Introduzione
Dio ha preannunciato che le condizioni dell'umanità peggioreranno al punto che Egli interverrà con i terribili giudizi descritti nell'Apocalisse.
La nostra società è invasa da un'ondata di sporcizia e degenerazione morale. Ciò che è perverso agli occhi di Dio diventa sempre più accettato dal mondo. Gli ambienti religiosi non sono da meno; esistono delle associazioni di preti e pastori omosessuali, e in molti ambienti le relazioni prematrimoniali non vengono più definite come fornicazione. Gesù predisse che al suo ritorno la situazione sulla terra sarebbe stata come nei giorni prima del diluvio(Matteo 24:37).
È doloroso che dopo tanto progresso in tutti i campi l'uomo sia moralmente a questo livello. Se sfogliamo le pagine della storia rimaniamo inorriditi nel considerare le atrocità commesse per falsi ideali.
La nostra società è invasa da un'ondata di sporcizia e degenerazione morale. Ciò che è perverso agli occhi di Dio diventa sempre più accettato dal mondo. Gli ambienti religiosi non sono da meno; esistono delle associazioni di preti e pastori omosessuali, e in molti ambienti le relazioni prematrimoniali non vengono più definite come fornicazione. Gesù predisse che al suo ritorno la situazione sulla terra sarebbe stata come nei giorni prima del diluvio(Matteo 24:37).
È doloroso che dopo tanto progresso in tutti i campi l'uomo sia moralmente a questo livello. Se sfogliamo le pagine della storia rimaniamo inorriditi nel considerare le atrocità commesse per falsi ideali.
A questo riguardo è la stessa Parola di Dio a venire in nostro soccorso. Essa infatti non si limita solo a predire i tempi difficili, ma fa qualcosa che altri veri o presunti profeti non fanno, cioè guidarci a prendere le misure necessarie non tanto per evitare queste sofferenze, ma ad alleviarle, ad attraversarle nel modo migliore.
"Or sappi questo: che negli ultimi giorni verranno tempi difficili, perché gli uomini saranno amanti di se stessi, avidi di denaro, vanagloriosi, superbi, bestemmiatori, disubbidienti ai genitori, ingrati, scellerati, senza affetto, implacabili, calunniatori, intemperanti, crudeli, senza amore per il bene, traditori, temerari, orgogliosi, amanti dei piaceri invece che amanti di Dio, aventi l'apparenza della pietà, ma avendone rinnegato la potenza; da costoro allontanati". (Timoteo 3:1-5)
"Or sappi questo: che negli ultimi giorni verranno tempi difficili, perché gli uomini saranno amanti di se stessi, avidi di denaro, vanagloriosi, superbi, bestemmiatori, disubbidienti ai genitori, ingrati, scellerati, senza affetto, implacabili, calunniatori, intemperanti, crudeli, senza amore per il bene, traditori, temerari, orgogliosi, amanti dei piaceri invece che amanti di Dio, aventi l'apparenza della pietà, ma avendone rinnegato la potenza; da costoro allontanati". (Timoteo 3:1-5)
Il Signore Iddio ci avverte nella Sua Parola dicendoci: "Or sappi questo: che negli ultimi giorni verranno tempi difficili" (2 Ti. 3:1). In effetti, pur non amando io speculare sulle predizioni apocalittiche, non posso fare a meno di osservare come proprio ora, vi sia una "strana" concentrazione di minacce a livello planetario che gravano su tutti noi (guerre, fenomeni astronomici e geologici, crisi economiche, sanitarie e informatiche, come pure una grave crisi spirituale). Ho l'impressione che ancora "ne vedremo delle belle", per così dire, che però tanto "belle" non saranno…
Il mondo fisico non finirà così presto come certi falsi profeti predicono, però la società, in contrasto con il pensiero di Dio, verrà radicalmente abbattuta. "Il Signore Gesù apparirà dal cielo con gli angeli della sua potenza, in un fuoco fiammeggiante, per far vendetta di coloro che non conoscono Dio, e di coloro che non ubbidiscono al vangelo del nostro Signore Gesù. Essi saranno puniti di eterna rovina, respinti dalla presenza del Signore e dalla gloria della sua potenza" (II Tess. 1:7-9; cfr. Apoc. 19:11-15).
"Quando diranno: Pace e sicurezza, allora una rovina improvvisa verrà loro addosso, come le doglie alla donna incinta; e non scamperanno" (I Tess. 5:3).
Nessun avvenimento di grande importanza, o castigo (il diluvio, la distruzione di Sodoma, la caduta di Babilonia, quella di Gerusalemme, ecc.) si è verificato nella storia senza che Dio non lo avesse predetto molto tempo prima, per dare agli uomini il tempo di ravvedersi della loro condotta e sfuggire così al suo giusto giudizio.
Anche oggi, prima della manifestazione della Sua ira, Dio avverte l'umanità per mezzo della Sua Parola di ravvedersi, e invita a convertirsi a Gesù e a riceverLo come Salvatore e Signore (Atti 17:30-31)
1. Tempi difficili
Negli ultimi tempi, così dice la Bibbia, verranno "tempi difficili". La parola greca qui tradotta con "difficili" sottintende concetti come "duri, dolorosi, difficili da sopportare, violenti, pericolosi, selvaggi, pieni di afflizioni e di guai".
Non per minimizzare l'attuale crisi, ma dobbiamo pur dire che questo testo biblico, come altri simili, è stato usato dai cristiani sempre prima di ogni maggiore crisi che si è succeduta nel corso di questi millenni. E' stata usato ai tempi della caduta dell'Impero romano guardandone l'estrema corruzione e la minaccia delle incursioni barbariche, ma non era quella la fine del mondo, semmai di "quel" mondo. E' stata usata all'avvento dell'anno 1000, ma quello non era il momento della fine. E' stata usato in corrispondenza della prima guerra mondiale, e poi della seconda, ma il mondo, sebbene allora afflitto da inenarrabili sofferenze, non sarebbe giunto alla fine. Questo testo biblico lo si usa ora, e dico questo non per sottovalutare la crisi attuale o per smentire i profeti di sventura, ma perché dobbiamo vedere le crisi globali in una giusta prospettiva.
Molti prendono l'espressione "gli ultimi giorni" come ad indicare il periodo immediatamente precedente il ritorno di Cristo e quindi la fine del mondo. In realtà la Bibbia usa quest'espressione per indicare l'intero periodo intercorrente fra la prima e la seconda venuta del Signore Gesù Cristo. In altre parole, per tutti questi 2000 anni siamo vissuti negli"ultimi giorni". Quando infatti l'apostolo Pietro, nel giorno di Pentecoste, spiega alla folla il senso dell'effusione di Spirito Santo che era sopravvenuta alla comunità cristiana di allora, egli ne parla come dell'adempimento della profezia di Gioele che, predicendolo, lo rimanda agli "ultimi giorni". Pietro vede il suo tempo come "gli ultimi giorni" (At. 2:17). Lo scrittore dell'epistola agli Ebrei dice che il tempo in cui Dio ha parlato nella persona di Cristo, sono gli "ultimi giorni". E' chiaro così che "gli ultimi giorni" sono un periodo che è cresciuto fino a comprendere 2000 anni.
L'apostolo Paolo così dice che entro questo esteso periodo di tempo vi saranno cicli ripetuti di afflizione, grande tensione a livello globale, tempi pericolosi, in cui si manifesteranno le condizioni descritte con quelle sue raggelanti parole. Infatti, se guardiamo indietro a questi 2000 anni passati, vediamo proprio come questo sia stato vero. Si sono succeduti nel nostro mondo periodi di relativa pace e prosperità, solo per essere interrotti da terribili periodi di tensione e di sofferenze indicibili. Queste parole, così, non sono necessariamente una predizione degli ultimi giorni di questo mondo, ma il riconoscimento del ciclo ricorrente di giorni come questi. Naturalmente, uno di questi sarà l'ultimo.
E' difficile dire se siamo noi a vivere "l'ultima crisi" o se l'attuale ultimo ciclo sia quello immediatamente precedente il ritorno di Cristo. Come nel passato, le nuvole nere potrebbero disperdersi, e il sole tornare a brillare. Potrebbero tornare per il mondo periodi di pace e prosperità. Non si tratta però di una scusa per "prendere le cose sotto gamba"e dire: "O beh, allora, perché preoccuparsene…", no, le sofferenze sono e saranno autentiche e devastanti. Quello che la Parola di Dio vuole rilevare è che esse non avvengono mai per caso, ma sono il logico risultato dell'infrazione dei principi etici e morali che Dio ha stabilito per il benessere dell'umanità. E' come se dicesse: "Volete risparmiarvi queste sofferenze? Allora seguite i principi di vita che io ho stabilito! Non li volete seguire? Allora pagatene le conseguenze!".
2. Una conseguenza ineluttabile
Si, queste cose non avvengono "per caso". Noi raccogliamo quello che seminiamo. Infatti il nostro testo biblico descrive con esattezza quale sia la causa di queste difficoltà: l'elenco è impressionante. Questo testo, come altri è un invito, a chi è saggio, al ravvedimento, a tornare a volgersi a Dio ed alla Sua legge come l'unica cosa che davvero può garantire il meglio per noi stessi.
1. L'elenco che fa l'apostolo Paolo può essere diviso in quattro sezioni. La prima fluisce dal primo termine, "amanti di sé stessi". Si tratta del peccato di base dell'umanità. L'amore esagerato di sé stessi, il culto di un altro dio, noi stessi, è la forma più bassa di idolatria. Esso priva Dio del culto dovuto al Suo nome, e mette al suo posto un dio rivale, noi stessi, sul trono della vita. E' soprattutto oggi che si vive nell'epoca del culto di sé stessi. Tutto viene focalizzato sul "me", i miei diritti, i miei bisogni, le mie idee… Che cosa succede quando si serve soltanto il proprio "io" a scapito degli altri? La guerra civile, ad ogni livello, sia di popoli, di etnie come a livello locale e familiare.
2. Di tutto questo ne è espressione primaria le parole: "avidi di denaro". Non vi sembra che questo, lo sfrenato materialismo, sia lo stile di vita prevalente oggi? L'avidità del denaro è quella che ci permette di calpestare tutto e tutti, di ignorare qualsiasi etica e scrupolo, di giustificare qualunque crimine. Il denaro è uno strumento buono che va acquisito nei modi che la Legge di Dio stabilisce e per gli usi che Dio indica, e certamente non in modo egocentrico, anzi, pure come mezzo di condivisione e solidarietà. Ci sorprendono forse le tragiche conseguenze dell'acquisizione egoistica e della mancanza di solidarietà? Esempi di questo sono sotto i nostri occhi ogni giorno.
3. A questo segue gli aggettivi "vanagloriosi" e "superbi", per descrivere cioè quella vita impostata a presuntuosa ambizione, quel sentimento smodato e vano di orgoglio di chi si gloria per meriti inesistenti. E' la megalomania di chi mette sé stesso sul trono che non gli spetta. Potrebbe essere il sentimento di chi vanta la superiorità della propria razza, nazione, civiltà o intelligenza e per questo è pronto a schiacciare chi vede "inferiore", oppure l'arroganza dell'intelligenza umana quando pretende di poter fare qualunque cosa senza limiti o regole alcune, mettendosi al posto stesso di Dio, come quella di certa scienza pronta a manipolare la vita stessa sfruttando per fini egoistici la conoscenza e le capacità.
4. La parola "bestemmiatori" descrive gente che non ha timore di deridere ed insultare con le loro parole e comportamento tutto ciò che è sacro: prima di tutto Dio stesso, e poi la Sua buona creazione. È l'empietà moderna: si sfida Dio e si ritiene di rimanerne impuniti. Si pretende di essere dio e legge a sé stessi, ma pure di potere impunemente insultare la sacralità della vita e del creato, sfruttandolo senza ritegno, abusando delle ricchezze che dovrebbero invece essere saggiamente amministrate. La nostra società più che mai nega e si prende gioco di Dio, ma potrà continuare a pretendere di non subirne poi delle conseguenze, la Sua ira e giusto giudizio?
5. Una seconda sezione di questa lista ha a che fare con la vita familiare. Menziona: "disubbidienti ai genitori". Include l'attuale disprezzo per ogni autorità che si vede palese nella nostra società: disprezzo della famiglia come Dio l'ha voluta fin dall'inizio, disprezzo ed insubordinazione a padre e madre, agli insegnanti, alle autorità sia politiche che di giustizia e polizia. E' una società fondamentalmente anarchica, la nostra, dove non solo ogni regola viene distorta e disprezzata, ma dove pure i rapporti di giusta subordinazione vengono ignorati e disonorati. Potrebbe sussistere a lungo una società così?
6. A questo il nostro testo aggiunge "ingrati". Oggi infatti si pretende tutto ma non si sa debitamente riconoscere e ringraziare chi ti fornisce ciò che hai, ad ogni livello, e certamente ci si dimentica di ringraziare Dio, da cui proviene ogni migliore dono del quale possiamo godere.
7. L'aggettivo "scellerati" significa empi, irreligiosi, infami. È il contrario di "santo". Questa parola significa l'indisponibilità ad osservare persino la minima umana decenza. Descrive chi si vanta di azioni che Dio condanna, il fare cose senza alcuna vergogna per il solo piacere di provocare e scandalizzare con cose scioccanti che sfidano il senso comune ritenuto da essi discutibile. A questo è collegata l'espressione "senza affetto", cioè la mancanza di affetti comuni, brutalità, bestialità. E poi l'aggettivo "implacabile", indicando ciò che è persino contro la ragione, l'atteggiamento spietato ed accanito che niente e nessuno può ostacolare. Lo vediamo non solo nei conflitti bellici contemporanei dove si privilegia la logica militare e le vittime innocenti si definiscono come "inevitabili effetti collaterali", ma anche, per esempio, quando negli ospedali i pazienti vengono considerati solo numeri, trattati come fonte di profitto o oggetto del proprio lavoro, senza compassione e umanità.
8. La nostra lista, direi molto "moderna" si muove poi in quelle aree che toccano i rapporti interpersonali. La parola che segue è: "calunniatori", letteralmente "gente diabolica" nel commettere il male; poi "intemperanti", persone cioè senza il minimo autocontrollo, che devono solo soddisfare le loro passioni e voglie immediatamente; "crudeli", cioè senza nessuno scrupolo a far del male e a causare sofferenza; "senza amore per il bene": questo era ciò di cui Gesù accusava i Farisei i quali, sebbene moralmente rispettabili, dentro di sé si opponevano a Dio ed odiavano il bene, e lo provarono mettendo a morte il miglior uomo che mai fosse esistito. L'aggettivo "traditori" viene usato per Giuda, Colui che tradì il Maestro e il Salvatore del mondo per motivi di opportunità o convenienza. Abbiamo poi "temerari", gente a cui non importa ciò che accade, che si buttano a fare qualcosa d'impulso, senza pensare alle conseguenze. Abbiamo poi "orgogliosi", letteralmente gente "gonfia", che ha un'opinione di sé più alta di quella che si dovrebbe avere.
9. L'ultima espressione di questa lista è "amanti dei piaceri invece che amanti di Dio": anche di questa non servono molte spiegazioni. La nostra epoca, infatti, priva di valori eterni ed ideali, ha un solo obiettivo: "godersi la vita" il più possibile, perché questo sarebbe l'unico valore rimasto, l'unica "soddisfazione" di una vita per altro vuota e priva di significato. Non descrive forse questo benissimo lo spirito della nostra epoca ed i comportamenti corrispondenti?
3. Una curiosa connessione
L'elenco che la Parola di Dio ci fornisce è chiaro e illuminante, come d'altronde lo è sempre stata. Ho lasciato apposta, fuori dall'elenco, un'altra espressione, perché vorrei dedicarle uno spazio a parte. In tutta questa lista mi colpisce particolarmente una delle ragioni per cui tali condizioni diventeranno prevalenti negli "ultimi tempi": si trova nelle parole "aventi l'apparenza della pietà, ma avendone rinnegato la potenza", tradotta pure: "con la parvenza della pietà, mentre ne hanno rinnegata la forza interiore" (CEI), "Conserveranno l'apparenza esterna della fede, ma avranno rifiutato la sua forza interiore" (TILC), "aventi le forme della pietà, ma avendone rinnegata la potenza" (Riv.).
Violenza, egoismo, avidità, intemperanza… sono cose gravi, ma avete notato come stia nello stesso elenco e vada di pari passo il formalismo religioso? Ci troviamo davvero in pericolo quando si professa una forma esteriore di religiosità e al tempo stesso si tollera e si giustifica ciò che chiaramente Dio considera peccato. Vorremmo non subirne le conseguenze?
Giustificare ciò che è male. In altre parole, la cosa che dovrebbe tenere a freno il male e sanarlo è diventata quella stessa che lo incoraggia e persino lo giustifica. Pensate che oggi c'è persino chi vorrebbe che la Chiesa benedicesse aberrazioni morali, come tutta l'area che gira attorno all'omosessualità. Un tempo volevano che si benedicessero armi ed eserciti! Vorrebbero una Chiesa che volentieri accogliesse e benedicesse tutto e tutti, svuotandola della sua carica polemica e di denuncia contro ciò che Dio considera peccato! È questo perché? In nome di un non meglio precisato "amore", in nome di una "accogliente" chiesa di popolo che diventerebbe tutto meno che la Chiesa di Gesù Cristo!
- Privi di consistenza. Attenersi ad una "apparenza di pietà" significa semplicemente che molti si atteggeranno falsamente a religiosità, dicendo di volerla promuovere, ma essendo però di fatto privi della sua realtà essenziale, persone che vantano di amare "la religione" a cui però è totalmente estranea, sconosciuta e persino avversata la realtà della potenza dell'Evangelo di Gesù. Vorrebbero l'apparenza esteriore della religiosità, negando che possa esistere una vita autenticamente in armonia con la volontà di Dio. Vorrebbero essere "religiosi", ma al tempo stesso liberi di essere "avidi di denaro, vanagloriosi superbi, bestemmiatori, disubbidienti ai genitori, ingrati, scellerati, senza affetto, implacabili, calunniatori, intemperanti, crudeli, senza amore per il bene, traditori, temerari, orgogliosi, amanti dei piaceri ecc.". Non è una contraddizione?
- Sale e luce. Gesù mette in evidenza come i Suoi seguaci debbano essere sale e luce di questo mondo. La luce rivela il peccato, il sale frena l'influenza del peccato. Quando la Chiesa cessa di denunciare il peccato e di ritardare l'influenza del male, essa cessa di essere vera Chiesa del Signore Gesù Cristo. Se non denuncia ciò che Dio nella Sua Parola considera peccato attingendo poi alle risorse della sua guarigione, se non reprime l'influenza del male, diventa complice di coloro che pur dicendo di professare la fede cristiana, continuano allegramente a praticare ciò che è peccato.
- Svuotare la Bibbia. E come fanno a giustificare il peccato sotto l'apparenza di religiosità? Nel modo più logico, negando la base normativa della fede cristiana, svuotando la Bibbia della sua autorevolezza. Scrive Gary North: "…con poche eccezioni, le facoltà di teologia sono ripieni di professori di letteratura, più che professanti di Cristo. Essi hanno adottato la concezione che dice che i testi biblici rivelano grossolani errori da parte degli scrittori ed editori della Bibbia. Questi critici considerano la Bibbia come un libro pieno di miti. Questi scettici eruditi e presuntuosi … hanno trafficato per più di un secolo per estirpare la fiducia dei cristiani nell'accuratezza della Bibbia. Il loro obiettivo personale, al di sopra di ogni altro, è quello di vanificare il giudizio finale del Dio che ha rivelato Sé stesso chiaramente. Essi si consolano con lo stesso sillogismo che serve a sbalestrare la fede che i loro studenti hanno nella Bibbia e che dice: 'Nessuna Bibbia permanente, nessuna legge permanente, nessun giudizio permanente'".
- Accumulo. Se non si denuncia e non ci si oppone prendendo le dovute misure alla diffusione nella società di ciò che Dio considera peccato, solo si aumenta la reale possibilità del giudizio di Dio su quella società: ce ne sorprendiamo? La Scrittura dice: "tu, per la tua durezza ed il cuore impenitente, ti accumuli un tesoro d'ira, per il giorno dell'ira e della manifestazione del giusto giudizio di Dio" (Ro. 2:5). E' vero che dovremo affrontare molti problemi, ma non dobbiamo mai dimenticarci che il problema di fondo che li genera è il peccato. Ciascuno dei problemi che dobbiamo affrontare può essere fatto risalire ad una o più infrazioni della Legge che Dio ha stabilito sul comportamento umano.
Il Signore, dunque, nella Sua Parola, predice per noi "tempi difficili". Questo davvero è un esercizio di realismo! Non lo fa per angosciarci ma per permetterci di prendere misure atte a proteggerci prevenendo questi mali, alleviandoli, e affinché di essi noi non si sia corresponsabili. Questi prossimi "tempi difficili" non saranno forse quelli "finali", ma una cosa il Signore vuole che noi abbiamo ben chiara: essi non avvengono mai per caso, ma sono il logico risultato dell'infrazione dei principi etici e morali che Dio ha stabilito per il benessere dell'umanità. La cosa peggiore, però, lo abbiamo rilevato, è pretendere di essere religiosi e amici di Dio pur commettendo, tollerando e giustificando ciò che Dio chiaramente ha condannato! Di tutto questo dobbiamo ravvedercene e tornare a Dio, invocando la Sua misericordia e la Sua opera di guarigione prima che per noi diventi troppo tardi!
Che possono fare i cristiani degni di questo nome nei "giorni difficili" che verranno?Impegnarsi per la causa dell'Evangelo e testimoniare con coerenza la verità tanto che, se cadremo sempre più in basso, almeno non sia per causa nostra. Probabilmente i più non ascolteranno e continueranno a prendersi gioco di noi, ma non potranno poi dirci che non erano stati avvertiti!
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