Oggi non è difficile incontrare persone che mettono in evidenza tutto ciò che, secondo loro, costituisce un motivo di vanto.
Ma il cristiano, qualunque sia il suo ruolo o ministero, di cosa può vantarsi?

  • Del Suo predicare il Vangelo?
Certamente no, infatti la Parola dice:
“Perché se io evangelizzo, non ho da trarne vanto, poiché necessità me n'è imposta; e guai a me, se non evangelizzo!”  (I Corinzi 9:16).

  • Della sua conoscenza della Parola?
Neanche, poiché la Parola dice:
“  Or noi abbiam ricevuto non lo spirito del mondo, ma lo Spirito che vien da Dio, affinché conosciamo le cose che ci sono state donate da Dio;

  • Degli altri doni o virtù che ha (o pensa d’avere)?
Nemmeno, perché la Parola dice:
“ … E che hai tu che non l'abbia ricevuto? E se pur l'hai ricevuto, perché ti glori come se tu non l'avessi ricevuto?”  (I Corinzi 4:7).

  • Del suo eloquio nel predicare?
No, la Parola dice che delle cose di Dio …:
“ … noi ne parliamo non con parole insegnate dalla sapienza umana, ma insegnate dallo Spirito, adattando parole spirituali a cose spirituali” (I Corinzi  2:12).


  • Del numero di persone che ha portato nella chiesa?
Nemmeno, infatti la Parola dice:
“Se l'Eterno non edifica la casa, invano vi si affaticano gli edificatori; se l'Eterno non guarda la città, invano vegliano le guardie” (Salmi 127:1).

  • Della maestosa costruzione che ha realizzato (o contribuito a r.) e nella quale ha serbato un luogo ove ci si riunisce per dare culto al Signore?
Non ci pensi, neanche se la costruzione fosse al livello del Tempio di Salomone avrebbe qualcosa da vantare davanti a Dio; Egli dice:
“Ma Salomone fu quello che gli edificò una casa.
L'Altissimo però non abita in templi fatti da man d'uomo, come dice il profeta:
Il cielo è il mio trono, e la terra lo sgabello de' miei piedi. Qual casa mi edificherete voi? dice il Signore; …”  (Atti  7:47).

  • Della sua grande fatica nell’opera del Signore?
Neanche questo, perché Gesù ha detto ai Suoi discepoli :
“ Così anche voi, quand'avrete fatto tutto ciò che v'è comandato, dite: Noi siamo servi inutili; abbiam fatto quel ch'eravamo in obbligo di fare” (Luca 17:10).
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La Parola insegna:
Il vostro vantarvi non è buono. Non sapete voi che un po' di lievito fa lievitare tutta la pasta? (I Corinzi 5:6).

Il “vanto” proviene dallo spirito di superbia che, entrato nell’uomo, trascina dietro di se quello della presunzione e quest’ultimo spirito fa deviare l’uomo dalla retta via del Signore e gonfia l’uomo d’orgoglio.

Ecco che, a questo punto, l’uomo orgoglioso di se stesso è diventato vanitoso e si lascia anche facilmente corrompere dall’adulazione degli altri.

In queste condizioni, quale esempio di santità cristiana può essere per gli altri?
Può dire: “Siate miei imitatori, come anch'io lo sono di Cristo”  (I Corinzi 11:1) ?

Chi si vanta di non possedere l’Amore di Dio, cioè la Carità!
Troviamo scritto infatti:
“La carità è paziente, è benigna; la carità non invidia; la carità non si vanta, non si gonfia,…” (I Corinzi 13:4).

Chiunque si vanta (Pastore, Anziano o novizio) cade con il suo orgoglio nella condanna del diavolo! (Cfr. I Timoteo 3:6)

Ma esiste un pericolo anche per chi si lascia trascinare fuori dal sentiero di Verità e di Amore che è quello del Signore, infatti la Parola ci avverte:
 “Nessuno a suo talento vi defraudi del vostro premio per via d'umiltà e di culto degli angeli affidandosi alle proprie visioni, gonfiato di vanità dalla sua mente carnale,” (Colossesi 2:18).

Dobbiamo pregare il Signore che ci apra bene gli occhi e le orecchie per non essere sedotti, Egli stesso ci invita a “porre mente a ciò che udiamo” (Cfr. Marco 4:24)!

Attenzione alla Parola che ci dice…: 
 “Se qualcuno insegna una dottrina diversa e non s'attiene alle sane parole del Signor nostro Gesù Cristo e alla dottrina che è secondo pietà, esso è gonfio e non sa nulla; ma langue intorno a questioni e dispute di parole, dalle quali nascono invidia, contenzione, maldicenza, cattivi sospetti, acerbe discussioni d'uomini corrotti di mente e privati della verità, i quali stimano la pietà esser fonte di guadagno” (I Timoteo  6:3-5).

Quindi, confrontiamo sempre ciò che ascoltiamo con la Parola e se, sul momento, essa non ci è chiara aspettiamo che Dio ce la riveli illuminandola nel nostro cuore per mezzo del Suo Spirito.


Come nasce la seduzione che porta l’uomo ad ospitare lo spirito d’orgoglio e come combatterla

Quando gli occhi dell’uomo si posano su cose visibili che egli ha, fatto o partecipato a fare, quasi sempre  sente una voce nella sua mente che gli dice:
Guarda cosa ho fatto per il Signore!”.

Il nemico parla, di solito, nella mente umana, in “prima persona”, cercando, così, di far passare la sua voce per il pensiero dell’uomo stesso che sta tentando!
A questo punto l’uomo, se riconosce la provenienza diabolica della voce, deve scacciarla sgridando il nemico, che sta operando nella sua mente, nel nome di Gesù Cristo.

Ora vedremo in cosa consista il “vanto del cristiano”.

Il vanto della speranza
Premesso che, come abbiamo visto sopra, la Parola ci dice che il vantarsi non è buono, come dobbiamo interpretarla quando vi leggiamo:
“ … e la sua casa siamo noi se riteniam ferma sino alla fine la nostra franchezza e il vanto della nostra speranza” (Ebrei 3:6)?
In questo versetto si parla del vantarsi di una speranza “certa”, che si basa non su qualcosa che l’uomo possa avere, ma sulle promesse di Dio che non possono venir meno.

Il vanto interiore
San Paolo disse:
Questo, infatti, è il nostro vantola testimonianza della nostra coscienza, che ci siam condotti nel mondo, e più che mai verso voi, con santità e sincerità di Dio, non con sapienza carnale, ma con la grazia di Dio.
Poiché noi non vi scriviamo altro se non quel che leggete o anche riconoscete; e spero che sino alla fine riconoscerete, come in parte avete già riconosciuto, che noi siamo il vostro vanto, come anche voi sarete il nostro nel giorno del nostro Signore, Gesù”
(II Corinzi  1:12-14)

Se abbiamo letto attentamente quanto precede, San Paolo parla di un vanto interiore per una conduzione di vita santa e sincera, di una sapienza e dei frutti, il tutto proveniente da Dio e che per lui saranno motivo di gloria nel giorno del Signore.
San Paolo usa la parola “vanto” (senza alcun spirito di orgoglio) per indicare lo stato di gioia interiore che la Sua coscienza gli rende davanti a Dio.
Per questo è scritto anche:
 “ … Chi si gloria, si glori nel Signore” (I Corinzi 1:31).

Il vanto dell’abnegazione e dell’altruismo
Egli dice ancora:
“Ho io commesso peccato quando, abbassando me stesso perché voi foste innalzati, v'ho annunziato l'evangelo di Dio gratuitamente?
Ho spogliato altre chiese, prendendo da loro uno stipendio, per poter servir voi;
e quando, durante il mio soggiorno fra voi, mi trovai nel bisogno, non fui d'aggravio a nessuno, perché i fratelli, venuti dalla Macedonia, supplirono al mio bisogno; e in ogni cosa mi sono astenuto e m'asterrò ancora dall'esservi d'aggravio.
Com'è vero che la verità di Cristo è in me, questo vanto non mi sarà tolto nelle contrade dell'Acaia” (II Corinzi  11:7-10).

Ecco, ancora, cosa costituisce motivo di vanto per il cristiano:
  1. annunziare l’Evangelo gratuitamente e servire il Signore senza alcun fine personale;
  2. non essere d’aggravio ad alcuno;
  3. spendere la propria vita facendo il bene come cosa grata a Dio!

Questo ci viene confermato da quanto ci dice l’Apostolo Pietro con le parole:
“Infatti, che vanto c'è se, peccando ed essendo malmenati, voi sopportate pazientemente? Ma sefacendo il bene, eppur patendo, voi sopportate pazientemente, questa è cosa grata a Dio” (I Pietro 2:20).

Il vanto delle sofferenze
Il cristiano opera di buon animo senza sperare in alcuna ricompensa materiale affidandosi interamente dal Signore al quale subordina tutta la propria vita. 
Egli non pensa al benessere del corpo o all’agiatezza della propria vita, perché, come dice San Paolo :“ … io stimo che le sofferenze del tempo presente non siano punto da paragonare con la gloria che ha da essere manifestata a nostro riguardo” (Romani 8:18).

I santi sanno che nel mondo avranno tribolazioni (Cfr. Giov. 16:33) ma proseguono il corso verso la meta (Cfr. Filippesi 3:14) sulle orme di Cristo e non considerano il giudizio e la gloria degli uomini ma solo quello di Dio.

San Paolo disse:
 “Fino a questa stessa ora, noi abbiamo e fame e sete; noi siamo ignudi, e siamo schiaffeggiati, e non abbiamo stanza ferma, e ci affatichiamo lavorando con le nostre proprie mani; ingiuriati, benediciamo; perseguitati, sopportiamo; diffamati, esortiamo;
siamo diventati e siam tuttora come la spazzatura del mondo, come il rifiuto di tutti” (I Corinzi 4:11-13).

Ed ancora:
 “Noi non diamo motivo di scandalo in cosa alcuna, onde il ministerio non sia vituperato;
ma in ogni cosa ci raccomandiamo come ministri di Dio per una grande costanza, per afflizioni, necessità, angustie, battiture, prigionie, sommosse, fatiche, veglie, digiuni, per purità, conoscenza, longanimità, benignità, per lo Spirito Santo, per carità non finta;
per la parola di verità, per la potenza di Dio; per le armi di giustizia a destra e a sinistra,
in mezzo alla gloria e all'ignominia, in mezzo alla buona ed alla cattiva riputazione; tenuti per seduttori, eppur veraci;
sconosciuti, eppur ben conosciuti; moribondi, eppur eccoci viventi; castigati, eppur non messi a morte;
contristati, eppur sempre allegri; poveri, eppure arricchenti molti; non avendo nulla, eppur possedenti ogni cosa! (II Corinzi  6:3-10).

C’è da meditare moltissimo su queste ultime parole!
Il Signore conceda a noi cristiani di poter “gioire” in questo Nuovo Anno 2013 … anche per una sola di queste cose.

Oggi, molti si gonfiano vantandosi di tante altre cose dimenticando che … il regno di Dio non consiste in parlare, ma in potenza (Cfr. I Corinzi  4:20), una potenza … che si dimostra perfetta nella debolezza! (Cfr. II Corinzi 12:9).

Lode e gloria al Signore Gesù Cristo nostro Salvatore benedetto in eterno.

Amen.



di: Antonio Strigari