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GIACOMO 1, 2-4
Fratelli, considerate come motivo di gaudio perfetto le diverse prove alle quali voi potete essere esposti, sapendo che la fede messa
alla prova produce la pazienza. E' necessario però che la pazienza compia perfettamente l'opera sua, affinché voi siate pure perfetti ed
integri, senza mancare in niente.(Giacomo 1; 2-4)
Emmanuel
sabato 30 luglio 2011
Il ritorno di Cristo (la Sua seconda venuta)
Una delle verità cardini del cristianesimo. La seconda venuta del Signore è stata "sentita" in modi differenti durante l'arco dei duemila anni della storia del popolo di Dio. Per esempio ebbe grande importanza nella Chiesa primitiva. Per molti credenti tale verità era fonte di forza e coraggio. Attributi necessari che li aiutavano moltissimo in quei tempi difficili in cui non pochi di essi soffrivano a causa della persecuzione e dell' opposizione al messaggio del vangelo da essi predicato.
Il ritorno del Cristo era senza dubbio, per i cristiani dell'epoca, motivo sufficente per andare avanti stringendo i denti, in attesa della loro agognata liberazione. Non meraviglia quindi come molti di loro credevano che la venuta del Figlio di Dio fosse imminente. Per tale motivo, Paolo dovette intervenire in una sua epistola col fine di chiarire e rassicurare i credenti a riguardo. Egli infatti precisò che il giorno del Signore non era affatto imminente, bensì prima del suo ritorno dovevano realizzarsi determinati avvenimenti come la manifestazione dell'uomo del peccato (2Tessalonicesi 2,1-8).
Il medesimo Signore Gesù nel suo discorso profetico disse ai suoi discepoli che la sua venuta sarebbe stata preceduta da diversi accadimenti. La distruzione del tempio di Gerusalemme, la manifestazione di falsi cristi e falsi profeti, guerre, terremoti in vari luoghi e altro ancora, (Matteo capitolo 24).
Anche al giorno d'oggi comunque, pur essendo passati ormai circa duemila anni dall'ascensione al cielo del Figlio di Dio, nella Chiesa rimane viva e fedele la convinzione che un giorno il Signore Gesù ritornerà nella sua gloria per giudicare e stabilire il suo Regno.
IL RITORNO DI CRISTO E LE SCRITTURE
Il secondo avvento del Messia è un insegnamento cardine della parola di Dio. Essa parla di tale evento sia nelle scritture veterotestamentarie che in quelle cristiane redatte dopo la venuta del Figlio di Dio sulla terra. Questa dottrina pervade tutta la Sacra scrittura e da ciò si comprende quanto sia importantre agli occhi di Dio tale verità scritturale. L'incontro definitivo del Cristo con la sua Chiesa è l'atto culminante di tutta l'opera di salvezza del Signore Gesù Cristo.
Quanta gioia nel vedere la Chiesa, ferma nel proclamare l'avvento del Figlio di Dio e nell'intraprende il suo cammino terreno ricco di tentazioni e difficoltà, ma con il cuore completamente rivolto al suo sposo. Soprattutto al momento in cui ritornerà nella sua gloria per prenderla con se, liberandola finalmente da ogni peso. Si, testimoniare del ritorno del Salvatore è cosa buona e giusta. Bisogna parlarne non solo agli increduli, ma persino con gli stessi credenti, pur con equilibrio. Trasmettendo unicamente quello che la scrittura afferma senza travisarne il messaggio come invece è capitato nel passato. Basta vedere il caso di William Miller e il suo tentativo di stabilire persino l'anno della venuta del Cristo e cioé nel 1844. Perché a suo dire le scritture sostenevano questo.
Alla parola di Dio bisogna accostarsi con timore e desiderio di conoscere quello che realmente afferma e non quello che noi vogliamo farle dire. Questo vale ovviamente anche per la dottrina biblica del ritorno del Signore Gesù.
IL VECCHIO TESTAMENTO E LA VENUTA DI CRISTO
Le scritture ebraiche, ma soprattutto i profeti parlano numerose volte dell'apparizione del Messia. Un ritorno che servirà al Figlio di Dio per punire gli empi e riunirsi con il suo popolo. Il Cristo, discendente del re Davide, figlio d'Isai avrebbe giudicato le genti con equità e giustizia.
Quando il Salvatore si sarebbe manifestato, finalmente la pace, quella autentica, avrebbe regnato senza alcun intoppo essendone Cristo stesso il fondamento e il garante (Isaia 11,1-9). Per questo motivo la rivelazione di Gesù Cristo, "l'Angelo del Patto", più comunemente conosciuto nelle Scritture ebraiche come "l'Angelo del Signore" (Giudici 6,11-24) è stata invocata. Si, a partire da Enoc (Giuda versi 14 e 15); per finire con il profeta Malachia (Malachia 3,1).
Tutti costoro all'unisono, al fine di "consolare" e "incoraggiare" i giusti e ammonendo nello stesso tempo gli empi, hanno proclamato la liberazione e il giudizio del Messia. Mandato dal Padre per ridare ordine, equità e giustizia in tutto l'universo.
Il Dio potente, dopo aver manifestato la sua forza nei modi più disparati salvando e punendo miriadi di anime. Alla fine la dispiegherà ancora maggiormente proprio per mezzo di suo Figlio, come oltretutto ha profetizzato anche il profeta daniele: "Io guardavo, nelle visioni notturne, ed ecco venire sulle nuvole del cielo uno simile a un figlio d'uomo; egli giunse fino al vegliardo e fu fatto avvicinare a lui; gli furono dati dominio, gloria e regno, perché le genti di ogni popolo, nazione e lingua lo servissero. Il suo dominio è un dominio eterno che non passerà, e il suo regno è un regno che non sarà distrutto", (Daniele 7,13-14).
Quale meravigliosa e futura rivelazione Yahvé ha dato la grazia di far vedere a Daniele. Il profeta che contempla Il Figlio dell'uomo, il quale vinta ogni opposizione, incomincia a regnare e a dominare su tutto il creato. Un Regno il suo che non avrà mai fine. Un dominio che durerà per tutti i secoli avvenire!
Ogni essere umano dimorante da un capo all'altro del globo terraqueo, vedrà la sua gloria. Egli proverà su di se la sua potenza liberatrice verso gli eletti e implacabile verso il male e il suo istigatore, Satana e i suoi seguaci. Il Dio che metterà la parola fine alla sua pazienza lasciando spazio all'ardore della sua santità. Uno zelo che come un fuoco consumante annienterà ogni impurità, schiacciando il male e il peccato una volta e per tutte.
IL NUOVO TESTAMENTO E LA VENUTA DEL CRISTO
La rivelazione finale del Signore nelle scritture cristiane viene ancora di più messa in risalto. Essa acquistan un maggiore spazio e una più grande importanza, cosa che oltretutto nemmeno sorprende. Infatti lo stesso Signore Gesù annunciò più volte il suo ritorno. Messaggio poi ribadito e ripetuto dai suoi stessi discepoli, gli apostoli e tutti i loro collaboratori nell'opera evangelica.
Con la prima venuta del Figlio di Dio abbiamo ricevuto, grazie al Suo ministero e quello della Chiesa primitiva guidata dallo Spirito santo, una maggiore comprensione di Dio e dei Suoi propositi. Di conseguenza il secondo ritorno del Cristo è stato arricchito di molti e nuovi particolari, avendo i discepoli del Figlio di Dio ricevuto maggiori rivelazioni rispetto ai profeti veterotestamentari.
LA TESTIMONIANZA DI GESU'
Come ho già detto precedentemente, durante l'era cristiana il primo ad annunciare l'avvento del Messia fu lui stesso. La sua testimonianza è la principale e più importante fra tutte quelle presenti nelle Sacre scritture. L'Unto di Dio molte volte durante l'intero arco del suo ministero su questa terra, annunciò il suo ritorno e le motivazioni che l'accompagnavano. Argomentazioni che analizzeremo poi approfonditamente più avanti. Per il momento ci basta sapere che nei suoi insegnamenti, il Signore Gesù dette ampio spazio al suo secondo avvento. Non meraviglia quindi l'importanza datagli dalla Chiesa dei primordi.
"Io ritornerò". Questa verace promessa risuona in tutti e quattro i vangeli dove il Cristo in persona la proclama, trasmettendola nel continuo ai suoi seguaci in mdo che potesse finalmente radicarsi nei loro cuori. Obbiettivo a quanto pare raggiunto vista la forza che essa infondeva nel continuo nei suoi. Sia coloro vissuti con lui durante il suo pellegrinaggio terreno e sia nei credenti i quali a tutt'oggi proclamano la salvezza in lui, nel suo nome benedetto ( Atti 4,10-12; Romani 10,9-13). Gli eletti hanno sempre conservato e continuano a tenere accesa nei loro cuori quella fiamma, la quale non fa altro che tenere in vita la fede di cui il Cristo è stato il principale paladino (Matteo 16,27).
TESTIMONIANZA DELLA CHIESA
la Chiesa del Signore in armonia col mandato del Maestro, continuò la sua missione, e cioé quello di annunciare l'avvento. Gli apostoli diedero grande importanza alla verità sul ritorno del Salvatore, anche in funzione evangelistica. Un esempio, fra i diversi presenti nelle Sacre scritture lo possiamo trovare nel libro degli Atti degli apostoli (Atti 3,19-20). Proclamare l'imminente presenza visibile del Signore a coloro che dovevano essere salvati, era sicuramente molto utile. Questo perché faceva crescere nei cuori dei peccatori un sano timore nei confronti di Dio. Si, un timore che li spronava a umiliarsi davanti all'Onnipotente. A riconoscersi peccatori e quindi ad accogliere l'invito della Chiesa a ravvedersi dalle loro iniquità credendo in Gesù.
Gli uomini dovevano sapere che le loro azioni malvage non sarebbero rimaste nascoste agli occhi del Padre celeste. Il quale nel giorno prefissato avrebbe mandato il suo Cristo a giudicare al fine di estirpare ogni iniquità e punire tutti gli increduli (Atti 3,21-23). Il ritorno del Messia era vicino e chi non era pronto ad incontrarlo, doveva "mettersi in regola" con lui. Questo era in sostanza il messaggio dell'apostolo Pietro rivolto a suoi uditori presenti nel tempio. Una parola valida anche per noi credenti di oggi.
Il Figlio di Dio un giorno ritornerà di nuovo nella sua gloria. Ebbene egli troverà di nuovo la fede sulla terra? In noi che ci consideriamo suoi discepoli? Oppure dovremo subire giustamente la sua ira? La Chiesa abbia allora fisso nel suo cuore il momento in cui dovrà incontrarsi con il suo sposo. Ciò l'aiuterà a conservarsi santa e pura agli occhi di Dio e a rimanere altrettanto preparata a unirsi in eterno con il Signore Gesù Cristo.
Dobbiamo comprendere che è nostro dovere conservarci irreprensibili, in modo da farci trovare pronti nel caso il Salvatore appaia nella sua gloria. Il popolo di Dio deve considerare il ritorno del Verbo incarnato (Giovanni 1,1.14); come una perla preziosa. Sentirlo nel proprio cuore e rimanere legato ad esso, così come alla stessa salvezza ricevuta mediante la fede. Preghiamo quindi il Signore, invochiamolo affinché possa affrettare il suo ritorno e il nostro adunamento con lui.
TESTIMONIANZA DEGLI ANGELI
Anche gli angeli del Signore hanno dato il loro contributo nell'annunciare l'avvento del Redentore. Nel primo capitolo del libro degli Atti è scritto per esempio di come i discepoli di Gesù guardavano ancora in cielo il Maestro, mentre una nuvola lo toglieva alla loro vista. Ebbene, proprio in quel momento il brano biblico ci parla di due uomini vestiti con abiti bianchi. Essi si avvicinarono agli apostoli annunciandogli il ritorno del Salvatore. Quello stesso Gesù asceso al cielo, sarebbe un giorno ritornato per riprendersi pure i suoi (Atti 1,9-11).
Iddio, quindi pure agli angeli ha affidato il compito di rendere determinate testimonianze. Certo, non si tratta della predicazione del vangelo affidata dal Figlio di Dio alla Chiesa (Matteo 28,19-20). Bensì, più volte essi annunciarono e comunicarono al mondo, messaggi sia di speranza che di giudizio ( Matto 1,20; Luca 2,10-12; Apocalisse 14,6-10; 22,6.16). Infine non dobbiamo nemmeno dimenticare che la stessa legge mosaica fu trasmessa da Yahvé al popolo israelita, proprio per mezzo di creature angeliche, (Galati 3,19).
L'AVVENTO DEL CRISTO. COME SARA'?
Nella parola di Dio vi sono numerosissime testimonianze le quali descrivono con dovizia di particolari come avverrà il ritorno del Salvatore. Quali saranno gli avvenimenti che lo contraddistingueranno e metteranno in risalto il suo avvento. Con l'aiuto del Padre cercheremo di evidenziarli poco alla volta, così da avere alla fine un quadro, il più completo possibile di tale avvenimento.
PERSONALE E VISIBILE
Il Signore Gesù ritornerà nello stesso modo in cui è asceso in cielo dopo i quaranta giorni dalla sua risurrezione. Ossia di persona, (Atti 1,11). Si, quando arriverà il momento, Gesù ritornerà personalmente. Non verrà qualche angelo, per quanto maestoso e riverstito d'autorità a farne le veci. No, il Signore si esporrà in prima persona, eseguendo il volere del Padre suo fino in fondo. Il Figlio, immagine visibile dell'invisibile Dio, apparirà al mondo intero. A credenti e increduli. La sua apparizione sarà simile a quella di un lampo che quando si manifesta, si vede da levante a ponente, (Matteo 24,27).
Questo vuol dire che ogni uomo e donna presente e dimorante sulla terra, vedrà il Figlio dell'uomo venire nella sua gloria, (Apocalisse 1,7). La sua figura sarà avvolta da un'aureola di vincitore e dominatore delle nazioni, (Apocalisse 19,11-12). Il libro di Apocalisse ce lo presenta in vesti bianche, tinte del suo sangue e pronto ad eseguire i giudizi di Dio sui peccatori impenitenti. Su tutti coloro che si oppongono alla restaurazione del suo Regno.
Quale gioia e soprattutto che liberazione proverà il popolo di Dio all'apparire del Signore Gesù e l'apostolo Paolo spiega in modo dettagliato le ragioni di tale felicità: "così anche Cristo, dopo essere stato offerto una volta sola per portare i peccati di molti, apparirà una seconda volta, senza peccato, a coloro che lo aspettano per la loro salvezza", (Ebrei 9,28).
Colui che li aveva liberati dal peccato, sarebbe ritornato di nuovo per prenderli con se alla sua visibile e gloriosa manifestazione. La loro attesa finalmente avrà termine. Smetteranno di aspettare perché il Salvatore tanto atteso sarà presente davanti ai loro occhi. Per tutti gli altri invece, non avendo voluto trovare rifugio sotto le ali misericordiose del Cristo, la sua apparizione sarà soltanto motivo di cordoglio, (Matteo 24,30).
COME AVVERRA'?
Il ritorno del Signore sarà accompagnato da eventi naturali e soprannaturali i quali lo contraddistingueranno nei modi più svariati. Già prima della venuta di Gesù sulla terra, Iddio diede al profeta Daniele la grazia di avere proprio una visione riguardante l'apparizione del Salvatore. Leggiamola così com'é riportata nel testo ispirato: "Io guardavo, nelle visioni notturne, ed ecco venire sulle nuvole del cielo uno simile a un figlio d'uomo; egli giunse fino al vegliardo e fu fatto avvicinare a lui", (Daniele 7,13).
"Venire sulle nuvole del cielo". Quando il Cristo si separò dagli apostoli ascendendo al cielo, alla fine la sua persona fu nascosa da una nuvola, (Atti 1,10-11). Ebbene, al suo ritorno avverrà esattamente il contrario. Inizialmente e per brevissimi istanti, il Signore alla sua apparizione sarebbe stato nascosto dalle nuvole, per poi diventare visibile a tutti subito dopo.
Daniele però non fu l'unico servo di Dio con il quale il Signore condivise tale rivelazione. Il Padre celeste infatti mediante suo Figlio parlò di ciò anche con la Chiesa, al punto tale che gli apostoli stessi lo riportano in tutti e tre i vangeli sinottici, (Matteo 26,64; Marco 13,26; Luca 21,27).
Si, il Signore verrà sulle nuvole del cielo e gli eletti e il mondo lo vedranno discendere circondato di maestà divina. Dobbiamo solo ringraziare Gesù Cristo per aver condiviso con noi tale rivelazione. Una verità che generazione dopo generazione è arrivata fino a noi. Col solo scopo di rafforzare la nostra fede, tenendo gli occhi fissi in cielo, lodando Iddio con tutto il cuore per le sue meraviglie.
CON POTENZA E GLORIA
Quando il Salvatore venne sulla terra per la prima volta, nacque in un umile casa scegliendo come padre adottivo un falegname di nome Giuseppe, (Luca 2,1-20). Dopo di che, il Messia umiliò se stesso prendendo forma di servo, abbassandosi fino a subire la morte in croce, (Filippesi 2,5-8).
In questo il Cristo fu veramente il massimo modello di umiltà. Esempio che tutti i suoi discepoli dovrebbero considerare e seguire per piacere a Dio. Il Signore stesso mediante la sua parola vuole farci capire come tiene in gran conto chiunque si umilia sotto la sua mano, (Matteo 23,12). Per questo motivo e non solo, Iddio dopo aver visto fino a quale punto il suo Figlio unigenito si è "abbassato" per amore del suo nome e per la salvezza dell'uomo, alla fine lo ha sovranamente innalzato, (Filippesi 2,9-10). Egli lo ha fatto sedere alla sua destra, dandogli ogni potere su l'universo intero, (Matteo 28,18; Atti 7,56). Ebbene, quando ritornerà, apparirà nei cieli rivestito sempre con tale autorità.
Il Gesù che il mondo vedrà un giorno, non sarà più un bambino indifeso nato in una mangiatoia, ma un re vittorioso e potente oltre ogni limite. Ogni creatura dovrà riconoscerlo come Signore, inginocchiandosi davanti a lui, (Filippesi 2,11). Il Messia verrà avvolto da un fuoco spirituale, simbolo della sua ira ardente nei confronti del male, (2Tessalonicesi 2,8). La sua persona sarà ripiena di potenza e gloria, (Luca 21,27). La stessa gloria del Padre suo l'accompagnerà al suo trionfo, (Matteo 25,31).
Si, il Re dei re rivelerà al mondo la sua regalità. A quel punto il tempo della misericordia avrà termine. Vi sarà solo spazio per la sua giustizia. Santa e implacabile verso il male e il suo istigatore.
CON I SUOI ANGELI
Il Figlio di Dio alla sua apparizione sarà seguito da una schiera innumerevole di angeli. Essi lo seguiranno nel suo trionfo, (Marco 8,38; 1Tessalonicesi 3,13). Saranno moltissimi. Una miriade immensa. Possiamo essere sicure che l'esercito celeste, "gloria esteriore di Dio", lodrà e benedirà grandemente l'Onnipotente pure in quel momento trionfale. Queste creature proveranno sicuramente una gioia immensa nel vedere il Cristo trionfare sui suoi oppositori, accompagnandolo nella sua vittoria sul male. Daltronde quelli stessi angeli lo avevano visto morire su una croce, umiliato e picchiato così terribilmente da diventare irriconoscibile e alla fine frustato a sangue da uomini empi e privi di scrupoli. Ebbene, contemplare poi alla sua manifestazione, l'altrettanto sua immagine così gloriosa sovrastare il male, sarà motivo di felicità immensa, inconcepibile per quelle creature spirituali.
ALL'IMPROVVISO
Nella parola di Dio vengono messi in risalto con dovizia di particolari i vari avvenimenti e segni che dovevano poi precedere il ritorno del Signore Gesù. Il Messia e gli apostoli, nei vangeli e negli altri scrittti del nuovo testamento evidenziarono infatti tutto quello che doveva accadere, al fine di avere se non altro un indicazione, (Matteo capitolo 24 e 2Tessalonicesi capitolo 2). Ossia, carpendo perlomeno e grosso modo il periodo specifico del suo avvento, pur non potendo discernerne i tempi e i momenti, (Atti 1,6-7).
Tutto questo ovviamente ci fa capire come il popolo di Dio, non conoscendo il momento preciso in cui vi sarebbe stata l'apparizione del Cristo, essa rimaneva comunque inaspettata e improvvisa, come conferma la stessa parola di Dio: "Vegliate dunque perché non sapete quando viene il padrone di casa; se a sera, o a mezzanotte, o al cantare del gallo, o la mattina; perché, venendo all'improvviso, non vi trovi addormentati.
Quel che dico a voi, lo dico a tutti: "Vegliate"»". (Marco 13,35-37).
Gesù verrà all'improvviso. Il suo arrivo sarà inaspettato. Infatti sia la Chiesa che il mondo, quando meno se lo aspettano, lo vedranno discendere dal cielo, (Luca 12,40; 17,26-30). Da quì la necessità di "vegliare", rimanere sempre pronti, conservandosi santi e irreprensibili. Perseverare con zelo nel servizio di Dio in modo da farci trovare dal Salvatore puri e netti da ogni iniquità. Oltretutto il Cristo stesso ci sprona a rimanere integri senza "mai abbassare la guardia" facendoci sedurre dal peccato, perché rischieremmo di farci trovare impreparati ad incontrarlo al suo ritorno.
Tenendo conto di quanto abbiamo detto fino ad ora, non meraviglia quindi che la scrittura definisca l'apparizione del Figlio di Dio somigliante a quella di un lampo, il quale appare appunto all'improvviso, (Luca 17,24); oppure imprevedibile e inaspettata come quella di un ladro di notte, (1Tessalonicesi 5,2).
QUANDO ACCADRA'?
Nelle Sacre scritture, come ho pure affermato in precedenza, vi sono vari testi biblici i quali ci rivelano grosso modo il periodo in cui dovrebbe ritornare il Signore Gesù. Questi brani, soprattutto se collegati insieme, sono di grande aiuto a riguardo. Noi li esamineremo con l'aiuto di Dio, partendo proprio dai sinottici e precisamente dal vangelo di Matteo. Ritengo questo brano scritturale molto indicativo: "«Quando dunque vedrete l'abominazione della desolazione, della quale ha parlato il profeta Daniele, posta in luogo santo (chi legge faccia attenzione!), allora quelli che saranno nella Giudea, fuggano ai monti; chi sarà sulla terrazza non scenda per prendere quello che è in casa sua; e chi sarà nel campo non torni indietro a prendere la sua veste. Guai alle donne che saranno incinte e a quelle che allatteranno in quei giorni! Pregate che la vostra fuga non avvenga d'inverno né di sabato; perché allora vi sarà una grande tribolazione, quale non v'è stata dal principio del mondo fino ad ora, né mai più vi sarà. Se quei giorni non fossero stati abbreviati, nessuno scamperebbe; ma, a motivo degli eletti, quei giorni saranno abbreviati. Allora, se qualcuno vi dice: "Il Cristo è qui", oppure: "È là", non lo credete; perché sorgeranno falsi cristi e falsi profeti, e faranno grandi segni e prodigi da sedurre, se fosse possibile, anche gli eletti. Ecco, ve l'ho predetto. Se dunque vi dicono: "Eccolo, è nel deserto", non v'andate; "eccolo, è nelle stanze interne", non lo credete; infatti, come il lampo esce da levante e si vede fino a ponente, così sarà la venuta del Figlio dell'uomo. Dovunque sarà il cadavere, lì si raduneranno le aquile. Subito dopo la tribolazione di quei giorni, il sole si oscurerà, la luna non darà più il suo splendore, le stelle cadranno dal cielo e le potenze dei cieli saranno scrollate. Allora apparirà nel cielo il segno del Figlio dell'uomo; e allora tutte le tribù della terra faranno cordoglio e vedranno il Figlio dell'uomo venire sulle nuvole del cielo con gran potenza e gloria. E manderà i suoi angeli con gran suono di tromba per riunire i suoi eletti dai quattro venti, da un capo all'altro dei cieli". (Matteo 24,25-31).
Senza dubbio nel testo biblico il Signore Gesù profetizza sugli eventi che dovevano verificarsi verso il settanta dopo Cristo e cioé della distruzione del tempio, della città di Gerusalemme e della punizione degli empi. Ma non è solo di questo che le profezie del Cristo parlano. Bensì anche di altro. Infatti, se esaminiamo il brano con un'attenzione ancora maggiore e in special modo la parte finale, notiamo chiaramente come il Salvatore descriva con dovizia di particolari proprio il suo avvento e di ciò che lo avrebbe immediatamente preceduto, come lo scoppio di una grande tribolazione. Un periodo terribile che si sarebbe concluso proprio con la sua apparizione, (Matteo 24,21.29-30).
Quindi è chiaro che il ritorno di Cristo con tutto quello che esso comporterà, avverrà dopo una tribolazione finale, la quale sarà interrotta proprio dalla sua venuta. Ma essa non sarà il solo evento che precederà l'apparizione del Figlio di Dio. L'apostolo Paolo parla nella seconda epistola ai tessalonicesi della venuta di un personaggio, il quale si farà conoscere al mondo intero per la sua empietà e che alla fine verrà annientato dal Cristo stesso alla sua "rivelazione": "Ora, fratelli, circa la venuta del Signore nostro Gesù Cristo e il nostro incontro con lui, vi preghiamo di non lasciarvi così presto sconvolgere la mente, né turbare sia da pretese ispirazioni, sia da discorsi, sia da qualche lettera data come nostra, come se il giorno del Signore fosse già presente. Nessuno vi inganni in alcun modo; poiché quel giorno non verrà se prima non sia venuta l'apostasia e non sia stato manifestato l'uomo del peccato, il figlio della perdizione, l'avversario, colui che s'innalza sopra tutto ciò che è chiamato Dio od oggetto di culto; fino al punto da porsi a sedere nel tempio di Dio, mostrando sé stesso e proclamandosi Dio", (2Tessalonicesi 2,1-4).
Prima che il "giorno del Signore" arriverà, dovrà manifestarsi l'Anticristo. "L'uomo del peccato", il figliuolo della perdizione, così come lo definisce Paolo. Solo dopo la manifestazione di tale emissario di Satana, il Signore verrà nella sua gloria. Prima dell'apocalisse del Cristo ci dovrà essere quella dell'Anticristo. La Bestia, così come l'ha descritta l'apostolo Giovanni, (Apocalisse 13,1-13); paleserà se stesso, rivelandosi per quello che é. Egli scatenerà tutto il male di cui è capace fino a quando Gesù, apparendo con i suoi angeli, porrà fine alle sue empie opere, (Apocalisse 19,11-21).
LO SCOPO DELLA VENUTA DEL CRISTO
IN RELAZIONE ALLA CHIESA
Già abbiamo evidenziato precedentemente quanto fosse importante per il popolo di Dio, l'avvento del Salvatore. Il ritorno di Gesù era ed è a tutt'oggi fondamentale per gli eletti. Da esso traggono grande forza. Un coraggio tale che li ha aiutati grandemente, rendendoli pronti ad affrontare ogni prova, sia passata che futura. Si, parliamo delle persecuzioni subite fin dai primissimi secoli, fino ad arrivare alla terribile opposizione che dovrà sopportare nel tempo della fine. Un periodo terribile chiamato dalla Sacra scrittura, "grande tribolazione", dove la Chiesa dovrà subire la furia dell'Anticristo, (Apocalisse 6,9-11; 7,9-14; 13,1.7). Un odio terribile che cesserà solo alla fine di essa, quando il Cristo apparirà proprio per liberare i suo idai loro nemici, (Matteo 24,29-31, Apocalisse 19,11-21).
Il corpo mistico di Cristo dopo il suo lungo pellegrinaggio terreno, alla fine vedrà realizzarsi il suo più grande desiderio. Quello di riunirsi con il suo redentore. Certo, la Chiesa ha sentito sempre la presenza spirituale del Figlio di Dio, durante il suo cammino in questo mondo. Soprattutto le sue benedizioni e la sua amorevole protezione, la quale non è mai mancata e mai le mancherà, (Geremia 30,7; Luca 21,34-36; Apocalisse
3,10; 12,1-6.13-18). Alla fine però tale presenza diventerà visibile e gloriosa. Il Signore Gesù si manifesterà al mondo intero e sarà visto anche dai credenti. Il Messia riunirà tutto il suo popolo presente ai quattro angoli della terra, (Matteo 24,31). Alla sua venuta, per prima cosa resusciterà tutti coloro che sono "morti in lui". Dopo di che i rimanenti ancora in vita, saranno rapiti e glorificati, (1Corinzi 15,23; 1Tessalonicesi 4,16-17; Filippesi 3,20-21).
Tutto ciò è davvero meraviglioso. Colui che glorificherà la Chiesa, alla fine sarà egli stesso glorificato in essa, (2Tessalonicesi 1,10). Il Salvatore vedrà davanti ai suoi occhi, il frutto del suo tormento. Delle sue sofferenze patite sulo duro legno della croce. Senza dubbio il suo cuore sarà ricolmo di gioia. Contempliamo quindi anche noi il momento in cui si potranno finalmente celebrare le nozze celesti dell'Agnello con la sua sposa. Un unione che non avrà mai fine e in cui tutti noi salvati saremo partecipi.
IN RELAZIONE AL MONDO
Il Signore non ritornerà solamente per "i suoi". Gli scopi della sua venuta saranno anche altri. Il Figlio di Dio verrà pure per giudicare coloro che non si sono arresi all'amore di Dio, ubbidendo al suo vangelo. Anch'essi dovranno mietere quello che hanno seminato e il Signore Gesù, conoscendo il cuore di ognuno, darà a ciascuno secondo le sue opere, (2Tessalonicesi 1,6-10; Apocalisse 2,23). Quando il Signore apparirà assieme ai suoi santi angeli, non sarà visto solo dalla sua Chiesa, ma anche dai perduti. Solo che questi ultimi non proveranno gioia quando lo vedranno venire tra le nuvole del cielo, (Atti 1,7; Matteo 24,30). Il Cristo, rivestito di gloria incorruttibile, separerà le pecore dai capri. I redenti dai reprobi, decretando il destino eterno di entrambi. Si, il cielo per gli uni e lo stagno di fuoco e di zolfo per gli altri, (Matteo 25,1-13.31-46). Nel giorno del giudizio i pensieri e le opere dei malvagi verranno palesati e messi in luce. Niente di empio rimarrà nascosto a colui che scruta le reni, Gesù Cristo.
Coloro che si opporranno al Salvatore, verranno cancellati dalla faccia della terra, a cominciare dall'Anticristo e tutti i suoi seguaci per poi finire con tutti coloro che hanno intrapreso la via del male, (Apocalisse 19,19-21).
IN RELAZIONE ALLA CREAZIONE
Cosa succederà al creato, ai cieli e la terra al ritorno del Signore Gesù? Così risponde l'apostolo Pietro sotto ispirazione dello Spirito santo: "mentre i cieli e la terra attuali sono conservati dalla medesima parola, riservati al fuoco per il giorno del giudizio e della perdizione degli empi. Il giorno del Signore verrà come un ladro: in quel giorno i cieli passeranno stridendo, gli elementi infiammati si dissolveranno, la terra e le opere che sono in essa saranno bruciate", (2Pietro 3,7.10).
L'apostolo dei giudei nella sua epistola scrive che i cieli e la terra sono custoditi per il fuoco. Più avanti addirittura e ancora più chiaramente sottolinea come gli stessi cieli passeranno, mentre la terra e le opere che sono in essa saranno "arse". Secondo altri manoscritti, "trovate" o "scoperte". Ebbene, per caso "Simone di Giovanni" vuole dire che questi cieli e questa terra sono destinati ad essere annientati in modo definitivo?
Il passo di (2Pietro 3,13); ci aiuterà a trovare la risposta: "Ma, secondo la sua promessa, noi aspettiamo nuovi cieli e nuova terra, nei quali abiti la giustizia".
Leggendolo, notiamo subito come l'apostolo Pietro parli di "nuovi cieli e nuova terra", espressioni che oltretutto troviamo pure nell'ultimo libro della Bibbia e precisamente in (Apocalisse 21,1).
Incominciamo col dire che la parola "nuova" è la traduzione del greco, "Kainon". Termine che pur indicando un cambiamento da precedenti situazioni riferite a cose o persone, denota nello stesso tempo, continuità.
Infatti, tanto per fare un semplice esempio: "Una sfera di vetro che diventa di pietra, pur essendo sempre la stessa". Avviene cioé un mutamento radicale di "natura e qualità" pur rimanendo lo stesso oggetto. Questo ci fa capire quindi come i cieli e la terra subiranno un cambiamento radicale, diventando "nuovi cieli e nuova terra" a tutti gli effetti. Senza comunque essere distrutti e sostituiti da un altra creazione.
La terra, così come il resto del creato, aspetta di essere redenta e liberata dal peccato e non certamente il suo annientamento, (Romani 8,21-22). Ma come potrebbe Iddio progettare la distruzione del nostro pianeta, quando lui stesso ha promesso nella sua parola di punire quegli uomini che con la loro empia condotta la rovinano? (Apocalisse 11,18). Nel libro di Ecclesiaste leggiamo: "Una generazione se ne va, un'altra viene, e la terra sussiste per sempre", (Ecclesiaste 1,4). Lo scrittore ispirato in questo passo, evidenzia il contrasto presente tra la durata limitata della vita umana con quella eterna della terra. E' vero che il termine ebraico "Ohlam" tradotto nella riveduta con "per sempre", basilarmente indica un "tempo indefinito", ossia un periodo lungo il quale non necessariamente deve essere comunque infinito. Però in tale caso non può che indicare eternità. Altrimenti il parallelismo fatto dall'Ecclesiaste non avrebbe senso. Dio ha creato la terra perché fosse abitata, da persone giuste e rette, (Isaia 45,11). Infatti mentre la dimora dei malvagi avrà una fine, i giusti continueranno a risiedere su di essa per sempre, (Proverbi 2,21-22; 10,30). In caso contrario non si capirebbe quale sarebbe il privilegio e il premio concesso da Yahvé al suo popolo, se alla fine la stessa permanenza dei giusti avrebbe termine, proprio come quella degli empi a causa della definitiva distruzione della medesima terra.
Il salmista poteva dire senza alcuna tema di smentita: "I giusti erediteranno la terra e l'abiteranno per sempre", (Salmo 37,29). Questa è la promessa fattaci da Dio nella sua parola. Promessa che Gesù ha ripreso e ribadito durante il suo ministerio terreno, (Matteo 5,5). E tenendo conto di quanto abbiamo detto fino ad ora, tale eredità non può che essere eterna.
"...«Io non maledirò più la terra a motivo dell'uomo, poiché il cuore dell'uomo concepisce disegni malvagi fin dall'adolescenza; non colpirò più ogni essere vivente come ho fatto", (Genesi 8,21). Questo disse Dio al suo servo Noé dopo aver mandato il diluvio sulla terra. Il Creatore non maledirà più la terra, nata unicamente come frutto del suo infinito quanto gratuito amore. Bensì la preserverà in perpetuo. Sia lodato e benedetto in eterno il suo nome!
Passi apparentemente contraddittori
Nella Sacra scrittura troviamo passi, i quali a prima vista e soprattutto se esaminati senza tenere conto del contesto, sembrano contraddire la tesi sulla vita eterna del nostro pianeta fin quì sostenuta.
Nel (Salmo 102,25-26); per esempio viene detto che i cieli e la terra periranno. In (Matteo 24,35); invece è lo stesso Gesù a dire che "passeranno". Cioé non ci saranno più. Addirittura nel libro di Apocalisse viene affermato come il cieli e la terra scompariranno. Ebbene come spiegare questa apparente contraddizione?
Prima di addentrarci nella questione riportiamo integralmente il verso biblico di (Apocalisse 21,1): "Poi vidi un nuovo cielo e una nuova terra, poiché il primo cielo e la prima terra erano scomparsi, e il mare non c'era più".
"Primo cielo" e "nuovi cieli". "Prima terra" e "nuova terra". Sono due "creazioni" differenti, oppure si parla del medesimo "creato", anche se ovviamente rinnovato?
In precedenza ho precisato, servendomi pure di un esempio, come il termine "Kainon-nuovo", indichi continuità e cambiamento. Ciò dimostra già che non possono essere due "universi differenti". Adesso però con l'aiuto delle Sacre scritture, vedremo come non vi sia alcun contrasto fra le scritture annuncianti la fine del "primo cielo" e la "prima terra" e quelle indicanti l'eternità di tutto il creato ribadite in questo sritto.
Corpo naturale e corpo spirituale
La trasformazione finale dei cieli e della terra sarà molto simile a quella dei nostri corpi, al ritorno del Figlio di Dio. Di questo sono persuaso. E le ragioni di tale convinzione le trovo nel capitolo quindici della prima epistola ai corinzi. leggiamola e meditiamola insieme: "Ma qualcuno dirà: «Come risuscitano i morti? E con quale corpo ritornano?» Insensato, quello che tu semini non è vivificato, se prima non muore; Ci sono anche dei corpi celesti e dei corpi terrestri; ma altro è lo splendore dei celesti, e altro quello dei terrestri. Altro è lo splendore del sole, altro lo splendore della luna, e altro lo splendore delle stelle; perché un astro è differente dall'altro in splendore. Così è pure della risurrezione dei morti. Il corpo è seminato corruttibile e risuscita incorruttibile; è seminato ignobile e risuscita glorioso; è seminato debole e risuscita potente;
è seminato corpo naturale e risuscita corpo spirituale. Se c'è un corpo naturale, c'è anche un corpo spirituale", (1Corinzi 15,35-36.40-44).
L'apostolo Paolo, parlando della risurrezione dei morti o dei corpi, fa un'affermazione veramente rivelatrice: "Insensato, quello che tu semini non è vivificato, se prima non muore". L'intero creato, così come accadrà ai corpi dei redenti ancora viventi al ritorno di Cristo, (1Tessalonicesi 4,16-17); dovrà passare attraverso un'istantanea "morte-risurrezione". Grazie alla quale sarà radicalmente trasformato dal Signore in "nuovi cieli e nuova terra". Ecco quindi il perché della presenza di scritture in cui si parla, riferendosi la nostro creato, di "perire", "passare" e "scomparire". Questo universo dovrà morire per poi risuscitare immediatamente, glorioso e liberato dal peccato a causa del quale geme tutt'ora.
CONCLUSIONE
L'insegnamento riguardante l'avvento del Signore Gesù è sempre al centro dei pensieri e del cuore di ogni autentico credente. Il cristiano devoto prova sempre grande felicità tutte le volte che se ne parla. Nutrirsi spiritualmente di questa verità scrutando la parola di Dio, reca sempre grande beneficio a coloro che amano la giustizia. Continuino quindi tutti gli uomini, i quali hanno fatto del Signore il baluardo della loro vita, ad avere fede nel suo ritorno, senza mai dubitare delle sue promesse. Prima di tutto quelle riguardanti la sua venuta. Solo allora i nostri occhi rimarranno fissi su di lui. Il compratore delle nostre anime, Gesù Cristo.
da: Gaetano-teo_index
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ciao
per tutti coloro che mi vogliono bene un invito a riflettere
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