per capirci

GIACOMO 1, 2-4

Fratelli, considerate come motivo di gaudio perfetto le diverse prove alle quali voi potete essere esposti, sapendo che la fede messa
alla prova produce la pazienza. E' necessario però che la pazienza compia perfettamente l'opera sua, affinché voi siate pure perfetti ed
integri, senza mancare in niente.(Giacomo 1; 2-4)

Emmanuel

martedì 24 agosto 2010

Beati i poveri di spirito

I desideri terreni, infatti, sono come bevande gassose, dilatano lo stomaco ma non lo saziano; i desideri celesti, invece, sono come linfa benefica che si diffonde in tutte le fibre della vita e la fa fiorire.
Povero di spirito è chi è distaccato da tutto, pur possedendo, o chi, non avendo nulla, non desidera altro, e si acquieta nella vita, confidando in Dio solo.
Povero di spirito è chi non ha l’anima infarcita di sapienza umana, ma si apre con semplicità alla luce di Dio.
Povero di spirito è chi volontariamente abbandona i suoi beni, per abbracciarsi senza ostacoli al sommo Bene;
chi sopporta con pazienza la perdita dei beni;
chi tollera in pace la sopraffazione ingiusta, e spregia i beni che gli vengono rapiti;
chi rinuncia alle sue agiatezze per consolare i poveri, e diventa come acquedotto della carità, sempre pieno e sempre vuoto di acque.
Povero di spirito è soprattutto chi confida in Dio solo, e riguarda come nullità le cose presenti, fissando sempre gli occhi sulla dolce paternità del Signore, chi si crede nullità e non confida nelle proprie forze, ma fa appello alla bontà e alla misericordia di Dio.
Beati sono ancora i poveri di beni materiali che mutano la loro povertà in ricchezza spirituale, uniformandosi alla divina volontà e confidando nel Signore. La fiducia toglie l’angustia che provoca la povertà materiale, poiché Dio interviene sempre per soccorrere chi gli si abbandona, e rende non solo sopportabile ma beata la condizione di chi non ha niente. Questi, infatti, non è angariato dalle tasse, non teme i ladri, non ha preoccupazioni amministrative, non è circuito da quei troppo affettati ammiratori che sperano carpirgli le ricchezze; è povero di affetti terreni e ricco d’amore celeste; è operaio della vigna del Signore che vive alla giornata, ed è anche capace, in certi momenti, di godere più che i medesimi ricchi dei piccoli beni della vita. Il rammendarsi un abito lacero è per un povero una soddisfazione incomparabilmente superiore a quella di un ricco che rinnova un abito nuovo fra i molti che possiede; mettersi un indumento nuovo, mettere due scarpe che calzano meglio, fare un pranzetto in una festa, sono piccole ma sincere gioie della vita pellegrina, ignote ai ricchi, soffocati e annoiati dalla loro stessa abbondanza, purché siano condite con lo spirito, col ringraziamento e la gratitudine al Signore.
Beati i poveri di spirito anche per questo: essi guardano serenamente al passo supremo, non debbono distaccarsi da nulla, sono già spogli e aspirano al volo supremo nelle braccia di Dio. ³

don Dolindo

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