per capirci

GIACOMO 1, 2-4

Fratelli, considerate come motivo di gaudio perfetto le diverse prove alle quali voi potete essere esposti, sapendo che la fede messa
alla prova produce la pazienza. E' necessario però che la pazienza compia perfettamente l'opera sua, affinché voi siate pure perfetti ed
integri, senza mancare in niente.(Giacomo 1; 2-4)

Emmanuel

domenica 18 maggio 2014

Cosa vuol dire essere cristiano?


— PARTE PRIMA —
ESSERE CRISTIANO è molto di più che semplicemente identificarsi con una religione o sostenere certe tradizioni o valori morali. Essere cristiano significa aver creduto a ciò che la Bibbia afferma su Dio, sull’uomo e sulla salvezza. In Italia, la stragrande maggioranza delle persone afferma di essere cristiana, ma allo stesso tempo pensa di poter esserlo a modo suo. Se sei tra questi, considera queste sei verità della Scrittura:

1. Dio è il creatore sovrano

Il pensiero contemporaneo sostiene che l’uomo sia il prodotto di un’evoluzione che continua ancora oggi. La Bibbia, al contrario, afferma che noi siamo stati creati da un Dio personale per amarlo, servirlo, e godere una relazione con Lui per l’eternità. Un pensiero diametralmente opposto! Il Nuovo Testamento rivela che fu Gesù Cristo stesso a creare tutte le cose (Giovanni 1:3; Colossesi 1:16). A Lui appartiene ogni cosa e Lui ha il diritto di regnare (Salmo 103:19). In altre parole, Dio ha piena autorità sulle nostre vite e noi abbiamo l’obbligo di rendergli lealtà assoluta, obbedienza e adorazione.

2. Dio è santo

La caratteristica di Dio per noi più difficile da comprendere è la sua assoluta e perfetta santità, perché è ciò che lo rende così diverso da noi. La Scrittura afferma ripetutamente questa verità (Isaia 6:3). Dio non può commettere né approvare il male (Giacomo 1:13), Dio non può mentire (Tito 1:2), Dio non può peccare. Non solo, ma a causa del suo carattere santo, Egli pretende la santità anche da noi. L’apostolo Pietro lo ricorda, nella sua lettera ai cristiani del primo secolo, citando le parole di Dio stesso:“Siate santi perché io sono santo” (1 Pietro 1:16).

3. L’uomo è un peccatore

Secondo le Scritture ogni uomo ha peccato ed è colpevole verso Dio: “Non c’è uomo che non pecchi!” (1 Re 8:46); e ancora, “Tutti hanno peccato e sono privi della gloria di Dio” (Romani 3:23). Questo non significa che siamo totalmente incapaci di agire con bontà e cortesia. Il problema è, invece, che siamo incapaci, così come siamo, di capire, amare e piacere a Dio (Romani 3:10-12).

4. Il peccato richiede una condanna

La santità e la giustizia di Dio richiedono che ogni azione peccaminosa sia punita con la morte (Ezechiele 18:4; Romani 6:23). Cercare semplicemente di cambiare il nostro comportamento non risolverebbe il problema del peccato e delle sue conseguenze. Cosa ne faremmo dei peccati commessi in passato? E come potremmo riuscire a cambiare la nostra natura? La risposta di Dio è retorica: “Può un Cusita cambiare la sua pelle o un leopardo le sue macchie? Solo allora anche voi, abituati come siete a fare il male,potrete fare il bene” (Geremia 13:23). Cambiare la nostra natura è impossibile! Quindi, la condanna rimane su di noi.

5. Gesù Cristo è il Signore e il Salvatore

Anche se la giustizia di Dio richiede la morte del peccatore a causa del peccato, Dio nel suo grande amore ha provveduto un Salvatore che ha pagato il debito morendo al posto dei peccatori (1 Pietro 3:18). La morte di Gesù Cristo sulla croce ha soddisfatto le richieste imposte dalla santità di Dio (2 Corinzi 5:21), il quale ora è pronto a perdonare e salvare chiunque pone la sua fede soltanto in Cristo per la sua salvezza (Romani 3:26).

6. La natura della vera fede 

La fede vera, quella di cui parla la Bibbia, è caratterizzata dal ravvedimento per i propri peccati. Ravvedersi o pentirsi non è soltanto un’esperienza emotiva; significa essere d’accordo con Dio di essere peccatori, confessare i propri peccati a Lui, fare la scelta consapevole di allontanarsi da essi (Luca 13:3, 5; 1 Tessalonicesi 1:9), e iniziare a seguire Cristo ubbidendo alle sue richieste (Matteo 11:28-30; Giovanni 17:3; 1 Giovanni 2:3).

Non basta credere a certi fatti storici su Gesù o che Lui sia esistito. Nessuno oggi ha dubbi sul fatto che Gesù sia un personaggio storico. Oltretutto la Bibbia dice che anche Satana e i suoi demoni credono nel vero Dio (Giacomo 2:19) e malgrado questo non lo amano né gli ubbidiscono. La vera fede, quella che come risultato produce la salvezza dell’anima, risponde sempre con l’ubbidienza (Efesini 2:10).

Essere cristiano significa molto più che identificarsi con una religione. Questo anche in Italia. Né tu né io siamo l’eccezione!
— PARTE SECONDA —
NOI ITALIANI dovremmo essere maestri nel sapere cosa significa essere cristiani.
Per secoli la Chiesa Romana ha considerato il nostro Paese come un proprio territorio irrinunciabile, l’epicentro dal quale svolgere la sua missione. Abbiamo chiese ovunque e ne spuntano di nuove a ogni angolo di strada; testimonianza dell’influenza che la religione ha avuto in Italia. Eppure gli italiani sono divisi tra la devozione a Maria e la ricerca maniacale del benessere materiale. E non sanno cosa significhi essere cristiano.
Per molti, cristiano è semplicemente sinonimo dell’essere umano. Altri pensano che essere cattolici è essere cristiani. Ma è stato proprio l’Apostolo Pietro, considerato dalla Chiesa il primo Papa della storia, a parlare della caratteristica che, più d’ogni altra, contraddistingue un vero credente in Cristo da chi lo è solo nominalmente. Qualcosa che lo rende del tutto diverso dagli altri.
Nella sua prima lettera ai credenti del primo secolo, l’Apostolo scrive di Cristo: “Benché non l’abbiate visto, voi lo amate; credendo in lui, benché ora non lo vediate, voi esultate di gioia ineffabile e gloriosa” (1 Pietro 1:8).
Pietro dice: “Benché non l’abbiate visto, voi lo amate”. Non ha bisogno di comandare che i credenti amino Cristo, perché nel cuore di ogni vero cristiano c’è un’attrazione e un affetto per la persona di Cristo, un attaccamento appassionato a Lui, che lo sprona a seguirlo costi quel che costi.
L’Apostolo Paolo scrive in 1 Corinzi 16:22: “Se qualcuno non ama il Signore, sia anatema”. Sono parole forti, scioccanti. Se non ami Cristo, sei anatema! Significa che sei condannato all’inferno, a meno che tu non ti ravveda.
Può darsi che tu ti ritenga un cristiano perché credi che Gesù sia esistito e leggi la Bibbia ogni tanto. Forse preghi ai santi, accendi qualche candela in chiesa. Ma questo non fa di te un cristiano. Se non ami Cristo, sei spiritualmente morto. Senza la vita di Cristo sei ancora morto nei tuoi peccati.
Credere che Cristo sia esistito non basta; bisogna anche amarlo. L’amore vivo per la persona di Gesù Cristo è quello che contraddistingue il vero cristiano. Dio mette questo amore per Cristo nel cuore di ogni persona che ha posto la sua fede in Lui. Così la fede e l’amore vanno insieme.
Cristo è degno del nostro amore
È normale amare i propri genitori, figli e amici, ma non tutti i nostri cari sono sempre amabili. Amiamo persone a volte egoiste, che ci fanno arrabbiare, che ci amano con un amore imperfetto e incostante. Ci offendono e urtano i nostri sentimenti. E noi, per non esser da meno, li ripaghiamo con la stessa moneta.
Non è così con Gesù. Non troverai nessuna incostanza né difetto in Lui. È sempre perfettamente amabile e degno del nostro pieno amore.
Considera la Sua divinità
Lui è il creatore di ogni cosa e tutte le cose sussistono in Lui. Gesù stesso è lo scopo per cui Dio ha creato l’universo (Colossesi 1:16,17).
È lodato dagli angeli in cielo (Ebrei 1:6).
Possiede tutte le caratteristiche di Dio (Colossesi 2:9).
Prima che l’universo fosse, Lui già c’era (Giovanni 1:1). Nessuno Lo ha creato.
Lui è la fonte di ogni saggezza e conoscenza (Colossesi 2:3).
Lui è colui che sarà il giudice dei vivi e dei morti (Atti 10:42,43).
Considera la Sua umanità
Ha lasciato la sua gloria e il suo trono in cielo dov’era stato adorato da tutta l’eternità (Giovanni 17:5). Ha aggiunto l’umanità alla sua divinità per essere chiamato Emmanuele, “Dio con noi” (Matteo 1:23). Dio con noi uomini!
Anche se gli spettava d’essere adorato e servito da tutti, si è umiliato diventando un servo di tutti (Filippesi 2:6-8). Così, ha velato la sua gloria per nascere in un corpo e vivere le debolezze dell’infanzia umana. Il Creatore entrò nella sua creazione, ma non fu riconosciuto dalle sue creature. Lui, l’unico a non aver mai peccato, ha vissuto in mezzo ai peccatori più incalliti.
Perché l’ha fatto? Siamo forse noi esseri umani tanto amabili da meritare questo? No. Eravamo suoi nemici, l’opposto di amabili.
Considera il suo amore per i peccatori
Mentre era sulla terra, contrariamente a quello che i religiosi del suo tempo s’aspettavano da Lui, Gesù frequentava e cenava con peccatori. Per questo lo chiamavano con disprezzo “amico dei peccatori” (Matteo 11:19).
Dopo aver fatto, come testimoniava la gente di Lui, “ogni cosa bene” (Marco 7:37) è stato tradito da un amico per essere condannato ingiustamente a morte. È stato schernito da coloro che lo hanno crocifisso.
Mentre soffriva e agonizzava sulla croce, ha salvato dalla morte eterna il ladro crocifisso per i suoi crimini accanto a Lui.
Ha preso su di sé la pena per il nostro peccato (2 Corinzi 5:21).
In tutto questo, Gesù ha mostrato il suo grande amore per i peccatori. “In questo è l’amore: non che noi abbiamo amato Dio, ma che egli ha amato noi, e ha mandato suo Figlio per essere il sacrificio propiziatorio per i nostri peccati” (1 Giovanni 4:10).
L'amore di Gesù è libero e incondizionato
Quanto è meraviglioso quest’amore! Non dipende dalle opere umane e non è impedito dal peccato dell’uomo. Quella di amarci è stata una sua scelta!
Gesù ha amato i suoi quando loro ancora non lo amavano (1 Giovanni 4:19). Nessun peccato nella vita di un credente gli farà mai cambiare idea, né smettere di amarlo. A differenza di noi umani, la sua pazienza non verrà mai meno e Lui non tradirà chi si affida a Lui.
Addirittura Lui ama ogni suo discepolo, malgrado la piena conoscenza che abbia di ogni nostro pensiero!
Lui non caccia via le sue pecore (i suoi seguaci), ma simpatizza con le loro debolezze, tanto che ciascuna può avvicinarsi con piena fiducia al suo trono di grazia (Ebrei 4:14-16).
Per tutto questo, un vero cristiano lo ama, benché non l’abbia visto.
A questo punto la domanda è semplice; non devi essere laureato in teologia per rispondere. Anche un bambino potrebbe farlo. Ami tu Cristo?
Che cosa direbbe l’Apostolo Pietro di te? Sei un cristiano?
di Marcello Monni

http://vocechegrida.ning.com/forum/topics/cosa-vuol-dire-essere-cristiano


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