Dovremmo ad esempio leggere dal libro di ISAIA al capitolo 40 per avere un'idea della MAESTA' di Dio. Prendiamo alcuni versetti e applichiamoli a noi ora, rivolgendoci le tre domande che, nel nome di Dio, Isaia pone in questo brano a degli israeliti depressi e delusi.
1.
«A chi dunque mi vorreste assomigliare, a chi sarei io uguale?» dice il Santo
(verso 25)
Questa domanda è un rimprovero ai pensieri sbagliati su Dio. "I tuoi pensieri su Dio sono troppo umani", disse Lutero a Erasmo. È qui che molti di noi vanno fuori strada. I nostri pensieri su Dio non sono grandi abbastanza; non riusciamo a tener conto della realtà della Sua saggezza e potenza senza limiti. Siccome noi stessi siamo limitati e deboli, immaginiamo che in certi aspetti anche Dio lo sia, e ci resta difficile credere il contrario. Il concetto che abbiamo di Dio è un po' troppo a nostra misura. Rettificate questo errore, dice Dio; imparate a riconoscere la piena maestà del vostro incomparabile Dio e Salvatore.
2.
Perché dici tu, Giacobbe, e perché parli così, Israele: «La mia via è occulta al Signore e al mio diritto non bada il mio Dio?»
(verso 27)
Questa domanda è un rimprovero ai pensieri sbagliati su noi stessi. Dio non ci ha abbandonati, così come non aveva abbandonato Giobbe. Egli non abbandona mai nessuno su cui ha posto il Suo amore; e neanche Cristo Gesù, il Buon Pastore, perde mai le tracce delle Sue pecore. È tanto falso quanto irriverente accusare Dio di aver dimenticato, o trascurato, o tralasciato, le condizioni e le necessità del Suo popolo. Se ti sei rassegnato all'idea che Dio ti abbia piantato in asso, cerca la grazia di vergognarti di te stesso. Un pessimismo così privo di fede disonora profondamente il nostro grande Dio e Salvatore.
3.
Non lo sai tu? Non l'hai mai udito? Il Signore è Dio eterno, il creatore degli estremi confini della terra. Egli non si affatica e non si stanca"
(verso 28)
Questa domanda è un rimprovero alla nostra lentezza a credere nella maestà di Dio. Dio vorrebbe farci vergognare a tal punto da dissuaderci dall'incredulità. Qual è il problema? - Egli chiede - Hai pensato che Io, il Creatore, sia diventato vecchio e stanco? Nessuno ti ha mai detto la verità sul Mio conto?
Siamo in molti a meritare questo rimprovero. Quanto siamo lenti a credere in Dio come Dio, sovrano, onniveggente e onnipotente! Quanto poco consideriamo la maestà di Cristo, nostro Signore e Salvatore! Abbiamo bisogno di "sperare nel Signore" (verso 31) e di meditare sulla Sua maestà, finché le nostre forze non siano rinnovate mediante l'incisione di queste cose sul nostro cuore.
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Cari amici, ho voluto condividere con voi tutti l'ultimo paragrafo della dispensa n. 8, dal titolo "La maestà di Dio". Penso sia importante per me ricordarmi del continuo lo scopo primario e il fine ultimo della mia vita, cioè la persona di Dio. Ho bisogno di ripetermelo, del continuo, perché per quanto ne sia convinto la mia mente comunque ha la tendenza a cedere, distratta dal mondo e da tutte le pene di cui è intriso. Questa che avete letto è stata ed è ancora oggi una pagina importante per me, immagino lo sia anche per voi. Dopo la lunga pausa estiva, Dio permettendo ricomincerò la diffusione delle dispense dello studio su Dio. Dio ci guidi secondo la Sua saggezza nella Sua piena volontà: godere di Lui per sempre. Per chi è rimasto indietro nelle risposte ai test, mi contatti
e gli farò avere ugualmente le dispense per mettersi in pari con gli altri. Pace a voi.
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