per capirci

GIACOMO 1, 2-4

Fratelli, considerate come motivo di gaudio perfetto le diverse prove alle quali voi potete essere esposti, sapendo che la fede messa
alla prova produce la pazienza. E' necessario però che la pazienza compia perfettamente l'opera sua, affinché voi siate pure perfetti ed
integri, senza mancare in niente.(Giacomo 1; 2-4)

Emmanuel

domenica 15 maggio 2011

Mancato rinnovamento



rinnovamentoVersetto chiave:
non conformatevi a questo mondo, ma siate trasformati mediante il rinnovamento della vostra mente, affinché conosciate per esperienza quale sia la volontà di Dio, la buona, gradita e perfetta volontà (Romani 12,2)
Nella prima parte del versetto Paolo Apostolo non dice “se vogliamo essere trasformati”, ma dice chiaramente che “dobbiamo” trasformare la nostra mente.

Molti pensano che questo versetto si riferisca alle mode, costumi e attitudini varie, ma qui non si riferisce a queste cose ma bensì alla mentalità e al carattere del mondo. Quando Gesù entra nel nostro cuore cambia radicalmente il nostro spirito, è come se sostituisse il nostro vecchio spirito con uno spirito nuovo, tale nuovo spirito rinasce in un modo da essere in perfetta sintonia con Dio.

Questo meraviglioso evento per lo spirito umano è qualcosa di istantaneo, ma per la mente non è la stessa cosa, essa ha bisogno di tempo, la mente infatti non può rinascere nuova, purtroppo rimane sempre la stessa, però con il tempo può essere rieducata, subendo un processo che la porterà ad adeguarsi e ad allinearsi alla volontà di Dio. Quindi Dio provvede istantaneamente per il nostro spirito, ma per la mente dobbiamo entrare in gioco noi stessi. A questo punto, ci troviamo di fronte ad un bivio:
o la nostra consueta mentalità, vale a dire i nostri atteggiamenti, esperienze, abitudini, carattere, prenderanno il sopravvento e soffocheranno lo spirito appena nato, oppure lasceremo posto all’ammaestramento del Signore che guiderà il giovane spirito fino a prendere Lui il sopravvento sulla nostra vecchia mente. È chiaro che per fare questo c’è bisogno di una consacrazione radicale e di una grande forza di volontà.

Per il cristiano è di fondamentale importanza educare continuamente la propria mente perché altrimenti non potrà essere efficace e non potrà portare quel frutto che Dio desidera, infatti, come Paolo dice nella seconda parte del versetto il fine per cui trasformiamo la nostra mente è quello di arrivare a conoscere la volontà di Dio. Forse questa esortazione che lo Spirito di Dio fa attraverso Paolo è il consiglio meno praticato dai credenti, eppure i credenti ben dovrebbero sapere che il volgersi alle cose carnali e non alle cose spirituali produce separazione dalla comunione e dalla vita con Dio.

Ci sono davvero tanti che non si lasciano trasformare dalla Parola di Dio ma rimangono conformati alle cose di questo mondo. Io penso quindi che la carne e il mondo sono le cause principali per cui molti non vivono in Cristo in pienezza, diciamo pure che vivacchiano nel compromesso, un po’ nel mondo e un po’ in Cristo, si accontentano e reagiscono passivamente a ciò che avviene, senza cercare l’intervento e il "meglio" di Dio.

Ovvio che la scelta di questi credenti di vivere nel compromesso è dettata dalla pigrizia e dal piacere che trovano nella carne, pigrizia in quanto la ricerca del "meglio" di Dio consta di sacrificio e pazienza, il piacere della carne in quanto è qualcosa che è innata e ben radicata in noi: se non focalizziamo la nostra mente alle cose di Dio è chiaro che rimarremo piantati in terra e non voleremo mai.

Il nuovo spirito interiore che Dio dà spinge il credente ad orientarsi verso le cose spirituali. Parlando della mia esperienza personale posso dire che tale spinta è davvero qualcosa di spontaneo, quasi automatico, e davvero se non ci fossero contrasti e imprevisti una persona arriverebbe alla perfetta comunione con Dio. Nella comunione con Dio diventa palese che per ognuno di noi è necessario rinnovarsi (guarire e crescere).

Gli ostacoli e gli imprevisti percorrono la nostra vita correntemente e li possiamo trovare soprattutto nella normale vita quotidiana, la casa, il lavoro, il mangiare, il bere, il vestirsi, tutti i pensieri per noi stessi e per la famiglia, sono tutte cose buone e lecite, ma se non facciamo attenzione possono divenire il più grande ostacolo alla ricerca delle cose spirituali.

Un altro motivo ancora per cui un credente non si lascia trasformare da Dio è che non spende abbastanza tempo per dedicarsi alla lettura e alla meditazione della sua Parola, può anche capitare che alcuni sì leggono la Bibbia e ascoltano le predicazioni ma non fanno in modo che la Parola entri in profondità in modo che Essa possa radicarsi nel cuore. La Parola di Dio è viva, vera, pura, piena di promesse. È importante evitare di leggerla come se fosse un romanzo, ma bensì con un cuore aperto e ben disposto a imparare.

Un altro motivo per cui i credenti fanno fatica nell’intento di rinnovarsi è la mancata comunione fraterna. Sono convinta che è estremamente più facile vivere per e nelle cose di Dio se scegliessimo di trascorrere il nostro tempo frequentando fratelli in Cristo piuttosto che le amicizie del mondo, persone o televisione che siano.

Può succedere talvolta che alcuni credenti si isolano volutamente dai fratelli, e non per mancanza di tempo o pigrizia o per preferire compagnie mondane, ma perché hanno paura di confrontarsi con gli altri, spesso si sentono meno maturi spiritualmente, conosco infatti alcune persone che preferiscono fare delle cose per Dio in solitudine, per paura di essere giudicati o sembrare inadeguati, questa è un realtà che mi fa stare male, perché è evidente che l’ambiente cristiano in cui vivono non riesce a farli sentire persone amate per quel che sono.

Ma può anche essere che una persona che si sente immatura non ricerca la comunione fraterna semplicemente per orgoglio; in realtà questo tipo di persona non vuole veramente cambiare mentalità e carattere perchè è consapevole che nel confronto e nella condivisione stando in mezzo agli altri dovrà fare i conti con il proprio io più che mai.

Riguardo a questi motivi, mi sento di dover aggiungere che una persona tende a isolarsi dalla comunità per continuare a tenersi un qualche peccato, io, ad esempio, 14 anni fa, quando iniziai a camminare un pò più seriamente con Dio, soffrivo da tempo di disturbi legati all’alimentazione (anoressia, bulimia), passavo le mie giornate comprando cibo per mangiarlo e poi rimetterlo, ma nonostante tutto riuscivo a nascondere bene la cosa. Ogni notte, quando andavo a dormire chiedevo a Dio piangendo di aiutarmi ad uscire da quell’incubo. Una sera gli chiesi se dovevo parlare di questo problema con qualcuno e sentii dentro di me qualcosa di questo tipo:

- Figlia mia, non essere insaziabile di godimento perché l’ingordigia ha portato molti alla tomba, non parlarne con chi non può capirti, ma parla con chi ha i tuoi stessi pensieri, con chi ha il tuo stesso cuore, con chi se cadi può aiutarti a rialzarti, e se piangi saprà piangere con te -.

Capii allora che non dovevo confidarmi con mia cugina a cui stavo pensando, perché anche se era una grande amica non aveva ricevuto la salvezza di Gesù, avrei dovuto cercare l’aiuto di veri credenti.

Un altro problema di molti cristiani che non riescono a farsi guidare da Dio nella trasformazione di se stessi è che non riescono a mantenersi "insegnabili", dopo un po’ di tempo che scoprono le ricchezze della Parola di Dio la sapienza li gonfia e li fa divenire orgogliosi, non ammettono essere ripresi né dagli anziani né da chiunque altro che vedono e sentono, figuriamoci dallo Spirito Santo che non possono né vedere né sentire.

Mi sovviene un passo molto bello in Giacomo 4,6: Dio resiste ai superbi e da grazia agli umili, penso quindi che l’orgoglio personale sia la più grande barriera alla trasformazione di un credente.

Sempre prendendo spunto dalla mia esperienza di fede potrei aggiungere che potrebbero esserci dei casi di persone che "nascono di nuovo" che poi non riescono a progredire nel rinnovamento perché si ritrovano sole, nel senso che nella zona in cui vivono non vi sono pastori o fratelli maturi e competenti che li aiutino con l’esempio e l’ammaestramento. Io, nonostante siano 20 anni che ho conosciuto il Signore, sono ancora una bambina nella fede e penso che sarei progredita molto più velocemente se avessi avuto l’appoggio di qualcuno accanto che mi insegnasse, correggesse e mi sostenesse nei periodi di difficoltà.

Tra l’altro il mio “primo incontro” con il Signore è avvenuto in un contesto poco piacevole, nel senso che la chiesa che mi presentò Gesù in realtà si è dimostrata poi una sètta, infatti fin dai primi giorni che iniziai a frequentarla mi “costrinse” a battezzarmi in acqua. Ringrazio comunque Dio perché attraverso questa chiesa mi è stata trasmessa un tale timore nel Signore (all’inizio però era una vera e propria paura) che non sono più riuscita a staccarmi da Lui. In tutti questi anni ho pregato tanto Dio affinché mi inserisse in una chiesa come si deve ma ha provveduto in questo solo 5 anni fa: fratelli e sorelle di una chiesa in Firenze (un po' lontano da qui) mi hanno aperto sinceramente le braccia, e nonostante problematiche e varie vicissitudini interne alla comunità, sto finalmente gustando “quanto è bello stare insieme ai fratelli”.

Concludendo direi che il rinnovamento della mente e del carattere è il segreto del successo nella vita del cristiano: nella misura in cui ci rendiamo insegnabili diamo modo al Signore di lavorare in noi, ci ammaestra, pota i difetti e ci disciplina; anche se talvolta usa durezza siamo gioiosamente consapevoli che fa tutto ciò nella sua grande misericordia per il nostro bene.

In Ebrei 4,12 c’è scritto che:
la Parola di Dio infatti è vivente ed efficace, più affilata di qualunque spada a due tagli e penetra fino alla divisione dell’anima e dello spirito, delle giunture e delle midolla, ed è in grado di giudicare i pensieri e le intenzioni del cuore.
Posso confermare la veridicità di questo versetto perché spesso ho vissuto situazioni in cui fratelli e sorelle mi hanno ripreso usando frasi della Bibbia, vi assicuro che sono stata freddata all’istante, capisco il motivo per cui molti credenti disprezzano la correzione!

Purtroppo qualcuno pensa che il carattere non può essere cambiato totalmente ma può essere solo migliorato, ma se Dio è l’Onnipotente, allora dobbiamo credere che lo è in tutto, quindi anche capace di trasformarci, se lo vogliamo, fino alla perfezione.

Sono convinta che Dio può cambiare ogni tipo di carattere, ma, prima di tutto, sta a noi avere fiducia in Lui e collaborare. Il desiderio più grande del mio cuore è di crescere sempre di più nella conoscenza di Dio, di rinnovare la mia mente ed il mio carattere giorno dopo giorno. Spero di diventare quanto prima una credente forte e stabile per portare gloria a Dio in tutto quello che vuole che faccia per Lui.

Prego che il Signore continui a guidare il mio e il vostro cammino. 

Di: Caselli Mirella.

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