per capirci

GIACOMO 1, 2-4

Fratelli, considerate come motivo di gaudio perfetto le diverse prove alle quali voi potete essere esposti, sapendo che la fede messa
alla prova produce la pazienza. E' necessario però che la pazienza compia perfettamente l'opera sua, affinché voi siate pure perfetti ed
integri, senza mancare in niente.(Giacomo 1; 2-4)

Emmanuel

mercoledì 25 settembre 2013

Chi schiaccerà il capo al serpente?

Tra i moltissimi articoli presenti in rete che propongono commenti alla narrazione di Genesi cap.3 (ovvero, il brano biblico che parla della caduta dei nostri progenitori), è possibile trovarne diversi che offrono interpretazioni più o meno bizzarre sulla figura della quale viene detto che avrebbe «schiacciato il capo al serpente» (Ge.3:15). Ultimamente ho letto un commento, di matrice cattolica, che collegava tale profezia veterotestamentaria al personaggio di Maria, dipingendola quindi sotto una luce che la vedrebbe nientemeno che vincitrice sul nemico di Dio. Ma è proprio così? Il personaggio di cui parla questo scorcio di Genesi può essere ricondotto a Maria, oppure si tratta di qualcun altro? Analizzare una questione del genere può sembrare un inutile passatempo filosofico, qualcosa senza nessuna ricaduta pratica, ma, se ci fermiamo a riflettere, comprenderemo che avere un parere piuttosto che un altro su questo tema può influenzare molto il nostro approccio dottrinale, e farci arrivare a conclusioni decisamente distanti, a seconda della nostra posizione. Se desideriamo essere dei cristiani biblici, ovvero dei cristiani che hanno a cuore di capire cosa Dio abbia voluto rivelarci nella sua Parola, non possiamo accontentarci di cogliere una tra le tante opinioni che si sentono in giro: dobbiamo andare alla fonte, per capire come stanno le cose secondo l’Eterno.
Iniziamo con la lettura del versetto in oggetto: rivolto al serpente, Dio pronuncia la seguente dichiarazione. «Io porrò inimicizia fra te e la donna, e fra la tua progenie e la progenie di lei; questa progenie ti schiaccerà il capo e tu le ferirai il calcagno» (Ge.3:15). Per un’analisi più approfondita riguardo all’identità del serpente, si veda il nostro articolo Considerazioni su Genesi, cap.3.
Come detto poco sopra, alcuni interpreti, utilizzando criteri ermeneutici poco ortodossi, tracciano un parallelo tra la «donna» del versetto e la figura di Maria, che viene considerata quindi «progenie della donna». Se tale parallelo risultasse vero, ne dovremo dedurre che Maria è in qualche modo attualmente vivente (contrariamente all’insegnamento biblico riguardante chi abita l’eternità), e che occupa un ufficio di assoluto primo piano, perché addirittura deputata all’abbattimento del primo essere spirituale creato, quest’ultimo tanto potente da essere additato come la causa scatenante dello stato di miseria del genere umano. Insomma, un compito decisamente arduo per una semplice donna ebrea vissuta circa duemila anni fa. Volendo conoscere l’identità della progenie della donna, siamo chiamati ad investigare il testo ebraico: non dimentichiamo infatti che la resa italiana del versetto è una traduzione, e che confrontandoci con la lingua originale potremmo cogliere dei particolari interessanti.
In effetti, in ebraico notiamo che il riferimento alla progenie che schiaccia la testa del serpente è reso come « האו ישפך ראש», «hu ishufka rosh». Nel passo viene utilizzato il pronome personale singolare maschile «hu» per definire la discendenza della donna, ed il brano assume quindi il senso letterale di «Egli ti schiaccerà la testa». Si tratta di un chiaro segnale ad escludere riferimenti femminili, e di conseguenza qualsivoglia indicazione verso Maria. Nel brano analizzato, Dio sta chiaramente parlando di una discendenza maschile. Ad ogni modo, se tale interpretazione è corretta, è necessario che la Bibbia avvalli questa tesi, fornendo dettagli attraverso i quali identificare correttamente la «discendenza della donna». Dunque, dobbiamo vedere cosa hanno scritto gli autori biblici, e ci rifaremo soprattutto all’apostolo Paolo, che nel periodo immediatamente successivo alla sua conversione analizzò da capo tutto ciò che sapeva sulle Scritture, per trovare conferme sulla sua fede.
Nel salutare i lettori italiani, Paolo scrisse nella chiosa della sua epistola ai Romani un invito a guardare oltre le sofferenze momentanee, fissando lo sguardo verso il giorno in cui Gesù sarebbe tornato a giudicare il mondo e prendere con Sé i suoi. L’apostolo affermò: «Il Dio della pace stritolerà presto Satana sotto i vostri piedi» (Ro.16:20). In molte lettere paoline troviamo richiami alla Genesi, ad esempio quando Paolo intende far riflettere sull’istituzione divina del matrimonio. Anche nel nostro caso, il lettore è portato a considerare la prima promessa di salvezza che viene fatta al genere umano, ovvero il passo di Genesi 3:15. In gergo tecnico, tale versetto è definito «proto-evangelo»,  ovvero un’enunciazione ante-litteram della buona notizia (dal greco «eu aggelion») della salvezza per l’umanità. In Genesi 3:15, appena dopo la ribellione dei nostri progenitori e l’ingresso del peccato nel mondo, Dio promette la disfatta di Satana, e l’avvento di un liberatore, che ora sappiamo essere maschio.
Il passo di Romani, così come redatto da Paolo, mostra uno sviluppo del discorso, dato dal conoscere l’identità del liberatore. Egli asserisce che sarebbe stato «il Dio della pace» a stritolare Satana. Ma se è Dio a compiere questa salvezza, come può Egli essere discendenza (o progenie) della donna? Nel Salmo 132, al versetto 11, vediamo come ci venga ricordata la promessa di Dio al re Davide: «Il SIGNORE ha fatto a Davide questo giuramento di verità, e non lo revocherà: "Io metterò sul tuo trono un tuo discendente» (Sal.132:11), ed il profeta Isaia asserì: «il Signore stesso vi darà un segno: Ecco, la giovane concepirà, partorirà un figlio, e lo chiamerà Emmanuele» (Is.7:14). Come abbiamo già avuto modo di vedere in altre occasioni, il termine «Emmanuele» si rende come «im anu el», letteralmente «con noi Dio». Dunque, questo discendente davidico (umano, e pertanto discendenza della donna in quanto discendente di Eva), avrebbe avuto in sé – in modo misterioso – la caratteristica della divinità.
Nel presentarsi a Maria per informarla della sua gravidanza, l’angelo Gabriele le disse: «Ecco, tu concepirai e partorirai un figlio, e gli porrai nome Gesù.  Questi sarà grande e sarà chiamato Figlio dell'Altissimo, e il Signore Dio gli darà il trono di Davide, suo padre. Egli regnerà sulla casa di Giacobbe in eterno, e il suo regno non avrà mai fine» (Lc.1:31-33). In tale dichiarazione vediamo congiungersi quanto detto fin qui: Gesù era un uomo, ma è altresì Dio incarnato, e per discendenza davidica sappiamo che a Lui era destinato il trono di Israele. Non solo: notiamo come «il suo regno non avrà mai fine», ossia abbia la caratteristica di eternità propria della sfera divina.
Paolo parla però del «Dio della pace»: in che modo possiamo considerare tale Gesù? Della sua natura divina abbiamo parlato in modo molto breve (e, per approfondimenti, rimandiamo all’articolo La divinità di Cristo in Apocalisse), ma che dire dell’aspetto legato alla «pace»? Nel suo profetizzare, vedendo anticipatamente la nascita di Cristo, Isaia continuò dicendo: «Poiché un bambino ci è nato, un figlio ci è stato dato, e il dominio riposerà sulle sue spalle; sarà chiamato Consigliere ammirabile, Dio potente, Padre eterno, Principe della pace, per dare incremento all'impero e una pace senza fine al trono di Davide e al suo regno, per stabilirlo fermamente e sostenerlo mediante il diritto e la giustizia, da ora e per sempre: questo farà lo zelo del SIGNORE degli eserciti» (Is.9:6-7).
È lampante come tale profezia tracci il parallelo con le dichiarazioni dell’angelo a Maria, e vediamo come in essa si parli delle caratteristiche del Messia in termini della pace che avrebbe portato al popolo di Israele. Tuttavia, un limite della profezia veterotestamentaria è data dal fatto che i profeti non potevano discernere con precisione i momenti storici in cui si sarebbero verificati certi avvenimenti, e dunque spesso riportano i propri vaticini con un notevole «appiattimento temporale», dove sembra esserci una soluzione di continuità senza interruzioni dal momento della profezia al suo adempimento definitivo. Isaia, nell’ottavo secolo prima di Cristo, parla della figura di Gesù in termini che paiono imminenti; Paolo, nel suo scrivere posteriormente alla prima venuta di Cristo, enuncia come il giudizio finale sia relativamente vicino, ma in ogni caso  ancora futuro.
Senza volerci dilungare ora sulle questioni legate ai tempi e modi dell’escatologia, vediamo comunque il palese parallelo tra la figura di Gesù e la progenie della donna di Genesi 3:15. Abbiamo visto che tale progenie è dichiaratamente maschile, dunque parliamo di un liberatore; abbiamo considerato brevemente come il giudizio finale sarà eseguito da Dio stesso, e come in Gesù sia presente la natura divina, e la regalità della stirpe davidica. Rimane da chiarire il senso dello «schiacciamento della testa del serpente»: in che modo Gesù farà questo? Che cosa significherà questa azione? Ed in ultimo, dal momento che Paolo afferma che Dio schiaccerà Satana sotto i nostri piedi, in che modo i cristiani hanno parte in questo? Vediamolo brevemente.
Riguardo al modo, sappiamo dalle Scritture che l’opera di Cristo occupa due momenti specifici nel tempo: uno nel passato – parlando dal nostro punto di vista – ed uno che ci è futuro. Nel passato, la sua morte di croce ha costituito il modo in cui il perdono di Dio è potuto giungere a tutti coloro che, in ogni epoca, mettono la propria fede in Gesù. Infatti «Dio era in Cristo nel riconciliare con sé il mondo, non imputando agli uomini le loro colpe» (2Co.5:19), bensì facendo in modo che Gesù, l’Agnello sacrificale di Dio, caricasse su di Sé la nostra ribellione verso l’Eterno, e pagasse per l’umanità impotente, offrendosi al giudizio divino al posto nostro. Paolo ricorderà che «Colui che non ha conosciuto peccato, egli lo ha fatto diventare peccato per noi, affinché noi diventassimo giustizia di Dio in lui» (2Co.5:21), ovvero che era necessario – per la nostra salvezza – che venisse compiuto uno scambio: noi, reietti e impossibilitati a guadagnarci il perdono di Dio, con Gesù, Dio incarnato e venuto al mondo per appianare la distanza che ci separava dall’Altissimo. In quest’opera grandiosa vi è già una vittoria devastante sul serpente antico, su Satana. Infatti, nello scrivere ai credenti della città di Colosse, Paolo dirà loro: «Voi, che eravate morti nei peccati e nella incirconcisione della vostra carne, voi, dico, Dio ha vivificati con lui, perdonandoci tutti i nostri peccati; egli ha cancellato il documento a noi ostile, i cui comandamenti ci condannavano, e l'ha tolto di mezzo, inchiodandolo sulla croce; ha spogliato i principati e le potenze, ne ha fatto un pubblico spettacolo, trionfando su di loro per mezzo della croce.» (Col.2:13-15). Principati e potenze sono gli spiriti asserviti a Satana, che assieme al loro padrone lavorano incessantemente affinché l’uomo rimanga lontano da Dio e ben immerso nei propri peccati, permanendo sotto giudizio. Ma Gesù, con il suo sacrificio vicario, offre all’umanità la via di uscita, la rottura delle nostre catene, e di fatto rende impotenti queste forze spirituali. In parole povere: una volta che un uomo si consegna a Cristo per essere perdonato, egli sfugge al destino a cui l’antica seduzione del serpente aveva condannato la specie umana.
Il definitivo compimento della vittoria di Cristo avverrà in un futuro sconosciuto, del quale, per non sapendone con precisione il momento, abbiamo delle indicazioni scritturali che sono utili non tanto a determinare l’istante in cui Gesù comparirà una seconda volta (come dalla promessa di At.1:11), ma a comprendere lo «spirito del tempo» che caratterizzerà il ritorno di Cristo. Per esempio, scrivendo al discepolo Timoteo, Paolo avvertirà che «negli ultimi giorni verranno tempi difficili; perché gli uomini saranno egoisti, amanti del denaro, vanagloriosi, superbi, bestemmiatori, ribelli ai genitori, ingrati, irreligiosi, insensibili, sleali, calunniatori, intemperanti, spietati, senza amore per il bene, traditori, sconsiderati, orgogliosi, amanti del piacere anziché di Dio, aventi l'apparenza della pietà, mentre ne hanno rinnegato la potenza» (2Ti.3:1-5), mentre l’apostolo Giovanni, identifica l’avvicinarsi del ritorno di Gesù mettendolo in relazione con la crescente apostasia della fede, quando asserisce «ragazzi, è l'ultima ora. Come avete udito, l'anticristo deve venire, e di fatto già ora sono sorti molti anticristi. Da ciò conosciamo che è l'ultima ora» (1G.2:18). Al di là delle circostanze che caratterizzano la seconda venuta di Cristo, vediamo che sarà proprio in quel contesto che si adempirà ciò che Paolo dice salutando i credenti di Roma, e che colui che fin dal principio seduce e distrugge l’uomo troverà la sua fine per mano del Signore dei signori.
«Allora sarà manifestato l'empio, che il Signore Gesù distruggerà con il soffio della sua bocca, e annienterà con l'apparizione della sua venuta» (2Ts.2:8)
In ultimo, ci siamo chiesti come mai l’apostolo, nel brano di Ro.16:20, affermi che il Dio della pace stritolerà Satana sotto i piedi dei credenti. In che modo i credenti hanno parte in questo piano di liberazione? Essi sono compartecipanti alla vittoria di Cristo: avendo messo in Lui la propria fiducia, ed avendo fatto di Lui il proprio Signore, desiderando seguirne gli insegnamenti in attesa del suo ritorno, Gesù eleva alla dignità di collaboratori – e addirittura di «fratelli» – tutti coloro che gli si affidano. È ovvio che nessun essere umano potrebbe vincere definitivamente questa battaglia, ma ciascun credente condividerà con Gesù la vittoria che Egli riporterà sul seduttore e sui suoi servitori.
Dice infatti l’epistola agli Ebrei: «Per condurre molti figli alla gloria, era giusto che colui, a causa del quale e per mezzo del quale sono tutte le cose, rendesse perfetto, per via di sofferenze, l'autore della loro salvezza. Sia colui che santifica sia quelli che sono santificati, provengono tutti da uno; per questo egli non si vergogna di chiamarli fratelli,  dicendo: "Annunzierò il tuo nome ai miei fratelli; in mezzo all'assemblea canterò la tua lode". E di nuovo: "Io metterò la mia fiducia in lui". E inoltre: "Ecco me e i figli che Dio mi ha dati". Poiché dunque i figli hanno in comune sangue e carne, egli pure vi ha similmente partecipato, per distruggere, con la sua morte, colui che aveva il potere sulla morte, cioè il diavolo, e liberare tutti quelli che dal timore della morte erano tenuti schiavi per tutta la loro vita» (Eb.2:10-15)
In conclusione, vediamo che fin dalla prima caduta dell’uomo, Dio aveva in mente il piano salvifico rivelatosi poi in Gesù Cristo, ossia in Dio fattosi uomo per il nostro beneficio. Ogni pagina delle Scritture guarda al momento della sua manifestazione definitiva, e ogni parola rende testimonianza del suo essere l’Unico intercessore e Signore, il solo che possa risollevare l’uomo dalla polvere per rivestirlo di grazia, vincendo una volta per tutte il nemico di Dio, e donando all’umanità fedele un’eternità di pace. Certo, le deviazioni dottrinali che creano dei veri e propri «pantheon devozionali» hanno tutto l’interesse nel non affermare l’assoluta ed unica maestà del Figlio di Dio.
A costoro, basti la dichiarazione che Dio stesso ci lascia per bocca del profeta Isaia: «Io sono il SIGNORE; questo è il mio nome; io non darò la mia gloria a un altro, né la lode che mi spetta agli idoli» (Is.42:8)


Emiliano Musso Data: 30/05/2013 18:22:23
Autore:  

 
 http://www.solovangelo.it/dettaglio.php?id=266&t=Chi_schiaccera_il_capo_al_serpente

mercoledì 4 settembre 2013

Il vero pentimento (pentimento per la vita)

 
«Dio dunque ha concesso il ravvedimento anche ai gentili per ottenere la vita!» (Atti 11:18)

Uno dei maggiori ostacoli che la religione cristiana non ha mai superato, è il pregiudizio inveterato, che possedeva le menti dei suoi primi seguaci. I credenti giudei, i dodici apostoli, e quelli che Gesù Cristo aveva chiamato dai dispersi di Israele, erano così attaccati all'idea che la salvezza fosse solo per i Giudei, e che nessuno, ma solo i discepoli di Abramo, o, in ogni caso, quelli circoncisi,  avrebbe potuto essere salvato; non potevano neanche pensare che Gesù fosse venuto per essere il Salvatore di tutti i popoli, e che in Lui sarebbero state benedette tutte le genti della terra. Fu con grande difficoltà che essi ammisero questa supposizione, era così contraria a tutta la loro educazione giudaica, che li  vediamo convocare Pietro prima di un consiglio dei Cristiani, per cercare di salvarlo, "sei andato da uomini non circoncisi e hai mangiato con loro." Né avrebbe potuto Pietro scagionare se stesso finché non avesse potuto provare che la cosa era giusta, così  disse che Dio gli era apparso in visione, dichiarando: "Ciò che Dio ha purificato, tu non puoi renderlo immondo", e disse che il Signore gli aveva ordinato di predicare il Vangelo a Cornelio e alla sua famiglia, in quanto essi erano dei credenti. Dopo queste parole la potenza della Grazia fu così imponente su quei giudei che essi non avrebbero potuto sopportarne di più: e a dispetto di tutta la loro educazione precedente, dovettero dare per scontato  subito il principio generale del cristianesimo,  e lodarono Dio dicendo: " Dio, dunque, ha concesso anche ai Gentili il pentimento per la vita. Benediciamo Dio ora che siamo liberi dalle pastoie del giudaismo, e che non siamo sotto quelle di un Gentilismo che a sua volta ha escluso il giudeo,  ma che viviamo così vicini al tempo benedetto che sta giungendo, quando il Giudeo e il Gentile, schiavo o libero, si sentiranno uno in Cristo Gesù, nostro Capo"

Io non ho intenzione ora, comunque, di dilungarmi su questo tema, ma il mio soggetto per questa mattina è " Il pentimento per la vita". Che Dio mi dia la grazia,  così da potervi dire quanto  la Sua parola possa essere come una spada tagliente, "che penetra fino a dividere l'anima dallo spirito, e le giunture dal midollo."

Attraverso le parole "il pentimento per la vita", penso che stiamo per comprendere che il pentimento è quello accompagnato da una vita spirituale nell'anima, e che assicura la vita eterna a tutti quelli che lo possiedono.  " Il pentimento per la vita", dico, porta con se la vita spirituale, o meglio, è la prima conseguenza di questa. Ci sono pentimenti che non sono segni di vita spirituale, ma solo di vita naturale, poichè sono compiuti solo dal potere della coscienza e dalla voce della natura che parla agli uomini, ma il pentimento di cui si parla qui è prodotto dall'Autore della vita, e quando esso arriva, genera tale vita nell'anima, che chi era "morto nei falli e nei peccati", è vivificato in Cristo; colui che non aveva predisposizioni spirituali, ora "riceve con mansuetudine la parola innestata",  colui che  era assopito  nel mezzo della sua corruzione, riceve il potere di diventare uno dei figli di Dio, e di essere vicino al Suo trono. Quello che  considero sia "il pentimento per la vita", è ciò che dà la vita a uno spirito morto. Ho anche detto, che questo pentimento assicura la vita eterna, perché, invece, vi sono pentimenti, di cui si sente parlare dagli uomini che non assicurano la salvezza dell'anima. Alcuni predicatori affermano che gli uomini possono pentirsi, e possono credere, eppure possono cadere e perire. Noi non passeremo il nostro tempo soffermandoci per esporre il loro errore in questa mattinata, lo abbiamo spesso considerato anche prima di oggi, e abbiamo smentito tutto quello che potevano dire a difesa del loro dogma. Lasciate che consideriamo un pentimento infinitamente migliore. Il pentimento del nostro esame non è il loro pentimento, ma è un "pentimento per la vita," un pentimento, che è un vero segno di salvezza eterna in Cristo, un pentimento che ci preserva attraverso questo nostro stato carnale temporaneo in Gesù, ma che quando saremo passati nell'eternità, ci offrirà una felicità che non potrà essere distrutta. «Il pentimento per la vita" è l'atto della salvezza dell'anima, il germe che contiene tutti elementi essenziali della salvezza, che ce li assicura, e ci prepara per loro.

Noi siamo qui, questa mattina, per considerare con attenzione scrupolosa e con potente preghiera il "pentimento" che è "per la vita". In primo luogo, vorrei dedicare quel che minuto alla considerazione  del falso pentimento, in secondo luogo, considererò i segni che contraddistinguono il vero pentimento, dopo di che esalterò la benevolenza divina di cui è scritto:  " Poiché Dio ha concesso anche ai gentili il pentimento per la vita".

I. FALSI RAVVEDIMENTI 

Io inizierò con questa osservazione, quello che fa tremare sotto il suono del Vangelo non è "il pentimento". Ci sono molti uomini che quando ascoltano un sermone evangelico fedele, sono estremamente scossi e commossi da esso. Attraverso la certezza della potenza che accompagna la Parola, Dio testimonia che quella è la Sua stessa Parola e questo fa sì che coloro che ascoltano involontariamente inizino a tremare. Ho visto alcuni uomini, mentre le verità della Scrittura sono state esaminate  attraverso questo pulpito, le cui ginocchia hanno tremato e battuto l'una contro l'altra, i cui occhi hanno versato lacrime, come  fossero stati fontane. Ho visto il profondo sconforto del loro spirito, quando, come alcuni di loro mi hanno detto, essi sono stati scossi al punto che non sapevano come fare per sopportare il suono di quella voce, perché gli sembrava che la terribile tromba del Sinai stesse tuonando solo per la loro distruzione. 

Beh, ascoltatori miei, potreste anche essere molto turbati a causa della predicazione del Vangelo, ma tuttavia voi non avreste ancora quel "pentimento per la vita". Voi potreste conoscere cosa significa essere molto seriamente e solennemente toccati dentro, quando andate nella casa di Dio, pur tuttavia potreste essere peccatori incalliti. Lasciatemi confermare l'osservazione attraverso un esempio: Paolo si trovava davanti a Felice con le catene alle mani, e come iniziò a predicare di giustizia, temperanza e del giudizio a venire, è scritto che Felice tremò, eppure non si può non considerare che Felice è in perdizione insieme  al resto di quelli che hanno detto, «Per il momento va', quando avrò l'opportunità, ti manderò a chiamare». Ci sono molti di voi che non possono frequentare la casa di Dio, senza essere spaventati; voi sapete che si tratta spesso di essere atterriti al pensiero che Dio vi punirà; potete, a volte, essere stati commossi sinceramente  attraverso un ministro di Dio, ma lasciate che vi dica che, in fin dei conti, potreste essere solo dei rifiutati, perché non vi siete ne pentiti dei vostri peccati, nè vi siete convertiti a Dio.  

Ulteriormente tuttavia è possibile che voi non possiate solo tremare davanti alla Parola di Dio,  ma che voi possiate diventare una specie di amabile Agrippa, ed essere "quasi persuasi" a rivolgervi a Gesù Cristo, pur tuttavia non avere alcun "pentimento";  voi potreste spingervi oltre e desiderare il Vangelo, potreste dire: " Oh, questo Vangelo è una cosa che io vorrei. Assicura tanta felicità qui e tanta gioia in seguito, io lo desidero e potrei definirlo mio!  Oh! è buono quindi ascoltare questa voce di Dio! ",  voi potreste sedere, mentre  altre potenti parti del Testo vengono ben trattate, e potreste dire: " Io credo che ciò sia vero", ma è necessario che vi entrino nel cuore prima che voi possiate pentirvi.  Potreste anche inginocchiarvi in preghiera e potreste con labbra atterrite dire che questo può essere una benedizione per la vostra anima, eppure, dopo tutto ciò, voi potreste non essere figli di Dio. Potreste dire, come Agrippa disse a Paolo: "Quasi mi persuadevi a diventare cristiano"; eppure,  come Agrippa,  potreste non andare mai oltre il "quasi". Egli fu "quasi" convinto a diventare cristiano, ma non lo divenne " del tutto". Ora, egli fu, come molti di voi qui sono stati, "quasi persuaso", ma ancora non siete sulla via della vita eterna. Ora quante volte si è convinti di quello che vi ha fatto inginocchiare e vi ha fatto "quasi pentire", eppure siete rimasti lì, senza mai essere veramente pentiti. Vedete quel cadavere? E' morto recentemente. Ha appena acquisito l'aspetto spettrale della morte, ma il suo colore è ancora quello di un uomo vivo. La sua mano è ancora calda, voi potete immaginare che sia vivo, e che sembri quasi respirare. Ogni cosa è ancora lì, il verme  l'ha appena toccato e la sua dissoluzione si è a malapena avvicinata, non c'è fetore di morte, eppure la vita non c'è, la vita non è lì. Così è con voi, voi siete quasi vivi, avete quasi tutte le dotazioni esteriori che ogni cristiano possiede, eppure non avete la vita. Potreste avere il pentimento, ma non il sincero pentimento.Oh, ipocriti! Vi avverto, questa mattina, voi potreste non solo tremare, ma  sentire anche il compiacimento verso la Parola di Dio, e dopo tutto questo, non avere " il pentimento per la vita".  Voi sprofonderete nell'abisso senza fondo dell'inferno e vi sentirete dire: " Andate via da me, maledetti, fuoco eterno, preparato per il diavolo e i suoi angeli!"

Tuttavia, ancora una volta, è possibile per degli uomini andare anche oltre di questo, e  umiliarsi positivamente sotto la mano di Dio, ma ancora essi potrebbero essere totalmente estranei al pentimento. La loro bontà non è come una nuvola mattutina e la rugiada che passa via, ma, quando hanno ascoltato il sermone, vanno a casa e iniziano quello che essi concepiscono per essere un'opera di pentimento, rinunciano a certi vizi e follie, si rivestono di sacco, e le loro lacrime scorrono liberamente a causa di ciò che hanno fatto; piangono davanti a Dio, eppure con tutto ciò, il loro pentimento non è che un pentimento temporaneo, e ritornano nuovamente ai loro peccati. Negate che un tale pentimento possa esistere? Lasciate che vi racconti di un caso. 

Un uomo di nome Achab, desiderava la vigna di Naboth suo vicino, che non era disposto a venderlo per nessun prezzo, nè a fare uno scambio. Si consultò con la moglie Jezebel, che pianificò in modo da mettere Naboth a morte, e quindi assicurare la vigna al re. Dopo che Naboth fu messo a morte, e Achab ebbe preso possesso della vigna, il servo del Signore incontrò Achab e gli disse: "Prima hai ucciso un uomo e poi ne hai usurpato la proprietà. Così dice il Signore, nel medesimo luogo dove i cani hanno leccato il sangue di Naboth, i cani leccheranno anche il tuo stesso sangue. Ecco, io farò venire su di te la sventura, e ti toglierò la prosperità". Leggiamo che Achab entrò nel timore, e umiliò se stesso, e il Signore disse:  "Poiché Achab si è umiliato davanti a me, io non farò venire la sciagura mentre egli è in vita". Egli gli aveva concesso una specie di misericordia, ma si legge nel capitolo successivo che Achab si ribellò di nuovo, e in una battaglia a Ramoth di Galaad, in accordo alle parole del servo del Signore, fu ucciso lì, in modo che " i cani leccassero il suo sangue" nella vera vigna di Naboth. Anche voi, vi dico, potreste umiliarvi davanti a Dio, per un certo tempo, ma tuttavia rimanere schiavi delle vostre peccati. 

Voi avete paura della dannazione, ma non avete paura di peccare: si, avete paura dell'inferno ma non avete paura delle vostre iniquità; si, avete paura di essere gettati nell'abisso, ma non avete paura di indurire i vostri cuori ai Suoi ordini.  Non è vero,  o peccatori, che tremate al pensiero dell'inferno? Non è la vostra anima che vi turba, ma l'inferno. Se l'inferno fosse estinto, il vostro pentimento sarebbe estinto con lui, se i terrori che vi aspettano fossero revocati, pecchereste maggiormente di prima, e la vostra anima si indurirebbe e vi ribellereste contro la Sua sovranità. Non vi ingannate, fratelli miei, su ciò; esaminate voi stessi anche se siete nella fede; chiedetevi se disponete di quello che è "il pentimento per la vita", perché voi potete umiliarvi per un tempo, ma tuttavia non pentirvi mai di fronte a Dio.  

Al di là di questi, molto avanti e tuttavia ancora a corto della grazia. E' possibile che voi possiate confessare i vostri peccati, e tuttavia non esservene pentiti.  Potreste accostarvi a Dio e dirGli che siete dei miserabili, potreste elencare un lunga lista delle vostre trasgressioni e dei peccati che avete commesso, senza avere il senso delle atrocità che generano il vostro senso di colpa, senza una scintilla di vero odio per le vostre azioni. Potreste confessare e riconoscere le vostre trasgressioni, e tuttavia non avere orrore del peccato, e se non resistete al peccato attraverso la forza di Dio, se non vi allontanate da esso, questo pentimento immaginario sarà solo la doratura che viene mostrata  dalla vernice che abbellisce, ma non è la grazia che trasforma in oro, e sarà distrutta dal fuoco. Si, dico,  potreste anche confessare le vostre colpe, ma tuttavia non avere il pentimento. 

Ancora una cosa ulteriore, e poi  sarò arrivato alla spiegazione più  lontana che ho da dare su questo punto. Voi potreste anche fare delle opere adatte al pentimento, e tuttavia potreste essere impenitenti. Lasciate che via dia una prova di questo in un dato di fatto autenticato dall'ispirazione.

Giuda tradì il Suo Maestro, e dopo aver fatto questo, un senso opprimente dell'enorme malvagità che aveva commesso lo colse. Il suo senso di colpa seppellì ogni speranza di pentimento e nella miseria della disperazione, senza il dolore del vero rammarico, confessò il suo peccato,  ai sommi sacerdoti, gridando: "Ho peccato, tradendo il sangue innocente!" Essi dissero: "Che c'importa? Pensaci tu!". Al che egli gettò le monete d'argento nel tempio, per dimostrare che non poteva sopportare di portare il prezzo della colpa in lui, e le lasciò lì. Uscì, e fu salvato? No. " Uscì, e si impiccò!" E anche allora la vendetta di Dio lo seguì: per quanto si fosse impiccato, cadde dall'altezza dove era rimasto sospeso e fu fatto a pezzi, era perduto, e la sua anima perita. Eppure,  vedete ciò che quest'uomo aveva fatto. Lui aveva peccato, aveva confessato il suo torto, aveva riportato il denaro; ma ancora dopo tutto questo era un rigettato. Questo non ci fa tremare? Vedete come sia possibile  essere la scimmia del cristiano così similmente che la saggezza stessa, se è solo terrena, possa esserne ingannata.
Ora, avendovi in tal modo avvertito che ci sono molti falsi tipi di pentimento, propongo di occupare un pò di tempo per alcune osservazioni sul pentimento VERO, e sui segni con cui possiamo discernere se abbiamo quel "pentimento", che è "a vita".

II. IL VERO PENTIMENTO

Prima di tutto, permettetemi di correggere uno o due errori commessi da coloro che arrivando a Gesù Cristo, molto spesso fanno. Uno è che spesso pensano di dover avere delle manifestazioni in profondità,  orribili, e terribili dei terrori della legge e dell'inferno prima di poter dire di essersi ravveduti. Quante volte ho conversato con persone che mi hanno detto delle cose che posso tradurvi solo in inglese questa mattina in qualcosa di questo tipo: "Io non mi sento abbastanza pentito, non mi sento sufficientemente un peccatore,  non sono stato così lordo e malvagio come  trasgressore come molti altri, potrei quasi dire che avrei desiderato esserlo, non perché amo il peccato, ma perché poi penso che avrei dovuto avere delle convinzioni  più profonde della mia colpa, e mi sentirei più sicuro  che, veramente,  sono venuto a Gesù Cristo ". Ora è un grande errore immaginare che questi pensieri terribili e orribili di un giudizio a venire abbiano qualcosa a che vedere con la validità del "pentimento". Molto spesso essi sono, non dono di Dio per tutti, ma le insinuazioni del diavolo; e anche quando è la legge che genera e produce questi pensieri, è necessario non considerarli come facenti parte integrante del "pentimento".  Essi non hanno che fare con l'essenza del pentimento. Il " pentimento" è l'odio per il peccato; esso è un allontanamento dal peccato e una determinazione  tramite la forza di Dio di abbandonarlo. Il " pentimento" è odio e abbandono del peccato! E' possibile per un uomo di ravvedersi senza alcuna visualizzazione terrificante dei terrori della legge, egli può pentirsi senza aver sentito suonare la tromba del Sinai, senza aver sentito neanche un rombo lontano del suo tuono. Un uomo può ravvedersi interamente attraverso il potere della voce della grazia. Alcuni cuori sono stati istantaneamente aperti alla fede, come nel caso di Lidia.  Altri, Egli li assale con il martello della paura dell'ira a venire, alcuni vengono aperti con il grimaldello della grazia, e un pò di cuori vengono aperti con la sbarra della legge. Possono esservi diversi modi per arrivarci, ma la domanda è, l'ha ottenuto davvero? Lui è davvero pentito? Accade spesso che il Signore non sia nella tempesta o nel terremoto, ma nella " voce dal suono dolce e sommesso".

Vi è un altro errore che molta povera gente compie quando pensa alla salvezza e questo è che non possano pentirsi in maniera sufficiente; essi  immaginano che se fosse possibile per loro di pentirsi fino ad un "certo" livello, potrebbero essere salvi. " Oh, Signore!", alcuni di voi dicono: "Non ho sufficiente pentimento". Carissimi lasciate che che vi dica che non vi è alcun grado più eminente di "pentimento", che possa essere necessario per la salvezza. Sapete che vi sono vari gradi di fede e tuttavia anche la fede più piccola salva, così non vi sono livelli  di pentimento, ma il minimo pentimento salva l'anima, se è davvero sincero. La Bibbia dice: "Chi crede sarà salvato", e quando è scritto così, ciò include anche il più piccolo grado di fede. Così, quando è detto: "Convertitevi per essere salvati", questo comprende anche l'uomo che ha il più basso grado di vero pentimento. Il pentimento,  del resto, non è mai perfetto in ogni uomo finchè si trova in questa condizione di stato mortale. Non avremo mai la fede perfetta in modo da essere esenti dai dubbi, e non avremo mai la possibilità di ottenere quel pentimento che è esente da qualche durezza del cuore. Il penitente più sincero che si conosca sentirà in se stesso di essere ancora parzialmente impenitente. Il pentimento è anche un'azione costante che prosegue per tutta vita. E aumenterà continuamente. Io credo che un Cristiano sul suo letto di morte sarà più amaramente pentito di quanto mai lo sia stato prima. E' una cosa che avviene per tutta la vostra lunga vita. Peccare e pentirsi, peccare e pentirsi, viene fatto per tutta la vita del Cristiano. Pentirsi e credere in Gesù, pentirsi e credere in Gesù, costituiscono il coronamento della sua felicitàNon ci si deve aspettare che si sia perfetti nel "pentimento", prima di essere salvati. Nessun cristiano può essere perfetto. Il "pentimento" è una grazia!

Alcuni lo predicano come condizione per la salvezza. Ma condizioni come queste sono solo delle sciocchezze! Non esistono condizioni per la propria salvezza! E' Dio che dona la salvezza da se , e Lui la dona solo a chi vuole! 

Egli dice: "Io avrò misericordia di chi avrò misericordia". Se, dunque, Dio vi ha concesso un pentimento minimo, ma questo è un sincero pentimento, io lodo Dio per questo, e mi attendo che questo pentimento cresca sempre di più, quando voi crescete come cristiani. Uomini e donne cristiani, voi sentite di non avere un pentimento abbastanza profondo. Voi sentite di non avere una fede abbastanza grande. Cosa dovete fare? Chiedete un aumento di fede ed essa crescerà. Così è anche con il pentimento. Avete mai provato a chiedere un pentimento più profondo? Amici miei, se avete fallito in questo, ponete ancora fiducia in Gesù,e cercateLo ogni giorno per ottenere un spirito penitente. Non aspettatevi, ripeto, di avere il perfetto pentimento all'inizio, dovete avere il sincero pentimento, e dopo sotto la grazia divina andrete avanti più forti, fino a quando, finalmente, avrete odio e aborrirete tutto ciò che è peccato come fosse un serpente o una vipera, e allora sarete vicini, molto vicini, alla perfezione del pentimento. 

Questi pochi pensieri, quindi, come apertura dell'argomento. E ora voi chiedete, quali siano segni del vero "pentimento" agli occhi di Dio?

In primo luogo, vi dico che vi è sempre dispiacere con esso. Nessun uomo si pente mai dal peccato, senza avere una sorta di dispiacere con esso. Può essere più o meno intenso, a seconda del modo in cui Dio lo chiama, e a seconda del suo precedente modo di vivere, ma deve esserci del dispiacere. Non interessa quando esso arrivi, ma in un modo o in un altro deve arrivare, o non è il vero pentimento del cristiano. Ho conosciuto un uomo, una volta, che professava di essersi pentito, e sicuramente era una persona cambiata, da quanto si vedeva esteriormente  che era preoccupato, ma non ho mai potuto notare che avesse un vero dispiacere per i suoi peccati, nè ho mai visto alcun segno di penitenza in lui, quando ha professato di credere in Gesù. Io ho considerato in quell'uomo che avesse avuto una specie di sussulto estatico di grazia, e ho scoperto in seguito che aveva proprio avuto come un passaggio estatico nel senso di colpa, ma ancora lui non era una pecora di Dio, perché lui non era stato lavato attraverso la penitenza: perché tutto il popolo di Dio deve essere lavato attraverso di essa quando è convertito dai propri peccati. Nessuno può venire a Cristo e conoscere il Suo perdono senza sentire che il peccato è una cosa odiosa, perché esso mise a morte Gesù. Voi che avete occhi senza lacrime, ginocchia dritte, cuori intatti, come potete pensare che siate salvati? Il Vangelo ha promesso la salvezza solo a coloro che si pentono. 
Affinchè, tuttavia, non debba fare del male ad alcuni di voi, e farvi intendere quello che non è mia intenzione, lasciatemi sottolineare che non intendo dire che si debba piangere con lacrime vere. Alcuni uomini sono così duri nella loro costituzione che non potrebbero versare una lacrima. Ho conosciuto uomini che sono stati capaci di sospirare e gemere, ma non hanno versato lacrime. Bene, io vi dico, che se le lacrime, spesso offrono la prova della penitenza, si può avere il "pentimento per la vita" anche senza di esse. Quello che vorrei farvi comprendere è che deve esservi del vero proprio dolore. Se la preghiera può anche non avere una voce alta, perché deve essere segreta, allora ci può essere un gemito senza parole, e ci può essere un solo singhiozzo anche se non vi è alcuna lacrima, per mostrare  il pentimento, anche se il singhiozzo è piccolo. 

Nel pentimento deve esserci, ritengo, non solo dolore, ma una prova concreta di pentimento. 

"Non è sufficiente dire che ci dispiace e pentirci,
se poi andiamo avanti di giorno in giorno,
proprio come siamo sempre andati"

Molte persone sono davvero dispiaciute e veramente pentite dei loro peccati passati a sentirle parlare. "Oh!" dicono: "Sono profondamente dispiaciuto perché non  avrei dovuto mai essere un ubriacone, io sinceramente deploro di essere dovuto cadere in quel peccato, io mi lamento profondamente di aver fatto quello." Poi vanno a casa subito, e quando uno, domenica,  puntualmente, arriva, li troverà  di nuovo come prima. Eppure queste persone dicono di essersi pentite. Credete  in loro quando dicono di essere peccatori, ma che non amino il peccato? Possono non amarlo in quel momento, ma possono essere sinceramente pentiti, e poi andare a trasgredire di nuovo immediatamente, nello stesso di come hanno sempre fatto prima? Come possiamo credervi  se voi trasgredite ancora e ancora e non abbandonate il peccato? Se riconosciamo un albero dai suoi frutti,  in voi che siete penitenti produrrà opere pentimento. Ho spesso pensato che fosse un bellissimo esempio, mostrare la potenza della penitenza di un ministro pio, una volta che egli l'ha realizzata. 

Egli stava predicando il pentimento e nel pieno del suo sermone parlò  del peccato di furto. Sulla strada del ritorno a casa, un operaio arrivò accanto a lui, e il ministro osservò che aveva qualcosa sotto al suo camice. Il ministro gli disse che non era necessario che lui lo accompagnasse oltre, l'uomo insistette. Alla fine disse: "Ho una vanga sotto al braccio che ho rubato in quel podere. L'ho sentita predicare sul furto, e devo andare a rimetterlo lì". Quella era un vera penitenza perché lo fece tornare indietro per restituire l'oggetto rubato. Fu come per quegli isolani dei Mari del Sud, di cui si è letto che rubarono gli indumenti e i mobili dei missionari, ed ogni cosa dalle loro case, ma quando essi furono convertiti in modo salvifico, riportarono tutto quanto indietro. Molti di voi dicono che si sono pentiti, ma non ne viene fuori nulla, non valgono lo schiocco delle dita. Gente sinceramente pentita, come dicono loro, che potrebbe aver commesso una rapina, o che hanno mantenuto una casa da gioco, eppure sono veramente attenti che tutti i proventi siano usati per il loro miglior comfort invece che per i loro cuori. Il vero "pentimento" produrrà opere degne del ravvedimento, sarà un pentimento concreto.

Ancora di più. Voi potete conoscere se il pentimento è concreto da questa prova. E' l'ultimo oppure non lo è davvero? Molti dei vostri pentimenti sono come il colore febbrile sulle guance della persona tisica, il quale non è un segno di buona salute. Più di una volta ho visto  un giovane uomo, in un flusso di recente acquisizione, ma di infondata grazia, e lui ha creduto di star pentendosi dei suoi peccati. Per alcune ore è stato in  un tale profondo pentimento di fronte a Dio, e poi per settimane egli ha rinunciato alle sue follie. Egli frequenta una casa di preghiera,e dialoga e ammaestra come un figlio di Dio. Ma al ritorno lui va ai suoi peccati come il cane ritorna al suo vomito. Lo spirito malvagio è tornato "a casa sua ed ha portato con se altri sette spiriti peggiori di lui, e l'ultima condizione di quell'uomo diventa peggiore  della prima". Da quanto tempo dura la vostra penitenza? Continua da mesi? Oppure essa è arrivata su di voi per andare via all'improvviso? Avete detto: " Mi unirò alla chiesa, io farò questo, quello e altro ancora, per la causa di Dio". Sono le vostre opere durevoli? Credete che il vostro pentimento durerà sei mesi? Continuerà per dodici mesi? Oppure durerà sino a quando sarai avvolto nel tuo sudario? 

Di nuovo, devo farvi un'ulteriore domanda. Pensate che vi sareste pentiti dei vostri peccati, se nessuna punizione fosse stata posta di fronte a voi? O vi siete pentiti, perché sapete che sarete puniti per sempre se rimanete nei vostri peccati? Supponiamo che io dica che non esiste l'inferno per tutti, che, se scegliete di farlo, voi potete imprecare, e se volete, potete vivere senza Dio. Supponiamo che non ci sia alcuna ricompensa per la virtù e nessuna punizione per il peccato, quale vorreste scegliere? Potete, onestamente, dire, questa mattina: "Io credo, io so, per la grazia di Dio, che sceglierei la giustizia anche se non ci fosse alcuna ricompensa per questa, e nulla da perdere attraverso il peccato". Ogni peccatore odia il proprio peccato, quando arriva vicino alla bocca dell'inferno; ogni assassino odia il suo crimine, quando arriva sul patibolo, non ho trovato un bambino che odi così tanto la propria colpacome quando stava per esserne punito. Se non aveste alcun motivo di temere l'abisso, se voi non sapeste che potreste dare la vostra vita per il peccato, e che potreste farlo impunemente, sentireste ancora di aver odiato il peccato, o non potreste, non vorreste, commettere il peccato, se non per la vostra debolezza della carne? Vorreste ancora desiderare la santità? Vorreste ancora vivere come Cristo? Se è così, potete dire con assoluta sincerità questo, se voi in tal modo vi siete volti a Dio e odiate i vostri peccati con un odio eterno, allora non dovete temere, perchè quello che avete è un "pentimento" che è " per la vita". 

Ora arriveremo al punto conclusivo, il terzo.

III. LA BENEFICENZA BENEDETTA DI DIO NEL CONCEDERE AGLI UOMINI IL "PENTIMENTO PER LA VITA"

Il " pentimento", miei cari amici, è un dono di Dio. Si tratta di uno di quei favori spirituali che assicurano la vita eterna.  Esso è la meraviglia della grazia divina, che non solo fornisce la via della salvezza, che non solo esorta gli uomini a ricevere la grazia, ma che rende gli uomini, in modo positivo, inclini ad essere salvati. Dio punì Suo Figlio Gesù Cristo per i nostri peccati, e tramite questa morte ha provveduto la salvezza per tutti i suoi figli perduti. Egli invia il Suo ministro, il ministro fa delle offerte agli uomini per pentirsi e diventare credenti, ed egli si affatica per portarli a Dio. Essi non ascolteranno la chiamata e disprezzeranno il ministro. Ma poi un altro messaggero viene inviato, un ambasciatore celeste che non può fallire. Egli chiama gli uomini a convertirsi e a rivolgersi a Dio. I loro pensieri sono un pò ribelli, ma dopo che Lui, lo Spirito Divino, li implora, essi dimenticano che specie di uomini erano, si pentono e si convertono. Ora cosa faremmo se fossimo stati trattati come abbiamo trattato Dio? Se avessimo fatto una cena o una festa e inviato messaggeri per invitare gli ospiti a venire, cosa avremmo fatto? Pensate che ci saremmo presi la briga di andare in giro a visitare ognuno di loro per farli venire? E quando una volta seduti avessero detto che non volevano mangiare, avremmo aperto le loro bocche? Se essi, tuttora dichiarassero di non voler mangiare, dovremmo ancora farli mangiare? Ah! amati, sono propenso a credere che non lo avreste fatto. Se voi aveste firmato le lettere di invito e gli invitati non fossero venuti alla vostra festa, non avreste detto: " Voi non l'avrete"?

Ma cosa fa, invece, Dio? Egli dice: "Adesso farò una festa, inviterò il popolo, e se non arrivano, i miei ministri andranno fuori a prenderli di persona. Dirò ai miei servi, uscitegli incontro per le strade e per le siepi, e costringeteli ad entrare, affinché possano partecipare alla festa che ho preparato". Non è un atto stupendo della grazia divina che Egli in verità li renda inclini? Lui non lo fa con la forza, ma utilizza una dolce persuasione spirituale. Essi dapprima non sono disponibili ad essere salvati, così come potrebbero essere, "ma" dice Dio, "questo è niente, ho il potere di farti voltare verso di me e lo farò." Lo Spirito Santo, quindi, porta la Parola di Dio alla coscienza dei suoi figli in maniera così benedetta, che essi non possono più rifiutarsi di amare Gesù.Segnate questo, non attraverso una forzatura contro la volontà, ma attraverso una dolce spirituale influenza Dio modifica la volontà. O, voi peccatori persi e rovinati! State qui in piedi per ammirare la misericordia del mio Maestro. Egli non si limita solo ad una festa piena di cose buone davanti agli uomini, ma li induce a venirci e a parteciparvi, e lì li costringe a continuare a banchettare fino a quando non li porta alla dimora eterna. E così come Lui li sostiene, dice a ciascuno di loro: " Io ti ho amato di un amore eterno, dunque, per la mia benevolenza io ti ho designato. Ora mi ami?", "Oh, Signore", piangono, " La Tua grazia nel portarci qui dimostra che Tu ci vuoi bene, perchè noi eravamo disposti ad andarcene. Tu hai detto voi verrete, noi abbiamo detto che non saremmo venuti, ma Tu ci hai fatto venire, ed ora Signore, noi Ti benediciamo e Ti amiamo per questa forza. Essa è stata una dolce costrinzione. Eravamo dei prigionieri che lottavano, ma ora siamo stati resi inclini a Te."

" Oh! Grazia sovrana, il mio cuore hai sottomesso!
Sarei stato portato anche in trionfo;
Un prigioniero disponibile al mio Signore
Per cantare gli onori della Sua Parola."

Bene, ora cosa dite? Alcuni di voi diranno: "Signore, ho cercato di pentirmi per molto tempo. Nelle pene e nelle afflizioni ho pregato cercando di credere, e di fare tutto quello che potevo." Vi dirò un'altra cosa: voi tentate a lungo prima che siate capaci di farlo. Non è questo il modo per ottenerlo. Ho sentito parlare di due signori che viaggiavano. Uno di loro disse all'altro: "Io non so come sia, ma voi sembrate sempre ricordare vostra moglie e la vostra famiglia, e tutto ciò che stanno facendo a casa, e sembra come se aveste collegato tutte le cose intorno a voi con loro; eppure io cerco di portare la mia, al mio ricordo constantemente, e tuttavia non ci riesco mai.", "No", disse l'altro, "questa è la vera ragione, perchè voi provate a ricordarli. Se voi poteste, invece, collegarli con ogni piccola circostanza che voi incontrate, potreste facilmente ricordarli. Io penso che in questo o in quel momento loro ora si stanno alzando, in questo o in quel momento ora stanno pregando, in questo o in quel momento ora stanno facendo colazione. In questo modo io li ho sempre davanti a me". Io credo che la stessa cosa accada per quanto riguarda il "pentimento". Se un uomo dice: "Io voglio credere", e tenta con alcuni mezzi meccanici di operare su stesso per il pentimento, questa è un'assurdità, perchè lui non potrà mai ottenerlo. Perchè l'unico modo per lui di pentirsi è per grazia di Dio, credere, credere e pensare a Gesù. Se lui immagina, tra sè, il corpo ferito e sanguinante, la corona di spine, le lacrime di dolore,  se ha una visione di tutto quello che Cristo ha sofferto, io dico, che sarà diretto da essa per voltarsi verso il pentimento. Mi gioco la reputazione di quello che io possiedo in cose spirituali su questo, che un uomo non può, sotto l'azione dello Spirito Santo di Dio, contemplare la croce di Cristo, senza averne il cuore spezzato. Se non è così, allora il mio cuore è diverso da qualsiasi altro cuore. Non ho mai conosciuto un uomo che avendo rivolto i suoi pensieri a questo, e avuto una visione della croce, non abbia trovato che essi abbiano generato il "pentimento", e generato la fede. Guardiamo a Gesù Cristo se vogliamo essere salvati, così che noi possiamo dire: "Meraviglioso sacrificio! Allora Gesù è morto per salvare i peccatori". Se voi desiderate la fede, ricordate che Lui la concede, se volete il pentimento, Egli lo concede! Se volete la vita eterna, Egli la dona generosamente. Egli può spingervi a sentire il vostro grande peccato, e vi farà pentire alla vista della croce del Calvario, e il suono del più grande, del più profondo grido di morte, "Eloi! Eloi! lama sabachthani?",  "Mio Dio, mio Dio, perché mi hai abbandonato?", quello genererà il "pentimento" che vi farà piangere e dire: "Ahimè! Io ho fatto piangere il mio Salvatore, io ho fatto morire il mio Sovrano per me". Allora cari, se volete il "pentimento", questo è il miglior consiglio per voi, guardate a Gesù. 

Che il Datore benedetto di tutti i "ravvedimenti per la salvezza" vi protegga  dai falsi pentimenti che vi ho descritto e vi dia quel "pentimento" che sussiste per tutta la vita.

"Grida la voce celeste, "Pentitevi!
Nè più a lungo osate tardare;
Il miserabile che disprezza l'ordine, muore,
E incontra un giorno infuocato.

Non più  a lungo l'occhio sovrano di Dio
trascurerà i crimini degli uomini;
I Suoi araldi sono stati inviati ripetutamente
Per avvertire il mondo peccato.

Gli appelli si estendono attraverso tutta la terra
Sia la terra partecipe e timorosa;
Ascoltate, o voi uomini di stirpe reale,
E lasciate che i vostri vassalli ascoltini!

Inchinatevi insieme al Suo cospetto,
e tutte le vostre colpe confessate
Abbracciate il benedetto Salvatore ora,
Non scherzate con la Sua grazia!









Traduzione a cura di Consapevoli nella Parola


Sermone originale: (http://www.spurgeon.org/sermons/0044.htm)
 
 
"Ravvedetevi e abbandonate tutte le vostre trasgressioni cosí l'iniquità non vi sarà piú causa di rovina." 
(Ezechiele 18:30)

N.d.A: (Questo sermone è stato tradotto in confutazione di tutte quelle dottrine di quei pastori e di quelle persone che insegnano che il pentimento è un'opera che si deve raggiungere da soli per ottenere la grazia di Dio, poichè il pentimento è uno dei doni della grazia di Dio.) 

martedì 3 settembre 2013

7 segni di falsi insegnanti nella chiesa


"Ci sono stati anche falsi profeti tra il popolo, così come ci saranno falsi maestri fra voi. "(2 Pietro 2:1 )

Non ci sono " se e ma ", nelle parole di Pietro. E 'una dichiarazione chiara e definita. Ci sono stati falsi profeti tra il popolo ( di Israele nell'Antico Testamento ). Questa è una questione di storia.

I falsi profeti sono stati un problema costante nel Vecchio Testamento, e coloro che falsamente affermavano di essere profeti di Dio dovevano essere lapidati. Il popolo raramente voleva prendere provvedimenti verso di loro, e per questo essi si moltiplicavano, provocando disastri per la vita spirituale del popolo di Dio.

Allo stesso modo Pietro dice: " Ci saranno falsi maestri tra di voi. " Notate le parole " tra di voi. "

Pietro sta scrivendo alla chiesa e dice: " Ci saranno falsi profeti tra voi."  Non sta parlando di persone New Age che parlano alla televisione. Sta parlando di persone nella chiesa locale, membri di una congregazione locale.
Non esiste niente come una chiesa pura da questa parte del cielo. Non la potrai mai trovare. Il grano e la zizzania crescono insieme.

Warren Wiersbe scrive :
Satana è il contraffattore.... Ha un falso vangelo (Galati 1:6-9 ), predicato da falsi ministri ( 2 Corinzi 11:13-12 ), che produce falsi cristiani ( 2 Corinzi 11:26 ).... Satana impianta le sue contraffazioni, ovunque Dio impianti dei veri credenti ( Matteo 13:38 ).

Autentico o falso?

Come si riconosce il cristianesimo contraffatto ?
In 2 Pietro 1 leggiamo riguardo ai veri credenti. E in 2 Pietro 2 leggiamo riguardo ai credenti contraffatti. Se si mettono questi capitoli fianco a fianco potrete vedere la differenza tra i credenti autentici e contraffatti.

1. Hanno una sorgente diversa- Da dove viene il messaggio?
Pietro dice: " Non abbiamo seguito storie abilmente inventate quando vi abbiamo parlato della potenza e della venuta del Signore nostro Gesù Cristo" ( 1,16). E poi egli dice che i falsi maestri vi sfruttano " con storie che essi stessi si inventano" ( 02:03 ). Quindi il vero insegnante trae il suo insegnamento dalla Bibbia, Il falso insegnante si affida alla propria creatività. Questo si crea il suo proprio messaggio.

2. Hanno un Messaggio diverso- Qual è la sostanza del messaggio ?
Per il vero insegnante, Gesù Cristo è centrale. "Abbiamo tutto quello che serve per la vita e la pietà in Lui" ( 1,3). Per il falso maestro, Gesù è ai margini : "e segretamente introdurranno eresie perniciose, rinnegando il Signore sovrano che li ha riscattati " (2:1 ).

Si noti la parola "segretamente". E ' raro che qualcuno in chiesa neghi apertamente Gesù. Il muoversi lontano dalla centralità di Cristo è qualcosa di sottile. Il falso insegnante parlerà di come altre persone possono contribuire a cambiare la tua vita, ma se ascolti con attenzione quello che dice, si vedrà che Gesù Cristo non è essenziale per il suo messaggio.

3. Approdano ad una Diversa posizione - In che posizione il messaggio vi lascia ?

Il vero cristiano " sfugge alla corruzione nel mondo, causata da desideri malvagi " ( 1,4).
Ascolta come Pietro descrive il falso cristiano : " Promettono... la libertà, mentre essi stessi sono schiavi della depravazione, perchè un uomo è schiavo di ciò che lo ha vinto " ( 2,19). Il vero credente rifugge la corruzione, mentre il credente contraffatto è governato da essa.

4. Hanno diversi caratteri - Che tipo di persone produce il messaggio ?

Il vero credente persegue la bontà, la conoscenza, l'autocontrollo, la perseveranza, la pietà, la gentilezza fraterna e l'amore ( 01:05 ).
La contraffazione cristiana è segnata dalla prepotenza e dalla calunnia ( 2,10). Essi sono " esperti in avidità " e " i loro occhi sono pieni di adulterio " ( 2,14). Ed essi anche " disprezzano l'autorità " ( 2:10). Questa è una caratteristica generale di un credente contraffatto.

5. Si appellano a motivi diversi - Perché si dovrebbe ascoltare il messaggio ?

Il vero insegnante fa appello alle Scritture. "Abbiamo la parola dei profeti resa più certa e voi farete bene a prestare attenzione ad essa " ( 1,19). Dio ha parlato, e il vero insegnante fa appello alla Sua Parola.

Il falso insegnante fa un appello piuttosto diverso : "Facendo appello ai desideri carnali della peccaminosa natura umana, adescano le persone che sono appena fuggite da quelli che vivono nell'errore " ( 2,18).
Quindi il vero insegnante chiederà: "Che cosa Dio ha detto nella sua Parola ? "
Il falso insegnante chiederà : "Che cosa la gente vuole sentire ? Cosa fa appello alla loro carne ? "

6. Portano Frutti diversi - Quale risultato porta il messaggio nella vita delle persone ?

Il vero credente è efficace e produce molto frutto nella sua conoscenza di Gesù Cristo ( 1,8).
La contraffazione è " come una primavera senza acqua " ( 2,17). Questo è un quadro straordinario ! Promettono molto, ma producono poco.

7. Diverso finale  - dove il messaggio ti porta in ultima analisi ?

Qui troviamo il contrasto più inquietante di tutti.
Il vero credente riceverà " un ricco benvenuto nel regno eterno del Signore nostro Gesù Cristo" ( 1,11).
Il falso credente sperimenterà " la distruzione rapida " (2:1 ). "La loro condanna da tempo incombe su di loro e la loro distruzione non si farà attendere" ( 02:03 ).

Gesù ci dice che ci saranno molti che sono stati coinvolti nel ministero nel Suo nome, al quale egli dirà: " Andate via da me, non vi ho mai conosciuti" ( Matteo 7:21 ). Chi sono queste persone ? Sicuramente Pietro  li descrive in questo passaggio.
Non essere ingenuo, non dobbiamo essere ignoranti : "Ci saranno fra voi falsi dottori " ( 02:01 ). Quindi, come possiamo applicare questo avvertimento ?
In primo luogo, la dichiarazione comune di Pietro ci ricorda che la chiesa ha bisogno di essere protetta. Tra le tante persone meravigliose che vengono attraverso le porte della chiesa ogni anno, qualcuno potrebbe fare più male che bene.

Possono sembrare le persone più piacevoli tra tutte, ma essi non credono nell'autorità della Bibbia o nell'esclusività della salvezza in Cristo. Diamo il benvenuto a queste persone, perché hanno bisogno di Cristo quanto noi, ma non dobbiamo permettere loro di avere influenza nella chiesa.

In secondo luogo, gli scettici saranno sempre in grado di puntare a ipocrisia e incoerenza nella chiesa. Lo hanno sempre fatto, e lo faranno sempre. Uno dei motivi più strani per non seguire Cristo è questo: "Ho visto persone nella chiesa che sono degli ipocriti. "

Quindi non si dovrebbe seguire Cristo perché alcune persone che affermano di farlo sono ipocriti ?
L'esistenza della contraffazione non è mai una buona ragione per respingere la genuinità. Pietro ci dice in sostanza : "Certo che ci sono cristiani contraffatti. Naturalmente ci sono insegnanti che fanno alla chiesa più male che bene.
Cos'altro ci aspetta in questo mondo decaduto ? Crescere! Non essere ingenuo ! non perdere ciò che è reale, semplicemente perché hai visto la contraffazione ".
Tratto da:
Traduzione:

ciao

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