per capirci

GIACOMO 1, 2-4

Fratelli, considerate come motivo di gaudio perfetto le diverse prove alle quali voi potete essere esposti, sapendo che la fede messa
alla prova produce la pazienza. E' necessario però che la pazienza compia perfettamente l'opera sua, affinché voi siate pure perfetti ed
integri, senza mancare in niente.(Giacomo 1; 2-4)

Emmanuel

lunedì 31 dicembre 2012

non possiamo accampare scuse



Introduzione 


Se guardo indietro nella mia esperienza di giovane idealista, sensibile ai problemi, alle sofferenze ed alle ingiustizie di questo mondo, con un grande desiderio di lottare per porvi rimedio, debbo dire che conoscere la Bibbia mi ha fatto imparare un'importante lezione. E' questa: se vuoi risolvere veramente i mali del mondo devi affrontarli alla radice, e la radice di tutti i mali è ciò che la Bibbia chiama peccato, cioè la corruzione radicale dell'essere umano e la sua alienazione da Dio. Ogni altra misura per risolvere i mali del mondo, infatti, si rivela solo un temporaneo palliativo. L'apostolo Paolo, nella lettera ai Romani, dedica quasi tre capitoli a descrivere che cos'è il peccato contro Dio e quali ne siano le conseguenze. E' un argomento che per molti è piuttosto scomodo e spiacevole: molti, infatti, sono "allergici" a questo tipo di discorso e preferiscono magaripredicatori che non ne parlino mai, che lo giustifichino o lo neghino. E non è neppure popolare parlare d radicale corruzione e degenerazione dell'essere umano. Alcuni preferirebbero predicatori compiacenti che parlano della bontà dell'uomo, piuttosto che di peccato. Se non lo facessi, però, renderei un tragico servizio a chi mi ascolta, lo illuderei e, chiudendogli gli occhi sulla realtà,  lo terrei solo lontano dalla salvezza in Cristo. L'apostolo Paolo parla del peccato con onesto, oggettivo, e crudo realismo. Potremmo considerare questi capitoli come una vera e propria inchiesta. Egli vuole provare che tutti gli uomini, siano essi giudei o pagani, sono sotto il dominio del peccato. Nella parte del discorso di Paolo che considereremo si parla di quei popoli che non conoscono la legge di Dio come è stata rivelata nella Bibbia. La sua tesi è che Dio ha rivelato Sé stesso e la Sua legge in modo sufficiente anche a loro e che per questo non possono accampare scuse davanti al giudizio di Dio per non aver potuto conoscere Lui e la Sua legge. In questi capitoli la descrizione del peccato umano è dura e cruda, ed essa vien fatta con un'insistenza al limite del morboso. Ringraziamo però Dio che Egli lo faccia, un'immagine superficiale e frettolosa del peccato non condurrà mai ad apprezzare tutta la rilevanza della grazia che ci viene offerta in Gesù Cristo. Noi tendiamo infatti sempre a trovare delle scusanti per il nostro discutibile comportamento. Spesso consideriamo con leggerezza la violazione della legge di Dio come se fosse qualcosa di trascurabile che certo non ci preclude il favore di Dio. Pensiamo che dopo tutto sia compito di Dio il perdonare! Comprendere però la gravità del peccato umano e che non esiste alcun perdono a buon mercato è essenziale per non farci illusioni e per non avere brutte sorprese quando ci presenteremo davanti a Dio.
Leggiamo così il testo di Romani 1:18-32

I. Inescusabili

creazione
Il primo punto che il nostro testo presenta è che nessuno al mondo potrà trovare scuse sufficienti davanti a Dio per dire "Io non sapevo". E' proprio vero? Pensando alle moltitudini che non conoscono il messaggio della Bibbia, saremmo tentati di affermare il contrario: "Sono scusabili perché ignoranti". Ogni essere umano però ha ricevuto da Dio quel tanto di luce che gli permette di desiderarne di più. Si, perché:

1. Esiste una rivelazione naturale per cui si può conoscere Dio. Sebbene nella sua essenza Dio sia incomprensibile e trascenda al sommo grado ogni pensiero umano, Egli ci da ad intendere attraverso le cose che Egli ha creato (nella natura), nella coscienza umana ed attraverso le lezioni della storia. Iddio rivela Sé stesso in due modi con una rivelazione naturale o generale ed una speciale. La rivelazione generale è la verità che Dio rivela a tutti gli esseri umani senza distinzione, quella speciale attraverso Gesù Cristo nel contesto della Bibbia. Si, Iddio rivela Sé stesso chiaramente attraverso la maestà e la bellezza del creato. Quando noi osserviamo la meraviglia di una notte stellata o la vasta distesa dell'oceano, oppure una catena montuosa, noi Lo possiamo conoscere allo stesso modo in cui possiamo conoscere un architetto vivendo in una casa che lui stesso ha progettato. Dio poi rivela Sé stesso attraverso la nostra coscienza. Paolo nota che i pagani, che non posseggono la legge degli Ebrei, pur conoscano in linea di massima la differenza che esiste fra bene e male. Anche se essi non possiedono la legge rivelata della Bibbia, pure essi sono in grado di distinguere il giusto dallo sbagliato. Il fatto però che lodiamo ciò che è giusto e proibiamo ciò che è sbagliato, riflette la rivelazione generale di Dio presente nella nostra coscienza. Infine, sono pure gli eventi e le esperienze della storia che ci rivelano Dio. Coloro che descrivono il sorgere ed il cadere delle civiltà inevitabilmente associano al successo e al fallimento di quella cultura le caratteristiche morali e spirituali in essa manifestate. Come Colui che controlla i destini dei popoli, Dio manifesta il Suo carattere su nei suoi giudizi sulle nazioni, e questo tutti lo possono osservare. Però, nonostante questa rivelazione noi:

2. Non abbiamo agito di conseguenza, non abbiamo "ritenuto opportuno" conoscere Dio. Noi tutti viviamo nell'ordinamento creato da Dio come testimoni del Suo potere e della Sua divinità, coscienti della differenza fra giusto e sbagliato, e in grado di dare una valutazione agli eventi della storia. Attraverso queste esperienze conosciamo Dio e acquisiamo alcuni suoi elementi nelle qualità che danno significato e proposito alla realtà.Ogni persona sa non solo che Dio esiste, ma pure conosce il carattere di Dio.
Il fatto è che noi "soffochiamo" questa nostra conoscenza naturale di Dio, e questo non significa semplicemente negare un fatto, ma respingere personalmente Dio stesso e non rendergli l'onore che Gli è dovuto. Potremmo avere "un cuore che intende, potremmo "glorificarlo", cioè onorarlo, rispettarlo, amarlo, cercarlo, potremmo ringraziarlo sulla base della conoscenza che ci è disponibile, ma non lo facciamo, per questo veniamo dichiarati colpevoli. Come dice il salmo: «Lo stolto ha detto nel suo cuore: Non c'è Dio».

3. Un rifiuto della luce. Se la consideriamo bene, però, l'ignoranza è un rifiuto di essere illuminati, una volontà deliberata di tenersi lontani dalla luce. Per noi che siamo molto di più che esseri "allo stato naturale", siamo ancora di più colpevoli. L'umanità in rivolta contro Dio resta così sorda al chiaro linguaggio della creazione, della coscienza e delle Scritture (la legge). Si tappa gli orecchi e gli occhi. "Soffoca" una verità che non chiede che di esprimersi. E' proprio perché l'essere umano sa di essere peccatore che egli sempre cerca di sopprimere questa conoscenza di Dio. Egli preferisce "non pensarci", "evitare il discorso", "distrarsi", "evitare tutte le occasioni di essere esposto a questo argomento scottante", trovare abili "spiegazioni diverse" per mascherare il vero problema.

II. Evidenti conseguenze

abbandono
Un tale comportamento non può che produrre delle conseguenze,  Dio ci avverte e ci dice che contravvenire alla Sua legge non rimarrà impunito, che questo comporterà sempre conseguenze negative di carattere penale, conseguenze che la Bibbia chiama appunto "ira di Dio". Paolo insiste sul fatto che lagravità del peccato debba essere misurata proprio dalla forza della reazione che esso provoca da parte di Dio. Dio non è indifferente al peccato. Esso suscita sempre la Sua avversione e la Sua ripugnanza. Il peccato è un affronto alla santità di Dio, è un attentato alla Sua maestà, e l'espressione 'ira di Dio' indica il giusto riversarsi dello sfavore divino sul peccatore. L'ira di Dio non è un giudizio automatico sul peccato ad opera di un anonimo computer cosmico, ma è la risposta intensa e personale al peccato, che sorge dall'animo stesso di Dio, anche se evidentemente non è la stessa cosa che quelle spesso indegne emozioni associate con la parola "ira" per l'essere umano. Dio non è un'ozioso spettatore degli eventi del mondo, ma è dinamicamente attivo nelle vicende umane. Il commettere il peccato è costantemente segnato dal giudizio di Dio. In che cosa si manifesta? Ce lo rivela questa stessa Parola.

1. L'abbandono da parte di Dio 

Una prima conseguenza è che Dio ci ha abbandonati. Si, abbandonati, che significa? Questa terribile frase appare per ben tre volte nel nostro testo. "Dio li ha abbandonati all'impurità nelle concupiscenze dei loro cuori", "Per questo Dio li ha abbandonati a passioni infami". E vero: visto che gli uomini amano così tanto sguazzare in ciò che è peccato, che ci sguazzino pure, e poi vedranno! Quello che vogliono avranno! Vogliono soddisfare le proprie voglie, le soddisfino! "E siccome non ritennero opportuno conoscere Dio, Dio li ha abbandonati ad una mente perversa". L'essere umano abusa dell'intelligenza che ha ricevuto per stabilire la propria autonomia, ma con l'unico risultato di pervertire e di disonorare la propria intelligenza, giungendo non all'emancipazione da Dio, ma al proprio degrado. Non vi è punizione più terribile dell'essere abbandonati a sé stessi e al destino che ci siamo scelti. Vi sono alcuni che si lamentano che Dio non si prenda cura di loro e che non risponda alle loro preghiere. E che pretendono? Che Dio corra al loro aiuto quando non si sono mai preoccupati di conoscere la Sua Persona e la Sua volontà? Che pretendono quando essi persistono a rimanere lontano da Lui e a fare ciò che a loro più aggrada? Dio li ha di fatto abbandonati perché loro nei fatti hanno abbandonato Dio e rifiutano diconvertirsi. E' questo cattivo ed ingiusto? Per alcuni certo questo può preludere alla rovina, ma per altri può essere un'esperienza pedagogica. Il Signore, in un certo senso, permette che l'uomo ribelle faccia "le proprie esperienze" affinché, una volta deluso, stanco della sua condotta e disperato, venga a gettarsi nelle braccia di Colui che vuole il suo bene. Nella parabola del figliol prodigo il figlio chiede a suo padre quello che gli spetta solo per spassarsela, ma dovrà ben presto gustare il sapore amaro delle sue scelte. "Ritornerà in sé stesso", però, e tornerà a Suo Padre, contrito ed umiliato per chiedere perdono. Non lo farà più una seconda volta.

2. Ottenebramento del cuore 

Il testo dice: "sono divenuti insensati nei loro ragionamenti e il loro cuore senza intendimento si è ottenebrato". Quando noi respingiamo la verità, è inevitabile accogliere la menzogna. Non si può rimanere neutrali. Gesù disse: "O con me o contro di me". L'assenza della verità assicura sempre la presenza dell'errore. Dobbiamo pure pensare qualcosa, e quando mettiamo al bando la verità che è luce scegliamo di muoverci al buio. Gli idolatri respingono il Dio vivente per infatuarsi di simulacri impotenti e vuoti: giungono ad adorare statue oppure a mettere l'uomo come valore ultimo di ogni cosa.Questo fare insensato non può che condurre alla delusione e alla disperazione. Eppure molti giustificano l'idolatria e l'ateismo con abili ragionamenti dall'apparenza di grande sapienza, e molti altri rimangono affascinati dai ragionamenti della sapienza di questo mondo. E' però un errore fatale perché la ragione senza la luce di Dio è corrotta e porta il cuore umano a vagare nel buio e così ad abituarvisi, tanto da fargli perdere la sensibilità,  l'intendimento, alla stessa luce, quando essa gli si presenta. Anzi, peggio, respinge la luce cercando di dimostrare con abili ragionamenti che essa è inutile illusione, come il cieco che con grandi ragionamenti cerca di convincere chi ci vede che la luce non esiste e che essa è solo il frutto della sua fantasia! Si, "Dichiarando di essere savi, sono diventati stolti". Un commentatore ha giustamente scritto: "Per l'essere umano è impossibile un'autentica conoscenza senza Dio, perché la verità si muove nel contesto di Dio e da Lui deriva. E' proprio perché l'uomo rifiuta di riconoscere questa fonte, ed insiste sull'originalità della propria interpretazione dei 'fatti allo stato grezzo' dell'universo, che la sua conoscenza viene avvelenata dall'errore fatale di questo pregiudizio religioso, cioè che non esista un Creatore indipendente a cui debba ogni suo singolo respiro".

3. Idolatria

Respingendo il Dio vivente, hanno elevato creature al rango divino per adorarle e per servirle; l'idolatria, il dare ad oggetti o persone valore supremo, mentre sono fallaci, limitate, mortali e transitorie, è davvero la prova ultima della follia umana. Dare valore ultimo a qualunque aspetto della realtà umana diventa così il più grande peccato, essi veramente cambiano la verità di Dio in menzogna. Il peccato non ha distrutto le capacità religiose dell'essere umano, esso le ha deviate dal Dio vivente, cosicché ora egli preferisce rendere culto a deità finite, di propria invenzione. Per questo la religiosità naturale non è considerata da Dio accettabile e vera pietà,  perché tutte le pretese religiose dell'uomo sono fondate su una falsa immagine che ci siamo formati di Dio, e quindi la religione naturale non dà gloria a Dio. Essa non può nemmeno essere espressione di ringraziamento verso Dio. Come può infatti la persona naturale vedere Dio come l'autore benevolente di ogni bene? Egli ha scelto di vivere indipendentemente da Lui in un mondo di incertezze, che lo lascia libero di celebrare la sua "buona fortuna", o di lodare la propria chiaroveggenza, a seconda di come la sua fantasia lo guida.

4. Perdita del senso del "naturale" 

Respingere Dio e la Sua legge di vita buona e santa, dà adito, poi, ad una conseguenza molto chiara oggi: la perdita del senso di ciò che è "secondo natura", cioè di ciò che Dio aveva stabilito come giusto.Quando si negano le norme oggettive di comportamento che Dio ha stabilito, tutto diventa ammissibile, tutto diventa "normale" e giustificabile, perché ciò che è giusto e sbagliato dipende ora dal nostro arbitrio, dai nostri gusti, dalle nostre preferenze, dal nostro immediato tornaconto. E' allora che l'essere umano si degrada al massimo grado. La Parola di Dio qui parla dell'omosessualità maschile e femminile. I rapporti sessuali fra persone dello stesso sesso sono un'aberrazione, un abuso, un controsenso, qualcosa che Dio non aveva mai previsto (anzi condannato) e che vanno persino contro ogni logica fisiologica. Questi ed altri abusi della sessualità umana sono un segno, non senza tragiche conseguenze, del grave disordine e degrado in cui siamo caduti. Paolo ha davanti la degenerazione morale del mondo antico, il vizio sessuale che il paganesimo, lungi dal reprimere, attivamente promuoveva. Non è diverso oggi. Le degenerazioni sessuali sono segno di paganesimo. Oggi la prevalenza sempre in aumento, delle perversioni sessuali, considerate con compiacimento dai "progressisti", come "interessanti varianti", non è altro che il temibile segno dell'ira di Dio su una civiltà che si vanta del suo carattere "post-cristiano". In fondo però, è lo stesso corpo umano che così viene disonorato come pure disonorata viene la sessualità che era un dono di Dio da usarsi nei limiti che Egli stesso ha posto. Valicare questi limiti significa cadere in un disordine che va sempre a nostro danno, con gravi conseguenze sia oggi che domani presso Dio. Non dimentichiamo mai il terribile giudizio esemplare di Dio sulle città di Sodoma e Gomorra.

5. Disordine sociale 

Le conseguenze della ribellione a Dio non riguardano certamente solo la sfera sessuale. Il disordine, il disturbo nel rapporto primario dell'essere umano, quello verso Dio, lo conduce naturalmente al disturbo nei suoi rapporti con i propri simili. E' tutto il buon ordine della società umana che salta e che la legislazione civile, i tribunali, e la polizia riescono a malapena a tenere a freno. Infatti, quando Dio guarda gli uomini, che cosa vede? Dappertutto empietà,  ingiustizia, ingratitudine, orgoglio, follia, idolatria, dissolutezza, sregolatezza, malvagità, menzogna ecc. E' la più lunga lista di peccati che Paolo riporti. Non è certo completa, e ciascuno la può completare a piacimento. Nessun problema a inventare nuove perversioni e crimini: nella lista che fa l'apostolo vi è anche infatti la categoria degli "ideatori di cose malvagie", basta vedere la fantasia che a questo riguardo hanno i criminali, ma anche gli "innocenti" soggettisti e registi dei film di crimine e di orrore, i quali danno "ottimi suggerimenti" alla perversità umana. Tutto questo dà la terrificante impressione di quei peccati che hanno reso schiavo il mondo nel caos morale. L'inumanità dell'uomo dà una prova sconvolgente alla dottrina riformata della corruzione totale dell'essere umano. Nessun valore morale ultimo viene conservato da coloro che respingono la fede in Dio come "una sopravvivenza anacronistica della superstizione medioevale". Senza Dio ogni etica è come se edificasse sulla sabbia.

III. Aggravanti

condanna
A tutto questo c'è anche un'aggravante, la pertinacia, l'ostinazione. Sanno che tutto questo disordine produce la morte (il decreto divino di condanna), ma con atteggiamento di sfida verso di Lui (ribellione) persino incoraggiano tali comportamenti! Il fatto che la legge di Dio sia radicata nella coscienza umana significa che nessuno può peccare con una coscienza libera dal senso di colpa. Il senso di colpa e la coscienza della giusta condanna di Dio non risulta così essere un deterrente che impedisca di peccare, perché siamo innamorati della nostra concupiscenza. E' lo stesso per la pena di morte in alcune legislazioni. Nonostante la pena di morte il crimine non si arresta. Continuano lo stesso ad ammazzare, non è per nulla un deterrente per il crimine. Ecco così che non solo si continua a commettere crimini, ma pure si applaude chi fa le cose che sappiamo essere sbagliate! E' il terribile punto culminante di tutto il discorso di Paolo. L'essere umano gode del peccato semplicemente perché è male, e si rallegra nell'osservare che altri si trovano nello stesso suo stato di condanna.

Conclusione

umiliarsi
Un quadro cupo quello qui descritto? Si, ma è molto più salutare essere realisti e non farci illusioni. Nessuno può giustificarsi e trovare scusanti. Abbiamo tutti ricevuto abbastanza conoscenza di Dio e della Sua legge per desiderare conoscerne di più e per conformarci ad essa. E non onorare Dio come Gli è dovuto provoca temibili conseguenze qui e per l'eternità. L'ira divina è giustificata. Con Dio non si scherza. E' da stolti e da irresponsabili autolesionisti rifiutare quanto ci è rivelato per abbracciare comode quanto ingannevoli "concezioni alternative". Quale deve essere la nostra reazione difronte a questa rivelazione? Solo abbassare il capo, pieni di vergogna e di rincrescimento, "tornare in noi stessi" come il figliol prodigo ed avviarsi sulla via che ci porta "alla casa del Padre" per chiederGli perdono e la grazia della riabilitazione ai Suoi occhi. O questo o la nostra definitiva riprovazione e condanna inappellabile. Faremo meglio a prendere sul serio la Parola che Dio ci rivela!

Tratto da http://www.riforma.net
Rielaborato da Consapevoli nella Parola 


"Ma l'Eterno è il vero DIO egli è il DIO vivente e il re eterno. Davanti alla sua ira trema la terra e le nazioni non possono reggere davanti al suo sdegno."
(Geremia 10:10)

lunedì 24 dicembre 2012

La Grazia di Dio


 
L'annuncio biblico sulla grazia

Uno dei caratteri più distintivi della fede cristiana è la grazia, la grazia di Dio verso l'essere umano.
La Bibbia dice che nessuno di noi è degno di comparire alla presenza del Dio santo e giusto, né di ricevere alcuna delle Sue benedizioni, perché siamo tutti contaminati dal peccato e colpevoli nei Suoi confronti. L'unica speranza per noi di salvezza è quella di implorare la Sua grazia e la Sua misericordia, e Dio offre ad uomini e a donne la Sua grazia tramite il ravvedimento e la fede nel Signore e Salvatore Gesù Cristo, il solo strumento che Egli abbia inviato per la nostra riabilitazione davanti a Sé stesso. Non c'è infatti nulla di sufficiente che possiamo da noi stessi fare per guadagnarci il Suo favore.

L'apostolo Paolo dice infatti ai cristiani di Efeso: "Egli ha vivificato anche voi, che eravate morti nei falli e nei peccati... fra i quali anche noi un tempo, vivevamo nelle concupiscenze della nostra carne, adempiendo i desideri della carne e della mente, ed eravamo per natura figli d'ira, come anche gli altri. Ma Dio, che è ricco in misericordia, per il suo grande amore con il quale ci ha amati, anche quando eravamo morti nei falli, ci ha vivificati con Cristo (voi siete salvati per grazia), e ci ha risuscitati con lui e con lui ci ha fatti sedere nei luoghi celesti in Cristo Gesù, per mostrare nelle età che verranno le eccellenti ricchezze della sua grazia, con benignità verso di noi in Cristo Gesù. Voi infatti siete stati salvati per grazia, mediante la fede, e ciò non viene da voi, è dono di Dio e non da opere, perché nessuno si glori. Noi infatti siamo opera sua, creati in Cristo Gesù per le opere buone che Dio ha precedentemente preparato, perché le compiamo" (Ef. 1:10).
Fin qui il chiaro messaggio della Bibbia, Parola di Dio. E' un messaggio chiaro e preciso, ma nel comunicare questo messaggio alla generazione d'oggi, come per altri concetti della Bibbia, ci troviamo di fronte a difficoltà quasi insormontabili: in quest'epoca degenerata il concetto di grazia, anche nell'ambito cristiano, è largamente equivocato, incompreso e respinto.
Grazia è un termine giuridicoe infatti un semplice vocabolario della lingua italiana ce ne dà la seguente definizione: "Concessione di un beneficio, di un favore, dovuta esclusivamente alla magnanimità o alla generosità di chi lo elargisce. La facoltà che il capo dello Stato ha di concedere il condono di una pena o di una parte d'essa con un atto di clemenza individuale. Beneficio ricevuto senza alcun merito da parte nostra".  

Si, il termine grazia di per sé stesso implica la presenza di una legge oggettiva che noi abbiamo trasgredito, di un'inesorabile condanna che grava sulla nostra testa e che deve essere eseguita, come pure il fatto di dover dipendere, per esserne liberati, da una sentenza liberatoria del Dio sovrano. La Grazia implica che tu sei davanti a Dio, colpevole e condannato e solo Lui può liberarti dalla tua condanna a morte.

L'uomo moderno, però, è pronto ad accettare tutto questo? Qui sta il problema e, se non è pronto ad accettarlo, tutto l'autentico annuncio cristiano viene frustrato e reso impossibile. Sarebbe dunque un'impresa disperata annunciare l'Evangelo oggi?

I. Ostacoli moderni 

libertà
Perché oggi pare essere un'impresa quasi disperata annunciare l'autentico ed incorrotto Evangelo di Gesù Cristo alla generazione d'oggi? Qual è la mentalità dei più oggi? Lasciando da parte chi non crede né in Dio né in una vita oltre la tomba, possiamo identificare alcune tendenze aberranti del pensiero moderno.

a. Faciloneria e presunzione

Molti ritengono che in fondo sia facile essere salvati davanti a Dio. Oggi sembra mancare del tutto il senso della responsabilità personale verso Dio, il senso biblico di peccato e di colpevolezza dell'essere umano verso Dio, il senso che saremo sottoposti un giorno ad un severo giudizio, e quindi i più non vedono la necessità di rapportarsi ad un Salvatore: sono concetti che vengono considerati "superati". E se manca il senso che dovremo rendere conto a Dio di noi stessi sulla base di una legge oggettivamente stabilita da Dio e la coscienza di essere sottoposti tutti ad una condanna, chi mai può temere un giudizio e che senso avrebbe avvertirne la gente? Per questi il messaggio evangelico è del tutto irrilevante.
Dall'altra vi sono quelli che ritengono di potersi guadagnare da sé la salvezza, tramite le loro buone opere o la loro presunta "rispettabilità": anche per questi l'annuncio di un Salvatore è superfluo, perché non sentono alcun bisogno di affidarsi ad un tale.

Già, parlare di grazia, in un simile contesto non ha senso alcuno, la gente non sa, non vede, e non vuole accettare di sentirsi condannata da Dio. Si può solo sperare e pregare che Dio apra loro gli occhi e li conduca al ravvedimento.

b. La "tolleranza" morale dell'uomo moderno

L'uomo d'oggi, consapevole delle grandi scoperte scientifiche realizzate negli ultimi anni, tende poi generalmente ad avere un'alta opinione di sé stesso. Considera il benessere materiale in ogni caso più importante del carattere morale, e nel campo morale egli è decisamente tollerante verso sé stesso,considera piccole virtù come compensatrici di grandi vizi e rifiuta di prendere seriamente l'idea che, moralmente parlando, ci sia qualcosa di sbagliato in sé stesso. Tende a scaricarsi facilmente della cattiva coscienza, in sé stesso come in altri, come un fenomeno psicologico insano, segno di malattia e di aberrazione mentale più che indice di condizione morale. L'uomo moderno è convinto che, nonostante tutti i suoi "peccatucci" come il bere, il gioco d'azzardo, la guida irresponsabile, l'imbroglio, le menzogne bianche o nere, l'astuzia, la pornografia e altro... egli sia fondamentalmente un uomo "a posto" e buono. Allora, come fanno i pagani (e l'uomo moderno è nel profondo del cuore un pagano), egli si immagina Dio come un'immagine magnificata di sé stesso, e presume che Dio sia tollerante e compiacente quanto lui. Il solo pensiero d'essere una creatura decaduta dall'immagine di Dio, un ribelle contro l'autorità di Dio, sporco e colpevole agli occhi di Dio, degno solo della riprovazione divina, non entra mai nella sua testa.

c. La giustizia retributiva di Dio

Oggi però è anche prassi comune "chiudere un occhio" sulle trasgressioni fintanto che è possibile. Le tolleriamo in altri sperando che essi tollerino le nostre. I genitori esitano a correggere i loro figli, e gli insegnanti a punire i loro allievi. Raramente reagiamo a chiari comportamenti anti-sociali e auto-distruttivi. Si accetta il principio che fintanto che il male può essere ignorato, esso lo debba essere, che si debba punire solo come ultima istanza, che non si debba "alzare un polverone" se non quando sono evidenti gravi conseguenze sociali. La disponibilità a tollerare e ad indulgere è considerata una virtù, mentre vivere secondo chiari principi di giusto e di sbagliato è considerato essere moralisti e puritani. Questo modo di pensare pagano si riflette sulla nostra concezione di Dio
L'idea che Dio ripaghi le umane inadempienze con un castigo corrispondente, e che questo sia espressione del Suo santo carattere, pare oggi del tutto fantasiosa; e quelli che sostengono quest'idea vengono accusati di proiettare su Dio i propri impulsi patologici di rabbia e di vendetta.

La Bibbia però afferma ampiamente che questo mondo che Dio, nella Sua bontà, ha creato, è un mondo morale, in cui la retribuzione è certa come il nostro respiro. Dio è giudice su tutta la terra, ed Egli eseguirà la Sua giustizia, vendicando l'innocente (se esiste) e punendo coloro che commettono peccato. E fintanto che uno non sia persuaso di questo, che i trasgressori della legge di Dio non possano sperare di ricevere altro da Dio se non una giustizia retributiva, non si potrà mai comprendere bene che cosa sia la grazia di Dio.

d. Accattivarsi Dio?

L'uomo moderno è anche maestro nell'arte di mettere colui che ci sta di fronte in condizione di non poter dire di 'no', comprandolo con vantaggi, privilegi, bustarelle ed anche ricatti. Lo stesso principio lo vorremmo applicare nei nostri rapporti con Dio, e questo sta proprio alla radice del paganesimo, cioè il pensare di poter comprare il favore della divinità, mettendola in posizione di non poterci negare nulla... Gli antichi pagani lo facevano moltiplicando i doni e i sacrifici, i moderni pagani con la pratica della propria moralità (secondo i nostri propri criteri) e mantenendo certi legami formali con le chiese. Pur concedendo di non essere perfetti, essi non dubitano che una certa 'rispettabilità' da parte loro finisca col garantire loro l'accettazione di Dio, qualunque cosa si sia fatta nel passato. La Bibbia però dice: "Poiché nessuna carne sarà giustificata davanti a lui per le opere della legge" (Ro. 3:20). Risanare il nostro rapporto con Dio, ricuperare il Suo favore dopo averlo perduto, è al di là della nostra capacità. Bisogna convincersene prima di poter condividere la fede biblica nel Dio della grazia.

e. La sovrana libertà di Dio

Ecco un'altro equivoco moderno. Il paganesimo antico pensava che ciascun Dio fosse legato alle persone che gli rendevano culto da un certo interesse, perché il suo benessere si pensava dovesse dipendere dai doni e dal servizio resogli dai fedeli. Il paganesimo moderno coltiva una concezione simile, che Dio, cioè, sia in qualche modo obbligato ad amarci e ad aiutarci, per quanto poco lo meritiamo. Era il sentimento che aveva quel filosofo francese che poco prima della sua morte mormorò: "Dio perdonerà, è il suo mestiere". Un tale sentimento è completamente infondato. Il Dio della Bibbia non dipende per il Suo benessere dalle Sue creature, né è tenuto a mostrarci favore. Da Lui possiamo solo pretendere giustizia, e giustizia, per noi, certamente vuol dire condanna. Dio non deve a nessuno una sospensione della pena, non è obbligato ad avere pietà e compassione. Se lo fa, è solo perché liberamente lo vuole, senza alcuna costrizione. La grazia è libera, nel senso che ha origine solo da Colui che liberamente ha tutto il diritto di darla o non darla. Solo quando saremo convinti che ciò che decide il destino di un essere umano è che Dio voglia o no salvarlo dai suoi peccati, e che questa decisione Dio non è certamente tenuto in nessun caso a prenderla, uno potrà cominciare a comprendere la concezione biblica della grazia. 

II. La sostanza della grazia

elezione
L'opera di Satana sembra avere raggiunto il suo scopo, impedire alla gente di udire e di accettare l'Evangelo della salvezza. Dovremmo così tacere definitivamente, adattarci alla mentalità prevalente, oppure perseverare ad annunciare la verità, e pregare Dio che apra gli occhi ai ciechi ed ingannati della nostra generazione?

Dire grazia di Dio significa dire amore generosamente riversato su dei peccatori colpevoli, contrariamente ai loro meriti e indubbiamente sfidando i loro demeriti. E' Dio che manifesta bontà a delle persone che  meritano solo severità, e che non hanno alcuna ragione di aspettarsi altro che severità.

Abbiamo visto alcune ragioni per cui il concetto di grazia significa così poco per molti che coltivano una concezione del tutto pagana della realtà, e per questo si troveranno un giorno di fronte a brutte sorprese. Quelle persone, però, a cui Dio apre gli occhi sulla loro reale condizione, non potranno che accogliere con grande gioia e riconoscenza l'annuncio dell'Evangelo come una straordinaria liberazione. Esse scoprono ben presto come il loro Giudice si trasformi nel loro Salvatore.

Grazia e salvezza sono due concetti inseparabili come causa ed effetto. Dice la Bibbia: "voi siete salvati per grazia" (Ef. 2:5). L'Evangelo dichiara come: "Iddio ha tanto amato il mondo che ha dato il suo unico Figlio Gesù Cristo affinché chiunque crede in Lui non perisca ma abbia vita eterna" (Gv. 3:16), come "Dio manifesta il suo amore verso di noi in questo che, mentre eravamo ancora peccatori, Cristo è morto per noi" (Ro. 5:8), come secondo la profezia una fonte ci sia stata aperta, che può purificarci da ogni peccato ed impurità. Essa ci rivela Cristo che ci dice: "Venite a me, voi tutti che siete travagliati ed aggravati, ed io vi darò riposo" (Mt. 11:28).

III. Aspetti della grazia di Dio che ci riempiono di gioia e di stupefazione

1. Grazia come fonte del perdono dei peccati

L'Evangelo si incentra su quello che la Bibbia chiama giustificazionecioè sulla remissione dei nostri peccati e la nostra riabilitazione di fronte a Dio. La giustificazione è il sorprendente passaggio dalla condizione di un criminale condannato che aspetta solo una terribile sentenza a quello di un erede che attende una favolosa eredità.

La giustificazione è solo per fede: essa ha luogo nel momento stesso in cui una persona ripone una fiducia totale nel Signore Gesù Cristo, come proprio Salvatore.

La giustificazione per noi è solo gratuita, ma a Dio è costata moltissimo, perché il prezzo è stato la morte espiatrice del Figlio di Dio. Perché "colui che non ha risparmiato il suo proprio Figlio, lo ha dato per tutti noi" (Ro. 8:32). E' stata una Sua libera decisione quella di volerci salvare, ma, secondo i Suoi criteri di giustizia, questo ha richiesto un'opera di espiazione.

Paolo lo dice chiaramente: "sono gratuitamente giustificati (cioè con nulla da pagare da parte nostra) per la sua grazia (cioè in conseguenza alla misericordiosa risoluzione di Dio), mediante la redenzione che è in Cristo Gesù. Lui ha Dio preordinato per fare l'espiazione (per pagare il prezzo del peccato umano) mediante la fede (cioè che diventa efficace per la persona stessa quando ripone la sua più incondizionata fiducia) nel suo sangue (nel valore del suo sacrificio)" (Ro. 3:24; cf. Tt. 3:7). E ancora Paolo ci dice che in Cristo "abbiamo la redenzione per mezzo del suo sangue, il perdono dei peccati secondo le ricchezze della sua grazia" (Ef. 1:7). Per dei peccatori come noi, destinati solo al peggio, il fatto che ci venga rivolto un simile annuncio di grazia ci può solo far esultare di gioia e di riconoscenza.

2. Grazia come motivazione del piano di salvezza

Il perdono è il cuore dell'Evangelo, ma non esaurisce tutto quello che si può dire sulla grazia di Dio. Il Nuovo Testamento, infatti, pone il dono del perdono nel contesto di un progetto di salvezza stabilito da Dio già da prima della fondazione del mondo e che si sviluppa fino al suo completamento nella gloria del pieno ristabilimento di coloro che sono stati riscattati.

Paolo ne parla in diversi luoghi, ma la descrizione più particolareggiata la troviamo in un lungo resoconto che va da Efesini 1:3 fino a 2:10. Come sua abitudine, Paolo inizia con un'affermazione riassuntiva di tutta la sua esposizione, e passa il resto del paragrafo ad analizzarla ed a spiegarla. L'affermazione è che Dio ci ha benedetti con ogni benedizione spirituale nei luoghi celesti in Cristo (cioè nella sfera delle realtà spirituali, v. 3). L'analisi comincia con l'eterna elezione e predestinazione ad essere adottati come figli in Cristo (v. 4ss),procede a descrivere la redenzione e la remissione dei peccati in Cristo (v. 7), e si muove verso la speranza della glorificazione in Cristo (v. 11 ss.) ed il dono dello Spirito in Cristo come suggello che possederemo tutto ciò per sempre (v. 13ss). Da questo punto Paolo concentra la sua attenzione sul potente atto per il quale Dio rigenera dei peccatori in Cristo, impartendo loro la fede (cf. 2:8). Paolo dipinge tutti questi oggetti come elementi di un grande progetto di salvezza, e ci dice che la grazia ne è la forza motivante, che le "ricchezze della sua grazia" compaiono in tutto questo processo, a lode della grazia di Dio come suo obiettivo ultimo. In questo modo il credente può rallegrarsi nel sapere che la sua conversione non è stato un caso, ma un atto di Dio che si colloca in un progetto ben determinato, in cui Dio si è proposto di benedirlo con il libero dono della salvezza dal peccato. Dio promette di portare a compimento questo piano, e nulla può impedirlo (1:9ss). 

3. Grazia come garante della perpetua sicurezza del cristiano 

Infine, se il piano della salvezza verrà adempiuto con certezza e senza ritardo alcuno, allora il futuro del cristiano è assicurato. Egli è, ed ha la certezza che: "dalla potenza di Dio mediante la fede siete custoditi" (1 Pi. 1:5). Non deve più tormentarsi con la paura di poter fallire: com'era la grazia a condurlo fin dal principio, così la grazia lo accompagnerà fino alla fine. La fede ha la sua origine e perseveranza nel fatto che è un dono della grazia.

IV. L'unica speranza

peccatore
La dottrina della grazia sta dunque al centro di tutto il messaggio cristiano. Assorbiamone tutto il significato e liberiamoci da ogni idea pagana ed estranea. Siamo colpevoli e condannati davanti a Dio, ma una via d'uscita l'abbiamo in Cristo che offre di pagare per noi il nostro debito: Egli è l'unica soluzione alla nostra condizione esistenziale.
Quando comprenderemo questo, allora la grazia si trasformerà in noi in etica, in modo di vivere, e sarà l'etica della gratitudine per Dio,  la prova più evidente che noi avremo compreso.

Coloro che dicono che la dottrina della grazia di Dio tenderebbe ad incoraggiare il lassismo morale mostrano semplicemente di non sapere di che cosa parlano.
Comprendere l'amore di Dio significa manifestare a nostra volta., in contraccambio, amore riconoscente che cerca di compiacere chi tanto ci ha amato. Volontà rivelata di Dio è che coloro che hanno ricevuto la grazia, da ora in poi si impegnino nelle "opere buone". Chi comprende il vero significato della grazia di Dio non potrà più stare con le mani in mano.

Guai a cullarci in illusioni sulla nostra vera condizione davanti a Dio: chiedete a Dio di farvi comprendere il significato della grazia dell'Evangelo. E' la vostra unica speranza.

Tratto da http://www.riforma.net
 

"Infatti è per grazia che siete salvati, mediante la fede; e ciò non viene da voi, è il dono di Dio "   
(Efesini 2:8)
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domenica 16 dicembre 2012

Il giorno delle piccole cose


“Chi ha disprezzato il giorno delle piccole cose?” (Zaccaria 4:10)

Zaccaria comincia il suo libro con una  chiamata al pentimento ma la maggior parte del suo libro è dato per una rassicurazione di Grazia da mostrare alla chiesa a cui stava predicando. Prima abbiamo guardato le 8 visioni che furono date a Zaccaria e alla chiesa in quei giorni che riguardano il proponimento di Dio di risvegliare la Sua Chiesa, di rinnovare una chiesa che stentava a crescere, rinvigorire una chiesa che era ad un punto molto basso.
La quinta visione è coontenuta nel capitolo 4 e giunge davvero al cuore dell’argomento del “Risveglio”. In Zaccaria 4:1-5 abbiamo la stessa visione descritta, nei versi 4:6-10 abbiamo il messaggio della visione, sebbene in termini non molto chiari, sono sicuro che potete capirlo e capire anche il resto, e nei versi 4:11-14 abbiamo l’angelo che identifica uno dei simboli specifici della visione.
E’ interessante che nel verso 1 Zaccaria si era svegliato, nel suo sonno era come se si fosse svegliato per questa visione e per l’angelo che gliela mostrava , e noi dobbiamo essere eccitati nel comprendere la verità contenuta in questa parte della Scrittura. E cioè che spesso i nostri cuori diventano stanchi per l’impazienza nell’attenderci che il lavoro di Dio venga con grande potenza, che avvengano cose grandi e invece succede molto poco, e quasi andiamo a dormire, ma come lo Spirito scuote Zaccaria cosi’ scuoterà voi nel farvi riconoscere questa verità che sta per esservi predicata. Lo Spirito di Dio vi scuoterà per farvi capire che ci sono delle grandi cose che avvengono nella Chiesa, anche nel giorno piu’ piccolo della sua gloria.
Notate innanzitutto, nei versi 1-5 abbiamo un candeliere d’oro descritto e ovviamente questo rappresenta la Chiesa di Dio o la Teocrazia del Vecchio Testamento, che era la Chiesa nel VT, ricorderete in Apocalisse che Gesù stava nelle vicinanze di un candeliere,  che erano le chiese del NT,  e quando leggete questa Scrittura del candeliere vedrete che la Chiesa è descritta come bella, sebbene la sua bellezza non venga riconosciuta dal mondo, quello che conta è che essa è bella agli occhi di Dio. L’oro del candeliere rappresenta la sua purezza e la sua preziosità agli occhi del Signore,  e inoltre è un candeliere, cioè dà luce, è questa la missione della Chiesa, quela di dare luce ad un mondo tetro di oscurità, un mondo perso nel peccato e accecato riguardo alla Gloria di Dio, è la Chiesa di Gesù Cristo, che ha il compito di dare luce al mondo. Ci sono sette lampade che probabilmente sono le diramazioni della Chiesa di Cristo o i diversi modi in cui la Chiesa porta la luce nel mondo,  ed è interessante che dall’alto vi è un continuo rifornimento di olio alle lampade di questo candeliere,  ai lati del candeliere vi sono due olivi e l’olio rappresenta l’azione dello Spirito Santo che illumina e fa in modo che la Grazia continui a scorrere in ciascuna delle luci del candeliere. lo Spirito rifornisce senza interruzione di Grazia e Potenza di Dio. I due alberi del verso 14 rappresentano due unti, forse i due piu’ prominenti uomini della Chiesa di Cristo a quei tempi, sebbene su cio’ vi sia un dibattito, ma sono probabilmente Zorobabele, il principe della tribù di Giuda  e Joshua il sacerdote della tribù di Levi, il sommo sacerdote, entrambi sono ovviamente i due uffici di Gesù Cristo, il Re della Tribù di Giuda, infatti  regnando alla destra di Dio Egli ha autorità di inviare il Suo Spirito alla Chiesa, e come Sommo Sacerdote di Dio Altissimo il Nostro Signore Gesù Cristo ha acquistato lo Spirito per la Sua Chiesa,  per la Sua Sufficienza Egli ottiene che il Padre mandi il Suo Spirito.
Questa è quindi la visione nella sua interpretazione come viene spiegata in questo capitolo.
Ma andiamo all’interpretazione della visione che si trova ai versi 6-10. Prima di tutto al verso 7 si dice che i nemici dell’opera di Dio saranno sconfitti, una dichiarazione di vittoria,  una dichiarazione che un antagonista farebbe nel provocare il nemico: “chi sei tu grande montagna?” La grande montagna che era frapposta tra il lavoro di Zorobabele e la costruzione del Tempio, che si riferiva senza dubbio ai samaritani che prendevano in giro la Chiesa, ai nemici che scrissero al re di Babilonia per fargli disfare il lavoro della Chiesa nel suo tentativo di adorare nel Tempio; “Chi sei tu, grande montagna, che ti frapponi alle vie del Signore? Davanti a Zorobabele, diventerai una pianura.
L’opposizione è paragonata ad una montagna, una grande barriera,  e questa sarebbe stata rasa al suolo e sarebbe diventata pianura,  questo non suggerisce che Zorobabele non avrebbe avuto  alcun problema nell’avere la meglio sul nemico, ma ci dice pero’ con certezza quale sarà alla fine l’esito.  Non importa quanto grande il nemico risultasse agli occhi di Zorobabele e del popolo, e non ci sono dubbi che sembrasse molto grande,  essi erano poveri e disprezzati giudei senza alcuna preparazione militare, che lavoravano in una città priva di mura, per costruire il Tempio che tutti i loro nemici odiavano, e quindi era un grande test da dover superare nei loro pensieri. Ma Dio ci dice che l’esito sarà che la grande montagna sarebbe stata livellata e trasformata in una pianura, ed essi vissero per vederlo accadere. Zorobabel visse e vide il Tempio che era stato costruito e completato,  visse per vedere il giorno in cui gli ebrei si rallegrarono per aver prevalso sui loro nemici. Ma ancora non parla solo della sconfitta del nemico, ma del completamento di quel lavoro che essi erano preparati a compiere.
Nella seconda parte del verso 7 Zorobabele è detto depositare la testata d’angolo o la pietra superiore, che è descritta con “Grazia, Grazia su di essa” In altre parole Zorobabele avrebbe messo il tocco finale al tempio, con il popolo che acclamava “Grazia, Grazia su di essa”. E’ stata la Grazia di Dio per cui  abbiamo completato il lavoro. E ovviamente al verso seguente leggiamo Zorobabele ha messo le fondamenta di questa Casa e le sue mani la finiranno. Tu conoscerai che il Signore degli Eserciti mi ha mandato.
Ed il motivo di cio’ è che gli occhi del Signore guardano con favore alla costruzione del Tempio da parte di Zorobabele. Quando Dio guarda ad un ministero con favore, esso sarà certamente portato a compimento. In Samuele 3:12 leggiamo: “In quel giorno io compirò contro Eli tutto cio’ di cui ho parlato riguardo la sua casa: quando comincio, lo porto anche a termine”. E’ questa è la verità che Dio dice di ogni cosa che Egli inizia. “Quando incomincio un lavoro, lo porterò a termine”.
Quando Dio comincio’ a portare gli ebrei fuori dall’Egitto, concluse quello che aveva annunciato conducendoli nella terra di canaan. Quando Dio iniziò un lavoro di Grazia in Abraamo, lo portò anche a termine quando Cristo morì sulla croce e fu resuscitato. Dio quando comincia un’opera la porta a termine. Non c’è alcun dubbio. E cari cristiani vi sono delle spaventose montagne davanti a noi oggi, davanti al Vangelo che noi annunciamo. Abbiamo ad esempio un bel po’ di ignoranza che dobbiamo affrontare oggi. La gente non comprende affatto di dottrina. Ma abbiamo la chiara promessa della Scrittura in Abacuc 2:14 : La terra sarà riempita della conoscenza della Gloria del Signore, come l’acqua ricopre la distesa del mare. Dio intende far conoscere la Sua Gloria su tutta la terra.
Noi sentiamo una grande impotenza in noi stessi, sentiamo che non riusciamo a fare cio’ che dovremmo fare, diventiamo impaludati, il lavoro della Chiesa sembra cosi’ affannato, cosi’ lento, e il ritmo delle nascite cresce molto più della Chiesa di Cristo e diventiamo più insignificanti anno dopo anno, eppure Gesù Cristo ha promesso in Matteo  28: “Ogni potestà mi è stata data in cielo e sulla terra…Or ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine dell’età presente. Amen”. Gesù Cristo completerà il lavoro che ha cominciato. Realizzerà il lavoro in questo mondo che ha iniziato, nel portare Gloria al PAdre, sottomettere i Suoi nemici e salvare gli eletti, portandoli nella Sua Chiesa.
L’iniquità che si ritrova nella chiesa è come una montagna che non sappiamo come superare, il sistema del mondo sembra alitarvi sul collo, socialismo, comunismo ateo, (e negli ultimi tempi relativismo, paganesimo  n.d.r.) e in tutto il mondo il liberalismo nella chiesa protestante, ma Dio assicura che la montagna sarà spianata, e che la verità di Cristo deve prevalere sulla terra. Se leggete i profeti dovete credere alla Verità. o Agnello di Dio, il Tuo Prezioso Sangue non perderà mai il Suo Potere, non perderà mai il Suo Potere e il resto della Chiesa di Dio sarà salvato per non peccare più. La Pietra Portante nel Tempio di Dio sarà disposta, Gesù Cristo costruirà il Tempio, abbiamo l’immagine nel Nuovo Testamento, la Chiesa di Gesù Cristo è chiamata il Tempio del Dio Vivente, ed ogni credente è paragonato ad una pietra nel Tempio, e Gesù Cristo ha cominciato, Egli è la Pietra Principale e la Testata d’angolo, i Suoi apostoli sono le fondamenta del Tempio, e voi ed io siamo mattoni nel lavoro del Tempio, la Pietra Finale non è ancora stata posta, ma essa verrà collocata e l’ultima persona per cui Cristo è morto verrà portata nella Chiesa, e il Tempio sarà reso interamente Glorioso e Completo, quello che Cristo ha cominciato , avverrà e sarà compiuto. Questa è l’essenza della profezia che abbiamo qui. La Gloria della Chiesa sarà completata e sarà manifestata sulla terra.
Poi notate nel verso 6 in che modo tutto ciò sarà fatto, non per potenza: “questa è la PArola del Signore per Zorobabele, non per potenza. Questa parola nelle note è spiegata come “potenza militare”. Quindi non per mezzo di eserciti, non per mezzo di una crociata militare, come nei giorni di Oliver Cromwell, ricordate, uomo di buoni e giusti principi, che cercò di impadronirsi del governo d’Inghilterra, Oliver Cromwell voleva avere una giusta chiesa e una giusta dottrina nella terra d’Inghilterra, dovete avere simpatia per lui, perchè credeva nella stessa dottrina in cui noi crediamo, ma il suo tentativo giunge ad una triste conclusione, egli non ottenne nulla, usando la spada e la forza armata, eppure in quel periodo storico grandi cose furono fatte per il Signore, fu un periodo di grandissimo risveglio alla Verità di Dio, un periodo in cui i puritani scrissero voluminosamente sulle Scritture, un periodo forse del più grande studio biblico che il mondo abbia mai conosciuto, riguardo alla semplice esposizione della Scrittura, ma non fu ottenuto con la spada da  Oliver Cromwell, non per forza militare, non per forza militare politica di cristiani che protestano cercando di mescolare la politica con la religione, non per mezzo dell’esercito di evangelismo dai grandi schemi per portare le masse nella chiesa, non per la potenza dell’intelligenza umana, non per mezzo di schemi umani, non per la forza di attività umana, se tutti vanno a pieno vapore questo non realizza la costruzione del Tempio, ma per mezzo della Potenza Divina elargita nello Spirito Santo, dall’olio che fluisce in ogni lampada, dall’olio che fa diventare la lampada più luminosa, e più santa, e più vigorosa nelle opere. Non per mezzo di tentativi e iniziative umane,: gli ebrei costruirono sì il Tempio, ma solo perchè vennero resi solerti e sospinti dallo Spirito di Dio. Solo con la venuta del Signore degli Eserciti, la Chiesa sarà completata nella sua missione. Solo con la venuta dello Spirito le lampade della Chiesa bruceranno ravvivate in un Risveglio.
Solamente lo Spirito puo’ portare al Risveglio, mentre gli uomini credono che attraverso schemi di iniziativa e linee guida verrù il Risveglio, ma no, non è per potenza, non per mezzo di potere umano; ma il Risveglio venne in quei giorni per mezzo dello Spirito, ed il suo successo è assicurato perchè lo Spirito è al centro di esso.Non perchè fossero un gruppo di persone di alcuna importanza, erano un gruppo modesto che cominciò a costruire il Tempio. E non avevano alcuna forza per combattere il nemico, ma il loro successo fu assicurato, perchè lo Spirito era in esso, ed essi erano mossi dallo Spirito Santo di Dio.
Dio invia sovranamente il Suo Spirito come desidera per sollevare la chiesa dall’oscuratà e darle vigore, dall’impotenza all’eccellenza, perciò dobbiamo pregare per lo Spirito in questi giorni, Gesù Cristo ci ha insegnato frequentemente di pregare per lo Spirito Santo, e che ci verrà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto, e di cosa Cristo stava parlando? Stava parlando del desiderio del PAdre di concedere lo Spirito a coloro che GlieLo chiedono, o quanto disperatamente la chiesa deve chiedere lo Spirito, cristiani ne siete a conoscenza quando testimoniate alle persone? Aprite chiaramente la PArola di Dio alla gente, eppure non succede nulla, oh dovete pregare per lo Spirito, non è per mezzo di sforzi umani, ma per mezzo dell’azione dello Spirito che gli uomini si convertono. Predichiamo cosi’ tanti sermoni, eppure vi è così poco del potere di Dio! O dobbiamo pregare per lo Spirito Santo, il bisogno disperato dei nostri giorni è che Dio faccia risvegliare la Sua Chiesa, per mezzo di un maggiore rifornimento dello Spirito della Grazia, per piu’ olio che debba scorrere in questo candeliere locale e per altri candelieri in vari luoghi affinchè ravvivano la loro fiamma.
Noterete anche in questa spiegazione della visione, specialmente al v. 10, che in tutti i lavori iniziati da Dio e condotti per mezzo dello Spirito Santo, vi è un giorno delle cose piccole, cioè di avvenimenti insignificanti. “Chi ha disprezzato il giorno delle piccole cose?Ma quei sette si rallegrano a vedere il filo a piombo nelle mani di Zorobabel. Questi sette sono gli occhi a dell’Eterno che percorrono tutta la terra”.
“Chi ha disprezzato il giorno delle piccole cose?”, ah vedrete il giorno in cui quella pietra finale sarà deposta, molti disprezzano questi giorni in cui viviamo, ma non dovreste, una stagione in cui il lavoro dello Spirito fa piccola apparizione, non è insignificante agli occhi di Dio. Ed è interessante che ogni volta che Dio ha cominciato un Risveglio, lo ha fatto all’inizio in piccolo,  con delle piccole cose, le cose che in sè stesse non sembravano essere significanti,. Per esempio Zorobabele che ritorna a Gerusalemme, egli è insieme ad un gruppo di ebrei che erano stati in esilio forzato a Babilonia, senza grande talento, nessuna grande forza, neanche un gran numero di essi, e quando ritornano a Gerusalemme ognuno se ne va a farsi i fatti propri, a costruirsi le proprie case e non mostrano alcun interesse per la Chiesa di Dio. Direte, nulla sta succedendo..no qualcosa sta succedendo, lo Spirito di Dio ha cominciato il Suo lavoro, quindi Aggeo predica, e cominciano a mettere le fondamenta del Tempio, e quando gli ebrei lo videro essi erano addolorati per l’insignificanza dell’edificio, perchè ai tempi di Salomone i più grandi artigiani della terra erano a lavoro nella costruzione del suo tempio, qui erano degli ebrei senza talento che mettevano le fondamenta del nuovo tempio, e non sembrava avesse nulla della magnificenza del vecchio tempio. Un opera insignificante ed erano riempiti di disperazione. Ma il Risveglio forse comincia quando la gente è ancora disperata, pensando quando Dio verrà per aiutarci, ah Dio è a lavoro proprio in quel momento.
Pensate con me alle cose che Dio ha cominciato in un modo piccolo, pensate alla Creazione, ricordatevi che c’era un tempo in cui la terra era vuota e senza forma e tutto era nero e oscurità, una ben piccola cosa all’inizio, ma che grande capolavoro è la fine. Il lavoro di provvidenza che avviene attorno a voi, comincia in piccolo e poi è grande. Pensate a quante volte avete visto una piccola ghianda, una ghianda è ben piccola cosa, ma un albero di quercia è una cosa grande. Un fiume, potente, grande che scorre con forza, è cominciato con un piccolo rivoletto, una piccola sorgente che viene fuori dal suolo. Un guerriero che marcia attraverso regni e sgomina grandi eserciti, una volta era un infante nella culla, un oratore che sta in piedi davanti alla folla che lo ode, era una volta un balbuzionte che non poteva neanche essere compreso quando era un piccolo bimbo. Dio nella Sua Provvidenza ha sempre il giorno delle piccole cose, per tutto ciò che diventerà grande. Delel nazioni che sono oggi grandi in civiltà, erano una volta dei selvaggi, a cui Dio nella Sua Provvidenza portò la grandezza. E nel lavoro della Grazia, questa stessa cosa è vera.
Era davvero un piccolo giorno quello in cui Abraamo e Isacco erano l’intera Chiesa di Dio nel Vecchio testamento. Abraamo ebbe un solo figlio della promessa,  un piccolissimo seme davvero, ma Dio promise che sarebbe stato in numero come le stelle del cielo, e così avverrà. Nel Nuovo Testamento anche, ci fu un giorno in cui la Chiesa di cristo poteva riunirsi tutta in un unica stanza attorno ad un tavolo, piccolo inizio, la Chiesa di Cristo non potrebbe farlo oggi, e anche la chiesa battista sebbene non possa chiamarsi così magnificente, ci fu un giorno in cui erano 25 persone che si incontravano in una casa-van in centro. “Chi è che disprezza il giorno delle piccole cose?”, chi è che irride la chiesa in gerusalemme che ha appena messo le fondamenta che non sembrano essere niente di che, vivrai per vedere la pietra finale deposta!
Chi è che disprezza il lavoro di Dio oggi? Chi disprezzava i dodici discepoli nel nuovo testamento quando borbottavano l’uno con l’altro, quando non comprendevano gli insegnamenti di Cristo, quando erano un gruppo insignificante sebbene sarebbero divenuti una grande potenza nel mondo. Lo Spirito era in tutte queste cose che sono state menzioante. L’olio dello spirito veniva irrorato nel giorno delle piccole cose, così come nel giorno delle grandi cose. E c’è sempre stato un giorno delle piccole cose, prima di quello delle cose grandi. Molti disprezzano il giorno delle piccole cose oggi, inemici di Dio disprezzano la chiesa oggi, cosi’ come allora disprezzavano quegli ebrei, ricordate alcuni dei commenti che vennero detti nei giorni di Neemia quando cominciarono a costruire le mura? «Costruiscano pure! Ma se una volpe vi sale sopra, farà crollare il loro muro di pietra!».
Quanti nemici oggi irridono la chiesa di Gesù Cristo, quando rimane ferma sulla PArola di Dio, sono molti, ma la Scrittura assicura che quelli che irridono la chiesa di Cristo oggi, vivranno per vedere la pietra finale deposta. E voi con gli stessi vostri occhi vedrete il potente e vittorioso Gesù Cristo venire in tutta la Sua Potenza e Gloria sulla terra, e allora saprete che cosa potente fu avere lo Spirito al lavoro in poche persone, nel mondo. Gli amici di Dio, molto spesso, disprezzano i giorni dell’infanzia, non è solo una prerogativa dei nemici di Cristo, ma anche gli amici di Cristo spesso sottovalutano il valore degli inizi, e quanto voi sottovalutate il lavoro della Chiesa di Cristo in questi giorni? Non avete forse disprezzato il giorno delle piccole cose? Battendovi il petto e dicendo o Dio non ha fatto nulla in questo posto. Dio non ha fatto nulla attraverso il mio servizio, quasi a dire Dio non agisce nelle vostre opere, e quando non siete a sufficienza grati per le piccole cose, voi ostacolate l’avvenire delle grandi cose, oh voi vorreste vedere gli intellettuali e i ricchi e i potenti della comunità correre a frotte da Cristo, e vorreste vedere grandi numeri di conversoni, a volte, forse è cosi’ oggi per alcuni di voi, disprezzate il lavoro di Dio nel vostro stesso cuore, ricordate che dovete davvero diventare dei bambini prima di essere degli adulti, un tempo doveste essere studenti a scuola, a cui doveva essere sempre detto cosa fare, prima che diventaste i maestri delle vostre occupazioni, nel mondo siete passai per il giorno delle piccole cose, ed anche nella Chiesa di Cristo c’è un giorno delle piccole cose per il cristiano, e c’è un avvertimento di non mettere le mani sul novizio, non è ancora pronto, lo sarà in un anno o due, non forzate all’improvviso nessun uomo, ricordate che deve esserci un’infanzia, ci deve esere un’adolescenza nella chiesa di Cristo, prima del giorno delle grandi cose, non aspettatevi di diventare degli uomini tutt’insieme nelle cose del cristiano, e non disperare che non sei ancora così santo come vuoi essere, e ci aspettiamo troppo e pensiamo che Dio non sta facendo nulla.
Ci sono molte ragioni per non disprezzare le piccole cose, questo diprezzo impedisce il verificarsi delle cose grandi,. Se tutti gli ebrei avessero disprezzato questo momento del mettere le fondamenta del tempio, chi sarebbe rimasto a costruirlo? Se tutti avessero detto “oh questo non è proprio nulla” nessuno sarebbe andato a lavorare con qualche energia, e la pietra finale non sarebbe stata messa, se tutti disprezzassero le piccole cose nelle missioni, chi supporterà mai i missionari? Chi si attiverebbe a mandarli nelle zone piu’ lontane del mondo? Ovviamente voi mormorate e vi lamentate, mentre dovreste pregare Dio per quelle piccole cose che avete. Questo impedisce che vi venga elargito di più. Ricordate come gli ebrei mormorarono nel deserto, disprezzarono il loro salvataggio attraverso il mar rosso, essi non lodarono Dio per questo, ma si lamentarono : “oh perchè non ci ha dato del cibo, oh non abbiamo abbastanza da bere,  quando Dio aveva operato un grande miracolo nel salvarli. Siete ancora in schiavitù di satana? E allora perchè siete scoraggiati? Oh è per lo scoraggiamento di essere nel deserto così a lungo. Se avessero lodato Dio per la Sua Bontà, quante altre benedizioni sarebbero venute.
Quelli che sono in cielo, danno valora al giorno delle cose piccole, perchè quelli che sono in cielo, gli angeli che glorificano Gesù Cristo non hanno i loro occhi annebbiati di carnalità, e leggete nella Bibbia che c’è grande gioia in Cielo per che cosa? Le grandi masse che vengono a Cristo? Perchè c’è tanta gioia per un solo peccatore che si pente, sebbene egli sia ancora un peccatore ignorante e senza dottrina, sebbene egli cada ancora in peccato, sebbene egli non sia un uomo dalla grande forza, un solo peccatore si pente, e tutto il Cielo esulta di gioia, davanti al Trono di Dio. Il nostro Signore Gesù Cristo ci ha insegnato nel nuovo testamento che le piccole cose non devono essere disprezzate,  Egli stesso disse, ricordate, non dimenticherò un semplice bicchiere d’acqua fresca dato nel mio nome, che cosa posso fare per il Signore oggi, che possibilità ho di fare qualunque cosa per Lui? Allora non disprezzerò quel bicchiere d’acqua fresca da dare ad un uomo assetato, facendolo nel nome del Signore, per amore di Lui,  disprezzeerete ancora il giorno delle piccole cose?
Avete riempito il vostro modo di pensare con il pensiero del mondo di grandezza, che cosa fate a casa? Lavate piatti, lavate i vestiti, pulite i pavimenti, non vedete molta gente, e disprezzate il giorno delle piccole cose. Il Signore sta dandovi un grande spirito di  servizio nei confronti dei piccoli bambini a casa, affinchè questi possano crescere nella lode del Suo Nome, perchè vengano istruiti nel nome di Gesù Cristo, voi la chiamate una cosa piccola, Dio la chiama una cosa grande. Il Padre Stesso ha un grande rispetto per il giorno delle piccole cose,  ricordate di come andò incontro al figlio prodigo da molto lontano, di come ebbe rispetto per questo quando ritornò a casa dopo essere stato a vivere insieme ai porci. Il PAdre ebbe rispetto per le piccole cose.
Le piccole cose sono di un valore indescrivibile, ed è l’inizio del giorno delle grandi cose, le piccole cose di Dio diventeranno grandi con certezza, Dio non lascia mai il Suo lavoro incompleto, come abbiamo già quotato:  “Quando incomincio un lavoro, lo porterò a termine”. E inoltre, “Colui che ha cominciato un buon lavoro in voi, lo completerà fino al giorno di Cristo”, il Vangelo prevarrà sulla terra, e la roccia tagliata dalla montagna riempirà l’inera terra, rotolando a valle, leggendo le Scritture “i pochi diventeranno un migliaio e i piccoli diverranno una nazione forte”.
Il Signore perfezionerà ciò che ha cominciato in voi,  potrete essere adesso solo delle carte fumanti, ma brucerete vivamente quando lo Spirito che rifornisce l’olio è aumentato, quindi noi cristiani saremo un giorno perfetti, pensateci, il cristiano più debole di questo mondo sarà un giorno perfetto e senza peccato, leggiamo la descrizione del cristiano: “Il sentiero del giusto. è come la luce dell’alba. che splende sempre più luminosa. fino giorno pieno.” (cf. Proverbi 4,18)
“Chi ha disprezzato il giorno delle piccole cose?”, Dio non ha terminato con la Sua Chiesa, Dio non permette anche adesso che le porte degli inferi prevalgano su essa, il Nome di Gesù Cristo risuonerà su tutta la terra, la Sua Chiesa sarà tutta nella Gloria e nella Potenza e vittoriosa, ma la domanda deve essere posta, avete mai visto il giorno delle piccole cose nelle vostre anime? Ne trovate qualcuno? C’è qualche luce che è davvero molto piccola nella vostra anima o siete ancora in schiavitù di Babilonia. Davero fu una piccola cosa per gli ebrei essere solo ritornati a Gerusalemme, ma almeno erano fuori da Babilonia! Siete ancora schiavi del peccato che inseguono ogni desiderio della carne e tentazione di satana? O c’è un piccolo brillare di luce nella vostra anima, una luce della Grazia di Dio? Desiderate almeno il sincero latte della PArola, affinchè cresciate per mezzo di esso? Una qualche luce che vi mostra che siete cristiani? C’è una piccola sorgente di amore per Dio, che vi causa di addolorarvi per i vostri peccati? Un desiderio di essere come Lui nella giustizia? Avete un pò di amore per i fratelli? Che vi addolora quando li avete trattati male o parlato male di loro? Dovreste pregare per loro, con costanza. O cristiani se voi poteste vedere la Città nella quale  voi andrete allora come lodereste il Signore! Se poteste vedere il Tempio finito della Chiesa di Gesù Cristo, più popolosa della sabbia del mare, allora gridereste, come Zorobabele gridò: “Grazia, Grazia su di essa”.
Devo comunque dire che c’è il pericolo di essere troppo soddisfatti nel giorno delle piccole cose, non vi crogiolate nel pensiero che il lavoro che Dio compierà verrà realizzato senza nessuna partecipazione da parte vostra, non riposate nel sogno di essere diventati grandi. Il giorno delle piccole cose, sebbene non debba essere disprezzato è il giorno degli inizi, il momento in cui la chiesa deve crescere, lavorare e pregare per ricevere lo Spirito Santo, in attesa e nel ringraziamento che debba essere fatto qualcosa, è un giorno di grande desiderio,  e davvero viviamo nel giorno delle piccole cose, è il giorno delle piccole cose, piccola rettitudine, piccola conoscenza della Verità, piccolo incremento di peccatori che si convertono per la PArola, una piccola evidenza della Gloria di Dio nella Sua Chiesa, è il giorno delle piccole cose, ma grazie a Dio è il giorno delle piccole cose, e preghiamo con fiducia e con fervore, con la speranza delle promesse del profeta: “Non per potenza ma per lo Spirito”, Dio concedici una maggiore benedizione del Tuo Spirito oggi, e non disprezzate il giorno delle piccole cose, perchè vi rallegrerete, quando vedrete quella pietra finale, nelle mani di Cristo, così come fu nelle mani di Zorobabele.
da un sermone di Walter Chantry Visita Sito Web
trascrizione e traduzione a cura di  www.verovangelo.org

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da Francesco Savastano

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