per capirci

GIACOMO 1, 2-4

Fratelli, considerate come motivo di gaudio perfetto le diverse prove alle quali voi potete essere esposti, sapendo che la fede messa
alla prova produce la pazienza. E' necessario però che la pazienza compia perfettamente l'opera sua, affinché voi siate pure perfetti ed
integri, senza mancare in niente.(Giacomo 1; 2-4)

Emmanuel

domenica 8 maggio 2011

La vera fede



I CINQUE ASPETTI DELLA VERA FEDE

fede(Testo iniziale di riferimento da leggere prima di continuare: Ebrei 11:1,6)

INTRODUZIONE

L’apostolo Paolo fornisce la miglior definizione di fede che si possa trovare: “Certezza di cose che si sperano, dimostrazione di cose che non si vedono”, una definizione che è di per sé un paradosso: 

1. “CERTEZZA e SPERANZA” sembrano essere due concetti opposti. Per esempio, uno studente dice all’inizio dell’anno scolastico: “Spero di essere promosso” proprio perché non ha l’assoluta certezza di questa promozione. Se, d’altra parte, ne è certo non ha più bisogno di sperare. Ma nella fede questi due concetti vanno insieme. 

2. Anche la seconda definizione è problematica per il mondo odierno, ormai abituato a credere solo in ciò che vede e può toccare. Paolo invece mette insieme DIMOSTRAZIONE e INVISIBILITÀ.

La fede ci viene presentata nella Bibbia come una NECESSITÀ (Ebrei 11:6) e, allo stesso tempo, come un DONO del cielo. Il famoso giornalista Indro Montanelli soleva dire: “Se la fede è un dono di Dio, allora è colpa sua se a me non l’ha dato!”. Quello che Montanelli non riusciva a capire è che questo dono è disponibile a tutti: si tratta solo di accettarlo o rifiutarlo.

Usando un’immagine moderna, potremmo dire che il Signore ha spedito un assegno in bianco a tutti: chi lo prende in parola, va in banca a riscuoterlo e mette la cifra di suo pugno. Ognuno di noi, in pratica, decide SE avere fede o no e QUANTA fede avere: sono due decisioni che competono all’uomo!

È dunque della massima importanza che noi capiamo bene che cosa vuol dire fede in tutte le sue sfaccettature. Oggi prenderemo in esame cinque aspetti fondamentali di una fede forte:

1. LA FEDE VERA NON HA BISOGNO DI PROVE

Noi crediamo per fede in cose che non richiedono per noi una controprova. Facciamo un paio di esempi.

a) L’ispirazione della Bibbia

Crediamo che le Sacre Scritture portino l’impronta di Colui che le ha ispirate ed abbiamo di questo fatto, molteplici “evidenze”, ma nessuna “prova”, nel senso scientifico del termine.

Il fatto che la Bibbia sia stata scritta durante l’arco di 1600 anni da autori di epoca, cultura ed estrazione completamente diverse e non cada mai in contraddizione con se stessa, per esempio, ci porta a pensare che ci sia stata una mente intelligente, precisamente quella di Dio, che abbia seguito la sua stesura. 

Il fatto che Mosè abbia scritto un complesso di leggi sull’igiene e l’alimentazione che sono state riconosciute come valide dalla scienza moderna e che medici illustri e ricercatori dichiarino che l’uomo ha perduto moltissimo nel lasciarle da parte, c’induce a pensare che la sua affermazione di aver ricevuto queste istruzioni direttamente da Dio sia plausibile, anche perché esse andavano in controtendenza con quella che era la scienza medica del suo tempo ed anche dei millenni a venire.

Il fatto che le profezie bibliche si siano avverate con una precisione millimetrica con anni, secoli e a volte millenni di anticipo, ci porta ad accettare il dono profetico che sta alla base di queste predizioni. Se i profeti che asserivano di aver ricevuto delle visioni, delle rivelazioni da Dio, erano dei pazzi visionari, come mai - diciamo - ci hanno sempre ed immancabilmente azzeccato?

Si comprende però come tutti questi ragionamenti costituiscano delle evidenze dell’ispirazione biblica, non delle prove del genere: 2+2=4. Senza la fede non è possibile credere al tocco divino nella stesura delle SS. Scritture.

b) La creazione

Altrettanto per fede noi crediamo che il racconto di Genesi cap. 1 sia attendibile e che all’origine della vita, nelle sue svariate forme, ci sia Iddio e non il caso. Anche di questo abbiamo molte evidenze, ma nessuna prova, perché - dopotutto - nessuno di noi è stato testimone di quanto è successo!

Un famoso scienziato francese un giorno ha detto: “Il calcolo delle probabilità ci dice che è assolutamente impossibile che la vita si sia prodotta per caso… Tuttavia - dal momento che Dio non esiste - vuol dire che questo pur remotissimo caso si è prodotto!”.

Voi capite che questo ragionamento non ha niente di scientifico, perché antepone alla tesi un’ipotesi di genere filosofico: “Dio non esiste:..”! Invece che chinarsi umilmente sui fatti ed ammettere che la scienza boccia senza appello la generazione spontanea della vita e che, quindi, i “fatti” ci indicano la necessità di una Intelligenza creatrice, si preferisce credere ciò che i fatti contraddicono. La premessa “Dio non esiste” inquina tutto il ragionamento seguente.

Ho letto in un libro scientifico l’esempio del branco di scimmie che scrive a macchina: che probabilità avrebbero, scrivendo per secoli e secoli, di far saltare fuori per caso un’opera complessa come “La Divina Commedia”? Nessuna ci dice la logica, nessuna ci dice il calcolo delle probabilità… E allora noi, come credenti, pensiamo che ci voglia più credulità a supporre la generazione spontanea della vita piuttosto che fede nel racconto biblico della creazione. Tuttavia, queste sono solo EVIDENZE, non PROVE.

Questa per noi è EVIDENZA che la nostra fede in una vita creata da un’Intelligenza superiore, che la Bibbia individua in un Dio personale, è ragionevole.

Tuttavia con questo non mi posso illudere di aver dimostrato matematicamente l’esistenza di Dio, perché la realtà di Dio sfugge alla mente umana ed ha sempre e comunque bisogno della fede per essere accettata.

2. LA FEDE GENUINA NON HA BISOGNO DI UN’ESPERIENZA PRECEDENTE

Noè

Finora abbiamo parlato di evidenze… Ma che evidenza aveva Noè che un giorno sarebbe piovuto sulla terra? Nessuna, perché ancora non era mai successo.

Giosuè

Si era mai sentito che le mura di una città fossero cadute girandoci intorno al suono di trombe suonate da sacerdoti? Eppure Giosuè e tutto il popolo d’Israele credettero che Gerico sarebbe stata presa in questo modo, perché avevano fede nella parola del Signore ed ottennero una strepitosa vittoria.

Pietro

Chi aveva mai sentito parlare che un uomo potesse camminare sull’acqua? Eppure Pietro credette che, all’ordine di Gesù, avrebbe potuto farlo e lo fece. Cominciò ad affondare nell’acqua solo dopo aver perso la fede e fu rimproverato per questo dal Maestro.

Naaman

Chi aveva mai sentito parlare che un lebbroso potesse essere guarito dalla sua terribile malattia tuffandosi per sette volte nel fiume Giordano? Neanche Naaman ne aveva mai sentito parlare, pure - dopo un primo momento di smarrimento - ci credette ed ottenne un grande miracolo.

3. LA VERA FEDE NON DIPENDE DALL’INCORAGGIAMENTO DELLA FAMIGLIA

Matteo 10:34-37 Con linguaggio provocatorio, Gesù descrive qui la possibilità che la fede sia causa di divisione nel cuore stesso della famiglia. Nessuno è più interessato di Dio all’unità della famiglia, ma NON a costo della fede di qualche membro della famiglia.

Nel Nord-Ovest degli Stati Uniti un giovane architetto di nome Randy aveva accettato Gesù come suo personale Salvatore ed era diventato avventista. Dopo sette anni dalla sua conversione, durante la visita di un predicatore nella sua chiesa, si sentì chiamato al ministero pastorale.

Aveva trent’anni ed era già milionario. Stava progettando una famosa catena di supermercati in quel momento. Abitava in una splendida casa sul golfo.

Appresa la sua decisione, la moglie gli chiese il divorzio, ma lui sentiva la chiamata del Signore e non volle recedere. Restituì i suoi attestati e divenne pastore; la moglie, divorziando, gli portò via quasi tutto il denaro e la casa. Lui ottenne la custodia dei due figli ed andò ad abitare in un piccolo appartamento vicino alla piccola chiesa che gli era stata affidata; si sentiva ricco e felice. La comunità che gli era stata affidata si trovava al centro della città, contava solo venti membri ed era in continua decrescita.

La voce si sparse, tutti volevano andare a sentire l’ex-milionario architetto che aveva scelto di predicare la salvezza in Cristo; dopo un anno la chiesa che dirigeva contava 150 membri. Ecco un esempio di fede che porta molto frutto, facendo a meno dell’incoraggiamento della famiglia, anzi della persona più vicina: il coniuge.

4. LA FEDE AUTENTICA NON DIPENDE DALL’INCORAGGIAMENTO DEI FRATELLI

Succede di passare attraverso questa disarmante esperienza… Succede che i fratelli, non solo manchino d’incoraggiarci, ma addirittura ci scoraggino, magari con la critica, con il pettegolezzo, con la mancanza d’amore. A volte ci scoraggiano senza nemmeno rendersene conto.

Ma se ci succede che la nostra fede dipenda dall’approvazione e dall’affetto dei fratelli, vuol dire che non abbiamo dimorato abbastanza in Cristo. Noi abbiamo bisogno di una fede che non richieda incoraggiamenti esterni, altrimenti che ne sarà di noi se dovessimo vedere l’apostasia di fratelli che stimavamo, o se dovessimo vivere gli anni precedenti il ritorno di Cristo quando potremmo essere chiamati a testimoniare della nostra fede, totalmente separati dai nostri fratelli? Le più grandi sconfitte e delusioni, se vissute con fede, possono trasformarsi in poderose vittorie.

Oltre due secoli fa, un giovane di venticinque anni, William Carey partecipò ad un’assemblea della chiesa alla quale apparteneva. Alla domanda del presidente Ryland se vi fossero altre questioni da sottoporre all’assemblea, William balzò in piedi dicendo: “Mi stavo chiedendo se l'ordine del Signore dato agli apostoli di predicare in tutte le nazioni, è valido anche per noi oggi!”

“Si sieda, giovanotto - ordinò il Dott. Ryland - Quando Dio vorrà convertire i pagani, potrà farlo senza il suo aiuto!”

Carey ubbidì e si sedette, ma non smetteva di pensare all’ordine del Signore. Andò a casa a studiare la Bibbia e lesse tutto ciò che poté trovare riguardo alle varie nazioni. Fece una mappa del mondo, che attaccò alla parete della sua bottega di calzolaio. Lì sopra scrisse qualche appunto sulle popolazioni che vivevano in ogni nazione. Più studiava e più si convinceva che i tempi fossero maturi per portare l'Evangelo in tutto il mondo.

Nel 1792 chiesero a William di predicare ad un incontro dell'Associazione Battista. Egli scelse il testo di Isaia 54:2 : “Allarga il luogo della tua tenda.”

«Il Signore ci sta chiamando per portare la buona novella della Sua grazia salvifica ai pagani che sono nelle tenebre - tuonò Carey - Dobbiamo guardare al di là della nostra cerchia ristretta verso i punti più lontani della terra, dove milioni non hanno mai nemmeno sentito nominare Cristo. Non dobbiamo solo aspettarci grandi cose da parte di Dio, ma dobbiamo tentare grandi cose per Lui!.»

Qua e là gli uomini annuivano approvando, ma la riunione si concluse senza che fosse presa alcuna decisione di agire. Ma William si rifiutò di farsi scoraggiare da questo atteggiamento e, dietro sua insistenza, dopo quell'incontro, fu fondata una Società Missionaria e lui stesso partì per l’India. Restò laggiù quarant'anni e tradusse la Bibbia in quaranta lingue diverse.

Pensiamo a quante anime sarebbe stata negata la possibilità di conoscere il Signore nella propria lingua, se questo giovane fosse dipeso dall’incoraggiamento dei suoi fratelli, che avevano della missione affidataci da Cristo una visione estremamente più miope della sua!

5. LA FEDE DEVE SUSSISTERE ANCHE SENZA L’APPARENTE INCORAGGIAMENTO DI DIO

Matteo 15:22-28 C’è un esempio biblico che illustra questo concetto: la donna siro-fenicia. Gesù prova la sua fede fino al midollo. Egli sa che i Giudei chiamano i pagani “cani” e, anche per impartire una lezione ai Suoi discepoli, sembra scoraggiarla dal continuare a chiedere. Come avremmo reagito noi?

La nostra fiducia nelle promesse di Dio dev’essere tanto radicata da non mollare la presa nemmeno di fronte ad un Suo silenzio. Per poter crescere, la nostra fede ha bisogno di essere provata fino al punto di rottura, poi - al momento opportuno - Dio saprà dare il Suo incoraggiamento straordinario.

Altro esempio biblico: Dio chiede ad Abramo di offrirgli in sacrificio Isacco. Il silenzio di Dio dura tutto il tempo del viaggio: tre lunghi giorni durante i quali il patriarca si arrovella il cervello con ogni domanda possibile e chiede conferme, senza tuttavia riceverle.

Resta solo il primo terribile ordine divino: “Prendi il tuo figliuolo, il tuo unico, ed offrimelo in sacrificio sul Monte Moriah!”.

Solo quando la sua fede riesce a superare il silenzio di Dio, quel terribile fardello gli viene tolto dalle spalle: il Signore gli parla, fermando la sua mano che si era alzata munita di coltello per stroncare la vita del giovane figlio.

In quell’occasione Dio gli rivela il grande piano di salvezza concepito dal cielo per l’umanità. Abramo capisce, come nessun altro uomo sulla terra potrà mai, la grandezza del sacrificio del Padre celeste nell’offrire il Figlio per la salvezza dell’uomo peccatore.

CONCLUSIONE

Dunque decido di fidarmi di Dio ora per ora, giorno per giorno, senza occuparmi del peso del domani e senza occuparmi di come mi sento e degli incoraggiamenti che ricevo o non ricevo:

LA FEDE È UNA DECISIONE VOLONTARIA, NON HA NULLA A CHE VEDERE CON LE MIE EMOZIONI.


da: Soldati di Cristo Gesù

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