Un concetto banalizzato
Che cos’è la tentazione? Nel linguaggio comune è lo stimolo, la voglia, il desiderio. Si dice infatti: "Non ho saputo resistere alla tentazione di..." oppure: "la tentazione di mollargli un ceffone è stata forte". Oppure la tentazione è concretamente ciò che ci tenta, come quando si dice: "Toglimi da davanti queste paste ché sono una tentazione continua...".
Ad una tentazione si può cedere oppure non cedere, e le conseguenze del cedere ad essa possono essere varie in dipendenza delle norme che così si infrangono e della tolleranza o impunità sociale di certe azioni, come ad es. dire: "Non ho saputo resistere alla tentazione su un’autostrada libera e senza la polizia in vista, di andare a 200 all’ora...", oppure: "Quella donna mi attraeva troppo, non ho saputo resistere alla tentazione di tradire mia moglie...".
Come vedete, la tentazione è un concetto oggi molto minimizzato o banalizzato, perché si può parlare di tentazione solo quando esistono precise norme o leggi che uno è tentato di contravvenire. Oggi però la cultura che va per la maggiore oggi ci porta a pensare che non esistano più norme o leggi assolute, che tutto dipenda dalle circostanze o dal contesto in cui ci troviamo o dalla convenienza del momento.
Possiamo essere tentati a non dichiarare sulla cartella delle imposte quanto è dovuto oppure a truffare lo stato, giustificandoci poi dicendo: "Tanto lo stato non merita i miei soldi... tanto non se ne accorgeranno mai ...tanto tutti evadono le tasse in un modo o in un altro".
Quando il livello della moralità "ufficiale" scende sempre più in basso come oggi, anche il concetto di "tentazione" perde della sua forza e rilevanza.
Nel contesto biblico
Non è così, però, nel modo di vedere le cose che ci comunica la Bibbia, che è autorevole Parola di Dio. La tentazione è cosa seria perché serie e chiare sono le norme morali,assolute ed oggettive, che Dio sovranamente impone sulla creatura umana, quelle norme morali che siamo tentati ad infrangere. E se cediamo a queste tentazioni, potete stare certi che ne subiremo presto o tardi le conseguenze.
La tentazione per eccellenza, per esempio, è quella dei nostri progenitori Adamo ed Eva, tentati da Satana a mettere in questione la veracità e l’autorevolezza della Parola di Dio, come pure ad assumere nella creazione, ribellandosi a Dio, un ruolo che loro non competeva. Gli effetti di aver loro ceduto a questa tentazione li stiamo pagando ancora oggi.
E’ chiaro così che la tentazione assume valore particolare per il cristiano impegnato nei confronti del suo Dio a rispettare il patto, o contratto, che lo lega a Lui. Da cui tentazione, in questo contesto, è l’istigazione al male, al peccato, a contravvenire a ciò che Dio ha stabilito o che si propone per noi. La tentazione è la forte sollecitazione che le forze del male o gli istinti esercitano sul cristiano per scrollarne la fermezza della fede o la rettitudine morale.
E’ anche però importante notare come per il cristiano la tentazione costituisca una prova, permessa da Dio, affinché noi si possa liberamente e consapevolmente scegliere la via del bene.
In questo senso la tentazione riguarda ciascuno di noi, riguarda il cristiano che è stato riscattato da Cristo e chiamato a vita nuova, e riguarda la persona comune, condannata a ripetere l’esperienza di Adamo ed Eva a sentire e a cedere alle lusinghe di Satana: a mettere cioè in questione Dio e la Sua Parola e ad essere dio a sé stesso, ...naturalmente con le inevitabili dolenti conseguenze.
E’ stato scritto: "Finché viviamo su questa terra non possiamo mai essere liberi del tutto da tribolazioni e tentazioni; perciò nel libro di Giobbe è scritto: La vita dell’uomo su questa terra è una continua tentazione". A questo possiamo aggiungere il versetto biblico che dice: "Nessuna tentazione vi ha fin ora colti se non umana: ora Dio è fedele e non permetterà che siate tentati oltre le vostre forze, ma con la tentazione vi darà anche la via d’uscita, affinché la possiate sostenere" (1 Co. 10:13).
Il testo biblico
Esaminiamo ora il racconto evangelico conosciuto come "le tentazioni di Cristo". Dopo l’episodio del Suo battesimo nel fiume Giordano, dove Egli viene proclamato pubblicamente come l’atteso Salvatore, Gesù passa quaranta giorni nel deserto a pregare e a digiunare, preparandosi spiritualmente per le sfide che avrebbe ben presto affrontato. Durante questo periodo di solitudine, Gesù affronta significative tentazioni che avrebbero potuto affondare il suo ministero e cambiare il corso della storia umana. Si tratta di tentazioni che riguardano Lui nello specifico Suo compito di Salvatore, ma c’è molto da imparare anche per noi. Queste tentazioni Lo colpiscono in aree potenzialmente deboli della Sua natura umana, proprio come spesso fanno con noi. Infatti le tentazioni ci vengono incontro quando siamo meno preparati ad affrontarle e più vulnerabili. Ad ogni attacco, Gesù sa vincere queste tentazioni.
E’ importante però sottolineare ciò che la Scrittura dice: "poiché Egli stesso ha sofferto quando è stato tentato, può venire in aiuto di coloro che sono tentati" (Eb. 2:18). Gesù può comprendere ciascuno di noi perché "è stato tentato in ogni cosa come noi, senza però commettere peccato" (Eb. 4:15).
Una volta un pastore stava parlando ad una bambina che gli aveva confidato di volere molto bene a Gesù e di volerLo seguire per tutta la vita. Gli disse: "E’ molto bello e commovente quello che mi hai detto, ma voglio avvertirti che non sarà facile farlo veramente: incontrerai molte tentazioni e difficoltà. Senti: ...e se il diavolo venisse a bussare alla tua porta per cercare di farti andare su una strada sbagliata?". Al che la bambina rispose: "Se il diavolo venisse alla mia porta, allora io manderei Gesù a rispondere!". Quella bambina, appena nata alla fede, aveva già colto una verità molto importante: vogliamo impararla anche noi? Ecco il nostro testo biblico:
"Ora Gesù, ripieno di Spirito Santo, ritornò dal Giordano e fu condotto dallo Spirito neldeserto, e per quaranta giorni fu tentato dal diavolo; durante quei giorni non mangiò nulla; ma quando furono trascorsi, egli ebbe fame. E il diavolo gli disse: "Se tu sei il Figlio di Dio, di’ a questa pietra che diventi pane". Ma Gesù gli rispose: "Sta scritto: L’uomo non vivrà soltanto di pane, ma di ogni parola di Dio". Poi il diavolo lo condusse su di un alto monte e gli mostrò in un attimo tutti i regni del mondo. E il diavolo gli disse: "Io ti darò tutto il potere di questi regni e la loro gloria, perché essa mi è stata data nelle mani e la do a chi voglio. Se dunque tu prostrandoti mi adori, sarà tutta tua". Ma Gesù rispondendo gli disse: "Vattene via da me, Satana. Sta scritto: Adora il Signore Dio tuo e servi a lui solo". Poi lo condusse a Gerusalemme, lo pose sull’orlo del tempio e gli disse: "Se tu sei il Figlio di Dio, gettati giù di qui; perché sta scritto: Egli comanderà ai suoi angeli attorno a te di custodirti. Ed essi ti sosterranno con le loro mani, affinché il tuo piede non urti contro alcuna pietra". E Gesù, rispondendo, gli disse: "E’ stato detto: Non tentare il Signore, Dio tuo". E quando il diavolo ebbe finito ogni tentazione, si allontanò da lui, fino ad un certo tempo." (Luca 4:1-13).
1. ...non si può mai stare un attimo in pace!
"Ora Gesù, ripieno di Spirito Santo, ritornò dal Giordano e fu condotto dallo Spirito nel deserto e per quaranta giorni fu tentato dal diavolo; durante quei giorni non mangiò nulla".
Il nostro testo inizia con il presentarci il Signore Gesù nella pienezza delle sue dotazioni divine cioè quelle che il profeta Isaia identifica come: "spirito di sapienza e di intelligenza, spirito di consiglio e di potenza, spirito di conoscenza e di timore dell’Eterno" (Is. 11:2). Si tratta di quei doni spirituali di cui sono investiti coloro che sono in comunione con Dio, soltanto che, in Gesù sono al massimo grado, "Dio non gli dà lo Spirito con misura" (Gv. 3:34).
E’ questo stesso Spirito che conduce Gesù nel deserto, dove rimarrà per quaranta giorni per prepararsi spiritualmente al Suo ministero, volontariamente libero persino dalle preoccupazioni delle sia pur legittime esigenze corporali come il mangiare.
Notate così la Sua perfetta comunione con Dio Padre che Egli cerca nella solitudine del deserto, la Sua totale ed ubbidiente disponibilità e determinazione a perseguire la volontà del Padre ed essere da Lui condotto in luoghi non certo comodi in cui vivere, e la forza che gli dona lo Spirito Santo. Tutto questo è già un’importante indicazione preliminare ed un insegnamento per noi che non vogliamo cadere nella trappola delle tentazioni, non è vero?
Gesù cerca la solitudine, come spesso molti di noi la cercano pensando di sottrarsi alle tensioni del vivere in questo mondo, ma nemmeno lì può stare un attimo in pace... Satana, l’Avversario di Dio e di ogni Suo proposito viene a "rompere le scatole" anche lì. Gesù vuole star solo, ma viene a fargli visita un’ospite indesiderato.Anche questa è per noi un’indicazione che, fintanto che durerà questa fase storica dei piani di Dio, saremo sempre in lotta ed avremo sempre a che fare con chi ci vuole impedire di trovare in Dio la migliore realizzazione di noi stessi.
Vivere in questo mondo è come essere su un campo di battaglia: su di esso però non intendiamo soccombere, anzi, siamo pronti a lottare per ciò che è buono, con le risorse di cui Gesù è bene dotato.
2. Possiamo vincere le tentazioni d’ordine fisico
Prima tentazione, il testo dice: "Ma quando furono trascorsi, egli ebbe fame. E il diavolo gli disse: "Se tu sei il Figlio di Dio, di’ a questa pietra che diventi pane". Ma Gesù gli rispose: "Sta scritto: L’uomo non vivrà soltanto di pane, ma di ogni parola di Dio".
Dopo un lungo periodo di digiuno, Gesù si era molto indebolito, così Satana Lo attacca sul punto debole del bisogno fisico: la fame.
Gesù viene tentato a mettere in dubbio che Suo Padre si sarebbe preso cura di Lui, e quindi a darsi da fare usufruendo delle proprie risorse: "Non sei tu Figlio di Dio?". Una vera e propria tentazione è quel proverbio che dice: "aiutati che Dio ti aiuta", cioè "arrangiati tu, non aspettarti l’aiuto di Dio, che poi magari nemmeno esiste...", oppure "...è una debolezza da parte tua cercare l’aiuto di Dio o lo stesso metterti a pregare... conta ‘virilmente’ solo su te stesso, non umiliarti a pregare...".
E poi e come se gli dicesse: "Vedi come hai fame? Non è forse il cibo e i beni di questo mondo le cose più importanti nella vita? Usufruisci delle tue risorse per perseguire queste cose: solo queste contano alla fin fine..."
Gesù però è come se rispondesse: "Non ho bisogno di trasformare le pietre in pane, l’uomo può prendere Dio in parola e essere contento di ciò che Egli nella Sua provvidenza ha stabilito per lui. Dio ha molti modi di provvedere al Suo popolo e si può contare su di Lui sempre. Ho fame, è vero, ma ora ci sono valori molto più importanti del cibo, dei soldi, delle soddisfazioni materiali: mia priorità è l’esecuzione del compito che mi ha affidato e nei Suoi termini. Se Lui vuole che io lo porti avanti, me ne darà sicuramente i mezzi". Si, Gesù mette in evidenza che, sebbene i nostri bisogni fisici siano importanti, essi non sono primari. Un senso appropriato delle priorità può aiutarci a tenere in equilibrio e in prospettiva i nostri bisogni fisici, e questo ci potrà aiutare a vincere le tentazioni. Quando nella nostra vita la cosa più importante è il nostro rapporto con Dio e non i nostri desideri fisici, la tentazione che mira a devastarlo non riesce a mettere radice nella nostra vita.
Forse i vostri bisogni fisici sono di tipo diverso. Forse siete tentati nell’ambito del sesso, o in quello delle risorse finanziarie. Lo stile di vita di questo mondo vi sembra più attraente di quello che Dio... Anche Gesù aveva dovuto affrontare una situazione simile, ma è importante per noi notare che in questa, come in altre aree di tentazione che aveva incontrato, Gesù l’affronta con l’uso della Parola di Dio. La conoscenza della Bibbia, del suo messaggio, promesse, prospettive, ci fornisce una forte arma per affrontare quelle tentazioni che altrimenti ci distruggerebbero. Imparare a memoria brani della Bibbia non è più oggi così incoraggiato come lo era un tempo. Forse questa è una delle ragioni per cui siamo spesso impreparati per resistere alle tentazioni. Manchiamo di una delle armi essenziali della lotta spirituale.
3. Possiamo vincere le tentazioni d’ordine emotivo
Seconda tentazione. Il testo dice: Poi il diavolo lo condusse su di un alto monte e gli mostrò in un attimo tutti i regni del mondo. E il diavolo gli disse: "Io ti darò tutto il potere di questi regni e la loro gloria, perché essa mi è stata data nelle mani e la do a chi voglio. Se dunque tu prostrandoti mi adori, sarà tutta tua". Ma Gesù rispondendo gli disse: "Vattene via da me, Satana. Sta scritto: Adora il Signore Dio tuo e servi a lui solo".
Satana è una potenza reale in questo mondo. Egli, dice la Bibbia, è "il dio o il principe di questo mondo". Non ne avrebbe alcun diritto o legittimazione. E’ un usurpatore. Ma si trova su quel trono non perché lo abbia strappato a Dio, ma perché un’umanità ribelle a Dio ce l’ha messo. Qui dice la verità: "il potere dei regni del mondo mi è stato dato nelle mani". Alcuni lo fanno esplicitamente, altri inconsapevolmente, ma quando pensi di liberarti dal "giogo" di Dio cadi in mano di Satana. Ti promette "mari e monti", e magari per un po’ te li dà anche... ma poi ti pugnala alle spalle, alla fine ti rovina, ti distrugge, si prende solo gioco di te e della tua stupidità. Ti alletta con i beni di questo mondo, ti promette potere, quello che tanto desidereresti... Ti promette la distruzione dei tuoi nemici, il successo facile, il denaro, il lusso, le "belle donne", come si dice, e in breve tempo, il "tutto subito". Ti dice: "Non stare ad ascoltare Dio, io ti do tutto quello che vuoi subito e senza sforzo...". Basta che mi vendi l’anima... Ma che inganno: quale sarà il destino finale di Satana e di quelli che lo seguono? Noi lo sappiamo, vero?
Anche Gesù è stato così messo a confronto con i propri bisogni emotivi, il proprio ego."Basta che ti prostri ad adorarmi, e tutto sarà tuo" gli diceva il diavolo. Era l’offerta di una via rapida e facile per risolvere le cose. Perché passare tre anni di difficile ministero e poi finire appeso ad una croce quando puoi avere tutto e subito, anzi di più -ogni gloria, ogni autorità, tutto lo splendore qui ed ora?
Ancora una volta la Scrittura ci fornisce la linea di difesa più sicura. Solo Dio è degno di ogni culto, e solo in ubbidienza alla Sua volontà possiamo trovare alla fine pace e soddisfazione. Tutto ciò che vada oltre alla volontà di Dio è solo illusione e conduce alla fine solo alla sconfitta, alla disillusione, alla rovina. Dice la Scrittura: "Egli fu omicida fin dal principio... in lui non c’è verità... è bugiardo e padre della menzogna" (Gv. 8:44).
La vera autorità di Gesù poteva venire solo dalla sottomissione ai propositi ed alle indicazioni del Padre nella Sua vita. L’antica formula del battesimo cristiano comprende anche la domanda ai battezzandi: "Vi proponete voi, con l’aiuto di Dio, di rinunciare al diavolo e a tutte le sue opere, a tutto ciò che vi seduce a peccare e ai desideri peccaminosi della carne, come pure di osservare la santa volontà di Dio ed i Suoi comandamenti tutti i giorni della vostra vita?". "Si, lo promettiamo" è la risposta.
4. Possiamo vincere le tentazioni d’ordine spirituale
Terza tentazione. Il testo dice: "Poi lo condusse a Gerusalemme, lo pose sull’orlo del tempio e gli disse: "Se tu sei il Figlio di Dio, gettati giù di qui; perché sta scritto: Egli comanderà ai suoi angeli attorno a te di custodirti. Ed essi ti sosterranno con le loro mani, affinché il tuo piede non urti contro alcuna pietra". E Gesù, rispondendo, gli disse: "E’ stato detto: Non tentare il Signore, Dio tuo". E quando il diavolo ebbe finito ogni tentazione, si allontanò da lui, fino ad un certo tempo".
La terza tentazione di Gesù era forse la più dura perché Satana aveva usato persino la Bibbia per suggerire a Gesù che raggiungesse i Suoi scopi in un altro modo. Perché non fare una grande dimostrazione pubblica della fede di Gesù davanti a tutto il popolo di Gerusalemme? Certamente Dio non avrebbe permesso che il Messia si fosse fatto male! E una volta che la gente avrebbe visto questa dimostrazione, avrebbero certo riconosciuto chi era Gesù ed avrebbero fatto ressa pur di diventare del Suo seguito. "Non ti alletta questa proposta?".
Questo ci rammenta pure come la Scrittura possa essere distorta, e dobbiamo fare attenzione, quando la udiamo esposta, che essa non venga abusata. L’apostolo Pietro ci mette in guardia contro "gli uomini ignoranti ed instabili" che torcono le Scritture "a loro propria perdizione" (2 Pi. 3:16).
Come rileva però Gesù, quello che un gesto simile avrebbe significato era forzare la mano di Dio, precorrere i tempi che Dio aveva fissato nella Sua sapienza. Il servo ubbidiente, come osserva Gesù, non cerca di mettere alla prova Dio in questo modo. Una delle più comuni tentazioni spirituali che affrontano oggi i cristiani è l’idea, per esempio, di quei predicatori della "ricchezza e salute" (esistono anche questi!) che dicono che, solo pregando con fede, noi si possa ottenere da Dio praticamente tutto ciò che vogliamo, dalla guarigione divina ad un’auto di lusso. Una simile filosofia trasforma Dio quasi in poco più che un pozzo di S.Patrizio a nostra completa disposizione... Se Gesù ben sapeva che era stupido mettere Dio alla prova in questo modo, possiamo forse noi saperla più lunga di Lui?
Un’altra illusoria via, facile e comoda, ecco quello che Satana proponeva a Cristo. La via di Dio, però, passa attraverso la croce, attraverso il sacrificio, per quanto duro possa essere e questa è l’unica via che offra risultati durevoli.
Una poesia di un cristiano cinese dice: "Chiesi al Signore di darmi un mazzo di fiori freschi, invece ottenni un cactus coperto di terribili spine. Chiesi al Signore di darmi qualche bella farfalla, invece ottenni vermi orribili, ripugnanti. Ne fui spaventato, deluso, distrutto. Ma ecco, dopo qualche giorno, improvvisamente il cactus si mise a fiorire, i fiori erano belli e tanti. Ed i vermi si mutarono in farfalle magnifiche; volarono, portate dalla brezza primaverile. E’ il sistema di Dio. Il migliore!"
Conclusione
Un giorno fu chiesto a diversi artisti di illustrare il loro concetto di tentazione. Quando, dopo averli terminati, fu chiesto loro di togliere il velo dalle loro opere, si vide che alcuni avevano dipinto i tentativi dell’uomo di raggiungere la fama e la fortuna ad ogni costo, mentre altri avevano dipinto la lotta dell’umanità contro le seduzioni della carne. Il pittore che vinse il concorso, però, aveva dipinto un quadro molto diverso. Rappresentava un bel paesaggio di campagna con un uomo che stava camminando all’ombra fresca degli alberi per un sentiero attorniato da bei fiori di campo. Davanti a lui, però, c’era un bivio: un sentiero che voltava a destra ed uno che voltava a sinistra. L’artista cercava di comunicare il pensiero che le seduzioni del peccato sono dapprima molto sottili, innocenti ed invitanti come un bel sentiero di campagna! Nel quadro, il sentiero che voltava a sinistra sembrava altrettanto invitante di quello che voltava a destra. Ma se il viandante avesse preso quello di sinistra, sarebbe dopo poco subito finito nelle sabbie mobili del peccato, che avrebbero sporcato la sua vita e rovinato la sua testimonianza.
Gesù, in perfetta comunione con Dio Padre, pronto ad udire con fiducia la Sua parola, indicazione e guida, pronto ad ubbidirgli in ogni caso, determinato a perseguire la Sua volontà e ripieno della potenza dello Spirito Santo, era pronto ad affrontare ogni tentazione. Il nostro testo dice che: "E quando il diavolo ebbe finito ogni tentazione, si allontanò da lui, fino ad un certo tempo". Perduta questa partita, avrebbe ancora voluta "la rivincita": ci sarebbero ancora stati momenti di tentazione e di tenebre, ma avrebbe resistito, guardando al meglio che sarebbe venuto.
Dice la lettera agli Ebrei: "...teniamo gli occhi fissi su Gesù, autore e compitore della nostra fede il quale, per la gioia che gli era posta davanti, soffrì la croce disprezzando il vituperio e si è posto a sedere alla destra del trono di Dio... Considerate colui che sopportò una tale opposizione... affinché non vi stanchiate e non veniate meno" (Eb. 12:2,3). Ottimo consiglio, non è vero? Come lo è in tante altre cose, Gesù è nostro modello e forza, anche quando vogliamo sfuggire alla trappola delle tentazioni.
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