Se cerchiamo seriamente di essere veri discepoli, portiamo, nutriamo nel cuore e non la facciamo scappare l’esperienza fatta dell’amore di Dio, cioè, l’esperienza ispirata dai sentimenti del cuore di Dio un giorno provati.
La costanza interiore è, in verità la forza che sostiene e mantiene l’esperienza autentica di fede, del culto a Dio e della sincerità nel rapporto con il prossimo, sia esso chi sia. Gesù chiede ai suoi discepoli infatti questa conquista e questo coraggio.
Il discepolo non può andare fuori binario e vivere nella superficialità, nelle cose esterne. Questo è possibile nella misura in cui il discepolo capisce che le cose che lo contaminano sono prima quelle che escono da dentro e non quelle che vengono dal di fuori, ha spiegato Gesù questo, chiamando a sé tutta quella moltitudine di gente che l’ascoltava.
Il messaggio di Gesù è quello del peccato dell’apparenza, dell’inganno che sono alla fine il comportamento dell’ipocrita. (Marco, 7,14-23).
È facile allontanarsi dalle cose e persone ritenute impure. Ed è contrariamente difficile mantenere la giusta distanza dalle cose e persone che hanno il potere di contaminare con cio che esce o che hanno nel loro cuore, contrari al volere di Dio. Vigilanza e discernimento allora sono due attitudini molto importanti!
– Senza di esse l’ipocrisia prende possesso del cuore e delle azioni umane. Non è raro trovare persone che vogliono essere fedeli e ci soffrono per questo, e che finiscono per nutrire dentro di se cattive intenzioni e pensieri ingannevoli.
Il discepolo si riguarda da questa mancanza di autenticità, che non lo fa assomigliare al suo Maestro. Il suo agire dovrebbe nascere da un cuore che cerca di essere puro, senza dolo ne cattiva intenzione per amare come Gesù in ogni situazione.
Noi siamo talmente abituati inconsciamente a vivere nell’inganno che pur di salvarci la faccia, diciamo una cosa per un’altra tante volte, parliamo sempre in generale o restiamo nel silenzio per non esporre ciò che abbiamo dentro.
Ecco l’ipocrisia di cui parla Gesù. Chi fa infatti il contrario si trova male e quindi “io mi difendo”. Essere veri discepoli, allora è imparare giorno dopo giorno a portare e nutrire nel cuore e non la farla scappare l’esperienza fatta dell’amore di Dio, cioè, l’esperienza ispirata dai sentimenti del cuore di Dio. Ogni tanto da discepoli che vogliamo essere, abbiamo bisogno di fare una ripulita del nostro interiore e scegliere il cammino dell’amore che riscatta, ricrea e ci riconcilia con Dio. Non lodiamo il Signore solo con le labbra e col cuore lontano da lui.
Preghiamo sempre cosi:
Gesù mite e umile di cuore,
fa diventare simile al tuo il mio cuore,
fammi vivere nel tuo amore
e nella riconciliazione con te!
don Tonino Lima
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per capirci
Pagine
GIACOMO 1, 2-4
Fratelli, considerate come motivo di gaudio perfetto le diverse prove alle quali voi potete essere esposti, sapendo che la fede messa
alla prova produce la pazienza. E' necessario però che la pazienza compia perfettamente l'opera sua, affinché voi siate pure perfetti ed
integri, senza mancare in niente.(Giacomo 1; 2-4)
Emmanuel
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ciao
per tutti coloro che mi vogliono bene un invito a riflettere
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