per capirci

GIACOMO 1, 2-4

Fratelli, considerate come motivo di gaudio perfetto le diverse prove alle quali voi potete essere esposti, sapendo che la fede messa
alla prova produce la pazienza. E' necessario però che la pazienza compia perfettamente l'opera sua, affinché voi siate pure perfetti ed
integri, senza mancare in niente.(Giacomo 1; 2-4)

Emmanuel

domenica 8 maggio 2011

FERMATI E RICONOSCI



David Wilkerson

Dopo che la Parola ci dice che è Dio che fa cessare le guerre, troviamo:“Fermatevi e riconoscete che io sono Dio…” (Salmo 46:10). Il termine ebraico per “fermatevi” è raphah, che significa cessare; lasciar solo; diventare debole, fievole; Deriva dalla radice rapha, che significa aggiustare e essere minuziosamente guariti per mano di un dottore. Quanto minuziosamente precisa è la Parola di Dio. Egli fa cessare le guerre, e finché Egli non termina la Sua opera, noi dobbiamo far cessare i nostri sforzi di auto-giustizia, affidare ogni cosa nelle Sue mani, confessare la nostra debolezza e stanchezza ed affidare il nostro futuro e la nostra restaurazione nelle mani di Cristo, il nostro Grande Dottore.

Amato credente, il tuo conflitto interiore ti sta dilaniando? Forse sei avversato da Satana, ma egli non può ferirti, né distruggerti. Molto probabilmente sei in un processo di spogliamento, in preparazione per una rivelazione maggiore della croce, affinché tu possa essere pronto per un servizio maggiore a Dio. Sei come Pietro, che venne spogliato di tutto prima di arrivare alla Pentecoste.

Guarda questo grande uomo di Dio vagare senza méta per le colline della Giudea, giunto a toccare il fondo. Pietro aveva camminato sulle acque e aveva aiutato a cibare moltitudini in modo miracoloso. Egli sperimentò la vera gloria di Dio ed era un servo che amava Cristo, benedetto, prominente, utile.

Ma peccò gravemente, venendo meno nei confronti del Signore come pochi altri, e inseguito, pianse e soffrì, pensando di aver perso la salvezza e il ministero. “Che c’è che non va in me?” dev’essersi chiesto continuamente. “Perché non ho avuto potenza o forza nella tentazione? Perché non ho avuto riserve morali, né alcuna volontà di resistere al nemico? Perché dovevo essere io quello che è caduto? Come ha potuto un uomo di Dio fare una cosa talmente orrenda al Suo Signore? Come ho potuto predicare ad altri quando io non ho potenza nel momento di crisi?”.

Dio non ha causato il fallimento di Pietro, ma da questo è giunto un grande bene. È stata parte dello spogliamento dell’uomo di Dio, permesso per rivelare ciò che era radicato in profondità nell’uomo interiore. Solo il fallimento avrebbe esposto l’orgoglio e l’auto-sufficienza. Il fallimento spezzò Pietro e gli rivelò il bisogno di una dipendenza assoluta dal Suo Signore per tutto, inclusa la sua purezza e la sua giustizia. È all’ombra della croce che affrontiamo la più grande tentazione e i più grandi fallimenti, per poi arrivare alla svolta della resurrezione!

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