per capirci

GIACOMO 1, 2-4

Fratelli, considerate come motivo di gaudio perfetto le diverse prove alle quali voi potete essere esposti, sapendo che la fede messa
alla prova produce la pazienza. E' necessario però che la pazienza compia perfettamente l'opera sua, affinché voi siate pure perfetti ed
integri, senza mancare in niente.(Giacomo 1; 2-4)

Emmanuel

domenica 3 ottobre 2010

Fa che ascoltiamo o Signore, la tua voce


















Facciamo silenzio prima di ascoltare la Parola,
perché i nostri pensieri sono già rivolti alla Parola.


Facciamo silenzio dopo l’ascolto della Parola,
perché questa ci parla ancora, vive e dimora in noi.

Facciamo silenzio la mattina presto,
perché Dio deve avere la prima Parola.


Facciamo silenzio prima di coricarci,
perché l’ultima Parola appartiene a Dio
Facciamo silenzio solo per amore della Parola.

D. Bonhoeffer



XXVII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO C)


Tutte le cose sono in tuo potere, Signore,
e nessuno può resistere al tuo volere.
Tu hai fatto tutte le cose, il cielo e la terra
e tutte le meraviglie che vi sono racchiuse;
tu sei il Signore di tutto l’universo. (Est 4,17b)

Colletta

O Dio, fonte di ogni bene,
che esaudisci le preghiere del tuo popolo
al di là di ogni desiderio e di ogni merito,
effondi su di noi la tua misericordia:
perdona ciò che la coscienza teme
e aggiungi ciò che la preghiera non osa sperare.
Per il nostro Signore Gesù Cristo...

Oppure:
O Padre, che ci ascolti se abbiamo fede
quanto un granello di senapa,
donaci l’umiltà del cuore,
perché, cooperando con tutte le nostre forze
alla crescita del tuo regno,
ci riconosciamo servi inutili,
che tu hai chiamato a rivelare le meraviglie del tuo amore.
Per il nostro Signore Gesù Cristo...

È un male molto diffuso tra i credenti quello di considerare la fede come un atteggiamento puramente intellettuale, come la semplice accettazione di alcune verità. Cioè una fede che si traduce in una presa di posizione teorica, senza una vera incidenza sulla vita. Questo squilibrio ha come conseguenza lo scandalo della croce: l’esitazione davanti alle difficoltà che incontriamo ogni giorno e che sono sovente insormontabili se noi non siamo abbastanza radicati in Dio. Allora ci rivoltiamo con la stessa reazione insolente e insultante che scopriamo nelle parole del libro di Abacuc.
Le due brevi parabole del testo evangelico ricordano due proprietà della fede: l’intensità e la gratuità. Per mettere in rilievo il valore di una fede minima, ma solida, Cristo insiste sugli effetti che può produrre: cambiare di posto anche all’albero più profondamente radicato. Per insistere sulla fede come dono di Dio, porta l’esempio del servitore che pone il servizio del suo amore prima di provvedere ai suoi propri bisogni. È l’esigenza del servizio del Vangelo che ci ricorda san Paolo (1Tm 1,1), ma questo stesso apostolo ci avverte che “i lavori penosi” trovano sempre l’appoggio della grazia di Dio.

PRIMA LETTURA (Ab 1,2-3;2,2-4)
Il giusto vivrà per la sua fede.

Dal libro del profeta Abacuc

Fino a quando, Signore, implorerò aiuto
e non ascolti,
a te alzerò il grido: «Violenza!»
e non salvi?
Perché mi fai vedere l’iniquità
e resti spettatore dell’oppressione?
Ho davanti a me rapina e violenza
e ci sono liti e si muovono contese.
Il Signore rispose e mi disse:
«Scrivi la visione e incidila bene sulle tavolette,
perché la si legga speditamente.
È una visione che attesta un termine,
parla di una scadenza e non mentisce;
se indugia, attendila, perché certo verrà e non tarderà.
Ecco, soccombe colui che non ha l’animo retto,
mentre il giusto vivrà per la sua fede».

Parola di Dio

SALMO (Sal 94)
Ascoltate oggi la voce del Signore.

Venite, cantiamo al Signore,
acclamiamo la roccia della nostra salvezza.
Accostiamoci a lui per rendergli grazie,
a lui acclamiamo con canti di gioia.

Entrate: prostràti, adoriamo,
in ginocchio davanti al Signore che ci ha fatti.
È lui il nostro Dio
e noi il popolo del suo pascolo,
il gregge che egli conduce.

Se ascoltaste oggi la sua voce!
«Non indurite il cuore come a Merìba,
come nel giorno di Massa nel deserto,
dove mi tentarono i vostri padri:
mi misero alla prova
pur avendo visto le mie opere».



SECONDA LETTURA (2Tm 1,6-8.13-14)
Non vergognarti di dare testimonianza al Signore nostro.

Dalla seconda lettera di san Paolo apostolo a Timòteo

Figlio mio, ti ricordo di ravvivare il dono di Dio, che è in te mediante l’imposizione delle mie mani. Dio infatti non ci ha dato uno spirito di timidezza, ma di forza, di carità e di prudenza.
Non vergognarti dunque di dare testimonianza al Signore nostro, né di me, che sono in carcere per lui; ma, con la forza di Dio, soffri con me per il Vangelo.
Prendi come modello i sani insegnamenti che hai udito da me con la fede e l’amore, che sono in Cristo Gesù. Custodisci, mediante lo Spirito Santo che abita in noi, il bene prezioso che ti è stato affidato.

Parola di Dio





VANGELO (Lc 17,5-10)
Se aveste fede!

+ Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, gli apostoli dissero al Signore: «Accresci in noi la fede!».
Il Signore rispose: «Se aveste fede quanto un granello di senape, potreste dire a questo gelso: “Sràdicati e vai a piantarti nel mare”, ed esso vi obbedirebbe.
Chi di voi, se ha un servo ad arare o a pascolare il gregge, gli dirà, quando rientra dal campo: “Vieni subito e mettiti a tavola”? Non gli dirà piuttosto: “Prepara da mangiare, stríngiti le vesti ai fianchi e sérvimi, finché avrò mangiato e bevuto, e dopo mangerai e berrai tu”? Avrà forse gratitudine verso quel servo, perché ha eseguito gli ordini ricevuti?
Così anche voi, quando avrete fatto tutto quello che vi è stato ordinato, dite: “Siamo servi inutili. Abbiamo fatto quanto dovevamo fare”».

Parola del Signore

La potenza di un granellino di fede

Gli apostoli dissero al Signore: accresci in noi la fede. Nel Vangelo tutte le preghiere, di uomini donne malati peccatori di scepoli, stanno dentro due sole domande. La prima: Si­gnore, abbi pietà; la seconda: aumenta la nostra fede. Qui è riassunto l'universo del cuore, il nostro mondo di dolore e di mistero. Aumenta la fede: perché senza fede non c'è vita umana.
Come sarebbe possibile vivere senza fidarsi di qualcuno? Noi ci umanizziamo per relazioni di fiducia, a partire dai genitori, a co minciare dalla madre.
Fede che una forza immensa penetra l'universo.
Se aveste fede quanto un granellino di senape. Un granel lino microscopico, basta po chissima fede, quasi niente: è questione di qualità, non di quantità. Non una fede sicura e spavalda, ma quella che nella sua fragilità ha ancora più bisogno di Dio, che nella sua piccolezza ha ancora più fiducia in Lui, e si abbandona, si affida.
Potrete dire a questo gelso sradicati e vai a piantarti nel mare.
Ho visto il mare riempirsi di alberi. Fuori metafora: ho visto missionari vivere in luoghi impossibili; ho visto uomini e donne di fede, nella loro casa,
portare problemi senza soluzione, con un co raggio da leoni;
ho visto mu ra invalicabili di odio dissol versi. Ho visto gelsi volare sul mare, e non attraverso mira coli spettacolari, ma con il miracolo quotidiano
di un a more che non si arrende.
Anche voi, quando avete fat to tutto dite: siamo servi inutili.
Una parola che sembra con traddire altri passi del Vangelo ( beato quel servo... il padrone lo metterà a tavola e passerà a servirlo), che ci sorprende con l'aggettivo «inu tili». Inutile in italiano signi fica che non serve a niente, incapace. Ma non è questo il senso della parola originaria: servi non tanto inutili, ma che non si aspettano un utile, che non ricercano un vantaggio; servi senza pretese, né rivendicazioni, né secondi fini, che di nulla hanno bisogno se non di essere se stessi, che a giscono senza un fine che non sia la sola motivazione d'amore.
Scrive Madre Teresa di Calcutta: nel nostro servizio non contano i risultati, ma quanto amore metti in ciò che fai.
Il servizio è più vero dei suoi risultati, più importante della ricompensa e dei successi. Fede vera non è piantare al beri nel mare, neanche Gesù l'ha mai fatto. Fede vera è nel miracolo di dire: voglio essere semplicemente servitore di quelle vite che mi sono affidate: mio marito, mia moglie, i miei figli, l'anziano che ha perso la salute, e non avanzo neppure la pretesa della sua guarigione. Servitore come il mio Signore, venuto per servire, non per essere servito. Mi bastano allora grandi campi da arare, un granelli no di fede, e occhi nuovi di speranza.
padre Ermes Ronchi

PREGHIERA

Vorrei non vedere più gente che soffre.
Impotente mi scoraggio.

Gesù aiutami ad ascoltarti di più,
per avere più fiducia in te e nella tua parola,
l'unica capace di togliere potere alla disperazione
e dare sollievo ai cuori tribolati ed in pena.

Signore, se mai un giorno avessi un po' più di fede in te,
che non sia in nome della mia vanità
o per il mio bisogno d'onnipotenza,
ma per saperti compagno della mia vita,
solidale con la mia condizione umana.

Signore Gesù, l'obbedienza alla fiducia
mi faccia sperare di diventar più buono.
Accompagnami nel mio percorso di discepolo,
perché possa maturare e vivere armonioso.
Convinci il mio cuore d'esser servo inutile
dando scacco alla mia immodestia.

Grazie o Padre perché esisto per essere piantato in Te,
come la terra esiste per dar vita all'albero!

padre Mimmo Castiglione

Oggi, nella mia pausa contemplativa, chiederò forza e luce di Spirito Santo perché, all'orgogliosa timidezza che rende debole la mia fede, sappia contrapporre la fortezza che mi viene dal "carisma" di cui parla l'Apostolo, ossia quella grazia che ci è stata offerta a piene mani con il sigillo del Battesimo.

Ti consegno, Signore, il pugno chiuso della mia timidezza. Apri Tu le mie mani, perché quel granello di senapa che mi hai affidato, fidandoti di me, mi renda capace di spostare le montagne del mio pusillanime orgoglio.

La voce della mistica dell' "infanzia spirituale"
La paura mi fa indietreggiare; con l'amore non soltanto vado avanti, ma volo.
S. Teresa di Lisieux



Eccomi, Signore, sono servo inutile: Tu, però, degnati di utilizzarmi per il tuo stupendo piano di salvezza. Ti ringrazio e ti lodo.

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