per capirci

GIACOMO 1, 2-4

Fratelli, considerate come motivo di gaudio perfetto le diverse prove alle quali voi potete essere esposti, sapendo che la fede messa
alla prova produce la pazienza. E' necessario però che la pazienza compia perfettamente l'opera sua, affinché voi siate pure perfetti ed
integri, senza mancare in niente.(Giacomo 1; 2-4)

Emmanuel

mercoledì 11 luglio 2012

La depressione



… se si vuole si può uscirne
DEPRESSIONE …COS’E'?
Sono stato incoraggiato a trattare questo argomento, perché la depressione è forse la malattia più diffusa ai giorni nostri e, perchè credo, avendone avuto conferma in prima persona ,che se si crede veramente, si possa uscirne perfettamente. Parlo di “malattia”, perché la depressione è sì uno stato mentale, ma produce tutta una serie di patologie a livello fisico, quali l’emicrania, la gastrite, l’ulcera duodenale, l’asma, le allergie, l’orticaria, ecc… Per questa ragione, i medici affrontano la depressione, il più delle volte con degli psicofarmaci, perché non vanno solo a curare la causa mentale, ma tentano anche di risolvere le patologie correlate. Anche se gli psicofarmaci danno un certo sollievo, non riescono tuttavia a risolvere la causa più profonda, quella che nasce da un problema esistenziale o spirituale.
Può la depressione essere affrontata anche da un punto di vista cristiano, cioè andando a risolvere i problemi psicologici e spirituali che l’hanno generata? Molti sono convinti di sì, benché talvolta sia necessario appoggiare il proprio lavoro spirituale con delle cure mediche (nei casi in cui la depressione è profonda e duratura).
Andiamo innanzitutto a considerare l’etimologia della parola: il termine “depressione” viene dal latino “depressio” che indica uno stato di abbattimento, di infossamento, di avvallamento. Se immaginiamo che la nostra vita sia una linea retta in piano o meglio in salita, la depressione ci porta a scendere, ad inoltrarsi in un infossamento, in una buca, dalla quale è molto difficile risalire. Quando cadiamo in una buca profonda è indispensabile che qualcuno ci tenda un mano, opponendo una forza nella direzione opposta a quella della terra. Solo così possiamo uscire dalla buca! Anche nel caso della depressione psicologica, è quasi impossibile per un uomo/una donna uscire autonomamente da questo stato di abbattimento; un intervento dall’esterno, sia nella persona di un curatore d’anime, o di uno psicologo, sono importanti per risalire la china ed uscire dallo stato di tristezza e prostrazione causato dal dolore.
Il dato allarmante sulla depressione arriva dall’Organizzazione mondiale della Sanità: entro il 2020 la depressione sarà la patologia che per invalidità occuperà in tutto il mondo il secondo posto subito dopo le malattie cardiovascolari. Un’onda nera che rischia di avvolgerci tutti se non si deciderà di affrontarla in modo corretto e possibilmente fuori dalle pressioni del marketing delle case farmaceutiche che spesso si limitano a proporre antidepressivi come unica soluzione di tutti i mali. Non basta, insomma, una pillola per cambiare le cose. Non è un’esagerazione, quindi, affermare che la depressione è una delle malattie più diffuse al mondo.
La depressione è una condizione di “rallentamento” delle funzioni legate all’umore, che in questo caso diviene basso, triste, irritabile, spento (appunto “depresso”). I pensieri si fanno ripetitivi, monotoni e privi di novità o di creatività, di solito dominati da preoccupazioni. La visione del futuro è pessimistica, e evitare le difficoltà per rimanere a galla appare più importante che non tentare nuove strade per avere successo. Ci si sente poco capaci, non destinati a grandi cose, decaduti, ottusi. Le altre persone sembrano poter dare nel migliore dei casi conforto e sicurezza, ma nessun entusiasmo. Si hanno sentimenti di colpa, specialmente se prima della depressione c’era stata una fase di euforia, intraprendenza e impulsività.
C’è difficoltà di concentrazione, lentezza nel ragionare, fastidio nel dover portare a termine compiti intellettuali, fatica nel compiere quelli fisici. Il sonno è disturbato, e l’appetito si riduce. Il risveglio è tipicamente il momento più angoscioso, mentre alla sera vi può essere sollievo al pensiero che la giornata è finita, e dormendo si evita di pensare. Il piacere nelle cose di tutti i giorni o nelle attività preferite è perso. Al culmine del disturbo si arriva a perdere anche la speranza che le cose possano volgere la meglio, e si può pensare a suicidarsi.
Certo, spesso si abusa di questo termine, definendo depressione anche quella che depressione non è. Tuttavia il problema esiste e non va considerato in maniera superficiale. Tutt’altro. La depressione è una patologia dagli effetti devastanti. Comporta un vero e proprio “mal di vivere” e il malessere interiore spesso si traduce in un vero e proprio malessere fisico.
- Mi sento stanco e svogliato
- Sono privo di energia
- Mi sento triste ed infelice più del solito
- Le cose che prima mi piacevano non mi piacciono più, ho perso ogni interesse
- Faccio fatica a concentrarmi
- Dormo troppo
- Dormo poco
- Mangio troppo
- Mangio poco
- Ho perso ogni interesse sessuale
- Non riesco a decidere
- Mi manca la fiducia in me stesso
- La vita non mi interessa più
- Voglio morire
Ogni anno, mediamente, dieci persone su cento si ammalano di depressione. Si ritiene che ne soffra circa il 15% della popolazione. Colpisce in particolare le donne, infatti il medici affermano che le donne sono afflitte maggiormente dalla depressione rispetto agli uomini per il 20% in più, ma ne può essere affetto chiunque e a qualunque età. L’adolescenza è foriera di depressione, ma lo sono anche la gravidanza o la menopausa e la vecchiaia: generalmente gli squilibri ormonali hanno una parte importante di colpa negli stati depressivi. Infatti molte donne sperimentano che durante il ciclo mestruale sono afflitte da instabilità emotiva, angoscia improvvisa e tristezza (questo stato viene riconosciuto come “sindrome premestruale”).
Il costo della sofferenza in chi soffre di un disturbo depressivo è altissimo.
I disturbi depressivi interferiscono col normale funzionamento nei vari ambiti di vita e causano dolore e sofferenza non solo in chi soffre, ma anche alle persone che sono intorno a loro. Depressioni gravi possono distruggere la vita di tutta la famiglia. La depressione è una malattia che coinvolge il corpo, l’umore e i pensieri. Influenza i sentimenti che la persona prova verso se stesso e il modo di vedere le cose.
Non si tratta di una tristezza passeggera e neanche di un segno di debolezza o di una condizione che può essere superata con la volontà. Chi soffre di depressione non riesce a “tirarsi su da solo” e stare meglio. Molte sono le cause scatenanti della depressione , può essere lo stress sul lavoro, a casa o a scuola. Persone con bassa autostima, le quali vedono costantemente se stessi e il mondo con pessimismo o sono già in condizioni di stress permanente, tendono alla depressione.
Inoltre, una grave perdita, difficoltà relazionali e problemi finanziari o qualsiasi cambiamento stressante nelle abitudini di vita possono scatenare un nuovo episodio depressivo. La depressione, però, può insorgere anche in seguito ad un leggero stress o in apparenza senza alcun motivo. Le persone che soffrono di depressione sono afflitte da un’invincibile tristezza e non riescono più a provare interesse per gli altri o per se stessi. Niente li attrae e niente li gratifica, neppure ciò che prima li entusiasmava. Sopraffatte da pensieri tenebrosi, si chiudono sempre più in se stessi, scivolando nell’apatia e nell’inedia. Generalmente trascorrono gran parte delle giornate sul proprio letto, senza però trovare un reale riposo. Ne consegue una condizione di affaticamento che spesso si traduce in un una ridotta capacità di concentrazione e in marcato rallentamento motorio oppure, in un evidente stato di agitazione e di irritabilità.
LE CAUSE
Diverse possono essere le cause e le concause che determinano la “sindrome da depressione”. Di solito concorrono più fattori di ordine sociale e psicologico. Ne risulta comunque un profondo disagio interiore, che affonda le sue radici nel terreno delle relazioni interpersonali, soprattutto familiari e lavorative. Si comincia col manifestare una certa insofferenza verso l’ambiente nel quale si vive e si finisce poi con il detestare tutto e tutti, finanche la propria vita, e si finisce con lo svalutarsi e il colpevolizzarsi. Si prova un senso di impotenza e di inadeguatezza di fronte alla vita che appare come una condanna, un fardello troppo pesante da sopportare.
Trascinati dal vortice del proprio malessere, in casi estremi, si può giungere a guardare al suicidio come ad un definitivo atto liberatorio. La carenza di informazione sul tema contribuisce a far sì che chi si sente depresso trovi nell’ambiente circostante, dopo un sostegno iniziale, un atteggiamento per lo più valutativo. Gli sforzi con cui in genere l’ambiente cerca di “scuotere” la persona dal proprio torpore rischiano purtroppo di ingenerare un effetto “boomerang”: piuttosto che sollecitarla ad agire, ne alimentano i sensi di colpa e la feroce autocritica.
È difficile, però, affrontare la depressione da soli, anzi è umanamente impossibile. Nei casi più drammatici, quando c’è il rischio di suicidio o di isolamento totale dalla realtà, sarebbe bene affrontarla con l’aiuto di medici specializzati, ed anche (come ultima istanza) con il ricorso agli psicofarmaci. I farmaci non risolvono il problema di fondo, ma possono aiutare nel risollevare il malato dal suo stato di prostrazione profonda, per permettere l’intervento di una persona competente e spiritualmente preparata.
Al contrario, l’uso di psicofarmaci ai primi sintomi della depressione, può diventare un inganno che conduce il cristiano alla dipendenza, quando invece dovrebbe essere aiutato ad affrontarla con il dialogo cristiano e la cura d’anima. Bisogna assolutamente ricordare che l’uso di psicofarmaci produce sempre degli effetti collaterali devastanti, perché fa diminuire fortemente la capacità di reazione, e disturba fortemente la personalità.
Una cura con gli psicofarmaci che si protrae nel tempo lascerà sicuramente delle tracce nell’anima, che difficilmente potranno essere cancellate. Per questa ragione, penso che il cristiano/a debba fare ricorso al sostegno farmaceutico solo nei casi gravissimi!!!!
LA LUCE IN FONDO AL TUNNEL
Un noto psichiatra italiano ha definito la depressione “un tunnel dal quale è difficile uscirne”. La definizione è certamente corretta, ma forse non pone a sufficienza l’accento sul fatto che non si tratta di un tunnel dal quale sia impossibile uscire definitivamente. Le difficoltà che si incontrano nell’affrontare questo genere di problemi sembrano a volte insormontabili e le soluzioni offerte dagli specialisti sociologi, psicologi o psichiatri che siano, sono tante e diverse fra loro. Da parte nostra, come cristiani “nati di nuovo”, possiamo dichiarare con assoluta certezza di conoscere la Persona in grado di risolverli in modo definitivo e radicale: Cristo Gesù, Colui che può ogni cosa.
E io, più di molti altri, posso affermare, in tutta sincerità, che questa è verità, visto che sono qui a scrivere per voi, pur essendo passato per tutti gli stadi peggiori della depressione e quando ogni piccolo male appariva insormontabile, quando non avevo più la gioia di vivere, quando il mio desiderio era solo quello di cessare di vivere, ecco che Dio ha steso la sua mano su di me, ha iniziato ad intervenire nella mia vita guarendo il mio cuore, e ogni cosa è passata! Io sono guarito del tutto e questo lo ha constatato stupefatto anche il dottore dal quale ero in cura. Bisogna, infine, però, aggiungere che esistono delle depressioni cliniche che non dipendono da questi fattori esterni all’uomo; esistono casi di depressione dovuti a squilibri chimici del nostro cervello che non possono essere risolte semplicemente con un approccio psicologico o spirituale, in questi casi esse devono essere anche curate con farmaci adeguati.
Dio però può guarire questo tipo di depressione, così come guarisce l’uomo da altre malattie, per questo voglio incoraggiare chiunque dovesse trovarsi come mi trovavo io, fino a qualche mese fa, a riporre tutta la propria fiducia in Dio, Lui solo può dove gli altri non possono, Lui solo può raggiungere le profondità del tuo cuore, dove nessuno può arrivare, dove nessun medico può leggere. Con questa breve testimonianza voglio che tutta la gloria vada a Colui che ha operato questo miracolo nella mia vita!
Ancora oggi, infatti, Egli non esita a chiedere a chi soffre: “Cosa vuoi che Io ti faccia?” (Marco 10:51). Si aspetta soltanto una esplicita dimostrazione di fiducia. La Sua pace e il Suo riposo sono ineguagliabili:
“Venite a Me, voi tutti che siete travagliati e aggravati, ed Io vi darò riposo. Prendete su di voi il Mio giogo e imparate da Me, perché Io sono mansueto ed umile di cuore; e voi troverete riposo per le vostre anime. Perché il Mio giogo è dolce e il mio peso è leggero” (Matteo 11:28-30).
LA SOLUZIONE
Il depresso non ha pace, cerca pace, desidera realizzare pace. A volte trangugia farmaci che lo aiutino a dormire, a dimenticare, ma al risveglio, il suo cuore continua ad essere vuoto, la sua mente offuscata. Come liberarsi dall’opprimente peso di un’esistenza che appare priva di significato?
Gesù è la soluzione:
“Vi lascio pace; vi do la mia pace. Io non vi do come il mondo dà. Il vostro cuore non sia turbato e non si sgomenti” (Giovanni 14:27).
Anche ai credenti può capitare di essere assaliti dall’inquietudine e dallo scoraggiamento. Non a caso la Bibbia narra di personaggi che provarono un profondo turbamento interiore. Il profeta Elia è uno di questi. In una particolare circostanza, le forze gli vennero meno fino al punto da desiderare di morire: “S’inoltrò nel deserto una giornata di cammino, andò a mettersi seduto sotto una ginestra, ed espresse il desiderio di morire, dicendo:
«Basta! Prendi la mia vita, o Signore, poiché io non valgo più dei miei padri!». Poi si coricò, e si addormentò sotto la ginestra” (I Re 19:3-5).
Ma Dio stesso si preoccupò di fargli riacquistare sia le forze fisiche che quelle spirituali. Per ben due volte l’Angelo dell’Eterno, manifestazione del Figlio di Dio, gli provvide del cibo in modo che potesse raggiungere Oreb, il monte su cui incontrò Dio stesso (cfr. I Re 19:5-8).
Profondo fu anche lo scoraggiamento che assalì Mosè a causa del comportamento del popolo:
“Io non posso, da solo, portare tutto questo popolo; è un peso troppo grave per me. Se mi vuoi trattare così, uccidimi, ti prego; uccidimi” (Numeri 11:15).
Tuttavia Mosè continuò a guidare il popolo d’Israele per altri 38 anni nel deserto. E’ una dimostrazione del fatto che lo scoraggiamento non è necessariamente fatale.
Infatti, a proposito di Mosè, la Bibbia dichiara: “Mosè fu fedele in tutta la casa di Dio come servitore per rendere testimonianza di ciò che doveva essere annunziato” (Ebrei 3:5). Dio è sempre pronto a dare la serenità e le forze necessarie per proseguire il cammino e per continuare ad essere usati da Lui.
Allo stesso modo, Dio vuole prendersi cura di te
Forse sei in un profondo stato di depressione, ti senti solo, incompreso, trascurato, dimenticato. “Getta sull’Eterno il tuo peso ed Egli ti sosterrà” (Salmo 55:22).
“Qualora mio padre e mia madre m’abbandonino, il Signore mi accoglierà” (Salmo 27:10).
Puoi contare sull’Amore eterno ed immutabile di Dio:
“Anche se i monti si allontanassero e i colli fossero rimossi, l’amore mio non si allontanerà da te, né il mio patto di pace sarà rimosso” dice il Signore, che ha pietà dite” (Isaia 54:10).
Rivolgiti a Dio con tutto il tuo cuore, leggi la Bibbia che è la Parola di Dio, per comprendere e realizzare che Dio è al tuo fianco, che si interessa a te e che è pronto a risolvere ogni tuo problema.
Scriveva il salmista:
Egli è pronto ad accoglierti fra le Sue braccia eterne e all’ombra delle Sue ali troverai rifugio. Allora anche tu potrai dire: “Tu m’hai messo in cuore più gioia di quella che essi provano quando il loro grano e il loro mosto abbondano. In pace mi coricherò e in pace dormirò, perché tu solo, o Signore, mi fai abitare al sicuro” (Salmo 4:7,8).
Oggi voglio dire a tanti che si mostrano indifferenti a Dio, anche se ogni cosa e tutti ti deludono in questa vita, Dio non ti deluderà mai. Se ti affidi a Lui con fiducia, Lui porterà i tuoi pesi e sosterrà la tua vita sul palmo della Sua mano. Il primo e più importante passo per vincere la depressione è accettare Gesù Cristo come personale Salvatore. Con tutto il rispetto dovuto alle capacità della vostra mente e della vostra volontà, non riuscirete mai ad evitare la depressione senza l’aiuto di Dio. Uno dei tragici errori della psicologia moderna, che propone vari metodi per sviluppare e migliorare la personalità umana, consiste nella presunzione che l’uomo non abbia bisogno di Dio per non cadere vittima della depressione. Eppure Gesù Cristo ha detto: “Senza di me non potete fare nulla” (Giovanni 15:5), e quindi se volete che la vostra vittoria sulla depressione sia definitiva, dovete cominciare con l’invitare Gesù nella vostra vita.
Fate come me e accettate senza porvi domande la gioia che vi viene dall’accettare tutte le vostre debolezze, senza più condannarvi, come Lui ha fatto, andate con tutto il vostro cuore verso Gesù e chiedetegli aiuto, Lui lo farà subito, così anche voi potrete dire come me “Sono guarito!”

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