Un giorno fu chiesto a due predicatori di esporre un sermone sul soggetto biblico dell'"inferno" in una chiesa che, a quel tempo, era senza pastore. Uno dei predicatori, sarebbe stato scelto come responsabile di quella comunità. Dopo aver ascoltato i loro sermoni, la chiesa fece la sua scelta. Il pastore che iniziò a prendersi cura di quella comunità, chiese ai credenti le ragioni che li avevano convinti a far cadere la scelta su di lui. Essi gli risposero: "Quando ascoltavamo l'altro fratello abbiamo avuto l'impressione che mentre predicava voleva mandarci all'inferno. Quando, invece, ascoltavamo il tuo sermone abbiamo avuto la convinzione che volevi liberarci dall'inferno!".
Quando oggi si menziona l'esistenza di un luogo di punizione, si è generalmente derisi. Alcuni ritengono che parlare dell'inferno sia un'idea antiquata e serva a tenere buoni i bambini capricciosi. Altri pensano che solo gli ingenui e gli ignoranti possano credere che un tale luogo esista davvero.
Non è difficile capire i motivi di quest'atteggiamento. L'uomo naturale non accetta la verità che un giorno dovrà dare conto della sua vita al Dio santo, perché ama il peccato e non vuole rinunciarvi. La mente carnale rigetta l'insegnamento sull'esistenza dell'inferno perché non vuole affrontarne la realtà. Gli uomini vivono la loro vita pensando che se ignorano la realtà dell'inferno, alla fine non ci sarà. In questi tempi, perfino le persone religiose mettono in discussione l'esistenza dell'inferno. Gli uomini possono dire quello che vogliono, le obiezioni mosse da menti vane non annullano la verità di quest'insegnamento biblico.
Nonostante la totale indifferenza nei confronti della dottrina dell'inferno, coloro che credono che la Bibbia è la Parola di Dio, non possono nascondere questa verità. Considerare i tormenti dell'inferno è una delle cose più importanti che si possono fare in questa vita.
"Se qualcuno pur udendo il suono del corno, non se ne cura, e la spada viene e lo porta via, il sangue di quel tale sarà sopra il suo capo" (Ezechiele 33:4).
Perché dobbiamo parlare dell'inferno? Perché dobbiamo spendere il nostro tempo a considerare quest'argomento?
Vi sono alcune ragioni importanti che incoraggiano a fare ciò:
- La dottrina dell'inferno è una verità biblica, quindi deve essere conosciuta e insegnata come le altre dottrine delle Sacre Scritture.
- Se la dottrina dei tormenti dell'inferno è insegnata, le coscienze possono essere toccate e svegliarsi da una falsa sicurezza. Conoscere i tormenti dell'inferno potrebbe destare coloro che pensano di essere salvati perché conoscono i fatti narrati dal Vangelo, ma non hanno ancora fatto una reale esperienza di salvezza.Costoro si trovano sulla via che porta all'inferno, ma non lo sanno.
- Parlare dell'esistenza dell'inferno potrebbe trattenere gli uomini dal commettere certi peccati. Sia il credente, sia il non credente possono essere persuasi a non peccare se sono avvertiti intorno alle conseguenze dei loro peccati.
Pare che oggi l'esistenza di un luogo di punizione sia ignorata dalla stragrande maggioranza delle persone. Perché gli uomini non conoscono i tormenti dell'inferno? Questa domanda è posta sia a coloro che appartengono ad una chiesa, sia a quelli che non sono credenti. La gente non crede all'esistenza dell'inferno. Perché? Rispondo a queste domande con un esempio. Sicuramente, non si ha paura di un leone che è dipinto in un quadro. Perché è solo un quadro. Sappiamo che non è reale. Ma se fossimo lasciati da soli in una giungla e ci trovassimo faccia a faccia con un leone vero che ci sta ruggendo ferocemente contro, resteremmo certamente terrorizzati dalla paura. La coscienza degli uomini è molto simile alla persona che vede il leone dipinto sul quadro. Si è ingannati, pensando che le verità della Bibbia non sono tutte reali. La Parola di Dio rivela chiaramente l'esistenza dell'inferno e dei suoi tormenti. Leggendo i Vangeli notiamo che il Signore Gesù parlò dell'inferno più di quanto hanno fatto altri nelle Sacre Scritture. Forse gli uomini non credono all'esistenza dell'inferno perché non hanno mai ascoltato questa verità biblica. Probabilmente nemmeno i credenti studiano ciò che la Bibbia insegna sull'inferno. Quello che ascoltiamo dalla Parola di Dio è ciò che crediamo, ma se non udiamo una verità come possiamo crederla? Solo lo Spirito di Dio può presentare i tormenti dell'inferno al nostro cuore in modo da farceli vedere reali e quindi veri. Per comprendere l'importanza della dottrina dell'inferno, basti pensare che nelle Sacre Scritture è stata usata da Dio per convertire i peccatori.
I. La necessità dell'inferno
La maggior parte delle persone ridicolizza l'esistenza dell'inferno, per diverse ragioni. In primo luogo, costoro desiderano perseguire le loro vie di peccato senza avere la coscienza agitata dalle conseguenze delle loro azioni. In secondo luogo, non vogliono che si dica loro che quello che fanno è sbagliato. Infine, non vogliono udire che il loro peccato un giorno sarà punito.
Posso sentire queste persone affermare: "Ma non è un'incoerenza parlare dei tormenti eterni dell'inferno e di un Dio misericordioso ed amoroso? Come potrebbe il Dio buono punire la gente mandandola per sempre all'inferno?".
Se non si conoscono il carattere di Dio e la natura del peccato si può essere facilmente sedotti da tali pensieri.
Esaminiamo alcune ragioni sulla necessità dell'inferno.
- La santità di Dio e la gravità del peccato
La difficoltà di comprendere la necessità dell'inferno, proviene dalla mancata conoscenza di come il peccato è terribile e come glorioso è Dio. Quando non vediamo nel più piccolo peccato il grande male che c'è, non comprendiamo neppure la santità di Dio, la Sua giustizia e la Sua collera. Se considerassimo che tutti i mali e le sofferenze del mondo sono conseguenza del peccato, cominceremmo a capire quello che il peccato è per Dio. Peccare significa rifiutare la volontà di Dio, prendersi gioco di Lui e offendere la Sua santità. Ogni volta che pecchiamo o accogliamo nel nostro cuore una concupiscenza, innalziamo noi stessi come se fossimo Dio. Il peccato rigetta il Creatore e innalza la creatura al Suo posto.
Se riuscissimo a percepire la santità di Dio e cosa significa essere puro, perfetto, giusto, e senza la presenza della più piccola imperfezione, avremmo una migliore comprensione delle ragioni che inducono Dio a odiare così tanto il peccato. La santità assoluta non può tollerare il minimo peccato: "Tu, hai gli occhi troppo puri per sopportare la vista del male, e non puoi tollerare lo spettacolo dell'iniquità" (Abacuc 1:13). Se potessimo comprendere pienamente la santità gloriosa e la purezza di Dio ed anche la natura abominevole del peccato, non avremmo alcuna esitazione ad accettare la necessità dell'inferno.
Purtroppo il cuore dell'uomo non comprende le verità divine perché è spiritualmente malato. Il cuore è cattivo, ingannevole! La corruzione che è nel cuore, inganna l'uomo sulle terribili conseguenze del suo peccato. "Il cuore è ingannevole più di ogni altra cosa, e insanabilmente maligno; chi potrà conoscerlo?" (Geremia 17:9).
- La natura infinita di Dio
Per comprendere ciò che il peccato è realmente, dobbiamo vederlo attraverso gli occhi di Dio. Dio è un Essere infinito ed eterno. Ogni peccato è un atto commesso contro il Dio infinito e santo. Nel commettere il peccato, l'uomo detronizza Dio e innalza se stesso al di sopra di Lui. Quando si pecca, occorre chiedersi: "La volontà di chi è stata fatta, la propria o quella di Dio?". Peccando, si pone la propria volontà al di sopra e si calpesta quella di Dio. Un solo peccato commesso contro il Dio santo e infinito merita una punizione giusta e infinita. Ogni peccato, è un errore immenso che offende un Dio immenso.
- La giustizia perfetta di Dio
Quando una persona pecca, se non si ravvede, attira su di sé il giusto giudizio di Dio. Il peccatore impenitente chiama Dio a reclamare il Suo carattere santo e la Sua giustizia e, quindi, a punirlo tanto quanto merita. Dio può e vuole rivendicare la Sua giustizia. InRomani 12:19 è scritto: "Cedete il posto all'ira di Dio, poiché sta scritto A me la vendetta; io darò la retribuzione, dice il Signore ".
Un noto predicatore ha scritto: "La gloria di Dio è la più grande virtù; è il principale scopo della creazione; è la necessità più grande di qualunque altra cosa. E questo è il modo con cui Dio glorificherà Se stesso: nel condannare eternamente gli uomini iniqui, Egli glorificherà la Sua giustizia. Riguardo a ciò, Dio apparirà come il giusto Giudice del mondo. Il giusto giudizio di Dio si manifesterà severo, preciso, terribile, e perciò glorioso".
II. La descrizione dell'inferno
La Bibbia descrive l'inferno come una fornace di fuoco inestinguibile, un luogo di punizione eterna, dove gli empi saranno tormentati sia nei loro corpi, sia nelle loro menti in proporzione ai peccati che hanno commesso e alla luce spirituale che hanno ricevuto, ma hanno rigettato. L'inferno è descritto anche come un luogo in cui la misericordia e la bontà di Dio sono assenti, mentre la Sua ira e il Suo giudizio sono manifestati attraverso un fuoco terrificante. L'inferno è il posto dove gli uomini vivranno per sempre in uno stato di tormento senza poter soddisfare le loro concupiscenze e i loro desideri corrotti.
In Matteo 13:47-50, Gesù insegna una parabola che si riferisce al giudizio che Dio eseguirà alla fine dei tempi. Nei versi 49-50, il Signore descrive la condanna degli empi: "Così avverrà alla fine dell'età presente. Verranno gli angeli, e separeranno i malvagi dai giusti e li getteranno nella fornace ardente. Li sarà il pianto e lo stridor dei denti ".
Se consideriamo attentamente le parole di Gesù, notiamo che l'inferno è descritto come una "fornace ardente". La fornace del re Nabucodonosor fu arroventata sette volte più del solito ed è descritta come "una fornace ardente" (Daniele 3:23). Ma quanto più ardente sarà la fornace dell'inferno? Giovanni Battista descrivendo le pene dei reprobi, affermò: "(Dio) brucerà la pula con fuoco inestinguibile" (Matteo 3:12), e l'apostolo Giovanni in Apocalisse 19:20 descrive l'inferno come "uno stagno ardente di fuoco e di zolfo". Riusciamo a comprendere pienamente l'orrore con cui è descritto questo luogo? L'immagine presentataci dalle Sacre Scritture è di un corpo che brucia interamente sul fuoco senza però consumarsi. Ogni fibra di esso, pur avvertendo un tormento intenso, non muore mai (Marco 9:48). Per quanto tempo si potrà sopportare una tale punizione? Cristo dichiara che lì ci sarà "pianto e stridor di denti" (Matteo 8:12). I perduti piangeranno e strideranno i loro denti perché non sopporteranno una pena così grande e intensa. Le sofferenze saranno continue ed eterne perché non ci sarà mai alcun sollievo.
Un pastore descrisse i tormenti dell'inferno in questo modo: "Alcuni di voi avete visto degli edifici completamente distrutti dalla potenza di un incendio. Ora domandiamoci come una persona potrebbe contrastare la forza di un fuoco così devastante. Spesso, abbiamo osservato un moscerino o qualche altro insetto cadere in mezzo al fuoco. Non c'è stata alcuna resistenza, nessun tentativo di combattere contro il fuoco, nessuna forza ha potuto opporsi alle fiamme, non è stato possibile volare via. Immediatamente il fuoco ha preso possesso dell'intero suo corpo e lo abbiamo visto in un attimo essere consumato dalla potenza delle fiamme".
Questa è solo una piccola immagine di ciò che subiranno gli empi all'inferno se non si volgono a Cristo mentre sono in vita sulla terra, pentendosi dei loro peccati e chidendoGli di essere salvati. Incoraggiamo noi stessi a vivere secondo la volontà di Dio e così essere liberati da un luogo tanto terribile.
L'inferno è descritto anche come un "luogo di oscurità o di tenebre". Nella parabola delle nozze, Gesù ci parla di una persona che fu gettata "nelle tenebre di fuori" perché non vestiva l'abito di nozze (Matteo 22:13). Nella sua lettera, Giuda si riferisce agli empi come a persone"a cui è riservata l'oscurità delle tenebre in eterno" (Giuda 13). L'oscurità mette una tale paura nel cuore da farlo tremare come una foglia. Gli uomini, perfino quelli che pensano di essere i più forti e coraggiosi, tremerebbero se sapessero di dover trascorrere l'eternità in un luogo di oscurità e di tenebre.
In Isaia 30:33, l'inferno è paragonato ad un luogo chiamato Tofet, una "valle dove si bruciavano le immondizie". Tofet era anche il luogo dove i Giudei idolatri sacrificavano i loro bambini al dio pagano Moloc gettandoli nel fuoco. Giorno e notte, grida e pianti sono stati uditi in quel luogo di atroci e cruenti sofferenze. Così sarà all'inferno: si udranno grida, pianti e lamenti nei secoli dei secoli.
Le persone irriverenti e gli schernitori mettono a tacere la loro coscienza quando ascoltano i pastori predicare sull'amore e la misericordia di Dio. Costoro pensano che alla fine il Signore non terrà conto dei loro peccati. Ma se non si ravvedono davvero, saranno delusi. Alla fine della loro vita si troveranno davanti ad un Supremo Giudice che non passerà sopra i loro peccati. Per loro Dio sarà un terribile fuoco che li consumerà per l'eternità. Ebrei 10:30, 31 avverte: "Noi conosciamo, infatti, colui che ha detto: A me appartiene la vendetta! Io darò la retribuzione! E ancora: "Il Signore giudicherà il suo popolo. È terribile cadere nelle mani del Dio vivente". È terribile, veramente terribile, cadere nelle mani del Dio vivente. Il peccatore impenitente non potrà evitare la condanna dell'inferno. Il giudizio di Dio sarà veritiero e la sua giusta collera si abbatterà su coloro che avranno rifiutato la salvezza. "Chi conosce la forza della tua ira?" (Salmo 90:11).
In Luca 16:19-26 Cristo parla di due uomini. Uno di loro era ricco, l'altro uomo povero: il suo nome era Lazzaro. Entrambi questi uomini morirono. L'uomo povero fu portato dagli angeli in cielo e l'uomo ricco andò all'inferno. L'uomo ricco andò all'inferno non perché era ricco, né il povero andò in cielo semplicemente perché era povero. Attraverso questo contrasto, Dio ci mostra che le nostre circostanze possono cambiare drasticamente quando passiamo dal tempo all'eternità.
Il luogo eterno della benedizione, così come quello della punizione, esistono, e sono veri, come insegna Gesù. L'eternità nell'uno o nell'altro luogo dipenderà dalla condizione del cuore degli uomini davanti a Dio mentre erano sulla terra.Lazzaro era un vero figlio di Dio, un vero credente. Il ricco non lo era affatto. Notiamo attentamente quello che le Sacre Scritture ci dicono del ricco e della sua condizione dopo la morte, affinché conosciamo le sofferenze dell'inferno. I versi 23 e 24 riportano le parole del ricco: "Sono tormentato in questa fiamma ". Cosa significa "essere tormentato"? Questo tormento si riferisce tanto al corpo, perché il ricco aveva chiesto a Padre Abramo un po' di refrigerio, quanto all'anima. Egli era consapevole del suo passato e quindi provava rammarico e rimorso per aver condotto una vita di peccato, inutile, e senza Dio. Ne è prova il fatto che avrebbe voluto che i suoi fratelli, ancora in vita sulla terra, fossero avvertiti dei suoi dolori ed aver così la possibilità di cambiare vita.
All'inferno, le coscienze degli uomini saranno agitate da tormenti atroci. La coscienza è il verme che non morrà mai come dichiarano le Sacre Scritture (Marco 9:48; Isaia 66:24). Al ricco fu detto: "Figlio, ricordati che tu nella tua vita". Gli uomini saranno tormentati da pene atroci, ma saranno tormentati anche dal rimorso dei loro ricordi. Ricorderanno che sulla terra udirono parlare dell'inferno e del cielo, ma non tennero in alcun conto queste verità, anzi le derisero. Ricorderanno che furono avvertiti delle conseguenze dei loro peccati e invitati a pentirsi.
Ricorderanno che fu loro offerto il Cristo crocifisso per la salvezza della loro vita, ricorderanno che furono invitati a cercare le benedizioni del cielo e a sottomettersi alla volontà di Dio. Ricorderanno i ripetuti e dolci inviti che Dio rivolse loro in terra perché riflettessero sulla loro condizione, ma ricorderanno anche i loro sfrontati rifiuti, il loro cuore duro e insensibile alla voce divina. Saranno tormentati perché vedranno quale infinita distanza li separa eternamente dalla gloria del cielo. Come il ricco, saranno consapevoli che per tutta l'eternità saranno dannati. Saranno tormentati perché nessuno dei loro desideri sarà soddisfatto. Il ricco non poté ricevere una sola goccia d'acqua per rinfrescare la sua lingua. Saranno tormentati dalla consapevolezza che non potranno mai fuggire dall'inferno. Al ricco fu detto:"Quelli che vorrebbero passar di qui a voi non possono, né di là si passi da noi". Saranno tormentati dalle grida e dalle maledizioni degli altri condannati che sono insieme a loro.
Un predicatore affermò queste parole a proposito delle pene eterne dei reprobi: "Gli uomini saranno incapaci di trovare un solo angolo segreto dove trovare calma, dove avere una piccola tregua, una piccola diminuzione dei loro tormenti. Non troveranno mai un corso d'acqua che possa dissetarli o una fontana che possa rinfrescarli. In nessuna parte di quel luogo di tormenti ci sarà una sola goccia d'acqua per rinfrescare le loro lingue. Non troveranno alcuna compagnia per ricevere un minimo conforto, nessuno farà loro del bene. Non troveranno un piccolo spazio dove poter rimanere e riposare per un solo istante, andranno per l'inferno senza posa, senza prendere fiato, senza via d'uscita, senza speranza. Saranno solo tormentati con fuoco e zolfo, nelle tenebre e nell'oscurità; non avranno né giorno per sperare, né notte per riposare. Resteranno nei tormenti per sempre".
III. L'eternità dell'inferno
Il più terrificante aspetto di tutti i tormenti dell'inferno, è la sua durata. L'inferno è eterno. L'inferno durerà per sempre! Riusciamo a comprendere cosa sia l'eternità? Nessuna equazione o formula matematica può spiegare l'eternità. La mente umana non può concepire l'eternità, ma nulla è più vero che quest'insegnamento biblico. La realtà di un luogo di punizione eterna dovrebbe spingere gli uomini subito a pentirsi e ravvedersi. Non sorprende che in tutte le epoche, gli scettici hanno respinto l'eternità dell'inferno e hanno cercato di sostituire questa dottrina biblica con l'annichilamento (distruzione) dell'anima dell'uomo dopo la morte.
Consideriamo ora cosa insegnano le Sacre Scritture sulla natura eterna dell'inferno. Cercheremo di comprendere meglio l'eternità e spiegheremo perché l'inferno deve essere eterno: "E il diavolo che le aveva sedotte fu gettato nello stagno di fuoco e di zolfo, dove sono anche la bestia ed il falso profeta; e saranno tormentati giorno e notte, nei secoli dei secoli" (Apocalisse 20:10).
Questo verso rivela chiaramente la durata dell'inferno. Esso sarà eterno, durerà nei secoli dei secoli. Una tale verità poteva essere espressa solo con parole così forti. Lo Spirito di Dio ha voluto comunicare la natura eterna dell'inferno agli uomini, impiegando parole chiare e inequivocabili: "nei secoli dei secoli". Le Sacre Scritture usano le stesse parole per descrivere l'esistenza eterna di Dio: "A colui che siede sul trono, e che vive nei secoli dei secoli" (Apocalisse 4:9). Qualcuno dubita che Dio vivrà per tutta l'eternità? Assolutamente no! Come è possibile allora pensare che l'inferno non sia un luogo eterno di tormenti se sono usate le stesse parole per l'eternità di Dio e per quella dell'inferno?
Forse non riusciamo a comprendere pienamente i tormenti eterni dell'inferno. Tuttavia per aiutare la nostra mente, immaginiamo una persona che accidentalmente prende un carbone ardente fra le sue mani. Appena la sua pelle comincerà a bruciare per l'ustione, avvertirà un intenso dolore e subito si libererà di quel piccolo fuoco. Immaginiamo ora una persona che è gettata in una fornace ardente. Immaginiamo che il suo corpo deve rimanere in mezzo al fuoco solo quindici minuti; che orribile dolore si avverte all'interno di una tale fornace! E quanto lunghi sembreranno quei minuti! Dopo aver sopportato per un solo minuto un tale tormento, che terribile agonia pensare che dovrà restare altri quattordici minuti nel fuoco! Ma cosa proverebbe questa persona nella sua anima, se sapesse che deve restare in quel tormento per ventiquattro ore, per un anno intero, per mille anni, "nei secoli dei secoli"! Ahimè, quale disperazione proverà il suo cuore, al pensiero che dovrà rimanere nei tormenti nei secoli dei secoli! Che la sua sofferenza non cesserà mai! Che dopo milioni di milioni di anni, il suo tormento non sarà che all'inizio, e che egli non sarà mai, e poi mai, liberato dall'inferno! Voglio tuttavia dirvi, che il tormento di una persona all'inferno sarà molto più grande dell'illustrazione che è stata appena fatta.
Gesù afferma che nel grande giorno del giudizio, avverrà la separazione degli empi dai giusti:"Questi se ne andranno a punizione eterna; ma i giusti a vita eterna" (Matteo 25:46). Qualcuno osa negare che il cielo esisterà eternamente? Le vite dei benedetti in cielo dovranno un giorno finire? Assolutamente no! La stessa parola greca è usata in Matteo 25:46 sia per la vita "eterna" dei giusti, sia per la punizione "eterna" dei malvagi. Ogni giorno che i peccatori continuano a vivere, ogni attimo di respiro qui sulla terra senza pentirsi, senza Cristo, senza salvezza, aggiungono altri tormenti. Romani 2:5 dichiara: "Tu, invece, con la tua ostinazione e con l'impenitenza del tuo cuore, ti accumuli un tesoro d'ira per il giorno dell'ira e della rivelazione del giusto giudizio di Dio". Tutti i giorni della sua vita terrena, l'empio continuando a peccare aumenta l'ira futura e il tormento che subirà all'inferno. La loro punizione cresce quotidianamente. All'inferno, gli uomini desidereranno non essere mai nati.
Un pastore mentre predicava su questo soggetto affermò: "Nell'inferno non ci sarà nessuna speranza. Non ci sarà la speranza di morire, la speranza di essere distrutto. Le grida dei reprobi saranno: "Sono per sempre - per sempre - per sempre perduto"! Su ogni catena dell'inferno, ci sarà scritto: "Per sempre". In ogni fiamma di fuoco, si udranno, insieme a gemiti e lamenti, queste parole: "Per sempre". Su i loro capi, i condannati leggeranno: "Per sempre". I loro occhi saranno terrorizzati e i loro cuori spaventati al pensiero che questo sarà "per sempre". Oh, se dicessi che un giorno l'inferno sarà distrutto e quelli che sono lì perduti saranno salvati, in questo momento ci sarebbe una grande festa all'inferno a motivo delle mie parole. Ma ciò non è la verità. L'inferno è per sempre.
In quel luogo di tormenti gli uomini malediranno Dio, loro stessi e quelli che sono nelle loro stesse sofferenze. Con un linguaggio blasfemo accuseranno, offenderanno e condanneranno Dio. Nemmeno all'inferno si pentiranno perché il carattere dei peccatori non cambia. Resteranno peccatori anche lì. Essi peccheranno per l'eternità, perciò Dio li punirà eternamente!
Conclusione
Le Sacre Scritture avvertono continuamente intorno ai pericoli dell'inferno: "I peccatori sono presi da spavento...un tremito si è impadronito degli empi. Chi di noi potrà resistere al fuoco divorante?" (Isaia 33:14). "Chi può resistere davanti alla sua indignazione? Chi può sopportare l'ardore della sua ira? Il suo furore si spande come fuoco" (Naaum 1:6). Chi è tanto arrogante da pensare di poter sopportare l'ira che Dio manifesterà nel giorno del suo giusto giudizio? Pensi forse che i tormenti dell'inferno non siano così terribili? C'è forse qualcuno che sarà capace di sopportarli? I tormenti dell'inferno fanno tremare dalla paura perfino i demoni.
Non bisogna cadere in una falsa sicurezza pensando semplicemente che perché si va in chiesa o si crede nell'esistenza di Dio, si eviterà la condanna dell'inferno. Non è sufficiente aderire intellettualmente alle verità della Bibbia. Un'esteriore e formale religiosità non salverà il peccatore separato da Dio. Professarsi cristiano, senza possedere Cristo nel cuore, senza avere sperimentato il perdono dei peccati attraverso il Suo sangue prezioso, senza amarlo, servirlo significa che non si è salvati. Vivere come se Dio non esistesse, senza leggere la Bibbia, senza pregare, senza parlare con Lui, significa non conoscere Dio. Condurre una vita nel peccato e disubbidire alla Sua Parola , significa non essere stati rigenerati. Se pensi che il Regno di Dio consista in una professione verbale di Cristo o in un'adesione intellettuale alla fede, ma vivi ancora nel peccato e non sei interessato ad una vita santa, sappi che stai camminando nella "via larga e spaziosa, che porta all'inferno". Non essere ingannato dai tuoi pensieri! La salvezza in Cristo non consiste in parole, o asserzioni religiose, o fede intellettuale, ma nell'aver sperimentato un cuore nuovo ed una vita nuova. Chi è veramente salvato non vive più nel peccato, ma per la gloria di Dio. Se il tuo cuore e la tua vita non sono stati cambiati da Dio, sei ancora schiavo del peccato. Se vivi disubbidendo alla Parola di Dio e resti indifferente agli inviti preziosi di Dio a ravvederti, non hai diritto di pretendere che un giorno andrai in cielo: sei sulla via che ti porta all'inferno!
Rivolgiti a Cristo Gesù e pentiti veramente di tutti i tuoi peccati, Egli è morto sulla croce per la salvezza dei peccatori. Arrenditi a Lui poiché Egli è l'unico che può salvarti. Ascolta le parole di Cristo: "Se il tuo occhio ti fa cadere in peccato, cavalo e gettalo via da te; meglio è per te entrare nella vita con un occhio solo, che avere due occhi, ed essere gettato nella geenna del fuoco" (Matteo 18:9). Queste parole di Gesù significano che dobbiamo immediatamente eliminare tutto ciò che ci induce a peccare, anche a costo di rinunciare a qualcosa. Spesso ciò non è indolore, ma vale la pena farlo per non perdere la vita eterna. Il taglio di una mano, la perdita di un occhio, rappresentano la rinuncia a peccare per avere vera comunione con Dio. Ricorda che la condizione richiesta di abbandonare il peccato per amare Cristo non è nulla se si confronta alla sorte di coloro che rifiutando la grazia di Dio saranno condannati all'inferno.
Sono convinta che chi non è salvato, dovrebbe conoscere quali tormenti ci sono all'inferno, perché possa cominciare a cercare Dio con tutto il suo cuore ed implorare davvero la misericordia di Cristo sulla sua vita. Gli uomini stanno in piedi sull'orlo dell'inferno, pronti a cadervi precipitosamente dentro, e sono del tutto ignari del pericolo che corrono.
La vita di ogni persona è tenuta da un filo sottilissimo che può spezzarsi improvvisamente.Con il sopraggiungere della morte, si aprono, senza alcun'altra possibilità, le porte dell'eternità per il cielo o per l'inferno. Se ascoltare che esiste un luogo di punizione incoraggerà gli uomini a considerare la necessità di Dio, allora occorre far conoscere questa verità biblica. È meglio conoscere ora i terribili tormenti dell'inferno ed esserne per grazia di Dio liberati, che vivere ignorandoli e poi doverli subire per sempre perché si è morti senza la salvezza in Cristo.
Non dico che devi avere più paura dell'inferno che del peccato. Il peccato è il vero nemico. Il peccato è peggiore dell'inferno perché è a causa del peccato che esiste l'inferno.Vorresti andare all'inferno per l'eternità per aver goduto per breve tempo il falso, futile e ingannevole piacere del peccato qui sulla terra? Fuggi dal peccato! Smetti di vivere per te stesso e prendi piacere nel vivere per Cristo. Gesù ti dà molto più del peccato! La Sua gioia è duratura, la Sua pace è vera, il Suo amore è sincero, la Sua fedeltà è grande. Nessuno che ha conosciuto Cristo e lo ama sinceramente si è mai pentito di essere un vero cristiano.
Non aspettare la morte per conoscere Gesù, perché è troppo tardi. Tutte le opportunità di pentirti ed essere salvato finiscono con la morte. Oggi è il giorno della salvezza, domani non sappiamo se saremo ancora in vita. Ricorda le parole di Gesù: "Chi vorrà salvare la sua vita, la perderà; ma chi avrà perduto la sua vita per amor mio, la troverà" (Matteo 16:25).
Un cristiano che ha un santo timore di Dio nel suo cuore ha anche rispetto per la Sua Parola.Colui che veramente ama Dio non avrà paura dell'inferno.
Considerare che l'inferno esiste, dovrebbe far crescere la tua fedeltà e gioia in Cristo, perché sei stato liberato dai tormenti dell'inferno. Quale grazia sapere di essere stati liberati dalle sofferenze eterne dell'inferno. Meditare su questo insegnamento, aumenterà il nostro amore per Cristo che ha subito l'ira di Dio sulla croce per noi. La dottrina dell'inferno dovrebbe suscitare in te un santo timore e aiutarti a non peccare o offendere Dio. Dovrebbe infondere in te un giusto timore anche per i "piccoli" peccati, e incoraggiarti a confessarli ed abbandonarli subito.L'insegnamento biblico dell'inferno ci dovrebbe trattenere dal peccare.
La certezza dell'inferno dovrebbe aiutare il cristiano ad essere paziente quando è afflitto da prove. Qualunque afflizione, per quanto grande possa essere, sarà sempre meno dei tormenti dell'inferno da cui Dio ti ha liberato. Anche se avrai delle sofferenze sulla terra, ricorda che saranno momentanee. Rallegrati di essere stato liberato da quelle eterne!
Questa certezza ti incoraggerà a parlare ad altri della salvezza di Cristo. Le sofferenze eterne dell'inferno dovrebbero farci più zelanti ed ansiosi nel testimoniare alla gente che solo Gesù può liberarli. Esiteremo a dichiarare questa solenne verità? Il pensiero dell'inferno ci dispiace? Ricorda che Dio sarà glorificato anche dalla condanna degli empi.
Nella salvezza dei santi in Cristo l'amore di Dio sarà esaltato, mentre nella condanna dei reprobi la sua giustizia e santità saranno esaltate. Nel frattempo è nostra responsabilità pregare e lavorare per la salvezza dei peccatori. Poiché conosciamo i tormenti eterni dell'inferno, non teniamo nascosta la via della salvezza in Cristo al mondo perduto!
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