Tuttainattesae prevalentementenon percepitaciè pervenuta, in epoca moderna, nei popolaricircoli evangelici,una nuova croce.E' come lavecchia croce,ma diversa:le somiglianzesono superficiali,le differenze,fondamentali.
Da questanuova croceè scaturitauna nuova filosofiadella vita cristiana, e da questanuova filosofiaè pervenuta,una nuova tecnica evangelica, un nuovo tipo diincontro eun nuovo tipo dipredicazione.Questanuova evangelizzazioneutilizzalo stesso linguaggiodella vecchia,ma il suo contenutonon è lo stessoe il suotono nonè come prima.
Lavecchia crocenon avrebbe dovuto avere alcunrapporto conil mondo. Perla carneorgogliosadi Adamosignificava la morte. Essa portavaad effettola pena inflittadalla leggedel Sinai. Lanuova crocenon si contrapponeal genere umano ma piuttosto, è un'amicacordialee, seben compresa, è fonte di un maredisano divertimentoe innocente piacere.Consentead Adamodi vivere senzainibizioni.
Il suo scopo di vita èimmutato,egli vive ancora per il proprio piacere,solo che orasi diletta acantarein corie aguardare filmreligiosiinvece di cantarecanzonioscenee beresuperalcolici.L'accentoè ancora sulpiacere, anche seil divertimentoè orasu un piano più elevatomoralmente, se nonintellettualmente.
Lanuova croceincoraggia unapproccio evangelico nuovo ecompletamente diverso.L'evangelistanon chiedeche si rinneghila vecchia vita,prima che la nuova vitapossa essere ricevuta.Egli non predicacontrasti, masimilitudini.Egli cerca di andare allachiave dell'interesse pubblico, mostrandoche il cristianesimonon farichieste spiacevoli, anzi, offre lestesse cose cheoffre il mondo, solo adun livello più alto.Di qualunque cosacui, il mondo,corrotto dal peccato,sembri essere attualmente alla ricerca, chiedendolo ansiosamente, èabilmente dimostrato di essereproprio quello cheoffreil Vangelo,soltanto che il prodotto religioso è migliore.
Lanuova crocenonuccideil peccatore,essaloreindirizza.Lo preparain unadirezione di vita più pulita, più allegra, più meticolosae salvail suoamor proprio.All'orgoglioso viene detto: "Vieni e afferma te stesso a favore di Cristo". All'egoista viene detto: "Vieni e glorifica te stesso nel Signore". A colui che ricerca emozioni viene detto: "Vieni a godere il fremito della fratellanza cristiana". Il messaggio cristiano è deviato in direzione della moda corrente per renderlo accettabile al pubblico.
Lafilosofia che sta dietro a questotipo di cosepuòessere sincerama la suasinceritànon lasalvadall'esserefalsa.È falsa, perché ècieca. Essa perde completamente di vista il significato integrale della croce.Lavecchia croceèun simbolo di morte. Si ergeper larude,e violenta mortedi un uomo. L' uomoche, in epoca romanapresela sua crocee si avviò su perla strada, aveva già dettoaddioai suoi amici. Egli non sarebbe tornato. Stava andando verso la sua morte. La croce non fece alcun compromesso, non modificò nulla, non risparmiò nulla; essa uccise tutto dell'uomo, completamente e per sempre. Non cercò di rimanere in buoni rapporti con la sua vittima. Colpì crudele e duro, e quando ebbe finito il suo lavoro, l'uomo non c'era più.
La razzadi Adamoè sottocondanna a morte.Non vi è alcunacommutazione di pena enon c'è scampo.Dio non puòapprovare alcunodei fruttidel peccato, per quantoinnocentipossano apparireo gradevoliagliocchi degli uomini. Dioquando salval'individuodall' ucciderlo poi lo elevaanovità di vita.
Quell'evangelismo che suggerisce parallelismi amichevoli tra le vie di Dio e le vie degli uomini è falso per la Bibbia e spietato per le anime dei suoi uditori. La fede in Cristo non è in parallelo con il mondo, essa lo taglia di netto. Nell'andare a Cristo, non portiamo la nostra vecchia vita sollevata su un livello superiore, noi la abbandoniamo alla croce. Il chicco di grano deve cadere in terra e morire. Noi che predichiamo il vangelo non dobbiamo pensare a noi stessi come ad agenti di pubbliche relazioni inviati per dimostrare la benevolenza tra Cristo e il mondo.
Non dobbiamoimmaginare noi stessiincaricati dicreare un Cristoaccettabile perle grandi imprese, per la stampa, per il mondo dello sporto per l'educazionemoderna. Noi non siamodiplomatici, maprofeti, e il nostro messaggionon è un compromesso, ma è un ultimatum.
Dio offre la vita,ma nonla vita vecchia migliorata.La vitache Egli offreè la vita che rinasce dalla morte.Essa si ergesempre sul lato lontano della croce.Colui che vuolepossederladeve passare prima sotto la verga di Dio.Egli deveripudiare se stesso eapprovare lagiusta sentenzadi Diocontro di lui.
Che cosa significa questo per l'individuo, l'uomo condannato che vorrebbe trovare la vita in Cristo Gesù? Come può questa teologia essere tradotta in vita? Semplicemente, egli deve pentirsi e credere. Egli deve prima abbandonare i suoi peccati e poi procedere ad abbandonare se stesso. Non deve nascondere nulla, difendere nulla, scusare nulla. Non deve cercare di negoziare condizioni con Dio, ma deve chinare il capo sotto il severo giudizio di Dio e riconoscersi meritevole di morte.
Fatto questodevefissare lo sguardocon fedesemplicesulSalvatore risorto,e da Luiverràla vita e larinascita, la purificazionee la potenza. La croceche pose fine allavita terrena di Gesùpone oggi fine alpeccatore,e la potenzache risuscitòCristo dai morti, oggi fa rinascere il peccatore mortoad una nuova vitainsieme aCristo.
Chiunquepossa opporsi aquesta visioneo faccia affidamento,semplicemente, su unavisione ristrettae privatadella verità, mi lasci direche Dio hamesso il suomarchiodi approvazione suquesto messaggiodal giornodi Paoload oggi.Se pur asseritocon queste paroleesatteo no,questo è statoil contenuto ditutta la predicazioneche ha portatola vitae la potenzaal mondo attraversoi secoli.Imistici, i riformatori, i revivalistihanno messoquila loro enfasi,e segni, prodigie operazionipotentidello Spirito Santohanno datotestimonianza dell'approvazione di Dio.
"Signore, non è popolare oggi di essere 'vecchio stile'. Ma mi impegno oggi alla vecchia croce. Aiutami oggi a negare me stesso, a prendere la mia croce, e seguirti. Amen ".
"Ma quanto a me, non avvenga mai che io mi vanti all'infuori della croce del Signor nostro Gesú Cristo, per la quale il mondo è crocifisso a me e io al mondo."
La Scrittura parla così spesso della chiesa che lo studio del suo insegnamento a riguardo è una parte separata dello studio della teologia. Vari libri del Nuovo Testamento hanno come loro punto focale la chiesa. Atti racconta la storia del raduno della chiesa del Nuovo Testamento; I Corinzi parla in modo particolare della fedeltà di Dio verso la Sua chiesa (1:9); Efesini ha come suo tema principale la chiesa in quanto corpo di Cristo (1:22-23; 5:30-32); Colossesi enfatizza la gloriosa verità che Cristo è il Capo della chiesa (1:18; 2:10); I Timoteo ci insegna il comportamento appropriato da tenersi nella chiesa (3:15); e Tito promuove il buon ordine nella chiesa (1:5). Tuttavia vi sono pochi che conoscono ciò che la Bibbia insegna a riguardo della chiesa o che realizzano perché la chiesa è così importante.
La parola greca tradotta chiesasignifica "chiamata fuori".Il nome chiesa nel suo senso più alto e migliore si riferisce a coloro che sono salvati e a loro soltanto. Il nome ci ricorda che i veri membri della chiesa sono coloro che sono "chiamati … dall’oscurità alla sua luce meravigliosa" (I Pietro 2:9). Ci ricorda, anche, che il loro luogo nella chiesa è per grazia. Essi non sono membri per loro scelta o opere, ma per la chiamata di Dio.
Che i membri della chiesa sono chiamati fuori fa riferimento non soltanto alla loro salvezza dal peccato (essi sono chiamati fuori dall’oscurità), ma anche alla loro separazione spirituale dal mondo e dalla sua malvagità (II Corinzi 6:14-18). Implicata nel nome chiesa, quindi, è la santità ed ubbidienza dei membri della chiesa. Una chiesa i cui membri non sono santificati non merita il nome chiesa.
La santità è essenziale per l’esistenza stessa della chiesa. I membri d’essa sono chiamati, scelti a santità (Efesini 1:4), e redenti (Colossesi 1:21-22). La santità della chiesa è importante perché ha a che fare con il proposito di Dio nei suoi confronti. La ragione per l’esistenza della chiesa è la gloria di Dio (Efesini 1:6, 12). E’ nella santità della chiesa e dei suoi membri che questo proposito è realizzato. Una chiesa non santa, una chiesa i cui membri non sono santi, non può glorificare e non glorifica Dio. Nella santità della chiesa, soprattutto, la gloria di Dio risplende ed è riflessa.
E’ una vergogna e un danno per la chiesa che oggi i suoi membri non vivano come coloro che sono chiamati fuori. Se la chiesa stessa non è per niente differente dal mondo nel suo insegnamento, nella condotta dei suoi membri, e nelle sue pratiche, la sua testimonianza sarà inefficace. La gloria della chiesa, e la gloria della sua testimonianza in questo mondo perduto, sta nel suo essere chiamata fuori, separata, e santa, differente dal mondo malvagio.
Tre gruppi distinti di persone appartengono alla chiesa eletta di Dio, anche se alla fine essi saranno radunati in uno in Cristo. Vi sono, prima di tutto, gli eletti sulla terra in un qualsiasi particolare momento nella storia (Efesini 1:10).Ad essi si fa riferimento come la chiesa militante.
Secondo, vi sono gli eletti che hanno combattuto il buon combattimento, hanno terminato il loro corso, e sono andati in gloria. Essi sono la chiesa trionfante (II Timoteo 4:7; Apocalisse 6:10).
Infine, vi sono coloro che appartengono alla chiesa per elezione, ma che devono ancora nascere ed essere portati a ravvedimento e fede. Quella che chiamiamo la chiesa latente, o nascosta (II Pietro 3:9). La Chiesa Militante
La chiesa sulla terra è correttamente chiamata la chiesa militante, ovvero la chiesa che combatte. Essa è descritta nella Scrittura come un esercito (Canzone di Salomone 6:4, 10; Apocalisse 19:11-16). La sua chiamata è per far guerra (II Corinzi 10:3-4; I Timoteo 1:18; II Timoteo 2:4). I suoi membri devono indossare l’armatura di Dio (Efesini 6:10-18). Cristo è il suo Capitano (Ebrei 2:10; Apocalisse 19:11-16).
Il termine militante significa che la chiesa non è soltanto pronta a combattere; essa è sempreimpegnata in guerra. Questa è l’intera chiamata e vita della chiesa (II Timoteo 2:4). La battaglia non è finita fino a che lasciamo questa vita ed andiamo ad essere con Cristo in gloria (vv. 7-8).
La guerra della chiesa non è meramente difensiva. La chiesa ed i suoi membri sono chiamati a portare la battaglia nel territorio e campo del nemico, ad assumere l’offensiva. Di sicuro questo è ciò che la Parola intende in II Corinzi 10:4-5: "Perché le armi della nostra guerra non sono carnali, ma potenti attraverso Dio per distruggere le fortezze; abbattendo le immaginazioni ed ogni alta cosa che esalta se stessa contro la conoscenza di Dio, e portando in cattività ogni pensiero all’ubbidienza di Cristo."Questo passaggio insegna anche che la battaglia è spirituale. I nemici (Efesini 6:12), le armi (vv. 13-17), e la guerra stessa sono tutti spirituali, ma ciò non rende affatto il combattimento meno reale o difficile.
I nemici sono Satana, il mondo, e la nostra carne peccaminosa, il peccato e la tentazione in tutte le loro forme e dovunque essi siano trovati, perfino in noi stessi. Contro tali nemici, la battaglia non può essere combattuta con la potenza politica, sociale, economica, o militare. Essa è combattuta mediante la fede e la Parola di Dio (Efesini 6:13-17; I Giovanni 5:4).
E' una battaglia per le menti e le anime degli uomini, una battaglia contro false idee ed eresie come anche contro la malvagità e la tentazione (II Corinzi 10:4-5; Giacomo 4:7). E’ una battaglia contro qualsiasi cosa che sia non amichevole verso Dio e verso la conoscenza di Dio.
In questa battaglia, tuttavia, noi non combattiamo per la vittoria. Noi combattiamo nella vittoria, come coloro che già la possiedono attraverso la sofferenza, morte, risurrezione, ed ascensione del nostro Signore. Noi siamo più che vincitori attraverso Colui che ci ha amati (Romani 8:37). Ma noi dobbiamo combattere. In questo mondo non dobbiamo "godercela," ma dobbiamo essere soldati (II Timoteo 2:3-4).
La Chiesa Trionfante
Chiesa trionfante è il nome dato a quella parte della chiesa che ora riposa dalle sue fatiche in gloria. Coloro che appartengono alla chiesa trionfante hanno combattuto il buon combattimento della fede, hanno finito il loro corso, ed hanno ricevuto una corona di giustizia dal Signore (II Timoteo 4:7-8).
Il fatto che parliamo della chiesa trionfante non dovrebbe suggerirci che la chiesa sulla terra non sia trionfante nella battaglia della fede. Anche coloro che stanno ancora combattendo la battaglia, soffrendo e lottando, sono più che vincitori attraverso Colui che li ha amati (Romani 8:37). Cristo ha trionfato gloriosamente sopra i Suoi nemici, la morte il peccato e Satana, e li ha totalmente sconfitti (Luca 10:17-18; Efesini 4:8; Colossesi 2:15). Noi siamovittoriosi in Cristo.
Ciò ha bisogno di essere enfatizzato al giorno d’oggi. Cristo non sta aspettando di essere incoronato Re dei re. Egli è stato coronato di gloria ed onore alla destra di Dio (Ebrei 2:9), ed Egli governa nel mezzo del Suoi nemici (Salmo 110:2). Perfino mentre la battaglia è ancora combattuta, noi abbiamo già la vittoria in Lui e combattiamo un nemico già sconfitto. Tutto ciò che rimane è ciò che viene chiamato, in termini militari, le "operazioni di rastrellamento." Il regno è vinto. Deve soltanto essere consegnato al Padre (I Corinzi 15:24).
La vittoria di Cristo prevale anche mentre gli empi peggiorano sempre di più ed il mondo intero giace nelle tenebre. Gli empi sono così completamente sconfitti che Cristo non soltanto continua a governare su di loro, ma mediante il Suo sovrano governo inoltre li usa per il Suo proprio proposito.
Noi facciamo riferimento ai santi in gloria come "la chiesa trionfante" perché essi sono entrati nel godimento della vittoria. Mentre i santi sulla terra continuano la battaglia, essi si riposano dalle loro fatiche (Apocalisse 14:13) e "non usciranno mai più fuori" (Apocalisse 3:12). Mentre i guerrieri terrestri devono ancora indossare l’armatura della fede, i santi in cielo l’hanno deposta e sono vestiti di bianco (v. 5). Essi non vedono più i volti dei loro nemici, ma contemplano il volto dell’Agnello (Apocalisse 22:4). Le loro lacrime sono asciugate, e non vi è più morte per loro o tristezza o pianto o dolore (Apocalisse 21:4).
E’ buono per noi pensare alla chiesa trionfante in cielo. La loro gloria è una testimonianza del fatto che la vittoria è anche nostra. Tra non molto noi saremo dove sono loro, e riposeremo con loro. Che grande giorno che sarà! E mentre attendiamo, essi pregano in cielo per la vendetta di Dio sui nostri nemici, una preghiera che Dio di certo ode (Apocalisse 6:9-11).
Solo in due aspetti il trionfo dei santi in cielo è ancora incompleto. Primo, i loro corpi non sono ancora risuscitati, così che essi non godono della gloria celeste con anima e corpo glorificati. Secondo, il riposo della chiesa non è ancora glorificato, e, come i versi 9-11 suggeriscono, la loro gloria non è completa senza di noi. L’intero corpo di Cristo deve essere radunato in uno per la gloria di Dio il Padre, e fino a che non lo sarà, la chiesa trionfante deve attendere come noi.
Nella sicura speranza di quel giorno a venire, sicuro per il decreto di Dio, per il sangue ed il governo di Cristo, e per la sovrana opera dello Spirito, la chiesa militante combatte ed attende e prega, mentre la chiesa trionfante riposa ed attende e prega.
La Chiesa Latente
Coloro che sono glorificati in cielo e coloro che sono salvati e stanno ancora vivendo qui sulla terra non sono i soli che appartengono al corpo di Gesù Cristo, la chiesa invisibile. Vi sono anche quelli che non sono ancora nati e salvati ("latente"), ma che sono stati scelti da Dio. Essi, anche, appartengono alla chiesa per elezione e per lo spargimento del sangue di Cristo alla croce, anche se non ancora per rigenerazione e fede.
Cristo ha parlato spesso di coloro che il Padre Gli ha dato e che non erano ancora stati salvati (Giovanni 6:37, 39; Giovanni 10:16, 19; 17:2). Essi Gli sono stati dati prima della fondazione del mondo (Giovanni 17:6; Efesini 1:4), ed è per loro che Egli prega (Giovanni 17:9) e muore (vv. 13, 19). La loro salvezza e il posto nella Sua chiesa, quindi, sono garantiti.
E’ per queste persone che Cristo rimanda la Sua venuta. Prima che Egli possa ritornare nella volontà di Dio, tutti loro devono nascere ed essere salvati. Questo è ciò che leggiamo in II Pietro 3:9. Molti intendono le parole non volendo che alcuno perisca come per far riferimento ad un desiderio da parte di Dio per la salvezza di ogni persona senza eccezione, ma il verso non ha niente a che fare con una tale supposta volontà di Dio per la salvezza di ogni individuo.
Il nono verso parla in modo chiaro di noi. Cristo è paziente (misericordioso) "verso di noi." La Sua misericordia significa che Egli non vuole che alcuno di noi perisca, ma che tutti noi giungiamo a ravvedimento. La parola noi è chiaramente inferita nelle ultime due espressioni del verso, anche. Ciò che colpisce è il fatto che la parolanoi a cui si fa riferimento include coloro che non sono ancora giunti a ravvedimento. Essi sono parte di noi, parte di coloro che "hanno ottenuto una fede preziosa quanto la nostra … attraverso la giustizia di Dio e nostro Salvatore Gesù Cristo" (II Pietro 1:1), a cui sono state date "tutte le cose che pertengono alla vita e alla pietà" come anche "grandissime e preziose promesse" (vv. 3-4).
Noi comprendiamo che queste persone hanno tutte queste benedizioni soltanto in quanto scelte in Cristo ed acquistate da Lui. Tuttavia, l’elezione ed il sangue di Cristo sono così sicuri che di essi può essere detto che già hanno queste cose con noi e che già sono parte di noi.
In verità è in modo simile che il verso deve essere compreso. Pensare che il verso parli di un desiderio di Dio per la salvezza di ogni persona è renderlo senza senso. La promessa venuta di Cristo (II Pietro 3:4, 10) non può aver luogo fino a che tutti sono giunti a ravvedimento (v. 9). Per questo Dio nella Sua misericordia sta aspettando.
Ma se Dio sta aspettando la salvezza di tutti senza eccezione, allora Cristo non ritornerà mai. Tutti gli uomini senza eccezione non sono mai giunti e non giungeranno mai a ravvedimento. Vi sono sempre stati, e vi saranno sempre, quelli che periscono.
Piuttosto, la venuta di Cristo è legata alla salvezza dell’intera chiesa eletta, ciò che è chiamato il raccogliere quelle "altre pecore" (Giovanni 10:16). Quando tutte loro saranno state portate a ravvedimento per la grazia di Dio, possiamo essere sicuri che Cristo tornerà.
A quel fine la chiesa in cielo prega (Apocalisse 6:10-11), e la chiesa sulla terra si unisce a loro (Apocalisse 22:20), chiedendo la salvezza di tutti coloro che Dio ha scelto, ma che sono ancora nelle tenebre e nell’incredulità. La Vera Chiesa
Qual è la vera chiesa di Gesù Cristo, e dove deve essere trovata? Questa è una difficile ma importante domanda, una domanda che ci dobbiamo fare se dobbiamo diventare membri della chiesa invisibile. Molto spesso è una domanda a cui non è così facile dare una risposta.
Ciò che rende questa domanda ancora più difficile è la possibilità che una chiesa che una volta sembrava essere la chiesa di Cristo divenga la falsa chiesa. Cristo avverte la chiesa di Efeso a riguardo di questa possibilità in Apocalisse 2:5.
Che la chiesa di Efeso fosse in pericolo di divenire la falsa chiesa è evidente dalla minaccia di Cristo di rimuovere il suo "candelabro." Quei candelabri erano figure della vera chiesa, che bruciavano con l’olio dello Spirito (Zaccaria 4:1-6; Ebrei 1:9) e che esistevano come una luce nel mondo (Matteo 5:14). La chiesa di Efeso era in pericolo di perdere sia lo Spirito che la sua luce. Il fatto che la chiesa lì presente fosse minacciata con la rimozione del suo candelabro dal suo luogo significava che non sarebbe stata più di Cristo. Egli non avrebbe più camminato in essa (Apocalisse 1:12-13). Nella stessa maniera Cristo minaccia di sputare la chiesa di Laodicea fuori dalla Sua bocca (Apocalisse 3:16).
Ciò che è così terrificante nel caso di queste due chiese è il fatto che Cristo le minaccia di giudizio per aver perso il loro primo amore (Apocalisse 2:4) e per la tiepidezza e la sicurezza carnale (Apocalisse 3:16-17). Senza dubbio vi sono molte chiese oggi che sono in pericolo di giungere sotto gli stessi giudizi e per le stesse ragioni.
La vera chiesa di Cristo, quindi, è la chiesa che mantiene il suo primo amore (Apocalisse 2:4), che fa ciò che Cristo comanda (v. 5), che è fedele (v. 10), che si ravvede dei suoi peccati (v. 16), che mantiene stretto ciò che ha (v. 25), che è vigilante (v. 4), che fa in modo che i suoi membri non contaminino le loro vesti (v. 4), che osserva la Parola di Cristo e non nega il Suo nome (v. 8). Non ve ne sono molte così oggi.
E’ evidente da questi passaggi che non tutte le chiese sono ugualmente pure. Le chiese a cui Cristo indirizza i moniti in Apocalisse 2 e 3 vanno da quelle contro le quali Egli non ha alcuna rimostranza a quelle minacciate di distruzione. Tuttavia, a tutte esse Cristo Si rivolge ancora come a chiese, come anche nel caso della chiesa di Corinto, nonostante tutti i suoi problemi.
Dovremmo tenere a mente questo, perché significa che nel cercare la vera chiesa, non dovremmo cercare una chiesa perfetta. Fintanto che vi sarà il peccato nel mondo e nel popolo di Dio, una chiesa perfetta non può essere trovata.
Nessuna chiesa o denominazione può reclamare, come fa Romaed alcune chiese Protestanti, di essere la solavera chiesa di Cristo. Vi è una vasta gamma di chiese, più o meno pure e vere, che rappresentano, almeno in qualche grado, la chiesa di Gesù Cristo.
Tuttavia dobbiamo sapere che usando il termine di Vera Chiesa si intende una Chiesa la cui esistenza non dipende da forme, cerimonie, cattedrali, chiese, cappelle, pulpiti, fonti, paramenti, organi, dotazioni, denaro, re, governi, magistrati, o da qualsiasi atto di favore concesso da mani d'uomo. La Vera Chiesa ha continuato a vivere e continuerà a vivere anche quando tutte queste cose le saranno sottratte; è stata spesso, infatti, costretta a nascondersi nei deserti, nei boschi e nelle caverne della terra fuggendo da coloro che avrebbero dovuto esserle amici. La sua esistenza dipende da null'altro che la presenza di Cristo e del Suo Spirito. E' per questo che essa non muore, perché vive della loro presenza. Questa è la Chiesa a cui particolarmente appartengono gli attributi biblici che indicano i suoi attuali onori e privilegi, come pure le promesse di futura gloria; questo è il corpo di Cristo; questo è il gregge di Cristo; questa è la famiglia fedele; questa è l'edificio di Dio, il fondamento di Dio, e il tempio dello Spirito Santo. Questa è la Chiesa dei primogeniti, i cui nomi sono scritti in cielo; questo è il sacerdozio regale, la generazione eletta, il popolo particolare, la proprietà acquistata, l'abitazione di Dio, la luce del mondo; il sale ed il frumento della terra; questa è "la Santa Chiesa Cattolica" del Credo apostolico; questa è "la Vera chiesa, Una, Cattolica ed Apostolica" del Credo niceno; questa è la chiesa alla quale il Signore Gesù promette che: "le porte dell'Ades non la potranno vincere" (Matteo 16:18), ed alla quale Egli dice: "Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, sino alla fine dell'età presente" (Matteo 28:20).
Questa è l'unica Chiesa che possieda vera unità. I suoi membri concordano completamente su tutte le questioni più importanti di dottrina, perché essi sono tutti istruiti dall'unico Spirito. Al riguardo di Dio, di Cristo, dello Spirito, del peccato e del loro stesso cuore, della fede, del ravvedimento, della necessità di santità di vita, del valore della Bibbia, dell'importanza della preghiera, della risurrezione e del prossimo giudizio finale, essi sono tutti di un'unica mente. Prendete tre o quattro fra loro, stranieri l'uno all'altro, dai più remoti angoli della terra; esaminateli separatamente su questi punti: troverete come tutti siano d'un unico pensiero.
Questa è l'unica chiesa che possieda autentica santità. I suoi membri sono tutti santi. Essi non sono semplicemente santi per la loro professione di fede, santi di nome e santi nel giudizio della carità. Essi sono santi di fatto e nella realtà, nella vita ed in verità. Essi sono più o meno conformi all'immagine di Gesù Cristo. Nessuna persona non santa appartiene a questa Chiesa.
Questa è l'unica Chiesa che sia veramente cattolica. Non é infatti la chiesa che appartiene solo ad una nazione o ad un popolo: i suoi membri possono essere trovati in ogni parte del mondo dove l'Evangelo è accolto e creduto. Non è confinato nei limiti di un paese soltanto, o costretto da una particolare forma di governo esteriore. In essa non c'è differenza fra Giudeo e Greco, uomo o donna, bianco o nero, episcopaliano o presbiteriano, ma la fede in Cristo è la sola cosa che conti. I suoi membri saranno un giorno raccolti da nord a sud, da est ad ovest, da ogni popolo, lingua e nazione: tutti sono e saranno uno in Cristo Gesù.
Questa è la sola Chiesa che sia veramente apostolica. E' edificata sul fondamento posto dagli Apostoli e sostiene le dottrine che essi predicavano. I due grandi obiettivi ai quali i suoi membri mirano sono la fede apostolica e la pratica apostolica. Essi considerano l'uomo o la donna che dice di seguire l'insegnamento apostolico senza possedere queste due cose solo come un rame risonante o uno squillante cembalo.
Questa è la sola Chiesa che è certo che durerà fino alla fine. Nulla potrà sovvertirla o distruggerla. Quando una Chiesa predica un Evangelo per il quale i suoi membri sono pronti a morire, può sopportare qualsiasi persecuzione! I suoi membri potranno anche essere perseguitati, oppressi, imprigionati, bastonati, decapitati, bruciati... ma la vera Chiesa non la si potrà estinguere mai. Essa risorge sempre dalle sue afflizioni, vive attraverso l'acqua ed il fuoco. I Faraoni, Erode, Nerone, Maria la sanguinaria e mille altri ancora hanno cercato invano di abbattere questa Chiesa. Hanno bruciato e massacrato, ma loro sono scomparsi e la Chiesa è rimasta intatta. La Vera Chiesa sopravvive a tutti i suoi nemici e li vede seppellire. E' come un incudine sul quale inutilmente si abbattono i colpi di cento martelli, ma si spezzeranno prima i martelli. E' come un roveto che brucia senza mai consumarsi.
Questa è la Chiesa che compie l'opera di Cristo sulla terra. I suoi membri non sono che un piccolo gregge, pochi di numero in confronto con gli uomini di questo mondo; uno o due qui, e due o tre là. Sono questi, però, che scuotono l'universo. Questi sono gli operai instancabili che diffondono la religione pura e senza macchia. Questi sono il sangue stesso che mantiene viva una nazione, lo scudo, la difesa, il supporto prezioso di ogni nazione nella quale essi abitano.
Questa è la Chiesa che sarà veramentegloriosa fino alla fine. Quando ogni gloria terrena sarà passata, allora sarà questa la Chiesa che verrà presentata immacolata davanti al trono di Dio. Troni, principati, e podestà sulla terra si scioglieranno come neve al sole, ma la Chiesa dei primogeniti brillerà come le stelle del cielo e, alla fine, sarà presentata con gioia davanti al trono di Dio Padre, nel giorno dell'apparizione del Cristo. Quando i gioielli saranno completi ed avverrà la manifestazione dei Figli di Dio, una sola Chiesa sarà nominata, e quella sarà la Chiesa degli eletti.
Questa è la vera Chiesa alla quale sei chiamato ad appartenere, se vuoi essere salvato dalle conseguenze del peccato ed essere in pace con Dio. Fintanto che questo non ti apparterrà, non sarai altro che un'anima perduta. Tu potrai anche vantare innumerevoli privilegi esteriori; potresti anche godere di grande luce e conoscenza. Se però non appartieni al corpo di Cristo, la tua luce, le tue conoscenze, i tuoi privilegi non potranno salvare la tua anima. C'è chi fantastica che se appartiene a questa o quella chiesa, e il suo nome è iscritto sui suoi registri, si sottopone a certe forme, partecipa a particolari cerimonie, che tutto alla fine gli andrà bene. Non tutti, però, quelli che appartenevano ad Israele erano veramente da considerarsi israeliti e non tutti coloro che professano di essere cristiani possono considerarsi davvero membri del corpo di Cristo.
Potresti essere un convinto episcopaliano, o presbiteriano, o battista, o metodista, o delle Assemblee dei fratelli, o valdese, o evangelico, o pentecostale... Questo in sé stesso non ti salverà se non appartieni alla Vera Chiesa. Se non vi appartieni veramente, la triste realtà è che sarebbe meglio che non fossi mai nato.
Se Dio dimora nella Chiesa, la Vera Chiesa (e intendo tutti i suoi membri) deve dimostrare, manifestare, mostrare al mondo il modo di essere, di pensare, di vivere di Dio stesso, di Cristo. Essa deve essere nel mondo testimonianza della verità perché di essa dice la Scrittura che è: "…la casa di Dio, che è la chiesa del Dio vivente, colonna e sostegno della verità" (1 Ti. 3:15). Usando un'immagine, la Chiesa potrebbe essere assomigliata a un candeliere che sostiene e tiene ben in alto, affinché tutti la vedano, la luce che è Cristo. La luce dissipa le tenebre, dà speranza, permette di operare, rivela i malfattori che si nascondono nelle tenebre… La Vera Chiesa deve annunciare nel mondo la salvezza che si trova solo in Cristo, comunicare Cristo, far avvicinare a Lui la gente affinché in Lui trovi salvezza, la Chiesa deve operare nel mondo quello che Cristo stesso operava, opere d'amore e di giustizia, a gloria di Dio, come anticipazione del Regno di Dio che viene. Gesù disse: "In verità, in verità vi dico: chi crede in me farà anch'egli le opere che io faccio; anzi ne farà di più grandi di queste, perché io vado al Padre" (Gv. 14:12).
Conclusione
Chi, alla domanda "A che cosa serve la Chiesa?" risponde: "Nulla, ne faccio benissimo a meno", non sa quello che sta dicendo o non ha mai, ed è più probabile, conosciuto una vera Chiesa fedele al suo Signore che sia e faccia ciò che Gesù ha comandato di essere e di fare. La Chiesa, come Gesù l'ha intesa, è qualcosa di meraviglioso e che ha sempre attirato anche coloro che all'inizio non credevano in ciò che essa predicava. Vorrei concludere ripetendo con profonda convinzione una cosa: la vera Chiesa di Gesù Cristo non si estinguerà mai. Cadranno magari le strutture delle pseudo-chiese ma la Vera Chiesa andrà avanti fino alla fine. Gesù disse "…nemmeno la potenza della morte potrà distruggerla" (Mt. 16:18). E' una certezza. Che noi si possa essere ciò che il Signore Gesù intendeva che noi fossimo: allora la nostra esperienza di Chiesa sarà meravigliosa ed entusiasmante e porterà veramente gloria a Dio.
"A me, il minimo di tutti i santi, è stata data questa grazia di annunziare fra i gentili le imperscrutabili ricchezze di Cristo, e di manifestare a tutti la partecipazione del mistero che dalle piú antiche età è stato nascosto in Dio, il quale ha creato tutte le cose per mezzo di Gesù Cristo; affinché, per mezzo della chiesa, nel tempo presente sia manifestata ai principati e alle potestà, nei luoghi celesti, la multiforme sapienza di Dio, secondo il proponimento eterno che egli attuò in Cristo Gesú, nostro Signore, in cui abbiamo la libertà e l'accesso a Dio nella fiducia mediante la fede in lui."
Il termine che troviamo nella Bibbia con “predestinato” è la traduzione del greco “pro-orizo”, un verbo composto dal prefisso “pro”, che significa “prima” e dal verbo “orizo”, che vuol dire “determinare” o “stabilire”. Quindi, quel termine greco significa “stabilire o determinare prima”.
Per afferrare meglio il senso di “pro-orizo”, vogliamo capire meglio il significato biblico della parola “orizo”, quindi guardiamo quale uso viene fatto del verbo greco “orizo” nel Nuovo Testamento.
Incontriamo questo verbo per la prima volta in Luca 22:22, in cui Gesù parla del fatto che sarà tradito da Giuda. Qua, la parola “orizo” viene tradotta con “ è stabilito”.
Certamente il Figlio dell’uomo se ne va, come è stabilito, ma guai a quell’uomo per mezzo del quale è tradito! (Luca 22:22 LND)
Era stabilito da Dio, ossia era una sua decisione, che Gesù Cristo dovesse essere tradito da uno dei suoi discepoli. Questo faceva parte del piano stabilito nella mente di Dio.
Poi, in Atti 2:23, troviamo “orizo”, tradotto con “determinato”, nel passo in cui Pietro spiega la crocifissione di Gesù Cristo.
egli, dico, secondo il determinato consiglio e prescienza di Dio, vi fu dato nelle mani e voi lo prendeste, e per mani di iniqui lo inchiodaste alla croce e lo uccideste (Atti 2:23 LND)
Anche qui, i dettagli sulla morte di Gesù erano già stati tutti "stabiliti" o "determinati" da Dio.
In Atti 10, dove Pietro si rivolge a Cornelio e ad altri in casa, dando spiegazioni sulla vita, la morte e la risurrezione di Gesù Cristo, la parola “orizo” è tradotta con “ha costituito”.
Or egli ci ha comandato di predicare al popolo e di testimoniare che egli è colui che Dio ha costituito giudice dei vivi e dei morti (Atti 10:42 LND)
In base alla sua libera volontà, Dio ha stabilito Gesù Cristo come giudice di tutti gli uomini.
In Atti 11:29, si parla dei credenti che avevano stabilito di mandare un dono ai fratelli in Giudea. Qui, il verbo “orizo” è tradotto con “decisero”.
Allora i discepoli, ciascuno secondo le proprie possibilità, decisero di mandare una sovvenzione ai fratelli che abitavano in Giudea. (Atti 11:29 LND)
In Atti 17:26, la parola “orizo” è tradotta con “avendo determinato” e descrive la decisione di Dio di stabilire le epoche e i confini di tutti gli uomini nella storia del mondo.
or egli (cioè, Dio) ha tratto da uno solo tutte le stirpi degli uomini, perché abitassero sopra tutta la faccia della terra, avendo determinato le epoche prestabilite e i confini della loro abitazione (Atti 17:26 LND)
In Atti 17:31, il termine “orizo” viene ancora tradotto con “ha stabilito”, questo brano rivela che Dio ha stabilito il giorno del giudizio.
Poiché egli ha stabilito un giorno in cui giudicherà il mondo con giustizia, per mezzo di quell’uomo che egli ha stabilito; e ne ha dato prova a tutti, risuscitandolo dai morti. (Atti 17:31 LND)
In Romani 1:4 “orizo” è tradotto con “dichiarato” e descrive il fatto che Dio ha stabilito Gesù Cristo come Figlio di Dio.
dichiarato Figlio di Dio in potenza, secondo lo Spirito di santità mediante la resurrezione dai morti: Gesù Cristo, nostro Signore (Romani 1:4 LND)
Infine, in Ebrei 4:7, “orizo” è tradotto con “determina” e spiega che Dio ha stabilito un giorno di riposo eterno.
egli determina di nuovo un giorno: Oggi dicendo dopo tanto tempo, come è stato detto prima per mezzo di Davide: "Oggi, se udite la sua voce, non indurite i vostri cuori". (Ebrei 4:7 LND)
I vari modi in cui viene usato nella Bibbia il termine greco “orizo” ne rendono molto chiaro il senso. Quando questa parola si riferisce a Dio, essa descrive qualcosa che Dio stabilisce per conto suo, e in ognuno dei casi si tratta di una decisione presa da Dio solo, in quanto sovrano Signore dell'universo.
Perciò, la parola “predestinare” vuol dire “stabilire o determinare prima”. Il verbo “predestinare” indica dunque qualcosa che Dio stabilisce prima ancora di farlo. Si può usare il verbo “stabilire” o “prestabilire” per descrivere uno stesso atto compiuto da Dio, a seconda che si faccia riferimento a quest'atto prima o dopo il suo verificarsi.
Vi leggo i brani nella Bibbia in cui troviamo il verbo greco “pro-orizo”, che in Efesini 1:5 è tradotto con “predestinare”. Così possiamo capirne il senso ancora meglio. In Atti 4:28, i credenti di Gerusalemme stanno pregando Dio. Qui la parola “pro-orizo” è tradotta con “prestabilito”.
per fare tutte le cose che la tua mano e il tuo consiglio avevano prestabilito che avvenissero. (Atti 4:28 LND)
In Romani 8:29,30 incontriamo questo termine due volte, e in entrambe è tradotto con “predestinati”.
29 Poiché quelli che egli ha preconosciuti, li ha anche predestinati ad essere conformi all’immagine del suo Figlio affinché egli sia il primogenito fra molti fratelli. 30 E quelli che ha predestinati, li ha pure chiamati, quelli che ha chiamati, li ha pure giustificati e quelli che ha giustificati, li ha pure glorificati. (Romani 8:29-30 LND)
In 1a Corinzi 2:7 troviamo “pro-orizo” tradotto con “preordinato”. Dio aveva stabilito la sua sapienza, il suo piano perfetto, prima delle età, prima della fondazione del mondo. Egli aveva stabilito il suo piano dentro di Sé, e non in base ad alcun fattore esterno a Sé. Leggo 1a Corinzi 2:7, che cita le parole di Paolo.
ma parliamo della sapienza di Dio nascosta nel mistero, che Dio ha preordinato prima delle età per la nostra gloria (1a Corinzi 2:7 LND)
Incontriamo “pro-orizo” anche nel nostro versetto di oggi, in Efesini 1:5 e anche in Efesini 1:11; in entrambi i passi il verbo greco viene tradotto con “predestinare”.
Quindi, capendo ora più chiaramente il senso della parola “predestinare” potremmo citare Efesini 1:5 nel modo seguente:
“Avendo prestabilito di adottare noi come i suoi figli per mezzo di Gesù Cristo”.
In questo versetto, parlando ai credenti, Paolo, guidato dallo Spirito di Dio, dichiara che nell'eternità passata, prima di aver fondato il mondo, Dio aveva stabilito di adottarci come figli suoi per mezzo di Gesù Cristo. Questo è il significato biblico della parola “predestinare”.
Dio ha prestabilito dentro di Sé di farci diventare i suoi figli. Ciò che Dio ha stabilito, lo ha stabilito dentro di Sé, è stata una decisione presa dentro di Sé, non sulla base di fattori esterni a Dio.
Chiaramente, come tante verità della Bibbia, l'uomo non potrebbe mai sapere nulla della predestinazione se non per mezzo della rivelazione da parte di Dio. L'uomo non potrebbe mai arrivare per conto suo a comprendere ciò che Dio ha stabilito dentro di Sé prima della creazione del mondo. Quindi, la predestinazione è una verità impossibile da concepire se non per mezzo della rivelazione di Dio. Come ogni altra rivelazione da parte di Dio, è da accettare per mezzo della fede, semplicemente perché Dio ce la dichiara. Beata la persona che abbraccia tutte le verità che Dio ci rivela!
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Stiamo considerando l'incredibile e meravigliosa verità della predestinazione! Nell'eternità passata Dio ha prestabilito, come abbiamo visto il significato di “predestinare”, che alcuni uomini peccatori vengano adottati come figli suoi per mezzo di Gesù Cristo. Egli ha eletto, ha scelto, questi peccatori perché diventino santi ed irreprensibili davanti a Lui nell'amore, per tutta l'eternità.
Tutto questo è stato stabilito da Dio, secondo il proponimento della sua volontà, e quindi non dipende da alcun fattore al di fuori del suo disegno.
Oh che possiamo comprendere che tutto questo sarebbe totalmente impossibile se non fosse per il piano stabilito da Dio! Nessun uomo potrebbe mai sperare nella salvezza, se dipendesse da lui. La santità di Dio è assoluta, mentre il peccato dell'uomo è totalmente radicato nel cuore. Perciò, la distanza fra Dio e l'uomo è una distanza infinita, che l'uomo non potrebbe mai superare per conto suo, né vorrebbe farlo, perché di natura l'uomo è un figlio d'ira e non vuole Dio. Dio ha dunque prestabilito di fare l'impossibile.
Perciò, la nostra salvezza, come anche la possibilità di annunciare il Vangelo ad altri, dipende totalmente dal fatto che Dio ha predestinato, ovvero, prestabilito, di salvare alcune persone per le quali altrimenti la salvezza sarebbe impossibile.
Se tu sei salvato, medita sul fatto che la tua salvezza era secondo il piano eterno di Dio, prima che Egli avesse creato il mondo, e che quel piano va avanti per tutta l'eternità. La salvezza non costituisce però la meta finale, lo scopo ultimo essendo di farci stare santi ed irreprensibili davanti a Dio, nell'amore, per tutta l'eternità, adorandoLo. Medita su questo fatto, e vivi in attesa di quell'eternità!
E se tu NON sei salvato, sappi che la salvezza è possibile, proprio perché Dio ha predestinato di salvare alcune persone. Egli non ci rivela in alcuno modo in anticipo chi è predestinato, ma comanda a tutti gli uomini, in ogni luogo, di ravvedersi e credere in Gesù Cristo come unico Salvatore dall'ira di Dio, rivolta contro il nostro peccato. Se tu ti ravvedi e credi in Gesù Cristo come Salvatore, Dio ti salverà. Se dipendesse da te, sarebbe impossibile essere salvato, ma in Cristo Gesù, prestabilito da Dio come mezzo di salvezza, è possibile.