Il Signore Iddio ci avverte nella Sua Parola dicendoci: "Or sappi
questo: che negli ultimi giorni verranno tempi difficili" (2 Timoteo.
3:1).
Sull’argomento degli "ultimi tempi" vi sono gruppi religiosi e
cosiddetti profeti che fanno fin troppe e fallaci speculazioni ed è
saggio non seguirli né fare loro concorrenza - anche perché Gesù stesso
afferma che conoscerne la data non è stato concesso a nessuno. In
effetti, però, pur non amando io speculare sulle predizioni
apocalittiche, non posso fare a meno di osservare come proprio ora, vi
sia una "strana" concentrazione di minacce a livello planetario che
gravano su tutti noi (guerre, fenomeni astronomici e geologici, crisi
economiche, sanitarie e informatiche, come pure una grave crisi
spirituale). Ho l'impressione che ancora "ne vedremo delle belle", per
così dire, che però tanto "belle" non saranno… Molto probabilmente non
sarà ancora "la fine", ma davanti a noi non ci sono tempi facili e
faremmo bene a non prendere la cosa alla leggera, anzi, di fronte ad una
probabile emergenza, dobbiamo responsabilmente disporci a premunircene,
organizzando le nostre risorse materiali e spirituali!
A questo riguardo è la stessa Parola di Dio a venire in nostro
soccorso. Essa infatti non si limita solo a predire i tempi difficili,
ma fa qualcosa che altri veri o presunti profeti non fanno, cioè
guidarci a prendere le misure necessarie non tanto per evitare queste
sofferenze, ma ad alleviarle, ad attraversarle nel modo migliore e,
soprattutto, allontanandoci da tutto ciò che ha il potere di corrompere
la nostra fede. Essa ci chiama ad una difesa ad oltranza dei fondamenti
immutabili della fede: davvero il compito dei cristiani fedeli nella
nostra generazione.
Le Sacre Scritture, per renderci pronti a questi “ultimi tempi” ed
agire di conseguenza, ci descrivono le caratteristiche morali e
spirituali che vi saranno più prevalenti. Ci sono ben note perché assistiamo
ad esse in maniera inequivocabile, ma dobbiamo metterle ben a fuoco.
Troviamo così la descrizione della situazione morale e spirituale degli
ultimi tempi in questo passo.
“Or sappi questo: negli ultimi giorni verranno tempi difficili; perché gli uomini saranno egoisti, amanti del denaro, vanagloriosi, superbi, bestemmiatori, ribelli ai genitori, ingrati, irreligiosi, insensibili, sleali, calunniatori, intemperanti, spietati, senza amore per il bene, traditori, sconsiderati, orgogliosi, amanti del piacere anziché di Dio, aventi l'apparenza della pietà, mentre ne hanno rinnegato la potenza. Anche da costoro allontànati! Poiché nel numero di costoro ci sono quelli che si insinuano nelle case e circuiscono donnette cariche di peccati, agitate da varie passioni, le quali cercano sempre d'imparare e non possono mai giungere alla conoscenza della verità. E come Iannè e Iambrè si opposero a Mosè, così anche costoro si oppongono alla verità: uomini dalla mente corrotta, che non hanno dato buona prova quanto alla fede. Ma non andranno più oltre, perché la loro stoltezza sarà manifesta a tutti, come fu quella di quegli uomini” (2 Timoteo 3:1-9).
Leggendo questo testo è difficile fare a meno di trovarvi
rispecchiata la condizione della nostra società oggi. La versione
italiana di questo testo non rende adeguatamente la forza
dell'originale, ma cercheremo oggi di amplificare il significato di ogni
singolo termine del testo.
Gli ultimi e difficili ultimi giorni
"Or sappi questo: negli ultimi giorni verranno tempi difficili”.
Non per minimizzare l'attuale crisi, ma dobbiamo pur dire che questo
testo biblico, come altri simili, è stato usato dai cristiani sempre
prima di ogni maggiore crisi che si è succeduta nel corso di questi
millenni. E' stato usato ai tempi della caduta dell'Impero romano
guardandone l'estrema corruzione e la minaccia delle incursioni
barbariche, ma non era quella la fine del mondo, semmai di "quel" mondo.
E' stato usato all'avvento dell'anno 1000, ma quello non era il momento
della fine. E' stato usato in corrispondenza della prima guerra
mondiale, e poi della seconda, ma il mondo, sebbene allora afflitto da
inenarrabili sofferenze, non sarebbe giunto alla fine. Questo testo
biblico lo si usa ora, e dico questo non per sottovalutare la crisi
attuale o per smentire i profeti di sventura, ma perché dobbiamo vedere
le crisi globali in una giusta prospettiva.
Molti prendono l'espressione "gli ultimi giorni" come ad indicare
il periodo immediatamente precedente il ritorno di Cristo e quindi la
fine del mondo. In realtà la Bibbia usa quest'espressione per indicare
l'intero periodo intercorrente fra la prima e la seconda venuta del
Signore Gesù Cristo. In altre parole, fin ora siamo vissuti negli
"ultimi giorni". Quando infatti l'apostolo Pietro, nel giorno di
Pentecoste, spiega alla folla il senso dell'effusione di Spirito Santo
che era sopravvenuta alla comunità cristiana di allora, egli ne parla
come dell'adempimento della profezia di Gioele che, predicendolo, lo
rimanda agli "ultimi giorni". Pietro vede il suo tempo come "gli ultimi
giorni" (At. 2:17). Lo scrittore dell'epistola agli Ebrei dice che il
tempo in cui Dio ha parlato nella persona di Cristo, sono gli "ultimi
giorni". E' chiaro così che "gli ultimi giorni" sono un periodo che è
cresciuto fino a comprendere 2000 anni.
L'apostolo Paolo così dice che entro questo esteso periodo di
tempo vi saranno cicli ripetuti di afflizione, grande tensione a livello
globale, tempi pericolosi, in cui si manifesteranno le condizioni
descritte con quelle sue raggelanti parole. Infatti, se guardiamo
indietro ai secoli passati, vediamo proprio come questo sia stato vero.
Si sono succeduti nel nostro mondo periodi di relativa pace e
prosperità, solo per essere interrotti da terribili periodi di tensione e
di sofferenze indicibili. Queste parole, così, non sono necessariamente
una predizione degli ultimi giorni di questo mondo, ma il
riconoscimento del ciclo ricorrente di giorni come questi. Naturalmente,
uno di questi sarà l'ultimo.
E' difficile dire se siamo noi a vivere "l'ultima crisi", forse si, ma è
difficile dire se l'attuale ultimo ciclo sia quello immediatamente
precedente il ritorno di Cristo. Come nel passato, le nuvole nere
potrebbero disperdersi, e il sole tornare a brillare. Potrebbero tornare
per il mondo periodi di pace e prosperità. Non si tratta però di una
scusa per "prendere le cose sotto gamba" e dire: "O beh, allora, perché
preoccuparsene…", no, le sofferenze sono e saranno autentiche e
devastanti. Quello che la Parola di Dio vuole rilevare è che esse non
avvengono mai per caso, ma sono il logico risultato dell'infrazione dei
principi etici e morali che Dio ha stabilito per il benessere
dell'umanità. E' come se dicesse: "Volete risparmiarvi queste
sofferenze? Allora seguite i principi di vita che io ho stabilito!
Paolo qui, così, dà a Timoteo istruzioni concernenti l’apostasia
(allontanamento) di cui ha già parlato nella sua prima epistola (1
Timoteo 4:1-3). Gli ultimi tempi segneranno un drammatico incremento
della ribellione a Dio e dell’aggressività verso chi intende essergli fedele. Il termine originale qui tradotto con “difficili” potrebbe pure
essere tradotto con “pericolosi”, ma anche come “tempi di accanimento”,
di “persistenza ostinata”. È quella del mondo ribelle a Dio che acquista
sempre più sfacciataggine, arroganza, nello sfidare apertamente e
contraddire tutto ciò che Dio è e stabilisce nella Sua legge morale. È
un mondo che “osa” sempre di più e si oppone in modo militante ad ogni
espressione della verità, quasi che, nel contempo, volesse “fargliela
pagare” a quelli che rivendicano la signoria di Dio e del Suo Cristo.
Per questo, in quel periodo, i cristiani fedeli si troveranno sempre di
più in difficoltà ed in pericolo e sarà messa alla prova la loro fede,
la loro corrispondente perseveranza “accanita” a seguire il Cristo.
"...perché siate irreprensibili e integri, figli di Dio senza biasimo in
mezzo a una generazione storta e perversa, nella quale risplendete come
astri nel mondo, tenendo alta la parola di vita" (Filippesi 2:15-16).
Venti impressionanti caratteristiche degli “ultimi giorni”
Abbiamo così una descrizione del carattere della generazione degli
ultimi tempi con venti impressionanti e temibili caratteristiche. Questa
“lista di vizi” è molto simile a quella di Romani 1:29-31. “Liste di
vizi” erano comunemente usate nel mondo greco-romano nell’uso retorico
di fare caricature dell’avversario e facevano uso della ripetizione di
suoni o di altri espedienti ritmici, per aumentarne l’impatto. Paolo
scrive questa lista in una disposizione chiastica con due gruppi di
due parole che esprimono “amore deviato”, poi con due gruppi con tre
termini, ciascuno che si focalizza su orgoglio ed ostilità verso gli
altri. Poi vengono due gruppi con tre termini ciascuno che iniziano con
una negazione di una buona qualità concessa dalla grazia. Queste otto
parole dipingono gente che è priva delle più basilari caratteristiche
della vita umana. Il centro del chiasmo è la parola “diaboloi”, che
significa “calunniatori”, gente diabolica.
Questo testo, come altri è un invito, a chi è saggio, al
ravvedimento, a tornare a volgersi a Dio ed alla Sua legge come l'unica
cosa che davvero può garantire il meglio per noi stessi. Gli uomini,
così, (le persone) manifesteranno le tipiche caratteristiche dei
peccatori ostinati ed impenitenti, ma alla seconda o terza potenza, in
modo particolarmente grave.
- “Egoisti”. È l’egocentrismo narcisistico (prono all’esibizionismo), lo smodato ed esclusivo amore per sé stessi che porta a negare una qualsiasi responsabilità verso Dio e verso il prossimo, un egoismo sfacciato e senza scrupoli. Nell’originale il termine è “filautoi”. Non è amore per l’uomo (filantropia), ma “filo” sé stessi, amanti di sé stessi. Si tratta del peccato di base dell'umanità. L'amore esagerato di sé stessi, il culto di un altro dio, noi stessi, è la forma più bassa di idolatria. Esso priva Dio del culto dovuto al Suo nome, e mette al suo posto un dio rivale, noi stessi, sul trono della vita. E' soprattutto oggi che si vive nell'epoca del culto di sé stessi. Tutto viene focalizzato sul "me", i miei diritti, i miei bisogni, le mie idee… Che cosa succede quando si serve soltanto il proprio "io" a scapito degli altri? La guerra civile, ad ogni livello, sia di popoli, di etnie come a livello locale e familiare.
- “Amanti del denaro”, avendo come unico criterio della propria condotta il profitto materiale personale che se ne può trarre. Non vi sembra che questo, lo sfrenato materialismo, sia lo stile di vita prevalente oggi? L'avidità del denaro è quella che ci permette di calpestare tutto e tutti, di ignorare qualsiasi etica e scrupolo, di giustificare qualunque crimine. Il denaro è uno strumento buono che va acquisito nei modi che la Legge di Dio stabilisce e per gli usi che Dio indica, e certamente non in modo egocentrico, anzi, pure come mezzo di condivisione e solidarietà. Ci sorprendono forse le tragiche conseguenze dell'acquisizione egoistica e della mancanza di solidarietà? Esempi di questo sono sotto i nostri occhi ogni giorno.
- “Vanagloriosi”. È la caratteristica di chi si vanta della propria grandezza, imprese e importanza. Coloro che si gonfiano, ma solo d’aria, del nulla, che danno gloria e merito a sé stessi soltanto, l’opposto di chi vive (come dovrebbe) dando gloria a Dio per ogni cosa.."vanagloriosi" descrive quella vita impostata a presuntuosa ambizione, quel sentimento smodato e vano di orgoglio di chi si gloria per meriti inesistenti. E' la megalomania di chi mette sé stesso sul trono che non gli spetta. Potrebbe essere il sentimento di chi vanta la superiorità della propria razza, nazione, civiltà o intelligenza e per questo è pronto a schiacciare chi vede "inferiore", oppure l'arroganza dell'intelligenza umana quando pretende di poter fare qualunque cosa senza limiti o regole alcune, mettendosi al posto stesso di Dio, come quella di certa scienza pronta a manipolare la vita stessa sfruttando per fini egoistici la conoscenza e le capacità.
- “Superbi”. Letteralmente significa “non addomesticati”, “selvaggi”, incivili, senza ritegno. È il termine compagno di quello precedente.
- “Bestemmiatori”, vale a dire di coloro avvezzi a “dire male”, ad esprimere il loro disprezzo con offese, insulti, ingiurie ed imprecazioni, contro Dio e contro ciò che altri reputano sacro e degno di rispetto, che sputano malizia. La parola "bestemmiatori" descrive gente che non ha timore di deridere ed insultare con le loro parole e comportamento tutto ciò che è sacro: prima di tutto Dio stesso, e poi la Sua buona creazione. È l'empietà moderna: si sfida Dio e si ritiene di rimanerne impuniti. Si pretende di essere dio e legge a sé stessi, ma pure di potere impunemente insultare la sacralità della vita e del creato, sfruttandolo senza ritegno, abusando delle ricchezze che dovrebbero invece essere saggiamente amministrate. La nostra società più che mai nega e si prende gioco di Dio, ma potrà continuare a pretendere di non subirne poi delle conseguenze, la Sua ira e giusto giudizio?
- “Ribelli”, che sfuggono o ritengono di poter sfuggire al giudizio di Dio dopo aver infranto la legge di Dio e quella degli uomini, impenitenti, irriformabili, anzi, che hanno un atteggiamento di deliberata sfida alle regole giuste e buone. In particolare “ribelli ai gentori”, che non solo vuole dire verso chi li ha generati, ma anche verso ogni legittima autorità. Disprezzano e dissipano l’eredità morale e spirituale dei loro padri. Infangano il concetto stesso di genitorialità. Include l'attuale disprezzo per ogni autorità che si vede palese nella nostra società: disprezzo della famiglia come Dio l'ha voluta fin dall'inizio, disprezzo ed insubordinazione a padre e madre, agli insegnanti, alle autorità sia politiche che di giustizia e polizia. E' una società fondamentalmente anarchica, la nostra, dove non solo ogni regola viene distorta e disprezzata, ma dove pure i rapporti di giusta subordinazione vengono ignorati e disonorati. Potrebbe sussistere a lungo una società così?
- “Ingrati”, che pretendono e non ti dicono mai grazie, pretendono, anzi, esigono con forza i loro veri o conclamati diritti. Oggi si pretende tutto ma non si sa debitamente riconoscere e ringraziare chi ti fornisce ciò che hai, ad ogni livello, e certamente ci si dimentica di ringraziare Dio, da cui proviene ogni migliore dono del quale possiamo godere.
- “Irreligiosi”, vale a dire empi, privi di amore per Dio o falsamente religiosi. Di Dio non gli importa nulla, così come loro nulla importa di rendergli culto così come Egli prescrive. “Irreligiosi” è il contrario di "santo". Questa parola significa l'indisponibilità ad osservare persino la minima umana decenza. Descrive chi si vanta di azioni che Dio condanna, il fare cose senza alcuna vergogna per il solo piacere di provocare e scandalizzare con cose scioccanti che sfidano il senso comune ritenuto da essi discutibile.
- “Insensibili”, letteralmente “senza affetto naturale”, inumani, senza scrupoli, "senza affetto", cioè la mancanza di affetti comuni, brutalità, bestialità. E poi l'aggettivo "implacabile", indicando ciò che è persino contro la ragione, l'atteggiamento spietato ed accanito che niente e nessuno può ostacolare. Lo vediamo non solo nei conflitti bellici contemporanei dove si privilegia la logica militare e le vittime innocenti si definiscono come "inevitabili effetti collaterali", ma anche, per esempio, quando negli ospedali i pazienti vengono considerati solo numeri, trattati come fonte di profitto o oggetto del proprio lavoro, senza compassione e umanità.
- “Sleali”, vale a dire che non possono essere persuasi a stipulare e mantenere un patto o impegno, inaffidabili, infedeli, gente di cui non ci si può fidare perché tradiscono facilmente.
- “Calunniatori”, che accusano falsamente, bugiardi e consapevoli di mentire, a cui non importa diffondere menzogne, forti del principio che “il fine giustifica i mezzi”: per giungere dove vogliono arrivare sono disposti a tutto. Il termine originale è “diaboloi”, attività tipica del diavolo.
- “Intemperanti”, cioè privi di autocontrollo, che danno adito ad ogni loro impulso senza badare alle conseguenze.
- “Spietati”, brutali, crudeli, intransigenti, disposti ad una fredda e determinata crudeltà.
- “Senza amore per il bene”, opposti a ciò che è bene e che è buono e che tale Dio ha dichiarato nella Sua Parola.
- “Traditori”, termine già presente in Tacito, è dovuto dapprima all’uso biblico, nel senso di “consegnare all’avversario”. È frequentissimo negli scritti di sant’Agostino, con le frequenti accuse a vescovi e ministri di culto cristiano di avere tradito la propria fede religiosa consegnando libri e arredi sacri ai loro avversari. Quanto spesso oggi persino delle chiese intere tradiscono il comune retaggio e la propria storia, svendendosi alle ideologie moderne. Si fanno passare per cristiane, ma sono “mentite spoglie”, chiese compromesse che si sono allontanate dall’Evangelo proclamato nel Nuovo Testamento, che esse credono di poter rivedere e correggere!
- “Sconsiderati”, lett. precipitosi, che si gettano a capofitto in qualcosa senza pensare alle conseguenze.
- “Orgogliosi”, “che pensano di essere chissà chi”.
- “Amanti del piacere anziché di Dio”: Anche di questa non servono molte spiegazioni. La nostra epoca, infatti, priva di valori eterni ed ideali, ha un solo obiettivo: "godersi la vita" il più possibile, perché questo sarebbe l'unico valore rimasto, l'unica "soddisfazione" di una vita per altro vuota e priva di significato. Non descrive forse questo benissimo lo spirito della nostra epoca ed i comportamenti corrispondenti?
- “Aventi l'apparenza (e non realtà) della pietà (del rispetto e pietà verso Dio), mentre ne hanno rinnegato (respinto) la potenza (non ne conoscono la forza autentica)". Hanno una religiosità solo apparente esterna, ma sono inconsapevoli di che cosa vuol dire pietà religiosa, dell’autentica vita spirituale e dei suoi valori, gente che appartiene solo a questo mondo, di fatto inconvertiti, irrigenerati pur presentandosi come cristiani (falsi maestri e i loro seguaci). Ci troviamo davvero in pericolo quando si professa una forma esteriore di religiosità e al tempo stesso si tollera e si giustifica ciò che chiaramente Dio considera peccato. Vorremmo non subirne le conseguenze? E come fanno a giustificare il peccato sotto l'apparenza di religiosità? Nel modo più logico, negando la base normativa della fede cristiana, svuotando la Bibbia della sua autorevolezza. Scrive Gary North: "…con poche eccezioni, le facoltà di teologia sono ripieni di professori di letteratura, più che professanti di Cristo. Essi hanno adottato la concezione che dice che i testi biblici rivelano grossolani errori da parte degli scrittori ed editori della Bibbia. Questi critici considerano la Bibbia come un libro pieno di miti. Questi scettici eruditi e presuntuosi … hanno trafficato per più di un secolo per estirpare la fiducia dei cristiani nell'accuratezza della Bibbia. Il loro obiettivo personale, al di sopra di ogni altro, è quello di vanificare il giudizio finale del Dio che ha rivelato Sé stesso chiaramente. Essi si consolano con lo stesso sillogismo che serve a sbalestrare la fede che i loro studenti hanno nella Bibbia e che dice: 'Nessuna Bibbia permanente, nessuna legge permanente, nessun giudizio permanente'".
- “E come Iannè e Iambrè si opposero a Mosè, così anche costoro si oppongono alla verità” perché sono “uomini dalla mente corrotta”, incallita dal peccato, e, anche fra i ranghi cristiani, dichiarandosi eventualmente tale, sono gente, “che non hanno dato buona prova quanto alla fede”.
Gente da evitare
Da persone di questo tipo bisogna allontanarsi, non sperando neanche
di riformarli o di cambiarli, perché non lo faranno, anzi, se cercherai
di farlo, ti si rivolteranno contro. Sono gente da cui è necessario
allontanarsi, da evitare, da starne alla larga.
Sono, infatti. abili a sedurre e circuire persone deboli,
immature e compiacenti che il testo chiama “donnette cariche di peccati”
(“donne sciocche”) e “agitate da varie passioni”, forse perché le donne
(soprattutto se incolte) sono particolarmente suscettibili alla
manipolazione emotiva. L’apostolo probabilmenbte aveva in mente casi
specifici ben noti ad Efeso. Paolo qui non intende disprezzare le donne
in quanto tali. L’uso che fa del diminutivo (“donnette”) mostra
comunque come egli non intenda descrivere le donne in generale. In ogni
caso si tratta di gente sempre disposta ad “imparare” (da cattivi
maestri che si atteggiano da esperti), senza però “mai giungere alla
conoscenza della verità”. In ogni caso, “non andranno più oltre,
perché la loro stoltezza sarà manifesta a tutti”.
Se non si denuncia e non ci si oppone, prendendo le dovute misure
alla diffusione, nella società, di ciò che Dio considera peccato, si
fa solo aumentare la reale possibilità del giudizio di Dio su quella società: ce
ne sorprendiamo? La Scrittura dice: "tu, per la tua durezza ed il cuore
impenitente, ti accumuli un tesoro d'ira, per il giorno dell'ira e della
manifestazione del giusto giudizio di Dio" (Romani 2:5). E' vero che
dovremo affrontare molti problemi, ma non dobbiamo mai dimenticarci che
il problema di fondo che li genera è il peccato. Ciascuno dei problemi
che dobbiamo affrontare può essere fatto risalire ad una o più
infrazioni della Legge che Dio ha stabilito sul comportamento umano.
Conclusione
Il Signore, dunque, nella Sua Parola, predice per noi "tempi
difficili". Questo davvero è un esercizio di realismo! Non lo fa per
angosciarci ma per permetterci di prendere misure atte a proteggerci
prevenendo questi mali, alleviandoli, e affinché di essi noi non si sia
corresponsabili. Questi prossimi "tempi difficili" non saranno forse
quelli "finali", ma una cosa il Signore vuole che noi abbiamo ben
chiara: essi non avvengono mai per caso, ma sono il logico risultato
dell'infrazione dei principi etici e morali che Dio ha stabilito per il
benessere dell'umanità. La cosa peggiore, però, lo abbiamo rilevato, è
pretendere di essere religiosi e amici di Dio pur commettendo,
tollerando e giustificando ciò che Dio chiaramente ha condannato! Di
tutto questo dobbiamo ravvedercene e tornare a Dio, invocando la Sua
misericordia e la Sua opera di guarigione prima che per noi diventi
troppo tardi!
Che possono fare i cristiani degni di questo nome nei "giorni
difficili" che verranno? Impegnarsi per la causa dell'Evangelo e
testimoniare con coerenza la verità tanto che, se cadremo sempre più in
basso, almeno non sia per causa nostra. Probabilmente i più non
ascolteranno e continueranno a prendersi gioco di noi, ma non potranno
poi dirci che non erano stati avvertiti!
di P. Castellina
"Or
lo Spirito dice espressamente che negli ultimitempi alcuni
apostateranno dalla fede, dando ascolto a spiriti seduttori e a dottrine
di demoni."
(1 Timoteo 4:1)
http://consapevolinellaparola.blogspot.it/2015/01/da-costoro-allontanati.html
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