni – e legarono Cristo, trascinandoLo verso la casa di Anna, il sommo sacerdote. I primi scrittori della chiesa descrissero la scena in questo modo:
“Alcuni di loro Lo afferravano per i vestimenti, altri per i capelli della Sua testa; altri ancora lo tiravano per la barba. Taluni lo colpivano con pugni rabbiosi, essendo in collera, perché con una sola parola li aveva scagliati a terra, di conseguenza essi lo buttarono al suolo, ed ignobilmente lo calpestarono sotto i loro piedi luridi … Come un leone ruggente trascina sul terreno la propria preda, la squarcia, la strappa, nello stesso modo essi trascinavano Cristo per il cammino, sputandogli, bastonandolo, tirandolo per i capelli…”
Ciò è confermato dalle Scritture: “Grossi tori mi hanno circondato; potenti tori di Basan m'hanno attorniato; aprono la loro gola contro di me, come un leone rapace e ruggente.” ( Salmi 22:12-13).
Il tradimento di Giuda era così scellerato, così diabolico, che uno dei padri della chiesa ebbe a dire: “Sarebbe stato meglio per il mondo, specialmente per i figlioli di Dio, che Giuda fosse stato solo nella sua trasgressione, che non ci fossero state altre persone sleali oltre a lui”. In altre parole: sarebbe stato bene se ci fosse stato solo un Giuda.
Ma la verità è che il mondo è pieno di persone come Giuda! La chiesa ancora è testimone del tradimento di Gesù Cristo, ogni giorno. Lo spirito di Giuda è ancora molto vivo nei cuori di molti ex seguaci di Cristo – addirittura è vivo dentro le stesse mura delle chiese!
Voglio farvi una franca e diretta domanda: Potresti essere un traditore di Cristo e non rendertene conto? Hai venduto Gesù e Lo hai tradito? Traditori sono coloro che una volta erano fedeli a colui che tradiscono. Solo coloro che sono all’interno del gruppo possono essere traditori.
Ci sono due fatti su Giuda, che voglio condividere con voi. Potranno sorprendervi, ma per favore non prendeteli alla leggera. Credo che mi siano stati dati alla Spirito Santo come un avvertimento alle vostre anime!
suicidio
Gesù sarebbe potuto essere catturato senza l’aiuto di Giuda. Aveva insegnato nelle sinagoghe, nelle strade e nelle piazze. Il Suo viso era uno dei più facilmente riconoscibili in tutta Israele e Giuda. Le Scritture dicono che il popolo Lo seguiva persino nei luoghi dove Egli si ritirava a pregare!
Gesù disse alla folla che lo stava prendendo: “Voi siete usciti con spade e bastoni, come contro un brigante, per prendermi. Ogni giorno sedevo nel tempio a insegnare e voi non mi avete preso” (Matteo 26.55). In altre parole: “Vi sono ben conosciuto – la Mia faccia vi è familiare. Perché mi attaccate come fossi per voi un perfetto estraneo?”
Chiaramente il bacio di Giuda non era necessario per identificare Cristo – perché i nemici di Cristo lo conoscevano molto bene! Il Suo viso era ben fissato nelle loro coscienze. E l’aura della Sua potente presenza era essa stessa sufficiente per identificarLo.
In verità, è chiaro che gli esecutori di questo crimine non avevano bisogno di Giuda. La realtà e che lo disprezzavano. Lo trattarono con sufficienza, usandolo e repentinamente spingendolo da parte. Quando poi subitaneamente si pentì del suo tradimento, scagliando il denaro a terra, gridò: “Ho peccato, tradendo il sangue innocente ” (Matteo 27:4- versione Riveduta), i capi giudei si misero a ridere di lui.
Gli dissero: “Che c'importa? Pensaci tu” (verso 4), volendo significare: “Questo è un tuo problema – pensaci tu. Noi non abbiamo alcun bisogno di te e delle tue lacrime!”
Giuda non era necessario per il supplizio o la crocifissione di Gesù. Infatti non era da quelle parti in nessuno dei due episodi. Mentre Cristo andava alla croce, Giuda era già morto, avendo commesso suicidio entro ventiquattro ore dal suo terribile atto.

“Gesù Cristo non può far niente per te – Egli non riesce a liberare Se stesso! Egli non è un vero Salvatore o un custode delle anime degli uomini. Ha fallito nel custodire Giuda – ha fallito anche nel sorvegliare me, uno dei suoi angeli e tutti gli altri angeli che sono caduti con me. Vi sto per provare che Gesù non ha alcun potere per evitare che qualcuno cada. Egli vi abbandonerà al vostro nemico!”
Giuda fu il sermone illustrato del diavolo su quanto Gesù fosse senza potere alcuno di salvare i perduti – perché non riuscì neanche a salvare il Suo proprio discepolo!
Satana voleva apparire come se egli stesso fosse riuscito a strappare Giuda dalle mani del Maestro. Voleva far sembrare che ha il potere di avvicinarsi a chiunque sia vicino a Gesù e prenderselo a proprio piacere – e Gesù non può far nulla per impedirlo! Vuole mostrare che è capace di penetrare dentro il gregge del Signore come un leone ruggente, prendere tra i suoi denti un agnello, dannandolo e straziandolo, fino a fargli commettere suicidio.
Quando alla fine venne il tempo di spingere Giuda ad uccidersi, Satana voleva urlare la sua dimostrazione a tutto l’inferno, al cielo ed al mondo: “Avete visto come ho ridotto quest’uomo? Guardate, era un discepolo di Gesù. Ma Gesù non è riuscito preservarlo!”
Satana aveva la necessità di Giuda! Voleva usarlo per proclamare la sua demoniaca affermazione a tre regni differenti:

1. Satana voleva fare la sua dichiarazione a tutti i principati e le potestà delle tenebre. Io credo che il diavolo avesse pianificato di usare la caduta di Giuda per giustificare la propria caduta e quella di tutti gli angeli che si erano uniti alla ribellione!
Se il diavolo aveva potuto distruggere un discepolo così vicino a Gesù – uno che aveva sgridato i demoni, guarito gli ammalati, compiuto miracoli e camminato nella piena luce della verità – quindi egli poteva dire ad ogni angelo caduto e ad ogni potenza demoniaca: “Vedete? L’amore di Dio è difettoso. La Sua compassione può fallire! È stato profetizzato molto tempo fa che Giuda sarebbe venuto e Dio non ha fatto nulla per proteggerlo o salvarlo.
“ Dio mi avrebbe potuto scampare – Egli avrebbe potuto preservare tutti noi dall’orgoglio. Ma ora potete chiaramente vedere che Dio ha fallito nel preservare la Sua proprietà!”.

2. Satana voleva anche fare la sua affermazione davanti a tutti i santi angeli. Egli cercò di scagliare dei dardi di dubbio verso il cielo stesso per pervertire gli incontaminati ed incorrotti testimoni nella gloria.
Non pensate neanche per un momento che il diavolo abbia abbandonato il proprio combattimento per abbassare il cielo ed esaltare se stesso come Dio. Egli è l’accusatore non solo dei fratelli, ma di tutta l’opera di Dio – inclusi gli angeli!
Dopo il suicidio di Giuda, Satana urlò a loro nella gloria: “Dio non è riuscito a salvare uno dei Suoi propri discepoli – ed Egli non ha preservato noi, i suoi angeli. Credete forse che riuscirà a preservare voi?”
“Egli ha creato l’uomo ed ora è chiaro che non è riuscito a preservarlo. La sua stessa opera lo ha tradito! Quindi cosa ostacola un’altra ribellione tra di voi?”
Sappiamo che la battaglia sta ancora infuriando e Satana combatte gli eserciti del cielo. Ha combattuto con l’arcangelo Michele, che cercò di portare la Parola di Dio a Daniele. E sicuramente usa ogni bugia e strategia diabolica per cercare di piantare dubbio e ribellione nelle schiere del Signore!

3. Più di tutto, le affermazioni di Satana sono dirette all’umanità – a te ed a me! Il messaggio è stato diretto principalmente al popolo di Dio sulla terra. E lo vuole usare per distruggere qualunque fede!
Il diavolo conosce bene le Scritture – e sa bene che ogni generazione guarda indietro agli avvenimenti passati per avere esempi: “Ora, queste cose avvennero loro per servire da esempio e sono state scritte per ammonire noi, che ci troviamo nella fase conclusiva delle epoche” ( 1Corinzi 10:11).
Satana oltre a volere un esempio, voleva un modello da mostrare ad ogni generazione successiva, attraverso il quale aveva dimostrato l’incapacità di Dio nel preservare i suoi figlioli dal fallimento. Il tradimento di Giuda era diretto a scuotere ed indebolire la fede dei figli di Dio nella Sua forza nel salvare e preservare.
Per questo motivo, dice il diavolo, Gesù svelò Giuda come un “diavolo”: “Gesù rispose loro: «Non ho io scelto voi dodici? Eppure, uno di voi è un diavolo!” ( Giovanni 6:70). Satana replica: non è forse questa la migliore testimonianza del mio potere! Se Gesù avesse saputo che Giuda aveva un diavolo in sé, perché Egli non mi ha sopraffatto? Perché ha lasciato che Giuda continuasse come un diavolo? Perché non mi ha scacciato fuori da lui?
“Se Dio non ha avuto cura dei Suoi stessi discepoli, come potrebbe avere cura di te?”
Miei cari, il nemico vuole piantare un seme di dubbio nella mente di tutti gli uomini e le donne – e vuole ripetere il proprio messaggio giorno dopo giorno, fino a che Dio lascerà vivere la terra, griderà di generazione in generazione, fino alla fine dei tempi: “Dio non riesce a preservare i Suoi figlioli!”
Immaginate cosa possono aver pensato il Sommo Sacerdote ed il Sinedrio mentre pattuivano il prezzo con Giuda, il miserevole uomo davanti a loro. Vedevano questo diabolico esempio tradire Cristo e cadere in rovina. Si debbono essere detti: “Siamo nel giusto! Gesù non è Dio, o il figlio di Dio. Se lo fosse stato, Egli avrebbe preservato questo Suo discepolo dal cadere”.
Li potete vedere mentre aprono i rotoli della Scrittura, citando: “Il Salmista scrive: “Ecco, colui che protegge Israele non sonnecchierà né dormirà. Il SIGNORE è colui che ti protegge… Di giorno il sole non ti colpirà, né la luna di notte. Il SIGNORE ti preserverà da ogni male; egli proteggerà l'anima tua.” ( Salmi 121:4-7). Se Gesù fosse Dio, avrebbe adempito a queste Scritture!”
“Ed è anche scritto: “Certo egli ti libererà dal laccio del cacciatore …nessun male potrà colpirti, né piaga alcuna s'accosterà alla tua tenda.” ( Salmi 91:3,10). Gesù non può essere Dio, in quanto ha permesso a Giuda di rimanere in trappola. Il male è accaduto a quest’uomo – ed era uno dei suoi discepoli più fedeli!” Potete anche udire Satana che urla al loro uomo interiore: “Se Gesù è Dio, perché non è riuscito a preservare quest’uomo? Perché Giuda non è stato liberato?”
Alcune settimane fa, durante la nostra preghiera del venerdì, abbiamo udito la testimonianza di una madre e di sua figlia adolescente che erano state attaccate da una banda di teppisti. Questa banda aveva strappato i vestiti della ragazza ed aveva picchiato sua madre. Ma in qualche modo erano riuscite a scappare senza ulteriori danni.
Quando sono venute davanti all’adunanza per testimoniare, la mamma indossava degli occhiali da sole per nascondere gli occhi, resi neri dal pestaggio. Adesso sua figlia sta combattendo con la propria fede. Mi ha detto tra le lacrime: “Guarda le mie labbra – una ragazza me le ha pestate – ed io adesso avrò paura per sempre. Pastore David, mia madre ha servito il Signore così a lungo. Perché Dio ha permesso che accadesse questo a noi? Perché le Sue promesse non hanno avuto effetto? Lui dove era?”
Un paio di mesi addietro, incendi e saccheggi si sono sparsi per Los Angeles. Ma per i primi giorni di questi tumulti, tutti i centri del Teen Challenge (l’organizzazione creata da David Wilkerson – NdT) in quell’area furono risparmiati, incluso un grosso magazzino nel centro della città. Quel magazzino era usato per depositare vestiti ed apparecchiature varie, che venivano venduti a prezzi minimi per aiutare i poveri ed i bisognosi.
Quindi, verso il terzo o quarto giorno di questi disordini, il magazzino fu raso al suolo da un incendio. Quasi 500 metri quadrati di beni e lo stesso magazzino furono distrutti. Niente si salvò!
Alcuni dei giovani convertiti del Teen Challenge mi posero queste domande: “Dove era l’angelo del Signore? Dove era la nostra protezione? Questa era una buona opera nel nome di Dio. Perché Egli ha permesso che fosse distrutta?”.
Sempre di più sentirete parlare a proposito del popolo di Dio che attraversa prove, soffrendo ogni tipo di male. Satana userà tali esempi per cercare di convincervi che Dio non sarà presente ogni volta che avrete bisogno di Lui – che non vi preserverà dai malvagi!
Abbiamo dei grandi esempi di fede che hanno attraversato grandi prove. Secondo la tradizione della chiesa, l’apostolo Paolo fu decapitato. L’epistola agli Ebrei al capitolo 11 fa una lista di eroi della fede che furono arsi sul rogo, scuoiati vivi, bolliti nell’olio – tutto questo perché non vollero rinnegare la loro testimonianza del Signore Gesù Cristo.
Certamente questo mio messaggio non vuole significare di occuparci del perché il popolo di Dio soffre – o perché alcune di esse durano così a lungo quando le Sue promesse sono così potenti. Non conosco la risposta a tutto questo. Ma io so che Paolo ebbe a dire: “Infatti io ritengo che le sofferenze del tempo presente non siano paragonabili alla gloria che deve essere manifestata a nostro riguardo.” ( Romani 8:18).
Nulla è paragonabile alla gloria che avremo! “…se veramente soffriamo con lui (Cristo), per essere anche glorificati con lui.” (Verso 17).
Io so anche che Dio si usa della sofferenza per prepararci. Stiamo per attraversare sofferenze economiche, malattie ed altre prove. Non so perché mia moglie, Gwen, abbia avuto tumori così tante volte, oppure perché le mie figlie Bonnie e Debbie abbiano avuto il cancro. Non capisco tali sofferenze.
Ma io conosco questo: se non sei stato preparato tramite le prove, tu ascolterai il diavolo quando ti sussurrerà: “Dio non è il Guardiano del Suo popolo” – e cercherai una strada comoda per arrivare in cielo! Correrai verso qualche chiesa che predica il messaggio della prosperità, per riempirtene le orecchie. Ma quando il primo problema sorgerà, finirai per gettare via tutta la tua fede – perché non ha risposto ai tuoi più profondi problemi e bisogni!
Cosa c’era dietro la caduta di Giuda? Come ha fatto questo discepolo a diventare un traditore? Questo è importante da sapere – perché ci dà un segnale di allarme per le nostre vite, affinché non inciampiamo e cadiamo anche noi.

L’amore Per Il Denaro Aveva Messo Radici Nel Cuore Di Giuda! 
denaro
 “Egli andò a conferire con i capi dei sacerdoti e i capitani sul modo di consegnarlo nelle loro mani. Essi si rallegrarono e pattuirono di dargli del denaro.” ( Luca 22:4-5).
La parola “pattuirono” qui significa “tirare sul prezzo”. Nel momento che Giuda era seduto davanti a questi empi sacerdoti, non voleva concordare per soli quindici o venti pezzi di argento – ne voleva almeno trenta. Questo era il suo prezzo minimo!
I commentatori biblici cercano di scusare il tradimento di Giuda in parecchi modi. Molti di loro dicono che il denaro non fosse il vero motivo – ma che voleva solo forzare Gesù a organizzare un regno terreno.
Ma la verità è che il denaro ne fu il motivo! Perché altrimenti avrebbe mercanteggiato e discusso un prezzo? Egli avrebbe semplicemente potuto dire: “Guardate, io voglio soltanto forzare Gesù verso tale posizione per fare in modo che Lui dimostri la Sua potenza” – ed avrebbe potuto ottenere qualunque quantità di argento. Ma l’amore per il denaro aveva guidato fuori dal cuore di Giuda tutto l’amore che aveva per Gesù!
In verità, l’amore per il denaro è la radice di tutti questi mali (vedi 1Timoteo 6:10). Esso è la radice delle piante diaboliche nel cuore di un uomo o una donna, per farlo allontanare da tutto l’amore di Cristo. Quando germoglia il bisogno di accumulare denaro, allora spunta il desiderio di contarlo e di essere sicuri che non vada perduto. Subito dopo nasce il bisogno di farlo fruttare.
Può essere che abbiate scelto degli obbiettivi nella vostra vita, per la vostra pensione o per essere finanziariamente al sicuro. Sono certo che anche Giuda avesse obbiettivi finanziari. Ma essi non sono mai soddisfatti, perché l’obbiettivo diventa sempre più grande!
Il diavolo vi dice: “Se vuoi servire il Signore, aspetta finché avrai una certa somma di denaro in banca. Allora sarai libero di servirLo!” Ma dopo che hai accumulato quella cifra, Satana sussurra: “In effetti non è ancora sufficiente, perché i ratei d’interesse stanno scendendo. In realtà ne hai bisogno ancora di più…”, e la cifra da raggiungere prende a salire!
Ma la Bibbia dice: “Invece quelli che vogliono arricchire cadono vittime di tentazioni, di inganni e di molti desideri insensati e funesti, che affondano gli uomini nella rovina e nella perdizione. Infatti l'amore del denaro è radice di ogni specie di mali; e alcuni che vi si sono dati, si sono sviati dalla fede e si sono procurati molti dolori. Ma tu, uomo di Dio, fuggi queste cose, e ricerca la giustizia, la pietà, la fede, l'amore, la costanza e la mansuetudine.” ( 1Timoteo 6:9-11).
Se la tua vita è focalizzata ad essere un’esistenza alla continua caccia al denaro, allora tu hai in te lo stesso spirito che Satana aveva messo in Giuda! Era stata semplicemente l’avidità a convertire Giuda in un ladro, un traditore e nell’assassino di Gesù Cristo. E questo prova l’argomento di Paolo che l’amore per il denaro è la radice ed il principio di ogni male!
Se stai leggendo questo messaggio, chiedi a te stesso: Hai venduto Cristo in questa maniera? Sei diventato un Suo traditore, mercanteggiando la tua anima per avere più denaro?
Non c’è nulla di sbagliato nell’avere alcuni risparmi. Ma se tu hai trascurato Gesù perché la tua vita è essenzialmente dedita nell’accumulare denaro, allora tu hai venduto Gesù, come ha fatto Giuda!
Satana aveva messo un velo sugli occhi di Giuda, in modo da non fargli vedere come stava cambiando. Il discepolo era diventato cieco al male ed alla rovina, che avevano preso dimora nel suo cuore.
Giuda aveva familiarità con le profezie riguardanti uno che avrebbe tradito il Redentore. Mi chiedo quante volte avesse letto o udito queste parole: “Anche l'amico con il quale vivevo in pace, in cui avevo fiducia, e che mangiava il mio pane, si è schierato contro di me.” ( Salmi 41:9).
Ma neanche una volta Giuda aveva pensato che lui stesso sarebbe stato il compitore di questo terribile ruolo! “Io, l’oggetto della profezia? Geremia ed Isaia hanno visto il mio giorno? Io non sono il traditore di Cristo; sono un semplice discepolo. Non sono malvagio!”
Ma Gesù chiaramente puntò un dito verso i discepoli e disse: “…ma, perché sia adempiuta la Scrittura, " Colui che mangia il mio pane,ha levato contro di me il suo calcagno"… uno di voi mi tradirà.” ( Giovanni 13:18,21). Ma Giuda era così cieco da non vedere che era lui la persona di cui si stava parlando?
Anche oggi leggiamo le profezie bibliche che riguardano i giorni nostri. Per esempio, Gesù dice che negli ultimi giorni molti crocifiggeranno Cristo, svergognandolo, perché lasceranno diventare insensibili i propri cuori: “Poiché l'iniquità aumenterà, l'amore dei più si raffredderà.” ( Matteo 24:12).
Questa profezia fu fatta centinaia di anni fa. Ma vi chiedo ora: Il vostro cuore è freddo oggi nei riguardi del Signore? Gesù disse che il peccato avrebbe sovrabbondato ovunque – e l’amore di molti credenti si sarebbe raffreddato! Sei quell’uomo o quella donna verso la quale questa profezia sta puntando il dito?
Lasciate che condivida con voi la cosa più vergognosa che possa capitare a coloro che una volta conoscevano ed amavano Gesù. Senza saperlo essi diventano “l’espressione di Giuda” fatta dal diavolo negli ultimi giorni”! Se il tuo amore va raffreddandosi, il diavolo vi userà come suo esempio – nello stesso modo nel quale si è usato di Giuda!
Satana vi indicherà davanti a tutte le potenze infernali, a tutti gli angeli nella gloria ed a tutti coloro che vi conoscono sulla terra – dicendo: “Guardate! Costui una volta camminava con Gesù – ma Egli non è riuscito a preservarlo! Ancora una volta, mi sono insinuato dentro il gregge del Signore e ho rapito un altro agnello così vicino a Cristo. Adesso possiedo il suo cuore, lo rovinerò e lo distruggerò. Proverà tramite il proprio fallimento che Dio non è il Guardiano!”
Niente può essere peggiore per voi che stare davanti al Signore e rispondere per tutti i vostri amici ed i vostri conoscenti, perché vi siete sviati da Lui. Potreste dire: “Non gettare fango addosso a me – io sono responsabile solo per le mie azioni. Non devo rispondere per quelle altrui!”
Non è così! Quanti al tuo lavoro sanno che una volta amavi Gesù? Avevi testimoniato loro, gli avevi detto quanto Gesù avesse fatto per te. Sapevano che camminavi con Cristo.
Ma ti sei sviato da Lui. E sei cambiato – ma non sai come, perché il diavolo ti ha accecato! Giorno dopo giorno settimana dopo settimana, anno dopo anno, hai indurito il tuo cuore.
Ora chiunque conoscesse che tu amavi Cristo, vedono una persona differente. Ed una folla di testimoni si alzerà nel Giorno Del Giudizio e dichiarerà davanti al Giudice: “Dio, tu non puoi giudicarmi, perché io stavo guardando la vita di questa persona! Dieci anni fa egli era infuocato ed innamorato di Te con tutto il proprio cuore. Io ero nel profondo del peccato e tenevo i miei occhi su di lui. E vedevo quanto ti fosse vicino.”
“Ma ad un certo punto egli ha cominciato a sbagliare ed ho pensato “Che possibilità posso avere io?” Che il mio sangue ricada su di lui, Signore! Quella piccola speranza che avevo di convertirmi a Te, è stata impedita dal fallimento di costui!” Questo è il motivo per cui tu sei diventato la testimonianza di Giuda!
Nella Sua preghiera finale con i Suoi discepoli, Gesù fece la Sua dichiarazione al cielo, all’inferno ed a tutta l’umanità:
“Mentre io ero con loro, io li conservavo nel tuo nome; quelli che tu mi hai dati, li ho anche custoditi, e nessuno di loro è perito, tranne il figlio di perdizione [Giuda], affinché la Scrittura fosse adempiuta.” ( Giovanni 17:12).
Riuscite a sentire la verità in quello che Gesù sta dicendo? “Ne ho perduto solo uno – ma non lo ho realmente perso, perché era dal maligno fin dal principio. Io ho conservato tutti coloro che hanno dato a Me il loro cuore! Io credo che Giuda potesse essere salvato – perché Gesù ha fatto tutto quello che poteva per lui. Non è stato certo Dio che ha indurito il cuore di Giuda. Egli aveva semplicemente previsto che Giuda avrebbe indurito se stesso nei riguardi di Cristo, giorno dopo giorno. Vedete, Giuda aveva un cuore diviso – ed ha scelto di non pentirsi! Per questo è diventato uno strumento di Satana.
Udite bene queste parole, cari santi: “…quelli che tu mi hai dati, li ho anche custoditi, e nessuno di loro è perito…” ( Giovanni 17:12).
L’esempio di Pietro ci incoraggia. Gesù gli disse: “Pietro, Satana ti sta appresso. Egli ha il desiderio di vagliarti, straziarti e farti diventare un traditore. Ma io sto pregando per te, affinché la tua fede non perisca!”
Pietro non fallì nella propria fede – perché Gesù lo ha preservato! Sebbene fosse caduto nell’ora della tentazione, aveva un cuore che amava Cristo – e Pietro tornò a Gesù, dandogli il proprio cuore e pentendosi completamente. Gesù vide quel cuore desideroso e disse: “Io ti proteggerò dal potere del diavolo!”
Miei cari, Dio vi preserverà “… perché colui che è in voi è più grande di colui che è nel mondo.” ( 1Giovanni 4:4). Potete rivolgervi al Salmo 91 e credere in ogni verso a proposito della protezione che è su di voi. Potrete attraversare una stagione di sofferenze, ma nessuno può toccare la vostra pace con Dio!
Non sappiamo cosa ci porterà il domani – ma io prego che come credente, ognuno di noi possa dire con Giobbe: “Ecco, mi uccida pure! Oh, continuerò a sperare.” ( Giobbe 13:15). Ed io so per certo che se il Signore abbassa le sue mura di protezione, c’è una ragione. Che non comprenderemo affatto. Ma sappiamo questo: “Colui che ti protegge non sonnecchierà.” ( Salmi 121:3).
Questo è vero e certo: Egli “… può preservarvi da ogni caduta e farvi comparire irreprensibili e con gioia davanti alla sua gloria” ( Giuda 24).
Alleluia!

di David Wilkerson

lunedì 19 marzo 2012

Diavolo, non puoi più camminarmi sopra!



In Isaia 51
, il Signore rivolge un potente messaggio a tutti coloro che perseguono la giustizia. Egli dichiara: “Ascoltatemi, voi che perseguite la giustizia e cercate l'Eterno!” (Isaia 51:1). Pochi versi dopo, chiama ancora coloro che conoscono “la giustizia, o popolo, che ha nel cuore la mia legge” (51:7).
Quando Isaia pronunciò questo messaggio, il suo pubblico immediato era Israele. Eppure Dio rivolge ancora oggi questo appello ad ogni credente devoto. È una parola che non intende solo l’Israele naturale, ma tutti quelli che compongono la Israele della fede. Sta parlando a tutti quelli che vogliono perseguire Gesù con passione ancora maggiore. E in questi due brevi versetti, egli ci dice:“Ho un messaggio per te in particolare”.
Il Signore inizia rivolgendosi ai suoi uditori come a persone afflitte, “ebbre ma non di vino” (51:21). Nel tempo in cui profetizzava Isaia, Israele era schiavo di Babilonia. Dio voleva che il suo prezioso popolo sapesse che Egli aveva ascoltato le loro richieste. Allo stesso modo oggi, Egli si rivolge ad ogni cristiano che è diventato schiavo di una qualsiasi forma di prigionia. Non importa se si tratta di un legame mentale, fisico o spirituale. L’occhio di Dio è su ogni santo che si trascina sotto il peso di un enorme fardello. E gli dà questa parola:
“Non pensare neanche per un momento che questo peso ti sia venuto addosso come risultato di un peccato. Sei sotto un attacco diretto di Satana. Il nemico della tua anima ti ha accusato e tormentato. E quindi, come una persona ubriaca, sei stordito da questo effetto. Sei stato accecato dal diavolo, e pensi di aver provocato tu questa situazione. Ma adesso mi devi ascoltare. Voglio che tu ascolti, perché ho una parola da darti”.
Forse proprio in questo momento la tua anima sta attraversando una notte buia. Forse sei seduto sul mucchio delle ceneri del tuo fallimento. Oppure sei affaticato da una serie di catene peccaminose che ti stanno attorno al collo. Sei in questa situazione così da tanto tempo che sei sprofondato nella disperazione. Hai deposto le vesti di giustizia che Gesù ti aveva dato, perché ti senti indegno di portarle. Sei semplicemente troppo depresso per muoverti con fede.
Io ti dico: Gesù ha un messaggio proprio per te. Ed Egli ti sta chiedendo di ascoltarlo con piena attenzione: “Perciò, ora ascolta questo… Così dice il tuo Signore, l'Eterno, il tuo DIO, che difende la causa del suo popolo: Ecco, io ti tolgo di mano la coppa di stordimento, la feccia del calice del mio furore; tu non la berrai più. La metterò invece in mano a quelli che ti affliggevano” (51:21-23).
Il Signore sta dicendo, in altre parole: “Sono qui per difendere la tua causa, per intervenire a tuo favore. E ti faccio questa promessa: Ti toglierò di mano la coppa di terrore che sta piagando la tua vita. E la metterò nelle mani di quelli che ti opprimono. Ce l’ho con ogni demone o persona che ha provocato la tua afflizione. Non permetterò che tutto questo continui. Ti sto dicendo proprio in questo istante: è finita per i tuoi oppressori”. Egli ha diretto la Sua furia contro quelli che “hanno detto alla tua anima: Stenditi a terra, che ti passiamo sopra” (51:23).
Ma il Signore continua dicendo: “Tu facevi del tuo dorso un suolo, una strada per i passanti” (51:23). Vedi l’immagine spirituale che sta descrivendo? Sta dicendo: “Sì, sono venuto per liberarti. Ma devo anche mostrarti quale ruolo hai avuto in tutto ciò. La verità è che hai permesso al diavolo di avere la meglio su di te. Dapprima, Satana ti ha sopraffatto con le sue tattiche. Ma invece di resistergli con le Mie promesse, ti sei piegato davanti a lui. Ti sei volontariamente messo a terra per paura, steso sulla strada della disperazione. E ti sei sottomesso ad ogni sorta di infamia malvagia. Gli hai permesso di strofinarti il viso nella polvere. Gli hai permesso di camminarti sopra. Ti sei fatto completamente intimidire dai suoi principati e potestà”.

1. Dio vede i santi sinceri e devoti che vengono calpestati sotto i piedi da Satana
deserto
Molti servi zelanti oggi stanno portando dei pesi che non dovrebbero portare. Sono abbattuti dalla paura e dallo scoraggiamento. Come reagisce il Signore a tutto questo? “E ora che cosa faccio io qui?, dice l'Eterno, mentre il mio popolo è stato portato via per nulla? Quelli che lo dominano lo fanno gemere, dice l'Eterno, e il mio nome è continuamente bestemmiato tutto il giorno” (Isaia 52:5).
Dio è indignato per quello che sta accadendo. Egli dice: “Cosa vedo qui? Perché il mio popolo viene derubato ed umiliato così facilmente? Satana li sta abbattendo come gli pare e piace, sta governando su di loro, li sta infamando, li fa gridare e urlare. E loro non gli oppongono resistenza. Questa è una bestemmia contro il mio nome, contro la mia maestà, contro la mia potenza”.
Nel suo stupore, Dio ricorda al suo popolo che ha chinato il capo: “La mia giustizia è vicina; la mia salvezza sarà manifestata” (51:5). Sta dicendo: “Ho già pronunciato la mia parola di liberazione. L’ho decretato nelle mie promesse del patto. Ho steso il mio potente braccio, per trarti fuori da questa esperienza desertica. Allora, perché non reclami ciò che ho decretato? Perché non cammini alla luce della mia libertà, della mia gioia e della mia pace?”
Dio promette allora: “L'Eterno infatti sta per consolare Sion, consolerà tutte le sue rovine, renderà il suo deserto come l'Eden e la sua solitudine come il giardino dell'Eterno. Gioia ed allegrezza si troveranno in lei, ringraziamento e suono di canti” (51:3). Egli afferma: “Io sto per portarti consolazione. Proprio in questo momento, vedi il fallimento in ogni area della tua vita. Ma le cose stanno per cambiare. Sto per trasformare il tuo deserto in un giardino dell’Eden. Stai per entrare nella mia ombra fresca di gioia e felicità”.
Queste non sono promesse vuote e stolte. Ci sono state date dall’Iddio Onnipotente, che regna su tutto. I suoi pensieri per il suo popolo sono buoni, non sono di rovina e fallimento. Egli ci ama, e si è disposto a liberarci da ogni paura e depressione. Ma il Signore vuole anche mostrarci come siamo giunti ad una situazione così misera. Egli sottolinea: “Ti sei piegato al diavolo. Hai volontariamente steso il tuo corpo a terra davanti a lui. E gli hai permesso di calpestarti”.
Proprio in questo momento, moltitudini di pastori, evangelisti e credenti sinceri vivono sotto una nuvola di terrore. Perché? Hai dato a Satana il permesso di riempirli di dubbi. Settimana dopo settimana, vivono con il pensiero di lasciar perdere il ministero. Mettono in dubbio il Signore. Mettono in dubbio la sua guida. Vivono senza la speranza di un futuro.
E Dio è incredulo. Dice: “Io, io stesso, sono colui che vi consola; chi sei tu da dover temere l'uomo che muore e il figlio dell'uomo destinato ad essere come erba?” (51:12). Dice: “Perché temi quello che ti possono fare le persone? Le loro chiacchiere e le loro minacce non possono farti del male. Satana sta usando la tua paura per ridurti in schiavitù. Ma io ti ho promesso liberazione. Perché ascolti le sue menzogne e non la mia Parola?”
Il Signore poi aggiunge: “Non temete l’obbrobrio degli uomini, né spaventatevi dei loro oltraggi” (51:7). In altre parole: “Perché ti misuri in base al concetto che hanno gli altri del successo o del fallimento? Ti ho dato promesse eterne. Ma ti sei attirato addosso l’obbrobrio. Ti sei gettato al suolo per farti calpestare dal nemico”.
Infine Dio dice: “Avevi sempre paura, tutto il giorno” (51:13). Sta descrivendo quei credenti che sono caduti preda dell’introspezione morbosa. Davide ammise: “Sono sfinito e contuso; ruggisco per il fremito del mio cuore” (Salmo 38:8). Davide sapeva di accrescere il suo tormento con le sue lamentele timorose.
Allora, da dove nasce la tua paura? Perché sei così profondamente scoraggiato? Vuoi rimanere per sempre nella tua misera condizione?

2. Dio vede anche le moltitudini di pastori affranti e schiacciati
davide
Schiere di pastori una volta zelanti hanno lasciato il ministero. E molti altri sono sul punto di lasciarlo. Sono mesi che non vedono un giorno buono. Le loro mogli li osservano mentre si rigirano nel tormento e nella distretta, e anche loro si abbattono. Hanno paura che i loro mariti perdano il lavoro, la famiglia, la stabilità. Alcuni hanno persino paura che i loro coniugi rinuncino a vivere. Perciò combattono la battaglia dello scoraggiamento, sole e disperate.
Molti pastori sono scoraggiati perché vedono che le loro fatiche producono pochi frutti. Non tanto tempo fa, un caro pastore mi chiamò, tutto scoraggiato. Mi chiese: “Cosa fai quando hai fatto tutto il possibile come pastore, ma vedi poca risposta? Preghi diligentemente, digiuni, cammini nella giustizia di Cristo. Sei ubbidiente e fiducioso, e predichi una parola unta. Eppure la gente se ne va dalla chiesa senza neanche darti una spiegazione. O peggio, ti si rivoltano contro.
“Dimmi, cosa fai quando la promessa che Dio ti ha dato non si realizza? Cosa succede dopo anni di ministero ad un corpo di persone, ed alcuni iniziano a decadere dalla fede? Fai tutto quello che hai imparato da anni di servizio a Dio. Ma niente sembra funzionare”.
Ho parlato con un predicatore luterano che si incontra regolarmente con altri pastori della sua città. Sono uomini pii di varie denominazioni che si incoraggiano a vicenda nel ministero. Durante i primi anni, il loro numero crebbe. Ma col passare del tempo, il gruppo iniziò a diminuire. Ora, visto che si fanno vedere sempre meno ministri, lo scoraggiamento è divampato. Presto i pastori si confidarono l’un l’altro: “Sto lavorando con più fatica del solito, ma vedo poca crescita. La gente persino se ne va. Cosa posso fare?”
Ora si è scoraggiato anche il pastore luterano. Le ultime parole che mi disse furono: “Per favore, prega per me, David. E prega per i pastori feriti nella mia città”.

Tutta la nostra nazione è in distretta  

La rivista Newsweek riporta che il 65 percento degli americani dormono con difficoltà. Si svegliano con una nuvola nera di disperazione. Milioni prendono delle medicine per trovare un po’ di sollievo. Qui nella città di New York, la gente è particolarmente ansiosa e stressata. Si ha paura soprattutto del bio-terrorismo, di un attacco nucleare, di gallerie e ponti che saltano all’aria. Quelli di Long Island hanno paura che le riserve atomiche possano essere bombardate.
Più che mai, il popolo di Dio deve ascoltare una parola da Lui. E in questo tempo di distretta, il nostro Signore ci ha dato una parola che non è compromessa: “Avevi sempre paura, tutto il giorno, davanti al furore dell'oppressore, quando si preparava a distruggere. Ma dov'è ora il furore dell'oppressore?” (Isaia 51:13).
Dio ci sta chiedendo: “Perché hai paura del nemico Cosa ti può fare, se io ti ho promesso un futuro?”. Cari, non c’è scenario o situazione possibile in cui il diavolo possa distruggerci. Vedete, Gesù Cristo ha promesso il cielo a coloro che camminano in fede. Quando moriamo, andiamo istantaneamente al Suo fianco. Perciò, non possiamo essere distrutti dal diavolo; passiamo semplicemente dalla morte alla vita. Riceviamo un corpo nuovo. E trascorriamo l’eternità in gloria con il nostro Signore.
Fra tutta la gente, i santi di Dio dovrebbero essere degli esempi scintillanti di cosa significa vivere in pace in questi giorni di paura. Dovremmo essere a riposo nonostante le circostanze, offrendo questa testimonianza al mondo: “La pace che vedi in me oltrepassa l’intendimento del mondo. Ed è solo perché ho messo la mia vita nelle mani di Gesù. Non importa cosa mi accadrà. Vivo o morto, sono del Signore per l’eternità”.
Dio ci ha fatto inoltre una promessa di ferro per la vita su questa terra. Dice che quando il nostro nemico cerca di camminarci sopra, “il mio popolo conoscerà il mio nome, perciò comprenderà in quel giorno che sono io che ho parlato: Eccomi!” (52:6). In altre parole, Dio dice: “Quando sei nella prova più dura, io verrò e ti dirò una parola. Mi udrai dire: Sono Io, Gesù, il tuo Salvatore. Non aver paura”.
Cristo ha adempiuto questa promessa alla lettera in Matteo 14. I discepoli erano sulla barca in una terribile tempesta, ed erano sballottati dal vento e dalle onde. Improvvisamente, videro Gesù camminare verso di loro sulle acque. La Scrittura dice: “I discepoli, vedendolo camminare sul mare, si turbarono e dissero: «E’ un fantasma!». E si misero a gridare dalla paura” (Matteo 14:26). Cosa fece Gesù in quel momento tremendo? “E subito Gesù parlò loro, dicendo: Rassicuratevi; sono io, non temete!” (14:27).
Mi sono chiesto come mai Gesù ha usato queste parole in particolare: “Rassicuratevi”. Perché avrebbe detto questa frase a uomini convinti di essere in punto di morte? La parola “rassicurare” significa dare sollievo, rendere felici, scacciare la paura. E lì, in quel momento di distretta, Gesù legò quella frase alla sua identità. Ricordate, queste persone lo conoscevano personalmente. Ed Egli si aspettava che agissero in base a quella frase per fede. Stava dicendo: “Il Padre ha promesso che sarei venuto a voi nella tempesta. Sta scritto: Sapranno in quel giorno che sono Io colui che vi parlo e vi dico: Eccomi” (Isaia 52:6). “Ora sono giunto a voi nella vostra tempesta. Sono Io, Gesù, che sono con voi in mezzo a tutto questo trambusto. Perciò, rassicuratevi”. Allo stesso modo, il nostro Salvatore si aspetta la stessa reazione di fede da parte nostra, nei nostri momenti di distretta.
Subito dopo, Gesù mette il dito sul vero motivo della paura e dello scontento del suo popolo: “Tu hai dimenticato l'Eterno che ti ha fatto, che ha disteso i cieli e gettato le fondamenta della terra” (Isaia 51:13). Egli dice: “Ti sei dimenticato di me nella tua crisi. Hai permesso alle circostanze di rubarti ogni ricordo di me. Io sono il Creatore dell’universo, e possiedo ogni potenza e maestà. Sono in grado di liberarti in qualsiasi momento. E tu lo hai completamente dimenticato”.
Il Signore poi sottolinea: “Sei diventato schiavo delle tue stesse paure, legato da dubbi insondabili. Invece di ricorrere alla mia Parola, lotti contro i tuoi legami”. L'esule in cattività sarà presto liberato, non morirà nella fossa né gli mancherà il pane” (Isaia 51:14). Per dirla in breve, ci siamo preoccupati per le circostanze. E non abbiamo ricordato la Sua Parola: “Quanto sono belli sui monti i piedi del messaggero di buone novelle, che annunzia la pace, che reca belle notizie di cose buone, che annuncia la salvezza, che dice a Sion: «Il tuo DIO regna!»” (52:7).
Il messaggio del Signore non potrebbe essere più chiaro di così: “Non mi consideri un Dio che può risolvere le tue circostanze. Sei ansioso di sganciarti dai tuoi problemi, ti sei allontanato dalla mia gloria e dalla mia potenza. Al contrario, continui a combattere e a gridare: O Dio, tirami fuori da questa situazione. Ma hai bisogno solo di vedere un barlume della mia maestà”.
Pensaci: il nostro Signore non è mai venuto meno al suo popolo. Ci esorta: “Guarda la storia dei miei figli, in entrambi i Testamenti. Li ho liberati di volta in volta, in ogni circostanza. Non ho mai permesso al nemico di distruggere coloro che confidavano in me.
“Ora guarda la tua storia insieme a me. Ho mai fallito di liberarti? Sei mai stato senza la mia provvidenza? Il mio servo Davide ha testimoniato: Sono vecchio e canuto, e non ho mai visto il popolo di Dio mendicare il pane. Sono un Padre amorevole. E mi prenderò sempre cura dei tuoi bisogni”.

3. Dio comanda al Suo popolo di svegliarsi e vedere la loro condizione abbattuta
dormire
“Risvegliati, risvegliati, rivestiti della tua forza, o Sion; indossa le tue splendide vesti, o Gerusalemme, città santa! Poiché non entreranno più in te l'incirconciso, e l'impuro. Scuotiti di dosso la polvere, levati e mettiti a sedere, o Gerusalemme; sciogliti le catene dal collo, o figlia di Sion che sei in cattività!” (Isaia 52:1-2). Dio chiama i suoi servi dal capo chino: “Svegliatevi e scuotetevi di dosso la polvere. Siete sempre i miei giusti.
“Avete permesso al nemico di convincervi che siete impuri ed immondi. Vi ha detto che non avete alcun diritto di indossare le vesti di giustizia di Cristo. Ma Io vi comando di alzarvi, di rimettervi di nuovo quelle vesti e di prendere di nuovo il comando. Non dovete permettere più a Satana di camminarvi addosso. La Mia Parola vi ha reso giusti”.
Come possono i credenti odierni svegliarsi dalla loro condizione e scuotersi di dosso la polvere? Di cosa abbiamo bisogno per non inchinarci più davanti al nemico? Davide rispondeva: “Tutte le mie fonti di vita e di gioia sono in te” (Salmo 87:7). Sta dicendo: “Tutta la mia soddisfazione è in te, Signore. Tu solo sei la fonte della mia completezza. Sei tutto ciò di cui ho bisogno per essere completo, gioioso, felice e in pace”.
Sono giunto alla stessa conclusione molto tempo fa. Niente soddisfa la mia anima fuor che Gesù. Niente su questa terra può toccare ciò che io possiedo in lui: non la famiglia, né gli amici né il successo nel ministero. Potete prendere tutti i libri che ho scritto, tutte le opere che ho fondato, tutti i milioni che sono stati raccolti durante le campagne, e persino il mio amore per la predicazione. Potete portarmi via tutto, perché niente può essere paragonato alla gioia dell’intimità con Cristo.
Datemi solo una rivelazione maggiore di Cristo. Lasciatemi avvicinare sempre di più a Lui. Fatemi comprendere meglio le Sue vie. È questo che fa gridare la mia anima: “Alleluia!” e fa balzare il mio cuore di gioia. La mia sete si placa solo quando bevo alla Sua fonte.
Gesù è anche il motivo per cui non mi curo più se le circostanze cambiano. Sono soddisfatto per il fatto che il Signore mi abbia rivelato qualcosa di Se stesso. E la grazia che mi provvede è uguale in qualsiasi circostanza io debba affrontare.
Cristo stesso sperimentò una tale grazia potente durante il suo cammino sulla terra. Di fronte alla croce, pregò in agonia per ben tre volte: “Padre, che questo calice trapassi da me”. La terza volta che pregò, un angelo venne a ministrargli. A quel punto, Gesù ricevette potenza per affrontare gli eventi che gli stavano dinanzi. E secondo le Scritture, Egli pregò ancor più intensamente. Eppure la Bibbia dice che l’agonia di Gesù rimase.
Io lo trovo strabiliante. Persino dopo essere stato rafforzato dal Padre stesso, Gesù continuò ad essere in agonia. Apparentemente, tutto ciò lo rese solo più determinato a pregare. Forse dirai: “Il Padre dopo tutto non ha liberato Gesù”. Sì, invece. La forza che Cristo ricevette dal cielo lo liberò dalla prova. Lo condusse fino alla croce, e dopo in gloria.
Sappiamo tutti che Gesù è il nostro esempio. E qui ci dà una chiara illustrazione, poiché in effetti egli pregò: “Padre, ammetto di voler essere liberato. Ma non insisto per essere svincolato da questa prova. Non lotto contro le circostanze. Voglio solo conoscerti in mezzo a questa crisi. Non la mia volontà, ma la tua sia fatta”.
Ringrazio Dio per le tante vittorie e i successi di cui ho goduto nei miei cinquant’anni di ministero. Ma devo confessare come Giacobbe: “Gli anni della mia vita sono stati pochi e cattivi” (Genesi 47:9). Il termine ebraico per cattivo qui significa avversità, distretta, afflizione, calamità, preoccupazioni, tristezza e pesantezza di cuore. Per farla breve, so che significa essere preda della paura e della disperazione. Alcune volte, quando ero un giovane pastore, ho desiderato lasciare il ministero. Sono stato così depresso, che il diavolo mi ha reso la sua pietra d’intoppo. E molte notti ho gridato a Dio: “Dove sei?”.
Mi identifico anche con Geremia, che affermò: “Allora ho detto: «Non lo menzionerò più e non parlerò più nel suo nome». Ma la sua parola era nel mio cuore come un fuoco ardente, chiuso nelle mie ossa; mi sforzavo di contenerlo, ma non potevo” (Geremia 20:9). Soltanto quando sono giunto nel baratro più profondo, ho smesso di curarmi se Dio avrebbe cambiato le mie circostanze. Ed è stato a quel punto che Egli mi ha concesso il suo riposo, senza più alti e bassi.
Per la maggior parte dei cristiani, le cose non cambieranno in quattro e quattr’otto.
Forse potrai ricevere un tocco da Dio in chiesa e tornartene a casa incoraggiato. Ma quando finisce questa sensazione, ti renderai conto che le circostanze sono rimaste uguali. Allora qual è la soluzione, ti chiederai? Qualsiasi cambiamento deve avvenire in noi, non nella nostra situazione. Dobbiamo ricevere così tanto da Gesù, che Egli deve diventare il nostro tutto, la nostra unica fonte di soddisfazione.
Un pastore mi raccontò una volta una bellissima storia al riguardo. Una giovane donna nella sua chiesa aveva il volto sfigurato a causa di una grave ustione. Per tutta l’adolescenza, aveva sognato di incontrare un uomo che l’avrebbe amata nonostante il suo handicap. Il suo desiderio continuò anche da grande, e lei desiderava avere pure un bambino. Nel corso di quegli anni, ella portò fedelmente la sua richiesta davanti al Signore, sperando in una risposta.
Non molto tempo fa, la giovane andò dal pastore e gli porse una barretta di sapone e una cuffietta da neonato, dicendo: “Pastore, ho bisogno che tu mi tolga dalle mani queste cose. Hanno a che fare con un sogno che ho sin da piccola.
“Ogni volta che mio padre si lavava, mi chiedeva: ‘Tesoro, vammi a prendere un po’ di sapone’. E a me piaceva fargli questo favore. Mi faceva sentire desiderata e utile. Crescendo, ho sempre sperato di avere un marito che mi dicesse le stesse cose. Avrei potuto rispondere con amore, come avevo fatto con mio padre. Quanto alla cuffietta per neonati, mi ricorda il mio desiderio di avere un bambino.
“Voglio che tu sappia che non ho più bisogno di queste cose. Ho deposto i miei sogni. E li ho barattati per uno migliore. Vedi, sono in pace con la mia condizione. So che non cambierà. Perciò l’ho arresa al Signore. Ora Gesù riempie totalmente la mia vita. È diventato la mia fonte di gioia. Ho trovato in lui ciò che nessun marito potrà mai darmi. Ha portato via i miei antichi sogni e mi ha dato se stesso.
“Il Signore è il mio compagno. Ed i bambini che mi vedi attorno in chiesa sono i figli che mi ha dato. Sono stata benedetta smisuratamente. Allora, per favore, prendi questi simboli per me. Sono stata finalmente liberata dal loro peso”.
Il pastore dice che tutto lo scoraggiamento di questa donna è sparito. Non può essere più felice di così. Ed è diventata la persona più amorevole della chiesa.
Poi, con tenerezza, il pastore mi confessò di essere cambiato anche lui. “Ho arreso il mio sogno di avere una chiesa più grande”, ha detto. “La mia congregazione non cresceva come avrei voluto. Volevo vedere frutti dal mio ministero. Quel desiderio mi incitava sempre al successo.
“Ma voglio solo una cosa. E cioè una chiesa che ama. Voglio pasturare persone che si prendano cura le une delle altre, una famiglia di credenti amorevoli. Non importa quanti siamo. Quando sarò davanti al Signore, voglio sapere che avrò insegnato alla mia gente ad amare come ama Gesù”. Quest’uomo è entrato nel riposo di Dio.
Anche i nostri sogni più santi possono diventare folli se non li barattiamo per Cristo. Se il nostro Signore li vuole far realizzare, lo farà. Nel frattempo, noi dobbiamo vivere nella sua pace. Egli ti sta ricordando proprio adesso: “Ho comandato la liberazione per te. Allora sollevati dalla polvere. Il nemico non ti può più camminare addosso. Ti ho dato potenza”.


ciao

per tutti coloro che mi vogliono bene un invito a riflettere

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