per capirci

GIACOMO 1, 2-4

Fratelli, considerate come motivo di gaudio perfetto le diverse prove alle quali voi potete essere esposti, sapendo che la fede messa
alla prova produce la pazienza. E' necessario però che la pazienza compia perfettamente l'opera sua, affinché voi siate pure perfetti ed
integri, senza mancare in niente.(Giacomo 1; 2-4)

Emmanuel

domenica 15 maggio 2011

DIO E I TERREMOTI




COI TERREMOTI DIO CHE C’ENTRA? di Guglielmo Standridge 

Coi terremoti Dio che c’entra?
Quando la terra trema paurosamente, quando la gente corre per le strade, gridando di terrore e invocando l’aiuto divino, Dio dov’è?
Quando la gente muore sotto le macerie, quando i vivi non riescono ad estrarre i loro cari dalle case crollate, quando migliaia di persone pregano e imprecano, Dio non se ne interessa?
Non sono domande empie né futili. Sono le domande di sempre. In ogni tragedia della natura, è inevitabile che soffra anche la gente innocente. Chi muore sembra morire per caso, mentre altri scampano per un pelo. In un momento, una famiglia può per dere casa e masserizie che sono costate una vita di sacrifici e di lavoro.
Ma, Dio esiste? Non potrebbe fermare questi terribili disastri? Non è un Dio di amore, come abbiamo sempre pensato?
D’altra parte, se il terremoto è un fenomeno della natura e succede solo per cause naturali, come potrebbe Dio intervenire? Anzi, se il mondo è controllato soltanto da leggi naturali, che si possono spiegare scientificamente, che bisogno c’è di Dio?
Molte persone la pensano così e credono che il caos insensato e inspiegabile di un terremoto sia una prova in più che è assurdo credere in Dio.

Anche il credente deve ammettere che questi dubbi e interrogativi sono logici. Se Dio non è presente quando c’è un terremoto, allora non è presente affatto. Se Dio non c’entra coi terremoti, allora non c’entra neanche con l’esistenza della terra o con la realtà umana.
Questi dubbi possono provocare tre domande che meritanouna risposta.

1. Quello che provoca un terremoto è solo un processo naturale, o c’entra anche Dio?
2. Vi è un significato morale nella distruzione fisica e umana provocata dai terremoti, qualcosa che l’uomo deve imparare?
3. Cosa dice la Bibbia sui terremoti, e particolarmente sulla distruzione che provocheranno i terremoti futuri?
Se tu leggerai con cura questo libretto, troverai una risposta a queste tre domande.

Che dice la scienza?
Gli ultimi due secoli di progresso scientifico hanno convinto molte persone che Dio non esiste o, almeno, che credere in un dio creatore non è necessario.
Lo studio dell’atomo, come anche l’esplorazione dell’universo, le conquiste nel campo della medicina come nelle comunicazioni, hanno dimostrato che il nostro mondo funziona secondo delle leggi fisiche di causa ed effetto. Perciò, l’intervento di Dio sembra inutile e il miracolo impossibile.
Anche lo studio dei terremoti sta scoprendo molto sulla composizione della terra e sulle tremende forze che agiscono all’interno del nostro pianeta. Purtroppo, non si è capito ancora come prevedere accuratamente i terremoti e tanto meno come evitare le loro conseguenze disastrose.

Il fatto che l’Italia ha subito tanti terremoti ha spinto alcuni italiani a studiare fra i primi il fenomeno. Vivenzio e l’Accademia napoletana studiarono seriamente i terremoti calabresi del 1783 e
un altro italiano, Luigi Palmieri, costruì il primo sismografo elettromagnetico e lo mise in opera sul Vesuvio nel 1855, giusto in tempo per misurare il terremoto di Napoli nel 1857.
Giuseppe Mercalli, l’inventore del sistema per misurare l’intensità dei movimenti sismici, determinò, in un suo studio sulla frequenza dei terremoti, che, fra il 1602 e il 1881, l’Italia aveva subìto 209 terremoti importanti.
Nel terremoto del 1908, a Messina, morirono circa 100.000 persone, cioè il 50% della popolazione.
A Casamicciola, nel 1883, morì il 41 % degli abitanti, il 71 % morì a Montepurra, nel terremoto napoletano del 1857, e oltre il 90 % a Avezzano nel 1914.
E chi non ricorda le vittime dei terremoti più recenti del Belice, del Friuli, dell’Irpinia, dell’Umbria e delle Marche?
Oggi, in Abruzzo, si piangono ancora le centinaia di morti e non si conosce l’entità dei danni.

Ma, è la natura o è Dio che fa tremare la terra?
È stato notato che i terremoti sono più numerosi in alcune zone del mondo, Giappone e Cina, per esempio, in oriente, e Italia, Grecia, i Balcani e nord Africa, in occidente. Dal confronto di queste zone, si è arrivati alla teoria che esistano nella crosta della terra delle fratture, o faglie, lunghe anche centinaia
di chilometri. Secondo questa teoria, i terremoti avverrebbero quando, a motivo delle pressioni esercitate sulla superficie o in profondità, si produrrebbe un certo slittamento fra i due lati di queste fratture.

Una teoria più recente afferma, invece, che esisterebbe circa una dozzina di zolle tettoniche che formano la crosta terrestre, e che queste sarebbero in costante, impercettibile movimento.
Sarebbero un po’ come delle grandi lastre di ghiaccio che galleggiano e si scontrano in un mare appena scongelato.
L’Italia sarebbe in una posizione particolarmente infelice, in un punto di incontro, o di scontro, fra una zolla formata dall’eurasia, che preme da est, una seconda zolla europea, che preme da ovest, ed una terza zolla africana che preme dal sud.
Queste zolle, profonde circa cento chilometri, si muoverebbe ro di alcuni centimetri all’anno, premendo l’una sull’altra con una forza incredibile. Dal loro incontro deriverebbero non solo i terremoti, ma anche il sorgere di nuovi vulcani, l’azione di quelli esistenti e la formazione delle catene montagnose.

Dato che si può definire l’origine dei terremoti e spiegare tutto scientificamente, si potrebbe concludere che Dio non c’entra. Certamente si può concludere che il terremoto non è un segno del l’ira di Dio contro un qualsiasi villaggio o nazione, come alcuni religiosi hanno avuto la sfrontatezza di dire.
Dio non ha “voluto punire” con la morte nessuna delle vittime.
I danni subiti non sono “colpa” di Dio. Il terremoto è soltanto il risultato di leggi della fisica, o della natura, che hanno provoca to quelle scosse in quelle zone in quel momento.
Forse, in alcuni casi, i morti e i danni potrebbero dipendere, in parte, addirittura dagli uomini, che non hanno badato, nelle costruzioni, al pericolo di terremoti o non hanno applicato le leggi antisismiche governative.
Il fatto che un terremoto si è abbattuto sull’Italia e non sulla Svezia, si spiega non come giudizio di Dio, ma unicamente come un risultato delle formazioni geologiche in movimento.
A questo punto, si potrebbe esonerare Dio da ogni responsabilità e dire: “Dio non c’entra”.
Qui, però, almeno per alcuni che pensano profondamente, potrebbe sorgere un altro problema.
Se Dio è il creatore del mondo, e se è buono e onnisciente, perché ha creato un mondo soggetto a disastri “naturali” come i terremoti?
Quando si vuole comprendere Dio o i suoi atti, vi è una sola fonte di informazioni a cui rivolgersi: la sua rivelazione nelle Sacre Scritture. È inutile porgere una domanda simile a un ateo o un in credulo. Per loro le forze della natura sono cieche, la distruzione è senza una causa al di là delle spiegazioni scientifiche. Per loro, in fondo, la vita è solo un gioco della fortuna, che comincia e finisce per caso.

La Bibbia insegna, al contrario, che dietro a tutto c’è veramente un Dio e che questo Dio è perfettamente buono. Anche la terra è stata creata perfetta. Se tutto fosse andato avanti come era stato creato e progettato, l’uomo non avrebbe mai conosciuto né spine né catastrofi, né pianto né morte!
Infatti, la disubbidienza, o, piuttosto, la ribellione, a Dio e al suo piano perfetto, ha introdotto nel mondo il disordine, lo squilibrio e le terribili conseguenze morali che tutti osserviamo. I filosofi e i teologi possono fare dei complicati dibattiti sull’origine del male, ma altri disastri che chiamiamo “naturali”, ed anche il cancro ed ogni altra malattia, e perfino la stessa morte fisica, esistono non perché Dio voglia colpire questa o quell’altra persona, ma perché siamo tutti ugualmente coinvolti in un mondo condannato a soffrire a motivo del peccato.
Dio ha stabilito delle leggi della natura ed ha decretato che la ribellione dell’uomo avrebbe portato risultati gravi e tristi, sia a livello personale che planetario. In questo senso, possiamo dire che anche i terremoti avvengono secondo un piano di Dio, senza dire, però, che Egli li scatena come punizioni contro delle
persone o delle nazioni particolari.
Anzi, è molto importante sapere che Dio promette a qualsiasi persona, che lo desideri, la possibilità di essere liberata.
Qui ed ora, per mezzo della fede in Cristo Gesù, può scampare dalla pena ultima e più terribile del peccato, cioè la separazione eterna da Dio. Ma di questo si parlerà più avanti.
Dio ha promesso anche che, a causa dell’opera di salvezza compiuta da Cristo, il mondo stesso sarà liberato, nel futuro, dai mali naturali e che esisteranno nuovi cieli e una nuova terra, in cui regnerà la giustizia.

Perché muoiono sia i giusti che i cattivi?
La seconda domanda che ci siamo posti al principio del libretto è questa: vi è un significato morale nella distruzione causata da un terremoto? Dio vuole che impariamo qualcosa o è tutto senza senso?
Alcuni sciocchi hanno pensato che il terremoto fosse il giud zio sulla gente particolarmente cattiva. O che l’Italia ha merita to un giudizio perché si è allontanata da Dio. Ma la verità è molto più bella di questa.
Sì, è vero, vi sono delle cose da imparare, o su cui riflettere, dopo un terremoto. Sono cose importanti, che riguardano tutti.

Nei vangeli, Gesù parlò una volta di due avvenimenti tragici accaduti a Gerusalemme e ne trasse un insegnamento profondo.
Nel primo caso, alcuni uomini erano venuti a Gerusalemme per adorare Dio, ma erano stati assassinati per ordine del governatore Pilato. Malgrado il fatto che questi uomini avessero fatto un viaggio apposta per adorare Dio, molta gente attribuiva la loro morte ad un giudizio di Dio. Si pensava, insomma, che la
morte violenta dovesse colpire soltanto i malvagi.
Il secondo caso era simile. Una vecchia torre della città era caduta (senza un terremoto!), uccidendo sotto le macerie 18 uomini. Anche in questo caso i Giudei avevano immaginato che quegli uomini fossero particolarmente malvagi e avessero meritato il giudizio di Dio.
Ma le parole di Gesù capovolsero i loro giudizi affrettati e s perficiali.
“Pensate” domandò Gesù, “che quegli uomini fossero più peccatori degli altri, perché soffrirono simili cose?”. E, poi, aggiunse: “No, vi dico; ma se non vi ravvedete, perirete tutti come loro” (il racconto si trova nel Vangelo di Luca, cap. 13, versetti 1-5).

Perciò, possiamo capire con sicurezza che i terremoti, e altri simili disastri, non sono un giudizio di Dio su certe persone particolarmente cattive. Essi dovrebbero servire, invece, di ammonimento a tutti, anche a chi vive lontano dalle zone terremotate.
Qual è l’avvertimento? Eccolo: la vita è breve ed incerta per tutti. Come dice un antico proverbio: “Le bare si fabbricano di tutte le misure!”
Nel mondo, muoiono ogni giorno, e oggi stesso, migliaia di persone che non se lo aspettano. Bambini, giovani, vecchi, sani e malati, uccisi in mille diverse circostanze, ma tutte inaspettate.
A queste migliaia di morti, noi non ci pensiamo. Non ci colpiscono affatto, perché ci siamo abituati. Ma, quando avviene un terremoto, tutt’ad un tratto possiamo renderci conto che la morte potrebbe venire anche per noi, e senza preavviso.
Nessuno ha la garanzia matematica che sarà vivo fra una settimana o neanche fra 24 ore.
Col suo commento sulle tragedie, di cui abbiamo parlato sopra, Gesù voleva far capire proprio questo. “Credete che questi fossero più peccatori degli altri?”. E, poi, rispose subito: “No”.
Così costrinse ognuno a pensare al proprio caso, al proprio stato morale davanti a Dio. Era come se dicesse: “Credi che questi fossero più peccatori di te?”.
La Bibbia dice che tutti gli esseri umani hanno peccato, che tutti sono peccatori. Dunque, lo siamo sia tu che io.
Ora, è chiaro che il fatto che, se tu ed io abbiamo scampato la morte nel terremoto, e anche tante altre volte, ciò non dipende dal fatto che siamo buoni o che ce lo siamo meritato. È soltanto per la grazia di Dio che siamo vivi, perché Egli ha ancora qualcosa da dirci.
Vuole che il terremoto ci faccia pensare.
Cosa aveva detto Gesù alla gente che discuteva sulla morte improvvisa di quegli uomini di Gerusalemme? “Se non vi ravvedete, perirete tutti come loro.” Gesù non parlava soltanto della morte fisica, che aspetta tutti, perché non tutti moriremo “come loro”, assassinati da Pilato o sepolti sotto le macerie.
Gesù parlava, invece, della certezza che, dopo la morte fisica, ci aspetta il giudizio di Dio.
“Perire” non significava per Gesù soltanto la morte, ma anche l’allontanamento eterno da Dio.
La Bibbia chiama questo giudizio definitivo “la morte seconda”.
Perciò, si può dire con assoluta certezza che il terremoto non è un giudizio sui morti, ma un avvertimento per i vivi. Tu questo avvertimento lo hai capito?
Nel vangelo scritto dall’apostolo Giovanni, vi è un riferimento chiaro alla scelta fra il “perire” eternamente o il ricevere, invece, il dono della vita eterna. “Dio ha tanto amato il mondo, che ha dato il suo unigenito Figlio, affinché chiunque crede in lui non perisca, ma abbia vita eterna” (Vangelo di Giovanni, capitolo 3,
versetto 16).
La vita eterna è il dono di cui ogni uomo ha bisogno, e che Dio dà a chiunque comprende l’avvertimento che ha ricevuto, si ravvede del suo peccato, credendo al Salvatore che Dio ha mandato e così accetta il dono della vita.
L’apostolo Paolo scrisse: “Il salario del peccato è la morte, ma il dono di Dio è la vita eterna in Cristo Gesù, nostro Signore” (Epistola ai Romani, cap. 6, versetto 23).
Non importa se tu abiti in una zona terremotata o no, Dio ti ha mandato un avvertimento attraverso la distruzione e la morte istantanea che altri hanno sofferto. È un avvertimento molto serio che sarebbe sciocco e colpevole trascurare.
Ma tu puoi riconoscere il significato dell’avvertimento proprio in questo momento, e accettare il dono della vita eterna che Dio ha preparato per te. Come? Semplicemente, parlando con Dio con una preghiera sincera e semplice che sorge dal tuo cuore. Ringrazialo dell’avvertimento che hai ricevuto. Ringrazialo della grazia che ti ha fatto salvandoti finora la vita. Ringrazialo della sua offerta di vita eterna in dono, pagato per te dalla morte di Gesù sulla croce.

I terremoti fanno parte del grande piano futuro di Dio
La terza domanda, fatta all’inizio del libretto, aspetta ancora la sua risposta.
Ma la risposta è preoccupante o addirittura spaventosa. La Bibbia predice per il futuro dei terremoti più numerosi e più devastanti di quelli del passato o del presente.
Qual è il piano di Dio, rivelato nella Bibbia, riguardo ai terremoti? Abbiamo già visto che non è possibile attribuire i terremoti attuali a Dio come un giudizio su questo o quell’altro paese. È ovvio che i terremoti avvengono per cause “naturali” e secondo delle leggi che via via si stanno scoprendo.
Dietro a quelle leggi, però, vi è un Dio onnipotente e eterno, che non ha soltanto creato il mondo, ma che ne ha deciso anche il destino. Secondo la Bibbia, Dio, nella sua onniscienza e onnipotenza, sa esattamente ciò che avverrà nel mondo, ed ha stabilito tutto per un suo scopo.
Quando Gesù parlò, per esempio, con i suoi discepoli, della fine del mondo, si trattava di un argomento che interessava tanto loro quanto noi oggi. Egli fece loro una serie di profezie, o avvertimenti, per cui sarebbe stato possibile, per chi conosceva e credeva alle sue parole, prevedere la fine dell’epoca presente e prepararsi ad essa.
Nel vangelo di Matteo, al capitolo 24, fra i diversi “segni” della fine del tempo presente, Gesù accennò a guerre, rivoluzioni, carestie e terremoti. “Insorgerà nazione contro nazione e regno contro regno; ci saranno carestie e terremoti in vari luoghi” (Vangelo di Matteo, cap. 24, versetto 7).
Nel suo commento a questo passo biblico, lo studioso biblico René Pache ha scritto: “Come è noto, vi sono stati sempre dei terremoti, ma la Scrittura annunzia che si moltiplicheranno e si in tensificheranno alla fine dei tempi. Senza per questo dire di quanto siamo più vicini ai suddetti avvenimenti, molti credenti ed anche molti scienziati constatano da alcuni anni un innegabile aggravarsi dei sismi”.
Secondo una stima che certamente sbaglia per difetto, oltre un milione e mezzo di vite umane sono state distrutte dai terremoti nel secolo scorso. Di queste, circa la metà sono morte negli ultimi decenni. Si tratta di un aumento sorprendente e spaventoso!
In base alle parole di Gesù, Dio ha stabilito che il travaglio
non solo morale e politico, ma anche della natura, in questo nostro pianeta aumentasse prima del ritorno di Cristo e della fine di questa epoca. Per quale motivo?
Il motivo è sempre lo stesso: risvegliare le coscienze delle persone che vivono senza Dio, affinché si ravvedano e credano in lui. Un secondo motivo è risvegliare le coscienze dei credenti, perché si rendano conto della provvisorietà delle cose materiali, e si occupino, piuttosto, della vita spirituale e la diffusione del vangelo.
Le profezie bibliche non indicano soltanto un aumento nel numero dei terremoti nel periodo attuale, ma predicono alcuni fenomeni ancora più grandi in un tempo futuro.
L’ultima parte della Scrittura, l’ Apocalisse, descrive i giudizi che Dio manderà sul mondo per punire definitivamente il male e riscattare l’universo. I giudizi saranno di varia natura, ma tra questi vi saranno anche numerosi grandi terremoti. Ecco alcune descrizioni contenute nelle visioni dell’apostolo Giovanni, riguardo al futuro: “Si fece un gran terremoto: il sole diventò nero come un sacco di crine, e la luna diventò tutta come sangue ... e ogni montagna e ogni isola furono rimosse dal loro luogo” (Apocalisse, cap. 6, versetti 12 e 14).
“Ci furono tuoni, voci, lampi e un terremoto” (cap. 8, versetto 5).
“Ci fu un grande terremoto e la decima parte della città crollò e settemila persone furono uccise nel terremoto, e i supersti ti furono spaventati e diedero gloria al Dio del cielo” (cap.11, versetto 13).
“Ci furono lampi, voci, tuoni e un terremoto così forte che da quando gli uomini sono sulla terra non se n’è avuto uno altrettanto disastroso .... Ogni isola scomparve e i monti non furono più trovati” (Apocalisse, cap. 16, versetti 18 e 20).

Alla luce di queste descrizioni di terremoti futuri, che porteranno una distruzione non solo di vite umane e di città, ma anche della natura stessa, vi è ancora un’ultima cosa da imparare.
Mentre è vero che i terremoti attuali non sono dei giudizi divini direttamente sulle persone che li subiscono, essi possono essere per noi anche degli avvertimenti simbolici di ciò che avverrà nel futuro. Il panico, le grida, il pianto, le preghiere e le bestemmie, la paura e la disperazione sono soltanto degli esempi di ciò che avverrà quando Dio deciderà finalmente di giudicare e condannare questo mondo corrotto.
Tutti quelli che vivono tranquillamente oggi, senza pensare a Dio, se non in qualche occasione speciale, come quelli che non ci credono o si comportano contro la sua volontà, si troveranno insieme, tutti giudicati e condannati. Il giudizio non si baserà su quanto sono buoni o cattivi, ma soltanto sul fatto se hanno creduto e affidato la loro vita a Gesù, oppure no.
Chi ha seguito da vicino le notizie sui terremoti e su ciò che spesso succede dopo, non può dubitare che questa nostra umanità, oltre a sporadiche, limitate azioni di bontà e di aiuto umano, è controllata, invece, dalla malvagità, l’egoismo e la corruzione.
Accanto alle notizie di chi ha agito coraggiosamente e con sacrificio per aiutare gli altri, quante storie di sciacallaggio, corruzione e ingratitudine! Spesso i soldi designati per aiutare chi ha perso la casa, il lavoro o altri beni, sono accaparrati da chi non ne ha bisogno, chi non ha perso niente, o da chi li ha in mano.
Non è difficile dimostrare che il nostro mondo, e l’umanità che lo abita, meritano il giudizio di Dio. Perché, volerlo ammettere o no, siamo tutti, più o meno, egoisti, accaparratori e materialisti.
Ciò che è successo finora, in Italia e altrove, a causa dei terremoti, i vulcani e altri disastri naturali, non è da paragonare con ciò che avverrà quando Dio giudicherà il mondo. Perciò, ogni giorno che viviamo è un ammonimento di Dio, e un segno del la sua grazia che ancora ci protegge dal giudizio, un invito a ravvederci e a credere nel suo Figlio per ottenere in dono la vita eterna.
Sì, per mezzo dei disastri, del terremoto, e anche per mezzo di questo libretto, Dio sta cercando di attirare la tua attenzione e di offrirti il suo dono.
Come rispondi?

ALCUNE VERITÀ IMPORTANTISSIME PRESE DIRETTAMENTE DALLA SACRA BIBBIA
1. Tu sei un peccatore condannato alla morte eterna.
“Tutti hanno peccato e sono privi della gloria di Dio”. Epistola di Paolo ai Romani, cap. 3, versetto 23
“Il salario del peccato è la morte “. Epistola di Paolo ai Romani, cap. 6, versetto 23

2. Gesù è morto al tuo posto per pagare completamente la pena del tuo peccato.
“Egli ha portato i nostri peccati nel suo corpo, sul legno della croce ...” Prima Epistola di Pietro, cap. 2, versetto 24
“Cristo ha sofferto una volta per i peccati, Lui giusto per gli ingiusti, per condurci a Dio.” Prima Epistola di Pietro, cap. 3, versetto 18

3. La morte di Cristo al tuo posto ti porta la salvezza soltanto se tu credi personalmente e ricevi Gesù nel tuo cuore per fede.
“A tutti quelli che lo hanno ricevuto egli ha dato il diritto di diventare figli di Dio, a quelli, cioè, che credono nel suo nome.” Vangelo di Giovanni, cap. 1, versetto 12
“Chiunque crede in lui riceve la remissione dei peccati”. Atti degli Apostoli, cap. 10, versetto 43
“In nessun altro è la salvezza; perché non vi è sotto il cielo nessun altro nome che sia stato dato agli uomini, per mezzo del quale noi dobbiamo essere salvati.” Atti degli Apostoli, cap. 4, versetto 12
“Dio ci ha dato la vita eterna, e questa vita è nel suo Figlio. Chi ha il Figlio ha la vita; chi non ha il Figlio di Dio, non ha la vita.” Prima Epistola di Giovanni, cap. 5, versetti 11 e 12

4. Se tu credi personalmente che Gesù è morto per togliere i tuoi peccati, tu puoi avere ora la certezza della tua salvezza eterna.
“In verità, in verità, vi dico: chi ascolta la mia parola e crede a colui che mi ha mandato, ha vita eterna; e non viene in giudizio, ma è passato dalla morte alla vita.” Gesù, nel Vangelo di Giovanni, cap. 5, versetto 24
“Vi ho scritto queste cose affinché sappiate che avete la vita eterna, voi che credete nel nome del Figlio di Dio.” Prima Epistola di Giovanni, cap. 5, versetto 13

Guglielmo Standridge.

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