- 1) Siamo sale?
Sale della terra e luce del mondo! Ecco cosa il Signore ci chiede di essere in questo Vangelo.
C'è più che mai bisogno di luce, in un mondo dove sembra che l'uomo stia perdendo sempre più, non solo il lume della fede, ma addirittura quello della ragione; e se c'è una cosa che spaventa sono proprio le tenebre!
Da bambini, tutti abbiamo fatto l'esperienza dalla paura del buio; quando poi queste tenebre non sono solo assenza di luce esterna, ma ottenebrano addirittura la mente umana facendole compiere efferatezze innominabili, allora spaventano ancor molto di più!
E' dunque quanto mai urgente essere luce del mondo!
• 2) Siamo luce?
Ma per essere luce dobbiamo essere illuminati.
Si sente spesso dire a livello individuale: "La mia coscienza non mi rimprovera niente, per me non osservare questo o quel comandamento non è un male".
Oppure, a livello collettivo, si emanano leggi contro la vita, contro la famiglia, e si giustificano dicendo che chi le fa', trova che siano un bene per la società. Ma la coscienza va illuminata!
L'uomo deve saper riconoscere il bene oggettivo dal male oggettivo. Oggettivamente parlando il pesce marcio puzza, se poi a qualcuno piace questo odore, ciò non toglie che è sempre puzzolente.
Dobbiamo ritrovare, sia a livello individuale che collettivo, la sanità di giudizio che definisce male ciò che è male e bene ciò che è bene.
Chi poi ha il potere e il dovere di legiferare, deve a maggior ragione, avere la coscienza illuminata, se no è come un cieco che guida altri ciechi e tutti cadono nel pozzo.
- 3) Dove va messa la lucerna?
"Non si accende una lucerna per metterla sotto il moggio, ma sopra il candelabro perché faccia luce a quanti sono nella casa".
C'è un tempo per rimanere nascosti e un tempo per risplendere, un tempo per tacere e un tempo per parlare.
Abbiamo visto domenica scorsa, che Gesù per primo, scoccata l'ora stabilita dal Padre, è uscito dal silenzio e ha proclamato la verità.
Il silenzio è necessario per percepire questa parola di verità che deve procedere dal Suo Spirito, e non dal nostro, ma una volta percepita, dev'essere annunciata.
Se vogliamo essere autentici cristiani, dobbiamo diventare come dei canali che trasmettano l'acqua viva della verità; ma la funzione del canale è appunto quella di lasciar scorrere l'acqua, non di bloccarla.
Dobbiamo dare agli altri il meglio di noi stessi, ma il meglio non siamo noi, è Lui, cioè quest'acqua viva che ci abita e che vuole comunicarsi e diffondersi ("il bene è diffusivo di sé").
Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date. Già san Tommaso d'Aquino diceva che è più perfetto dare agli altri i frutti della propria contemplazione che contemplare soltanto, come è più perfetto illuminare che risplendere soltanto.
La contemplazione della verità, che non solo è luce, ma è la persona stessa di Cristo ("Io sono la via, la verità, la vita"), deve far nascere il bisogno di comunicarla questa verità, a quanti brancolano ancora nel buio dell'errore e magari della disperazione, e accendere così, tante fiammelle ancora spente e tanti cuori ancora assiderati nel gelo dell'assenza di Dio.
E così tanti nostri fratelli e sorelle, ancora pellegrini nella notte, troveranno quella luce e quel fuoco che Gesù è venuto a portare e che ora vuole comunicare loro attraverso di noi.
"Gloria a te o Cristo, luce di verità e sole di giustizia che sei venuto a dimorare nella tua Chiesa ed essa ne è stata illuminata; sei venuto nella tua creazione ed essa ne rifulge tutta quanta.
I peccatori si sono accostati a te e sono stati purificati; i ciechi t'hanno visto e i loro occhi si sono aperti; i morti hanno udito la tua voce e si sono levati e anche le anime tenebrose si sono accostate alla luce.
Tu sei il mattino splendente, la luce senza tramonto: si aprano gli occhi dei nostri cuori e il nostro sguardo non si stacchi mai dalla tua folgorante luce." (Liturgia orientale)
Wilma Chasseur
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per capirci
Pagine
GIACOMO 1, 2-4
Fratelli, considerate come motivo di gaudio perfetto le diverse prove alle quali voi potete essere esposti, sapendo che la fede messa
alla prova produce la pazienza. E' necessario però che la pazienza compia perfettamente l'opera sua, affinché voi siate pure perfetti ed
integri, senza mancare in niente.(Giacomo 1; 2-4)
Emmanuel
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ciao
per tutti coloro che mi vogliono bene un invito a riflettere
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